Quaderni di Città dei Mestieri. Lavorare con la. Chimica. città. dei Mestieri. di Milano e della Lombardia
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- Bianca Sole
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1 Quaderni di Città dei Mestieri Lavorare con la Chimica città dei Mestieri di Milano e della Lombardia 1
2 Presentazione La Città dei Mestieri di Milano, attiva ormai da sei anni, è divenuta col tempo un punto di riferimento sicuro per chi, (studenti, giovani in cerca di prima occupazione, adulti in fase di ricollocamento), è alla ricerca di orientamento e informazioni per l elaborazione e la realizzazione dei propri obiettivi professionali. Organizzata secondo un modello internazionale, sono ormai venti le Città dei Mestieri funzionanti o di prossima apertura in Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Brasile, Guadalupa, Cile, Mauritius, è sostenuta nella propria attività da partner diversi (pubblici e privati) e la propria proposta di servizi per il pubblico è caratterizzata da un forte spirito d innovazione. Gli utenti, che vi accedono liberamente, possono avere colloqui con consiglieri, consultare una documentazione sempre aggiornata e disporre di postazioni multimediali dedicate; workshop e incontri completano l offerta dei servizi, realizzati sempre secondo il criterio di osservare e rispondere al bisogno dell utente. La collana I quaderni di Città dei Mestieri, realizzata in collaborazione con la Provincia di Milano (partner storico di Città dei Mestieri), rappresenta un ulteriore passo in questa direzione: agili pubblicazioni informative, dedicate a diverse aree professionali, in distribuzione gratuita agli utenti di Città dei Mestieri di Milano e dei Servizi di Orientamento al Lavoro della Provincia. Grazie alla collaborazione della rete dei partner di Città dei Mestieri, le pubblicazioni si caratterizzano per attendibilità e completezza, con l obiettivo di offrire agli utenti la possibilità di acquisire (e conservare) informazioni con valenza orientativa su diversi ambiti lavorativi, con una particolare attenzione agli aspetti più innovativi delle professioni. Ci auguriamo che, anche in questa occasione, gli utenti ci confermino che abbiamo centrato il nostro obiettivo. Presentazione Con la pubblicazione di questo primo quaderno Lavorare con la Chimica la Città dei Mestieri di Milano conferma il proprio carattere di pragmatismo nel sostegno a tutti coloro che sono alla ricerca di informazioni puntuali che permettano un orientamento verso il mondo del lavoro. La Provincia di Milano da anni sostiene con convinzione la missione di questo organismo che opera a stretto contatto con i servizi al cittadino in termini di sostegno all occupazione che la Provincia eroga. Servizi che saranno ancora più efficienti nella nuova area che sorgerà a Milano, nell area di Via Soderini, e che al loro interno prevedono la collocazione di un importante Polo per l orientamento. Vogliamo in questo modo sfruttare al massimo tutte le potenzialità di questa Città dei Mestieri, così come hanno fatto diverse città europee e italiane, proiettando l attuale struttura in un vero e proprio Centro sul futuro del lavoro considerato all interno delle attività per la promozione e il sostegno all innovazione. L obiettivo è quello non solo di aumentare le risorse e gli spazi organizzativi già presenti ma di integrare la tipologia e migliorare le modalità di erogazione dei servizi attualmente offerti. E proprio nel novero degli spazi dedicati alle informazioni sulle professioni ad alto contenuto tecnologico si colloca questo vero e proprio manuale dedicato ai percorsi formativi che portano all ingresso in un mondo professionale estremamente vario e interessante. Un manuale alla portata di tutti che contribuirà senz altro a sviluppare l interesse del lettore verso questo settore tuttora importantissimo nel contesto dell economia italiana ed europea. Luigi Vimercati Assessore al Lavoro, Attività economiche e Innovazione Alberto Meomartini Presidente Città dei Mestieri di Milano e della Lombardia 2 3
3 Introduzione Non solo petrolchimica Quando si parla di Chimica pensiamo tutti subito ai grandi poli petrolchimici (ad esempio Marghera) ma la realtà è diversa: l industria chimica è molto articolata e differenziata e vede coesistere al proprio interno settori che vendono soprattutto all interno del mondo chimico (chimica di base e chimica fine), altri che servono gli altri settori industriali (chimica delle specialità e ausiliaristica) e altri ancora che hanno quali utilizzatori i consumatori finali (detergenti, cosmetici, farmaceutica). La chimica di base (ad esempio, la petrolchimica appunto) vede il prevalere di grandi imprese, verticalmente integrate e dotate di vasti impianti in grado di sfruttare al meglio le economie di scala. In questo settore i prodotti tendono ad essere molecole semplici e standardizzate (le cosiddette commodieties ) e il fattore di successo principale risiede quindi nella capacità di migliorare i processi produttivi e la distribuzione per ridurre i costi. Nella chimica fine (un esempio è quello dei principi attivi farmaceutici) le molecole sono più complesse, ma in ogni caso il prodotto è identificato completamente da una formula chimica; i volumi di produzione sono inferiori e gli impianti sono spesso polivalenti, utilizzati cioè per la produzione di molecole diverse in momenti diversi. In questo settore è assai rilevante l attività di ricerca e sviluppo, soprattutto finalizzata al conseguimento di maggiori qualità ed efficacia del prodotto attraverso innovazioni che riguardano sia il prodotto (cioè una nuova sostanza) sia il processo, vale a dire un modo nuovo di ottenere una certa sostanza. La chimica delle specialità, ad esempio nelle vernici, vede il prevalere di prodotti (i cosiddetti performance chemicals ) che vengono acquistati in virtù delle loro funzioni e proprietà piuttosto che della loro formula chimica. In questo settore non contano tanto le dimensioni d impianto, ma la capacità di offrire soluzioni innovative o personalizzate ai problemi specifici dei clienti e assumono quindi rilevanza, oltre alla capacità innovativa, la vicinanza al cliente e il marketing. 5
4 Chimica vuol dire ricerca e innovazione Elemento comune a tutti i settori dell industria chimica è la centralità dell attività di ricerca e innovazione. Nella chimica innovare significa soprattutto fare ricerca al proprio interno, mentre nel resto dell industria si traduce principalmente nell acquisto di impianti innovativi dall esterno. E ciò deriva da una caratteristica peculiare del settore, perché la chimica è la scienza che studia la materia e il modo in cui cambiarla e quindi l impresa chimica non può limitarsi ad acquisire tecnologie dall esterno, ma deve quasi sempre innovare il prodotto, cioè fare ricerca. La chimica, da sempre e sempre di più, punta sulla ricerca e sull innovazione e considera quindi che la materia prima più importante sono i cervelli di chi nella chimica lavora. Dal petrolio non solo carburante ma anche... magliette! Noi tutti pensiamo di servirci di prodotti chimici solo quando al distributore facciamo benzina o, al massimo, quando compriamo della vernice per imbiancare casa. L industria chimica invece gioca un ruolo fondamentale per il benessere di tutti noi: senza chimica la nostra vita sarebbe diversa, perché la maggior parte dei prodotti che consumiamo e utilizziamo quotidianamente dai vestiti al computer, dai medicinali al bagnoschiuma non potrebbe esistere o non sarebbe accessibile a prezzi contenuti. L industria chimica è un produttore importante di beni intermedi (cioè di sostanze e prodotti venduti ad altre imprese) e possiamo capirlo meglio se consideriamo a cosa può servire un barile di petrolio che sia utilizzato non per produrre energia ma come materia prima dell industria chimica. In questo esempio si possono vedere anche in azione le diverse componenti dell industria chimica. Infatti, a valle della petrolchimica, per giungere ai vari prodotti finali sono coinvolte tantissime sostanze di chimica fine e successivamente prodotti della chimica delle specialità (come le vernici o gli adesivi). Questo brevissima panoramica sul mondo della chimica ci fa capire quanto questa scienza (con le sue applicazioni) sia allo stesso tempo complessa e affascinante. Ma come si diventa chimici? Quali lavori fa un chimico? Quali prospettive di lavoro offre il settore della chimica? Le pagine che seguono cercheranno di rispondere a queste domande. 6 Il percorso formativo ideale La scelta del corso di laurea cui iscriversi deve tener conto in primo luogo delle inclinazioni e degli interessi personali (senza tuttavia trascurare di prendere in considerazione quello che accade nel mondo del lavoro, ma ne parleremo più avanti): se siete attratti dalle discipline scientifiche, se tra le materie che avete studiato la matematica, la fisica, la chimica, le scienze naturali hanno tenuto viva la vostra attenzione e destato la vostra curiosità, potete certamente pensare ad un corso di laurea in Chimica. Per accedervi è necessario essere in possesso di un qualsiasi diploma quinquennale di scuola media superiore. Esistono, tuttavia, scuole superiori con indirizzo di studi chimico nell ambito dell istruzione tecnica e dell istruzione professionale che rilasciano un diploma quinquennale con il quale si può scegliere se entrare subito nel mondo del lavoro ovvero proseguire con studi di livello universitario. Classi delle lauree di primo livello in ambito chimico Con la riforma della formazione universitaria, sono stati attivate numerose classi di laurea di prima livello in ambito chimico: Ingegneria industriale (10) Scienze e tecnologie chimiche (21) Scienze e tecnologie farmaceutiche (24) I corsi di laurea attivati all interno di queste classi hanno durata triennale ed hanno l obiettivo di assicurare un adeguata padronanza di metodi e contenuti per poter operare proficuamente nel settore della chimica. Gli studenti, alla fine del triennio, devono: possedere un adeguata conoscenza dei diversi settori della chimica, negli aspetti di base, teorici e sperimentali, in riferimento allo specifico settore scelto; essere in grado di utilizzare le metodologie di indagine in relazione ai problemi applicativi; possedere adeguate competenze e strumenti per la comunicazione e la gestione delle informazioni. La formazione generale comprende: attività formative di base nelle aree delle discipline chimiche, matematiche, fisiche, informatiche; attività integrative come lo studio delle lingue straniere e dell informatica; attività professionalizzanti mediante insegnamenti specifici e con un tirocinio applicativo, presso aziende, industrie del settore o laboratori di ricerca pubblici e privati, cui è correlata la prova finale. Ogni corso di laurea in base agli specifici obiettivi formativi previsti, fornisce competenze, conoscenze e abilità specialistiche per determinati ambiti lavorativi. Alcuni corsi, ad esempio, si concentrano maggiormente sugli aspetti della produzione, inclusa la logistica, la programmazione, la manutenzione, l ambiente e la sicurezza, altri invece sugli aspetti legati alla qualità, al controllo e alla ricerca. Questa differenziazione dipende molto dai singoli Atenei presso cui sono attivati i cor- 7
5 si di laurea; ogni Facoltà, infatti, grazie all autonomia universitaria della Riforma Moratti, ha la possibilità di costruirsi percorsi di studio personalizzati, definendo i piani degli studi con gli insegnamenti e le corrispondenti attività formative, impartite in base alle proprie competenze e soprattutto al contesto culturale, economico, sociale e professionale del mondo del lavoro in cui i laureati saranno chiamati ad operare. Al terzo anno è previsto un periodo di tirocinio, da svolgersi presso aziende ed enti pubblici e privati, oppure presso i laboratori di ateneo. Questa esperienza si conclude con una relazione scritta relativa all attività svolta, che costituisce l elaborato da discutere in sede di prova finale per il conseguimento della laurea. La laurea si consegue con il superamento di un esame finale e l acquisizione di 180 crediti, suddivisi nei tre anni di studio. Conseguito il titolo di laurea triennale, lo studente può frequentare un corso di laurea specialistica, iscriversi ad un master di primo livello, o frequentare corsi di formazione post-base. Classi delle lauree specialistiche in ambito chimico Conseguito il titolo di laurea triennale, lo studente può frequentare un corso di laurea specialistica in una delle seguenti classi: Farmacia e farmacia industriale (14/S) Ingegneria chimica (27/S) Scienza e ingegneria dei materiali (61/S) Scienze chimiche (62/S) Scienze e tecnologie della chimica industriale (81/S) I corsi di laurea specialistica durano 2 anni, e hanno l obiettivo di fornire allo studente una conoscenza più approfondita per l esercizio di attività di elevata qualificazione nell ambito chimico, fornendo ai laureati una formazione culturale e professionale avanzata e ampia autonomia nell ambito del lavoro, che permetta loro un elevata responsabilità di progetti e strutture. Corsi post-laurea I corsi di perfezionamento e i master di primo e secondo livello vengono organizzati solitamente dai singoli atenei, ma esistono anche scuole specializzate, che erogano formazione altamente qualificante nel settore chimico. Questi corsi propongono un programma di formazione interdisciplinare che affianca a strumenti e solide competenze tecniche, competenze di gestione, promozione e sviluppo dell innovazione scientifica e tecnologica. OFFERTA FORMATIVA A MILANO E LOMBARDIA Qui di seguito sono indicati, a titolo esemplificativo, alcuni riferimenti in merito alle opportunità formative di Milano e Lombardia relative alle professioni del settore chimico. Ricordiamo che presso la Città dei Mestieri e delle Professioni di Milano è possibile acquisire ulteriori informazioni e trovare aiuto per definire un percorso professionale, scegliere una formazione o cercare un lavoro. 8 CORSI UNIVERSITARI Classe delle lauree in Ingegneria industriale (10) Politecnico di MILANO ( Ingegneria chimica - Facoltà di Ingegneria dei processi industriali Classe delle lauree in Scienze e tecnologie chimiche (21) Università degli Studi di MILANO ( Chimica - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Chimica applicata e ambientale - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Chimica Industriale - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Università degli Studi di MILANO-BICOCCA ( Scienza dei materiali - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Scienze e tecnologie chimiche - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Università degli Studi di PAVIA ( Scienze chimiche - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Tecnologie chimiche per l ambiente e le risorse - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Università degli Studi INSUBRIA Varese-Como ( sede di Como) Chimica e chimica industriale - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Classe delle lauree in Scienze e tecnologie farmaceutiche (24) Università degli Studi di MILANO ( Tecniche erboristiche - Facoltà di Farmacia Tossicologia dell ambiente - Facoltà di Farmacia (sede di Lodi) Università degli Studi di PAVIA ( Informazione scientifica sul farmaco - Facoltà di Farmacia e Facoltà di Medicina e Chirurgia Tecniche erboristiche - Facoltà di Farmacia Classe delle lauree specialistiche a ciclo unico in Farmacia e farmacia industriale (14/S) Università degli Studi di MILANO ( Chimica e tecnologia farmaceutiche - Facoltà di Farmacia Farmacia - Facoltà di Farmacia Università degli Studi di PAVIA ( Chimica e tecnologia farmaceutiche - Facoltà di Farmacia Farmacia - Facoltà di Farmacia Classe delle lauree specialistiche in Ingegneria chimica (27/S) Politecnico di MILANO ( Ingegneria chimica - Facoltà di Ingegneria dei processi industriali Ingegneria della prevenzione e della sicurezza nell industria di processo - Facoltà di Ingegneria dei processi industriali Classe delle lauree specialistiche in Scienza e ingegneria dei materiali (61/S) Università degli Studi di MILANO-BICOCCA ( Scienza dei materiali - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Politecnico di MILANO ( Ingegneria dei materiali - Facoltà di Ingegneria dei processi industriali 9
6 Classe delle lauree specialistiche in Scienze chimiche (62/S) Università degli Studi di MILANO ( Scienze chimiche - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Scienze chimiche applicate e ambientali - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Università degli Studi di MILANO-BICOCCA ( Scienze e tecnologie chimiche - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Università degli Studi di PAVIA ( Chimica - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Università degli Studi INSUBRIA Varese-Como ( sede di Como) Scienze chimiche - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Classe delle lauree specialistiche in Scienze e tecnologie della chimica industriale (81/S) Università degli Studi di MILANO ( Chimica industriale e gestionale - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali Università degli Studi INSUBRIA Varese-Como ( sede di Como) Chimica industriale - Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali MASTER, CORSI DI SPECIALIZZAZIONE E PERFEZIONAMENTO Università degli Studi di MILANO ( Brevettistica in campo chimico, biotecnologico e farmaceutico Chimica dei Materiali Composti e delle Formulazioni Industriali Scienza Applicata ai Beni Culturali Università degli Studi di MILANO-BICOCCA ( Gestione e recupero delle risorse ambientali Università degli Studi di PAVIA ( Scienza e tecnologia dei materiali Micologia applicata Politecnico di MILANO ( Ingegneria e gestione dei sistemi elettrici di potenza 10 Gli scenari della Chimica Nel mondo In passato la scena chimica era dominata da grandi imprese che facevano un po di tutto e portavano avanti progetti di ricerca di ampio respiro verificando solo in un secondo momento i possibili ambiti applicativi dei propri ritrovati. Accanto a queste operavano piccole e medie imprese molto focalizzate in specifici segmenti del mercato. Nell ultimo decennio si è affermata una tendenza generalizzata verso la specializzazione che ha fatto venire meno quasi tutte le grandi imprese diversificate, cioè operanti in molti (o tutti) i comparti della chimica. La scelta prevalente, non più soltanto delle piccole e medie imprese, è di essere attivi in uno dei quattro comparti fondamentali della chimica (chimica di base, chimica fine e delle specialità, chimica per il consumo, farmaceutica e biotecnologie) e, quasi sempre, in singoli prodotti all interno di un comparto. Nei Paesi avanzati i nuovi bisogni tendono ad essere soddisfatti da servizi o da beni caratterizzati da un crescente contenuto immateriale e da un minore contenuto di chimica (si spende molto di più in telefonate che per comprare il telefono cellulare e comunque il contenuto di chimica di un telefono cellulare è molto inferiore a quello di un automobile). In questi Paesi ciò si traduce in una minore domanda fisica di chimica ma ciò non implica necessariamente una diminuzione della domanda di chimica (in termini monetari) nel momento in cui le imprese sono in grado di fornire soluzioni tecnologiche e innovative che danno forte valore ai prodotti, anche tradizionali. Nei Paesi emergenti, Cina e India in testa, la domanda fisica di chimica sta invece esplodendo: le prime fasi di sviluppo di un economia richiedono infatti tantissima chimica (si pensi ad infrastrutture, automobili, edilizia, modernizzazione dell agricoltura). In queste stesse aree si sta spostando parte della produzione chimica mondiale, attratta anche dai minori costi della manodopera, e si concentra la maggior parte dei nuovi investimenti. È evidente che i Paesi avanzati, e tra essi l Italia, devono sempre di più innovare e fornire prodotti sofisticati per non cadere nella trappola di una concorrenza basata solo sui costi e sui prezzi di vendita che li vedrebbe forzatamente perdenti di fronte ai Paesi emergenti. Ciò significa indirizzare gli sforzi verso la ricerca, la qualità dei prodotti e l assistenza al cliente e quindi investire nel proprio capitale umano. In Europa La chimica è l unico settore innovativo, insieme con quello dei macchinari, in cui l Europa mantiene ancora la leadership mondiale: con una produzione di 586 miliardi di euro rappresenta circa un terzo del totale mondiale. Un modo semplice per cogliere l importanza della chimica è di guardare al suo contributo al saldo commerciale europeo che è non solo fondamentale ma anche crescente (35 miliardi di euro per la sola chimica, 60 comprendendo anche la farmaceutica). Godere di un 11
7 saldo commerciale attivo significa creare e mantenere tanti posti di lavoro altamente qualificati in Europa. Nonostante le difficoltà di affrontare un mondo in sempre più rapido cambiamento, la chimica ha tutte le carte in regola per continuare a giocare un ruolo importante in Europa perché punta sull innovazione e sulla qualità dei suoi addetti, elementi tipici dei Paesi avanzati. In Italia In Italia operano tre tipi di imprese, tutte egualmente importanti: imprese italiane medio-grandi, piccole e medie imprese (PMI) italiane e imprese estere. Alcune grandi imprese italiane operano nella chimica di base, mantenendo una posizione significativa nel loro mercato di riferimento. Accanto a queste cresce l importanza di imprese italiane medie e medio-grandi (con vendite mondiali superiori ai 100 milioni di ) che spesso detengono la leadership nel proprio segmento a livello europeo e, a volte, anche mondiale. Generalmente si tratta di imprese specializzate in nicchie di mercato che però offrono una vastissima gamma di prodotti volti a soddisfare ogni esigenza specifica grazie alle tecnologie incorporate e all elevata componente di servizio. La necessità di continuare ad espandere in termini geografici i segmenti di mercato da loro serviti ha portato molte di queste imprese ad internazionalizzarsi, anche a livello produttivo. A seguito della diminuzione dell incidenza della chimica di base si è verificata una crescita dell importanza della chimica a valle, settori in cui si concentrano in Italia le PMI. Pur essendo meno conosciute come possibile sbocco professionale, le PMI non solo hanno visto incrementare il loro peso sull occupazione chimica totale, (i chimici occupati nelle PMI, sul totale degli occupati nel settore, sono passati dal 38,63% del 1991 al 47,86% del 2001), ma hanno anche aumentato i loro addetti intermini assoluti (da addetti nel 1991 ai del 2001). In particolare, hanno un peso predominante sull occupazione nei settori della chimica fine e delle specialità. Le imprese estere svolgono in Italia sia l attività commerciale, sia quella produttiva e spesso anche quella di ricerca. Negli ultimi anni, l importanza di queste imprese è cresciuta sia a seguito dell acquisizione di imprese italiane sia perché l attività realizzata in Italia ha dato vita a un forte flusso di esportazioni. Dove cercare (e trovare) lavoro come chimico Lo stereotipo di una chimica costituita solo dai grandi impianti della petrolchimica potrebbe far pensare a una concentrazione produttiva diversa da quella effettiva e, quindi, indirizzare in modo erroneo la propria ricerca di lavoro. I grandi impianti della chimica di base sono certamente molto importanti ma l occupazione non si concentra solo nei Poli chimici anzi, ancor più che in altri settori, hanno un ruolo di primo piano le regioni del Nord Italia e in particolare la Lombardia, grazie soprattutto alla presenza delle medie e piccole imprese. La Lombardia è infatti la seconda regione chimica europea per numero di addetti e la prima per numero di imprese. Si stima che una persona ogni 100 della popolazione lombarda lavori nell industria chimica. Questo significa che la nostra Regione, anche in assenza di grandi impianti petrolchimici, offre comunque ai chimici buone possibilità di inserimento lavorativo. 12 Nella scelta di un corso di studi, dalla scuola superiore all università, non è necessario fare riferimento alla distribuzione geografica delle imprese chimiche: quello che conta infatti sono le competenze e le esperienze formative che il corso di studi è in grado di offrire. Tutela ambientale e sviluppo sostenibile: nuove frontiere per la Chimica Tra cittadini, imprese e istituzioni (italiane ed europee) si sta diffondendo una sempre maggiore sensibilità ai temi della sicurezza e della tutela ambientale. L obiettivo è quello di arrivare a un modello di Sviluppo Sostenibile, caratterizzato da un attenzione equilibrata tra le componenti economica, sociale e ambientale. Per le imprese chimiche lo Sviluppo Sostenibile rappresenta una grande sfida dal punto di vista non solo finanziario ma anche organizzativo. Le aziende devono infatti perseguire gli obiettivi di tutela della sicurezza, della salute (dei propri addetti e delle persone in generale) e dell ambiente in ogni loro attività: non solo nel prodotto, ma anche nel processo produttivo e nella fase di distribuzione. Diventa quindi fondamentale adottare comportamenti socialmente responsabili e saperli comunicare all esterno, alle comunità locali che ospitano sul proprio territorio lo stabilimento chimico e alla generalità delle persone. Anche l area marketing che si occupa di distribuzione e vendita dei prodotti deve dunque fare propri i principi della responsabilità sociale. Questo significa coinvolgere tutte le funzioni aziendali per garantire il conseguimento dei risultati, cercando comunque di ridurre al minimo i costi di gestione per evitare perdita di competitività nei confronti dei concorrenti. Le aziende chimiche hanno già conseguito nell ambito della tutela ambientale risultanti di rilievo, con forti riduzioni in tutte le principali emissioni in aria e acqua (nel periodo , ad esempio -31% nell emissione di metalli pesanti nell acqua e -95% nell emissione si polveri nell aria) e nel campo della sicurezza e salute dei propri lavoratori il settore chimico presenta il minor numero di infortuni dopo il settore petrolifero. Un altro aspetto di rilievo nell attività delle aziende chimiche è quello connesso ai consumi energetici: le imprese chimiche consumano infatti molta energia (ben il 20% di tutti i consumi energetici dell industria). Conseguentemente le aziende compiono uno sforzo costante per migliorare la propria efficienza energetica e i risultati conseguiti rappresentano da un lato un risparmio e dall altro un ulteriore contributo alla tutela dell ambiente. 13
8 Anche la logistica, intesa sia come sistema di trasporto interno all azienda sia come sistema di raggiungimento del cliente, presenta un importanza crescente per la competitività delle aziende. La logistica consente infatti di ottimizzare i tempi dell attività aziendale, riducendone quindi i costi, e di migliorare la qualità del servizio erogato. Tutela dell ambiente, efficienza energetica e gestione logistica possono essere lette come alcune delle facce di un unica impostazione volta a garantire la qualità dell attività dell impresa in ogni sua manifestazione. Naturalmente tutte queste attenzioni rivolte alla qualità totale accompagnano il conseguimento dei migliori standard qualitativi e della massima affidabilità del prodotto stesso. In questa ottica sono sempre più numerose le imprese che ricorrono alla certificazione di qualità che consente loro di adottare con forza (e poi mantenere) modelli di gestione avanzata e, al tempo stesso, di comunicare all esterno l immagine di azienda di qualità. Per riassumere L industria chimica attraverso un periodo di forti cambiamenti. Di fronte alla concorrenza internazionale il futuro dell industria chimica è strettamente legato, ancor più che in passato, alla capacità di proporre nuove sostanze, nuovi prodotti e, più in generale, nuove soluzioni alle esigenze della clientela. Solo così infatti è possibile sfuggire a una concorrenza basata esclusivamente sui prezzi che ci vedrebbe necessariamente per denti di fronte ai Paesi emergenti. L emergere di una crescente sensibilità ai temi della sicurezza e del rispetto ambientale impone alle imprese un ulteriore sforzo di innovazione volto ad armonizzare gli obiettivi di uno Sviluppo Sostenibile con quelli del mantenimento della competitività. Tale impegno deve tramutarsi in un opportunità perché la responsabilità sociale sta diventando sempre di più un fattore di competitività. Nonostante le difficoltà per queste nuove sfide la chimica, rispetto ad altri settori industriali, offre buone prospettive occupazionali in aree avanzate quali l Europa e l Italia, perché per il suo stretto legame con la scienza punta sempre sulla ricerca e sulla qualità dei suoi addetti. Per lavorare nella chimica bisogna sapere che: la tendenza generalizzata delle aziende chimiche verso la specializzazione comporta innanzitutto una diversa impostazione dell attività di ricerca, sempre più finalizzata fin da subito a scopi applicativi specifici; la crescente pressione competitiva rende le aziende più attente al conseguimento di elevati standard di efficienza e di qualità. Acquisiscono, per esempio, sempre maggiore importanza aree quali il controllo qualità, la gestione ambientale e la gestione del cliente; l orizzonte di riferimento, per muovere i primi passi nel mondo del lavoro come chimico, dovrebbe essere almeno l Europa; tanto per le imprese estere presenti in Italia che per le imprese italiane operanti all estero è importante poter disporre di giovani che abbiano familiarità con la lingua inglese (meglio ancora se approfondita con soggiorni all estero) e che magari conoscano anche una seconda lingua (ad esempio, il tedesco) e siano disponibili a frequenti viaggi e lunghi trasferimenti all estero; le PMI in Italia garantiscono lavoro alla quota maggioritaria del totale degli addetti chimici (laureati e diplomati). È quindi fondamentale tenerle presenti nella propria ricerca di occupazione e nella costruzione del proprio percorso formativo; per cogliere al meglio le opportunità di lavoro offerte dall industria chimica potrebbe essere necessario trasferirsi in una città diversa da quella di origine. Tuttavia l eventuale assenza di imprese chimiche nella propria zona non significa necessariamente l assenza di opportunità per i giovani chimici: esiste infatti (e cresce) una richiesta di chimici anche nei settori che utilizzano le sostanze chimiche e nella Pubblica Amministrazione (ad esempio, Aziende Sanitarie Locali, Agenzie Regionali Prevenzione e Ambiente, insegnamento nelle scuole); la crescente affermazione del modello dello Sviluppo Sostenibile rappresenta una grandissima opportunità di lavoro, perché la sua gestione richiede nuove figure professionali qualificate. 14 Principali profili professionali Nelle pagine che seguono sono delineati i profili professionali più significativi con l intento di far capire cosa fanno concretamente i chimici e quali competenze siano loro richieste. È importante chiedersi quale figura professionale potrebbe corrispondere meglio alle proprie aspirazioni e capacità al fine di costruirsi un percorso formativo coerente e orientarsi più facilmente nella ricerca di un occupazione. I profili che proponiamo sono tratti dalle schede sui profili professionali del settore Chimica & Farmaceutica disponibili in libera consultazione presso Città dei Mestieri e delle Professioni di Milano e ovviamente non esauriscono tutte le possibili figure professionali presenti nel mondo della Chimica. Ad esempio, esiste una domanda forte e in crescita di laureati chimici per l area marketing e vendita/assistenza alla clientela. Si tratta di funzioni aziendali con dignità pari a quelle che operano nella produzione e nel laboratorio, sempre più importanti nel processo di innovazione che caratterizza l industria chimica, poiché consentono di conoscere e approfondire le esigenze della clientela. Per sviluppare strategie di marketing e vendere i prodotti chimici è fondamentale una laurea triennale o quinquennale in Chimica, Chimica Industriale o Ingegneria Chimica; come è infatti evidente per un laureato in Economia che ben conosce il marketing è quasi impossibile acquisire le indispensabili conoscenze in ambito chimico mentre per un laureato in Chimica è certamente più semplice integrare le proprie competenze con conoscenze d ordine giuridico, procedurale ed economico. Bisogna poi tenere conto che l industria chimica assorbe tradizionalmente il 35-40% dei laureati in discipline chimiche. Il restante 65-60% può trovare un occupazione in altri settori, come ad esempio in quelli utilizzatori di chimica, nei servizi (gestione ambientale e degli impianti) e nel settore pubblico (Università, scuole, ASL, ARPA), nei quali una laurea in Chimica può risultare frequentemente la carta vincente. I profili che seguono offrono però una prima panoramica delle diverse sfaccettature del lavoro del chimico e vogliono essere uno stimolo per approfondire la conoscenza del settore, magari proprio con una visita in Città dei Mestieri e delle Professioni. Il chimico Definizione Il Chimico è la figura professionale che opera nell area delle scienze e tecnologie chimiche. Svolge attività qualificate nei laboratori di ricerca, di controllo e di analisi in ambiti industriali ed in enti pubblici e privati, attività nell ambito della libera professione e attività nel campo commerciale e dell informazione scientifica. Compiti e principali attività La professione del chimico può essere svolta in differenti ambiti e può comportare mansioni differenti. Ad esempio, oltre alla gestione aziendale, il chimico può avere il compito di progettare e sintetizzare nuovi prodotti industriali per usi svariati e di seguirne la realizzazione nelle aziende, provvedendo al collaudo e al controllo di 15
9 impianti chimici di produzione, nonché di impianti di depurazione e disinquinamento, garantendone la sicurezza. Inoltre il chimico può svolgere perizie tecniche e legali relative a danni ad impianti o a danni ecologici in casi di contenzioso. Competenze Per lo svolgimento del proprio lavoro il Chimico deve possedere conoscenze e specifiche riguardanti: le metodiche sperimentali per la preparazione e la caratterizzazione di sistemi chimici anche complessi; le metodiche per la raccolta e l analisi dei dati; i sistemi informatici per la gestione e la elaborazione dati; le strumentazioni scientifiche per indagini analitiche e strutturali. Il laureato in Chimica ha le conoscenze di base sul controllo di qualità e sulla sicurezza dei laboratori e degli ambienti di lavoro in genere. Usa la lingua inglese nell ambito delle attività e dei rapporti professionali. Il Chimico, inoltre, deve possedere competenze e abilità trasferibili relative alla: capacità di analisi e di sintesi; capacità di lavorare sia in gruppo che in autonomia; gestione temporale del lavoro; redazione e presentazione dei risultati delle ricerche sperimentali; utilizzo di PC e dei pacchetti più comuni di software; effettuazione di ricerche bibliografiche anche con l ausilio di banche dati e di reti informatiche. Situazione di lavoro Il chimico può trovare impiego presso aziende private chimiche e petrolchimiche, chimicofarmaceutiche, cosmetiche, alimentari, di materie plastiche, coloranti, detersivi, colle od operanti in campo ambientale. In ambito pubblico, i chimici possono lavorare presso uffici tecnici ed ecologici di enti locali, nei laboratori delle dogane, in quelli provinciali di igiene e profilassi e di analisi chimicocliniche o in servizi di prevenzione degli infortuni sul lavoro (D.L. 626/94). La libera professione è generalmente svolta presso laboratori di analisi e controllo di qualità o come consulente per progettazione, gestione impianti, pratiche autorizzative in campo ambientale e analisi dei rischi nonché con incarichi presso i tribunali. Percorsi formativi Il titolo di studio richiesto per la professione del Chimico è una laurea triennale in una delle seguenti classi: classe 21 Scienze e tecnologie chimiche, classe 24 Scienze e tecnologie farmaceutiche; per poi eventualmente proseguire con una laurea specialistica in: classe 62/S Scienze chimiche, classe 81/S Scienze e tecnologie della chimica industriale. L esercizio della libera professione di Chimico è subordinata al superamento dell esame di Stato e alla successiva iscrizione all albo professionale; ciò può non essere richiesto per impieghi in aziende private. Nell albo professionale dell Ordine dei Chimici sono istituite la sezione A e B: agli iscritti nella prima spetta il titolo professionale di chimico, a quelli della seconda il titolo professionale di chimico iunior. Per l ammissione all esame di Stato della sezione A è richiesto il possesso della laurea specialistica, mentre per l ammissione all esame di Stato della sezione B è richiesto il possesso della laurea triennale. 16 Il tecnico di laboratorio di ricerca Definizione Il Tecnico di laboratorio, all interno di un gruppo di ricerca, supporta il personale di ricerca nell effettuare analisi e testing di laboratorio, sulla base di un programma di lavoro assegnato su base periodica (settimanale/mensile) e assicura lo svolgimento delle attività analitiche nel quadro delle normative vigenti. Compiti e principali attività La complessità delle funzioni di laboratorio comporta che tra i tecnici esistano delle specificità negli ambiti di intervento e differenze nei livelli di professionalità. Un Tecnico di laboratorio, ad esempio, nello svolgimento del suo lavoro può limitarsi alla semplice elaborazione dei dati prima di un analisi, allo svolgimento dell analisi stessa. Le attività e i compiti che caratterizzano il lavoro del Tecnico di laboratorio sono i seguenti: individuazione e l adozione di metodiche adeguate agli obiettivi da conseguire; individuazione e messa a punto di nuovi metodi di lavoro; esecuzione di campionamenti e controlli analitici chimici, chimico-fisici, fisici e microbiologici; controllo e registrazione dei risultati; comunicazione tempestiva di ogni deviazione dagli standard e collaborazione nella ricerca delle cause con proposta di soluzioni; esecuzione di interventi di manutenzione ordinaria sulla strumentazione; esecuzione delle calibrazioni sulla strumentazione. Competenze Al Tecnico di Laboratorio sono necessarie le seguenti competenze tecnico-specialistiche: conoscenze di chimica e tecniche analitiche; conoscenze e capacità di utilizzo di strumentazione aggiornata; conoscenza della realtà industriale; utilizzo di pacchetti informatici dedicati per la programmazione del lavoro di ricerca; competenze di assistenza tecnica; conoscenza impianti; conoscenze dei principali processi chimici, chimico-biologici. Completano il profilo competenze di tipo trasversale quali: capacità di lavorare in gruppo; capacità di problem solving; capacità organizzative e di gestione; orientamento alla qualità. Situazione di lavoro All interno del laboratorio, il Tecnico assiste e supporta le attività condotte dal gruppo di ricerca curando tutti gli aspetti operativi del laboratorio e contribuendo alla messa a punto di nuovi metodi di preparazione/controllo. In funzione della sua specializzazione effettua le analisi, controlla e registra i risultati in conformità alle procedure. Se in possesso di una consolidata esperienza il Tecnico di Laboratorio opera con ampia autonomia all interno dei lavori che gli sono affidati dal Responsabile di laboratorio o dal ricercatore che lo coordina, nell ambito di obiettivi prefissati. A certi livelli coordina l attività di altro personale tecnico. Nello svolgimento del suo lavoro, il Tecnico di La- 17
10 boratorio interagisce autonomamente con altri laboratori/unità. Normalmente riporta autonomamente per iscritto i risultati del proprio lavoro. All interno dei laboratori di ricerca farmaceutici, in particolare, operano tecnici chimici specializzati in una gamma di specificità che caratterizzano le diverse fasi della ricerca. Dalla sintesi di laboratorio alla sintesi su impianti pilota e alla sperimentazione sul l animale (ricerca preclinica). Questo, soprattutto nel caso della ricerca farmaceutica. La sperimentazione clinica su pazienti è curata da medici, spesso specializzati nella patologia per quale è stato ipotizzato il prodotto farmaceutico. Acquisiti i dati della sperimentazione, la ricerca rientra in laboratorio dove il prodotto viene sintetizzato per la produzione. Nei laboratori di chimica fine e di specialità la ricerca è piuttosto mirata a migliorare il ciclo produttivo per renderlo meno costoso e allo stesso tempo consentire un minore impatto ambientale. Il percorso professionale di un Tecnico di laboratorio può evolvere verso quello di Specialista di Laboratorio, Supervisore di area di laboratorio, Tecnico di laboratorio di produzione quality assurance, Responsabile di impianto produttivo. Percorsi formativi Il Tecnico di Laboratorio di norma possiede il titolo di Tecnico di Laboratorio chimico, chimico-farmaceutico o biologico. Definizione Il Responsabile di Quality Assurance è una figura professionale particolarmente significativa nelle industrie chimico-farmaceutiche in quanto le norme di buona fabbricazione prevedono che il titolare di una autorizzazione alla fabbricazione di medicinali disponga di un sistema di assicurazione della qualità. Il Responsabile di Quality Assurance è la figura aziendale chiamata a coordinare i Servizi e le Direzioni coinvolte nella fabbricazione al fine di assicurare che il sistema di quality assurance sia efficiente, controllato e documentato. Compiti e principali attività I principali compiti e attività del Responsabile Quality Assurance consistono nel verificare che: i medicinali siano progettati e sviluppati secondo le modalità che rispettino le Norme di Buona Fabbricazione e delle Buone Pratiche di Laboratorio; le operazioni di produzione e controllo siano chiaramente specificate e siano adottate le NBF; siano specificate le responsabilità della dirigenza; si prendano accordi relativi alla fabbricazione, alla fornitura e all impiego delle materie prime e dei materiali di confezionamento più appropriati; siano eseguiti tutti i necessari controlli sui prodotti semilavorati, durante il processo produttivo e le convalide; il medicinale finito sia prodotto e controllato correttamente, conformemente a procedure definite; le procedure di ispezione interne siano correttamente applicate; tutte le operazioni di controllo, fabbricazione e sviluppo siano opportunamente documentate. 18 Il responsabile di Quality Assurance Competenze Il Responsabile di Quality Assurance deve possedere competenze di tipo tecnico e manageriale che gli consentano di verificare l esecuzione delle procedure di convalida dei processi produttivi, dell ambiente e del personale e approvare i relativi protocolli di convalida. Dalla responsabilità primaria di questa figura professionale che è quella di coordinare e collaborare con le infrastrutture e i servizi coinvolti nella produzione si evince che competenze e capacità necessarie al ruolo sono: capacità di analisi e sintesi; capacità di coordinamento e gestione delle risorse umane; capacità di muoversi trasversalmente nei vari ambiti aziendali; capacità di lavorare in gruppo. Situazione di lavoro Nello svolgere le sue attività il Responsabile di Quality Assurance coordina i servizi e le direzioni coinvolte nella fabbricazione al fine di assicurare un sistema efficiente, controllato e documentato. Il Responsabile di Quality Assurance non entra nel merito ma si limita a verificare che quella procedura soddisfi i requisiti richiesti dalla normativa. Il Responsabile di Quality Assurance verifica inoltre che la produzione o le analisi affidate a terzi siano realizzate nel rispetto di standard definiti e che siano state chiaramente definite le responsabilità del mandante e quelle di chi produce o analizza, quindi definisce correttamente, controlla e approva il "contratto di Produzione e Analisi", al fine di evitare fraintendimenti che potrebbero portare ad un prodotto o a un lavoro di qualità insoddisfacente. Approva e garantisce l aggiornamento delle linee guida necessarie per assicurare che il sistema qualità sia efficiente, controllato e documentato (valutazione periodica della qualità, verifiche ispettive, validation policy, linee guida per la manutenzione preventiva, ecc.). Nell ambito della gestione dei reclami indica le misure correttive da adottare e informa le funzioni operative interessate. Approva i protocolli di convalida dei processi produttivi, in particolare per quelli dei prodotti in fase di sviluppo (trasferimento di tecnologia), compresi i protocolli di qualificazione macchine/impianti interessati al processo, i protocolli vengono poi trasmessi alle funzioni operative per la loro esecuzione. Approva i programmi di formazione e ne delega l attuazione. Generalmente l assicurazione della qualità in azienda è affidata ad una struttura dedicata. È il Responsabile di Quality Assurance che giustifica che il lotto prodotto abbia i requisiti richiesti per poter essere immesso sul mercato, verificando che ci siano tutti i documenti, che tutti i risultati siano conformi alle specifiche e che non vi siano deviazioni che impattano sulla qualità richiesta. Sempre nell ambito del Quality Assurance c è la gestione dei reclami e delle ispezioni: interne, ai fornitori e ai terzisti. Le attività del Responsabile di Quality Assurance non sono esclusivamente legate al manifacturing. Oltre alle Norme di Buona Fabbricazione, il sistema qualità assicura (secondo i casi) l osservanza delle Buone Pratiche di Laboratorio e del le Buone Pratiche Cliniche. Il Responsabile di Quality Assurance, infine, opera trasversalmente e in collaborazione con la Produzione, l Ingegneria, i Laboratori. 19
11 Percorsi formativi Il Responsabile di Quality Assurance è di norma un laureato in discipline scientifiche preferibilmente Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Chimica, Farmacia, Scienze biologiche. Per la posizione di accesso al ruolo Quality Assurance o Quality Compliance vengono assunti neolaureati con almeno un anno di esperienza. Per formare il Quality Assurance Manager, le multinazionali praticano la job rotation su più settori aziendali per congruo numero di anni e una volta acquisite le competenze tecniche e soprattutto la capacità di coordinamento tra i diversi servizi aziendali, il manager viene promosso al ruolo di Responsabile di Quality Assurance. Le aziende nazionali, al contrario privilegiano la specializzazione e tendono a mantenere nella stessa posizione il neo-assunto facendolo crescere professionalmente in una specialità aziendale e la progressione in carriera è data dalla disponibilità della posizione superiore. Il percorso universitario ideale prevede una laurea triennale in: classe 12 Scienze biologiche, classe 21 Scienze e tecnologie chimiche, classe 24 Scienze e tecnologie farmaceutiche; per poi eventualmente proseguire con una laurea specialistica in: classe 6/S Biologia, classe 14/S Farmacia e farmacia industriale, ad indirizzo chimica e tecnologie farmaceutiche, classe 62/S Scienze chimiche, classe 81/S Scienze e tecnologie della chimica industriale. Definizione Il Gestore di impianti è la figura professionale che all interno di una industria chimica assicura il livello di efficienza e la disponibilità degli impianti necessari per consentire il raggiungimento degli obiettivi in termini di volume produttivo, di costo di produzione, di livello qualitativo, di sicurezza del lavoro e di protezione ambientale. 20 Il gestore di impianti Compiti e principali attività Il Gestore di impianti opera alle dirette dipendenze del Responsabile in Turno, al quale riferisce per ogni situazione e dal quale prende disposizioni per ogni operazione che sia diversa dagli standard del processo. Le aree di lavoro presidiate dal gestore di impianti sono: sala produzione e impianto esterno, parco serbatoi materie prime, prodotti finiti, ricevimento merci, spedizione prodotti, energie, impianti, ecologia (aria, acqua, rifiuti). In relazione alle specificità del ciclo di lavoro le attività e i compiti principali del gestore di impianti riguardano: presidio dell andamento delle fasi di produzione; preparazione delle cariche, effettuazione delle aggiunte e trasferimenti di materie prime e prodotti; analisi diretta o tramite il laboratorio, per le diverse fasi del ciclo, dei parametri del prodotto in lavorazione; gestione degli impianti ausiliari quali la raccolta e il trattamento acque, caldaia, postcombustore, ecc.; gestione appropriata dei rifiuti; diagnosi e riparazione guasti e anomalie di funzionamento dell impianto; assistenza ai meccanici e controllo del personale esterno di manutenzione. Competenze Per lo svolgimento del proprio lavoro il Gestore di impianti deve possedere conoscenze e competenze nei seguenti ambiti: impianto, prodotti, materie prime, processo, cicli; problematiche e metodiche di controllo qualità; normative in materia di sicurezza e di protezione ambientale; elementi di chimica e di meccanica; sistemi di regolazione; linguaggi informatici; norme e procedure di sicurezza per la gestione degli impianti; capacità gestionali e relazionali. In questo ambito professionale perdono di importanza le capacità manuali a vantaggio di caratteristiche e attitudini quali: attenzione, memoria, concentrazione e precisione. Situazione di lavoro Il Gestore di impianti nell espletare le sue funzioni ha un grado di autonomia decisionale elevato sia pure nell ambito di un codice operativo di riferimento. Normalmente il conduttore si relaziona al capo turno che ha la responsabilità impiantistica e operativa del turno. Il contenuto del lavoro e il grado di specializzazione variano in considerazione della complessità dell impianto da tenere sotto controllo. Il lavoro in sala quadri viene valutato sulla base delle capacità di intervento tempestivo dell operatore che deve essere in grado di prevenire eventuali irregolarità di funzionamento. Negli impianti complessi il Gestore è responsabile di più unità organizzative complesse garantendo, in attuazione delle politiche aziendali e coordinando l attività dei capo reparto, i livelli produttivi-qualitativi richiesti, con riferimento anche alle norme di buona fabbricazione, ottimizzando rese e risorse. Il Gestore partecipa alla definizione dei parametri di efficienza della propria attività attivando successivamente i meccanismi di controllo. Inoltre assicura l applicazione delle norme e delle procedure interne e di quelle dettate dai dispositivi legislativi. Persegue, infine, il miglioramento e l ottimizzazione del processo produttivo coordinando l attività di modifica degli impianti, nonché la programmazione dell attività di manutenzione. Il percorso professionale di un conduttore di impianti, in genere, va verso il profilo del Capo turno impianto. Percorsi formativi Il titolo di studio richiesto al conduttore di impianti è prevalentemente quello di perito chimico, seguito da quello di perito elettronico o perito industriale. Normalmente le aziende chimiche organizzano per i neo-assunti dei corsi di formazione per consentire un rapido inserimento in azienda. Il tecnico di laboratorio chimico Definizione Il Tecnico di laboratorio chimico è un operatore di laboratorio di livello intermedio, in grado di effettuare correttamente sintesi ed analisi di campioni di ogni tipo, dall acqua, aria, terra o scarichi industriali, a prodotti alimentari, cosmetici e farmaceutici al fine di determinarne, tramite parametri chimici e fisici, la presenza di sostanze inquinanti o nocive. 21
12 Compiti e principali attività La professione di Tecnico di laboratorio chimico può essere svolta in differenti ambiti e può comportare mansioni differenti. Deve essere in grado di eseguire autonomamente e con competenza le attività inerenti all analisi di materie prime, semilavorati e prodotti finiti delle chimica, analisi chimiche e misurazioni fisiche nonché realizzare sintesi su scala di laboratorio, documentandone i relativi risultati. Competenze Per lo svolgimento del proprio lavoro il Tecnico di laboratorio chimico deve possedere conoscenze e specifiche riguardanti: le metodiche delle tecniche analitiche e di laboratorio; le metodiche per la raccolta e l analisi dei dati; i sistemi informatici per la gestione e la elaborazione dati; le strumentazioni scientifiche per indagini analitiche e strutturali. Situazione di lavoro Il Tecnico di laboratorio chimico può lavorare presso laboratori di controllo ambientale o di analisi chimicocliniche. Il tecnico di laboratorio chimico può anche essere occupato presso laboratori di analisi con compiti di controllo nei settori chimico, merceologico, biochimico, microbiologico, farmaceutico, cosmetico, ecologico e dell igiene ambientale, oppure presso industrie chimiche e biotecnologiche con compiti di cooperazione alla conduzione e al controllo. La professione paramedica di tecnico di laboratorio chimico-clinico consiste sostanzialmente in analisi su campioni biologici (sangue, urine, tessuti, ecc.). Percorsi formativi Sebbene sia possibile accedere alla professione di Tecnico di laboratorio chimico con un diploma di maturità in istituti tecnico-scientifici, è comunque preferibile acquisire una maggior preparazione con un corso di laurea triennale in: classe 20 Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali, classe 21 Scienze e tecnologie chimiche, classe 24 Scienze e tecnologie farmaceutiche. Alcuni settori della Chimica 1. Chimica di base Il settore I prodotti della chimica di base sono i costituenti fondamentali di quasi tutti gli altri prodotti chimici. In altre parole il settore ha quali clienti tutti i settori della chimica a valle. All interno della chimica di base si distinguono tre grandi gruppi merceologici: la chimica organica, i cui impianti stanno immediatamente a valle della raffineria e le cui produzioni comprendono i principali building blocks della petrolchimica, vale a dire olefine e aromatici; la chimica inorganica, i cui prodotti più importanti sono il cloro-soda e l acido solforico; i tensioattivi e le materie prime per la detergenza. Le imprese La gran parte dei prodotti della chimica di base sono commodities ossia prodotti indifferenziati (cioè del tutto simili tra i diversi produttori), a specifica (cioè completamente caratterizzati ad una formula chimica), venduti in grandissime quantità. Conseguentemente il fattore di successo principale per le imprese del settore risiede nella capacità di ridurre al minimo i costi di produzione e di offrire il prodotto ad un prezzo altamente concorrenziale. Questo risultato si consegue, tra l altro, sfruttando le economie di scala derivanti dalle dimensioni d impianto. In questa logica negli ultimi vent anni l industria della chimica di base italiana ha subito, analogamente a quella degli altri Paesi europei, una profonda trasformazione che ha ridotto il numero delle imprese a pochi grandissimi produttori che detengono importanti quote di mercato e dispongono di tecnologie d avanguardia. Le opportunità di lavoro Nel settore della chimica di base sono centrali la gestione degli impianti e della produzione. In queste aree esistono sbocchi lavorativi interessanti per i laureati sia in Chimica (soprattutto Chimica industriale) sia in Ingegneria Chimica. I laureati in Chimica e Chimica industriale possono inoltre trovare impiego nei laboratori di ricerca e sviluppo applicativo, anche se il numero di assunzioni è assai meno significativo. Data la grandezza e la complessità degli impianti, il settore attribuisce una notevole importanza ai temi della sicurezza e del rispetto ambientale. Ciò si tramuta in ulteriori opportunità di lavoro per i laureati in Chimica e Chimica industriale. Per saperne di più: (Assobase è l associazione delle imprese della chimica di base che rappresenta 48 imprese, prevalentemente multinazionali, operanti in Italia). 2. Materie plastiche Il settore Il settore delle imprese produttrici di materie plastiche è uno dei settori più importanti dell industria chimica e si colloca all inizio della filiera della plastica; il settore cliente è quindi quello delle aziende che trasformano le materie plastiche. All interno delle materie plastiche si trovano: 22 23
13 resine e sistemi termoplastici, formati col calore ma non modificati nella struttura e quindi tali da poter essere rimodellati usando il calore; resine e sistemi termoindurenti, formati col calore che ne modifica irreversibilmente la struttura chimica impedendo che siano rimodellati; materiali avanzati; compounds (composti) e ausiliari per materie plastiche. Le imprese In questo settore troviamo imprese multinazionali, grandi industrie nazionali e imprese di dimensioni più ridotte produttrici di resine. Per queste imprese, poiché i loro prodotti sono largamente indifferenziati, è fondamentale ridurre i costi unitari mediante l impiego di grandi impianti caratterizzati da forti economie di scala. Negli ultimi vent anni si è assistito a livello europeo ad una forte concentrazione industriale con riduzione del numero di operatori, che si sono ingranditi e specializzati. Attualmente non esistono più imprese con un ampia varietà di prodotti, ma ciascuna impresa ha preferito specializzarsi su un particolare tipo di resina per poi competere su scala mondiale. Le opportunità di lavoro I laureati in discipline chimiche hanno le maggiori possibilità di impiego nella gestione degli impianti e nella produzione. D altro canto esistono opportunità per i laureati chimici nelle aree di ricerca e sviluppo (anche se presentano un numero di addetti ridotto). Un ulteriore ambito è quello dei servizi applicativi: le imprese del settore forniscono alla clientela un servizio di assistenza per la messa a punto dei materiali sulla base delle specifiche esigenze applicative; queste mansioni, è evidente, necessitano di profonde competenze chimiche. Per saperne di più: (PlasticsEurpe Italia è l associazione nazionale delle imprese produttrici di materie plastiche). 3. Chimica fine e specialità Il settore Settore molto articolato, uno dei più importanti dell industria chimica italiana con un fatturato (2003) di circa 4,7 miliardi di euro, comprende la produzione di: intermedi, principi attivi, catalizzatori e prodotti di chimica fine; additivi e ausiliari per l industria tessile, cartaria, conciaria e per il trattamento delle acque; additivi e ausiliari per materie plastiche, elastomeri, coating; materie prime per l industria cosmetica e additivi per l industria cosmetica e farmaceutica; additivi e ausiliari per la detergenza, per la polimerizzazione e tensioattivi. Settore molto attivo per l alto livello di specializzazione delle imprese, la chimica fine e delle specialità italiana rappresenta l asse più importante del made in Italy, fornendo innovative soluzioni tecnologiche e applicative alle aziende produttrici di manufatti. Le imprese Il settore è caratterizzato dalla presenza di imprese multinazionali e nazionali di media/grande dimensione ma sono presenti anche realtà di piccole dimensioni. Esiste un forte legame tra le imprese e i loro mercati di sbocco più importanti. Con l andar del tempo si sono formate vere e proprie aree industriali ad alta caratterizzazione, all interno delle quali operano aziende attive in ogni segmento della filiera: pensiamo ad esempio alle molte imprese fornitrici di additivi e ausiliari per l industria conciaria presenti nei tre distretti italiani del cuoio di Arzignano (VI), S. Croce (PI) e Solfora (AV). 24 Le opportunità di lavoro Il settore conta più di 50 mila addetti, con un alta percentuale di diplomati (solo il 19% del totale sono laureati e di questi il 60% laureati chimici). Possibilità di impiego si trovano innanzitutto nelle attività di ricerca e innovazione e in tale ambito è fondamentale che i giovani chimici sappiano orientare le proprie capacità di fare ricerca alla finalità applicativa. Data la complessità degli impianti e il prevalere di attività di sintesi, i chimici hanno una rilevanza decisiva anche nell area della produzione (con particolare attenzione al processo più che al prodotto). Ma c è spazio per i chimici anche nel marketing e nelle vendite: l importanza attribuita al servizio al cliente e alla capacità di ascoltare e soddisfare le sue esigenze rendono necessaria, anche in queste aree, di personale dotato di competenze tecniche e scientifiche. Per saperne di più: (Aispec è l associazione nazionale delle imprese di chimica fine e settori specialistici). 4. Principi attivi e intermedi per l industria farmaceutica Il settore I prodotti di questo settore dell industria chimica sono i costituenti principali delle formulazioni farmaceutiche per uso umano o animale e devono quindi rispondere a livelli di qualità e affidabilità tra i più alti nell industria chimica. Nel settore dei principi attivi farmaceutici l Italia ancor oggi mantiene una posizione di leadership a livello mondiale: un giro di affari (2003) di 3 miliardi di euro, con l 85% della produzione esportata in più di 90 Paesi. Le imprese Le imprese di questo settore sono in genere di medie dimensioni, con un numero di addetti variabile da meno di 100 ad alcune centinaia per le aziende più significative. Alcune fanno parte di grandi multinazionali e altre di realtà farmaceutiche prevalentemente nazionali ma non mancano imprese indipendenti. Il mercato di riferimento è quello mondiale e il livello di competizione è quindi molto elevato, data anche la presenza di realtà emergenti (in particolare India e Cina) che adottano strategie aggressive e beneficiano dell abbondanza di manodopera altamente qualificata e a basso costo. Gli impianti tipici per la produzione di principi attivi farmaceutici sono polivalenti, ossia utilizzabili per la produzione di sostanze diverse, operanti quasi sempre su turno di 24 ore, 5 giorni su 7 (quando non addirittura 7 su 7!). Geograficamente, gli impianti sono localizzati prevalentemente nell Italia settentrionale (in particolare in Lombardia). Le opportunità di lavoro Il settore occupa circa 14 mila addetti, con un alta percentuale di diplomati (circa il 40%; i laureati rappresentano mediamente il 15-20% degli addetti). Possibilità di impiego si trovano in tutte le aree aziendali; per i laureati chimici c è particolare spazio nell area di Ricerca & Sviluppo, dove l attenzione si rivolge principalmente all individuazione della modalità ottimale di sintetizzare una certa molecola chimica e ciò richiede competenze scientifiche e tecnologiche di alto livello. I chimici sono intensamente impiegati anche nella produzione perché è necessaria manodopera qualificata per gestire sofisticati impianti multiuso. Il fortissimo orientamento all export, in particolare verso il mercato americano, rende indispensabile la conoscenza dell inglese. Per saperne di più: (Aschimfarma è l associazione nazionale delle produttori di principi e attivi per l industria farmaceutica). 25
14 5. Adesivi e sigillanti, inchiostri da stampa, pitture e vernici Il settore Questo settore rappresenta un comparto significativo dell industria chimica, sia in termini di presenza di imprese (circa 1200 con un fatturato pari a 3,5 miliardi di euro) sia con riferimento alle quantità prodotte. I principali campi di applicazione di questi prodotti sono rappresentati da edilizia, industria dei mezzi di trasporto, filiera del legno (mobili, serramenti), industria cartaria e cartotecnica, industria metalmeccanica e dei manufatti in plastica, industria grafica, rivendita diretta (fai da te, hobbistica). Le imprese Il settore è caratterizzato da una forte frammentazione produttiva, data la presenza di numerossime imprese di dimensione medio-piccola; imprese multinazionali e alcune imprese nazionali di maggior dimensione completano il quadro imprenditoriale del settore. Le caratteristiche tecnologiche delle imprese sono del tutto assimilabili a quelle proprie dell impresa italiana media: flessibilità, innovazione, adattabilità, attenzione ai processi produttivi e alle esigenze del cliente. Negli ultimi anni le imprese del settore, in particolare quelle del comparto vernici, hanno sperimentato una significativa crescita delle esportazioni e un saldo attivo negli scambi con l estero. Le opportunità di lavoro Il settore presenta possibilità di impiego, per i chimici, nell area del controllo materie prime e prodotti finiti, in quella della formulazione (laboratorio) e nell ambito della gestione degli impianti di produzione. Anche nei servizi post-vendita e nell attività di assistenza clienti vi sono buone possibilità di occupazione. Da non sottovalutare poi l enorme bacino rappresentato dalle imprese utilizzatrici di adesivi, inchiostri e vernici, ove in molti casi è richiesta una competenza specifica nelle funzioni di acquisto di tali prodotti, destinati ad essere impiegati nei cicli di produzione dei diversi manufatti. Per saperne di più: avisa@federchimica.it (AVISA è l associazione nazionale delle produttori di adesivi e sigillanti, inchiostri da stampa, pitture e vernici). 6. Prodotti per la casa Il settore Nell ambito dei prodotti per la casa si distinguono 2 grandi categorie: da un lato saponi e detergenti e dall altro i prodotti per la manutenzione della casa e i biocidi (disinfettanti ambientali e insetticidi). Il fatturato complessivo di saponi e detergenti supera i 2 miliardi di euro e il nostro Paese è uno dei maggiori produttori e consumatori di saponi da bucato della UE. Per quel che riguarda la manutenzione della casa (fatturato intorno al miliardo di euro) le aziende producono e commercializzano prodotti per la pulizia delle superfici, lucidanti per pavimenti e deodoranti mentre il comparto biocidi comprende disinfettanti ambientali e insetticidi, prodotti che assumono un ruolo sempre più importante per l igiene e la tutela della salute. Le imprese Il settore è caratterizzato dalla presenza di imprese multinazionali, note al grande pubblico e numerose piccole e medie imprese italiane. Le 6 maggiori multinaziona- 26 li, presenti in Italia anche con impianti produttivi, coprono circa il 60% della produzione totale. Per quanto riguarda i prodotti di largo consumo, il mercato di riferimento è quello europeo e il settore presenta un importante attivo del saldo commerciale che rivela la competitività delle produzioni italiane. Non è raro il caso in cui prodotti concepiti in Italia per il mercato locale molto esigente e caratterizzato da una varietà di prodotti vengano poi introdotti con successo anche sui mercati esteri. Geograficamente gli impianti sono dislocati nell Italia centro-settentrionale e nello stesso impianto sono spesso concentrate diverse tipologie di prodotti, alcuni dei quali registrati come Presidi Medico-Chirurgici. Le opportunità di lavoro Su un totale che supera le 13 mila unità, i laureati rappresentano circa il 15% e i diplomati il 35%. Rispetto ad altri settori del comparto chimico, l incidenza di laureati in Chimica risulta inferiore. Questi ultimi possono comunque trovare impiego soprattutto nei laboratori e lavorano alla costante ricerca di nuovi formulati ma hanno buone opportunità anche nelle aree del controllo qualità e del controllo di impatto ambientale. Gli ingegneri chimici invece operano prevalentemente negli impianti di produzione; dopo aver individuato nuove formulazioni è infatti necessario progettare gli impianti in maniera ottimale. Per saperne di più: (Assocasa è l associazione dei produttori di beni per la pulizia e l igiene della casa). 7. Cosmetici Il settore Questo settore fa parte della cosiddetta chimica per il consumo, ossia offre prodotti destinati direttamente al consumatore finale. Questo aspetto è molto importante in quanto comporta logiche competitive in parte diverse da quelle proprie dei settori della chimica di base e della chimica fine che hanno come clienti altri settori industriali. Il mercato italiano rappresenta il terzo mercato in Europa e le imprese italiane soddisfano ben l 80% della domanda interna (con un fatturato complessivo nel 2003 di oltre 7,1 miliardi di euro). Sul fronte delle esportazioni, la produzione italiana ha saputo competere grazie anche alla capacità di diversificazione del prodotto e al livello di servizio, affermando quelle qualità che fanno del prodotto made in Italy un plus per i consumatori. Le imprese In questo comparto vediamo la presenza di unità produttive delle grandi multinazionali del settore ma anche di un elevato numero di piccole e medie imprese italiane; tuttavia le imprese di grandi dimensioni concentrano complessivamente più del 50% della produzione. All interno del settore, operano sia imprese produttrici che imprese esclusivamente dedicate alla distribuzione dei cosmetici; ad eccezione delle multinazionali ogni azienda possiede un unica unità produttiva. Le imprese si trovano prevalentemente nell Italia centro-settentrionale, con alte concentrazioni in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. 27
15 Le opportunità di lavoro Il settore occupa circa 35 mila addetti ma considerando anche l indotto si superano i 100 mila. Si tratta di uno dei settori chimici che stanno assumendo di più. È consigliabile la realizzazione di uno stage aziendale di durata superiore ai tre mesi, che viene valutato assai positivamente dalle imprese. Questa esperienza infatti ha una forte valenza formativa perché permette di cogliere le specificità del settore e fa crescere la sensibilità verso i reali bisogni delle aziende. Per alcune figure professionali alte, soprattutto all interno della direzione tecnica e nell area ricerca & sviluppo, è sempre più apprezzato il conseguimento di un master in cosmetologia. Per saperne di più: (Unipro è l associazione italiana delle industrie cosmetiche con quasi 500 associati operanti sia nella produzione che nella distribuzione). 8. Biotecnologie Il settore Le biotecnologie identificano l applicazione di metodi derivati dalla conoscenza delle scienze biologiche all ottenimento di beni e servizi: beni ottenuti mediante l impiego di nuovi organismi (microrganismi, piante, animali) e/o loro prodotti (p.e. enzimi o ormoni) attraverso l applicazione mirata di tecniche di modificazione genetica; servizi (p.e. diagnostica, terapia, prevenzione, trapianto). Il settore biotech, emerso in Italia negli ultimi anni e costituito da imprese specializzate, mostra ritmi di crescita considerevoli ed è in costante espansione. Le imprese All interno del settore le imprese biotecnologiche specializzate si dividono in due categorie: imprese biofarmaceutiche e imprese di ricerca. Le imprese biofarmaceutiche sono orientate alla R&S di nuovi prodotti fino alla fase clinica. Spesso nate come diramazioni dell industria farmaceutica, nascono già grandi in termini di portafoglio brevetti e prodotti in sviluppo e hanno un numero medio di addetti che oscilla tra 40 e 100. Le imprese di ricerca sono invece orientate allo sviluppo di piattaforme tecnologiche e di servizi altamente specializzati, prevalentemente diretti alle imprese biofarmaceutiche. Spesso di nuova fondazione, presentano un numero di addetti variabile tra le poche unità e Queste imprese altamente specializzate sono particolarmente concentrate in Lombardia e ciò consente una rete di collaborazioni che le rendono competitive sul mercato. Le opportunità di lavoro Proprio per l alta specializzazione del settore i laureati rappresentano il 50% del totale del personale impiegato (i diplomati sono circa il 25%). Oltre alla laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche sono importanti le specializzazioni post-universitarie, in particolare legate alla ricerca post-genomica e alla Bioinformatica. È evidente come, trattandosi di un settore che produce R&S e Innovazione, è presente un elevatissimo tasso di formazione professionale del personale. Per saperne di più: (Assobiotec è l associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie cui aderiscono le imprese che si occupano di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti e servizi ottenuti con l impiego delle biotecnologie). 28 Lavorare nella Chimica Un occupazione di qualità... L industria chimica in Italia impiega complessivamente includendo anche il settore farmaceutico circa addetti (dati 2004, fonte Federchimica). Il contesto mutevole e competitivo in cui operano le aziende richiede responsabilità e autonomia decisionale nelle diverse aree funzionali; tende ad aumentare, di conseguenza, il peso di direttivi e quadri. Cambiamenti nella struttura dell occupazione chimica in Italia (%) Direttivi e quadri 23,2 27,6 Impiegati 31,8 29,2 Operai 45,0 43,2 (Nota: chimica e farmaceutica. Fonte: Federchimica) Come abbiamo avuto modo di segnalare nelle pagine precedenti, sono propri dell industria chimica importanti investimenti di risorse (umane e finanziarie) nell attività di ricerca. Da ciò deriva che, rispetto agli altri settori industriali, la chimica si caratterizza per la qualità elevata della propria forza lavoro. Lo dimostra la presenza quattro volte maggiore di laureati sul totale degli occupati (19,3% per la chimica a fronte del 4,2% per l industri in generale) e le assunzioni sempre più orientate ai laureati, al fine di innalzare il patrimonio di conoscenze aziendali. L incidenza dei laureati al 60% di formazione scientifica sulle assunzioni (24,4%) è infatti superiore a quella sul totale degli addetti (19,3%). Inoltre le imprese chimiche, anche le più piccole, contribuiscono alla formazione e alla crescita professionale dei propri addetti: quelle che organizzano corsi di formazione e i dipendenti che vi partecipano sono circa il doppio rispetto alla media dell industria e più della metà delle imprese chimiche mostra impegno e attenzione verso i giovani accogliendoli in stage (oltre 2300 attivati nel 2004).... richiede una formazione di qualità Come abbiamo già detto, l industria chimica si basa sulla scienza, sulla ricerca e sull innovazione e, di conseguenza, ha bisogno di giovani chimici ben formati. Rispetto agli altri Paesi avanzati, in Italia i giovani delle scuole medie inferiori e superiori mostrano un minore interesse e quindi una minore predisposizione per le materie scientifiche in genere; la chimica, poi, risulta la materia in assoluto meno amata dagli studenti italiani. Questa scarsa cultura scientifica presente nel nostro Paese ha contribuito al calo significativo delle immatricolazioni nella seconda metà degli anni 90 per le lauree di area chimica (anche se, a partire dal 2001, si segnala una timida ripresa). A ciò si aggiungono significativi squilibri nella distribuzione geografica di offerta di laureati chimici e domanda dell industria chimica e questo crea ulteriori problemi quando i laureati presentano una scarsa disposizione alla mobilità sul territorio. 29
16 Distribuzione geografica dell offerta di laureati chimici e dell occupazione nell industria chimica (%) Laureati chimici Occupazione chimica Nord 46,8 69,2 di cui Nord Ovest 24,7 50,2 Centro 23,2 20,5 Sud e Isole 30,0 10,3 di cui Campania 14,7 2,7 (Nota: laureati in chimica, chimica industriale e ingegneria chimica. Fonte: Miur, Istat) Le imprese chimiche in genere sono orientate ad assumere laureati quinquennali, anche se esiste un 26% delle aziende (soprattutto le più piccole) che preferiscono scegliere laureati triennali. Il giudizio delle imprese rispetto alla formazione universitaria è positivo per quel che concerne la cultura di base acquisita, mentre sono considerate insufficienti le conoscenze specialistiche connesse alle aree aziendali. In questo senso periodi di stage in azienda durante il periodo di studi universitari possono davvero fare la differenza al momento dell assunzione. In ogni caso le opportunità professionali per una laurea in ambito chimico sono migliori che per altri corsi di studi: a tre anni dalla laurea solo il 6% dei laureati chimici è ancora in cerca di un occupazione, contro una media del 10%. Una laurea di area chimica offre poi opportunità di impiego anche al di fuori delle aziende chimiche propriamente dette, ad esempio nei settori utilizzatori di chimica, nei servizi (gestione ambientale e degli impianti) e nel settore pubblico (Università, scuole, ASL, ARPA). 30 Indice Presentazione Alberto Meomartini - Presidente Città dei Mestieri di Milano e della Lombardia 2 Luigi Vimercati - Assessore al Lavoro, Attività economiche e Innovazione - Provincia di Milano 3 Introduzione Non solo petrolchimica 5 Chimica vuol dire ricerca e innovazione 6 Dal petrolio non solo carburante ma anche... magliette! 6 Il percorso formativo ideale Classi delle lauree di primo livello in ambito chimico 7 Classi delle lauree specialistiche in ambito chimico 8 Corsi post-laurea 8 OFFERTA FORMATIVA A MILANO E LOMBARDIA Corsi universitari 9 Master, corsi di specializzazione e perfezionamento 10 Gli scenari della Chimica Nel mondo 11 In Europa 11 In Italia 12 Dove cercare (e trovare) lavoro come chimico 12 Tutela ambientale e sviluppo sostenibile: nuove frontiere per la Chimica 13 Per riassumere 14 Principali profili professionali Il chimico 15 Il tecnico di laboratorio di ricerca 17 Il responsabile di Quality Assurance 18 Il gestore di impianti 20 Il tecnico di laboratorio chimico 21 Alcuni settori della Chimica 1. Chimica di base Materie plastiche Chimica fine e specialità Principi attivi e intermedi per l industria farmaceutica Adesivi e sigillanti, inchiostri da stampa, pitture e vernici Prodotti per la casa Cosmetici Biotecnologie 28 Lavorare nella Chimica Un occupazione di qualità richiede una formazione di qualità 29 31
17 Si ringrazia Federchimica che ha fornito materiali e consulenza per la redazione del quaderno. Prima edizione: ottobre Città dei Mestieri di Milano e della Lombardia Tutti i diritti riservati Finito di stampare nell ottobre 2006 dal Consorzio Artigiano «L.V.G.» - Azzate (Varese) 32
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