Antisemitismo e letteratura in Inghilterra

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1 Antisemitismo e letteratura in Inghilterra CULTURA, CIVILTÀ E RELIGIOSITÀ ipertesto L accusa di omicidio rituale Gli ebrei arrivarono in inghilterra nell xi secolo, chiamati dagli invasori normanni, che si sforzavano di potenziare l economia del paese; a tal fine, c era bisogno di abili finanzieri, dotati di capitali e disposti a prestarli a chi volesse investirli in migliorie agricole, in massicce azioni di dissodamento oppure in attività connesse alla produzione, la lavorazione e l esportazione della lana. A quel tempo, il prestito a interesse era ancora vietato ai cristiani e sprezzantemente denominato usura, a prescindere dal tasso applicato; molti mercanti italiani ignoravano il divieto ecclesiastico e associavano frequentemente l attività creditizia a quella commerciale. I re d Inghilterra, tuttavia, come altri principi sul continente, preferirono affidarsi prevalentemente a finanzieri ebrei, cui la Chiesa consentiva di svolgere il mestiere di usurai: infatti, a giudizio delle autorità religiose cristiane, per il fatto di non accettare Cristo gli israeliti erano già condannati all inferno; se a quel primo e fondamentale peccato avessero aggiunto anche quello del prestare a usura, la loro posizione ultraterrena non sarebbe mutata di molto. Nel xii secolo, gli ebrei acquisirono un ruolo determinante e decisivo nella vita economica inglese; ben presto, però, la loro potenza suscitò invidie e rancori, che si manifestarono in occasione dell entusiasmo suscitato dalla seconda crociata, bandita nel 1145, dopo che Quentin Metsys, Gli usurai. La Chiesa cattolica permetteva agli ebrei di svolgere ilmestiere di usurai. IPERTESTO B 1 Antisemitismo e letteratura in Inghilterra

2 ipertesto UNITÀ V 2 L ETÀ DI CALVINO E FILIPPO II Riferimento 1 storiografico pag. 9 i musulmani avevano espresso i primi segnali di volontà di riscossa e mostrato di voler cacciare i cristiani dai territori conquistati durante la prima crociata ( ). in questa occasione, la violenza aveva investito soprattutto gli ebrei delle città tedesche situate nella valle del reno. Attacchi e aggressioni alle comunità israelite si registrarono, però, anche in Francia e in inghilterra, determinati dal nuovo clima di fanatismo crociato e odio antiebraico. in inghilterra, nello specifico, nacque una nuova accusa antisemita, sconosciuta in passato in contesto cristiano e destinata a mantenersi viva fino al xx secolo. La nuova calunnia è di solito denominata accusa del sangue o accusa di omicidio rituale. La sua origine risale al 1144, quando, nel bosco di Norwich, fu scoperto il cadavere di un ragazzo e gli ebrei furono accusati di averlo assassinato. Qualche anno più tardi, il monaco omas di Monmouth rese l accusa ancora più grave e infamante, affermando che non si trattava di un episodio isolato: a suo giudizio, ogni anno, un gruppo di rabbini si radunava per decidere in quale paese uccidere un cristiano, e procedeva poi a compiere l efferato delitto. tale assassinio era una sorta di ripetizione dell uccisione di Cristo: per questo, poiché la vittima ideale era un cristiano puro e innocente, di preferenza si sceglieva un bambino. Nel giro di qualche decennio, l accusa sorta in inghilterra varcò la Manica e giunse sul continente, arricchendosi di nuovi elementi. infatti, all inizio del xiii secolo si sparse la voce secondo la quale il sangue del cristiano assassinato sarebbe un ingrediente essenziale del pane azzimo, consumato dagli ebrei durante la cena pasquale. La Bibbia, tuttavia, proibisce esplicitamente agli israeliti non solo l omicidio, ma anche l assunzione di qualsiasi tipo di sangue, persino di quello degli animali utilizzabili per fini alimentare. L evidenza della menzogna, in questo caso, fu talmente palese, da spingere le autorità cristiane a smentire pubblicamente l odiosa accusa, che trasformava gli ebrei in criminali al limite del cannibale, disposti a compiere delitti orrendi, che li avrebbero automaticamente esclusi dal consorzio umano e giustificato il loro sterminio (di lì a qualche tempo, infatti, sarebbero stati stritolati da un meccanismo simile prima i templari, all inizio del xiv secolo, e poi le donne accusate di essere streghe). il primo a muoversi fu l imperatore Federico II, che dopo un accurata indagine tesa a scoprire la verità pubblicò nel 1236 una bolla nella quale si dichiarava falsa la calunnia relativa all omicidio rituale. più tardi, nel 1247, prese posizione ufficiale anche papa innocenzo iv; in un solenne documento sulla questione, ribadiva che le leggi degli ebrei vietavano di far uso di sangue e prescrivevano di non uccidere. e invece, lamentava il pontefice, «dovunque si trovi un cadavere, l omicidio viene imputato con malvagità agli ebrei. vengono perseguitati con il pretesto di simili favole e di altre ancora. e, in contrasto con i privilegi accordati loro dalla santa sede Apostolica, è loro negato un regolare processo e giudizio. in spregio a tutte le norme di giustizia, gli ebrei vengono spogliati dei loro averi, affamati, imprigionati e torturati, tanto che la loro sorte è forse peggiore di quella toccata ai loro padri in egitto». Letteratura e teatro veicoli di antisemitismo Malgrado queste solenni prese di posizione, il fenomeno dell imputazione di omicidio rituale non cessò; anzi, le accuse e i processi si moltiplicarono col tempo. Nel 1475, quando fu trovato ucciso, a trento, un bambino di nome simone, numerosi ebrei furono accusati di averlo assassinato, vennero torturati e infine giustiziati. Nel 1582, simone da trento fu beatificato, a seguito delle pressioni popolari. in genere, erano i predicatori itineranti a insistere su questo tema, ignorando le bolle e i pronunciamenti ufficiali delle autorità; allo stesso modo, in occasione del venerdì santo, le omelie e le sacre rappresentazioni diffondevano un immagine stereotipata dell ebreo, dipinto come un essere sadico e demoniaco. Nel 1290, gli ebrei furono espulsi dall Inghilterra. A partire da quella data, è del tutto assurdo e impossibile individuare una qualsiasi motivazione di tipo economico nell odio che la cultura inglese, a tutti i livelli, manifesta nei confronti degli israeliti. in questo caso limite un antisemitismo virulento, in un contesto affatto privo di ebrei è chiaro che il ruolo decisivo dev essere attribuito alla religione e ai pregiudizi che essa aveva con-

3 tribuito a diffondere e a consolidare. A livello letterario, il testo più celebre è senza dubbio il Racconto della priora, che si incontra nei Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer. L autore scrisse l opera a partire dal 1387; la novella in questione, invece, si ispira al caso di Ugo da Lincoln, un bambino trovato morto nel secondo la monaca che nella finzione di Chaucer narra la vicenda, in «una grande città dell Asia» gli ebrei uccisero un bambino che era solito attraversare il loro quartiere cantando un inno a Maria vergine. i termini usati sono sempre forti e durissimi: a giudizio della priora, l idea dell omicidio fu instillata nella mente degli israeliti dal «nostro primo nemico, quel serpente di satana, che ha deposto un vespaio nel cuore dei giudei». tuttavia, il delitto di quelli che sono sprezzantemente chiamati «razza maledetta di nuovi erodi» non restò segreto, in virtù di un grande miracolo compiuto dalla Madonna: sebbene avesse la gola tagliata, e sebbene il suo cadavere fosse stato gettato in un pozzo («anzi, in una latrina vi dico che lo gettarono quegli ebrei, proprio dove loro andavano a svuotarsi le interiora!»), il bimbo riprese a cantare, fino a quando non fu scoperto dalle autorità, che seppellirono in modo solenne il piccolo martire e condannarono a morire «fra il tormento e il disonore» i suoi assassini. A livello teatrale, un messaggio simile era trasmesso agli inglesi dai quadri della Passione, capaci di raggiungere anche la grande massa degli analfabeti, in quanto erano messi in scena il venerdì santo, sui sagrati delle chiese. ignorando o minimizzando il ruolo di ponzio pilato e dei romani, in queste sacre rappresentazioni gli ebrei erano sistematicamente presentati come gli unici responsabili della morte di Cristo. inoltre, erano israeliti coloro che materialmente inchiodavano Gesù sul patibolo e innalzavano la croce: personaggi sadici e crudeli, in queste loro attività si sforzavano di far patire al crocefisso tutte le sofferenze possibili, dichiaravano di essere perfettamente consapevoli della gravità del peccato di cui si macchiavano e comportandosi da veri e propri demoni rifiutavano sdegnosamente il perdono divino. Molti dei testi che ci sono pervenuti sono del Quattrocento e per molti aspetti vanno considerati come i precursori della grande rivoluzione teatrale che si sviluppò a Londra nel secolo seguente, al tempo di elisabetta i ( ). Quanto ai temi e ai contenuti, va ricordato che essi furono ancora rappresentati per molto tempo, almeno fino alla metà del secolo, cioè fino al momento in cui l inghilterra non aderì in modo completo e irreversibile alla riforma. il pubblico dell età elisabettiana, dunque, era perfettamente preparato e psicologicamente disponibile ad assistere a un opera teatrale in cui gli ebrei fossero descritti come dei sadici e perversi criminali; e questo anche se da tre secoli in inghilterra non c erano più ebrei. Una rappresentazione teatrale in una stampa inglese del xvii secolo. ipertesto IPERTESTO B 3 Antisemitismo e letteratura in Inghilterra

4 ipertesto La Passione di Cristo DOCUMENTI Il testo seguente proviene da un opera intitolata La Crocifissione, che a sua volta fa parte del cosiddetto Ciclo di Wakefield, comprendente 32 copioni teatrali, denominati plays. L opera è databile al 1425 circa e mostra il ruolo che il teatro sacro svolse in Inghilterra come veicolo di diffusione dell antisemitismo a livello popolare. GESÙ: [ ] Padre, che siedi in trono, perdona loro questa colpa. Questa grazia ti chiedo ché non sanno quel che si fanno, né colui che hanno ucciso. PRIMO TORTURATORE: Oh, sì, sappiamo bene quel che facciamo. SECONDO TORTURATORE: Sì, se ne accorgerà presto. TERZO TORTURATORE: Ma vada all inferno! Crede forse che ci curiamo di come può soffrire? QUARTO TORTURATORE: Vorrebbe ritardare la sua morte, questo vorrebbe fare, ve lo dico io. PRIMO TORTURATORE: Avanti, tutti insieme solleviamo questa croce. SECONDO TORTURATORE: Sì, e lasciamola cadere nel fosso: questo lo farà andare in pezzi. TERZO TORTURATORE: Sì, gli strapperà un membro dopo l altro. QUARTO TORTURATORE: Gli spezzerà le giunture. Avanti, vediamo chi va meglio. A. LoMBArdo (a cura di), Teatro inglese delmedioevo e delrinascimento, sansoni, Firenze 1991, p. 54 UNITÀ V 4 L ETÀ DI CALVINO E FILIPPO II Christopher Marlowe in un ritratto del1585 di autore ignoto. L ebreo di Malta Quando William Shakespeare, intorno al 1587, giunse a Londra, vi era una fiorente industria teatrale, in cui la componente economica e imprenditoriale aveva un posto di primaria importanza. La capitale del regno ospitava circa abitanti e poiché la gente aveva voglia di svagarsi e di divertirsi, la città cominciò a dotarsi di strutture di vario genere, fra cui spiccavano i luoghi per le esecuzioni capitali, i bordelli e soprattutto le arene, in cui avevano luogo combattimenti molto cruenti tra animali (ad esempio orsi contro cani). Ma, nel 1567, il mercante londinese John Brayne ebbe l idea di costruire il primo teatro pubblico indipendente, che prese il nome di Red Lion. A Londra, non era stato più costruito niente di simile dal tempo dell impero romano. Nove anni dopo, venne eretto un secondo edificio, chiamato semplicemente The Theatre, e presto ne sarebbero seguiti altri (il Rose, lo Swan, il Red Bull, il Fortune e l Hope). A tutti questi si aggiunse infine, nel 1598, The Globe, il teatro in cui venne rappresentata la maggior parte delle opere mature di shakespeare. in un primo tempo, il drammaturgo inglese più famoso fu Christopher Marlowe, un individuo complesso, che amava gli eccessi e morì durante una rissa nel i personaggi delle sue opere sono in genere figure che non sanno porsi alcun limite, nella loro ricerca di potenza, di sapienza o di denaro. sono figure tragiche perché vorrebbero, a modo loro, superare l umano, sfidare dio e le sue regole, ma risultano

5 infine sconfitte dal tempo, dalla caducità che investe e distrugge tutte le realtà terrene, o più semplicemente dalla giustizia umana e divina, che ha ragione della loro empietà. La tragedia intitolata L ebreo di Malta fu composta da Marlowe nel L opera si inserisce in un quadro più ampio, cioè fa parte di una trilogia di testi teatrali che avevano per tema il titanismo: i personaggi di questi drammi, infatti, come i mitologici titani, si caratterizzano per il fatto di non accettare limitazioni di nessun tipo ai loro desideri e alle loro brame. Nel caso di Tamerlano, si tratta di brama di potere politico, da conquistare e da mantenere a qualunque costo e con ogni mezzo, secondo il più puro insegnamento machiavelliano; nel caso del Doctor Faustus, il protagonista è avido di sapere e di conoscenza, e per realizzare il suo obiettivo è disposto perfino a stipulare un patto con il demonio. il protagonista dell Ebreo di Malta si chiama Barabba, un nome che vuole richiamare alla memoria del lettore cristiano l assassino che, secondo il Nuovo testamento, il popolo volle libero al posto di Cristo. Barabba è insaziabile di ricchezze. per aumentarle o difenderle viola ogni legge morale, esattamente come fanno i principi che, per conservare il potere, sono disposti a compiere ogni sorta di delitto. significativamente, nel Prologo del dramma, a scena ancora chiusa compare il fantasma di Machiavelli, che riassume la storia che di lì a poco sarebbe comparsa sotto gli occhi dello spettatore. Nel caso di Barabba, tuttavia, la malvagità non è un semplice mezzo per conseguire un fine, per sottrarsi all anonimato ed emergere dalla massa, oppure per conquistare e mantenere il potere (come nel caso di tamerlano, nell opera omonima). Barabba, nell Ebreo di Malta, appare come una specie di demonio in carne e ossa, di essere diabolico che si realizza nel compiere il male, come emerge dalle terribili parole della scena iii dell Atto ii. Barabba, l ebreo di Marlowe DOCUMENTI Marlowe condensa in poche righe tutti i pregiudizi contro gli ebrei che erano sorti durante il Medioevo. Fin dal tempo della peste nera, gli ebrei erano accusati di avvelenare i pozzi, di praticare l usura e di uccidere i bambini cristiani. Marlowe mostra di condividere del tutto queste accuse, ampiamente diffuse tra gli inglesi, malgrado l assenza di israeliti sul territorio inglese fin dal Nel caso dell Ebreo di Malta, le credenze degli spettatori e quelle dell autore coincidevano perfettamente. Io m aggiro di notte sotto le mura, là dove tanti infermi gemono, e li uccido; spesso vado attorno ad avvelenare i pozzi; talvolta anche, per dimostrar quanto bene io voglia ai ladri cristiani, sono ben contento di privarmi di un po del mio denaro pur di vederli mentr io passeggio sulla mia loggia passar di lì prigionieri, in catene. Quand ero giovane studiai medicina ed incominciai a praticarla in Italia; là resi ricchi i preti con funerali su funerali, e per opera mia le mani dei sagrestani eran sempre in moto a scavar tombe e a sonar campane a morto. Dopo di ciò fui ingegnere e nella guerra tra Francia e Germania, col pretesto d aiutar Carlo V, feci strage d amici e nemici con le mie invenzioni. Poi fui usuraio; e a furia d estorsioni, di truffe, di confische, facendo il sensale, accettando pegni, in un anno popolai di falliti le prigioni e di piccoli orfani gli ospizi. Ogni mese qualcuno impazziva per causa mia; v era persino chi s impiccava pel dolore, appuntandosi al petto un gran cartiglio ove stava scritto com io lo avessi torturato con l esigere gli interessi. Ma guarda come, dal rendere infelici tutti costoro, è venuta a me la felicità! Oggi io son tanto ricco che potrei comperare la città intera. C. MArLowe, Tamerlano. Dottor Faustus. L ebreo di Malta, tea, Milano 1992, pp , trad. it. M.A. ANdreoNi d ovidio ipertesto IPERTESTO B 5 Antisemitismo e letteratura in Inghilterra Per quale motivo si può parlare di natura demoniaca di Barabba? Si può affermare che la tendenza di Barabba a compiere il male è razionale, cioè dettata da un preciso interesse e tornaconto personale? Motiva la tua risposta.

6 ipertesto UNITÀ V 6 L ETÀ DI CALVINO E FILIPPO II Riferimento 2 storiografico pag. 11 Ritratto di William Shakespeare. Il mercante di Venezia sicuramente, Shakespeare conosceva L ebreo di Malta di Marlowe e ha tratto spunto da esso; al di là degli innumerevoli paralleli testuali che è possibile istituire, si pensi semplicemente al fatto che, in entrambe le opere, la figlia prediletta dell ebreo si innamora di un cristiano e lo sposa. tuttavia, l atmosfera complessiva che si respira nell opera shakespeariana è profondamente diversa da quella del dramma marlowiano. in primo luogo, Il mercante di Venezia è caratterizzato dall intreccio di due vicende, una tragica e drammatica, l altra leggera: l affare della libbra di carne e la questione del matrimonio di porzia. A differenza dell Ebreo di Malta e di numerose altre opere dello stesso shakespeare, Ilmercante di Venezia non appartiene a un genere preciso: non è né una tragedia (in virtù del suo finale, lieto, almeno per i personaggi cristiani), né una commedia allegra e spensierata. Fin dall inizio, il testo ci si presenta all insegna dell ambiguità e della complessità. Nella scena iniziale, Bassanio chiede aiuto finanziario all amico Antonio (il mercante di Venezia di cui parla il titolo) per poter sembrare ricco agli occhi di porzia, ereditiera di Belmonte, che per volontà di suo padre potrà sposare solo chi vincerà la lotteria dei tre scrigni. Antonio, per aiutare Bassanio, chiede 3000 ducati, per tre mesi, all usuraio ebreo shylock. invece degli interessi, tuttavia, il banchiere chiede, in caso di insolvenza, una libbra di carne di Antonio, che a più riprese, in passato, ha insultato e disprezzato lo stesso shylock. Gessica, figlia di shylock, si è nel frattempo innamorata di Lorenzo (un amico di Bassanio), che elabora un astuto piano per prendere all ebreo sia la ragazza sia le ricchezze; infatti, mentre shylock è a cena da Bassanio, Gessica fugge di casa portando con sé una grande quantità d oro e di gioielli. A Belmonte, si presentano a porzia dapprima il principe del Marocco (che sceglie lo scrigno d oro) e il principe d Aragona (che sceglie lo scrigno d argento). Lasciandosi guidare solo dalle apparenze, hanno sbagliato scrigno; Bassanio invece, arrivato a Belmonte, apre quello giusto, di piombo, e può sposare porzia. Ma una lettera lo informa che Antonio si trova in gravi difficoltà: poiché tutte le navi del mercante hanno fatto naufragio, Antonio non ha denaro per saldare il suo debito con shylock, che da parte sua, irremovibile, vuole la sua libbra di carne. sarà porzia a escogitare il sistema per salvare Antonio: dopo essersi travestita da giurista, si presenta in tribunale e sostiene la tesi secondo cui il contratto stipulato da Antonio prevede sì la consegna di una libbra di carne, ma non parla assolutamente di sangue. Quindi, a rigore, l ebreo potrà prendersi la sua libbra di carne, solo se riuscirà a non versare nemmeno una goccia di sangue del mercante cristiano. Alla fine della discussione, shylock è costretto da porzia non solo a rinunciare alla sua penale, ma anche a farsi cristiano e a cedere tutti i suoi beni (dopo la morte) alla figlia. porzia, infine, mentre è ancora travestita da giurista chiede in dono a Bassanio un anello che ella stessa gli aveva dato, ingiungendogli di non separarsene mai. tornata a Belmonte, porzia dapprima rimprovera Bassanio, ma poi svela il suo trucco al processo e perdona il marito per la leggerezza con cui è venuto meno al giuramento di conservare per sempre l anello, pegno del suo amore per la moglie.

7 Normalità e diversità a confronto prima di addentrarci nell analisi della figura di shylock, conviene soffermarci su Antonio, il cui tratto dominante, all inizio dell opera, è la malinconia. Un numero elevato di critici mette in diretta connessione questa tristezza di Antonio (per la quale egli dice di non saper trovare una spiegazione plausibile) con il profondo affetto che egli nutre per Bassanio: si tratterebbe, in pratica, di un amore omosessuale. Antonio stesso (prima ancora della società) condanna e tenta di cancellare questo suo sentimento; ma invece, al massimo, riesce soltanto a rimuoverlo, a nasconderlo. Anche il mercante Antonio, dunque, è un escluso, un isolato rispetto al mondo normale che lo circonda. Ma poiché, in realtà, è incapace di accettare la propria diversità, deve sforzarsi con ogni mezzo di ribadire la propria normalità, di mettere in mostra che condivide appieno i valori dominanti e socialmente apprezzati del gruppo in cui è inserito. ecco perché, forte del suo essere cristiano (cioè della sua piena appartenenza, sotto questo profilo, alla comunità dei normali) assume nei confronti del diverso religioso e culturale (l ebreo) un atteggiamento di disprezzo particolarmente accentuato, sicuramente più aspro di quello di tutti gli altri personaggi dell opera. il suo odio verso shylock (e, più in generale, verso gli ebrei) non è una conseguenza del micidiale contratto proposto dall usuraio: al contrario, come emerge chiaramente da tutta la scena iii dell Atto i, in varie occasioni Antonio ha già pubblicamente insultato shylock dandogli del «miscredente», dello «strozzino» e del «cane» ed è arrivato al punto di sputargli sulla sua «gabbana d ebreo». Nel processo davanti al doge, Antonio afferma esplicitamente e appassionatamente che ogni tentativo di porre un freno all odio e alla sete di sangue di shylock è del tutto impossibile e condannato allo scacco. «ricordati dice Antonio a Bassanio, che l hai da fare con un ebreo. tanto varrebbe, essendo sulla spiaggia, pregare la marea di contenere il suo normale flusso; tanto varrebbe chiedere a un lupo perché ha fatto piangere d angoscia la pecora per il perduto agnello; tanto varrebbe proibire agli abeti della montagna di fremere nelle alte cime e di stormire quando li strapazzano le raffiche del cielo; tanto varrebbe tentare le cose più assurde, quanto il cercare di mitigare e c è cosa più assurda questo cuore giudeo» (Atto iv, scena i). Al di là della varietà e della bellezza delle immagini evocate, il risultato ottenuto da queste parole è quello di rendere alla perfezione il punto di vista di Antonio; a suo giudizio, la malvagità di Shylock è congenita e inseparabile dal suo essere ebreo. i paralleli naturalistici presentano quella perfidia come una realtà inestirpabile e immodificabile, presente negli ebrei fin dalle origini (come la ferocia nel lupo) e destinata ad accompagnarli fino alla distruzione del mondo. Nella scena iv dell Atto iii, shylock, aveva affermato: «Mi hai dato del cane prima di averne motivo; e ora un cane voglio essere: e bada alle mie zanne». dal punto di vista dell ebreo, dunque, il suo modo di fare violento verso Antonio è solo un atto di giusta vendetta per tutte le umiliazioni subite. Quello di cui shylock non si rende conto, però, è che comportandosi così fa solo il gioco di chi, pregiudizialmente (cioè prima di ogni sua azione e senza curarsi di come l ebreo fino ad allora avesse effettivamente agito) lo odiava, e che pertanto dal violento comportamento di shylock si vede solo confermata la piena legittimità del proprio odio. Anzi, tutto ciò giustifica perfino l eliminazione del diverso, come mostra la dinamica del processo davanti al doge, dopo che porzia (facendo osservare che a shylock è proibito prelevare da Antonio nel momento in cui asporta la sua libbra di carne anche una sola goccia di sangue) ha salvato la vita dell amico di suo marito. Incisione del xvii secolo che raffigura ilmassacro di un gruppo di ebrei. ipertesto IPERTESTO B 7 Antisemitismo e letteratura in Inghilterra

8 ipertesto UNITÀ V 8 L ETÀ DI CALVINO E FILIPPO II Maurycy Gottlieb, Shylock con la figlia Gessica, dipinto del xix secolo. La contrapposizione tra Belmonte e Venezia Belmonte, la terra di porzia, si contrappone nettamente a venezia e ne è per così dire l opposto, il rovescio. infatti, tanto la città lagunare appare come terra di diversità (che si scontrano tra loro, oltre a confrontarsi con la normalità), quanto Belmonte sembra il regno in cui la normalità domina incontrastata: luogo per eccellenza dell amore eterosessuale, è pure la terra dove può trovare rifugio Gessica, la figlia traditrice di shylock, dopo la sua conversione. Non a caso, allora, la logica antisemita di porzia appare ancora più coerente (per quanto meno volgare) di quella di Antonio: basti pensare che essa, dopo aver sconfitto shylock sul piano della stretta giustizia, non sa arrestarsi alla cancellazione del debito, ma finisce per esigere, di fatto, la stessa vita di shylock. «Aspetta ebreo dice porzia dopo aver ottenuto dal doge la grazia per Antonio. La tua stretta giustizia non ti abbandona ancora. È stabilito, nella giustizia degli statuti di venezia, che quando resti provato che uno straniero ha, con mezzi idonei diretti o indiretti, attentato alla vita di un cittadino, alla parte lesa va una metà dei beni del reo; l altra metà passa alle casse dell erario; e la vita del reo resta affidata alle provvidenze inappellabili del doge» (Atto iv, scena i). Certo, subito dopo, il doge concede la grazia e Antonio lascia a shylock i mezzi per vivere; il risultato, però, in un certo senso non cambia, in quanto l essenziale viene comunque raggiunto nel momento in cui, come pre-condizione, viene posta la conversione dell ebreo stesso. L effetto, dunque, è ugualmente la cancellazione della diversità, l eliminazione dell ebreo da parte della società critiana normale, che non tollera al proprio interno dissidenze morali, culturali o religiose di sorta. È proprio il fatto di mettere a nudo questa logica impietosa che impedisce al critico di liquidare sprezzantemente come antisemita Ilmercante di Venezia; il dramma, al contrario, ci appare come un coraggioso atto di denuncia contro ogni forma di intolleranza, ancor oggi stimolante e provocatorio, proprio in virtù della sua complessità. Non v è dubbio sul fatto che Shylock sia una vittima: lo è prima di tutto, in generale, del pregiudizio e dell intolleranza della società normale (cristiana), che non accetta l esistenza della diversità; lo è in secondo luogo, e più in particolare, dell arroganza di Antonio, nella misura in cui, per quella strada, egli tenta di ribadire (a se stesso e agli altri) la propria normalità. tuttavia, nel momento in cui cede alla tentazione di richiedere la vita di Antonio come pegno per il suo prestito, e allorché (ulteriormente esacerbato dalla perdita della figlia e del denaro che ella gli ha sottratto) insiste nell esigere la sua libbra di carne, in modo altrettanto inconfutabile ci appare come un colpevole, per non dire un criminale. per capire questa duplice caratterizzazione di shylock, è fondamentale osservare che per shakespeare (a differenza di Marlowe) l ebreo non è affatto un demonio incarnato, capace solo di concepire malvagità e di compiere delitti. Come emerge dai celebri versi della scena i dell Atto iii, l ebreo è, per l autore del Mercante, un essere umano come tutti gli altri, capace come loro di soffrire, di amare e di ridere: «Non ha occhi, un ebreo? Non ha mani organi statura sensi affetti passioni? Non si nutre anche lui di cibo? Non sente anche lui le ferite? Non è soggetto anche lui ai malanni e sanato anche lui dalle medicine; scaldato e gelato anche lui dall estate e dall inverno come un cristiano? se ci fate il solletico, non ridiamo? se ci avvelenate, non moriamo? e se ci offendete non dovremmo vendicarci? se siamo come voi in tutto e per tutto, anche in questo vogliamo somigliarvi: se un ebreo offende un cristiano, come gli mostra la sua famosa carità il cristiano? vendicandosi. e se un cristiano offende un ebreo, quale dovrà essere, a somiglianza di quella cristiana, la sua carità? eh la vendetta! villania mi insegnaste e villania vi userò; e sarà difficile che io resti al disotto dei maestri» (Atto iii, scena i).

9 si può dunque affermare che il punto di vista dell autore (shakespeare) su questa delicata questione dell umanità dell ebreo si discosta in maniera nettissima dal punto di vista del protagonista della sua opera (Antonio), il quale condivide appieno il pregiudizio cristiano relativo alla intrinseca e irriducibile malvagità degli ebrei. Ma, in tal modo, shakespeare si distingue nettamente (per non dire soprattutto) anche da Marlowe, e la differenza tra i due scrittori consiste principalmente nel fatto che Barabba è un personaggio assolutamente statico, tragicamente immutabile nella sua qualità di principe del Male; shylock, invece, è una figura dinamica, che evolve e si trasforma nel corso della vicenda. La cattiveria di shylock non è affatto qualcosa di connaturato con il fatto di essere ebreo, bensì una reazione che gli altri, col loro disprezzo e la loro intolleranza, hanno preparato e infine scatenato. shylock (personaggio dinamico) non è sempre stato una belva, né la ferocia è parte integrante del suo essere più di quanto non possa nascondersi in qualsiasi essere umano: è il brutale comportamento di Antonio nei suoi confronti a trasformare questa persona capace di amare e di soffrire in un «cane», in un essere spietato fino all intransigenza, nel reclamare la sua libbra di carne. il risultato dell intera operazione è che shakespeare riesce a delineare perfettamente le modalità di funzionamento del fenomeno dell antisemitismo, il cui tratto più tipico è quello di essere una profezia che si autorealizza: un uomo, identico a tutti gli altri, viene infatti messo in condizioni e sottoposto ad umiliazioni tali da essere indotto a trasformarsi in quel tipo di figura che l antisemita afferma che l ebreo effettivamente sia. il che rafforza l antisemita nel suo odio e gli fa apparire pienamente giustificata la violenza che ha esercitato (o si accinge a esercitare) verso l ebreo. ipertesto IPERTESTO B Riferimenti storiografici 1 La genesi dell accusa di omicidio rituale La cosiddetta accusa del sangue fu mossa contro gli ebrei fino all inizio del Novecento. Quando la calunnia raggiunse la sua forma definitiva, si affermava che israeliti uccidevano un bambino cristiano, per impastare con il suo sangue il pane azzimo, che essi consumavano durante la cena pasquale. In origine, però, l omicidio rituale di cui gli ebrei erano accusati in Inghilterra era concepito dagli scrittori cristiani prima di tutto come una ripetizione della crocifissione di Cristo. La genesi dell accusa di omicidio rituale nei confronti degli ebrei nel medioevo è identificabile nell opera di alcuni membri dell ordine benedettino e della gerarchia ecclesiastica che nel XII secolo, in Inghilterra, fanno nascere l accusa, per così dire, già adulta, perfettamente formata e armata di tutto punto come Minerva dalla testa di Giove. Cita et Miracela S. Wilelmi Norwicensis, l opera di Thomas di Monmouth che fonda il mito del santo martire William di Norwich, è un testo complesso e affascinante. Thomas era giunto in città tra il 1147 e il 1150 per divenire monaco presso la sua cattedrale, che era sede del vescovado locale e di una comunità benedettina. Era poi venuto a sapere che il giorno di Pasqua del 25 marzo del 1144 era stato ritrovato il cadavere di un ragazzo [William di Norwich, n.d.r.] ed era stato seppellito in terreno sconsacrato. Nel corso di un sinodo locale tenutosi un mese dopo il padre, un sacerdote di nome Godwin Sturt, aveva accusato alcuni ebrei dell assassinio di William. Questa prima accusa di Godwin era una semplice accusa di omicidio. Il vescovo Edoardo si era detto scettico, ma aveva invitato gli ebrei a discolparsi da quella che era ancora una semplice accusa di omicidio. A questo punto era però intervenuta l autorità secolare: lo sceriffo di Norwich, reputando infondate le accuse e temendo per l ordine pubblico, aveva ordinato agli ebrei di non presentarsi al vescovo e di non rispondere alle domande dell autorità ecclesiastica. Vista la cre- 9 Antisemitismo e letteratura in Inghilterra

10 ipertesto UNITÀ V 10 L ETÀ DI CALVINO E FILIPPO II scente tensione, lo sceriffo aveva poi ordinato agli ebrei di trasferirsi al sicuro entro le mura del castello di Norwich. A questo punto, [ ] sul caso di William, Thomas profuse tutte le sue energie, riuscendo a trasformare un semplice caso irrisolto di omicidio o di morte accidentale nella celebrazione di un santo martire e nell accusa di omicidio rituale a scopi religiosi contro gli ebrei. Nel libro I della sua Vita del santo, Thomas presentò al lettore i fatti, così come lui li aveva ricostruiti con indagini condotte più sulla base di congetture che su riscontri, tra il 20 e il 24 marzo L incauto William, che era stato più volte ammonito dai genitori a non frequentare ebrei, venne portato da un forestiero presso una casa della comunità ebraica. Al momento della cena il fanciullo fu afferrato dagli ebrei, che dopo avergli posto in bocca un bastoncino assicurato con una cinghia alla nuca, procedettero poi nel modo seguente: «prendendo un corto tratto di corda, dello spessore di un mignolo, e legandovi tre nodi sporgenti ad una certa distanza, legarono quella testa innocente dalla fronte alla nuca, spingendo il nodo centrale nella sua fronte e gli altri due nelle tempie, mentre le due estremità della corda erano legate strettamente sulla nuca e legate in un nodo molto stretto. Le estremità della corda furono poi passate attorno al collo e portate attorno alla gola sotto il mento, e lì completarono questa spaventosa macchina di tortura con un quinto nodo. Ma neppure allora la crudeltà dei torturatori poteva essere soddisfatta, senza aggiungere pene ancor più severe. Avendogli rasata la testa, la trafissero con innumerevoli spine, e fecero orribilmente sgorgare il sangue dalle ferite che gli avevano inflitto». Subito dopo gli ebrei, secondo Thomas, crocefissero William pronunciando questa formula: «come abbiamo condannato il Cristo ad una morte vergognosa, così condanniamo anche il cristiano, così che, unendo il signore e il suo servo nella stessa punizione, noi possiamo ritorcere su di loro la pena di quel rifiuto che essi ci imputano». La vittima venne poi finita con una «spaventosa ferita sul suo fianco sinistro», il suo corpo, lavato con acqua bollente fu infine gettato nella foresta di Thorpe. Thomas introduceva poi il suo più importante testimone, che non solo confermava l accaduto, ma ne spiegava i motivi reconditi e segreti: si trattava di un certo Teobaldo, che Thomas presentava come un ebreo convertitosi al cristianesimo proprio grazie ai miracoli attribuiti all intercessione di William. Secondo il racconto di Thomas, Teobaldo gli riferì che gli ebrei di Spagna si riunivano annualmente a Narbonne per organizzare il sacrificio e lo spargimento del sangue di un cristiano, e questo per adempiere ad una prescrizione contenuta in «antichi scritti» dei loro padri. Gli ebrei di Narbonne decidevano in quale nazione si sarebbe tenuto il sacrificio, mentre gli ebrei della nazione prescelta indicavano la città in cui eseguire il sacrificio. Nel 1144 la scelta era caduta sull Inghilterra e su Norwich. L uccisione serviva agli ebrei per un duplice scopo: manifestare solennemente odio e disprezzo per Gesù Cristo, la cui uccisione perpetrata dai loro avi era stata la causa della loro schiavitù e dispersione per il mondo, e procurare la liberazione del popolo d Israele e il suo ritorno in Palestina. [ ] Il racconto di Thomas, considerato nel suo insieme, contiene degli elementi inediti e sconcertanti. In particolare l idea, totalmente nuova, che non un gruppo di ebrei o una singola comunità ebraica siano responsabili di quanto si pretende avvenuto, ma l intero ebraismo. Ovvero che tutti gli ebrei, in quanto popolo, siano direttamente responsabili della morte di William. Altra idea devastante elaborata da Thomas è quella secondo cui il martirio di William sia solo un anello di una catena di uccisioni rituali che si stende dagli anni della Diaspora al presente e che è destinata a continuare sino a quando Israele non si convertirà, ovvero, in termini di escatologia cristiana, quasi fino al Giudizio Universale. Dal momento poi che si afferma che gli ebrei decidono ogni anno dove si debba svolgere il sacrificio, e che non c è modo di prevedere su quale località cadrà la loro scelta, l omicidio rituale diventa un affaire che riguarda immediatamente l intera Cristianità. Ogni comunità ebraica diventa in un certo senso colpevole ancor prima che si verifichi la scomparsa di un bambino o un uccisione. Questo incredibile dettaglio sembra concepito ad arte per alimentare ansie e fantasie paranoiche nella popolazione, e per scavare un solco incolmabile tra le comunità ebraiche e quelle cristiane. r. taradel, L accusa del sangue. Storia politica di un mito antisemita, editori riuniti, roma 2002, pp Quale enorme peccato, secondo la tradizione cristiana ostile agli ebrei, essi avrebbero dovuto scontarefino alla finedella Storia? Quale idea «totalmente nuova» (e «devastante») introdusse il racconto di Thomas di Monmouth? Che cosa è la «diaspora»? Quale evento, secondo la tradizione cristiana ostile agli ebrei, l avrebbe provocata? Quando si concluderà?

11 2 La genesi del Mercante di Venezia La prima edizione a stampa del Mercante di Venezia è databile con certezza all anno 1600; l opera fu consegnata alla corporazione dei librai (nel cui registro doveva essere annotato ogni libro destinato alla pubblicazione) il 22 luglio Quanto alla data della prima rappresentazione, non possiamo fare altro che congetture; tuttavia, è possibile che essa risalga al periodo immediatamente posteriore il 7 giugno 1594, giorno in cui fu giustiziato pubblicamente Roderigo Lopez, un marrano portoghese che, medico personale della regina Elisabetta, fu accusato di aver tentato di avvelenare la regina. A Londra, benché il famoso vento protestante avesse affondato l Invincibile Armada nel 1588, la paura di un invasione straniera era ricorrente, e le voci di complotti per uccidere la regina Elisabetta costanti. La minaccia era reale quanto bastava per essere presa sul serio dalla gente normale; le spie del governo, penetrando vorticosi, oscuri intrighi sia nelle ambasciate sia a corte, trovarono molte buone ragioni per essere preoccupate. Un gruppo in particolare, la fazione militante protestante e violentemente antispagnola organizzata intorno alla figura dell ambizioso favorito della regina, il conte di Sussex, venne addestrata specificamente a sventare complotti concreti o potenziali. Il 21 gennaio 1594 la banda di Essex trovò ciò che cercava: il dottore personale della regina, Roderigo (Ruy) Lopez, di origine portoghese, fu arrestato con l accusa di tramare insieme al re di Spagna che, secondo le lettere intercettate, gli aveva inviato una strabiliante somma di denaro sterline per svolgere un importante missione. [ ] Secondo tutte le versioni Lopez era un cristiano praticante un fedele protestante completamente assimilato nell alta società e gli inglesi si accontentavano normalmente del conformismo religioso esteriore. Ma il particolare profilo della sua malvagità avidità, perfidia, malizia segreta, ingratitudine e rabbia omicida sembrava creare il bisogno di una spiegazione speciale, che avrebbe anche rafforzato l idea che la regina fosse stata miracolosamente salvata grazie all intervento divino. Il tradizionale odio nei confronti degli ebrei, insieme alla particolare attualità dell Ebreo di Malta di Marlowe (il cui antieroe, com è noto, inizia la carriera di dottore avvelenando i suoi pazienti) conferirono alle origini ebraiche di Lopez un importante significato nella storia del suo complotto. Lopez e i due agenti portoghesi accusati di essere intermediari vennero condannati immediatamente, ma la regina ritardò l approvazione necessaria a effettuare l esecuzione senza fornire spiegazioni, e il ritardo provocò ciò che gli ufficiali governativi descrissero come «il generale malcontento della gente, che si aspettava quella condanna a morte». Finalmente, il 7 giugno 1594, il popolo o, in ogni caso, le fazioni che premevano per l esecuzione fu accontentato. Lopez e gli altri vennero fatti uscire dalla Torre di Londra dove erano detenuti. Invitato a dichiarare eventuali ragioni che avrebbero dovuto impedire l esecuzione, Lopez replicò che si appellava alla conoscenza e al buon cuore della regina. Dopo l espletamento delle formalità i tre prigionieri vennero messi su una portantina e condotti tra lo scherno degli spettatori fino a Tyburn, nel luogo dell esecuzione, dove li attendeva la folla. Chissà se William Shakespeare era tra la folla. Il processo di Lopez, con le lotte interne alle fazioni e le torbide accuse, avevano generato un vivo interesse. E comunque a Shakespeare interessavano le esecuzioni capitali: una delle sue prime farse, La commedia degli errori, è strutturata intorno al conto alla rovescia di un esecuzione, e l ascia del boia getta un ombra cupa su Riccardo III e altri drammi storici. Era professionalmente affascinato dal comportamento della plebe e anche dal comportamento di uomini e donne che affrontavano la morte. [ ] L esecuzione del dottor Lopez fu un evento pubblico. Se Shakespeare vi avesse assistito personalmente, avrebbe visto e udito qualcosa che andava oltre alla comune, spettrale esibizione di terrore e crudeltà feroce. In conseguenza alla sua condanna, Lopez era evidentemente sprofondato in una profonda depressione, ma sul patibolo si tirò su e dichiarò, secondo lo storico elisabettiano William Camden, che «amava la regina come amava Gesù Cristo». «Il che, detto da uno che si professava ebreo aggiunse Camden, scatenò non poche risate tra la folla». Forse furono proprio queste risate scaturite dalla folla ai piedi del patibolo a ispirare lo straordinario risultato ottenuto da Shakespeare con Il mercante di Venezia. Tanto per incominciare, erano crudeli in modo fuori dal comune: nel giro di pochi minuti quell uomo vivo sarebbe stato impiccato, e il suo corpo sarebbe stato fatto a pezzi. Le risate della folla negavano solennità a quell evento trattando la morte violenta come motivo di divertimento. Più specificamente, esse negavano a Lopez la fine che cercava di fare, cioè una fine in cui sperava di riaffermare la sua fede di suddito fedele alla regina e di anima cristiana. Alle ultime parole di un morente veniva normalmente attribuita assoluta sincerità: non c era tempo per gli equivoci, non c era più alcuna speranza di rimandare, non c era più alcuna distanza tra Frontespizio di una edizione del Mercante di Venezia stampata nel1600. ipertesto IPERTESTO B 11 Antisemitismo e letteratura in Inghilterra

12 ipertesto UNITÀ V 12 L ETÀ DI CALVINO E FILIPPO II se stessi e qualunque giudizio fosse stato in serbo oltre la tomba. Era, nell accezione più letterale del termine, un momento di verità. Chi era scoppiato a ridere aveva dichiarato apertamente agli altri e a Lopez che non lo credeva. «Detto da uno che si professava ebreo»: Lopez non si professava ebreo; aderiva pubblicamente al protestantesimo e invocava Gesù Cristo. Le risate avevano trasformato le ultime parole di Lopez da una professione di fede a una sottile battuta, un doppio senso accuratamente costruito: «Amava la regina esattamente come amava Gesù Cristo». Ovvero: siccome agli occhi della folla Lopez era un ebreo, e siccome gli ebrei non amavano Gesù Cristo, ciò che voleva dire era che aveva cercato di fare alla regina ciò che la sua razza maledetta aveva fatto a Gesù. Le sue parole corrispondevano a una dichiarazione di innocenza, ma la risposta della folla le trasformò in un ambigua ammissione di colpevolezza. [ ] La folla rideva perché pensava di trovarsi di fronte a una maliziosa battuta alla Marlowe: «Amava la regina quanto amava Gesù Cristo». Si trattava, almeno questo era ciò che capivano, della confessione di un potenziale assassino, un uomo per il quale la parola amore in realtà significava odio. Sebbene il suo mestiere gli richiedesse di divertire un pubblico popolare, Shakespeare non era, evidentemente, del tutto a suo agio con quelle risate. Il dramma che scrisse prende a prestito da L ebreo di Malta, ma allo stesso tempo ne ripudia l ironia corrosiva, spietata: posso essere qualunque cosa, sembra dire il commediografo, ma non sono uno che ride ai piedi del patibolo, e non sono Marlowe. Ciò che scaturì al posto dell ironia alla Marlowe non è tolleranza dopotutto il dramma mette in scena una conversione forzata come prezzo del perdono ma [ ], senza mitigare la natura perfida di Shylock, senza negare la necessità di ostacolare le sue intenzioni omicide, il dramma ci ha offerto un accesso troppo grande alla sua vita interiore, un interesse eccessivo nella sua identità e nel suo destino per permetterci di ridere di cuore e senza disagio. Shakespeare fece ciò che Marlowe non scelse mai di fare, e che la folla che rideva all esecuzione di Lopez non poteva fare: mise sulla carta ciò che immaginava quell uomo contorto, che stava per essere distrutto, dicesse tra sé e sé: «Io sono un ebreo. Non ha occhi un ebreo? Non ha mani, un ebreo, organi, membra, sensi, affetti, passione? Non è nutrito dallo stesso cibo, ferito dalle stesse armi, assoggettato alle stesse malattie, curato dagli stessi rimedi, riscaldato e raffreddato dallo stesso inverno e dalla stessa estate, come lo è un cristiano? Se ci pungete, non sanguiniamo? Se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate, non moriamo? E se ci fate un torto, non dovremmo vendicarci?» ( ). s. GreeNBLAtt, Vita, arte e passioni di William Shakespeare, capocomico, einaudi, torino 2005, p. 297, trad. it. C. iuli Per quale ragione le parole di Lopez (secondo cui egli «amava la regina come amava Gesù Cristo») suscitarono l ilarità della folla? Per quale ragione lo spettatore del Mercante di Venezia non riesce a ridere di Shylock?

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