LA GRANDE SPECULAZIONE OVVERO IL GRANDE IMBROGLIO DELLO SPREAD I gioielli di famiglia
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- Niccolina Poli
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1 LA GRANDE SPECULAZIONE OVVERO IL GRANDE IMBROGLIO DELLO SPREAD I gioielli di famiglia 10/10 a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati Il Popolo della Libertà Berlusconi Presidente Interviste a cura di Alessandro Banfi, direttore di TgCom24
2 2 Si chiamava Britannia. Un panfilo della regina Elisabetta II, preso in affitto dalla Banca d affari Rotschild, ospitò a bordo il 2 giugno del 92 una riunione di banchieri inglesi e manager italiani; La nave attraccò al porto di Civitavecchia facendo poi rotta lungo la costa dell'argentario. L oggetto della discussione fu la vendita dell industria di Stato italiana agli investitori esteri.
3 3 L episodio del Britannia è uno spartiacque. È il momento in cui in Italia si pongono le basi per la stagione delle privatizzazioni ma per il nostro Paese è anche un momento di crisi profonda: la Prima Repubblica stava finendo con l inizio di mani pulite; la mafia aveva già aperto la stagione delle stragi uccidendo in maggio il giudice Falcone e di lì a poco avrebbe ucciso anche Paolo Borsellino; Quella che va dal 23 aprile 1992 al 14 aprile 1994 sarà la legislatura più breve della storia della Repubblica Italiana. Eppure il 7 febbraio del 1992 l Italia aveva firmato a Maastricht il Trattato sull Unione Europea.
4 4 Il sistema Italia possedeva gioielli che tutto ci mondo ci invidiava: Telecom, Eni, Enel, Finmeccanica, Comit, Imi, Ina, Credito italiano, Autostrade. Da lì a pochi anni intere aziende o quote molto rilevanti passeranno nelle mani di investitori privati; Le banche d affari, come Goldman Sachs, saranno un elemento cruciale in tutta la storia delle privatizzazioni italiane, ricoprendo alternativamente il ruolo di acquirente o di advisor.
5 5 Nell autunno dello stesso anno la speculazione finanziaria, capitanata da George Soros, attacca il Sistema Monetario Europeo e colpisce pesantemente la lira, dopo che in settembre l agenzia di rating Moody s aveva declassato i Bot italiani; La Banca d Italia, guidata da Azeglio Ciampi, brucia quasi 48 miliardi di dollari di riserve nel tentativo di difendere la nostra moneta, che subirà una svalutazione del 30 per cento.
6 6 In questo grigio scenario si apre la stagione delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni delle aziende pubbliche italiane. Queste vendite negli anni a venire porteranno alle casse dello Stato 140 miliardi di euro; Alle privatizzazioni si aggiungeranno cartolarizzazioni di crediti per 26 miliardi, vendite di immobili per oltre 20 miliardi e 13,8 miliardi per la vendita delle licenze Umts.
7 7 La prima a divenire una società per azioni e ad entrare in borsa è Finmeccanica, nel 1992; Nel periodo che va dal 2000 al 2004 la presenza pubblica nel capitale di Finmeccanica si ridurrà ulteriormente con la collocazione in Borsa di quasi tutta la partecipazione IRI, per un controvalore di oltre 5 miliardi di euro.
8 8 L Eni fa il suo ingresso in borsa per la prima volta, a New York e Londra, il 28 novembre Il Ministero del Tesoro colloca sul mercato il 15 per cento del capitale della Società. L'incasso complessivo del collocamento è di miliardi di lire: oltre 3,2 miliardi di euro; Fino a quel momento rappresenta il più grande corrispettivo in contanti conseguito a livello mondiale con un offerta di vendita al pubblico.
9 9 L anno successivo viene collocato un ulteriore 16 per cento del capitale della società: è la più grande offerta secondaria mai effettuata a livello mondiale e la più grande offerta pubblica di vendita mai realizzata in Italia; Seguiranno nel 1997 e nel 1998 una terza ed un quarta vendita di azioni Eni.
10 10 Nell ottobre 1997 tocca a Telecom. La privatizzazione della società viene attuata dal Governo Prodi. Dalla vendita del 35,26 per cento del capitale si ricavano circa miliardi di lire, 13,5 miliardi di euro. È all epoca la maggiore privatizzazione avvenuta in Europa; Il 1999 è invece l anno della privatizzazione di Enel. Viene collocato in borsa il 31,74 per cento del capitale sociale, per un controvalore di miliardi di lire, ovvero 16,55 miliardi di euro. È la più grande offerta pubblica in Europa e la seconda al mondo sia per valore che per numero di sottoscrittori.
11 11 I gioielli di famiglia sono dunque ora un po meno italiani; Dal 1994 al 2007 l economia italiana sembra avere imboccato una strada giusta. Le operazioni di contrasto del debito pubblico funzionano; Il risultato non lo si deve solo alle privatizzazioni, ma è un mix tra una crescita segnata da un buon avanzo primario e un minore costo del debito - dovuto sia a tassi di interesse in discesa che al contenimento dell indebitamento. Il debito viene abbattuto ogni anno dell 1,4 per cento. Nel 2007 il debito scende al 103,6 per cento del Pil.
12 12 Ma proprio il 2007 è l anno in cui esplode la bolla dei titoli immobiliari negli Stati Uniti ed è l inizio della crisi della finanza globale, che contagerà presto l Europa e il nostro Paese diventando in seguito una crisi dei debiti sovrani; Sta arrivando lo spread, che farà vacillare anche la solidità della stessa Unione Europea.
13 13 Con l inizio della crisi finanziaria l economia rallenta, il costo del debito pubblico si eleva a causa dello spread e la speculazione segue interessata l evoluzione del dibattito europeo, sempre pronta a colpire, complice quella che si va evidenziando come una grave carenza di solidarietà tra gli stessi Stati membri; Il debito pubblico italiano riprende velocemente a salire, così i tassi di interesse, lo spread e la speculazione. Ciò causa nel novembre del 2011 un cambio tecnico : cade il governo Berlusconi e arriva Mario Monti.
14 14 Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale sulla situazione della finanza pubblica in Italia sono più fosche di quanto il governo Monti abbia scritto nel Documento di Economia e Finanza; Viene posta in dubbio al Fondo la capacità dell Italia di sostenere il proprio debito, che s avvicina ai duemila miliardi di euro.
15 15 Anche secondo Eurostat le cose sono peggiori di quanto dichiarato dal governo tecnico: nel terzo trimestre del 2012 il debito italiano è schizzato a quota 127,3 per cento rispetto al 126 per cento del trimestre precedente; Nel terzo trimestre del 2011, prima dell arrivo del governo tecnico di Mario Monti, il debito era invece al 119,9 per cento del Pil: in un anno di governo è dunque cresciuto di 7,4 punti. Ciò accade mentre il debito greco è in calo di 11,1 punti rispetto allo scorso anno.
16 16 A fine gennaio il Fondo Monetario Internazionale taglia le stime di crescita sull Italia. Nel 2013 Il Pil diminuirà più del previsto, dell'1 per cento (e non lo 0,7 per cento come stimato in ottobre) e soltanto l anno prossimo l'economia riprenderà ad espandersi (dello 0,5 per cento) e il debito scenderà verso quota 120 per cento.
17 17 Ma il nostro Paese viene messo in guardia da ciò che potrebbe accadere in caso di shock improvvisi. Per la ripresa occorrono riforme strutturali, dice il Fondo Monetario, più liberalizzazioni, meno tasse sul lavoro e investimenti dello Stato per i servizi pubblici in settori mirati dell economia reale. E certamente occorre continuare nell azione di alleggerimento del debito; Cioè continuare a vendere il patrimonio dello Stato: quanto è rimasto dei nostri gioielli di famiglia.
18 18 Gli immobili: Il patrimonio immobiliare della pubblica amministrazione è stimato in circa miliardi di euro, esclusi i beni demaniali (in mano al ministero della Difesa e i beni delle Provincie). In questa categoria rientrano tanto i terreni quanto gli immobili di prestigio e gli alloggi delle case popolari. Le concessioni: Si va dalle lotterie alle concessioni demaniali (come le spiagge, e le acque minerali), alle infrastrutture (autostrade, porti ed aeroporti), per un valore stimato capitalizzato pari a miliardi di euro. Infine le partecipazioni ancora in mano allo Stato.
19 19 Gli asset più noti ed appetibili sono di nuovo Eni, Enel, Finmeccanica, aziende per noi strategiche; Oggi Eni è una delle maggiori aziende energetiche al mondo, è presente in 85 paesi con dipendenti. Il Ministero dell Economia e delle Finanze ne detiene il 30,10 per cento (il 4,34 direttamente e il resto indirettamente tramite Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. che è posseduta al 70 per cento dallo stesso Ministero).
20 20 Enel è un gruppo multinazionale ed uno dei principali operatori nei settori dell elettricità e del gas di Europa e America Latina. È presente in 40 paesi del mondo su 4 continenti; I due principali azionisti sono il Ministero dell Economia con il 13,88% del capitale e la Cassa depositi e Prestiti con il 17,36%.
21 21 Finmeccanica è il primo gruppo industriale italiano nel settore delle alte tecnologie e tra i primi dieci player mondiali nell Aerospazio, Difesa e Sicurezza; Conta più di dipendenti, in circa 50 paesi in cinque continenti. Il capitale detenuto dal Ministero dell Economia italiano è pari per al 30,2 per cento.
22 22 Se ad Eni, Enel e Finmeccanica aggiungiamo la vendita della quota che Il ministero dell economia detiene in St Microelectronics, uno più grandi produttori mondiali di semiconduttori, lo Stato potrebbe incassare da queste privatizzazioni tra i 25 e i 30 miliardi; Vi sono poi le partecipazioni in società non quotate in borsa, come Poste Italiane, per un valore di miliardi.
23 23 Discorso a parte per le partecipazioni possedute degli enti locali. Per le partecipazioni di Regioni ed Enti locali non esiste infatti ad oggi una valutazione di mercato; Si tratta di oltre 7000 società, cresciute a dismisura negli ultimi anni, per le quali è necessario un riordino, con aggregazioni ed eliminazione di società inutili o delle duplicazioni; Il loro valore di mercato al momento non è facilmente stimabile.
24 24 I privati sono interessati al momento solo ai pochi bocconi interessanti, che sono una minoranza. Per il resto aspetta che il sistema venga ristrutturato e i regolamenti vengano chiariti; Le aziende municipalizzate quotate in borsa sono più facilmente gestibili. Si tratta di otto società (Amaga SpA, Acea SpA, Aem SpA, Acsm SpA, Aem Torino SpA, Hera SpA, Aeroporto di Venezia Marco Polo SpA, Aeroporto di Firenze ADF SpA) dove le partecipazioni in mano pubblica valgono complessivamente oltre 15 miliardi di euro.
25 25 Un riordino delle partecipazioni degli enti locali è necessario anche per abbatterne i costi: l ammontare dei compensi annuali degli amministratori di tali enti raggiunge i 3 miliardi di euro; Amministrando acque, strade, energia e vie di comunicazione le inefficienze delle aziende partecipate si riflettono poi in aumenti di bollette per i cittadini.
26 26 Ma lo Stato possiede anche altri beni. Ed una bassa crescita economica unita alle imposizioni di una finanza pubblica figlia di un tempo di crisi potrebbero in teoria indurci a considerare l ipotesi di porre anche questi beni a garanzia del debito o di venderli; Ci sono le attività finanziarie dello Stato: biglietti, monete, depositi, oro, crediti verso i cittadini e verso i fondi di sostegno all impresa, alla cooperazione internazionale o fondi di garanzia per prestiti.
27 27 E poi le opere dell ingegno: marchi, brevetti e diritti d autore, contratti trasferibili, avviamento di attività commerciali ed altri beni immateriali come i prodotti della ricerca e dello sviluppo tecnologico; Questi beni sono stati finora poco valorizzati ma sono sempre più importanti nella cosiddetta società della conoscenza. Lo Stato investe circa il 7 per cento nei fondi dedicati allo sviluppo dei prodotti della tecnologia (dati Istat). È quindi tra le principali aziende tecnologiche del paese.
28 28 Non finisce qui. Si potrebbe poi essere costretti a definire velocemente il valore di alcune risorse naturali e dei beni storico culturali: le acque, le foreste e i parchi, un monumento, un sito archeologico o una cattedrale; Per le riserve di gas e petrolio abbiamo dati certi perché sono in concessione a società private ed è facile determinare un valore commerciale.
29 29 Lo Stato possiede pure beni mobili di interesse storico e culturale. Cioè dipinti, stampe, statue, oggetti d arte, oggetti e manufatti archeologici, pietre e metalli preziosi, oggetti di antiquariato, manoscritti, libri antichi, altri oggetti di valore. Si tratta di circa singoli beni, di cui solo il 30 per cento è esposto nei musei e il restante ancora conservato nei magazzini; Di questi solo il 72 per cento del totale è inventariato, il 22 per cento catalogato e l 8 per cento fotografato o filmato.
30 30 Chiudono l elenco i beni della difesa, ovvero armamenti, aerei, carri armati, corvette, portaerei, sommergibili, sistemi missilistici e il patrimonio della Pubblica amministrazione composto da mobili ed arredi, materiale multimediale, mezzi di trasporto civili, come aerei, navi, autocarri, automobili, motociclette, equipaggiamenti civili, e ancora, macchinari per l ufficio, hardware, strumenti musicali, attrezzature, ed altro.
31 31 Tutto questo un giorno potrebbe essere posto dentro un fondo a garanzia del debito. Ma occorrerà del tempo per valorizzare questi beni, una cabina di regia per procedere e alla base di tutto serve una maggioranza politica omogenea e forte; Solo così i nostri gioielli di famiglia possono combattere contro lo spread e la speculazione finanziaria.
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