PLURILINGUISMO E INTERCULTURA: riflessioni a partire da una ricerca transfrontaliera

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1 PLURILINGUISMO E INTERCULTURA: riflessioni a partire da una ricerca transfrontaliera FLAVIA VIRGILIO UDINE 13 NOVEMBRE 2014 SEMINARIO REGIONALE «INDICAZIONI PER SVILUPPARE LE COMPETENZE» Il progetto EDUKA Progetto di ricerca transfrontaliera Italia/Slovenia Obiettivo: creare conoscenze e strumenti (materiali didattici e informativi, manuali, pubblicazioni, giochi, ecc..) per l'educazione alla diversità e all'interculturalità nella scuola e nell università

2 I dati analizzati Dati quantitativi: questionari allievi, studenti, genitori, scheda scuola Dati qualitatitivi: ricerca etnografica sugli apprendimenti informali di carattere linguistico nella scuola Documenti: POF, currioli, protocolli di accoglienza Risultati scolastici allievi con background migratorio Campione Quantitativo: 21 scuole in Italia e Slovenia, incluse le scuole con lingua di insegnamento sloveno in Italia e italiano in Slovenia Le scuole in cui è stata svolta la ricerca qualitativa sono le stesse (non tutte) in cui è stata svolta la ricerca quantitativa, con maggiore attenzione alle scuole ad alta eterogeneità.

3 Domande guida qual è la relazione tra i documenti formali della scuola, in particolare i protocolli, le pratiche didattico educative e i risultati prodotti in termini di integrazione/interazione? come vengono percepite le azioni sulle dimensioni interculturali e plurilingui dai diversi attori delle realtà scolastiche coinvolte? Quadro di riferimento teorico metodologico Pedagogia interculturale (Banks 2009) Antropologia linguistica (Jacquemet 2005, Gal 2006, Blommaert 2010, Pennycoock 2010, 2012) Superdiversità (Vertovec 2010) La prospettiva metodologica utilizzata nell ambito delle attività di ricerca è stata quella dello studio di caso di ricerca azione (Yin 1994)

4 Questioni emergenti - il protocollo si identifica come uno strumento di carattere burocratico amministrativo, necessario per ottemperare a obblighi di carattere normativo o per accedere a finanziamenti - non costituisce una fotografia delle pratiche di integrazione nelle scuole - tanto meno costituisce una risorsa per le scuole ad alta intensità migratoria, in particolare in Slovenia - parziale disallineamento tra contenuti del POF e dei curricoli - finalità del POF successo scolastico - impatto sociale (interno ed esterno) delle finalità del POF Criticità A che cosa servono i documenti (POF, curricoli, protocolli, ) che scriviamo? A chi servono? Che cosa ce ne facciamo nell azione didattica? Chi e come sorveglia la coerenza tra i diversi documenti e le azioni in termini di strategie, trasversalità dell azione didattica, globalità degli interventi? Progettualizzare l ordinario VS normalizzare il progettuale Come le diverse azioni interculturali e plurilingui si traducono in concrete valorizzazioni e valutazioni delle competenze degli allievi? Successo scolastico degli allievi con background migratorio VS retoriche interculturali del POF Lingue come barriere o come opportunità: il cinese è una lingua isolante? Per chi?

5 La scuola è un ambiente plurilingue Plurilinguismo come normalità dell interazione a scuola Spostare lo sguardo dal lato allievi al plurilinguismo visto dal latoinsegnanti Questioni organizzative Elementi di riflessione Le conseguenze del profilo demografico degli apprendenti sui curricoli, in particolare quando le scuole si autodefiniscono attente all interculturalità e al plurilinguismo attraverso i propri documenti di identità quali i protocolli e i POF, dovrebbe condurre a una riconsiderazione critica del modo con cui si selezionano i saperi in funzione della definizione dei curricoli. Come affermato in Levinson, Holland (1996), le scuole offrono a ogni nuova generazione dei luoghi simbolici e sociali in cui le relazioni, le rappresentazioni e le conoscenze si sviluppano, a volte confermando e a volte sovvertendo i rapporti di potere nel contesto sia locale che translocale. L analisi dei protocolli incrociata con i dati emergenti dai questionari, evidenza il modo in cui le pratiche situate contribuiscono a modellare i sistemi scolastici nazionali, adattandoli alle condizioni locali (Henriot-van Zanten 1994) attraverso la capacità di agency di allievi, genitori, insegnanti, dirigenti

6 Conclusioni L offerta formativa, la selezione dei curricoli e le relative pratiche quotidiane agite nelle scuole e dalle scuole con/nel territorio, potrebbero essere considerate come pratiche di ridefinizione di confini sia istituzionali che identitari (Seddon 2014, Appadurai 1996) che ridefiniscono la relazione storica tra educazione e territorializzazione del potere statale in termini di networking transnazionale e globale.

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