Famiglia, grembo che (genera, educa) fa crescere l uomo nuovo

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1 Introduzione Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia Casa Toniolo - via Longhin, TREVISO tel FAX past.famiglia@diocesitv.it Famiglia, grembo che (genera, educa) fa crescere l uomo nuovo è quindi prima di tutto accogliere Cristo in noi Santa Giustina (Bl) 3 aprile 2011 Daniela Bruniera e Andrea Pozzobon don Sandro Dalle Fratte Siamo alla terza tappa del percorso iniziato a ottobre 2010 sul tema Famiglia, grembo che genera, educa, fa crescere l uomo nuovo. Oggi ci soffermeremo sul tema del far crescere (le volte scorse ci siamo soffermati sul generare e sull educare); prima però riprendiamo brevemente i contenuti principali delle volte scorse: L uomo nuovo è innanzitutto Gesù Cristo che comunicandoci il suo Spirito ci rende a nostra volta uomini, donne (e coppia) nuovi. Generare l uomo nuovo La famiglia genera tanto quanto accoglie il fatto che è generata. Ci siamo addentrati nel tema dell educazione dell uomo nuovo facendoci guidare dal magistero di Giovanni Paolo II (Lettera alle Famiglie, 16): le affermazioni che abbiamo approfondito sono: 1. l uomo è chiamato a vivere nella verità e nell amore; 2. ogni uomo si realizza attraverso il dono sincero di sé; 3. l educazione costituisce un processo di reciproca comunione; 4. l educatore è una persona che genera in senso spirituale; 5. l educazione può essere considerata un vero e proprio apostolato. Far crescere l uomo nuovo Abbiamo approfondito le dimensioni del generare e dell educare. La dimensione del far crescere è strettamente legata a queste e, in qualche modo, è il lancio verso la vita adulta, la vita compiuta, la vita piena. Ma cos è la vita piena? In cosa consiste la vita adulta? In altri termini: far crescere l uomo nuovo verso dove? Giovanni Paolo II, in conclusione del brano che abbiamo analizzato la volta scorsa dice: 1

2 [L educazione] è una comunicazione vitale, che non solo costruisce un rapporto profondo tra educatore ed educando, ma li fa partecipare entrambi alla verità e all amore, traguardo finale a cui è chiamato ogni uomo da parte di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. [LF 16] Siamo chiamati quindi a vivere nella verità e nell amore per partecipare alla verità e all amore; siamo chiamati a tale partecipazione da Dio-Trinità e siamo chiamati tutti: in quanto sposi, in quanto genitori e in quanto figli. Ciò significa che la relazione profonda tra coniugi e tra genitori e figli è un cammino volto alla ricerca comune della verità e dell amore di Dio nella nostra vita. Il nostro cammino, con la grazia di Dio, è un cammino verso la santità; noi e i nostri figli siamo chiamati ad essere santi. Liberiamoci dall accezione negativa/riduttiva della santità; comprendiamola come accoglienza e risposta alla chiamata che la Trinità, piena relazione d Amore, ha su di noi (in quanto persone, in quanto sposi, in quanto figli). L uomo nuovo è, in questo senso, la coppia e il figlio che accoglie Gesù nel proprio cuore (o nel cuore della propria relazione) e vive in spirito e verità (Gv 4, 23-24), cioè con l Amore di Gesù, secondo lo Spirito di Gesù, conformandosi a Lui. Autorità è far crescere Se partiamo dall etimologia del termine autorità scopriamo che il significato antropologico ed educativo di questo termine è ben più ampio e profondo dell accezione che normalmente tendiamo a dargli. Nel migliore dei casi autorità è associato alla capacità di educare e porre delle regole senza fatica, alla capacità di indirizzare/condurre; nell accezione più problematica (o negativa) l autorità è la negazione della libertà, l educazione soffocante e irrispettosa dell inclinazione naturale dei figli; più ampiamente è il contrario del lassismo o dell agire democratico. Tutte queste accezioni sono quantomeno riduttive. Approfondiamo: il termine autorità deriva dal termine latino augère (auctoritas > auctor > augeo) che significa far crescere. Raramente associamo all'idea di autorità questo significato; l'autorità, se significa far crescere, è perciò a servizio di qualcuno 1. Ora, come coppie e genitori cristiani, dovremmo guardare a Gesù per comprendere pienamente dove si fondi la nostra autorità, cosa significhi far crescere, essere a servizio di, come agire l autorevolezza che allo sguardo dell altro si impone di per sé, senza costrizione, senza violarne la libertà. Gesù è autorevole amandoci, mostrandoci che solo l amore è credibile: 1 L'autorità può imporsi per se stessa, oppure accompagnarsi ad una costrizione (quella che i Romani chiamavano potestas). La potestas è la costrizione aggiunta ad una autorità impotente ad affermarsi. Si può dire che quando l'auctoritas può fare a meno della potestas si ha l'autorevolezza; quando invece la potestas assorbe l'auctoritas si ha l'autoritarismo. Quindi l'autoritarismo è una autorità non abbastanza autorevole, che quindi richiede la forza. L'autorevolezza, invece, è quella autorità che, grazie al suo valore intrinseco, non ha bisogno di costringere nessuno. L'autorevolezza richiama perciò il concetto di valore; l'autoritarismo richiama il concetto di costrizione. 2

3 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13, 34-35) Quello di Gesù è un comandamento; ma è il comandamento dell amore. E amandoci (e il paradigma di ogni amore umano è l amore coniugale 2, proprio perché ad immagine e somiglianza della comunione trinitaria) che noi testimoniamo ai figli e quindi al mondo, l Amore. Col sacramento del matrimonio, in qualche modo, ci è data da Gesù l autorità di testimoniarlo e la dignità di poterlo fare. Siamo portatori di un grande amore come coppia e questo lo dobbiamo vivere con stima profonda agli occhi di Dio e dei fratelli. L autorità, appunto, arriva dall alto (nella Bibbia ogni autorità procede da Dio); l autorevolezza ce la guadagniamo dal basso. La grazia ci è stata data e ci è data continuamente; nessuno ce la toglie; l autorità ce l abbiamo. Ma l autorevolezza, sia nella reciprocità della vita coniugale sia nella relazione con i figli e con il mondo, si costruisce nella relazione con chi ci sta di fronte: è il nostro coniuge, sono i nostri figli che riconoscono/definiscono l autorevolezza del testimone di Gesù e non del testimone di sé. L autorevolezza si costruisce cioè solo nella relazione d amore. Occorre cioè restare nella grazia per non usurpare l autorità di Dio, restare nell amore che va rinnovato sempre nella liturgia eucaristica e nella liturgia sponsale quotidiana, per portare questa autorevolezza e coniugare relazione con Dio e relazione con gli uomini, i figli, la moglie e il marito. Questo attiva anche uno stile relazionale cristiano. Quando nei vangeli Gesù parla e agisce lo fa sempre con autorità ( Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. - Mc 1,22); i suoi miracoli sono segno di autorità ( Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!» - Mc 1,27), con autorità Gesù assicura la salvezza ai poveri, chiama gli uomini a seguirlo. I suoi interlocutori mettono in discussione innanzitutto la sua autorità ( Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farlo? Mc 11,28). Gesù rende partecipi della sua autorità i suoi discepoli: Poi, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro autorità sopra gli spiriti immondi per scacciarli, e per guarire qualunque malattia e qualunque infermità Mt 10,1. Ma anche: A quanti però l hanno accolto, ha dato potere/autorità di diventare figli di Dio. Gesù agisce un autorità che, grazie alla sua sollecitudine, al suo amore, al suo essere dono suscita in chi lo accoglie uno sguardo di stupore, di accoglienza che riconosce a Gesù l autorevolezza di Dio. Ciò non toglie che Gesù sappia/debba essere anche fermo e severo in più di 2 L amore tra uomo e donna, nel quale corpo e anima concorrono inscindibilmente e all essere umano si schiude una promessa di felicità che sembra irresistibile, emerge come archetipo di amore per eccellenza, al cui confronto, a prima vista, tutti gli altri tipi di amore sbiadiscono. Benedetto XVI, Deus caritas est, 2. 3

4 qualche situazione 3 ; se Dio amasse soltanto e non odiasse il male, sarebbe un Dio contraddittorio 4. Quindi autorità e autorevolezza (a differenza dell autoritarismo) fanno crescere perché inseriti in una relazione d amore vivificante che è tale perché accoglie Cristo, che dà la vita e continua a donarla. Ricevere l autorità di educare da Gesù (e dal Padre, attraverso lo Spirito) significa, come abbiamo già detto, mettersi a servizio di, educare con la propria vita come Gesù nell atto del lavare i piedi alla sua sposa (i discepoli) (Gv 13). Non c è autorità al di fuori di una relazione di libertà (questo rimanda anche alla responsabilità, altro elemento necessario per la vocazione); come Dio ci lascia e ci vuole liberi (senza per questo perdere in autorevolezza ai nostri occhi), così noi non possiamo cadere nella tentazione di agire l autorità come limitazione della libertà. L educazione di un figlio adolescente, da questo punto di vista, chiede una continuo equilibrio tra essere fermi e lasciare andare, tra protezione e autonomia, tra accoglienza e spinta verso l adultità, pur sempre in maniera autorevole. Non c è autorità al di fuori di una relazione di fiducia (fede) e di speranza. Forse proprio la perdita di riferimento delle virtù teologali (fede, speranza e carità), cioè le virtù che facilitano la nostra relazione con Dio, il nostro conformarsi a Gesù, potrebbe dire molto sul disorientamento educativo di oggi. Riporre ad esempio la propria speranza sugli uomini e sul futuro risulta oggi più che mai difficile; oggi è difficile, forse per la prima volta nella storia, immaginare un futuro necessariamente migliore dell oggi. La speranza e la fiducia nutrite dall amore di Gesù ci aiutano a cogliere i segni che ogni giorno danno senso alla nostra vita e a quella dei nostri figli, rendendo così la nostra azione educativa generativa, in particolare con i figli adolescenti; la speranza è una questione della massima importanza in adolescenza: essa consiste nella capacità di tener viva nella propria mente l aspettativa fiduciosa che possa avverarsi qualcosa che si è certi comporterà il proprio bene 5. Forse non c è peggior incontro per un adolescente di quello con un adulto senza speranza. Educare, far crescere un figlio (in particolare adolescente) chiede e offre speranza, chiede a noi genitori (e a tutti gli adulti) di presidiare la speranza e offre speranza perché essa è insita nella loro fase di crescita; la speranza è immaginare il tempo, il luogo e la forma nei quali si concretizzerà il loro progetto di vita, la loro vocazione. 3 Si veda Mt 4, 10 dove Gesù dice al diavolo: Vattene Satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto. In Mt 16,23 Gesù dice a Pietro: Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!. Gesù ammonisce severamente il lebbroso (Mc 1, 43); e rimprovera più volte gli uomini che gli stanno di fronte: Ipocriti (Mt 15,7); O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? (Mt 17,17); Guai a voi scribi e farisei ipocriti, Serpenti, Razza di vipere (Mt 23); Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi e ai venditori di colombe disse: Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato (Gv 2, 14-16). 4 V. Salerno, Lasciarsi riconciliare e il dramma della vita giusta, Ed. Nuova Cultura, Roma 2011, G. Pietropolli Charmet, I nuovi adolescenti, Cortina, Milano

5 Agire autorità e riconoscere autorevolezza sono quindi azioni in stretta relazione al dono di sé in coppia e in famiglia. L autorità in fondo è l amore che accoglie l altro e lo accompagna a sua volta ad incontrare Gesù, ad accogliere la sua chiamata amorevole (vocazione). Crescere è vivere la vocazione all amore Far crescere richiama essenzialmente il tema della vocazione. In quanto sposi/uomo nuovo siamo chiamati a dare corpo nel nostro cammino di vita alle nozze con Cristo, cioè alla piena partecipazione alla verità e all amore che è la prospettiva escatologica di ogni persona e di tutte le persone insieme (in quanto Chiesa). Siamo chiamati, in termini educativi, a testimoniare (in particolare ai figli) l Amore di cui siamo frammento e a cui siamo chiamati. Parlare di vocazione all amore è possibile nell ambito di una relazione d amore; la vocazione è la forma della relazione; la mia relazione con Dio (come la relazione con mia moglie e con i miei figli 6 ) non resta generica, ma acquista una sua qualità, una sua specificità vocazionale. Come coppia siamo quindi innanzitutto chiamati a far crescere la risposta alla nostra vocazione (cioè alla chiamata di Gesù) e a discernere, focalizzare e agire sempre più e sempre meglio la risposta alla domanda: a cosa siamo chiamati insieme? Solo accogliendo Cristo in noi e dando forma alla nostra vocazione noi possiamo aiutare a far crescere i nostri figli (in quanto uomini e donne nuovi) in una prospettiva vocazionale. Il nostro difficile compito è educare i figli alla relazione con il Dio trinitario e alla libertà nella verità, e saranno loro nella piena libertà dei figli di Dio a trovare, in questa relazione, la propria vocazione nuziale. Parlare delle vocazioni, valorizzarle, incontrare in famiglia persone che vivono diverse vocazioni è importante, fa parte del nostro fondamentale compito di favorire l'incontro dei nostri figli con la realtà, e in questo caso con le diverse vocazioni nuziali nella Chiesa, che esprimono diversi volti del mistero di Cristo e della Chiesa. La persona vergine è la forma delle nozze dell Agnello e ricorda ad ognuno di noi che lo Sposo è uno solo assoluto. Il sacramento delle nozze è forma amoris ed è espressione della relazione di Cristo e della Chiesa nella sua specificità. L ordine sacro è forma dello sposo che dona la Chiesa a se stessa donando se stesso 7. Ritorna quindi la dimensione di reciprocità che abbiamo esplorato un po in tutto questo percorso: il generare e l essere generati, l educare e il lasciarsi educare, il far crescere reciprocamente coniugalità e genitorialità. La famiglia è grembo che fa crescere l uomo nuovo se prende atto che la relazione genitoriale cresce solo nella relazione coniugale ed entrambe nella relazione con Dio. Anzi nella fase adolescenziale e giovanile i figli chiedono alla coppia coniugale/genitoriale una nuzialità ancora 6 In questo senso anche la relazione con i figli che non abbiamo e/o che non abbiamo avuto specifica la nostra vocazione. 7 F. Pilloni, "Teologia nuziale dei sacramenti del matrimonio e dell'ordine" in R. Bonetti, Teologia nuziale e sacramento degli sposi, Effatà editrice, Cantalupa (TO) 2003,

6 più decisa e più profonda, perché solo l amore sinfonico coniugale educa e fa crescere il figlio nato da loro e loro donato da Dio. Mettere al mondo un figlio è poi destinare anche lui alla pienezza del suo destino, che è quello escatologico nuziale. Anche il figlio che nasce è destinato alle nozze con Dio 8. Bibliografia di riferimento Bonetti Renzo (a cura di), Teologia nuziale e sacramento degli sposi, Effatà Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali dell Episcopato italiano per il decennio Lacroix Xavier, Passatori di vita. Saggio sulla paternità, EDB 2005 Domande per i gruppi Cosa significa per noi oggi, in quanto coppia, crescere nella verità e nell amore? Cosa significa per noi oggi, in quanto genitori, far crescere i nostri figli nella verità e nell amore? Come viviamo la dimensione dell autorità in famiglia? Quanto e come ci prendiamo cura della nostra vocazione nuziale? Viviamo la relazione tra la nostra vocazione nuziale e la chiamata alla nuzialità dei nostri figli? 8 G. Mazzanti, Da Cana la Luce, EDB, Bologna 2005, 30. 6

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