Come crescono oggi i bambini tra tanti coetanei e adulti?

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1 Come crescono oggi i bambini tra tanti coetanei e adulti? Pinuccia Fagandini: Psicologa psicoterapeuta, Azienda Ospedaliera Arcispedale S.M.Nuova Come crescono i bambini oggi in relazione e se stessi, ai coetanei, in relazione alla famiglia, in rapporto alla città e al territorio : cerchiamo di gettare uno sguardo per riuscire a capire e comprendere quelle che sono le tendenze, i vissuti, gli atteggiamenti che i bambini e gli adulti realizzano. L obiettivo è riflettere attorno a temi che riguardano l educazione e la genitorialità e soprattutto a come cambia la genitorialità col passare del tempo. Il mondo esterno L interrogativo del tema di questa sera è un interrogativo molto impegnativo: come crescono oggi i bambini tra tanti coetanei ed adulti?. Credo che la prima cosa che dobbiamo proprio conoscere è la realtà delle famiglie nel Comune di Reggio Emilia, quindi come sono oggi le famiglie e come sono composte. Le famiglie più numerose percentualmente sono quelle composte da una persona sola (le famiglie monopersonali) e come vedete sono in aumento (un aumento che ha caratterizzato gli ultimi 10 e 15 anni al punto da portare al primo posto le famiglie monopersonali rispetto alla famiglia modale classica che era la coppia coniugata con figli). Questa tipologia è passata al secondo posto non solo ma sono in calo: dal 31 al 27,7%. La famiglia, quella che corrisponde alla nostra idea anche un po stereotipata di famiglia (marito, moglie e figli), non rappresenta che il 27,7%. La terza tipologia, quella più consistente, costituita dalle coppie coniugate senza figli (sia dalle coppie che non hanno ancora procreato o che non procreeranno, sia dalle famiglie i cui figli sono già usciti di casa, quindi dalle coppie anziane); dico questo perché se andiamo a vedere le coppie con altri membri e le coppie con figli e altri membri vediamo che riguardano delle percentuali molto esigue e comunque in calo, dunque questo significa che abbiamo le prime tipologie familiari che sono tipologie in cui è presente una sola generazione e queste considerazioni ci portano ad entrare nel merito del nostro argomento. Ma proseguiamo con i dati. Sono in aumento al quarto posto le nuove tipologie: le famiglie con un solo genitore ( madri con figli, padri con figli). In particolare madri con figli. Perché aumentano le famiglie con un solo genitore? Non si tratta di famiglie relative all aumento delle vedovanze, sono famiglie dovute all aumento delle separazioni e dei divorzi, ovviamente. Lo stesso motivo è all origine dell aumento delle famiglie monopersonali, dal momento che da ogni famiglia con figli che si separa ne nascono due: una di una persona sola ( il genitore non affidatario, generalmente il padre), e una del genitore affidatario con figli, generalmente la madre. Le famiglie in cui sono presenti tre generazioni, le famiglie cosiddette allargate, con la presenza dei nonni sono pochissime da 0,7 a il 2% e in calo costante.

2 Dunque la famiglia predominante oggi è una famiglia mononucleare composta dalla coppia genitoriale e dai figli; quindi al massimo i figli vivono in un contesto famigliare alla presenza di una generazione, come dicevamo prima. Le famiglie sono dunque sempre più piccole, nel senso che la dimensione media famigliare è continuamente in calo; e i bambini sono dunque in presenza di poche, sempre più scarse relazioni dentro la famiglia. Se noi guardiamo le coppie per numero di figli vediamo che il 53,6% (quindi la percentuale più elevata) è costituita da coppie con un solo figlio, il 37,4%, con due figli e così a scalare fino alle eccezioni 0,3% le coppie con cinque e più figli. Questi bambini allora, in che contesti vivono? Vivono in contesti famigliari dove hanno poche relazioni orizzontali cioè pochi fratelli o nessun fratello e pochi cugini( i giovani genitori sono a loro volta figli unici, o hanno solo un fratello e a loro volta procreano assai poco per cui abbiamo pochi fratelli, pochi cugini, dunque poche relazioni orizzontali tra pari); d altro canto, per effetto del prolungamento dell età media e anche della qualità della vita degli anziani, abbiamo molti anziani; quindi i nostri bambini mediamente molti nonni e addirittura parecchi bisnonni. Hanno dunque delle relazioni a livello familiare, connotate da una netta prevalenza di adulti, piuttosto che relazioni con i pari, con altri bambini. A fronte di questa situazione va detta una cosa importante per la nostra città e cioè che Reggio Emilia è la prima città in cui si è verificata la ripresa della natalità, che è avvenuta a Reggio nel 2000 e che in alcune altre città del centro e nord Italia si sta verificando anche in questi anni. L indice di fecondità, che è dato dal rapporto di numero di nati e il numero di donne in età feconda tra 15 e 45 anni, è raddoppiato dal 1986 (che era stato l anno del calo più rimarcato). Questa ripresa della natalità, voglio subito sfatare un pregiudizio diffuso, non è dovuta soltanto alla presenza migratoria, anche se certamente le famiglie immigrate sono più prolifiche di quelle reggiane, ma, come Osservatorio Famiglie, abbiamo provato a scorporare i nati da genitori entrambi reggiani e i nati da coppie straniere o miste e abbiamo visto che la ripresa riguarda proprio i bambini nati da genitori entrambi reggiani mentre c è un calo nell indice di fecondità, pur rimanendo più elevato di quello reggiano ovviamente, delle coppie immigrate. Naturalmente il discorso sarebbe lungo; mi limito ad accennare brevissimamente tre elementi che possono essere individuabili come fattori che motivano la ripresa della fecondità perché a Reggio e non in un'altra città: a) il primo elemento è sicuramente un cambiamento dei ruoli di coppia e una maggiore condivisione dei compiti di cura per cui oggi molte giovani coppie non vedono più dei padri assenti e delle madri che devono sobbarcarsi la cosiddetta doppia presenza quindi il lavoro di casa e il lavoro fuori casa, ma c è una maggiore condivisione quindi i padri ci sono un po di più e questo ha favorito la ripresa della natalità insieme però ad altri fattori b) un secondo fattore è quello delle condizioni di vita dei nonni che sono oggi i cosiddetti Young Old cioè i giovani anziani che non solo vivono più a lungo ma vivono meglio e quindi sono efficienti e in grado di accudire i nipoti (quindi la robusta rete parentale) c) e il terzo fattore rilevante, e questa sera va naturalmente sottolineata la cosa, è la capacità delle famiglie di riconoscere e individuare nelle scuole dell infanzia, nei nidi, quindi nei servizi educativi un livello di eccellenza, quindi il potersi fidare, l avere fiducia nell affidare i propri figli ai servizi educativi ritenuti dalle famiglie di alta qualità. Questi stessi tre motivi non a caso spiegano, al contrario, il calo dell indice di fecondità che avviene nel centro-sud del nostro Paese dove è in atto non una ripresa ma una diminuzione della natalità, poichè non ci sono servizi e non c è condivisione dei compiti di cura, si invecchia in condizioni diverse ecc. Quindi nella nostra realtà, le molte relazioni con gli adulti e le poche relazioni con i coetanei indicano l importanza delle strutture educative per la socializzazione.

3 Tornando ai nostri dati, un affondo sulle famiglie monogenitoriali è necessario perché sono una delle nuove tipologie familiari; già abbiamo visto il prevalere delle madri (l 84% madri con figli, 16% padri con figli), ma se a qualcuno venisse il dubbio che non si trattasse di fenomeni legati alla separazione basterebbe guardare alle classi di età: il picco l abbiamo proprio tra i 29 e 40 anni, qui aumentano enormemente le madri con figli, quindi sono proprio famiglie monoparentali matricentriche dovute alla separazione. Del resto un dato flash che conferma un fenomeno in aumento: sempre nel 1986 a Reggio Emilia si sono registrate 6 separazioni, nel 2003 si sono registrate 112 separazioni. Mi riferisco alle separazioni perché per i divorzi non sono un dato così attendibile in quanto passano anni prima che si traducano in divorzi e alcune non arrivano neanche ai divorzi. È quindi il dato più attendibile quello delle separazioni. E poi c è una nuova tipologia famigliare: le famiglie ricostituite. Queste madri sole, e queste coppie che si separano, spesso ricostituiscono altre famiglie, sia in coppie di fatto sia coniugalmente; adesso noi abbiamo questa nuova tipologia emergente che è in forte aumento Il principale problema riguarda il cosiddetto terzo genitore (Oliverio Fararis). Occorre anche qui sfatare un pregiudizio un po negativo: senza sminuire l indubbia sofferenza della separazione dei genitori mi piace però usare l intuizione di Chiara Saraceno e Irene Bernardini che dicono: forse le nuove famiglie allargate, visto che stanno diminuendo le famiglie allargate in senso tradizionale (abbiamo detto prima; dunque forse i bambini nelle famiglie ricostituite devono stabilire relazioni con nonni biologici, nonni acquisiti, genitori biologici, genitori acquisiti, fratelli del nuovo padre o della nuova madre, fratelli nati dalla nuova unione del genitore biologico con il nuovo genitore, insomma bambini che vivono in una rete di relazioni più ricca rispetto ai bambini che vivono in una famiglia mononucleare classica. Infine, per completare il quadro, una nuova tipologia di famiglia che non possiamo ignorare, è quella che ha origine dalla presenza multiculturale nella nostra città. Gli immigrati sono il 9,3% della popolazione; ma se noi andiamo a vedere i bambini da 0 a 6 anni nati a Reggio Emilia scopriamo che invece i nati nel 1999, quindi che hanno 6 anni, sono al 12% composti da bambini nati da famiglie extracomunitarie. Nel 2004 passano al 25% dei bambini nati a Reggio. Quindi è un fenomeno che non possiamo più ignorare, fa parte della nuova composizione delle famiglie. Detto questo, se questo è il quadro di riferimento, sia pure sommariamente indicato, quali sono le considerazioni che possiamo fare per capire anche i ruoli educativi, le possibilità educative? Il primo aspetto che vorrei sottolineare riguarda le famiglie sempre più piccole, che sono anche famiglie più isolate, (la maggior parte delle famiglie che vive in appartamenti e forse non pensa mai che la parola appartamento deriva dall appartarsi quindi dall isolarsi, dall estraniarsi rispetto ad un contesto sociale ). Nel nostro tempo la privacy è diventata una sorta di parola sacra molto positivamente connotata; ci sono infatti, una serie di parole che sono: discrezione, riservatezza, riserbo, non intrusività, rispetto.. ecc; noi diciamo oggi è una famiglia molto riservata, per bene, io non mi faccio gli affari altrui non mi intrometto pensando di noi che questo sia un comportamento corretto... Ma poi, se osserviamo, ci sono alcune altre parole che sono vicine alle precedenti e sono: indifferenza, disinteresse, noncuranza. È molto difficile stabilire il confine fra il rispetto della privacy, della riservatezza, dell altro, non impicciarsi in sostanza, e il disinteressarsi; noi spesso confondiamo i due termini e i due comportamenti conseguenti. Questo isolamento delle famiglie produce delle insicurezze educative nuove, insicurezze che non erano presenti nei genitori delle generazioni precedenti, perché esisteva la possibilità di condividere all interno di una famiglia più vasta, di avere un parere su come comportarsi educativamente in una situazione poniamo problematica. Oggi proprio la famiglia chiusa nel suo appartamento, appartata, non ha più questo confronto con le altre famiglie e vive nuove insicurezze educative dovute anche al fatto che i genitori oggi sono diventati più esigenti con se stessi rispetto alle proprie prestazioni educative. Vogliono essere bravi genitori (e questo va bene), ma a volte il desiderio di esser bravi

4 genitori può portare anche a commettere involontariamente degli errori e questa ansia genitoriale nuova può essere dannosa nelle relazioni educative. A ciò si aggiunga l azione negativa dei media, dove la famiglia non è mai oggetto di trasmissione televisiva se non quando c è un infanticidio: allora la famiglia va alla ribalta delle cronache. Quindi siamo sempre di fronte a queste due rappresentazioni della famiglia: da un lato la famiglia armoniosa del Mulino Bianco dove tutto funziona, dove tutti al mattino si svegliano di buon umore, vanno al lavoro contenti dove non c è mai niente che non funzioni, dall altro la famiglia invece con problemi gravissimi (diecimila trasmissioni sul delitto di Cogne, su Erika e Omar, sulle tragedie familiari ). I giornalisti in questo sono un po colpevoli perché quando vanno a fare questi servizi, immancabilmente sentirete dire che si trattava di famiglie normali. Questo genera nei genitori pensieri del tipo: se questa cosa terribile è accaduta in una famiglia normale come la mia può accadere anche a me e questo aumenta l ansia genitoriale. E i genitori dove cercano le risposte? Le cercano nell esperto, che in questo tipo di trasmissioni non placa l ansia genitoriale, anzi alimenta questa sfiducia e paura di sbagliare nei comportamenti educativi. Il fatto che le famiglie si costruiscono delle regole interne educative, non condivise con altre famiglie generalmente fa sì che oggi esse sono assolutamente autoreferenziate e la misura della propria riuscita educativa la cercano nella riuscita dei figli; in mancanza di altri parametri se i miei figli, mio figlio (spesso unico e quindi non posso permettermi di sbagliare perché ne faccio uno solo di figli e deve essere non proprio perfetto ma quasi) non corrisponde alle aspettative, dove ho sbagliato?. Davanti al bisogno di riscontrare questa riuscita educativa dei figli li misuro secondo le prestazioni: allora, cammina precocemente? parla precocemente? è un genio della musica? è un genio del computer?... questi sono gli elementi che sembrano tranquillizzare i genitori. Sono stata capace sono stata una brava madre o un bravo padre, se i risultati mi arrivano dal versante delle capacità e delle abilità dei figli. Questo porta naturalmente alla competitività: è molto naturale che la competitività tra i bambini sia la conseguenza della competitività tra i genitori; per esempio, come denunciano i pediatri, abbiamo un forte aumento dei bambini che già in prima elementare manifestano somatizzazioni, mal di testa, mal di stomaco ecc. prima della verifica, anche perché quando arrivano a casa da scuola molto spesso i genitori come prima domanda pongono come è andata la verifica? e quindi come faranno questi bambini a non investire tanto sulla verifica? La sociologa Chiara Saraceno che ho già citato parla, a questo proposito, di familismo amorale. Perché usa questa espressione presa dalle mafia? La famiglia mafiosa è una famiglia che è volta a ricercare il massimo del bene al suo interno mentre all esterno non segue alcuna morale e quindi è tutto possibile, si può uccidere, si può taglieggiare, si può rubare, insomma fare qualsiasi cosa mentre all interno c è un codice rigoroso di comportamento da seguire. Trasportare questo termine alle famiglie odierne si vuol dire che un pochino sta succedendo così anche nelle famiglie che si costruiscono la propria morale interna e che rimandano ai figli dei messaggi del tipo tu non ti impicciare, tu fatti gli affari tuoi, pensa per te : questo è un familismo morale che esclude la solidarietà con gli altri bambini, con le altre famiglie e che insegna che le uniche regole che valgono in sostanza sono quelle prodotte dentro la famiglia. Questa competitività e questo familismo amorale spingono spesso le famiglie a cercare quanto più precocemente possibile di posizionare i figli a livelli elevati: da qui tutte le attività integrative: strumento musicale e palestra, lingua straniera, ecc. Sia ben chiaro, non ho niente contro queste attività, mi preoccupa l ingolfamento nella vita dei bambini con queste attività, al punto che a questi bambini spesso mancano di tempi e i luoghi per il gioco spontaneo: non ci sono più i cortili, non ci sono più occasioni di giocare spontaneamente e ai bambini, anche per effetto di una cultura produttivistica che è quella che caratterizza il nostro tempo, non si consente neppure di starsene lì buoni, di pensare, di star tranquilli. Nelle scuole dell infanzia, per esempio, esistono e sono molto importanti anche delle nicchie, zone di quiete, zone dove i bambini possono fermarsi semplicemente ad ascoltare un loro pensiero, rielaborare un offesa o un pensiero.

5 I bambini hanno anche bisogno di non fare niente, è la nostra mentalità produttivistica che li costringe a fare sempre qualcosa. Quindi Che cosa hai fatto oggi pomeriggio?, Che cosa hai fatto a scuola? Il prodotto, l ansia di vedere il prodotto! Da qui allora il ruolo davvero decisivo dei luoghi dell educazione, sia perché diventano i soli luoghi in cui i bambini incontrano tanti altri bambini e perché li incontrano secondo modalità relazionali che non sono la competitività e che non sono tutto quello che purtroppo serpeggia tra le famiglie. Ora non vorrei sembrarvi troppo pessimista, negativa, quindi bisogna alla fine arrivare a qualche indicazione positiva e l importanza dei luoghi educativi è proprio questa: promuovere quella costruzione di fiducia educativa di cui parlava Lorena nella sua introduzione, cioè favorire nei genitori la consapevolezza di possedere un sapere educativo, quindi favorire la costruzione di questa fiducia, che è in parte da inventare, perché si tratta di modelli nuovi da inventare. Valorizzare le risorse possedute dai genitori, nel senso che, piuttosto che aspettarsi le risposte dall esperto di turno o piuttosto che rielaborare in privato, nel chiuso del proprio appartamento, è importante condividere, mettere insieme esperienze; questa mi sembra la via più importante per, in qualche modo, contrastare i rischi insiti in quell isolamento, in quella indifferenza genitoriale che dicevo prima. È molto importante la condivisione di esperienze.il fatto di condividere esperienze sembra una banalità, ma in realtà il solo fatto di sapere che un altra famiglia sta vivendo lo stesso problema che sto vivendo io e saperlo, dircelo, scambiarci questa paura, allevia tantissimo l ansia. Solo il poterla comunicare, quindi condividere timori e speranze, creare occasioni informali e semi-formalizzate di incontro tra i genitori, proprio perché la circolazione delle esperienze è la prima possibilità di costruire questa genitorialità diffusa. Il concetto di genitorialità diffusa è esattamente il contrario dell isolamento: genitorialità diffusa significa sentirsi responsabili non solo dei propri figli ma anche del contesto in cui vivono i figli. Ecco il tema di questa serata: l importanza di questa serata, l importanza di questo tema è proprio questo. I bambini devono vivere con altri bambini e con altri adulti e noi ne siamo responsabili. Saremmo miopi se pensassimo di essere responsabili in privato solo del bene del nostro o dei nostri figli; noi siamo responsabili del contesto in cui i nostri figli vivono e quindi prendersi cura dei nostri figli significa anche prendersi cura del loro contesto. Questo chiama in primo piano il ruolo del territorio, le reti territoriali, le reti relazionali, le reti del vicinato e la cultura della domiciliarità come cultura del sentirsi a casa, dell abitare un territorio che ci corrisponde, al quale noi corrispondiamo, che ci conosce e che noi conosciamo. Abitare ha la stessa radice di abitudine, abituale e quindi è il luogo che ci riconosce e nel quale noi ci riconosciamo: questo è molto importante. Per costruire delle reti tra famiglie, tra genitori sul territorio, vorrei sottolineare il ruolo simbolico decisivo della porta e della soglia. La porta è al tempo stesso rivolta all esterno e all interno, una porta che si apre è un lasciare uscire e un lasciare entrare esperienze, conoscenze, relazioni, quindi la porta è un luogo fisico ma anche un luogo simbolico. Chiudersi, rinchiudersi oltre la soglia o oltre la propria porta, significa preludersi a tutto un mondo esterno di esperienze, di conoscenze, di relazioni che, in questa variegata situazione di contesto famigliare, bussa. Sta poi a noi vedere se vogliamo aprire o no. Questo entrare/uscire delle esperienze e delle relazioni richiama quindi il tema degli spazi vissuti e dei tempi vissuti: lo spazio non come spazio anonimo o addirittura ostile. La paura dell esterno è aumentata in questi anni: la paura del pedofilo, dalla paura delle minacce dell esterno (che non è infondata) non si combatte in casa propria dicendo Allora ti accompagno sempre io, così ti preservo ma è creando un territorio solidale che si può costruire una sicurezza urbana, sociale, relazionale che fa crescere un pochino più sereni; e sono gli spazi urbani che abitiamo che dobbiamo sentire come nostri e sentirci appartenenti ad essi.

6 Quindi mi piace concludere su questa circolarità tra bambini, famiglia e scuola come una circolarità virtuosa, che può dar vita a solidarietà, rafforzare la fiducia reciproca fra famiglie e servizi educativi, nel valorizzare le reciproche risorse: le famiglie che valorizzano le risorse dei servizi educativi e i servizi educativi che valorizzano le risorse delle famiglie nel territorio. Un ruolo decisivo in questo è svolto dalle emozioni e dai sentimenti perché crescano insieme scuola, territorio, famiglie. Il mondo interno : La fatica, il piacere, la felicità di crescere Abbiamo parlato del mondo esterno, dei cambiamenti veramente grandi che ci sono stati nella struttura della famiglia anche nella nostra città soprattutto negli ultimi anni ; ora cercheremo di parlare del mondo interno, dei sentimenti, delle emozioni che continuano ad abitare le nostre famiglie e abitano anche i nostri incontri con le insegnanti e con le altre famiglie. Volendo parlare di emozioni e sentimenti in un contesto di complessi cambiamenti sociali ho pensato al titolo la fatica e il piacere che portano alla felicità di crescere. Ho scelto come prima parola fatica, perché la fatica può essere bella, la fatica può dare felicità, la felicità della conquista, del sentirsi forte, capace. Per introdurre questi argomenti legati alla complessità dei sentimenti abbiamo pensato di leggere un brano come introduzione ; può sembrare triste ma non lo è, rappresenta la forza nella fatica di crescere dei bambini. Da I quasi adatti di Peter Hoeg La donna era uscita, prima di andarsene mi guardò un istante e io seppi che doveva fare questo lasciarci soli, la bambina era seduta accanto sul divano la guardai e pensai che ora la responsabilità era mia, lei era andata verso la porta da cui era uscita la donna da lì mi chiamò le andai vicino era molto seria, la pelle del viso sembrava sottilissima fragile come carta nascondeva un dolore impenetrabile ma non piangeva era come se volesse provare qualcosa -Aspettiamo quidisse, ci sedemmo per terra con la schiena appoggiata alla porta. L anticamera era fredda, eravamo sedute uno accanto all altra, alzò lo sguardo su di me -La mamma torna presto- disse, -presto-; era la prima volta in assoluto che si riferiva al tempo e allora capii il messaggio, cercava di dare un ordine al mondo. Sul pavimento quando mi ero seduta accanto a lei avevo visto in che modo le appariva il mondo, come lo vedeva nei suoi occhi: grande ed opprimente. All interno di questo caos cercava con le parole di costruire dei tunnel di ordine mettere ordine, significa riconoscere attorno ad un bambino le persone vanno e vengono, gli oggetti appaiono e vengono portati via, l ambiente prende forma e si dissolve; allora lei aveva usato le parole, le parole richiamano e fissano quello che è lontano. Alzò lo sguardo su di me gli occhi erano pieni di lacrime ma non piangeva era come se riuscisse a sopportare il dolore... Ho scelto questo pezzo perché parla della separazione : è quello che succede quando, le prime volte, si lasciano i bambini al nido, alla scuole dell infanzia, è quello che succede dentro di noi come mamme, quello che succede ai nostri bambini e quello che succede agli adulti che accolgono i nostri bambini. L attaccamento e la separazione fanno parte del legame, queste sono emozioni e sentimenti che fanno crescere, che fanno diventare grandi. Il legame, la dipendenza sono indispensabili alla sopravvivenza fisica e psichica ma la nascita e la crescita del pensiero è possibile solo attraverso la differenziazione. L incontro-confronto con gli altri è importante non solo per i bambini, anche per noi adulti. Lo sviluppo del mondo interno dipende dall istaurarsi della distinzione tra sé e gli altri, è questa differenziazione che permette la costruzione di uno spazio interiore che possa contenere fantasie, emozioni, pensieri.

7 Altro elemento che cogliamo dal racconto è l importanza del linguaggio. La bimba del racconto dice: -la mamma torna-. La magia del linguaggio schiude al bambino prospettive infinite nel suo navigare dei due mondi esterno e interno. Attraverso il linguaggio il bimbo può recarsi in luoghi mai immaginati, andare indietro nel tempo o avanti nel futuro proprio grazie al linguaggio che è comunicazione con l altro. Il bambino può recarsi in quei luoghi non da solo ma con altre persone: adulti, bambini, nonni, terzo genitore, tutta la popolazione delle nuova famiglie che abbiamo prima descritto e questo viaggio nel viaggio è accompagnato dai legami affettivi. Per rappresentare il mondo interno uso la foto che rappresenta due bambini di età diverse che camminano lungo un sentiero tenendosi per mano e un gattino dietro di loro. Mi piace molto perché dà l idea di come è un viaggio, un viaggio bello e non da soli, di come è importante che i bambini stiano con altri bambini, che ci siano bambini grandi che tengono per mano bambini piccoli, che ci siano gli animali, che ci sia la natura, che ci sia una strada che segna il percorso. La creazione del mondo interno permette al bambino di portare, tenere dentro di sé l amore che ha ricevuto anche quando i suoi genitori sono lontani, il mondo interno è prezioso per questo, perché i nostri bimbi si portano dentro la mamma e il papà, i nonni, i fratelli, tutti i legami che hanno, se li portano dentro anche mentre vanno da soli, mentre vanno al nido o giocano con i loro amici. Oltre alle immagini, utilizzo le vostre parole preziose che in questi anni ho raccolto perché me le avete regalate, i pensieri dei bambini e i pensieri dei genitori. Questo bambino,salvatore, a tre anni è riuscito a dare l idea di cose vuol dire diventare grande nel modo migliore possibile Ricordo che avevo un anno non ero grande, adesso sono grande mi piace fare la battaglia con le armi finte poi so anche disegnare però preferivo quando ero piccolo perché mi piace il latte da bere, adesso piace fare giochi con il mio papà qui a scuola mi piace fare i giochini con i puzzle, i miei amici sono l Elisa e l Irene sono le mie amiche anche perché gli voglio tanto bene, poi ci sono l Annalisa e Roberto e ci faccio le costruzioni e i castelli, mi piacerebbe fare il muratore perché mi piace moltissimo perché quando viene il terremoto costruisco alla mia mamma una casa nuova. C è tutto il senso del diventare grande; a 3 anni ha già la nostalgia di quando era piccolo e la voglia di diventare grande come il suo papà e di costruire una casa alla sua mamma. Ora ritorniamo ai genitori e quindi alla nascita; scelgo questa frase che dà l idea di come la nascita sia veramente un esperienza indescrivibile : Sempre la nascita di un bambino non conduce all originario ma al reale in conoscibile. Chi ha più di un figlio lo sa bene : ogni bambino è diverso dall altro, ogni nascita è diversa, ogni volta scopri un altro mondo. Un altra frase importante, tra quelle dei genitori: Conoscere il proprio figlio è difficilissimo, anche perché forse non si è predisposti a conoscere Si ha paura che qualcuno lo conosca diversamente da come lo hai conosciuto tu o che lo conosca così come è Quest altra è una mamma che racconta l esperienza dei primi mesi di vita a partire dal parto: Non è stato facile dire questa è mia figlia, perché tra la gestazione e la sua nascita c è un grande buco nero che metaforicamente non è l utero ma proprio un vuoto, una mancanza spazio tempo. Quello che frega gli esseri umani sono i sentimenti, quella parte di noi stessi che grida più forte di ogni altra voce e con quelli ho dovuto fare i conti quel tanto sospirato e temuto giorno, il giorno del parto. Quello che lega me e mia figlia è un grande vuoto che abbiamo iniziato a colmare conoscendoci e amandoci giorno per giorno un po di più. La nascita e la crescita di un figlio è una grande esperienza ; è anche un modo per verificare quanto nella realtà della vita ci sia di comune, quanto ci può unire e far riconoscere nell altro da qualsiasi nazione provenga. Il desiderio di genitorialità, la nascita di un figlio,il crescerlo è fondamentale in tutte le culture ; è emozionante scoprire quanto si può capire confrontando la nostra esperienza di genitori con l esperienza della famiglia che viene dalla nazione più lontana. L esperienza dei sentimenti tra genitori e figli è complessa e contraddittoria.

8 Per cercare di darne il senso uso un altra frase di un bambino. La uso spessissimo perché Alessio a 5 anni è riuscito a rendere comprensibile un concetto difficilissimo della psicanalisi, l ambivalenza, cioè il fatto che i sentimenti più profondi sono conflittuali, si mescolano negli aspetti positivi e negativi, si intrecciano continuamente. Alessio dice: I maghi sono buoni e le streghe sono cattive, per esempio se un bambino è nato da una strega e uno stregone è cattivo, se invece è nato da una mamma strega e un papà mago allora è un po buono e un po cattivo, se ha la mamma e il papà maghi allora è buono. fin qua cercava di mettere in ordine le cose poi gli sono venuti i dubbi: ma anche le fate sono un po cattive perché tutti anche sono un po cattivi, perché e le streghe può essere che siano un po buone come quelle nel Mago di Oz... Così Alessio ha capito che le mamme e i papà sono un po buoni e un po cattivi, le maestre sono un po buone e un po cattive e i bambini anche. Tutti i giorni i bambini devono convivere con queste contraddizioni, però rimangono sempre sicuri che, un po buoni e un po cattivi la mamma e il papà rimangono sempre la loro mamma e il loro papà, oggetti d amore, ma anche di rabbia. Questi sentimenti contraddittori, appunto ambivalenti, non attaccano il legame,la relazione genitori-figli. La mamma è un oggetto d amore particolarmente contraddittorio; questo è il disegno che una bimba ha fatto della mamma incinta del fratellino, guardate la faccia cattiva di questa mamma e il fratello come è messo dentro la pancia, tutto storto, come commento ho messo questa mamma è un po fata e un po strega, un po più strega. Giovanni, 4 anni, parla dei sentimenti e dice I sentimenti si fanno con il cervello. I sentimenti sono odiare, essere amici, non essere amici ; Giovanni ha nominato come primo sentimento l odio. I bambini hanno continuamente a che fare con tutti i sentimenti,soprattutto con quelli più scomodi. Tutti i bambini nascono con una ricchezza di possibilità infinita come abbiamo visto dalle cose che hanno detto, con una capacità innata di mettersi in relazione, in ricerca, di mettersi alla scoperta di sé, degli altri, del mondo. Per questo occorre lo sguardo di un adulto che valorizzi quello che c è dentro al bambino: le abilità, le risorse, i pensieri e le esperienze, rispettando la diversità di ogni bambino. Proteggere il proprio figlio non significa proteggerlo solo fisicamente ma proteggere la sua anima, il suo cuore, non farlo morire dentro, salvare la voglia di scoprire, di vivere, i suoi sogni. Questa mi sembra la cosa più importante visto che siamo sempre così preoccupati per i nostri figli, per il loro futuro. Dovremmo invece cercare di non far passare questa preoccupazione ai nostri figli e cercare, attraverso di loro, attraverso la felicità e la fatica del crescere, mantenere anche la nostra speranza di adulti, la nostra fede al futuro. E la speranza nel futuro la forza che fa crescere. Per fortuna non siamo chiusi nei nostri appartamenti ma ci sono tante altre famiglie con cui possiamo condividere questa esperienza della crescita, ci sono i nidi e le scuole dell infanzia. Qui uso una frase che mi sembra importante I bambini hanno bisogno d avventure ( anche gli adulti ne avrebbero bisogno). La funzione dell adulto in questo accompagnamento nell avventura è rendere pensabile, comprensibile, vivibile la realtà anche se è difficile, anche se fa paura, anche se è sconosciuta. C è una frase molto bella : Essere genitori significa dare radici e ali. Pensando alle radici ho pensato ai bambini stranieri, abbiamo tantissimi bambini e famiglie che provengono da paesi lontani. L emigrazione è lo specchio del giorno che ingrandisce le difficoltà del passaggio, visto che consumiamo la vita a fare internamente passaggi ad attraversare frontiere. L emigrazione concreta è quella che vediamo noi nel mondo esterno ma le famiglie immigrate extracomunitarie nella nostra città non fanno altro che renderci più consapevoli delle emigrazioni interne nostre, da una fase all altra della nostra vita, da un passaggio all altro delle nostre esperienze, delle nostre emozioni. C è un papà arabo che ci parla di radici e dice La cosa più

9 importante è il viaggiare perché la radice e l origine non la possiamo togliere ai bambini. Arriverà il momento in cui il bambino chiederà: dove sono i miei nonni? Dove sono nato? Questo è il viaggio avanti e indietro nella storia della nostra vita, questo continuo tornare indietro e andare avanti... Le difficoltà che abbiamo nel pensare al futuro a nel sostenere il desiderio d avventura dei nostri figli provengono dalla situazione sociale generale in cui ci troviamo, soprattutto per come ci viene comunicata attraverso i media. Il pericolo dei messaggi mediatici è la rappresentazione di un mondo globalmente drammatico e senza speranza tale da produrre anestesia dei sentimenti o terrore senza nome e senza pensiero. Il rischio è una realtà senza pensiero, adulti senza chiave di lettura, senza storia da trasmettere ai bambini. Se ci lasciamo travolgere dalle informazioni che ci bombardano tutti i giorni attraverso i media, rischiamo davvero di cercare di non provare più emozioni perché diventano intollerabili, ci fanno stare troppo male; oppure cerchiamo di non pensare perché ci sembra di non avere soluzioni per questi problemi, così grandi, che ci cadono addosso. Occorre ritrovare una cultura dell educazione in una società che cambia troppo velocemente ed espone tutto, anche gli incubi dell inconscio (basta pensare ai vari Cogne ) mettendo allo scoperto emozioni troppo forti, impossibili da gestire da soli davanti alla tv, da soli dentro le singole famiglie. Il rischio è che la famiglia sia troppo isolata, piena di bombe emotive difficile da contenere; i bambini soli davanti alla TV si trovano a dover rielaborare avvenimenti e realtà troppo lontani, che non servono per la loro vita reale e per la loro esperienza di crescita, mentre non sempre possono sperimentare quello che a loro serve: la loro autonomia, l autonomia fisica, il potersi muovere, il poter correre, il poter andare a piedi da una casa all altra, il poter giocar fuori. Nelle nostre scuole, nelle nostre famiglie troviamo sempre di più bambini abilissimi nel linguaggio, abilissimi dal punto di vista cognitivo ma sempre meno autonomi nell uso del proprio corpo... bambini con il pannolino fino a 4 o 5 anni, con il biberon fino alle elementari,ecc.. Ma i bambini, nonostante questa realtà, fanno esperienze intime profonde, hanno un mondo interno che è meraviglioso. Riporto frasi di bambini sull anima: quando il falco ha rubato il nostro coniglietto per mangiarlo, l anima del coniglio è volata via, L anima degli umani è sempre uguale, da piccoli e da grandi No l anima dei papà e delle mamme è più grande, questa conversazione tra bambini ci dà l idea che se le cose ti succedono nell ambito della tua comunità, concretamente, anche il dolore è comunicabile, i bambini sono capaci di superare qualsiasi dolore se condiviso. Per i bambini è necessaria la prossimità, è necessario il gioco, è necessaria la fantasia per poter affrontare introiettare, rielaborare le esperienze.e quello che succede tutti i giorni nei nidi e nelle scuole dell infanzia anche nelle situazioni più difficili. C è una narrazione che non ho portato questa sera ma mi serve tantissimo per la formazione degli operatori sanitari : è la registrazione di un assemblea fatta la mattina in una scuola dell infanzia in cui i bambini parlano della morte del papà di un loro compagno. E una vera e propria lezione di come si affronta il dolore, resa possibile dall essere in compagnia, tra compagni di scuola, con la maestra che ascolta e sostiene. Compagni significa cum pane (coloro con cui si mangia il pane). L alimentazione è un altro dei problemi che spesso ci viene portato dai genitori in ambulatorio ; riferisco una sequenza nella sezione dei 3 anni di una scuola dell infanzia, a pranzo. Ci sono due bimbe e una di queste dice: Io parlo con la Giulia e poi gli dò la manina perché lei non mangia e dopo un po mangia, mangiare a scuola è più facile, ci sono le posate più piccole e poi ci sono gli amici. Essere in compagnia è importante non solo per i bambini ma anche per gli adulti. Può essere un grande aiuto essere genitori insieme a scuola, sperimentare scambi, ascolti, condivisione di sentimenti ed emozioni, per far conoscere ai bambini non solo le nostre ragioni di adulti ma anche le nostre passioni. Bisognerebbe ricominciare ad usare parole che non si sentono più, di cui abbiamo un triste pudore, le parole dei sentimenti : felicità, piacere,malinconia, coraggio,paura..

10 I bambini hanno bisogno d avventure e di passione e anche noi dovremmo comunicare ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai nostri bambini le nostre passioni, i nostri sentimenti, le ragioni del cuore

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