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- Adolfo Di Mauro
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1 IL RILEVAMENTO DELLE IMPRESE DI PESCA SUL TERRITORIO NAZIONALE OSSERVATORIO TECNICO-BIOLOGICO UNIMAR PREMESSA L articolo che segue riporta alcuni risultati del rilevamento sulle imprese di pesca svolto nel 1997 dal Consorzio Unimar Osservatorio tecnico biologico. Il consorzio Unimar è stato promosso dalle Associazioni Cooperative della pesca ed acquacoltura, ed è costituito dai centri di ricerca e di assistenza tecnica delle associazioni stesse; rappresenta pertanto il nucleo unitario della ricerca cooperativa. Costituendo il consorzio, si è voluto creare uno strumento dinamico e veloce, in contatto costante con il mondo della produzione, in grado di rilevare i dati e le informazioni utili e funzionali alla gestione corretta del comparto produttivo. L Osservatorio tecnico biologico di Unimar è stato costituito nell ambito delle misure previste dallo SFOP - Strumento finanziario di orientamento della pesca con il contributo dell Unione Europea e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (Reg. CE 2080/93). Grazie ad una rete capillare di unità operative dislocate lungo tutta la costa italiana, ad una sede centrale di coordinamento ed elaborazione dati e alla collaborazione di numerosi tecnici di provata esperienza internazionale, l Unimar ha la possibilità di svolgere indagini di alto livello e ricerche di notevole affidabilità; può inoltre contare sul supporto di un Comitato Tecnico Scientifico, costituito da autorevoli rappresentati della ricerca istituzionale, dall Università all Istituto centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicato al mare (ICRAM). Il rilevamento svolto rappresenta la situazione della pesca marittima riferita al I dati raccolti ed alcune elaborazioni sintetiche saranno pubblicati in articoli a cadenza periodica, dei quali questo rappresenta il primo, e distribuiti direttamente da Unimar o attraverso gli strumenti di comunicazione delle Centrali Cooperative della pesca, per garantirne la più ampia divulgazione tra gli addetti del settore. Ritengo degno di attenzione questo tentativo di costituire la banca dati reperendo le informazioni direttamente dalle imprese; è la prima indagine di questo tipo nel settore della pesca. Penso che, dei tanti punti di vista che si possono scegliere per formare il lettore, il più semplice sia proprio quello di fornire i dati reali, reperiti coordinando gli sforzi di tutti i collaboratori e redatti in un loro quadro sintetico, lo strumento più efficace per fornire una visione generale della situazione del settore. Battista Tamponi L ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO L Osservatorio tecnico-biologico si è avvalso, per il rilevamento dei dati a livello 1
2 regionale, delle strutture periferiche dei propri consorziati. La realizzazione dell indagine ha comportato l organizzazione di una rete operativa nazionale, articolata in un ufficio di coordinamento centrale ed in una serie di unità regionali di rilevamento (URR). In particolare, le URR individuate per il rilevamento dei dati sono localizzate nelle seguenti aree regionali: Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria/Basilicata, Puglia, Abruzzo/Molise, Emilia Romagna, Marche, Veneto/Friuli, Sicilia nord-orientale, Sicilia sudoccidentale e Sardegna. Ogni unità è stata organizzata da un responsabile regionale, che ha curato il coordinamento delle attività, il controllo e l informatizzazione delle informazioni raccolte e la loro trasmissione all ufficio centrale. L indagine ha coinvolto complessivamente 70 rilevatori. IL RILEVAMENTO L individuazione delle unità censuarie è partita dalla costruzione di un anagrafe della popolazione basata, in prima istanza, sui dati dell Archivio delle licenze di pesca (ALP), messo a disposizione dalla Direzione Generale Pesca e Acquacoltura del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. I dati dell Archivio, dopo alcune modifiche, fotografavano nel 1996 la seguente situazione: Tab. 1. Numero delle imprese di pesca in Italia secondo i dati dell ALP. Regioni n. imprese n. licenze Liguria Toscana Lazio Campania Sardegna Sicilia Calabria Basilicata Puglia Abruzzo Molise Marche Emilia Romagna Veneto Friuli TOTALE I dati di cui sopra hanno costituito il riferimento principale sul quale impostare l indagine di campo, che si è svolta in due fasi: Rilevamento presso le Capitanerie di Porto, con l esame dei Registri navi minori e galleggianti e dei Registri delle imprese di pesca, e di altra documentazione quando presente ( fascicoli ) Rilevamento diretto con interviste a cooperative e/o singoli pescatori. Il rilevamento è stato effettuato attraverso la compilazione di un questionario, preparato da esperti del settore, testato su un campione di imprese e sottoposto all esame del Comitato Tecnico - scientifico di Unimar. La rilevazione ha fotografato la situazione della pesca marittima riferita al
3 Il testo che segue riporta i primi risultati elaborati, riguardanti numero e distribuzione delle imbarcazioni per litorali, oltre ai dati di tonnellaggio ed età. RISULTATI E DISCUSSIONE Secondo i dati rilevati dall Osservatorio tecnico-biologico di Unimar, le imprese di pesca in Italia risultano complessivamente (Tab.2). Il maggior numero di imprese, pari al 16,9%, è presente in Sicilia seguita da alcune regioni del versante Adriatico quali la Puglia (12,9%) e le Marche (10,9%). Anche in Emilia Romagna ed in Calabria è presente un numero consistente di imprese pari rispettivamente all 8,2% e 8,7%. La flotta peschereccia italiana risulta costituita complessivamente da imbarcazioni. La relativa composizione per litorali (Tab.3), riflette la distribuzione regionale delle imprese. La sola flotta siciliana possiede imbarcazioni pari al 20,8% dell intera flotta nazionale, mentre quella adriatica e tirrenica annoverano un numero di imbarcazioni rispettivamente di (39,9%) e (22,2%). La struttura della flotta peschereccia in termini di tonnellaggio, disaggregata per litorali è indicata nella tabella 4. Complessivamente il tonnellaggio dell intero naviglio risulta di tsl. La flotta adriatica rappresenta il 44,2% del tonnellaggio nazionale seguita da quella siciliana (29,7%). La ripartizione della flotta per classi di stazza lorda (Tab. 5) indica che il 78,5% delle imbarcazioni è concentrato nelle classi dimensionali più piccole comprese tra 0 e 10,99 tsl. In particolare le imbarcazioni con dimensioni inferiori alle 4 tsl rappresentano quasi la metà della flotta nazionale con unità (46,0%), e quelle con una stazza lorda compresa tra 4 e 10,99 tsl costituiscono il 32,5% del totale. Le imbarcazioni con dimensioni superiori alle 101 unità di tsl rappresentano soltanto il 2,3%. Dall analisi della composizione della flotta peschereccia per classi di età (Tab. 6), risulta che il maggior numero di imbarcazioni pari a unità ha un età compresa tra 11 e 20 anni, mentre la classe di età più piccola è quella con la minore numerosità. Percentualmente (Graf. 1) le classi di età maggiori costituiscono porzioni all incirca equivalenti. La ripartizione della flotta in base all età, disaggregata per litorali (Tab.7), indica che la flotta con il maggior grado di rinnovamento risulta quella del basso Adriatico, con il 22,2 % di natanti di età compresa entro i 10 anni. Il maggiore grado di invecchiamento, con il 33,6% di natanti di età superiore ai 30 anni, caratterizza il naviglio del litorale sardo. Il confronto con altre elaborazioni, pur basate sulla stessa base-dati, evidenzia alcune differenze; per il 1995 il V Piano Triennale indica imbarcazioni per un tonnellaggio complessivo di unità di tsl, e l ISMEA (1996), secondo elaborazioni IREPA su dati dell Archivio Licenze, riporta per lo stesso anno una consistenza della flotta peschereccia pari a natanti per complessive tsl. In una successiva pubblicazione ISMEA (1998), viene riportato per il 1996, un numero di imbarcazioni, a cui corrisponde un tonnellaggio di tsl, valori lievemente superiori (dell 1.,8% e 2,.9% rispettivamente) a quelli rilevati da Unimar. Per quanto riguarda le dimensioni della flotta peschereccia suddivisa per litorali, l unico dato comparativo riferito al 1995 riportato dall ISMEA (ISMEA, 1996) non evidenzia differenze rilevanti. Anche i dati relativi alla composizione del naviglio per classi di tsl concordano con quelli elaborati dall ISMEA (1998) e riferiti al Ad esempio, i risultati dell indagine Unimar indicano che il 78,5% delle imbarcazioni totali è concentrato 3
4 nelle classi di tsl comprese tra 0 e 10,99, sostanzialmente equivalente al valore di 77,8% di barche di dimensioni fino alle 10 unità di tsl riportati dall altra fonte. La suddivisione in classi di età non equivalenti, seguita in altre elaborazioni, non permette il confronto diretto dei dati relativi all età della flotta peschereccia riferita allo stesso anno di indagine Unimar, ma solo rispetto all anno precedente, secondo cui i valori percentuali delle imbarcazioni di ciascuna classe di età risultano concordanti (ISMEA, 1966). Per quanto riguarda un confronto con il numero di imprese, le differenze rispetto a quanto contenuto nell Archivio Licenze del Ministero sono in apparenza molto marcate, ma dovute con ogni probabilità ad una diversa definizione dell entità impresa, anche in considerazione del fatto che il numero di imbarcazioni è invece molto simile. I dati elaborati da Unimar che descrivono la composizione della flotta per classi di età disaggregata per litorali non permettono confronti, in quanto non presentati sotto questa forma in altre fonti (ISMEA, 1996; 1998). RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI I.S.M.E.A Filiera Pesca e Acquacoltura. ISMEA 305 pp. I.S.M.E.A Filiera Pesca e Acquacoltura. ISMEA 447 pp. MINISTERO DELLE RISORSE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI Adozione del quarto Piano triennale della pesca marittima e dell acquacoltura nelle acque marine e salmastre Suppl. Gazzetta Ufficiale n. 17 del 22 gennaio 1994 Serie generale. MINISTERO DELLE RISORSE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI. 1997a. Adozione del quinto Piano triennale della pesca e dell acquacoltura Suppl. Gazzetta Ufficiale n. 97 del 28 aprile 1997 Serie generale. Tab.2 Numero e distribuzione delle imprese di pesca sul territorio nazionale. Regioni Imprese di pesca numero % Liguria 442 3,5 Toscana 565 4,5 Lazio 842 6,6 Campania 625 4,9 Sardegna 736 5,8 Sicilia ,9 Calabria ,7 Basilicata 16 0,1 Puglia ,9 Molise 70 0,6 Abruzzo 932 7,3 Marche ,9 Emilia Romagna ,2 Veneto 831 6,5 Friuli 326 2,6 Totale ,0 4
5 Tab. 3. Numero e distribuzione per litorali delle imbarcazioni sul territorio nazionale. Numero imbarcazioni numero % Ligure 699 4,4 Alto Tirreno 790 5,0 Medio Tirreno 762 4,8 Basso Tirreno ,4 Sardo ,3 Siculo ,8 Ionico 834 5,3 Basso Adriatico ,8 Medio Adriatico ,2 Alto Adriatico ,9 Totale ,0 Tab.4. Struttura della flotta nazionale per litorali. Imbarcazioni Tonnellaggio numero % TSL totale % TSL Ligure 699 4, ,5 Alto Tirreno 790 5, ,6 Medio Tirreno 762 4, ,5 Basso Tirreno , ,4 Sardo , ,3 Siculo , ,7 Ionico 834 5, ,9 Basso Adriatico , ,1 Medio Adriatico , ,7 Alto Adriatico , ,4 Totale Tab. 5. Ripartizione della flotta nazionale per classi di stazza lorda. Imbarcazioni Tonnellaggio numero % TSL totale % TSL tra 0 e 3, , ,5 tra 4 e 10, , ,0 tra 11 e 20, , ,3 tra 21 e 35, , ,4 tra 36 e 50, , ,8 tra 51 e 100, , ,9 tra 101 e 199, , ,1 Oltre , ,0 n.i ,3 0,0 0,0 Totale
6 Tab. 6. Composizione della flotta nazionale per classi di età. Classi età Numero barche 0-10 anni anni anni Oltre 30 anni n.i. 854 Totale Graf. 1. Composizione della flotta nazionale per classi di età (%). oltre 30 anni 26,4% n.i. 5,4% 0-10 anni 15,5% anni 24,0% anni 28,6% Tab. 7. Composizione della flotta per classi di età disaggregata per litorali. IMBARCAZIONI SUDDIVISE PER Tirreno CLASSI DI ETÀ Ligure Alto Medio Basso Sardo Siculo Ionico Adriatico Basso Medio Alto 0-10 N anni % 7,3 10,1 10,5 12,9 15,4 12,8 21,0 22,2 19,7 15, N anni % 36,1 29,6 28,5 31,9 26,8 26,8 32,9 33,2 25,4 26, N anni % 24,9 18,2 29,1 24,4 22,3 28,2 21,6 22,7 20,5 26,6 oltre 30 N anni % 29,0 30,1 27,6 23,7 33,6 26,5 15,1 19,1 27,9 30,1 n.r. N % 2,7 11,9 4,3 7,1 1,9 5,7 9,5 2,8 6,5 1,2 6
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