Caritas diocesana di Forlì Bertinoro. III Tappa Equipe Caritas diocesane Aprile 2008 OSSERVARE E DISCERNERE
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1 Caritas diocesana di Forlì Bertinoro III Tappa Equipe Caritas diocesane Aprile 2008 OSSERVARE E DISCERNERE Osservatorio delle Povertà e delle Risorse Cosa dovrebbe essere La prima idea di osservatorio permanente sui fenomeni della povertà nacque nel 1985 a Loreto durante il Convegno Ecclesiale Riconciliazione Cristiana e Comunità degli Uomini nell ambito della Commissione di studio impegnata sul tema Il servizio agli ultimi:l opera del Buon Samaritano. La Commissione evidenziava la necessità, per la comunità cristiana che non voglia essere colta di sorpresa dalla dinamiche della povertà e dell emarginazione, di attrezzarsi di veri e propri osservatori della patologia sociale, per cogliere i fenomeni allo stato nascente. La Conferenza Episcopale Italiana, nella nota pastorale La Chiesa in Italia dopo Loreto, ha ripreso questa idea e l ha riproposta a tutte le Chiese Locali: E necessario prendere coscienza piena del rapporto indissolubile tra catechesi, sacramenti e azione caritativa. Dobbiamo inoltre acquisire un adeguata competenza nella lettura dei bisogni, delle povertà, dell emarginazione: UN OSSERVATORIO PERMANENTE CAPACE DI SEGUIRE LE DINAMICHE DEI PROBLEMI DELLA GENTE E DI COINVOLGERE DIRETTAMENTE LA COMUNITA ECCLESIALE IN MODO SCIENTIFICO NON DOVREBBE MANCARE IN NESSUNA CHIESA LOCALE. E attraverso la Caritas che si intende dar seguito all esortazione formulata nel 1985 dai Vescovi italiani. L Osservatorio si pone così come strumento pastorale di una Chiesa che si riavvicina alla gente è uno strumento a disposizione della Chiesa Locale, per aiutare la comunità cristiana a rilevare sistematicamente le situazioni di povertà, di disagio ed emarginazione presenti sul territorio e le loro dinamiche di sviluppo, comunicando e rivolgendosi alla comunita ecclesiale e all opinione pubblica, favorendo la messa in rete e il coinvolgimento dei diversi attori impegnati sul territorio. L Osservatorio deve inoltre verificare e approfondire l utilizzo delle risorse e stimolare eventuali proposte d intervento. Alcune caratteristiche Osservatorio non nasce già ben formato in tutte le sue parti e non può essere considerato uno strumento totalmente determinato e definitivo, 1
2 E uno strumento storico e relativo; è perciò dinamico, duttile, agile che va aggiornato tenendo conto della collocazione nella comunità ecclesiale e civile; Può essere un progetto che stabilisce percorsi da riattualizzare; Può essere lo strumento di una Chiesa che si pone nella prospettiva di riconsiderare le proprie priorità pastorali a partire dalla comprensione delle situazioni dei poveri E uno strumento di lettura e interpretazione della realtà al servizio di tutta la pastorale diocesana per osservare, discernere, comunicare, coinvolgere il territorio e la comunità ecclesiale, mettere in rete e promuovere, tenendo costantemente presente le povertà, la Chiesa e il territorio Ha funzione di coordinamento Osservatorio Diocesano delle Povertà e delle Risorse Diocesi Forlì-Bertinoro L Osservatorio delle Povertà e delle Risorse è inteso soprattutto con una valenza pastorale e con una particolare attenzione alla valorizzazione di strumenti e reti già esistenti e alla creazione di nuove reti che permettano una metodologia condivisa e più precisa di osservazione delle povertà e, soprattutto, delle risorse presenti sia nella comunità ecclesiale sia civile. Il progetto dell Osservatorio si inserisce in una realtà dove già annualmente venivano svolte letture ragionate con dati del Centro di Ascolto Diocesano (rilevati tramite il programma OSPO 3.4) sulle povertà incontrate e presentandole alla comunità ecclesiale e alla città. Inoltre, già sono state prodotte collaborazioni e riflessioni a livello diocesano, coinvolgendo il Consiglio Pastorale Diocesano e quello Presbiterale in merito ad alcuni temi fra i quali l immigrazione; così come con la comunità civile e gli Enti Locali attraverso la partecipazione ad alcuni tavoli istituzionali; nonché permettendo l avvio di cammini pastorali quali la Quaresima di Carità all interno dei quali sono stati previsti incontri unitari con altri uffici pastorali (Catechesi e Liturgia). Tuttavia, tramite una metodologia condivisa e progettuale, l Osservatorio, attraverso un attività di mappatura, di elaborazione di strumenti conoscitivi e di raccolta dati e di momenti formativi fa da collante e tessitore di reti: soprattutto dando spessore (estendendo la rilevazione dei dati anche ai centri parrocchiali e promuovendo il lavoro di rete e la lettura analitica sistematica) e valenza formativa al Coordinamento dei Centri di Ascolto Parrocchiali (circa 15 );analizzando i focus su cui imbastire percorsi unitari insieme ad altri soggetti pastorali quali ad esempio la pastorale familiare e quella sociale sulla famiglia in disagio (a tale proposito è stato avviato un tavolo di confronto); valorizzando l apporto della Consulta degli Organismi Socio-Assistenziali, organo diocesano, già luogo di coordinamento diretto da Caritas Diocesana e attraverso il quale è possibile costruire prassi significative anche in rapporto alla comunità civile e quindi non solo ecclesiale (ad esempio attraverso il tavolo minori, nato in seno alla Consulta, è stato possibile produrre un protocollo di attenzione alla tutela della maternità all interno dei Consultori cittadini). L OPR NELLA NOSTRA REALTA Il mandato Osservatorio di Caritas oppure Osservatorio Diocesano? In occasione del Sinodo Diocesano di Forlì-Bertinoro ( ) quale opera segno si ritiene opportuna la creazione di un Osservatorio delle Povertà, strumento pastorale che aiuti a rinnovare il modo di essere Chiesa in tutti gli itinerari della pastorale: L Osservatorio, nell orizzonte del discernimento comunitario proprio di una Chiesa che cammini con l uomo assumendone i problemi, potrà utilizzare specifiche competenze, per il rilevamento della situazione, l analisi e la ricerca, per indicare modalità concrete di intervento sulle varie forme di povertà rilevate. In un mondo sempre più interdipendente, l Osservatorio terrà conto anche delle situazioni nazionali ed 2
3 internazionali, con speciale riguardo alle esperienze missionarie. Si dovrà riflettere se fra tutte le proposte di Osservatori Diocesani è possibile arrivare ad un unico osservatorio, capace di rispondere a tutte le esigenze espresse da diverse parti, per rilievi di carattere economico, culturale, sociale, familiare, assistenziale. Cap.VIII del Documento sinodale Una Chiesa verso il 2000 della Diocesi di Forlì-Bertinoro. Non si parte da zero Il proliferare di Osservatori nel territorio La situazione di partenza: cosa già si faceva : raccolta sistematica e annuale dei dati del Centro di Ascolto Diocesano, mappatura dei Centri di ascolto parrocchiali ecc. Come si è avviato il progetto dell Osservatorio Tempi Attività iniziali: analisi della situazione di partenza, documentazione su normativa, raccolta materiale e produzione di sintesi scambio e confronto con osservatori di altre Caritas, brainstorming ed interviste, partecipazione a Commissione politiche sociali Caritas regionale e gruppo regionale Osservatori, elaborazione strumenti conoscitivi, di mappatura e monitoraggio, rapporti istituzionali fra cui partecipazione ad Osservatorio del Welfare Locale Provinciale, verifica e individuazione di obiettivi con Consulta O.S.A. ecc. Partenza dalle risorse e dal metodo e non dalle povertà e dai numeri Cos è l Osservatorio E una metodologia di lavoro che funziona solo se è chiaro il coordinamento e la regia L Osservatorio è un luogo/un prodotto? Oppure L Osservatorio è un metodo/uno stile di osservazione? Le azioni si possono suddividere in: AZIONI -rapporti fra i CDA -rapporti interni a Caritas INTERNE: AZIONI ESTERNE: -rapporto a livello diocesano -rapporti con il pubblico e il privato Azioni a beneficio interno Azioni a beneficio esterno Aspettative basse: solo numeri, circoscritto ai CDA, dipendenza a lettura CDA diocesano, rete Cda e stesso sistema di rilevazione Aspettative alte: dimensione pastorale, collegamento e indirizzo verso istituzioni, coinvolgimento realtà extra Caritas, individuazione di povertà non soddisfatte, approfondimento applicazione normativa ecc. 3
4 Alcune azioni svolte e in atto -Coordinamento CDA: raccolta strumenti di rilevazione, avvio e individuazione di stili e linguaggi comuni, costruzione di rete fra CDA diocesano e CDA parrocchiali -Tavolo Carcere: elaborazione di strumento di rilevazione per mappatura di organizzazioni e realtà operanti all interno del carcere, raccolta materiali ed elaborazione sintesi -Tavolo Famiglia:collegamento con Consulta O.S.A. e definizione obiettivi -Interviste per indagine di Caritas Italiana -Report Annuale Povertà: avvio nuova metodologia di stesura report, costituzione gruppo di lavoro, revisione grafica, condivisione della lettura, ampliamento ed evidenza delle risorse dei CDA parrocchiali, stesura canovaccio, coordinamento gruppo di lavoro, elaborazione di strumento/griglia di rilevazione quali/quantitativa, interviste Gli strumenti I ruoli e collegamenti con organi e ambiti (équipe Caritas diocesana, Formazione ecc.) Il rapporto con gli altri luoghi/strumenti pastorali e il coinvolgimento: Centro di Ascolto, Laboratorio, altri Uffici Pastorali, Consulta O.S.A., Coordinamento CDA Alcune caratteristiche dell OPR: azioni diluite nel tempo, cambiamento di rotta in itinere, importanza del background, lavoro di relazione che non si vede, gradualità e tempistica, osservatorio diocesano, IL C ERA GIA Dal Centro di Ascolto all Osservatorio delle Povertà e delle Risorse Le differenze Le diverse aspettative Un altro servizio, luogo, opera strutturale come il CDA? I VALORI AGGIUNTI DELL OSSERVATORIO Tutti possono osservare ma l OPR ha la possibilità di conoscere, curare, tessere la rete e soprattutto di promuovere con metodo negli altri luoghi e realtà ecclesiali la capacità di costruire la rete e infondere una progettualità di fondo; L Osservatorio che va oltre l osservare perché sviscera i contenuti e le risorse; Raccoglie dalla comunità per restituire alla comunità qualcosa di più=risorsa; Aiuta a leggere quanto è comunitaria la comunità cristiana; E uno stile /modus vivendi; Coordina, promuove, stimola, coinvolge, offre metodo, verifica, genera, sviluppa relazionalità e tesse la rete; Aiuta la Chiesa a leggersi e osservarsi offrendo strumenti; Può essere a favore della Chiesa nel senso di animare e stimolare alla riflessione e al discernimento, veicolando nuovi modi di lavorare in équipe, in gruppo, fare focus group, indagini, ecc.; TRASVERSALITA DELL OPR: è un opera trasversale di esperti in relazione che si pone al livello intermedio fra l agire e il pensare; 4
5 Può essere un opera di mediazione sociale che si basa su contenuti e realtà, dotandosi di risorse umane e strumentali, ma che opera su ciò che non si vede e dà voce alle opere ALCUNI NODI da sciogliere L Osservatorio impalpabile di cui tutti si impossessano Le visioni diverse sull osservatorio: OPR classico, OPR diocesano, OPR antagonista del Laboratorio? Mera raccolta dati o progetto diocesano? Non riconoscibilità come OPR delle azioni svolte o invasione di campo Legittimità e autonomia del ruolo di coordinamento ruoli mediati e non chiari e definiti Il gruppo di lavoro ALCUNE COMPETENZE NELL OPR Saper promuovere e valorizzare le risorse Saper leggere dietro le righe Abilità nel costruire strumenti ed esperienza di monitoraggio e osservazione Saper gestire le risorse umane Saper condurre e facilitare i gruppi Competenza e pratica di normativa Essere esperti del territorio, delle istituzioni, del Terzo Settore Abilità tecnologiche e informatiche Essere esperti di relazione PROSPETTIVE Elaborazione interviste svolte presso i CDA parrocchiali; Proseguimento nell azione di supporto formativo e metodologico al coordinamento CDA parrocchiali; Pubblicazione e presentazione I Report sulle Povertà e le Risorse; Proseguimento del percorso insieme alla Consulta O.S.A. sulla famiglia in disagio dal punto di vista sociale e avvio di pianificazione sulle attività del prossimo anno mediante focus group metodologici e tematici (mappatura e rapporto con povertà,tavoli tematici ecc.); Partecipazione attiva alla Commissione Politiche Sociali di Caritas Emilia Romagna e nel Gruppo Osservatori; Verso costituzione gruppo di lavoro L Osservatorio delle Povertà e delle Risorse è un altro luogo pastorale proprio, di cui la Caritas Diocesana non può fare a meno. Tuttavia, anche in questo caso lo strumento non può soverchiare la funzione. Il rischio è infatti quello di ridurre l osservazione a un fare piuttosto tecnico, per addetti ai lavori; comunque staccato dalla relazione, funzionale al dare i numeri, concentrato sul dato. Qualcosa, insomma, di piuttosto distante soprattutto dalla vita ordinaria della parrocchia. In realtà osservare non significa tanto produrre dati, astraendoli da quanto si è ascoltato. Vuol dire piuttosto porsi delle domande rispetto a quanto si è incontrato e sperimentato nella relazione per costruire veramente l esperienza pastorale. Osservare vuol dire approfondire la relazione nella conoscenza: richiede ricerca, confronto, studio. Questa parola deriva dal latino studium=amore, attenzione. E quello che permette a una parrocchia di fermarsi con e per i poveri, e ripartire da loro per costruire attentamente le priorità: per non trattare tutti allo stesso modo, ma preferire gli ultimi tra i poveri. 5
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