Scritto da Oscar Sabato 05 Luglio :01 - Ultimo aggiornamento Domenica 16 Settembre :30

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1 Un impianto di rivelazione incendio, può essere definito come un insieme di apparecchiature fisse utilizzate per rilevare e segnalare un principio d incendio, evitando al massimo i falsi allarmi, in modo che possano essere messe in atto le contromisure di circoscrizione e spegnimento necessarie ed è generalmente costituito da : - centrale di controllo e segnalazione; - rilevatori automatici d'incendio; - dispositivi d'allarme; - comandi d'attivazione. La centrale di controllo e segnalazione garantisce l alimentazione elettrica di tutti gli elementi dell impianto ed è di solito collegata anche ad una sorgente di energia alternativa (batterie, gruppo elettrogeno, gruppo statico ecc.), che ne garantisce il funzionamento anche in caso di mancanza energia principale. Avvenuto l incendio, la segnalazione d'allarme può essere: locale oppure trasmesso a distanza. L intervento può essere: manuale (azionamento di un estintore, un idrante o l'intervento delle squadre dei (VV.F.), oppure, automatico (movimentazione di elementi di compartimentazione, areazione, azionamento di impianti di spegnimento automatico, d inertizzazione, predisposizione di un piano d'esodo, ecc.). Un approfondito studio delle operazioni da svolgere manualmente ed automaticamente e la loro interconnessione e sequenza temporale e procedurale, può evitare falsi allarmi, mancati funzionamenti, oppure ridurre gli effetti negativi di un incendio. Ad esempio: nel caso di un impianto di rivelazione automatica d'incendio, collegato ad un impianto fisso di spegnimento a pioggia, è preferibile se possibile, che a seguito di un allarme, un operatore possa visualizzare sul pannello di controllo della centrale in quale zona dell insediamento è stato rilevato l incendio, effettuare un controllo visivo e solo se effettivamente è in corso un incendio, azionare l impianto di spegnimento. E opportuno quindi progettare soluzioni equilibrate che prevedano un grado d automazione compatibile con le tecnologie adottate ed affidando all uomo il compito di effettuare i controlli 1 / 5

2 che si rendessero necessari. Gli impianti di rilevazione d'incendio trovano valida applicazione in presenza di: - depositi intensivi; - depositi di materiali o sostanze; - ambienti con elevato carico d incendio, non compartimentabili; - ambienti destinati ad impianti tecnici difficilmente accessibili o controllabili (cunicoli, cavedi, intercapedini al di sopra di controsoffitti etc.). I rivelatori di incendio possono essere classificati in base al fenomeno chimico-fisico rilevato in: - rilevatori di calore; - rilevatori di fumo; - rilevatori di gas ; - rilevatori di fiamme; oppure in base al metodo di rivelazione in: - statici (allarme al superamento di un valore di soglia) ; - differenziali (allarme per un dato incremento) ; - velocimetrici (allarme per velocità di incremento). 2 / 5

3 Un'ulteriore suddivisione infine può essere effettuata in base al tipo di configurazione del sistema di controllo: - rilevatori puntiformi; - rilevatori a punti multipli (poco diffusi) ; - rilevatori lineari (poco diffusi). Rivelatori Automatici In sintesi potremo quindi definire un rilevatore automatico d incendio come un dispositivo installato nella zona da sorvegliare in grado di misurare come variano nel tempo grandezze tipiche associate alla combustione, la velocità della loro variazione nel tempo, oppure la somma di tali variazioni nel tempo. Inoltre esso è in grado di trasmettere un segnale d allarme in un luogo opportuno, quando il valore della grandezza tipica misurata supera oppure è inferiore ad un certo valore prefissato di soglia. - Il rivelatore di calore è costituito da un'unità sensibile (termistore, fusibile, lamina bimetallica, espansione volumetrica di fluidi per effetto termico, ecc.), tarato per una determinata temperatura, in grado di reagire quando la temperatura ambiente raggiunge il valore di taratura e restando insensibile fino a quando questa si mantiene al di sotto di tale valore. Tale capacità del sensore e dell'inerzia termica che lo caratterizza è da considerarsi un pregio nelle situazione in cui l'ambiente da sorvegliare è soggetto a rapidi aumenti di temperatura che può anche superare la temperatura di taratura. L'impiego di questo tipo di rivelatore trova la sua collocazione ottimale nella segnalazione di fuochi con importante sviluppo di energia termica. - Il rivelatore termovelocimetrico risulta sensibile agli incrementi rapidi della temperatura ambiente grazie ad una analisi tra l'elemento sensibile (termistori, fibre ottiche, resistenza elettrica di cavi, espansione dei liquidi, ecc), che si trova a contatto con l'esterno e rappresenta l'elemento di misura, con quello di riferimento opportunamente incapsulato per ottenerne l'isolamento termico, posizionato internamente. Nella tipica realizzazione con termistori NTC in collegamento a ponte di Wheastone, la variazione rapida di resistenza determinata in caso d'incendio, pone in squilibrio elettrico il ponte, che invece risulta insensibile a lente variazioni di temperatura per compensazione. Lo squilibrio determina lo stato d'allarme. 3 / 5

4 - Il rivelatore termico lineare basa il principio di funzionamento su una combinazione di tecnologia laser e di fibre ottiche. Le variazioni di temperatura modificano la struttura cristallina della fibra ottica, rendendone possibile la misurazione con un raggio laser lungo l'intera estensione, definendo anche la direzione di propagazione dell'incendio e per conferirle la resistenza ottimale contro influenze meccaniche esterne, viene protetta tramite un tubo in acciaio inossidabile. Il rivelatore termico lineare trova la sua collocazione ottimale per la rilevazione d'incendio in gallerie stradali o ferroviarie. In sintesi, si comporta come un rivelatore di calore differenziale, adattando le proprie capacità di misura alle condizioni ambientali e registrandone le variazioni lungo tutta la tratta. - Il rivelatore di fumo a ionizzazione è costituito da elementi sensibili con capacità di reagire alle particelle volatili ed agli aerosol prodotti dalla combustione che modificano la corrente ionica in una camera a ionizzazione. In un ambiente limitato tra due elettrodi con aria ionizzata (camera di misura) e misurando la differenza di potenziale che in presenza di fumo varia per riduzione della corrente ionica, la variazione di tale corrente viene interpretata come stato d'allarme. - Il rivelatore di fumo ad estinzione sfrutta il principio fisico che porta alla riduzione dell'intensità luminosa tra un emettitore ed una fotocellula a causa della presenza di particelle di fumo. Questo rende possibile segnalare uno stato d'allarme per diminuzione dell'energia luminosa che arriva alla fotocellula. - Nel rivelatore ottico di fumo a diffusione, il sistema di misura è simile a quello utilizzato per i sensori di rivelazione di fumo ad estinzione, ma in questo caso, utilizzando il principio Effetto Tyndal, si considera solamente l'energia riflessa dalle particelle di fumo che vanno ad eccitare una fotocellula sulla quale si può misurare un segnale diverso da zero. L'energia presa in considerazione quindi, non è il raggio che attraversa la zona tra emettitore e ricevitore, ma quella frazione di raggio che non riuscendo a procedere coerentemente, viene diffuso per rifrazione. - Il rivelatore ottico lineare di fumo può utilizzare due tecnologie costruttive differenti: a barriera o a riflessione, facendo riferimento ad uno stesso principio fisico. Nel sistema a barriera, l'emettitore proietta un raggio di luce nella direzione del ricevitore posto frontalmente ad un certa distanza. Il sistema segnala l'allarme quando su questa distanza una certa quantità di luce viene assorbita dal fumo. Nei sistemi a riflessione, che prevedono il trasmettitore ed il ricevitore in un unico alloggiamento, riducendo di fatto difficoltà di installazione dovute ai collegamenti, il segnale trasmesso viene riflesso da uno pannello riflettente verso il ricevitore e taratura ed allineamento vengono effettuati tramite appositi strumenti che ne visualizzano l'intensità.il rivelatore ottico lineare di fumo, utilizzando sofisticate metodologie d'analisi dei segnali ricevuti e con appositi algoritmi è in grado di distinguere con certezza fenomeni di disturbo da situazioni di pericolo reale, rilevando e determinando la quantità di fumo presente nell'ambiente risultando così, immune ai falsi allarmi. 4 / 5

5 - Il rivelatore di fumo a campionamento d'aria trova collocazione nei casi in cui è necessario implementare misure di difesa a protezione di beni o apparecchiature (celle frigorifere, centrali telefoniche, quadri elettrici, centri di elaborazione dati, magazzini, ecc.). Può accadere infatti, che il fumo non riesca a raggiungere il sensore a causa di correnti d'aria o del suo posizionamento (soffitti, controsoffitti, sottopavimenti, ecc.) e considerando che molti incendi sono causati da cavi elettrici, quindi con fuoco covante, ne consegue che la rapidità di rilevazione è importante onde evitare che fumi corrosivi o fiamme danneggino beni sensibili. Per questo motivo campioni d'aria vengono costantemente aspirati e convogliati ai sistemi di analisi di appropriati rivelatori di fumo alla ricerca di possibili tracce di fumo. - Il rivelatore ottico di fiamma utilizza sensori piroelettrici per rilevare incendi misurando le radiazioni infrarosse e le pulsazioni emesse dalle fiamme, utilizzando degli appositi filtri ottici tarati sulla giusta lunghezza d'onda ed eliminando i segnali provenienti da altre fonti e dopo analisi e comparazione con una banca dati, segnalare lo stato d'allarme. 5 / 5

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