REGIONE DEL VENETO''i

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1 Consiglio Regionale del Veneto - UPA - 01/12/ REGIONE DEL VENETO''i giunta regionale S Consiglio Reqionalc del Vendo ^ Legislatura Idei 01/12/2016 Prot.: Titolano CRV CRV spc-upa PUNTO 35 DELL'ODG DELLA SEDUTA DEL 26/10/2016 ESTRATTO DEL VERBALE DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 247 / IIM del 26/10/2016 OGGETTO: Risposta all'interrogazione a risposta immediata n. 228 del 30 agosto 2016 presentata dai consiglieri Maurizio CONTE e Andrea ZANONI, avente per oggetto "Applicazione articolo 9 comma 8 bis della legge regionale 14/2009 "Piano casa": interpretazioni fantasiose a Castelfranco Veneto, la Giunta intervenga per fare chiarezza". Mod. B - copia pag. 1

2 COMPONENTI DELLA GIUNTA Presidente Vicepresidente Assessori Segretario verbalizzante REGIONALE Luca Zaia Gianluca Forcolin Luca Coletto Giuseppe Pan Roberto Marcato Gianpaolo E. Bottacin Manuela Lanzarin! Iciia Vkm'àizan Federico Caner Elisa De Berti Cristiano Corazzati Mario Caramel RELATORE ED EVENTUALI CONCERTI CRISTIANO CORAZZARI STRUTTURA PROPONENTE AREA TUTELA E SVILUPPO DEL TERRITORIO APPROVAZIONE: Sottoposto a votazione, il provvedimento è approvato con voti unanimi e palesi. Mod. B - copia pag. 2 Dgr n. 247/IIM del 26 ottobre 2016

3 OGGETTO: Risposta all'interrogazione a risposta immediata n. 228 del 30 agosto 2016 presentata dai consiglieri Maurizio CONTE e Andrea ZANONI, avente per oggetto "Applicazione articolo 9 comma 8 bis della legge regionale 14/2009 "Piano casa": interpretazioni fantasiose a Castelfranco Veneto, la Giunta intervenga per fare chiarezza" L'Assessore Cristiano Corazzari propone alla Giunta di adottare la seguente risposta: Si deve ricordare che dal 2009, anno di entrata in vigore del Piano Casa, la normativa si è stratificata nel corso degli anni in tre differenti testi normativi (L.R. n. 14/2009; L.R. n. 13/2011; L.R. n. 32/2013), corredate da altrettante Circolari regionali esplicative. Un quadro legislativo estremamente complesso che deve inoltre rapportarsi con norme statali che disciplinano l'attività urbanistico/edilizia, a cui si varmo a sommare numerosi pronunciamenti da parte dei competenti Tribunali amministrativi e che, tutti assieme, rendono la materia obiettivamente di difficile interpretazione. Nello specifico, in risposta al quesito posto dal consigliere interrogante, bisogna enucleare i contenuti della norma, introdotta dal 'Piano Casa ter', in diretta attuazione dell'articolo 2 bis del DPR n. 380/2001 (Testo unico dell'edilizia). Tale norma, per certi versi irmovativa, consente alle Regioni di prevedere, con proprie leggi e regolamenti, disposizioni derogatorie al decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n In effetti, con l'intenzione di ampliare il 'raggio d'azione' del 'Piano Casa', norma derogatoria per eccellenza, il Legislatore regionale ha approvato il comma 8 bis, dell'art. 9 del 'Piano Casa ter'. Tale disposizione recita testualmente: «8 bis. Al fine di consentire il riordino e la rigenerazione del tessuto edilizio urbano già consolidato ed in coerenza con l'obiettivo prioritario di ridurre o armullare il consumo di suolo, anche mediante la creazione di nuovi spazi liberi, in attuazione dell'articolo 2 bis del DPR n. 380/2001 gli ampliamenti e lericostruzionidi edifici esistenti situati nelle zone territoriali omogenee di tipo B e C, realizzati ai sensi della presente legge, sono consentiti anche in deroga alle disposizioni in materia di altezze previste dal decreto ministeriale n del 1968 e successive modificazioni, sino ad un massimo del 40 per cento dell'altezza dell'edificio esistente». Successivamente la Circolare regionale n. 1/2014 sul 'Piano Casa' fornisce, al riguardo, le seguenti precisazioni: «... il comma 8 bis, nel dare attuazione all'articolo 2 bis del DPR n. 380/2001, consente, anche in deroga alle disposizioni in materia di altezze previste dal decreto ministeriale n del 1968, gli ampliamenti e le ricostruzioni di edifici esistenti situati nelle zone territoriali omogenee di tipo B e C, sino ad un massimo del 40 per cento dell'altezza dell'edificio esistente. Si evidenzia che la disposizione ha carattere straordinario e, considerata la sua collocazione nell'ambito dell'articolo 9, condivide con le altre disposizioni in esso contenute il limite temporale di applicabilità del 10 maggio 2017». La lettura della norma e della circolare forniscono esattamente tali indicazioni, sottolineando che il parametro diriferimentoper il calcolo della percentuale massima - consentita in deroga al DM n.l444 del sia l'altezza dell'edificio esistente oggetto dell'intervento e non l'edificio circostante più elevato. LA GIUNTA REGIONALE Udito il relatore, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale, e che successivamente alla definizione di detta istruttoria non sono pervenute osservazioni in grado di pregiudicare l'approvazione del presente atto; Mod. B - copia pag. 3 Dgr n. 247 /IIM del 26 ottobre 2016

4 DELIBERA di approvare, nel testo riportato in premessa, larispostaall'interrogazione a risposta immediata n. 228 del 30 agosto 2016 presentata dai consiglieri Maurizio CONTE e Andrea ZANONI, avente per oggetto "Applicazione articolo 9 comma 8 bis della legge regionale 14/2009 "Piano casa": interpretazioni fantasiose a Castelfiranco Veneto, la Giunta intervenga per fare chiarezza"; di incaricare dell'esecuzione del presente atto la Segreteria della Giunta- Direzione Verifica e gestione atti del Presidente e della Giunta. IL VERBALIZZANTE Segretario della Giunta Regionale F.to Aw. Mario Caramel resoconto inteorair. S-''' ' '"^viaa Mod. B - copia pag. 4 Dgr n. 247/IIM del 26 ottobre 2016

5 CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO DECIMA LEGISLATURA INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA N. 228 APPLICAZIONE ARTICOLO 9 COMMA 8 BIS DELLA LEGGE REGIONALE 14/2009 "PIANO CASA": INTERPRETAZIONI FANTASIOSE A CASTELFRANCO VENETO, LA GIUNTA INTERVENGA PER FARE CHIAREZZA! presentata il 30 agosto 2016 dai Consiglieri Conte e Zanoni Premesso che: la Regione Veneto nel lontano 2009 ha approvato la prima legge denominata "Piano Casa" con il fine, anche socio economico, di superare una situazione di parziale crisi edilizia; tale normativa, in origine, nasceva con un carattere di temporaneità che però con successivi interventi normativi è stato prorogato con numerose modifiche fino ai giorni nostri; lo spirito iniziale della L.R. 14/2009 riguardava piccoli ampliamenti in aderenza ai fabbricati esistenti per agevolare le esigenze primarie delle famiglie in difficoltà e permettere interventi a basso impatto ambientale; con il passare degli anni e le successive modificazioni intervenute il "Piano Casa" è diventato una norma che prevede importanti interventi urbanistici, modifica delle altezze degli edifici e molto altro, alle volte non considerando le pili elementari regole della pianificazione urbanistica; alla normativa deliberata dal Consiglio regionale che prevedeva dei paletti ben precisi si sono sommate tutta una serie di interpretazioni urbanistiche, da parte di strutture regionali, che di fatto sono divenute un "combinato disposto" della L.R. 14/2009; uno degli esempi, tra i tanti, riguarda l'applicazione, nel comune di Castelfranco Veneto, dell'art. 9 comma 8 bis della L.R. 14/09 che riguarda la facoltà di aumentare l'altezza di un edificio. In questo caso si assiste al paradosso che, il 40% di aumento dell'altezza, non si applica all'edificio esistente ma a quello più alto della zona, arrivando così ad una altezza diversa da quella prevista dalla legge deliberata dal Consiglio regionale.

6 Tutto ciò premesso il sottoscritto consigliere interroga la Giunta regionale per conoscere se l'aumento in altezza del 40% dell'edificio esistente previsto dalla L R 14/2009 e s m.i. art. 9 comma 8 bis si possa applicare prendendo come riferimento per il calcolo dell'altezza finale non l'edificio esistente, oggetto d'intervento, ma quelli circostanti di altezza maggiore.