UNO SGUARDO AL MERCATO DEL
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1 UNO SGUARDO AL MERCATO DEL LAVORO Elisa Bellè Centro Studi Interdisciplinari di Genere ( Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Università di Trento elisa.belle@unitn.it
2 CAMBIAMENTI NEL MERCATO DEL LAVORO Dalla seconda metà degli anni Settanta si assiste ad una entrata massiccia delle donne nel mercato del lavoro italiano. Le tendenze più frequentemente associate a questo fenomeno sono: un maggiore investimento in percorsi formativi; i mutamenti delle strategie matrimoniali, procreative e dei ruoli familiari; le forti aspettative nei confronti del lavoro, quale componente centrale del progetto di vita; alcune trasformazioni avvenute nel più ampio scenario politico, economico e culturale.
3 TUTTAVIA Nonostante il venir meno dello stereotipo della bassa scolarizzazione femminile (e/o di quello relativo allo scarso interesse delle donne per la carriera lavorativa) permangono squilibri nelle opportunità di carriera (segregazione occupazionale verticale e orizzontale): agli uomini continua ad essere assegnata la dimensione pubblicoproduttiva e alle donne quella domestico-riproduttiva; le donne tendono a concentrarsi su quelle attività che risultano più permeabili e conciliabili. D altra parte, le donne dimostrano forte propensione al lavoro indipendente e si impegnano sempre più spesso in attività tradizionalmente maschili.
4 DISCRIMINAZIONI MOLTEPLICI: IL MERCATO DEL LAVORO ampio gap tra il tasso di occupazione degli uomini e delle donne forme di segregazione orizzontale (sex-typing) forme di segregazione verticale (glass ceiling) fenomeni di discriminazione (lavoro atipico, pay gap ecc.)
5 TASSO DI OCCUPAZIONE IN EUROPA E ITALIA Donne Uomini Donne Uomini EU28 62,6 74,3 63,5 75,0 Italia 49,9 69,7 50,3 69,7 Fonte: Eurostat
6 EU (28 countries) 62,2 62,4 62,6 63,5 Belgium 61,5 61,7 62,1 62,9 Bulgaria 59,8 60,2 60,7 62 Czech Republic 61,7 62,5 63,8 64,7 Denmark 72,4 72,2 72,4 72,2 Germany 71,3 71,6 72,5 73,1 Estonia 67,8 69,4 70,1 70,6 Ireland 59,4 59,4 60,3 61,2 Greece 48,7 45,2 43,3 44,3 Spain 56,1 54,6 53,8 54,8 France 64,7 65,1 65,5 66,2 Croatia 53,6 52,6 52,8 54,2 Italy 49,9 50,5 49,9 50,3 Cyprus 67,7 64,8 62,2 63,9 Latvia 65,3 66,4 67,7 68,5 Lithuania 66,6 67,9 68,6 70,6 Luxembourg 61,9 64,1 63,9 65,5 Hungary 54,7 56,2 56,9 60,2 Malta 43,8 46,6 49,8 51,9 Netherlands 70, ,6 69,7 Austria 69,2 69, ,1 Poland 57,2 57,5 57,6 59,4 Portugal 64, ,3 64,2 Romania 56,2 56,7 56,5 57,3 Slovenia 64,8 64, ,6 Slovakia 57,4 57,3 57,8 58,6 Finland 71,9 72,5 71,9 72,1 Sweden 76,5 76,8 77,2 77,6
7 LA SEGREGAZIONE OCCUPAZIONALE La concentrazione di donne e uomini in diversi tipi e livelli di attività e occupazione. ORIZZONTALE: la concentrazione di donne e uomini in diversi settori e occupazioni. VERTICALE: la concentrazione delle donne e degli uomini in diversi gradi, livelli di responsabilità o posizioni.
8 LA SEGREGAZIONE ORIZZONTALE L 82,1% delle donne italiane è occupato nei servizi, così come l 84,4% delle europee, un 15,2% impiegato nell industria italiana contro un 11,3% di quella della UE, ed infine, un 2,7% di donne italiane lavora nell agricoltura mentre nell agricoltura europea si riscontra un 4,3%
9 GENERE E LAVORO FLESSIBILE L Italia è l unico Paese, tra i principali stati dell Unione Europea, in cui sussistono significative differenze legate all età e al genere. Le donne, soprattutto nelle fasce più giovani, sono sovra rappresentate in tutti i tipi di lavoro atipico, che spesso rappresenta una forma di esclusione permanente dalle occupazioni garantite. I lavori precari rinforzano la dipendenza economica dal proprio partner (che più spesso ha un contratto di lavoro stabile) e l asimmetria della divisione del lavoro domestico.
10 OCCUPAZIONE TEMPORANEA (DIPENDENTE) PER SETTORE DI ATTIVITÀ E AREA TERRITORIALE
11 IL GENDER PAY GAP Nonostante un sempre maggiore equilibrio a livello di istruzione e di competenze il differenziale retributivo di genere permane. Tra i fattori che contribuiscono a generare tale forbice retributiva: la segregazione orizzontale, che relega le donne in professioni e settori a minore retribuzione; la segregazione verticale o tetto di cristallo, che impedisce alle donne di crescere professionalmente; il fenomeno del pavimento appiccicoso per il quale molte lavoratrici rimangono intrappolate in posizioni lavorative precarie e mal retribuite.
12 DIFFERENZE DI REDDITO TRA DONNE E UOMINI POPOLAZIONE ANNI Paese Anno Sotto istruzione superiore Istruzione secondaria e post Istruzione universitaria Tutti i livelli di istruzione Spagna Regno Unito Irlanda Finlandia Danimarca Francia Portogallo Media OCSE Grecia Italia Germania Fonte: Oecd. Lso Network special data collection on full-time, full-year earnings, Economic Working Group
13 REDDITO FAMILIARE NETTO PER SESSO (MEDIANA), 2012 Nord Centro Sud e Isole Italia Uomini Donne Totale Fonte: ISTAT Indagine Reddito e condizioni di vita, 2014
14 TASSO DI FECONDITÀ E OCCUPAZIONE
15 DEFINIZIONE Il tasso di fecondità totale (abbreviato abitualmente con TFT) è un indicatore statistico, chiamato anche più comunemente numero medio di figli per donna. Corrisponde in lingua inglese al Total Fertility Rate (TFR).
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18 RAPPORTO TRA RFECONDITÀ E OCCUPAZIONE (1) L evidenza empirica sulla relazione tra tasso di occupazione femminile e tasso di fecondità non è semplice da analizzare: da un lato tutti i paesi europei mostrano trend decrescenti nei tassi di fecondità e trend crescenti nei tassi di occupazione femminili dall altro lato, i paesi con i più alti tassi di fecondità sono anche quelli che registrano attualmente i più alti tassi di occupazione femminile
19 RAPPORTO TRA FECONDITÀ E OCCUPAZIONE (2) I paesi del Mediterraneo (Italia, Spagna, Grecia) associano a livelli di partecipazione femminile particolarmente bassi tassi di fecondità tra i più bassi al mondo Tra i paesi che registrano attualmente i più alti tassi di fecondità si trovano i paesi con i più alti tassi di attività femminile (Finlandia, Danimarca), così come paesi con tassi più elevati della media Europea (Francia)
20 CONCILIAZIONE E USO DEL TEMPO
21 CONCILIAZIONE: NON SOLO FAMIGLIA La radice etimologica della parola conciliazione rimanda all atto di ricercare un accordo, la composizione, l unione di parti tra di loro in contrasto. Un problema cruciale da affrontare riguarda il modo con cui rendere conciliabili i nuovi ruoli che donne e uomini occupano nel mondo del lavoro (come occupati/e) e le loro aspirazioni in termini di vita privata. Le politiche di conciliazione coinvolgono (o dovrebbero coinvolgere) tutte le sfere di esistenza di un individuo, consentendo l armonizzazione tra tempi di lavoro e tempi di vita complessivamente intesi
22 CONCILIAZIONE: NON SOLO DONNE Conciliazione lavorativa: principio di azione politica la cui finalità è ridisegnare l organizzazione complessiva della società, oltre che del lavoro, offrendo sostengo all affermazione dell equità di genere (Naldini, Saraceno, 2011). Se le politiche di conciliazione vengono impegnate in modo acritico rischiano di diventare un contenitore vuoto, o peggio, ricco di ambivalenze e di risvolti potenzialmente negativi effetto perverso di rinforzo di stereotipi e asimmetrie che si vorrebbero superare (Naldini, Saraceno, 2011) Prerequisito indispensabile: le politiche di conciliazione devono essere rivolte trasversalmente a uomini e donne, favorendo la condivisione delle responsabilità (Poggio, Murgia, De Bon, 2010).
23 CONCILIAZIONE ED UGUAGLIANZA DI GENERE AMBITI DI AZIONE Conciliazione nel suo intreccio indissolubile con la questione dell eguaglianza di genere sul lavoro Ambito delle politiche: quadro istituzionale (programmi e legislazione europea, nazionale, locale) contrattazione nazionale fondi strutturali Ambito dell organizzazione lavorativa: le carriere (reclutamento e selezione; sviluppo professionale) organizzazione del lavoro (orario; servizi aziendali, misure a sostegno della genitorialità) contesto culturale Soggetti coinvolti: individui parti sociali (imprese e sindacati) territorio (istituzioni e soggetti che erogano servizi)
24 PERMANE L ASIMMETRIA DEI RUOLI NELLA COPPIA DONNE sovraccariche di lavoro familiare: i tre quarti del tempo dedicato dalla coppia al lavoro familiare è assorbito dalle donne. Per le donne lavoratrici il tempo libero è residuale e il lavoro familiare centrale UOMINI è il tempo per il lavoro familiare ad essere residuale ed il lavoro extradomestico centrale
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26 L ASIMMETRIA DEI RUOLI DIMINUISCE, MA Nell arco degli anni diminuisce, anche se molto lentamente, il numero di ore di lavoro familiare delle coppie assorbito dalle donne più perché le donne scelgono di diminuire il tempo dedicato al lavoro familiare che perché gli uomini sono più coinvolti come numero e come minuti
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28 LE DONNE CONTRAGGONO IL LAVORO FAMILIARE E OPERANO UNA REDISTRIBUZIONE INTERNA Più tempo al lavoro di cura dei/lle figli/e e meno tempo al lavoro domestico anche per le occupate Solo per le donne di status sociale più elevato il lavoro familiare cresce ma sempre per il lavoro di cura Quindi: Si rompe lo stereotipo della donna che lavora e si dedica poco ai figli
29 L ASIMMETRIA DEI RUOLI NEL LAVORO DOMESTICO Le donne cucinano e puliscono la casa in misura molto maggiore rispetto agli uomini. Gli uomini: raramente apparecchiano o riordinano la cucina o fanno le pulizie, lavano, stirano (90% del tempo assorbito dalle donne). La condivisione dei ruoli è in crescita più al Nord e nelle coppie giovani. Tra le coppie con donne occupate i tre quarti del tempo dedicato al lavoro familiare è comunque assorbito da donne, solo 10% in meno delle coppie con donna casalinga.
30 SPUNTI DI DISCUSSIONE Sulla base di quanto sinora presentato: Vi è mai capitato di trovarvi in una delle situazioni descritte, nella vostra attività politico-pubblica e/o in quella lavorativa? Oppure è mai capitato a donne a voi vicine? Come avete gestito la situazione? Che aspetti (legislativi, politici, culturali, relazionali) avrebbero potuto essere di aiuto per risolvere la questione?
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