Infortuni sul lavoro e malattie professionali

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1 Infortuni sul lavoro e malattie professionali Capitolo 10 DATORE DI LAVORO E LAVORATORE Il datore di lavoro, che è il dirigente al quale spettano i poteri di gestione ed è dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa, ha l obbligo di assicurare i suoi lavoratori contro gli infortuni e le malattie professionali presso l INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro). Il datore di lavoro deve adottare tutte le misure necessarie per garantire al lavoratore la sicurezza sul lavoro; deve fornire al lavoratore tutti i mezzi di protezione e di prevenzione dai rischi professionali (Tav. 1). L imprenditore è tenuto ad adottare nell esercizio dell impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro (Codice Civile, art Tutela delle condizioni di lavoro ). Chiunque omette di collocare impianti, apparecchiature o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se dal fatto deriva un disastro o un infortunio, la pena è della reclusione da tre a dieci anni (Codice Penale, art Rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro ). Chiunque, per colpa, omette di collocare, ovvero rimuove o rende inservibili apparecchi o altri mezzi destinati all'estinzione di un incendio, o al salvataggio o al soccorso contro disastri o infortuni sul lavoro, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa... (Codice Penale, art Omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro ). Dispositivo di Protezione Individuale (DPI): qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore per proteggerlo contro i rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro. Diritti di ciascun lavoratore sono la sicurezza sul lavoro e la sua propria salute. Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul posto di lavoro. Il lavoratore deve adottare tutte le precauzioni atte a prevenire gli infortuni e le malattie professionali e deve usare, ove previsti, tutti i dispositivi di protezione e di sicurezza forniti dal datore di lavoro (es. guanti, occhiali, maschere, caschi, elmetti,

2 scarpe, tute, giubbotti, cuffie antirumore, ecc.). La prevenzione è definita come il complesso delle disposizioni o misure adottate o previste in tutte le fasi dell attività lavorativa per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell integrità dell ambiente esterno. INFORTUNIO SUL LAVORO Evento che produce un danno al lavoratore e che avviene per causa violenta (azione intensa e concentrata nel tempo) in occasione di lavoro. Dall infortunio può derivare o la morte o un inabilità al lavoro, assoluta o parziale, permanente o temporanea. Le cause che possono generare un infortunio sono ad esempio: disattenzione, fretta, imprudenza, mancato rispetto delle norme di sicurezza, mancato uso dei mezzi di protezione, rimozione dei ripari alle macchine, insufficiente addestramento, difetti delle attrezzature, ecc. Altri fattori di rischio possono essere legati all organizzazione del lavoro, ad esempio: ambienti di lavoro carenti dal punto di vista igienico o sovraffollati; ritmi di lavoro elevati e mansioni ripetitive; scarsa manutenzione degli impianti. Gli infortuni possono essere generati da un azione traumatica, da un ustione, da una scarica elettrica, da un asfissia meccanica, da un colpo di calore, da un colpo di sole, ecc. cause da forze fisiche esterne (cadute, contusioni, ferite, scoppi, urti, carichi sospesi, ecc.), da sostanze chimiche (sostanze tossiche, acidi, vernici, ecc.), da energia elettrica (folgorazioni, ustioni, ecc.). Il lavoratore deve comunicare subito al suo diretto superiore l infortunio sul lavoro, anche se consente la continuazione dell attività lavorativa, affinché possano essere prestate le cure di pronto soccorso ed effettuate le denunce di legge. MALATTIA PROFESSIONALE Malattia che deriva da una esposizione prolungata agli effetti nocivi del lavoro, presenti nell attività stessa e/o nell ambiente di lavoro. La causa può essere rappresentata dall ambiente in cui si svolge il lavoro, dagli strumenti e dai mezzi che vi si impiegano, dalle modalità della lavorazione, dalla posizione corporea che assume chi lavora, dalle sostanze che si producono e si manipolano. Sono agenti di malattia professionale i tossici, le inalazioni di polveri, le radiazioni, le vibrazioni, i rumori, ecc. La malattia professionale si distingue in maniera netta dall infortunio che, pur essendo analogamente connesso ad una occasione di lavoro, è definito come un evento che si verifica per causa violenta ed esterna (ossia da un fattore, che opera dall esterno con azione intensa e concentrata nel tempo, rapida). Gli agenti responsabili delle malattie professionali sono tantissimi e, spesso, i lavoratori sono esposti alla loro azione senza conoscere i rischi a cui vanno incontro.

3 Gli effetti dannosi possono manifestarsi dopo decenni. Le sostanze chimiche, il cui impiego è sempre più diffuso sia nell industria che in campo agricolo, sono fonte di danno per la salute dei lavoratori. La legge italiana riconosce un elenco di malattie di origine sicuramente professionale (malattie professionali tabellate); l elenco è disponibile sul sito internet INAIL all indirizzo: pagelabel=page_medicina&nextpage=medicina/tabelle_malattie_professionali/info jsp. Possono, poi, essere riconosciute altre patologie, non tabellate, per le quali è obbligo del lavoratore dimostrare l origine professionale, vale a dire la correlazione tra malattia e attività lavorativa. Qualora il lavoratore avverta disturbi correlabili al suo lavoro, alle sostanze nocive adoperate o presenti nell ambiente di lavoro, deve avvertire subito il suo superiore perché informi la direzione per i provvedimenti del caso. A ogni lavoratore devono essere garantite: adeguata formazione, informazione, misure preventive e protettive affinché il livello di esposizione a sostanze nocive sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile (Tav. 2). Tra le malattie professionali ricordiamo: malattie da agenti chimici (esempio: intossicazioni da piombo, benzene, cromo); malattie da agenti fisici (esempio: rumore, vibrazioni); malattie da agenti biologici (infezioni croniche); malattie dell apparato respiratorio (esempio: silicosi, asbestosi); malattie della pelle (dermatiti da contatto); malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee (le più diffuse, dovute a sovraccarico biomeccanico e all esposizione a vibrazioni); tumori professionali. Le più frequenti malattie professionali sono: Asbestosi. Malattia polmonare cronica, causata dall inalazione di polvere di amianto. L inalazione prolungata genera una fibrosi polmonare e la presenza negli alveoli polmonari, nei bronchioli e nel tessuto interstiziale di corpuscoli dell asbesto (= amianto). I sintomi principali sono tracheite, bronchite, enfisema polmonare e, quindi, difficoltà respiratoria. Caratteristico il quadro polmonare radiografico. L amianto ha azione cancerogena per cui ci può essere la comparsa di carcinoma del polmone e delle sierose (pleurica, peritoneale, pericardica): il cosiddetto mesotelioma. I lavoratori a maggior rischio erano quelli addetti all estrazione delle diverse varietà di asbesto dalle relative cave, gli addetti alla produzione ed impiego di cementoamianto, alla produzione di manufatti con asbesto, ecc. Ora che l estrazione, la lavorazione ed il commercio dell amianto sono proibiti per legge, la pericolosità è dovuta essenzialmente alla presenza di quella sterminata serie di prodotti ancora in circolazione, che lo contengono in quantità variabile e che lentamente vengono smaltiti in aree appositamente predisposte. Sono, pertanto, a rischio di esposizione ad amianto tutti i lavoratori che si occupano della manipolazione, rimozione, trasporto di amianto.

4 Silicosi. Malattia polmonare causata dall inalazione cronica e dalla penetrazione nei polmoni di polveri di silice o biossido di silicio (SiO 2 ). Questa sostanza è presente ovunque in quanto costituisce la maggior parte della crosta terrestre e può, quindi, essere sollevata nell aria da ogni attività di scavo nel terreno o di frantumazione di materiale pietroso, movimentazione di terre, ghiaie o sabbie. Le particelle più fini, del diametro di 2-3 mm, possono giungere sin nelle parti più periferiche del polmone e danneggiarle. Tali particelle sono presenti, in concentrazione più o meno elevata, in tutte le industrie minerarie e di scavo e anche in molte altre lavorazioni. La silicosi è diffusa praticamente in tutto il mondo anche se, oggi, la sua incidenza è diminuita grazie al miglioramento delle condizioni di lavoro. Le lavorazioni, che espongono al rischio di contrarre la silicosi, sono numerose: lo scavo di rocce in gallerie, miniere, cave; la lavorazione di rocce silicee e quarzifere, di graniti, di gres, di ceramiche, di porcellane, di minerali refrattari; i procedimenti di levigatura e di smerigliatura, la preparazione delle materie prime del vetro. Nell industria metallurgica possono essere colpiti dalla silicosi i lavoratori degli altiforni in seguito all inalazione di fumi, e, nelle fonderie e smalterie, quelli addetti alle operazioni di molatura, sbavatura e sabbiatura. Il processo morboso è molto lento e porta, nell arco di diversi anni, a danni al polmone (fibrosi, noduli, enfisema, placche pleuriche) e, nei casi più gravi, anche al cuore (ipertensione polmonare). I primi sintomi della malattia si manifestano, in genere, dopo molti anni (anche 10-15) di esposizione alle polveri e sono caratterizzati da tosse, dispnea da sforzo, bronchiti ricorrenti; indi, possono comparire complicanze quali enfisema polmonare, tubercolosi polmonare, insufficienza cardiaca. Ipoacusia e sordità da rumore. Diminuzione più o meno grave della capacità uditiva. Malattia professionale frequente. La normativa individua 80-85dB (decibel) come soglia limite per garantire l incolumità dell udito. Per valori superiori a 85dB vige l obbligo di usare i DPI (dispositivi di protezione individuale). Malattie muscolo-scheletriche. Disfunzioni che vanno a colpire ossa, articolazioni, muscoli, tendini, legamenti, nervi, vasi sanguigni. Le malattie muscoloscheletriche sono causate dalla ripetizione di movimenti, che esercitano una forza esterna tale da comportare l adattamento del corpo all errata postura. Sono colpiti, soprattutto, arto superiore, collo, colonna vertebrale (in particolare, nel tratto lombo-sacrale). Dermatiti da contatto, eczemi. Reazioni infiammatorie della pelle in seguito a esposizione o contatto con sostanze chimiche, fisiche, microbiche o parassitarie. Si manifestano come irritazione della pelle. Negli ultimi anni sono diminuite le dermatiti da contatto al lattice (guanti), che colpivano un gran numero di lavoratori, e sono state adottate misure preventive, utilizzando altri tipi di materiali per lavoratori allergici (esempio: guanti senza lattice, ovvero, latex free). Tumori professionali. Tumori nella cui genesi ha agito come causa o concausa l attività lavorativa con esposizione ad agenti cancerogeni. Tumori, quindi, la cui eziologia sta nel tipo di lavoro fatto. L identificazione di attività lavorative, che possono determinare un aumento di in-

5 sorgenza di tumori professionali, si basa su studi epidemiologici. La diagnosi dei tumori professionali è, per altro, difficile per diversi motivi: 1) il lungo periodo di latenza tra esposizione e insorgenza della patologia (di solito anni), che rende difficile, quindi, risalire alle condizioni di lavoro e alle sostanze con cui il lavoratore è venuto a contatto durante la vita lavorativa; 2) la quasi impossibilità di identificare tutte le sostanze con cui il lavoratore è venuto a contatto e di definire l intensità dell esposizione ad esse; 3) le scarse conoscenze sulle esposizioni multiple e sulle interferenze fra le diverse sostanze e sulle interazioni fra esposizioni professionali, abitudini di vita e suscettibilità individuale. I principali responsabili di tumori della cute sono gli idrocarburi policiclici aromatici, contenuti nel catrame e nella pece (asfaltatori, addetti alla produzione di pece e catrame), l arsenico utilizzato come antiparassitario (viticoltori) e i raggi ultravioletti delle radiazioni solari (marinai, agricoltori). Le vie urinarie, ed in particolar modo la vescica, rappresentano la sede d elezione per l insorgenza di tumori causati da sostanze cancerogene (esempio: amine aromatiche), i cui metaboliti vengono escreti attraverso l apparato urinario. Tra le amine aromatiche, molecole costituite da uno o più anelli benzenici cui sono legati uno o più gruppi amminici, quelle con maggior potere cancerogeno risultano la 2-naftilamina, la benzidina e il 4-aminodifenile (coloranti, gomma). L apparato respiratorio e, in particolare, i polmoni rappresentano il bersaglio più frequente dei tumori di origine professionale; infatti, sono numerose le attività che espongono i lavoratori a cancerogeni respiratori. Inoltre, attività lavorative faticose determinano un aumento della ventilazione polmonare con conseguente maggior inalazione di sostanze cancerogene (esempio: cromo esavalente negli addetti alla produzione di cromati e alla cromatura, industria galvanica; arsenico negli addetti alla produzione e all utilizzo di insetticidi arsenicali; nichel negli addetti alla fusione del metallo, soprattutto con tecnologie obsolete; idrocarburi aromatici policiclici o IPA negli addetti alla produzione di alluminio, nei lavoratori delle cokerie - impianti per la raffinazione del petrolio e del litantrace, che, solitamente, fan parte di un impianto siderurgico - e negli asfaltatori; radon e suoi prodotti di decadimento in minatori, con effetto sinergico col fumo di sigaretta). Vari studi epidemiologici, inoltre, hanno dimostrato un aumento dell incidenza di tumori polmonari negli addetti alla fusione del ferro e dell acciaio e nei verniciatori senza che siano state esattamente identificate le sostanze responsabili. Tumori delle cavità nasali e paranasali sono tipicamente determinati dall esposizione a composti del cromo esavalente (produzione di cromati) e a polveri di legno duro (falegnami); grazie al miglioramento delle condizioni di lavoro appare, invece, ridotto il rischio negli addetti alla produzione di scarpe e negli addetti alla lavorazione del nichel. INAIL È l Istituto Nazionale per l Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. È un Ente pubblico non economico, italiano, istituito nel 1898 con lo scopo di tu-

6 telare dal punto di vista assicurativo le vittime degli infortuni sul lavoro. Dal 1965 l Istituto assicura anche le malattie professionali L assicurazione all INAIL è obbligatoria: se ricorrono le condizioni di legge, i datori di lavoro debbono versare annualmente un premio assicurativo. Con il versamento del premio assicurativo l INAIL si assume l onere economico derivante dagli infortuni sul lavoro e dalle malattie professionali, che possono colpire i lavoratori, sia per quanto riguarda l inabilità temporanea assoluta (cioè, il periodo di astensione dal lavoro) sia per l eventuale invalidità permanente residuata. Anche se il datore di lavoro, che è tenuto per legge, non procede al versamento dei premi di assicurazione, il dipendente ha accesso alla tutela (principio della automaticità delle prestazioni). Le prestazioni erogate dall INAIL 1. Prestazioni economiche 1. Indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta, che viene corrisposta dal quarto giorno successivo alla data dell infortunio fino alla guarigione. L inabilità temporanea assoluta non consente al lavoratore di riprendere, neanche in minima parte, il suo lavoro; 2. indennizzo per lesione dell integrità psicofisica o danno biologico, corrisposto per eventi a decorrere dal 25 luglio Per postumi compresi tra il 6% e il 15%, è previsto l indennizzo in capitale. Dal 16% in poi, viene erogato un indennizzo in rendita; 3. integrazione della rendita diretta, dovuta per il periodo nel quale il lavoratore si sottopone a cure utili per il recupero della capacità lavorativa; 4. rendita di passaggio per silicosi e asbestosi, calcolata secondo le Tabelle allegate al Testo Unico 1124/65 per inabilità non superiore all 80% e corrisposta per un anno al lavoratore, che abbandoni la lavorazione nociva; calcolata secondo le Tabelle allegate al D. Lgs. 38/2000 per le malattie denunciate a decorrere dal 1 gennaio 2007 e con menomazioni dell integrità psicofisica non superiori al 60%; 5. rendita ai superstiti di lavoratori deceduti a causa di infortunio o malattia professionale, se in possesso dei requisiti di legge; 6. prestazione una tantum ai superstiti di lavoratori deceduti a causa di infortunio mortale, verificatosi a decorrere dal 1 gennaio 2007, se in possesso dei medesimi requisiti previsti per la rendita ai superstiti; 7. assegno funerario; 8. assegno per assistenza personale continuativa, corrisposto per inabilità permanente assoluta del 100% e, per gli eventi a decorrere dal 1 gennaio 2007, per le menomazioni elencate in apposite Tabelle; 9. speciale assegno continuativo mensile, erogato ai superstiti di lavoratori titolari di rendita, deceduti per cause non dipendenti da infortunio o malattia professionale, se in possesso degli specifici requisiti previsti.

7 2. Prestazioni sanitarie I lavoratori infortunati hanno diritto a ricevere cure mediche e chirurgiche, erogate a carico del Servizio Sanitario Nazionale, compresi gli accertamenti clinici, ai fini della guarigione e del massimo recupero della capacità lavorativa. Tali cure sono esentate dal pagamento del ticket (esenzione L04). Sono di esclusiva competenza dell INAIL gli accertamenti, le certificazioni e ogni altro aspetto medico-legale. In regime di convenzione con le Regioni, l INAIL fornisce a proprio carico presso le Sedi territoriali il servizio di prime cure ambulatoriali, incluse le cure riabilitative, fino a guarigione del lavoratore; fornisce, inoltre: le protesi e gli ausíli; le cure idrofangotermali e i soggiorni climatici. 3. Prestazioni integrative Le prestazioni integrative, dette anche assistenziali, comprendono: assegno di incollocabilità, erogato per impossibilità di collocazione in qualsiasi settore lavorativo; erogazione integrativa di fine anno, dovuta ai grandi invalidi con inabilità compresa tra l 80% e il 100% e, per gli eventi a decorrere dal 1 gennaio 2007, con grado di menomazione dell integrità psicofisica compreso tra il 60% e il 100%; brevetto e distintivo d onore, di natura onorifica ed economica, fornito per una sola volta ai Grandi Invalidi o Mutilati del Lavoro. Tavola 1. I cartelli segnaletici di sicurezza Cartelli di divieto: forma rotonda, simbolo nero su fondo bianco, bordo e banda rossa Divieto di accesso alle persone non autorizzate Vietato fumare Vietato ai carrelli di movimentazione Divieto di spegnere con acqua

8 Cartelli antincendio: forma quadrata o rettangolare, simbolo bianco su fondo rosso Estintore Lancia antincendio Direzione da seguire Direzione da seguire Cartelli di AVVERTIMENTO: forma triangolare, simbolo nero su fondo giallo, bordo nero Carichi sospesi Carrelli di movimentazione Tensione elettrica pericolosa Pericolo di inciampo Cartelli di obbligo: forma rotonda, simbolo bianco su fondo azzurro Protezione obbligatoria degli occhi Guanti di protezione obbligatoria Calzature di sicurezza obbligatoria Casco di protezione obbligatorio

9 Cartelli di sicurezza: forma quadrata o rettangolare, simbolo bianco su fondo verde Percorso/uscita di emergenza Direzione da seguire Pronto Soccorso Lavaggio degli occhi Tavola 2. L etichettatura delle sostanze pericolose Tutte le sostanze pericolose devono avere una etichettatura, che riporti: denominazione; dati del responsabile della immissione in commercio; simboli e indicazioni di pericolo (in nero su fondo arancione); sotto il simbolo una sigla che identifica il rischio. Principali simboli e sigle di rischio riportati sulle etichette Molto tossico Corrosivo Irritante Nocivo Infiammabile Estremamente infiammabile Esplosivo Pericoloso per l ambiente

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