I PRINCIPI BASE DELLA SICUREZZA ed IGIENE NEI LUOGHI DI LAVORO

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1 I PRINCIPI BASE DELLA SICUREZZA ed IGIENE NEI LUOGHI DI LAVORO Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 TESTO UNICO IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO T.U.L.S. 1

2 Il nuovo Testo Unico ha previsto l'abrogazione delle seguenti normative: D.P.R. 27 aprile 1955, n. 547; D.P.R. 7 gennaio 1956 n. 164; D.P.R. 19 marzo 1956, n. 303, D.lgs.15 agosto 1991, n. 277; D.lgs. 19 settembre 1994, n.626; D.lgs. 14 agosto 1996, n. 493; D.lgs. 14 agosto 1996, n. 494; D.lgs. 19 agosto 2005, n. 187; 2

3 A chi si rivolge? A tutti i settori d attività o pubblici che hanno alle loro dipendenze uno o più lavoratori con rapporto di lavoro subordinato Perché? Per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori durante il lavoro 3

4 Il D.lgs 81/2008 è formato da 306 articoli, suddivisi nei seguenti titoli: Titolo I - (art. 1-61) Principi comuni (Disposizioni generali, sistema istituzionale, gestione della previdenza nei luoghi di lavoro, disposizioni penali) Titolo II (art ) Luoghi di lavoro (Disposizioni generali, Sanzioni) Titolo III (art ) Uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale Titolo IV (art ) Cantieri temporanei o mobili (Misure per la salute e sicurezza nei cantieri temporanei e mobili, Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nell costruzioni e nei lavori in quota, sanzioni) Titolo V (art ) Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro (Disposizioni generali, sanzioni) Titolo VI (art ) Movimentazione manuale dei carichi (Disposizioni generali, sanzioni) Titolo VII (art ) Attrezzature munite di videoterminali (Disposizioni generali, obblighi del datore di lavoro, dei dirigenti e dei preposti, sanzioni) 4

5 Titolo VIII (art ) Agenti fisici (Disposizioni generali, protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro, protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a vibrazioni, protezione dei lavoratori da i rischi di esposizione a campi elettromagnetici, protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a radiazioni ottiche, sanzioni) Titolo IX (art ) Sostanze pericolose (protezione da agenti chimici, protezione da agenti cancerogeni e mutageni, protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto, sanzioni) Titolo X (art ) Esposizione ad agenti biologici (obblighi del datore di lavoro, sorveglianza sanitaria, sanzioni) Titolo XI (art ) Protezione da atmosfere esplosive (disposizioni generali, obblighi del datore di lavoro, sanzioni) Titolo XII (art ) Disposizioni diverse in materia penale e di procedura penale Titolo XIII (art ) Disposizioni finali La struttura della legge è impostata prima con la individuazione dei soggetti responsabili e poi con la descrizione delle misure gestionali e degli adeguamenti tecnici necessari per ridurre i rischi lavorativi. 5

6 Salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori mediante una: Organizzazione aziendale della prevenzione Che mira a definire : I ruoli ed organizzare i servizi; Gli interventi sugli impianti, sui metodi di lavorazione e sulle materie prime; I sistemi di protezione individuale e collettiva; Le procedure d informazione e formazione 6

7 Organizzazione aziendale della prevenzione: AZIONI Identificazione del pericolo Valutazione del rischio Programmazione delle misure di tutela Documento di valutazione dei rischi Attuazioni delle Misure Aggiornamento e monitoraggio 7

8 Organizzazione aziendale della prevenzione: FIGURE Datore di lavoro Servizio Prevenzione Protezione Rischi Organizzazione aziendale della prevenzione Medico competente Rappresentante dei lavoratori Addetti alla prevenzione incendi ed alle emergenze 8

9 Art. 2. Definizioni Lavoratore: Persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un'attività lavorativa nell'ambito dell'organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un'arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato: - socio lavoratore di cooperative; - beneficiari di tirocini formativi (legge 196/97); - allievo degli istituti di istruzione ed universitari che utilizzano laboratori, agenti chimici, fisici e biologici, terminali limitatamente ai periodi di utilizzo; - volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della protezione civile; - volontario che effettua il servizio civile; - lavoratore socialmente utili (D.Lgs 468/07) 9

10 Datore di lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che ha la responsabilità dell'organizzazione stessa o dell'unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Dirigente: persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l'attività lavorativa e vigilando su di essa; Preposto: persona che sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l'attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa; Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP): persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali ( laurea in ingegneria, architettura) designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi; 10

11 Addetto al servizio di prevenzione e protezione: persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali, facente parte del servizio di prevenzione e protezione dai rischi Medico competente: medico in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali, che collabora, secondo quanto previsto, con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti di cui al presente decreto; Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza: persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro; Servizio di prevenzione e protezione dai rischi: insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all'azienda finalizzati all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori; Prevenzione: il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell'integrità dell'ambiente esterno; 11

12 Azienda: il complesso della struttura organizzata dal datore di lavoro pubblico o privato; Formazione: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi; Informazione: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro; Addestramento: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l'uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro; 12

13 Valutazione dei rischi: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza; Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni; Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione; 13

14 Art. 4. Computo dei lavoratori 1. Ai fini della determinazione del numero di lavoratori dal quale discendono particolari obblighi del datore di lavoro non sono computati: a) i collaboratori familiari; b) i soggetti beneficiari di tirocini formativi; c) gli allievi degli istituti di istruzione e universitari; d) i lavoratori assunti con contratto di lavoro a tempo determinato, in sostituzione di lavoratori; e) i lavoratori che svolgono prestazioni occasionali; f) i lavoratori autonomi; g) i volontari, i volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della protezione civile e i volontari che effettuano il servizio civile; h) i lavoratori socialmente utili; 14

15 COME "CONTARE" IL NUMERO DEI LAVORATORI Nel D.Lgs esistono alcuni punti che dovranno essere applicati in funzione del numero di lavoratori, si tratta: della possibilità di autocertificare o di utilizzare le procedure standardizzate per la redazione della valutazione dei rischi dell esigenza di effettuare la riunione periodica dell opportunità di eleggere il R.L.S. dello svolgimento diretto del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi Ad esempio, per decidere se il datore di lavoro, ai fini della valutazione del rischio, possa ancora usufruire della semplice autocertificazione oppure debba redigere il documento scritto, bisogna determinare se impiega fino a 10 o più di 10 lavoratori. 15

16 Art. 20. Obblighi dei lavoratori Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. I lavoratori devono in particolare: a) contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all'adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale; c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza; 16

17 d) utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione; e) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza; f) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza; g) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori; h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro; i)sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o comunque disposti dal medico competente. 17

18 Art. 16. Delega di funzioni 1. La delega di funzioni da parte del datore di lavoro, ove non espressamente esclusa, è ammessa con i seguenti limiti e condizioni: a) che essa risulti da atto scritto recante data certa; b) che il delegato possegga tutti i requisiti di professionalità ed esperienza richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate; c) che essa attribuisca al delegato tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate; d) che essa attribuisca al delegato l'autonomia di spesa necessaria allo svolgimento delle funzioni delegate; e) che la delega sia accettata dal delegato per iscritto. 3. La delega di funzioni non esclude l'obbligo di vigilanza in capo al datore di lavoro in ordine al corretto espletamento daparte del delegato delle funzioni trasferite. 18

19 Art. 17. Obblighi del datore di lavoro non delegabili 1. Il datore di lavoro non può delegare le seguenti attività: a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento; b) la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi. Art. 18. Obblighi del datore di lavoro e del dirigente 1.Il datore di lavoro e i dirigenti devono: a) nominare il medico competente per l'effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal presente decreto legislativo. b) designare preventivamente i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell'emergenza; 19

20 c) nell'affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza; d) fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale; e) prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico; f) richiedere l'osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione; g) richiedere al medico competente l'osservanza degli obblighi previsti a suo carico nel presente decreto; h) adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa; i) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione; 20

21 n) consentire ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, l'applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute; o) consegnare tempestivamente al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di questi e per l'espletamento della sua funzione, copia del documento previsto; r) comunicare all'inail, in relazione alle rispettive competenze, i dati relativi agli infortuni sul lavoro che comportino un'assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell'evento e, a fini assicurativi, le informazioni relative agli infortuni sul lavoro che comportino un'assenza dal lavoro superiore a tre giorni; t) adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell'evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché per il caso di pericolo grave e immediato. Tali misure devono essere adeguate alla natura dell'attività, alle dimensioni dell'azienda o dell'unità produttiva, e al numero delle persone presenti; v)nelle unità produttive con più di 15 lavoratori, convocare la riunione periodica; z) aggiornare le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro; 21

22 2. Il datore di lavoro fornisce al servizio di prevenzione e protezione ed al medico competente informazioni in merito a: a) la natura dei rischi; b) l'organizzazione del lavoro, la programmazione e l'attuazione delle misure preventive e protettive; c) la descrizione degli impianti e dei processi produttivi; d) i dati relativi alle malattie professionali; e) i provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza. 3. Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o a pubblici uffici, ivi comprese le istituzioni scolastiche ed educative. 22

23 Art. 19. Obblighi del preposto 1. I preposti, secondo le loro attribuzioni e competenze, devono: a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché l' uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti; b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico; c) richiedere l'osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa; d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione; e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato; f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta; g) frequentare appositi corsi di formazione. 23

24 Sezione II - VALUTAZIONE DEI RISCHI Art. 28. Oggetto della valutazione dei rischi Il D.Lgs 81/2008 prevede che in tutte le aziende pubbliche e private venga predisposto un apposito Documento di Valutazione dei rischi per i lavoratori, sotto la responsabilità indelegabile del datore di lavoro (che eventualmente può farsi supportare dalla consulenza diprofessionisti esperti della materia). 1. La valutazione dei rischi nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all'età, alla provenienza da altri Paesi. 2. Il documento redatto a conclusione della valutazione, deve avere data certa e contenere: a) una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l'attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa; b) l'indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati, a seguito della valutazione; c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza; 24

25 d) l'individuazione delle procedure per l'attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell'organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri; e) l'indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio; f) l'individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento. 25

26 Art. 29. Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi -Il datore di lavoro effettua la valutazione ed elabora il documento, in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente, previa consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. - La valutazione e il documento debbono essere rielaborati, in occasione di modifiche del processo produttivo o dell'organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e della sicurezza dei lavoratori, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione o a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità. - I documenti devono essere custoditi presso l'unità produttiva alla quale si riferisce la valutazione dei rischi. - I datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori effettuano la valutazione dei rischi di cui al presente articolo sulla base delle procedure standardizzate. 26

27 Art. 47 Nomina del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza 2. In tutte le aziende, o unità produttive, è eletto o designato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. 3. Nelle aziende o unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è di norma eletto direttamente dai lavoratori al loro interno oppure è individuato per più aziende nell'ambito territoriale o del comparto produttivo. 4. Nelle aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è eletto o designato dai lavoratori nell'ambito delle rappresentanze sindacali in azienda. 8. Qualora non si proceda alle elezioni previste dai commi 3 e 4, le funzioni di rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sono esercitate dai rappresentanti di cui agli articoli

28 Art. 48. Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale 1.Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale esercita le competenze del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza 4. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale accede ai luoghi di lavoro nel rispetto delle modalità e del termine di preavviso. Il termine di preavviso non opera in caso di infortunio grave. 5. Ove l'azienda impedisca l'accesso, al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale, questi lo comunica all'organo di vigilanza territorialmente competente. 7. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale ha diritto ad una formazione particolare in materia di salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui esercita la propria rappresentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e prevenzione dei rischi stessi. 28

29 Art. 34 Svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi 1.Il datore di lavoro può svolgere direttamente i compiti propri del servizio diprevenzione e protezione dai rischi, di primo soccorso, nonché di prevenzione incendi e di evacuazione, dandone preventiva informazione al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza 2. Il datore di lavoro che intende svolgere i compiti di cui al comma 1, deve frequentare corsi di formazione, adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative, 3. Il datore di lavoro che svolge i compiti di cui al comma 1 è altresì tenuto a frequentare corsi di aggiornamento nel rispetto di quanto previsto nell'accordo di cui al precedente comma. 29

30 Art. 37. Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione in materia di salute e sicurezza: a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza; b) rischi riferiti alle specifiche mansioni del settore o comparto di appartenenza dell'azienda. La formazione e, ove previsto, l'addestramento specifico devono avvenire in occasione: del trasferimento o cambiamento di mansioni e della introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e preparati pericolosi. La formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti deve essere periodicamente ripetuta in relazione all'evoluzione dei rischio all'insorgenza di nuovi rischi. I preposti ricevono a cura del datore di lavoro e in azienda, un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro. I contenuti della formazione comprendono: a) principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi; b) definizione e individuazione dei fattori di rischio; c) valutazione dei rischi; d) individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione. 30

31 Art. 41. Sorveglianza sanitaria La sorveglianza sanitaria è effettuata dal medico competente: a) nei casi previsti dalla normativa vigente; b) qualora il lavoratore ne faccia richiesta e la stessa sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi lavorativi. La sorveglianza sanitaria comprende visita medica: a) Preventiva intesa a constatare l'assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato al fine di valutare la sua idoneità alla mansione specifica; b) periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica. La periodicità di tali accertamenti viene stabilita, di norma, in una volta l'anno. c) su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute, al fine di esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica; d) cambio della mansione onde verificare l'idoneità alla mansione specifica; 31

32 Le visite mediche non possono essere effettuate: a) in fase preassuntiva; b) per accertare stati di gravidanza; Gli esiti della visita medica devono essere allegati alla cartella sanitaria e di rischio Il medico competente, sulla base delle visite mediche, esprime uno dei seguenti giudizi relativi alla mansione specifica: a) idoneità; b) idoneità parziale, temporanea o permanente, con prescrizioni o limitazioni; c) inidoneità temporanea; d) inidoneità permanente. Nel caso di espressione del giudizio di inidoneità temporanea vanno precisati i limiti temporali di validità. Dei giudizi, il medico competente informa per iscritto il datore di lavoro e il lavoratore. Avverso i giudizi del medico competente è ammesso ricorso, all'organo di vigilanza territorialmente competente che dispone, dopo eventuali ulteriori accertamenti, la conferma, la modifica o la revoca del giudizio stesso. 32

33 Art. 42 Provvedimenti in caso di inidoneità alla mansione specifica l datore di lavoro, qualora le misure indicate dal medico competente e qualora le stesse prevedano un'inidoneità alla mansione specifica, adibisce il lavoratore, ove possibile, ad altra mansione compatibile con il suo stato di salute. Il lavoratore adibito a mansioni inferiori conserva la retribuzione corrispondente alle mansioni precedentemente svolte e la qualifica originaria. 33

34 Sezione VI - GESTIONE DELLE EMERGENZE Art. 45 Primo soccorso Il datore di lavoro, sentito il medico competente ove nominato, prende i provvedimenti necessari in materia di primo soccorso e di assistenza medica di emergenza, tenendo conto delle altre eventuali persone presenti sui luoghi di lavoro e stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati. Le caratteristiche minime delle attrezzature di primo soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione, individuati in relazione alla natura dell'attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di rischio. 34

35 Art. 46. Prevenzione incendi D. Lgs 81/08 stabilisce i: Criteri generali di sicurezza antincendio per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro Stabiliscono i criteri per la valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro ed indicano le misure di prevenzione e protezione antincendio da adottare, al fine di ridurre l insorgenza di un incendio e di limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi. I criteri generali di sicurezza antincendio si applicano alle attività che si svolgono nei luoghi di lavoro. Nel documento di valutazione dei rischi viene valutato il livello di rischio di incendio del luogo di lavoro secondo la seguente classificazione: - Livello di rischio basso - Livello di rischio medio - Livello di rischio elevato 35

36 Il datore di lavoro, tenendo conto delle dimensioni e dei rischi specifici dell azienda: a) Organizza i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti b) Designa i lavoratori incaricati della prevenzione e lotta antincendio c) Informa tutti i lavoratori esposti circa le misure predisposte ed i comportamenti da adottare; Squadra per la gestione dell emergenza Comunicano al personale lo stato di emergenza, indicandone la natura, trasmettendo l ordine di evacuazione emanato dal Responsabile del Piano di Emergenza; Coordinano l esodo del personale al fine di agevolare l evacuazione in sicurezza dei locali. Intraprendono misure di contenimento e contrasto, commisurate all evento che ha determinato lo stato di emergenza sulla base delle proprie capacità e competenze; dette azioni devono essere intraprese solo quando gli operatori hanno la certezza di non pregiudicare la propria ed altrui incolumità con le operazioni eseguite ed alla condizione di conoscere l uso appropriato degli impianti ed attrezzature utilizzati. 36

37 ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA PREVENZIONE ORGANIZZAZIONE SISTEMA AZIENDALE PREVENZIONE -Ciclo lavorativo -Luoghi di lavoro -Attrezzature -Sostanze 37

38 ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA PREVENZIONE VALUTAZIONE ANALISI DEI RISCHI -Rischi Trasversali -Rischi Strutturali -Rischi Meccanici -Rischi Elettrici -Rischi Incendio -Rischi Biologici -Rischi Chimici -Rischi Fisici 38

39 CATEGORIE DEI RISCHI TRASVERSALI INFORTUNISTICI -Organizzazione del lavoro -Fattori psicologici -Fattori ergonomici -Condizioni di lavoro difficili -Strutturali -Meccanici -Elettrici -Incendio -Sostanze pericolose IGIENICO AMBIENTALE - Fisici -Chimici - Biologici - Cancerogeni 39

40 In relazione alla natura delle attività dell azienda o dell unità produttiva il datore di lavoro deve effettuare la: VALUTAZIONE DEI RISCHI Procedimento di valutazione delle possibili entità di danno, quale conseguenza del rischio per la salute e la sicurezza del lavoratore 40

41 SICUREZZA PERICOLO RISCHIO SICUREZZA PERICOLO RISCHIO Qualità o proprietà intrinseca di una determinata entità, avente il potenziale di causare danni Probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno nelle condizioni di impiego, ovvero d esposizione di un determinato fattore 41

42 SICUREZZA PERICOLO RISCHIO ESEMPIO: PERICOLO: Caduta di un oggetto dalla scrivania RISCHIO: Probabilità che un oggetto cada dalla scrivania e che possa provocare danni, di varia natura, a persone 42

43 SICUREZZA PERICOLO RISCHIO RISCHIO: Va quindi calcolato sulla base di vari fattori Esso è la funzione di una serie di variabili. Nel caso esemplificato: Rischio caduta = f (altezza tavolo, affollamento del luogo, quantità di oggetti presenti sul tavolo, condizioni climatiche, ecc.) 43

44 Altezza del tavolo Numero di oggetti presenti Natura degli oggetti presenti Condizioni esterne ( vento, terremoti, vibrazioni da apparecchiature, ) Numero di persone presenti Presenza di sostanze pericolose 44

45 SICUREZZA PERICOLO RISCHIO STABILITO IL PERICOLO: La valutazione del RISCHIO mira a stabilire se siamo di fronte ad un Rischio basso Rischio medio Rischio alto 45

46 SICUREZZA PERICOLO RISCHIO Se cambia il pericolo PERICOLO: Caduta di un oggetto dalla scrivania Bisogna rivedere la nostra valutazione del rischio 46

47 ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA PREVENZIONE ELABORAZIONE DOCUMENTO -Risultati valutazione -Individuazione misure -Programmazione misure 47

48 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Entro 90 giorni dall apertura dell attività Entro 30 giorni da modifiche dell attività -Valutazione dei rischi -Misure di prevenzione e protezione -Piano di attuazione Contenuti -Relazione preliminare per valutazione -Criterio di riferimento -Riesame e aggiornamento Autocertificazione per aziende con meno di 10 dipendenti ( che rientrano nell allegato II, Aziende artigianali ) 48

49 ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA PREVENZIONE ATTUAZIONE MISURE PREVENTIVE -Individuazione misure -Sorveglianza sanitaria 49

50 Misure generali di tutela 1. Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono: a) la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza; b) la programmazione della prevenzione, c) l'eliminazione dei rischi o la loro riduzione al minimo in base al progresso tecnico; d) il rispetto dei principi ergonomici ( nell'organizzazione del lavoro, nella scelta delle attrezzature e nei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute ); e) la riduzione dei rischi alla fonte; Art. 15, capo 3, titolo 1 del Dlgs. 81/08 f) la sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso; g) la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio; 50

51 Misure generali di tutela h) l'utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro; i) la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale; l) il controllo sanitario dei lavoratori; m) l'allontanamento del lavoratore dall'esposizione al rischio per motivi sanitari inerenti la sua persona e l'adibizione, ove possibile, ad altra mansione; n) l'informazione e formazione adeguate per i lavoratori; Art. 15, capo 3, titolo 1 del Dlgs. 81/08 o) l'informazione e formazione adeguate per dirigenti e i preposti; p) l'informazione e formazione adeguate per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; q) le istruzioni adeguate ai lavoratori; 51

52 Misure generali di tutela Art. 15, capo 3, titolo 1 del Dlgs. 81/08 r) la partecipazione e consultazione dei lavoratori; s) la partecipazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; t) la programmazione delle misure per il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, u) le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato; v) l'uso di segnali di avvertimento e di sicurezza; z) la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti. 52

53 Misure generali di tutela Art. 15, capo 3, titolo 1 del Dlgs. 81/08 Riduzione rischi Misure di emergenza Eliminazione dei rischi Interventi sul ciclo di produzione Sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che lo è meno Limitato uso di agenti chimici, fisici e biologici nel posto di lavoro Interventi sugli impianti Protezione collettiva Interventi alla fonte Sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che lo è meno Azione sui lavoratori Istruzione Visite mediche Protezioni individuali Regolare manutenzione degli impianti, delle macchine con particolare attenzione ai dispositivi di sicurezza Interventi sul posto di lavoro e sull ambiente Rispetto dei principi ergonomici Formazione Uso dei segnali di sicurezza Allontanam ento dei lavoratori dal rischio per motivi sanitari Misure igieniche Limitazione dei lavoratori esposti al rischio 53

54 ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA PREVENZIONE AGGIORNAMENTO MONITORAGGIO VERIFICA -Riunioni periodiche -Modifica documento -Aggiornamento misure -Osservanza delle norme, disposizioni -Ispezioni 54

55 Art. 21. Disposizioni relative ai componenti dell'impresa familiare e ai lavoratori autonomi 1. I componenti dell'impresa familiare, i lavoratori autonomi, i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani e i piccoli commercianti devono: a) utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni; b) munirsi di dispositivi di protezione individuale ed utilizzarli conformemente alle disposizioni c) munirsi di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le proprie generalità, qualora effettuino la loro prestazione in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto. 2. I soggetti di cui al comma 1, relativamente ai rischi propri delle attività svolte e con oneri a proprio carico hanno facoltà di: a) beneficiare della sorveglianza sanitaria ; b) partecipare a corsi di formazione specifici in materia di salute e sicurezza sul lavoro, incentrati sui rischi propri delle attività svolte. 55

56 GLI ORGANI DI VIGILANZA E CONTROLLO Art. 13 del D.Lgs 81/08: La vigilanza sull'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dalla azienda sanitaria locale competente per territorio e, per quanto di specifica competenza, dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché ( ) può essere esercitata anche dall Ispettorato del lavoro che ne informa preventivamente il Servizio di Prevenzione e Salute dell Unità Sanitaria Locale competente per Territorio 56

57 GLI ORGANI DI VIGILANZA E CONTROLLO Azienda Sanitaria Provinciale Istituite con la Legge n. 833 del 23 dicembre 1978 ( legge sull istituzione del Servizio sanitario nazionale) per la gestione unitaria della tutela della salute in modo uniforme sull intero territorio nazionale. L unità sanitaria locale è il complesso dei presidi, degli uffici e dei servizi dei comuni, singoli o associati, e delle comunità montane che in ambito territoriale determinano assolvono ai compiti del servizio sanitario nazionale. 57

58 A.S.P. AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE Nell ambito delle proprie competenze l ASP, per quanto riguarda la sicurezza, l igiene e la salute sui luoghi di lavoro, provvede: -all educazione sanitaria -all igiene dell ambiente -alla prevenzione individuale e collettiva delle malattie fisiche e psichiche -all igiene e medicina del lavoro, nonché alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali -all igiene della produzione, lavorazione, distribuzione e commercio degli alimenti e delle bevande -agli accertamenti, alle certificazioni ed a ogni altra prestazione medico-legale spettanti al servizio sanitario nazionale 58

59 A.S.P. AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE Per lo svolgimento di tali attività, la ASP ha la competenza di effettuare le visite ispettive nei locali d lavoro, le indagini sugli infortuni e le malattie professionali. Al personale delle ASL viene esteso il potere di accesso attribuito agli ispettori del lavoro. All ASP sono inoltre attribuiti i compiti svolti dall Ispettorato del lavoro in materia di prevenzione, di igiene e di controllo sullo stato di salute dei lavoratori. In tale contesto la ASP organizza propri servizi di igiene ambientale e di medicina del lavoro. Infine anche l attività di vigilanza sull applicazione della legislazione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, viene svolta dalla ASP. 59

60 ISPETTORATO DEL LAVORO -E l organo ispettivo dipendente dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale: gli ispettori hanno le funzioni di polizia giudiziaria, e hanno quindi l obbligo di rapporto al magistrato per tutti i reati accertati nell esercizio dell attività ispettiva. -Prima della legge di istituzione del sistema sanitario nazionale, tutta l attività di vigilanza sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, e sull applicazione delle norme in materia di sicurezza e salute dei lavoratori, era demandata all ISPETTORATO DEL LAVORO -Con la creazione dell ASP, all Ispettorato del Lavoro sono state riconosciute le seguenti competenze: -Vigilanza sulla protezione dei lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti, sulla tutela fisica delle donne e dei minori, sulla prevenzione infortuni presso gli impianti e i servizi gestiti da Enti della Pubblica Amministrazione, e sull applicazione della legislazione in materia di sicurezza in attività lavorative comportanti rischi particolarmente elevati 60

61 VIGILI DEL FUOCO Il servizio di prevenzione incendi è un compito istituzionale riconosciuto al Corpo nazionale dei VVFF. La prevenzione incendi è la materia nel cui ambito vengono predisposte e sperimentate le misure, i provvedimenti e i modi di azione intesi ad evitare, secondo le norme emanate dagli organi competenti, l insorgenza di un incendio e a limitarne le conseguenze. Il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco provvede agli accertamenti sopralluogo negli insediamenti industriali e civili per valutare direttamente i fattori di rischio, verificare la rispondenza alle norme e ai criteri tecnici di prevenzione incendi e l attuazione delle prescrizioni e degli obblighi a carico dei responsabili delle attività soggette a controllo. I Vigili del Fuoco effettuano inoltre visite sopralluoghi per il rilascio ed il rinnovo del Certificato di Prevenzione incendi, e svolgendo attività informativa e di assistenza in materia antincendio. 61

62 ISPELS: ISTITUTO PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA SUL LAVORO Le attività dell ISPELS sono le seguenti: -Consulenza e studio dei criteri, modalità e procedure per la valutazione dei rischi e dei danni per la salute ai fini della loro eliminazione; -Standardizzazione tecnico-scientifica delle metodologie e procedure di valutazione dei rischi, -Proposta normativa all autorità di vigilanza per indicare le misure idonee all eliminazione dei fattori di rischio e al risanamento degli ambienti di vita e di lavoro; -Attività di certificazione; -Consulenza per la vigilanza sulla conformità dei prodotti industriali finiti alle disposizioni vigenti, finalizzata alla verifica della loro idonea e corretta installazione, nonché dell utilizzazione; -Attività di informazione, consulenza ed assistenza in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, in particolare nei confronti delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese e delle rispettive associazioni dei datori di lavoro; -Raccolta ed elaborazione delle informazioni relative ai rischi e ai danni derivanti da infortunio durante l attività lavorativa. 62

63 INAIL: ISTITUTO NAZIONALE PER L ASSICURAZIONE CONTRO INFORTUNI SUL LAVORO L istituto è suddiviso in sedi provinciali con unità autonome distaccate che hanno una giurisdizione territoriale coincidente con quella delle Unità Sanitari Locali. In caso di infortunio o di malattia professionale, è obbligatoria la denuncia all istituto assicuratore che provvederà a : - Gestire le pratiche dell infortunio ( prognosi superiore a tre giorni) e delle malattie professionali; -Determinare i tassi assicurativi; -Effettuare controlli sanitari sul personale infortunato o affetto da malattie professionali; -Effettuare indagini sugli infortuni e le malattie professionali; -Raccogliere ed elaborare le informazioni relative ai rischi e ai danni derivanti da infortunio durante l attività lavorativa. 63

64 ALLEGATO I - Gravi violazioni ai fini dell adozione del provvedimento di sospensione dell attività imprenditoriale Violazioni che espongono a rischi di carattere generale Mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi; Mancata formazione ed addestramento; Mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile; Violazioni che espongono al rischio d incendio Mancanza Certificato Prevenzione Incendi per le attività soggette; Mancanza mezzi estinzione incendi; 64

65 Titolo III - USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Capo I - Uso delle attrezzature di lavoro Art. 69. Definizioni 1. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente titolo si intende per: a) attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro; b) uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro, l'impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio; c) zona pericolosa: qualsiasi zona all'interno ovvero in prossimità di una attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso; d) lavoratore esposto: qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona pericolosa; e) operatore: il lavoratore incaricato dell'uso di una attrezzatura di lavoro. 65

66 Art. 71. Obblighi del datore di lavoro Titolo III - USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Capo I - Uso delle attrezzature di lavoro Art. 71. Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi alle disposizioni legislative, idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi. 2. All'atto della scelta delle attrezzature di lavoro, il datore di lavoro prende in considerazione: a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere; b) i rischi presenti nell'ambiente di lavoro; c) i rischi derivanti dall'impiego delle attrezzature stesse; d) i rischi derivanti da interferenze con le altre attrezzature già in uso. 3. Il datore di lavoro, al fine di ridurre al minimo i rischi connessi all'uso delle attrezzature di lavoro e per impedire che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte, adotta adeguate misure tecniche ed organizzative. 4. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché: a) le attrezzature di lavoro siano: 1) installate ed utilizzate in conformità alle istruzioni d'uso; 2) oggetto di idonea manutenzione al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza e siano corredate da apposite istruzioni d'uso e libretto di manutenzione; 66

67 Titolo III - USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Capo I - Uso delle attrezzature di lavoro 6. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché il posto di lavoro e la posizione dei lavoratori durante l'uso delle attrezzature presentino requisiti di sicurezza e rispondano ai principi dell'ergonomia. 7. Qualora le attrezzature richiedano per il loro impiego conoscenze o responsabilità particolari in relazione ai loro rischi specifici, il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché: a) l'uso dell'attrezzatura di lavoro sia riservato ai lavoratori allo scopo incaricati che abbiano ricevuto una informazione, formazione ed addestramento adeguati; b) in caso di riparazione, di trasformazione o manutenzione, i lavoratori interessati siano qualificati in maniera specifica per svolgere detti compiti. il datore di lavoro provvede affinché: a) le attrezzature di lavoro la cui sicurezza dipende dalle condizioni di installazione siano sottoposte a un controllo iniziale (dopo l'installazione e prima della messa in esercizio) al fine di assicurarne l'installazione corretta e il buon funzionamento; 67

68 Titolo III - USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Capo I - Uso delle attrezzature di lavoro Art. 73. Informazione, formazione e addestramento 1. Nell'ambito degli obblighi il datore di lavoro provvede, affinché per ogni attrezzatura di lavoro messa a disposizione, i lavoratori incaricati dell'uso dispongano di ogni necessaria informazione e istruzione e ricevano una formazione e un addestramento adeguati, in rapporto alla sicurezza relativamente: a) alle condizioni di impiego delle attrezzature; b) alle situazioni anormali prevedibili. 2. Il datore di lavoro provvede a informare i lavoratori sui rischi cui sono esposti durante l'uso delle attrezzature di lavoro, sulle attrezzature di lavoro presenti nell'ambiente circostante, anche se da essi non usate direttamente, nonché sui cambiamenti di tali attrezzature. 3. Le informazioni e le istruzioni d'uso devono risultare comprensibili ai lavoratori interessati. 4. Il datore di lavoro provvede affinché i lavoratori incaricati dell'uso delle attrezzature che richiedono conoscenze e responsabilità particolari ricevano una formazione, informazione ed addestramento adeguati e specifici, tali da consentire l utilizzo delle attrezzature in modo idoneo e sicuro, anche in relazione ai rischi che possano essere causati ad altre persone. 68

69 Titolo III - USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Capo II - Uso dei dispositivi di protezione individuale Art. 74. Definizioni 1.Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato «DPI», qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. 2. Non costituiscono DPI: a) gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore; b) le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio; c) le attrezzature di protezione individuale delle forze armate, d) le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto; e) i materiali sportivi f) i materiali per l'autodifesa o per la dissuasione; g) gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi. Art. 75. Obbligo di uso 1. I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro. 69

70 Titolo III - USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Capo II - Uso dei dispositivi di protezione individuale Art. 76. Requisiti dei DPI 1. I DPI devono essere conformi alle norme 2. I DPI devono inoltre: a) essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore; b) essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; c) tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore; d) poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità. 3. In caso di rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell'uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti. Art. 77. Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro ai fini della scelta dei DPI: a) effettua l'analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi; b) individua le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi siano adeguati ai rischi 70

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