Rifiuti generati da bonifiche impianti aeraulici. Gestione e problematiche
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- Battistina Borrelli
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1 Rifiuti generati da bonifiche impianti aeraulici Gestione e problematiche
2 Premessa Quali sono i rifiuti derivanti dalla manutenzione igienica impianti aria condizionata? Come gestirli? Notifica? Costi?
3 Rifiuti provenienti da attività di manutenzione D. Lgs. 152 del 2006 Testo Unico Ambientale fa riferimento ad attività di manutenzione: 1. sanitarie 2. infrastrutture a rete e degli impianti per l erogazione di forniture e servizi di interesse pubblico 3. (pulizia) delle reti fognarie. 4. generica
4 Rifiuti provenienti da attività di manutenzione (parametri) Manutenzione interna (presso stabili del manutentore) Manutenzione esterna (presso stabili del cliente) Proprietà beni oggetto della manutenzione: cliente Proprietà beni oggetto della manutenzione: manutentore (es. noleggio)
5 Caso 1 Manutenzione esterna su beni di proprietà del Committente Caso 2 Manutenzione interna su beni di proprietà del Committente Caso 3 Manutenzione esterna su beni di proprietà del Manutentore Caso 4 Manutenzione interna su beni di proprietà del Manutentore
6 Manutenzione esterna, beni proprietà del cliente (Definizioni) Produttore del rifiuto: soggetto la cui attività produce rifiuti o al quale sia riferibile detta produzione ed è determinato a disfarsene Azienda incaricata della Manutenzione Nella manutenzione affidata a terzi (contratto) la paternità del rifiuti viene acquisita dal Manutentore.. in quanto soggetto che assume la volontà di disfarsene. (Sebbene la L. 125/2015 fa riferimento anche ad un Produttore giuridico es. contratti d appalto) Detentore del rifiuto: produttore del rifiuto o persona fisica/giuridica che ne è in possesso (può essere diverso dal produttore iniziale) Proprietario del bene/committente
7 Manutenzione esterna, beni proprietà del cliente (Gestione)? 1) Committente prende in carico gestione del rifiuto in qualità di detentore con tutti gli oneri annessi In qualità di produttore del rifiuto il Manutentore sarà sempre comunque responsabile del Confezionamento dei rifiuti generati dalla propria attività secondo il Reg. CLP (imballaggio, etichettatura, deposito, ) 2) Manutentore prende in carico gestione del rifiuto
8 Gestire un rifiuto Classificazione/Caratterizzazione Manipolazione/Movimentazione Stoccaggio (Deposito temporaneo) Trasporto Conferimento a discarica (x smaltimento)
9 Classificazione e Caratterizzazione Utilizzati erroneamente come sinonimi. Nella realtà si tratta di due aspetti ben distinti, ovvero di due momenti diversi del processo conoscitivo della natura di un rifiuto
10 Classificazione Determinare a quale tipo di codice CER appartiene il rifiuto pericoloso assoluto non pericoloso assoluto specchio Assegnare le caratteristiche di pericolo (HP1.. HP15): es. HP1 esplosivo, HP9 infettivo, HP14 ecotossico,..
11 Normative di riferimento Legge 116 del 11 agosto 2014, conversione in Legge del DL 24 giugno 2014, n. 91 Regolamento (UE) N. 1357/2014 del 18 dicembre 2014: Caratteristiche di pericolo Decisione CEE/CEEA/CECA 18/12/2014 n 955 che modifica la decisione 2000/532/CE: Elenco codici CER Direttiva CEE/CEEA/CE 19/11/2008 n 98; 2008/98/CE: Regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16dicembre 2008
12 Fase 1 Il rifiuto è escluso dalla disciplina dei rifiuti? SI Nessuna Classificazione NO N O N P E R I C O L O S O Non pericoloso assoluto NO Fase 2 Il Rifiuto è elencato nel catalogo dei rifiuti CER? Fase 3 Codice a specchio E nota la composizione dei rifiuti? SI Fase 4 Pericoloso assoluto (*) NO P E R I C O L O S O Le sostanze contenute nel rifiuto sono classificate PERICOLOSE o POP? SI NO Fase 5 Il Rifiuto manifesta almeno uno dei pericoli da HP1 a HP15? SI SI NO Fase 6 Il rifiuto contiene POP sopra i limiti di concentrazione stabiliti? SI
13 Classificazione rifiuto classificato con codice CER pericoloso "assoluto", contrassegnato con* (ad esempio il codice tubi fluorescenti o altri rifiuti contenenti mercurio ) esso è pericoloso senza alcuna ulteriore specificazione. Le proprietà di pericolo del rifiuto, definite da H1 ad H15 (oggi HP..), devono essere determinate al fine di procedere alla sua gestione; rifiuto classificato con codice CER non pericoloso "assoluto" (ad esempio carta e cartone ), esso è non pericoloso senza ulteriore specificazione; rifiuto classificato con codici CER speculari (uno pericoloso e uno non pericoloso, ad esempio * apparecchiature elettroniche fuori uso contenenti componenti pericolosi e apparecchiature elettroniche fuori uso diverse da quelle di cui alle voci * e * ), per stabilire se lo stesso è pericoloso o non pericoloso, vanno determinate le proprietà di pericolo che lo stesso possiede.
14 Caratterizzazione Per caratterizzare un rifiuto bisogna individuare le proprietà di pericolo ovvero: a) individuare i composti presenti nel rifiuto attraverso: la scheda informativa del produttore; la conoscenza del processo di produzione; il campionamento e l'analisi del rifiuto; b) determinare i pericoli connessi a tali composti attraverso: la normativa europea sulla etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi; le fonti informative europee ed internazionali; la scheda di sicurezza dei prodotti da cui deriva il rifiuto; c) stabilire se le concentrazioni dei composti contenuti comportino che il rifiuto presenti delle caratteristiche di pericolo mediante comparazione delle concentrazioni rilevate all'analisi chimica con il limite soglia per le frasi di rischio specifiche dei componenti
15 Caratterizzazione Se i componenti di un rifiuto sono rilevati dalle analisi chimiche solo in modo generico, e non sono perciò noti i composti specifici che lo costituiscono, per individuare le caratteristiche di pericolo del rifiuto devono essere presi come riferimento i composti peggiori, in applicazione del principio di precauzione. Quando le sostanze presenti in un rifiuto non sono note o non sono determinate con le modalità stabilite nei commi precedenti, ovvero le caratteristiche di pericolo non possono essere determinate, il rifiuto si classifica come pericoloso. La classificazione in ogni caso avviene prima che il rifiuto sia allontanato dal luogo di produzione.
16 CODICI CER TIPO DI RIFIUTO CODICE CER DESCRIZIONE DEL RIFIUTO Acque di lavaggio * soluzioni acquose di lavaggio ed acque madri Filtri * altri residui di filtrazione e assorbenti esauriti Detergenti (fondi) * altri solventi e miscele di solventi Taniche vuote * imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze
17 CODICI CER Guanti monouso Tute Teli copritutto Nastri Filtri * assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell'olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose Polveri * rifiuti inorganici, contenenti sostanze pericolose Bombolette vuote * gas in contenitori a pressione (compresi gli halon), contenenti sostanze pericolose Lana di roccia * Altri materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze pericolose Lamiera botole metalli ferrosi
18 Deposito Temporaneo Art 183 D. Lgs. 152/2006 Raggruppamento dei rifiuti effettuato prima della raccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti Il D.Lgs.152/06 impone ai depositi temporanei di rifiuti l obbligo di rispettare le norme che disciplinano l imballaggio e l etichettatura delle sostanze pericolose.
19 Deposito Temporaneo
20 Deposito Temporaneo Il deposito temporaneo costituisce una condizione di favore per il produttore, essendo derogata la disciplina autorizzatoriatipica dello stoccaggio dei rifiuti, sia che si tratti di messa in riserva finalizzata ad operazioni di recupero, sia che si tratti invece di deposito preliminare alle operazioni di successivo smaltimento. Non costituisce attività di gestione dei rifiuti, cioè: non è uno stoccaggio non è un operazione di recupero o smaltimento non è pertanto sottoposto a procedure di autorizzazione Il deposito temporaneo è il raggruppamento dei rifiuti effettuato nel luogo in cui sono prodotti, prima della raccolta, a patto che siano soddisfatte determinate condizioni.
21 Deposito Temporaneo Il deposito temporaneo ha un tassativo limite temporale ovvero i rifiuti presi in carico nel registro (entro 10 gg) devono essere avviati allo smaltimento: 1) Con cadenza almeno trimestrale indipendentemente dalle quantità 2) in relazione ai limiti volumetricidi rifiuti che si possono accantonare (max 30 metri cubi per rifiuti non pericolosi di cui max 10 metri cubi per rifiuti pericolosi). 3) In ogni caso allorché non superi detto limite il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad 1 anno
22 Deposito Temporaneo Localizzazione Presso il sito di produzione di competenza del detentore (il Committente concede un area allo scopo) Presso sede legale/operativa Manutentore solamente per materiali e/o apparecchiature residuali (da sottoporre alla decisione del Titolare d Impresa del disfarsi). La tenuta del registro di carico e scarico può essere effettuata presso la sede del Manutentore
23 Trasporto Definito il Deposito temporaneo, x il trasporto dei rifiuti non pericolosi è necessario incaricare un azienda specializzata iscritta all Albo Nazionale Gestori Ambientali alla Cat 4, per quelli pericolosi alla Cat. 5. Autorizzare il proprio mezzo aziendale al trasporto di rifiuti in conto proprio, istruendo una semplice pratica all albo gestori ambientali (Cat. 2bis). Albo Gestori Ambientali Costituito presso il Ministero dell Ambiente e tutela del territorio. (Art 212. TUA) Comitato Nazionale + Sezioni Regionali e Provinciali
24 Categoria Albo Gestori Ambientali Attività 1 raccolta e trasporto di rifiuti urbani 2 bis produttori iniziali di rifiuti non pericolosi che effettuano operazioni di raccolta e trasporto dei propri rifiuti, nonché i produttori iniziali di rifiuti pericolosi che effettuano operazioni di raccolta e trasporto dei propri rifiuti pericolosi in quantità non eccedenti trenta chilogrammi o trenta litri al giorno di cui all articolo 212, comma 8, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n bis distributori e installatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), 4 raccolta e trasporto di rifiuti speciali non pericolosi. 5 raccolta e trasporto di rifiuti speciali pericolosi. 6 imprese che effettuano il solo esercizio dei trasporti transfrontalieri di rifiuti di cui all articolo. 7 operatori logistici presso le stazioni ferroviarie, gli interporti, gli impianti di terminalizzazione, gli scali merci e i porti.. 8 intermediazione e commercio di rifiuti senza detenzione dei rifiuti stessi 9 bonifica di siti 10 bonifica dei beni contenenti amianto
25 Albo Gestori Ambientali Nella categoria 2bis (ex art. 212 c. 8 Dlgs. 152/06 -trasporto dei propri rifiuti) si devono iscrivere: -i produttori iniziali di rifiuti nonpericolosiche effettuano operazioni di raccolta e trasporto dei propri rifiuti a condizione che tali operazioni costituiscano parte integrante ed accessoria dell organizzazione dell impresa dalla quale i rifiuti sono stati prodotti -i produttori iniziali di rifiutipericolosiche effettuano operazioni di raccolta e trasporto dei propri rifiuti in quantità non eccedenti30 Kg o 30 litri al giorno, a condizione che tali operazioni costituiscano parte integrante ed accessoria dell organizzazione dell impresa dalla quale i rifiuti sono stati prodotti. La domanda di iscrizione deve essere presentata alla Sezione Regionale o Provinciale nel cui territorio è stabilita la sede legale dell impresa
26 Trasporto: adempimenti Formularioa carico del Trasportatore autorizzato (escluso per rifiuti non pericolosi effettuati dallo stesso produttore in modo occasionale o saltuario), indicando ragione sociale del produttore (Manutentore) e luogo di produzione Registro di carico/scarico può essere tenuto anche in modo centralizzato per rifiuti in deposito temporaneo presso terzi, ma va sempre indicato luogo di produzione
27 Notifica Se incaricati della Gestione rifiuti èopportuno fornire (Relazione Tecnica) al Committente (Produttore Giuridico) fotocopia della IV copia formulario (conferimento alle destinazione autorizzata). La Responsabilità, anche Penale, della corretta Gestione è sempre condivisa tra Produttore Iniziale e Produttore Giuridico
28 AIISA è.. Qualità e conoscenza Costi Sapere come gestire i rifiuti significa aggiungere conoscenza.. ma gestire i rifiuti ha un costo. Evidenziare tali costi in fase progettuale è sinonimo di professionalità ed accresce la qualità del servizio
29 Conclusioni Qualità significa fare le cose bene quando nessuno ti sta guardando. (Henry Ford) È la qualità del nostro lavoro che piacerà a Dio e non la quantità. (Mahatma Gandhi)
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Prezzi Base d'asta al Kg. Kg in 18 mesi. Codice CER. Descrizione CER
Descrizione 06 03 14 RIFIUTI PROVENIENTI DA ATTIVITA' DI LABORATORIO CHIMICO E BATTERIOLOGICO Sali e loro soluzioni, diversi da quelli di cui alle voci 060311 e 060313 15,00 4,36 06 04 05 Rifiuti contenenti
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