Una Storia non raccontata. su Wickery Pond

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1 Una Storia non raccontata su Wickery Pond Sai cos è questo? Elena andò incontro a Matt, per una volta senza la squadra di cheerleader al seguito. Stavano progettando di vedere un film dell orrore al cinema di Fell s Church e poi cenare in un piccolo ristorante a Ridgemont. Cosa? chiese Matt, sentendosi stupido nel fissare la dorata bellezza di Elena mentre scendeva le scale, questa volta vestita con un sottile tubino bianco perla, con un enorme cintura di velluto nero che mostrava quanto fosse sottile la sua vita, e un nastro di velluto nero attorno al suo esile collo. Uh... Matt provò a ricordare se c era qualche festa in arrivo, o qualche ballo a cui aveva dimenticato di invitarla. E' il nostro anniversario, sciocco! È il nostro anniversario dei due mesi e del decimo appuntamento ufficiale. Quasi due mesi, disse Matt mentre Elena indossava un cappotto avorio con pelliccia sintetica sui polsi e il collo sembrava vera, ma gli aveva confidato che non lo era. Lui sapeva da quanto stavano insieme in giorni e minuti, perché aveva pensato senza sosta ad Elena da allora. Il suo allenatore di football era disgustato da lui, ma tutti i ragazzi della squadra erano verdi d invidia. Elena e Matt stavano ufficialmente insieme. Il nostro decimo oh no! Matt si diede uno schiaffo sulla fronte. Giuro, Elena, lo giuro, ho comprato questo anello con una piccola perla per te possiamo andare a casa mia e whoa -! Shhh. Elena lo mise a tacere prontamente baciandolo. Fu un bel bacio, dolce, casto, che marchiò a fuoco le labbra di Matt. Elena era così leggera e delicata sembrava quasi fragile tra le sue braccia. Ma calda, certamente calda. Non dire una parola sugli anelli, specialmente dove Zia Judith ti può sentire, sussurrò all orecchio di Matt, il che gli procurò sensazioni così piacevoli che poteva a malapena seguire quello che lei gli stava dicendo. Ma riuscì ad annuire, e a salutare Zia Judith quando arrivò dalla cucina, e quindi portare fuori il suo tesoro nella fredda sera di autunno inoltrato. E non mi interessano gli anelli, sciocchino, Elena gli disse una volta allontanati di qualche isolato da casa sua e gli diede un bacio o due da far girare la testa. Voglio solo che tu sappia che è un giorno importante. Lo disse in modo così adorabilmente caloroso, guardandolo con quegli occhi color lapislazzuli sotto le ciglia incredibilmente folte, che Matt desiderò di poterla trascinare oltre la console centrale della macchina e baciarla ardentemente. Ma se aveva imparato una cosa da Elena Gilbert, era che i baci non erano cose da strappare con semplicità, neanche se erano un coppia. Elena poteva trasformarsi in una Principessa di Ghiaccio in un attimo se un bacio non era una sua idea. Matt pensava che potesse avere qualche gatto nella sua genealogia, da qualche parte nel passato. Hai portato Zio Joe? chiese Elena, solennemente, come faceva sempre quando andavano da qualche parte, persino a Warm Springs per un picnic. Naturalmente, disse Matt, come sempre, e ad un semaforo rosso le mostrò il suo portafoglio con dentro la preziosa banconota da cento dollari, ed Elena disse Ciao, Zio Joe, seriamente

2 come se ci vedesse il suo volto invece che quello di Benjamin Franklin. Anche lei aprì la sua borsetta di velluto nero e gli mostrò quello che portava sempre con lei dal loro primo appuntamento: la carta Visa di sua zia. Questa volta, come negli ultimi otto appuntamenti ufficiali che avevano avuto, non c era bisogno di ricorrere agli estremi, ma come sempre, Matt aveva la sensazione che Zio Joe gli fosse in qualche modo vicino, a volte criticandolo, a volte rallegrandosi per lui. Dato che il vecchio Zio Joe non era riuscito a tenersi stretto neanche una delle sue tre mogli, Matt decise che questa era una fantasia sbagliata e si sforzò di non ascoltare la voce dello Zio Joe resa rauca dal whiskey e dal tabacco. Il vero orrore di quel appuntamento cominciò quando Matt stava riportando Elena a casa, le mani attentamente posizionate sul volante nelle posizioni delle due e delle dieci. Non poteva evitare di sentirsi girare la testa ogni volta che Elena toccava il suo braccio. Fuori si gelava, ma il Garbage Heap li stava sommergendo di aria calda dal basso, perciò le graziose dita dei piedi di Elena non potevano essere tanto fredde. Stavano chiacchierando del più e del meno. Fin dal loro primo appuntamento Matt aveva trovato che fosse straordinariamente facile parlare con Elena. Parlavano delle cose che accadevano nel mondo, a Fell s Church e, man mano che diventano sempre più legati l uno all altra, di cose che stavano loro più a cuore. Come la loro infanzia e di come si conoscessero da molti anni, eppure non si erano mai davvero conosciuti. Elena ammise che aveva provato a fumare alcuni anni prima, ma con sollievo di Matt aggiunse che la prima sigaretta le aveva fatto talmente girare la testa che era caduta e l'aveva fatta sentire così nauseata che aveva quasi rimesso. E, con sollievo ancora maggiore di Matt, le voci che circolavano a scuola sul fatto che Elena aveva provato tutto, tutto ciò che era legale o illegale in quella parte del mondo, cercando emozioni forti, erano completamente infondate. Odiava il gusto dell alcool, perciò alle bevute di gruppo solitamente poteva essere vista con un rum e coca senza il rum. Non si sarebbe mai avvicinata alle droghe, disse, perché una sua cugina era morta a causa della droga quando lei aveva solo quattordici anni. Ho pianto così tanto al funerale che mi hanno dovuta portare fuori dalla chiesa, disse. Breanna aveva così tanto per cui vivere. Perchè ha iniziato a drogarsi? Non lo so, disse Matt, sentendosi triste. Per inserirsi, forse. C è anche un buon numero di atleti che non sono puliti. Usava il termine offensivo con leggerezza essendo giocatore anche lui. Bevono vodka dai termos nello spogliatoio. È un miracolo che non perdiamo metà delle partite hey! Si interruppe. Hai visto? Ci sono delle persone sul Wickery Pond. Sul Wickery Pond? Che pattinano? Così presto? Elena si girò quasi completamente per vedere il laghetto, che avrebbe anche potuto chiamarsi Pozzanghera Wickery, dato che era un laghetto così piccolo e gelava così presto e facilmente. Ma l acqua era più profonda di quanto la gente pensasse. Matt si ricordava di quando era piccolo e stupido e scivolava e pattinava anche lui sul laghetto, un mese prima della vera stagione di pattinaggio. Matt si ricordava anche la storia che gli aveva raccontato sua madre su una ragazza che era morta prima che lui fosse nato. Il ghiaccio sottile si era rotto sotto i suoi pattini, e aveva fatto cadere nell acqua anche tre dei suoi amici. I soccorritori erano riusciti a tirare fuori solo i tre amici. C era anche una storia di fantasmi sulla ragazza che viveva sotto il laghetto, afferrando i piedi di chiunque rompesse il ghiaccio anche sull acqua più bassa, tirandolo giù, giù, giù Matt, gira la macchina. All improvviso Elena non suonava né come un dolce angelo del Sud né come un indifferente Principessa di Ghiaccio. Questa era la Elena che finiva sempre col presiedere le commissioni degli eventi della Robert E. Lee High School. Era la voce dell autorità, e come al solito Matt sentì i suoi muscoli reagire prima di aver capito quello che stava facendo. Non hai non hai intenzione di cercare di parlare con loro? chiese, sentendo gli spaghetti rigirarsi nel suo stomaco. Sono solo impertinenti ragazzini delle elementari. Rideranno Non di me, disse Elena tranquillamente. Non sembrava imbarazzata e non sembrava

3 civettuola. Stava semplicemente facendo una constatazione. E Matt inspirò di colpo realizzando che era vero. Aveva sentito ragazze urlare contro Elena, con lacrime e mascara e tutto il resto che colava sulle loro facce; aveva visto ragazzi accalcati in silenziosi gruppi mentre ascoltavano l orgoglioso Re del Ballo dell anno vantarsi della sua notte con la ragazza, ma non aveva mai sentito nessuno ridere di lei, neanche alle sue spalle. Mi chiedo come sembri il mondo quando sei Elena Gilbert, pensò improvvisamente ripensando alla loro relazione. Diversa da come sembra al resto di noi, ne sono certo. Deve sembrare come se avessi una parata per te tutto il tempo. Una festa senza fine, con i riflettori sempre su di te. Poi si schiaffeggiò mentalmente. Sapeva che niente di questo era vero non nella mente di Elena. Lo sapeva come se avesse messo un microscopio nella sua mente e avesse esaminato e analizzato tutti i pensieri e i sentimenti che c erano. Elena lo sa come potrebbe non saperlo? Sa di essere la ragazza che tutti i ragazzi vogliono e tutte le ragazza vogliono essere. Lo usa persino. Lo sta usando proprio adesso. Ma lo sta usando per una buona ragione. Non per fare del male a qualcuno. Soddisfatto della sua conclusione, Matt spense i fari anteriori e accostò nello terriccio mentre si avvicinavano al laghetto. Non voleva che i ragazzi isterici pensassero che i genitori e la polizia li avevano scoperti, e facessero un salto frenetico verso la riva del laghetto, senza neanche guardare dove stavano andando. Poi lentamente, con un ultima occhiata ad Elena nell interno buio della macchina, Matt aprì la sua portiera, proprio come lei aprì lentamente la sua. Il Junk Heap non aveva lussi tali come una luce interna che automaticamente si accendeva quando si aprivano le portiere, ed era un bene per questa sera. Elena si era già tolta il suo cappotto bordato di pelliccia e l aveva buttato in macchina. Si scrollò di dosso il suo pesante soprabito e anche la giacca. Avrebbero avuto bisogno di vestiti caldi e asciutti se un bambino fosse caduto nell acqua anche sulla riva del laghetto, pensò Matt. Ad ogni modo loro erano troppo agitati per avere freddo ancora. Metti questo e il tuo portafoglio nella tasca dei guanti, disse Elena dolcemente, passandogli la carta di credito di sua zia. Poi si mosse furtivamente verso il laghetto, in realtà più tranquillamente di quanto Matt avrebbe creduto una persona potesse camminare sui tacchi. La sua reazione iniziale fu involontaria: una sorta di rapida delusione per il fatto che la sua straordinaria fidanzata pensasse al denaro in un momento come quello. Non vogliamo perdere due volte Zio Joe, aggiunse, in modo ugualmente dolce, e Matt sentì qualcosa nel suo petto rigirarsi e il suo umore migliorò di nuovo. C era qualcosa nel nel modo dolce in cui lo disse, come se Zio Joe fosse ancora lì, come se capisse la ragione per cui Matt una volta aveva indossato lo stesso cappotto per due inverni, anche quando era diventato stretto sotto le braccia, piuttosto che spendere il biglietto da cento di Zio Joe. Elena continuò a muoversi lentamente verso il laghetto, quasi fluttuando, senza far frusciare una foglia. Matt guardò in basso ed ebbe uno shock quando vide il perché. Aveva lasciato le sue scarpe a tacco alto nella macchina. Ti con congelerai disse, cambiando il volume a metà della frase da un esclamazione a un sussurro in reazione a un movimento brusco della sua mano. Caspita, mi ha davvero addestrato, pensò, senza davvero preoccuparsi di essere domato da questo dolce, sorprendente tizzone ardente di ragazza dagli occhi dolci. Ma non puoi camminare a piedi nudi sul quel ghiaccio, aggiunse, ancora sussurrando, ma seguendola e augurandosi di poter evitare le foglie secche e i rametti nel modo in cui riuscivano i suoi piedi bianchi, apparentemente senza che neanche guardasse. Non ho intenzione di camminare intorno al laghetto, rispose lei con voce bassa e dolce come il ronzio di un pigro bombo. Ho intenzione di camminare sul laghetto. E ho addosso calze di nylon abbastanza grosse, come calze di nylon. Sono davvero quasi come collant, ma traslucide. Le ho comprate in un posto speciale online.

4 Matt cercò di credere di aver capito tutto quanto, ma l unico pensiero che in realtà attraversò la sua mente fu, pone attenzione ad ogni dettaglio perché non riesce ad essere meno di perfetta. E vuole la stessa perfezione da me. E stranamente il pensiero migliorò ancora di più il suo umore. Perché gli standard di Elena erano alti e la persona con cui decideva di uscire regolarmente doveva soddisfare questi standard. Ma per quanto riguardava la sciocchezza del camminare sul laghetto, beh, Matt vi avrebbe messo fine, decise. E mentre lo decideva, non aveva idea che questo pensiero sarebbe rimasto nella storia come la prima volta in cui aveva pensato di cercare di far desistere Elena da un piano. Elena, io ho le scarpe, cominciò, mormorando come stava facendo lei. Lo so. Le sento molto chiaramente disse Elena, ma la sua dolce vocina la faceva sembrare una di quelle assurdità scambiate tra coppie felici. Voglio dire, posso camminare sul ghiaccio e... "E probabilmente cadere immediatamente,tu, grande stella del football. "In realtà, sono il ragazzo più compatto della squadra-" "Spezzerò l'abitudine di una vita e ti dirò il mio peso" disse Elena e lo fece sussurrandoglielo in un orecchio. Poi aggiunse: "Sembro più alta di quello che sono perché esco con quella tappetta di Bonnie. Allora, chi tra di noi cadrà per primo sul ghiaccio? Matt non sapeva cosa dire. Proprio nulla. "Grazie" mormorò Elena, aggiungendo in qualche modo solarità in quel sussurro. Poi scosse la testa: "Guarda". Avevano raggiunto il bordo del laghetto. Il ghiaccio qui era pastoso, con l'acqua scura che si vedeva chiaramente attraverso i blocchi che si stavano spezzando. Matt ora aveva freddo, ma non aveva intenzione di lasciare quegli stupidi ragazzi là fuori sul laghetto e lasciare che magari uno cadesse in acqua e annegasse. Toccò il ghiaccio ammorbidito con un bastone. "Non possiamo camminare sul laghetto qui. Dobbiamo camminarci intorno e controllare". Provò a non tremare, cercando di non pensare a quanto fossero freddi i poveri piedi di Elena. Si consolò con la visione di avvolgerli in una coperta davanti ad un fuoco, mentre sua mamma cucinava cioccolata al lampone per tutti. Percorsero il margine del laghetto, camminando sulle foglie che si strappavano sotto i loro piedi, incollandosi alle loro scarpe e calpestando rametti troppo fradici per spezzarsi sotto i piedi, fino a che Elena, battendo con il suo bastone davanti a loro, si fermò e mise le dita sulle labbra. Il ghiaccio è buono, sussurrò. "Ok, che cosa..." "Proverò il piano A, va bene? Se non funziona, ti dirò il piano B." Matt era troppo sbalordito per accorgersi che la sua mascolinità veniva minacciata. Era vero che non aveva mai frequentato una ragazza così forte. Ma il modo in cui Elena appariva al chiaro di luna, ora che la luna piena era salita in alto nel cielo... beh, gli aveva fatto passare la voglia di opporsi. Sembrava... il chiaro di luna sui capelli d'oro... il modo in cui si rifletteva nelle sue grandi pupille... il modo in cui le ciglia gettavano ombre sulla sua pelle come petali di rosa... non poteva essere un angelo, era troppo viva e vibrante. Forse era una incantatrice. Forse era uno spirito dell'acqua. Non c'era dubbio che fosse magica. Matt voleva abbracciarla solo per trasferirle un pò del calore del suo corpo- ma era l'ultima cosa che avrebbe osato suggerire. E d'un tratto, una cosa che non era mai stata viva dentro di lui, si svegliò come una furia. Tirala su, idiota! Era un urlo dentro di sé. Riportala in macchina- sai come proteggerla dal farsi del male. E nel caso non lo avessi ancora capito, sono la tua virilità primordiale, sono stufa della tua debolezza, proprio così, il tuo atrocemente civilizzato comportamento da debole. Se non la prendi sulle spalle ora, tu, vile, senza spina dorsale, senza attributi... Ma non prese la ragazza sulle spalle, e sapeva che non lo avrebbe mai fatto. Elena poteva pur essere più leggera di lui, ma aveva una colonna vertebrale di tungsteno o qualcosa del genere.

5 E poi, lei avrebbe avuto un piano C ormai. Avrebbe pianto. Avrebbe tremato. E poi quando lo avrebbe distratto, si sarebbe messa a correre e si sarebbe messa in un pericolo molto più grave rispetto allo scegliere un percorso sulla sottile patina di ghiaccio come stava facendo ora. Matt non sapeva perché potesse leggere i suoi pensieri, ma in qualche modo, dopo dieci appuntamenti, ci riusciva. Dopo tutto questo tempo, sentiva come se Elena fosse qualcuno che conosceva da una vita, qualcuno con cui aveva condiviso la vita, o che magari, molto tempo fa, avesse fatto parte della sua esistenza. E oltre a tutto questo, molto semplicemente, era troppo intelligente per lui. Non importa quale fosse l'argomento, ma Elena era più rapida a trovare al volo una risposta. Si stavano avvicinando alle cinque piccole figure spericolate. La luce della luna era brillante. In un minuto avrebbero visto... "Ciao" disse Elena, e in qualche modo, con lo stupore di Matt, smise di battere i denti. "Wow, che bella notte per il pattinaggio". Ci fu un momento di agitazione e Matt pensò che una delle figure sarebbe sicuramente caduta. Ma tutti si fermarono improvvisamente, fissandoli. Tre visi di maschietti e due femminucce si voltarono verso di loro, in soggezione. "Siete... fantasmi?" chiese un ragazzo, sembrando più incuriosito che impaurito. Beh, aveva senso o non sarebbe qui a rischiare la vita tanto per cominciare, Matt pensò cupo. Ed Elena, nella sua sottile figura bianco perla, con la sua cascata di capelli d'oro e d'argento al chiaro di luna, scalza d'inverno, sembrava proprio essere un fantasma. Elena rise dolcemente, tutt'altro che minacciosa. E poi Matt capì perché qualcuno aveva detto che si potevano prendere più mosche con il miele che con l'aceto. Anche se non capiva cosa ci si potesse fare con le mosche prese con il miele. Nessuno di voi mi conosce?" domandò Elena, come se lei fosse la principessa del regno di Fell's Church e loro fossero i contadini che non avevano mai visto la nobiltà. Una delle ragazze parlò con un sussurro. "Tu sei... Elena. ". Come se Elena fosse una pop star che tutti conoscevano solo per nome. Giusto, disse Elena. Si muoveva leggermente, non verso i bambini, ma neanche allontanandosi. Improvvisamente Matt capì il perché. Un pericolo dei piedi nudi era che i residui del suo calore avrebbero potuto sciogliere il ghiaccio e se non fosse già successo, il ghiaccio l'avrebbe congelata. Fece una piccola piroetta per mostrare il vestito. "Siamo appena tornati da un appuntamento. Cosa ne pensate di questo?" Due ragazzini ridacchiarono e si diedero una gomitata a vicenda. Due bambine la fissarono con occhi adoranti. Un bambino si fece avanti e disse serio: Io uscirei con te e poi si nascose dietro uno dei suoi compagni. "Beh, stiamo vivendo un' avventura insieme», disse Elena senza fretta. "La luna non è bellissima questa sera?" Tre teste e due cuffie annuirono, cinque paia di occhi fissarono la luna. "Mio fratello Josh aveva detto che sarebbe stato bello stare al chiaro di luna" disse una delle bambine e uno dei ragazzi arrossì. La luna era talmente luminosa da renderlo visibile, pensò Matt, impressionato. Si rese conto che non aveva ancora detto una parola, e decise che era meglio così. Elena li stava affascinando come fossero cinque cobra che uscivano da cinque piccoli cesti, e non aveva voglia di rompere l'incantesimo. "E' una meravigliosa avventura" disse Elena. "L'unico problema...", stava ancora girando, ma lentamente come un vivace purosangue pensò Matt, " è che i miei piedi sono tremendamente freddi. Non avete una coperta o qualcosa in cui io li possa avvolgere, vero? Il ragazzino io-uscirei-con-te indicò immediatamente la riva. "Ne abbiamo lì". E con un bisbiglio riverente, una delle ragazze disse "Vado a prendertene una". Aha, pensò Matt. Non era solo ammirazione per il delicato stile di Elena. Era un ricordo. Certi giorni al Robert E. Lee sembrava che tutti avessero appena finito o stessero per correre a fare

6 una commissione per Elena Gilbert. Ora Matt aveva visto come ci riusciva. Oppure no? Avrebbe usato metodi diversi con i ragazzi più grandi, ovviamente, ma... scosse la testa. Era come se Elena avesse tante sfaccettature quanto un diamante, e ogni volta che se ne scopre una nuova si pensa di avere visto la sua vera essenza. "Vado a prenderla io", uno dei ragazzi più grandi scattò con la sua autorità da ragazzo del quinto grado. Eccolo, Matt pensò, abbiamo il capo di questi teppisti sconsiderati. "Beh, andiamo tutti a prenderle, ok?" Elena disse allegramente, inclinando la testa e guardando i bambini come se semplicemente adorasse vederli con l'acqua che si stava congelando sui loro piccoli visi rossi. Come se avesse finalmente trovato il suo vero amore... cinque volte. Sembrava così lontano dall'essere non autentico che Matt si chiese se Elena ricordasse che stava recitando. O forse non stava... recitando. Andiamo, disse, prendendo la mano del ragazzo più grande, "Facciamo in modo di essere più silenziosi possibili e sorprendiamo le coperte in modo che non possano scappare. Questa volta risero tutti. Anche Matt. Non poteva evitarlo. Elena aveva appena fatto una cosa magnifica. E l'aveva fatto sembrare così facile, quando invece lui poteva vedere- anche se i bambini non se ne accorgevano- che aveva tutti i muscoli tesi per evitare di tremare come una foglia nel forte vento. Aveva visto, o pensava di aver visto, la vera Elena Gilbert in ogni appuntamento e in ogni uscita -e avrebbe potuto pensare che questa fosse solo la versione da ingannatrice di bambini- ma non era più sicuro di nulla, tranne che era la cosa più bella al chiaro di luna di Wickery Pond. "Tu scivoli e io scivolo e arriviamo là insieme", Elena diceva allegramente al ragazzo grande, nel frattempo riusciva in qualche modo a mantenere abbastanza distanza tra loro da non sollecitare troppo il ghiaccio in ogni area. "E Matt, mandami gli altri, uno per uno. Non è divertente? " Ci furono delle risatine dalle ragazze e da un ragazzino. Elena faceva in modo che essere inviati alla riva sembrasse più divertente di un carnevale. "Oh," mormorò l'altro ragazzo, guardando Elena scomparire tenendo ancora la sua mano. "Josh ottiene sempre tutto". Il ragazzo che sarebbe uscito con Elena nonostante la presenza di ragazzine carine, sospirò. Le due ragazze sussurravano parlando della sua figura color perla. "Sembra quasi il colore del chiaro di luna, vero?" "Andiamo tutti," disse il ragazzo che si lamentava, ma Matt, spinto a parlare per la prima volta, disse: "Oh, no, non andrete. Giochiamo secondo le regole di Elena e lei non ti ha ancora detto di andare ", proprio in quel momento la dolce voce di Elena urlò: "Ce l'abbiamo fatta! Chi è il prossimo? " Percependo la sua impazienza, Matt disse al ragazzo andiamo-tutti-insieme:"vedi se riesci a scivolare verso di loro, da quella parte", indicò la direzione in cui il ghiaccio sembrava più forte. "Al mio via!" Fece la sua migliore imitazione di un allenatore di football. "Pronti, partenza,via!" Il ragazzo che si lamentava, se ne andò in grande stile, disegnando un 8 e una curva ad S. Matt trattenne il respiro fino a quando una ridente Elena gridò: "Che cos'è questa, una scelta sessista? Dammi una ragazza!. Sta facendo il possibile per distrarli, Matt pensò ammirato. Tutti i bambini sghignazzavano, ridacchiavano e ridevano. "Ha detto sesso", una ragazza sbuffò. "Mi piacerebbe darle una ragazza... una bambina" sussurrò il ragazzino, che aveva evidentemente una grande cotta per Elena. Spero solo che non diventi un pervertito prima di raggiungere l'adolescenza,pensò Matt. Ad una delle ragazze, identiche tranne che per il taglio di capelli, una aveva una coda di cavallo e l'altra i capelli corti, disse: "Ok, chi è la prima fortunata?" La ragazza con i capelli corti alzò la mano. "Io sono Tesha! Vado io", un attimo prima che la ragazza con la coda dicesse: "Devo andare io! Sono più vecchia ".

7 "Beh, tu sei una ragazza carina, mi terrai compagnia," disse Matt, porgendo automaticamente una mano a quella con la coda di cavallo. "Tesha, vediamo se riesci ad andare dove è passato l'altro ragazzo, ma senza esibizionismo" suggerì e quella con i capelli corti annuì vigorosamente. "Tutti i ragazzi sono esibizionisti", disse con fermezza Capelli Corti e andò nella direzione del ragazzo precedente, ma in modo rapido e senza figure ad otto o giochetti. Elena poco dopo urlò per dire che Tesha era con lei. "Ora mandami Lindie!" Elena chiamò dalla riva, sempre allegramente. Mio Dio, che conclusione per il nostro anniversario, Matt pensò. "E scommetto che tu sei Lindie", disse a quella con la coda, che annuì, impressionata dai suoi poteri di chiaroveggenza. "Ok, puoi partire, prova tra il centro e dove Tesha è passata, questa volta disse. Lindie gli strinse la mano, o almeno le piccole dita sembravano esercitare pressione sull'insensibile mano nuda di Matt, e scattò un po' goffamente, forse il ghiaccio si stava muovendo, pensò ansioso, o magari Lindie aveva solo freddo e non era una grande pattinatrice. Matt attese l'ultima chiamata di Elena e sentì quello si aspettava subconsciamente. Quasi immediatamente si udì un grosso schianto come un martello gigante contro del ghiaccio ed un urlo, e poi altre urla a fargli eco, mischiate al rumore d'acqua smossa. E' caduta! Mio Dio, è in acqua! "Matt!" la voce di Elena arrivò proprio quando le grida si interruppero improvvisamente. Matt stava lottando con il ragazzino, trattenendolo dal dirigersi verso Lindie. "Matt! Non muoverti! Rimani dove sei!"- proprio come Matt stava dicendo con urgenza all'altro, "Rimani qui! Norotola in quella direzione verso la riva". Tutti i ragazzi di Fell's Church sapevano del rotolare di lato sul ghiaccio fino. Distribuisce il peso riducendo la pressione al minimo e può salvarti la vita- almeno fino a quando non tocchi un punto debole e vai sotto. Il ragazzino, terrorizzato, ruzzolò come un tronco intrappolato in una frana. Non si udivano più urla. Quindi Matt disobbedì deliberatamente all'ordine di Elena e urlò "Lindie! Sto arrivando! Non agitarti! Rimani a galla!" - in caso Lindie potesse udirlo - per favore, Dio, fa che lo senta! Quindi Matt stesso rotolò nella direzione in cui era andata la ragazzina. Quando sentì il movimento farsi più vicino si fermò e strisciò sulla pancia. Poteva rassicurarla; dirle quanto le ci sarebbe voluto per morire davvero affogata o di ipotermia, confortarla... fino a quando la sua testa fosse rimasta a galla, pensò. Oh per favore Dio fa che la sua testa sia in superficie! E sapeva, mentre lo pensava, che era una bugia. Matt aveva mandato questa piccola ragazzina a morire; e aveva intenzione di farla uscire. Lo avrebbe fatto anche se avesse dovuto immergersi lui stesso. Il rumore dell'acqua agitata era assordante. Matt si ritrovò a fissare in un squarcio da incubo nel ghiaccio, con l'acqua nera ed agitata mescolata a schegge ghiacciate che andavano su e giù come blocchi che rotolano in una lavatrice congelata. Non c'era traccia di Lindie. "E' in acqua," una strana voce gli disse e realizzò che era Elena. Lo stava guardando dall'altra parte di quell'orrendo squarcio nel laghetto. Doveva aver rotolato lei stessa, sopra il ghiaccio tagliente, perchè le sue braccia stavano sanguinando da numerosi tagli. Era venuta attrezzata- aveva un lungo e robusto bastone per far aggrappare Lindie.. ma la ragazzina non c'era. Furioso, terrorizzato, determinato, Matt si dimenò in avanti. Poteva sentire il solido ghiaccio sotto di lui - pensò- e adesso si trovava proprio al di sopra del dentato buco di ghiaccio. Chiudendo le orecchie all'orripilata reazione di Elena, immerse un braccio nell'acqua nera. "Matt, no! No! Ho mandato gli altri ragazzi a chiamare aiuto- non peggiorare le cose." Ma da qualche parte dentro Matt c'era un lato ostinato come un mulo. Io l'ho mandata sul

8 ghiaccio. Lindie. Io ho mandato Lindie sul ghiaccio. La devo far uscire. Ignorò l'agghiacciante shock che lo colpì al braccio, una sensazione che- come una fiamma ardente- era una reazione naturale del suo corpo, del suo arto, che gli diceva "tirami fuori da qui!" ma non si può giocare a football senza sapere come ignorare il dolore. Matt strinse i denti, muovendo il suo braccio avanti e indietro nell'acqua ghiacciata, la mano che si apriva e chiudeva, cercando di non perdere sensibilità, così da potersi rendere conto se toccava qualcosa. E poi all'improvviso proprio alla sua portata qualcosa si agitò, e due grandi occhi lo fissarono attraverso capelli che si sparpagliavano come alghe e una bocca aperta in un urlo di terrore risucchiato in un respiro. E affondò di nuovo, nonostante Elena fosse quasi scivolata nella buca per cercare di raggiungerla. Ma Matt era più vicino e determinato e nulla su questa terra gli avrebbe impedito di prendere la ragazzina. Immerse il suo braccio, sentendo il ghiaccio incrinarsi sotto il suo petto, e si sporse, sporse- finchè le sue dita si strinsero su quei capelli simili ad alghe. Oh, Dio pensò. Grazie per avergli fatto fare una coda di cavallo. E Matt tirò. Con tutta la sua forza, aggrappandosi al ghiaccio su cui era steso con l'altra mano, tirò su con il braccio destro. E quindi cercò di raggiungerla anche con quello sinistro, ignorando lo shock del ghiaccio, ignorando tutto tranne che aveva una presa sui suoi capelli. Tirò, stava tirando da un'eternità, terrorizzato nello scoprire cosa potesse emergere, ma tirò e dalla grigia acqua ghiacciata emerse il volto della ragazza che prese un altro respiro, era viva. Lindie era viva. Dopo questo, nulla gli avrebbe impedito di tirarla fuori da lì. Niente al mondo. L'afferrò per le spalle e diede un forte strattone e Linde tornò al mondo, nata per una seconda volta, piangendo per sua madre. Matt si lasciò cadere a braccia e gambe divaricate sul ghiaccio a riprender fiato, grato che le sue braccia fossero fuori dall'acqua, e comprendendo perchè Lindie era in lacrime. Elena rotolò verso il punto in cui era stesa la ragazzina e la strinse e le parlò dolcemente dicendole che tutto era finito. "Matt ti ha salvato la vita. E' finita. Starai bene. La tua mamma verrà qui- le vuoi parlare al telefono? L'ho chiamata con il mio cellulare, ho trovato il tuo numero da Josh. Sto premendo il tasto di chiamata- okay, vuoi che te lo tengo vicino all'orecchio?" "Mamma!Mamma! Mamma mi dispiace!" disse scoppiando in profondi e commoventi singhiozzi. Matt si rilasciò fino all'ultimo grammo sul ghiaccio. Sapeva cosa veniva detto dall'altra parte del telefono, anche se non poteva sentirlo. Una madre disperata, probabilmente tirata fuori dal letto per sentirsi dire che sua figlia, invece di essere al sicuro addormentata, era sul nero ghiaccio del Wickery Pond. E adesso- per sentire- che era caduta in quelle nere acque mortaliche avrebbe potuto essere trascinata via da una corrente, con il volto a millimetri dal mondo della luce e dell'aria, ma intrappolata lì per sempre- e ora sentire la voce di Lindie, sentire che stava bene- ed era dispiaciuta... Matt fece un gran sorriso,anche se in qualche modo perfino quello faceva male. Era così infreddolito e bagnato. Ma era ora di alzarsi o rotolare. Decise di correre il rischio e alzò la testa e le spalle, spingendo con i suoi bicipiti doloranti. E lo sentì anche se lo vedeva negli occhi di Elena e nelle sue urla. "Matt! Si sta spacc-" E quindi Matt fece una capriola in avanti e fu inghiottito dall'oscurità. *****

9 Lo shock del ghiaccio. Lo si ha sempre quando si cade all'improvviso nell'acqua ghiacciata. E' la parte peggiore, ma quello che gran parte della gente non sa è che passa. Dopo circa due o tre minuti passa. Ma devi essere in grado di sopravvivere a questi minuti. Non puoi morire di panico o di un attacco di cuore. Non puoi permettere alla corrente di trascinarti via se sei caduto in un piccola fessura, perchè altrimenti perdi ogni speranza. Tutta la luce. Elena significava luce. Aveva guardato il significato del suo nome dopo il loro primo appuntamento. Sapeva addirittura quale era la sua pietra natale: le perle. E lei indossava una braccialetto di perle di mare che sembra uscito da un vecchio film di Grace Kelly. Principessa. Principessa Grace. Matt non aveva idea perchè dovesse pensarci in quel momento. Ma avrebbe perso la luce e quella fonte di luce perlata se non riusciva a non perdere la testa. Ed era troppo stanco per pensare. "Non pensare mai in un momento di emergenza,capito ragazzo?" Questo l'aveva detto Zio Joe, fragile come un uccellino nel suo letto d' ospedale, con le mani tremanti,ma con un luccichio negli occhi. "Pensa primadell'emergenza, capito? Conosci il motto degli scout, sai il motto degli scout ragazzo?" "Sii preparato" "Esatto. Hai capito." Grattandosi la barbetta sul mento, zio Joe annuì, "Non sono mai stato un boy scout modello, okay ragazzino? Ma ero preparato. Quella volta che sono andato a pescare sul ghiaccio in Alaska, hai presente. Bene, prima, avevo letto questo Libro." Zio Joe non leggeva molto e potevi quasi sentire la lettera maiuscola quando diceva Libro. Beh, potevi sentirla in ogni cosa eccetto dove gran parte della persone l'avrebbero messa. Il Sacro Libro. La Bibbia. Ma Zio Joe era stato in un sacco di paesi stranieri e aveva una religione tutta sua che non aveva mai spiegato a nessuno. E nonostante questo, se l'avesse avuta, la prima sacra regola sarebbe stata :" Sii Preparato a Tutto". E quindi Zio Joe aveva spiegato che quando era caduto nell'acqua ghiacciata, aveva perso l'orientamento e aveva iniziato a nuotare dritto in basso. E allora aveva ricordato un passaggio del Libro, in cui si diceva "cerca la luce". "Cerca la luce, capito ragazzino?e io l'ho cercata e "- disse mentre passava un'infermiera - "diamine se non avevo perso il senno." Cerca la luce, Matt pensò, realizzando che anche i suoi pensieri erano lenti e annebbiati. Ma come poteva la luce della luna raggiungerlo sotto un'acqua come questa? Perfino i raggi più luminosi.. Elena è la luce. Cerca Elena,gli dissero i suo pensieri sempre più lenti. Cerca la sua luce. Inizialmente sembrò che ovunque guardasse, voltandosi dolorosamente mentre cercava di rimanere fermo in un punto, non ci fosse nient'altro che oscurità. Nessuno spiraglio di luce. Ma poi quando si guardò alle spalle gli sembrò di vedere un debole bagliore. Era molto debole, nella notte più oscura che avesse mai visto. Ma aveva bisogno di respirare immediatamente. Che fosse la luce di una luna terrena o la luce che le persone che hanno

10 avuto esperienze di pre-morte descrivevano, era lì che si sarebbe diretto. Matt nuotò. Con tutti i muscoli doloranti, e quella ragazza che era morta nel Wickery Pond che lo tratteneva per i piedi, cercando di trascinarlo in basso con lei, si costrinse a nuotare. Nuotò per la sua vita. E il fioco bagliore sbocciò come un fiore, diventando sempre più luminoso e più argentato ma non c'era ancora aria e stava per boccheggiare, permettendo all' acqua di entrare nei suoi polmoni, e quando lo avesse fatto, sarebbe annegato- quando qualcosa lo colpì alla spalla. Era un bastone Era un bastone. Il bastone di Elena. E Matt lo afferrò, tirando forte, e in qualche modo veniva tirato in su. C'era qualcun'altro al mondo e lo stavano aiutando! Elena! Elena lo stava riportando a casa! E quindi Matt emerse dalla superfice simile a un enorme lenzuolo di vetro e l'aria ghiacciata gli colpì il volto e poi gli entrò nei polmoni, deliziosa, deliziosa aria. "Matt! Oh Matt! Oh, grazie a Dio! Oh Dio!!" Anche Matt stava ringraziando il Signore, ma a mente perchè il suo corpo era occupato a respirare,che era la cosa più meravigliosa e dolorosa che avesse mai fatto perchè continuava a ricacciare acqua ghiacciata, l'aria che inspirava era meglio di migliaia di tazze di cacao al lampone. Ma poi sentì il suo collo ciondolare e la sua testa cadere nell'acqua, a faccia in sotto. Non riusciva nemmeno a tenere la testa su da solo. Delle mani lo tirarono su per i capelli. Altre lo tirarono per le braccia, prima una poi l'altra, fino a stenderlo sul bordo di quella spaccatura. "Matt! Matthew Honeycutt!! Guardami!!! la voce fu come una frustata e Matt battè le palpebre e focalizzò l'attenzione. Quello che vide fu la faccia della Principessa Elena, ma non sembrava molto una principessa, c'era un graffio sulla sua fronte e delle lacrime scure che le macchiavano le guance. I suoi capelli dorati erano bagnati e ricadevano completamente disordinati sulle spalle. Gesù, doveva aver avuto del mascara, pensò Matt, sapendo di essere disorientato, e che si stava concentrando su fatti di poca importanza. O forse eyeliner, come quegli antichi Egizi. "Matthew Honeycutt," disse di nuovo,e questa volta riconcentrandosi di colpo Matt la vide sotto un'altra prospettiva. Il suo volto bianco e blu sembrava solo uno gioco di luce. Il graffio mostrava che non era un angelo. I denti che battevano, i capelli che gocciolavano erano prove che questa principessa aveva affrontato il suo viaggio per la vita. E le scure lacrime erano simili alle adorabili macchie sul volto di un bambino, tracce che dovrebbero essere tolte da una mano gentile o baciate da una madre che odorava di biscotti. "Sai chi sei?" gli disse la principessa davanti a lui, Matt intravide un altro volto, un'infermiera che aveva viaggiato un sacco di chilometri in condizioni abominevoli per aiutare un soldato in guerra. Il suo aplomb professionale non riusciva a nascondere del tutto un interesse speciale. "Matt. Sono Matt" disse. Guardò le sue braccia, pesanti anche con le maniche corte, stese come due tronchi bianchi piegati sul ghiaccio sporco. "Elena," aggiunse, pronunciando le parole, con difficoltà, "Devo... tirarmi su adesso. O altrimenti..." La sua testa ciondolò di nuovo sul collo. Da qualche parte, lontano ma perfettamente udibile, i bambini si stavano lamentando, piangevano.

11 "Liddy" disse. "La ragazza con la coda. L'abbiamo... tirata fuori?" "Lindie" disse Elena bruscamente,d'improvviso infermiera professionale." Ti ricordi di lei?" "Lei... mi ha stretto la mano... poi è caduta.." "L'hai tirata fuori, Matt. L'hai tratta in salvo ed è al sicuro, e gli aiuti stanno arrivando. Mi senti? Gli aiuti stanno arrivando. Tutti i genitori dei bambini e la polizia." Lentamente, Matt sentì delle mani sul suo volto. Elena gli stava tenendo la testa fuori dall'acqua. Pizzicandolo con le sue unghie affilate ma lui si sentiva piacevolmente insensibile. "Devo tirare," disse. Era l'unica cosa su cui riusciva a concentrarsi. "la testa e le spalle fuori dall'acqua." Elena annuì. Adesso il volto che vedeva era di sicurezza e disponibilità. "Tirerò quando spingerai," gli disse. Lo afferrò sotto le braccia "Al tre? Uno, due, tre, spingi!" Insieme, con tutta la loro forza, lo tirarono su... di un paio di centimetri. "Uno, due, tre, spingi!" Provarono di nuovo... e di nuovo- quattro volte in tutto. Guadagnando forse un altro paio di centimetri. Il problema era che Matt era troppo pesante. Elena era una ragazza forte, ma il pungente gelo del vento, la camminata sul laghetto, le "avventure" con i ragazzini, il salvataggio di Lindie, e infine, aver tirato Matt su fino a quel punto l'avevano indebolita e stava combattendo lei stessa per rimanere cosciente. E poi il ghiaccio prese a sgretolarsi. Insieme, lo stavano spostando, ma solo verso un ghiaccio sempre più debole. Dio, ad ogni momento si sarebbe potuto spezzare- e quindi Elena... "Alzati," le disse Matt, sentendosi sorprendentemente lucido, "Guarda, sto per... dire qualcosa... non riesco a pensare ad un modo... per renderlo meno banale. Nemmeno Zio Joe... aveva tanta immaginazione..." "Allora dì a Zio Joe di stare zitto," disse lei, e per un momento si ritrovò in ospedale, arrabbiato con l'infermiere dalla lingua tagliente, che mandava sempre a sbattere il suo carello contro il cestino nella stanza di Zio Joe proprio quando stava per addormentarsi. "Matt?" La voce di Elena. Matt era tornato nel mondo reale."dobbiamo dire..." "Dì a Zio Joe di stare zitto!" "Non posso. Non mi..permette. Mamma... cioè, 'Lena. No Eh-leh-na," lo pronunciò con attenzione con una lingua che gli sembrava troppo grande. "Devi.. alzarti. Metterti al sicuro. Devi... salvarti la vita. Mettiti in salvo." una volta detta la banale battuta, Matt chiuse gli occhi, solo per un momento, e l'attimo dopo il suo volto era nell'acqua. Poi affilate pinze lo tirarono in su. Unghie- affilate. "Matt! Smettila di fare lo stronzo! Non morirai d' ipotermia così velocemente. E' una brutta sensazione, ma non morirai. Tu non morirai." Ma sono in acqua con indosso solo i resti di una maglietta e i pantaloni- sempre se la corrente non li ha trascinati via, pensò Matt. Era così più facile pensare le cose senza dirle. E - ricordo, zio Joe, già, ho capito: l'acqua ti raffredda 25 volte più velocemente dell'aria. Quindi Elena deve alzarsi. Lei è quella che ha una possibilità. Era così soddisfatto dalla sua logica che sentì i suoi occhi chiudersi di nuovo. "Salvarmi? Quindi tu vuoi che ti lasci e mi salvi? E forse Lassie verrà a salavarti? O forse

12 Britches? Questo è il nome più stupido per un animale che ho mai sentito.. Ridi? " Matt sentì il suo volto emergere dall'acqua. Qualcuno stava ferendo Britches, il miglior vecchio Labrador Retrieve mai nato- o morto. Questo c'era riuscito. Lo aveva fatto arrabbiare. "Caroline tu mocciosa!" si sentì dire, e non lo stava soltanto pensando. L'aveva detto forte e chiaro. "Bene," una voce gli disse, ma questa voce era tenera e ferma, " Ho pensato di averti perso per un attimo. Matt, so che fa male stare in acqua. Ma gli aiuti arriveranno a minuti. A momenti. Non mollare adesso. Non so se posso tenerti su ancora a lungo." Elena aveva il fiatone, come se avesse scalato una montagna. E Matt notò che le mani che gli stavano tenendo la testa tremavano. Ridacchiò stupidamente. C'era qualcosa che doveva dire, qualcosa su cui doveva insistere. Ma l'aveva dimenticata. Zio Joe era diventato una personalità positiva quella sera, anche se era morto stecchito. Matt lo stava cercando per aiuto, e l'aveva ricevuto immediatamente. Urlò trionfalmente. "Bubala bubala Bubala bubala Bubala bubala BUM!" Questo era quello che aveva sempre detto Zio Joe, grattandosi la barba, quando non riusciva a ricordare quello di cui stava parlando. Gli dava un immenso piacere vedere la reazione della gente. Matt l'aveva raccontato ad Elena al loro secondo o terzo appuntamento e lei aveva riso istericamente. Adesso, confuso e stordito Matt aprì gli occhi per vedere chi ci fosse e cosa ne pensasse, eh? Vide una ragazza molto bella, forse una ragazza di neve. I suoi capelli erano bagnati e pezzi di ghiaccio si erano formati tra le sue ciocche. Lo guardava con occhi blu scuro, ma la luna le illuminava completamente il volto e i raggi gli mostrarono che in quel blu profondo, c'erano sprazzi d'oro. Occhi blu ed oro... dovrebbe fare verde. Ma quegli occhi erano come lapislazzuli. Le macchie e chiazze dorate non si mischiavano al blu. "Elena Gilbert" sussurrò. La ragazza di neve annuì debolmente "Il nostro appuntamento d'anniversario?" Un altro debole cenno. "E questa.. è la fine", disse Matt. Voleva semplicemente scivolarle dalle dite e andare sotto, ma quello che gli disse lo fermò. "No! Non stai morendo, come Zio Joe. Hai solo freddo. Puoi resistere. E poi... questa volta te ne vai senza.. darmi il bacio della buonanotte?" Questo scatenò una forte reazione in Matt. Doveva pensarci su, realizzò improvvisamente imbarazzato. Terminare il loro importante decimo appuntamento senza nemmeno provare a baciarla? "Nessun ragazzo lo ha mai fatto da anni," sussurrò lei triste " e adesso tu preferisci morire piuttosto che farlo un'altra volta?" "No," il sussurro di Matt era roco e asciutto. Provò a passarsi la lingua sulle labbra ma non riusciva a sentirle. "Okay, allora. Ti bacerò. Ma se tu rinunci io non starò con te." Mi spinge ad ascoltare, a rimanere cosciente, pensò. Come io ero solito parlare a Zio Joe. Ha

13 avuto così poco tempo dopo che hanno trovato il cancro- si è diffuso velocemente... volevo che ogni minuto fosse un ricordo speciale. "O-kay," disse Elena, e c'era di nuovo un accenno di diva nella sua voce. " Adesso metterò le tue braccia sotto le mie ascelle. E' il posto più caldo che mi rimane. Ma ascoltami Matt Honeycutt, se quelle mani provano a farsi starda in basso o da qualche parte più in gbasso e più rotondeggiante allora ti spingerò la testa in acqua. mm-kay?" "Capito.. Boss-Lady." disse Matt, tra il dimesso e il divertito."scusa.. intendevo, Boss Woman.. ovviamente." Ovviamente," Elena mormorò "Ma solo Capo andrà bene" Nel frattempo mise le sue bianche mani rattrappite sotto le sue ascelle. Matt si meravigliò di sentire un pò di vita tornare in loro, qualcosa che non era esattamente calore ma un'ombra di calore. Le poteva sentire sciogliersi. Elena lo teneva per i gomiti,tenendogli ferme le mani. Lentamente Matt cominciò a sentire qualcos'altro. Spilli ed aghi, l'agonia della vita che torna nella carne addormentata. Sapeva che gli occhi e il naso stavano lacrimando ma non gli importava. Era troppo grato per questo dolore che lo faceva sentire quasi vivo. E di sicuro più in allerta. "Avrò comunque il bacio?" chiese stupidamente. "Si, ma prima dobbiamo dare una ripulita" disse Elena. "Tieni le mani dove sono - ci vorrà solo un secondo." Si sporse in basso e tirò un pezzo perlato del suo vestito. La stoffa si strappò facilmente e quindi Matt si ritrovò il viso strofinato da una ruvida lingua di gatto. O almeno così gli sembrò, ma era anche piacevole, sentire il suo volto, sapere che la pelle era lì. "Meglio adesso. Stai benissimo" annunciò Elena nel suo tono più dolce e Matt realizzò che stava per essere baciato dalla più bella bugiarda che avesse messo piede sulla terra. Si spinse in avanti lentamente, lentamente, gli occhi chiusi ma con le ciglia che si muovevano di tanto in tanto per aggiustare la mira, le labbra tirate indietro per raccogliere il calore dalla bocca. E quindi le sue calde labbra toccarono quelle di Matt, e lui si ritrovò direttamente in paradiso, senza bisogno di permesso o di raccogliere una banconota da cento dollari. Elena Gilbert lo stava baciando per l'ultima volta. Certo le circostanze non erano ideali. Le labbra di Matt erano insensibili e quello che sentì del bacio era semplicemente una gentile, calda pressione. Ma d'improvviso potè di nuovo sentire gli odori e il profumo di Elena gli entrò in testa facendogliela girare come se avesse bevuto un bicchiere di champagne. "Ora," disse Elena, rilassandosi, poggiandosi sulle sue braccia, modellando la sua forma a quella di lui, "Possiamo rimanere su per un altro pò vero?" "Si," disse Matt, con tutto il respiro che gli rimaneva. La sua forza se ne era andata. La forza di lei se ne era andata. Ma Elena aveva qualcosa oltre la forza fisica. La sua era pura volontà che andava oltre la forza fisica, ben oltre. Quel potere era ciò che li stava tenendo entrambi a galla. Il tempo perse di significato. Matt si sentiva rillassare- e quindi la voce di Elena che lo richiamava, o le sue unghie che gli pizzicavano il volto, tirandolo,o- se era fortunato e non era scivolato troppo in basso, delle soffici labbra fredde toccavano le sue. Non era un modo tanto brutto di morire, decise. Era entrato in una sorta di ciclo tanto che a

14 volte si stava vestendo per incontrarsi con Elena per il loro primo appuntamento, a volte la stava accompagnando a casa, a volte sentiva la risata di tre adorabili ragazze che lo squadravano, pretendendo che si dimostrasse meritevole. A volte erano in un ristorante, mangiando un delizioso e caldo,oh caldo, sufflè con caffè caldo. L'acqua calda gli sembrava deliziosa in quel momento. Ne avrebbe potuto bere una vasca piena. Probabilmente durò non più di cinque o dieci minuti. Ma sembrava... fosse durato, così più a lungo, secondo il tempo reale, contando il numero di pensieri confusi che gli erano passati per la testa. "Matt?" ogni dieci secondi circa Elena lo chiamava, prendendo forza da chissà dove. E ogni volta che lei diceva Matt? lui si svegliava un poco per risponderle con un "Si". Se non lo faceva immediatamente sapeva che avrebbe sentito il più leggero dei pizzichi ai lati del suo volto ed Elena avrebbe usato quello che rimaneva della sua preziosa energia per sollevarlo dall'acqua. Quindi Matt rimase in zone dove poteva dire "si" con labbra talmente insensibili da sembrare avesse fatto un viaggio dal dentista e la parte bassa del suo corpo completamente andato. Il rumore iniziò come un rombo nelle sue orecchie simile ad una cascata, ed ebbe dei confusi pensieri sull'essere al limite. Poi udì la voce di Elena emettere un sospirato grido di gioia. Matt! Sono arrivati! Te l avevo detto che sarebbero arrivati! Matt, sono arrivati!. Sebbene Matt lì per lì non avesse capito molto, ad arrivare per primi non furono dei soccorritori professionisti. I paramedici e lo sceriffo dovevano ancora arrivare. Ma quattro bambini piangenti, tutti terrorizzati di allontanarsi dall argine del laghetto e stretti attorno ad una piccola ragazza bagnata avvolta in un lenzuolo bianco, usando il calore del loro corpo per riscaldarla, raccontarono del ragazzo che aveva tirato fuori Lindie e che era andato sotto,e di Elena Gilbert, quella Elena Gilbert, che lo aveva tirato fuori. "Il suo nome è Matt" disse timidamente una delle ragazze. E fu in quel momento che Matt sentì qualcosa oltre al ronzio di sottofondo. "Matt Honeycutt!" una voce gridò dalla riva del laghetto." Sono la Dottoressa Alpert, sono qui per aiutarti". Matt voltò gli occhi lacrimanti per vedere cosa avrebbero fatto gli adulti. Avevano una scala d' alluminio, e questa era una cosa positiva. Un'ottima improvvisazione per distribuire il peso. E adesso la stavano sganciando e spingendola verso di lui. Ma non aveva capito chi stava scivolando sulla scala fino a quando non vide degli occhi bianchi e un tetro sorriso altrettanto bianco brillare nell oscurità. Quindi, grazie alla luce della luna, potè identificare il vecchio medico della città, non quello della clinica, ma quello che visitava ancora a domicilio. "Bene bene" disse, prendendogli i polsi nelle sue mani marrone scuro. " Quindi è questo che fate agli appuntamenti al giorno d'oggi. Io penso di preferire i film e le popcorn con il burro dei miei tempi" "L'abbiamo già fatto questa sera," le rispose Elena, in un roco sussurro. Matt rise, ma solo internamente. Qualcosa dentro di lui gli doleva perchè poteva sentire dalla sua voce quanto lei fosse ferita. "Voi giovani vi mettete in certe situazioni," disse la dottoressa, e improvvisamente gli occhi di Matt si focalizzarono su di lei illuminata dalla luna e realizzò che nonostante il freddo, la sua fronte era ricoperta di piccole gocce di sudore. Aveva fatto passare una corda intorno a lui e stava iniziando a fare un nodo.

15 Per un attimo si udì solo il loro ansimare. E poi, quasi simultaneamente,gridarono"no!" La dottoressa gli rivolse un debole sorriso. "Non sono mai stata brava a fare i nodi con la corda," disse. " Se fosse una piccola sutura-" "Ci sono altri adulti?" boccheggiò Matt. "Tre,e ci credi che io sono la più leggera?" la dottoressa mosse le abbondanti anche. "E' per questo che hanno mandato me. Tireranno, una volta che ti avrò legato con questa corda." "Il nodo- deve essere forte abbastanza da tenere mentre lo tirano lungo il ghiaccio," disse Elena con forza. Matt non aveva idea da dove venisse quella forza e ancora meno da dove venisse tutta quella conoscenza. Forse sapeva semplicemente tutto. Tutto quello che lui riuscì a fare fu sussurrare," E se si stringe mentre mi tirano- il mio petto-" La Dottoressa Alpert stava già annuendo" le tue costole.." disse preoccupata. "Crack crack" Matt odiò di dover ammettere di vedere della preoccupazione su un volto di un adulto, ma era lì. "Mi sarebbe piaciuto essere stata una girlscout. Ti insegnano come accendere fuochi e fare nodi e tutte quelle cose. Ma quando ero giovane le cose erano.. beh, diverse." La dottoressa gli rivolse un mesto sorriso. Stava facendo del suo meglio nel cercare di fare un nodo con la corda. "Mi sarebbe piaciuto essere stata una girlscout..." una girl-scout... un boy-scout... Matt boccheggiò all'improvviso e si costrinse a parlare in modo comprensibile. " Abbiamo bisogno di un bolina. Un nodo bolina." Tirò fuori le mani mentre Elena si sollevava, ma le sue dita si erano di nuovo rattrappite. "Io.. non riesco..." realizzò e dentro di sè udì i frantumi di tutte le sue speranza che cadevano nell'oscurità. Non poteva usare le mani... "Ma le puoi dire come fare," gli stava dicendo Elena come se potesse leggergli la mente. I suoi occhi erano fissi nei suoi come se potesse pronunciare le parole solo per forza di volontà. BUBALA BUBALA BUM! Per un attimo, Matt temette di averlo detto a voce alta. Ma le altre due lo stavano ancora guardando, con sgaurdi intensi e speranzosi. "Per legare... un nodo bolina.. beh, prima toglimi la corda di dosso. Adesso forma un anello... lascia un bel pò di corda.. sulla destra... ancora di più...di più.." e continuò fino a quando disse," adesso..come un lazo... fallo cadere su di me. Non scivolerà... si gonfierà nell'acqua e non mi spezzerà le costole." L'esclamazione di gioia di Elena fu abbastanza forte da essere udita fino alla riva del laghetto e Matt sentì l'insistente eco di un applauso. D'improvviso tutto si stava muovendo di nuovo velocemente. "Perfetto, sto scivolando indietro," disse la dottoressa "Elena riesci a rotolare fino alla riva?" "Devo," disse semplicemente Elena." lo farò" Matt aveva ascoltato la conversazione guardando prima l'una poi l'altra. Ed ora, mentre guardava verso Elena sentì una pressione leggere sulle labbra. "Ci vediamo sulla terra ferma," mormorò Elena, in un piccolo sussurro, solo per lui. E quindi rotolò via nel suo abito bianco perla, con i suoi capelli bagnati congelati sulla sua schiena. Quando Matt distolse lo sguardo vide che anche la dottoressa se ne era andata. Quindi sentì uno strattone sulla corda. Cercò di tirare in risposta, per mostrare che era pronto. Avvolse le

16 braccia intorno alla corda,che gli circondava il petto, sotto le braccia. E poi... D'improvviso si stava facendo strada attraverso l'acqua ghiacciata rompendo il ghiaccio con il volto, con la testa, con le mani protese in avanti. E quindi in qualche modo miracolosamente era fuori dall'acqua, scivolando senza problemi come un foca, sul ghiaccio buono fino a che non raggiunse la riva del laghetto. Quindi delle forti mani lo tirarono completamente fuori dall'acqua. E poi tutto si confuse. Qualcuno gli stava dando una tazza antigoccia, il tipo da cui bevono i ragazzini, ma c'era del caffè al suo interno. Caffè caldo. Sentì una voce dire,"non fatelo scottare," e un'altra rispondere, " è tiepido." Ma sembrava calda e lo bevve in sorsi disperati. Qualche buonanima aveva acceso un falò. Matt provò ad avvicinarsi con passo malfermo e venne preso al volo gentilmente da delle mani callose e guidato fin lì. Elena era già seduta. Ed era cambiata di nuovo. Dall'aspetto dei suoi capelli, doveva aver trovato qualcuno e preso in prestito una spazzola. O aveva trovato qualcuno che glieli avesse spazzolati, molto più probabilmente, pensò Matt pensò senza pregiudizio- chiunque fosse, sarebbe stato un fortunato idiota. Lui stesso l'avrebbe pettinata per ore e in più si sarebbe fatto comandare. Provate a fargliene una colpa. Scosse la testa a quei pensieri. E proprio in quel momento Elena si voltò e le sensazioni che ebbe nel vederla furono un vero e proprio shock fisico. Il suo volto era pallido e tirato, ma le stava bene, i suoi occhi erano umidi e confusi, e quando lo vide gli porse un pallido braccio dalla coperta- e poi era seduto accanto a lei. "Matt!" Era l'inizio di qualcosa, qualche spiegazione, ma c'era un 'espressione sbagliata nei suoi occhi. Dovrebbero aver contenuto solo gioia e contentezza e invece erano completamente ansioni, dubbiosi- e trattenevano qualcosa di indefinito. Poteva pensare ad una sola ragione. Prese un respiro. "Lindie non ce l'ha fatta." "Oh si, oh si, ce l'ha fatta!" si affrettò ad esclamare dolcemente. "I suoi genitori- la stano portando all'ospedale per sicurezza. Dicono che ci porteranno anche noi, quando arriveranno i paramedici." "Quindi cosa c'è? C'è qualcosa che non va. Cosa?" proprio come prima i raggi della luna l'avevano illuminata con luce argentea, il fuoco in quel momento la delineava di rosso dorato. Quando si voltò verso il fuoco, i suoi occhi erano viola. "Devo sapere," sussurrò, proprio mente qualcuno li raggiunse con della cioccolata per loroin tazze antigoccia. Bene, perfetto, nessuno aveva delle mani perfettamente stabili al momento. "Cosa?" mormorò in risposta. "La bolina. Chi ti ha insegnato...il nodo bolina?" "Huh?" Era questo che la faceva apparire così tormentata? Scosse la testa. "E' stato tanto tempo fa. Non so nemmeno se l'abbiamo fatto bene." "Ha tenuto!" esclamò Elena. "Già, già," disse, come se stesse dicendo "tranquilla, tranquilla". Prese un sorso di quel nettare al cioccolato. " Ha tenuto. Beh, è stato tanto tempo fa ma immagino..." fece una pausa. Sentì i suoi occhi spalancarsi." E' stato.. è stato..." "Lo sapevo!" gridò Elena, battendo le mani. Due grosse lacrime le scivolarono sulle guance. Quindi quasi come una strana preghiera aggiunge" Zio Joe! E' stato Zio Joe!" Questa volta Matt non ebbe bisgono di un calcio nel didietro per sapere cosa fare. Prese l'esile ragazza in lacrime tra le sue braccia, e sentì il calore delle coperte riscaldate dal fuoco

17 che l'avvolgevano. "Non sei ancora riscaldata," gli disse in modo quasi accusatorio. " Sono rimasta vicino al laghetto per vederli tirarti fuori," mormorò." Dannata stupida, pensò Matt, ma aveva il magone mentre lo pensava. Comunque, fu una buona scusa per stringerla ancora più a sè. "Hey, qualcuno ha guidato la mia macchina fino a qui," si rese conto, vedendo la Junk Heap brillare alla luce del fuoco. "Alcune ragazze l'hanno portata qualche minuto fa," disse un uomo alto, che era solo un paio di gambe vicino al fuoco." Non dovreste andare in giro lasciandola con le chiavi nell'accensione." "No," concordò Elena, lasciando che Matt la stringesse più forte che poteva. E quindi aggiunse," i nostri cappotti erano in quella macchina." "Ed eccoli qui," annunciò una seducente voce femminile." Sani e salvi almeno." Una ragazza alta e dai movimenti felini con una cascata di capelli color bronzo si inginocchiò per avvolgere il cappotto bordato di pelliccia intorno ad Elena. "Caroline," mormorò Elena. "Grazie." "E il vostro signore," disse un'altra ragazza alta, questa con capelli ed occhi scuri. "uh- Meredith," disse Matt, improvvisamente incapace di parlare. Lei gli sorrise."ci dispiace di non aver saputo di quello che era successo prima," disse. Una piccola figura femminile, che sembrava ancora più bassa rispetto alle lunghe ed eleganti gambe delle prime due ragazze si lanciò di peso contro Elena. "Ooooh, Dio! Pensavo di averti persa per sempre," singhiozzò, i suoi capelli color fragola che brillavano alla luce del fuoco. Oh, Bonnie! A dire il vero, hanno chiamato per dirci che ti avevano tirato fuori circa un minuto dopo averci chiamato dicendo che eri dentro, disse Meredith. Ma l'agonia che ho provato in quel minuto, disse Bonnie in tono irritato. O la sorellanza velociraptor è già caduta? Certo che no, disse Elena, spingendo da parte Matt per confortarla. E misteriosamente, senza alcun segno visibile, quattro voci si levarono nell'oscurità. Sorellanza velociraptor! Tu ci mordi; noi rispondiamo mordendo! Tutto ciò che mi preoccupa, disse Matt avvolgendosi di più nel suo cappotto, è che fine ha fatto il mio portafoglio? Oh, sì, l'abbiamo trovato, disse Caroline con noncuranza. Comunque era vuoto. Per un momento Matt provò una terribile fitta. Poi vide che Elena gli stava sorridendo. Forse lo Zio Joe è partito per qualche nuova avventura, disse lei. Già. Fece del suo meglio per ricambiare il sorriso e ci riuscì abbastanza bene. Sembrava... beh, troppo brutto per qualcuno che pensava si trattasse solo di soldi, senza realizzare che poteva essere qualcosa di più. Ma lui non si poteva proprio lamentare. Lui aveva la sua vita, era uscito dall'acqua e aveva anche Elena Gilbert, anche se per poco. Era risaputo che Elena fosse una giramondo. Ma Elena, il tuo vestito, disse Bonnie in tono lamentevole, quasi stritolandole le mani, passando dall'umanitario al cosmopolita in pochi secondi. E' rovinato. Dovremmo abbatterlo per il suo bene, confermò Meredith in tono secco, senza muovere un muscolo del suo incantevole volto olivastro.

18 Sei proprio uno spettacolo, disse Caroline con una certanota di piacere nella voce. E' stato un bel appuntamento, disse Elena con dolcezza. Ma in effetti era il nostro decimo anniversario. Ecco! Cos'era! Elena disse le parole con un'inflessione lenta e cadente. Se tu non avessi saputo cosa lei intendesse con questo, avresti potuto interpretare quel bel appuntamento in un altro modo. Ma ora che Matt conosceva Elena, scoprì che non gli importava. Non gli importava? Un corno! Desiderava fosse stato quel tipo di appuntamento anche se chiunque, inclusa sua madre, lo fosse venuto a sapere. Guardando Elena in quel momento, con il suo cappotto che copriva la maggior parte del danno, era come un pallido e incantevole pioniere. Indossava il vestito della domenica, ma pronta a uscire e spennare alcuni polli per cena. Il taglio sulla sua fronte era bendato in modo ordinato e la scintilla era tornata nei suoi occhi color lapislazzulo. Che Dio ti benedica zio Joe. Grazie per questa sera e fa' buon viaggio, pensò Matt. Elena gli offrì il braccio e Matt lo prese senza esitare. Ci sosterremo l'un l'altro, pensò lui. Proprio in quel momento una piccola persona paffuta, che a lui sembrava odorare sempre di biscotti appena sfornati, gli corse incontro. Mamma! Matt! Ho appreso la notizia subito dopo la signora Suletz e lei mi ha accompagnato qui, tu sai com'è quando provo a guidare di notte, ma l'ultima cosa che ho sentito è che eri sott'acqua. Oh Matt, sono stata così in pensiero. Elena, qualcuno ha detto che è stata una tua idea... La sua voce aumentò un poco, sia di volume che di tono. Matt provò a mettersi davanti Elena. Se sua madre avesse detto qualcosa per ferirla... Hanno detto che sei stata tu a evitare che affogasse, finì sua madre. E tutto quello che posso dirti è... E poi, tramite qualche forza misteriosa da teletrasporto femminile, Elena si ritrovò tra le braccia della madre, attraversando il suo corpo, piangendo entrambe. "Questa è la ragazza che ha salvato la vita al mio Matt," annunciò sua madre a tutti quelli che si trovavano a portata d'orecchio e il suo raggio d'azione raggiunse molte orecchie. "Questa ragazza ha tenuto la sua testa al di sopra dell'acqua fino all'arrivo dei soccorsi e non l'ha lasciato finché non è stato messo in salvo." annunciò. "E dico che questa ragazza è un'eroina e chiunque la pensi in modo diverso può alzarsi e dirmelo!" "Mamma..." brontolò Matt paziente. Ma ci fu un'esplosione di applausi, mentre Elena, arrossendo e asciugandosi le lacrime, disse, "Beh, il vero eroe è Matt. Ha tirato fuori dall'acqua Lindie, non è vero Jacobs? E la dottoressa Alpert ha tirato fuori lui. Tutto quello che ho fatto è stato parlare." E baciare, pensò Matt in modo sontuoso. E se non lo avessi provato veramente? L'avrei provato il giorno dopo. E appena dopo, quando lui ed Elena se ne stavano in piedi arrossendo e sorridendo vicino al fuoco, un uomo alto, un genitore o un vicino, disse, "Hey ragazzo, non dovresti proprio lasciare i tuoi soldi in un portafoglio dentro una macchina aperta. L'ho tirato fuori e l'ho tenuto per te. Ma una carta di credito e un bigliettone da cento dollari come quello... beh, qualche ragazzo ne avrebbe approfittato, mi capisci?" E con questo mise zio Joe (e la Visa di zia Judith) nella mano ancora intirizzita di Matt.

19 Sollevò lo sguardo e vide che Elena lo osservava meditando. "Sembra che zio Joe abbia chiuso con le tue avventure," disse infine. "Oh, questo è saggio," aggiunse, mentre osservava Matt ripiegare automaticamente la banconota per nasconderla nello scompartimento segreto. È vero, pensò Matt. Già è successo al nostro primo appuntamento, quando lo trovò quell'anziano signore al ristorante. In quel giorno potevo capire perché mi era cascato; ci stavo giocherellando. Ma questa volta...come faceva quell'uomo a sapere dove si trovava lo scompartimento segreto...? Cercò quell'uomo, quello che aveva memorizzato come un paio di gambe, ma non lo trovò. Tuttavia ci fu un'improvvisa agitazione dall'altra parte del falò. Caroline apparse dietro loro in una sorta di eccitazione felina. "Bonnie è andata ed è svenuta davvero. Ha detto di aver visto sparire un fantasma. E poi si è lasciata andare..." Caroline si mise una mano sulla fronte, palmo in su, barcollando come Amleto e poi fece finta di svenire in avanti. "Se Meredith non l'avesse presa sarebbe caduta nel fuoco." "Beh, per amor del cielo, portatele dell'acqua da bere, in un bicchiere salvagoccia, altrimenti la rovescia tutta. Tesha, sei ancora Tesha, giusto? Corri dalla dottoressa Alpert. Assicurati che sappia che c'è una ragazza svenuta. E Matt," fece una pausa, lo guardò mentre lui si stava scaldando accanto al fuoco, "solo una domanda, hai mai visto foto dello zio Joe quando era più giovane?" "No," ammise Matt. "Penso che alla nostra famiglia non piacessero le foto. L'ho solo visto mentre era morente." "Capisco," disse Elena, lentamente. "Quindi è certamente possibile che..." "Che cosa?" ma Elena non rispose. Perché sapeva che lui sapeva la sua risposta. "Oh, beh," disse girando la sua schiena verso il falò in modo da scaldare anche l'altra parte. "Dobbiamo ritenere che sia stata pura fortuna, giusto?" Tese il suo bicchiere salvagoccia con la cioccolata verso di lui. "A sempre più avventure!" C'era una sola cosa da rispondere e Matt la disse. Dopo la prima parola, Elena si unì, ignorando gli sguardi fissi delle persone accanto a loro. "Bubala bubala Bubala bubala Bubala bubala BUM!" Autrice: Lisa J.Smith - Traduzione a cura del The Vampire Diaries Italia Questa traduzione e a puro scopo amatoriale, nessun scopo di lucro. Tutti i diritti sono dei legittimi proprietari. La traduzione è copyright del TVD Italia

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