Fallimenti di mercato
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- Gerardina Mariani
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1 Fallimenti di mercato
2 Dal cap.9 Monopolio naturale I beni pubblici Esternalità Asimmetrie informative, selezione avversa, azzardo morale
3 Monopolio naturale
4 Costi del monopolio Perdita netta di surplus Inefficienza (scarso incentivo alla minimizzazione dei costi) Monopoli governativi spesso fonte di corruzione Benefici del monopolio Incentivo alle attività di ricerca e sviluppo
5 Monopolio naturale Un'industria è un monopolio naturale quando un'unica impresa è in grado di produrre la quantità complessivamente domandata a un costo medio inferiore a quello che dovrebbero sostenere più imprese produttrici. Quindi l esistenza di un monopolio naturale dipende dalla tecnologia di produzione disponibile in relazione alla domanda di mercato. In generale un monopolio naturale dipende dall esistenza di rendimenti di scala crescenti per ogni possibile quantità prodotta oppure dai rendimenti di scala crescenti rispetto alla domanda di mercato
6 Pindyck e Rubinfeld, MICROECONOMIA, Zanichelli editore S.p.A. Copyright 2005
7 ESEMPIO 7.8 Funzioni di costo per l energia elettrica Nel 1955 i consumatori statunitensi acquistarono 369 miliardi di chilowattora (kwh) di energia elettrica; nel 1970 ne acquistarono 1083 miliardi. Questa crescita fu dovuta a economie di scala o ad altri fattori? Se fu il risultato di economie di scala, non sarebbe efficiente, dal punto di vista economico, rompere i monopoli delle società produttrici di energia elettrica. Il costo dell energia elettrica è stato stimato utilizzando una funzione di costo più sofisticata delle funzioni quadratica e cubica trattate in precedenza. La Tabella 7.4 mostra le stime dell indice delle economie di scala. I risultati si basano su una classificazione di tutte le utility in cinque categorie, per ognuna delle quali è elencato la produzione mediana (misurata in kwh).
8 ESEMPIO 7.8 Funzioni di costo per l energia elettrica FIGURA 7.17 COSTO MEDIO DI PRODUZIONE NELL INDUSTRIA DELL ENERGIA ELETTRICA Il costo medio dell energia elettrica nel 1955 raggiunse un minimo in corrispondenza a una produzione di circa 20 miliardi di chilowattora. Nel 1970 il costo medio di produzione era sceso drasticamente e raggiunse un minimo in corrispondenza di una produzione di oltre 33 miliardi di chilowattora.
9 L effetto di un imposta Supponiamo che venga introdotta un imposta specifica pari a t, per la quale il monopolista debba t euro allo Stato per ogni unità venduta. Se il costo marginale originario dell impresa era C, la scelta di produzione ottimale ora è data da: R = C + t FIGURA 10.5 EFFETTO DELL ACCISA SUL MONOPOLISTA Con un imposta t per unità, il costo marginale effettivo dell impresa aumenta dell ammontare t a C + t. In questo esempio, l aumento del prezzo ΔP è maggiore dell imposta t.
10 In entrambi questi casi è la struttura produttiva stessa insieme con la dimensione del mercato a richiedere un'unica impresa per potere minimizzare i costi e quindi produrre in modo efficiente. D altra parte il comportamento di un impresa che massimizza il profitto in monopolio porta ad una perdita di benessere (surplus). Che fare? Impedire la formazione di un monopolio per evitare la perdita di benessere producendo però a costi maggiori di quanto possibile oppure permettere il monopolio per minimizzare i costi accettando una perdita di benessere sociale?
11 Quali misure di politica economica è possibile adottare per migliorare in termini di efficienza i risultati ottenuti in un regime di monopolio? E' possibile prospettare comportamenti diversi: la proprietà e la gestione statale la regolamentazione pubblica del monopolio privato impedire la formazione di monopoli (leggi anti-trust). politica di laissez-faire
12 La REGOLAMENTAZIONE, cioè la fissazione del prezzo da parte dell'autorità pubblica, ottenuta tramite un autorità regolatrice oppure tramite la proprietà pubblica del monopolio stesso. Però nel caso di monopolio naturale e quindi di rendimenti di scala crescenti sappiamo che il costo marginale è minore del costo medio e di conseguenza non è ottimale fissare un prezzo uguale al costo marginale perché indurremmo l'impresa in perdita. Una possibile regola alternativa in queste situazioni di monopolio naturale è piuttosto fissare un prezzo pari al costo medio: in questo modo la produzione sarebbe maggiore che in monopolio non regolamentato, quindi la perdita di benessere inferiore, e l'impresa avrebbe profitti nulli se il regolatore non conosce la struttura dei costi dell impresa è complesso indurre l impresa a rivelare questa informazione correttamente.
13 Beni pubblici caratteristiche, condizioni di efficienza
14 Caratteristiche dei beni pubblici (puri) Assenza di rivalità nel consumo del bene: più soggetti possono beneficiare simultaneamente di quel bene senza per questo ridurre l utilità che essi traggono dal consumo. Detto in altri termini, per ciascun livello di produzione, il costo marginale per la sua fornitura ad un consumatore addizionale è nullo. Assenza di escludibilità : singoli individui non possono essere esclusi (o è molto costoso farlo) dal consumo di tale bene e, quindi, non è possibile ripartire i costi di produzione tra i soggetti tramite un prezzo.
15 Beni Privati, Beni Pubblici Puri e casi intermedi Rivalità Beni comuni SPIAGGE, STRADE COMUNI Beni pubblici DIFESA NAZIONALE Beni privati UNA MELA Beni collettivi TEATRO INTERNET Escludibilità
16 Domanda aggregata beni privati
17 Un esempio numerico Considerate 2 individui, Adamo ed Eva, le loro curve di domanda inversa e il costo marginale che fronteggiano P P A E Q QE A MC 2 3 Q 17
18 Bene privato se il bene è un bene privato (mele), allora la curva di domanda aggregata è: Q QA QE ( 200 2PA) ( 200 PE ) ciascuno paga lo stesso prezzo. P PA PE Q 400 3P P=Cma 18
19 Domanda aggregata bene pubblico
20 Efficienza in equilibrio parziale Per bene privato: Per bene pubblico: P P A P E CMa P P A P E CMa Q= Q A +Q E Q= Q A = Q E
21 cont. In un mercato concorrenziale, P=MC P 400 Q MC Q 133, P Circa 133 unità di bene privato sono offerte al prezzo di Q Adamo ne consuma 22 ed Eva
22 Bene pubblico Se il bene è pubblico (anni di permanenza nel paradiso terrestre?) la curva di domanda aggregata è : P PA PE ( QA) ( 200 QE) 2 Ciascuno consuma la stessa quantità Q QA Q P 300 E 3 2 Q 22
23 cont. L offerta efficiente richiede che: P=MC 3 2 P MC 300 Q Q 2 3 Q , P Adam ed Eva consumano unità di bene pubblico. Il mercato privato non arriverà mai a questa allocazione. 23
24 Esternalità
25 Definizione L esternalità è l effetto che l attività di una persona o di un impresa ha sul benessere di un altra persona o di un altra impresa e che non si manifesta attraverso una variazione dei prezzi di mercato, l esternalità negativa è un costo che un individuo o un impresa impone a terzi a fronte del quale non è previsto alcun risarcimento, l esternalità positiva è un beneficio che un individuo o un impresa producono ad altri senza ricevere alcun compenso.
26 OTTO TIPOLOGIE DI ESTERNALITÀ Produttore Consumatore Consumatore Produttore esternalità positive
27 9 27
28 9 28
29 9 29
30 9 30
31 I rimedi alle esternalità Soluzioni Private Teorema di Coase Fusione delle imprese (internalizzazione dell esternalità) Soluzioni Pubbliche..che mimano il mercato Imposte/sussidi Creazione di un mercato (Diritti di inquinamento trasferibili) Regolamentazione (interviene sulle quantità)
32 Le fusioni Le fusioni tra imprese permettono di internalizzare le esternalità. Un unica impresa che coordinasse le attività di A e B avrebbe un incentivo a massimizzare i profitti congiunti, non i profitti individuali di ciascuno. Di conseguenza, l impresa terrebbe conto degli effetti della produzione di acciaio sull attività di agricoltura biologica.
33 Imposte Pigouviane
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