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1 1 OGGETTO RAPPORTI DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO QUESITI (posti in data 3 aprile 2014) Sono stato assunto quale dirigente medico a tempo determinato presso un azienda ospedaliera del SSN, per la sostituzione temporanea di un dirigente con contratto a tempo indeterminato, assente per aspettativa essendo stato assunto con un contratto a tempo determinato presso un altra azienda. Nel contratto individuale di lavoro che è stato stipulato tra le parti risulta esplicitata soltanto la data di costituzione del rapporto di lavoro e la causale del termine contrattuale, mentre non risulta, direttamente o indirettamente, la data di temine del rapporto, subordinando la stessa ad una condizione esterna, ovvero al rientro del dipendente assente per aspettativa; tale condizione esterna si configura quale causale del contratto piuttosto che come termine temporale dello stesso, in quanto anche la richiesta di aspettativa avrà una data di inizio ed una data di fine. Alla luce di tale premessa e considerato quanto disposto tanto dalla normativa in vigore per i contratti a tempo determinato che dal CCNL di settore, si pongono i seguenti quesiti: 1) è ammissibile che la scadenza di un contratto a tempo determinato non risulti chiaramente da atto scritto? 2) fermo restando che il rapporto in questione si risolve automaticamente all eventuale rientro in servizio del dipendente assente per aspettativa, cosa succederebbe nel caso in cui detto dipendente decidesse di dare le dimissioni ad esempio perché vincitore di concorso altrove? Venendo meno la motivazione dell assunzione, il contratto a tempo determinato si risolverebbe comunque? 3) Nell ipotesi poi in cui si inserisse nel contratto la data di fine rapporto, lo stesso può esser oggetto di proroga? E in tal caso, l istituto della proroga può esser utilizzato dall'azienda per quante volte e fino a quale durata massima?

2 2 RISPOSTE (inviate in data 9 aprile 2014) 1) è ammissibile che la scadenza di un contratto a tempo determinato non risulti chiaramente da atto scritto? In linea generale il termine di un contratto di lavoro a tempo può essere individuato sia con riferimento a una data certa, sia con riferimento ad un evento il cui verificarsi è certo ma del quale è incerta la data esatta; si parla in questo caso di termine per relationem, termine fissato in relazione ad un evento futuro); è il caso ad esempio di un contratto di lavoro a tempo determinato stipulato per la sostituzione di un dipendente assente per malattia; in tal caso si usa in genere la formula " fino al rientro in servizio del lavoratore sostituito " La mancata indicazione di una data precisa non costituisce vizio sostanziale del contratto di lavoro, anche se si deve osservare che nel caso specifico, essendo l aspettativa del dirigente sostituito fissata con certezza, impropria appare essere l applicazione del termine per relationem, e più corretta sarebbe stata l indicazione della data stabilita per il termine dell aspettativa, al più aggiungendo, quale clausola di salvaguardia, una formula del tipo il termine del rapporto di lavoro disciplinato dal presente contratto è fissato al 30/06/2014, fermo restando che il rapporto di lavoro si risolverà automaticamente anche prima di tale data qualora per qualsiasi motivo il dirigente sostituito dovesse rientrare in servizio prima della data stabilita. Questa formulazione appare tra l altro coerente con l ambito applicativo dei rapporti a tempo determinato come disciplinati dall articolo 16 del CCNL 1994_1997, che prevede la possibilità di assunzioni a tempo determinato solo per eventi dei quali è di regola stabilito un termine specificato (che potrebbe anche non essere rispettato, determinando l automatica risoluzione anticipata del rapporto di lavoro).

3 3 2) fermo restando che il rapporto in questione si risolve automaticamente all eventuale rientro in servizio del dipendente assente per aspettativa, cosa succederebbe nel caso in cui detto dipendente decidesse di dare le dimissioni (ad esempio perché vincitore di concorso altrove)? Venendo meno la motivazione dell assunzione, il contratto a tempo determinato si risolverebbe comunque? In questo caso il contratto individuale di lavoro deve essere modificato ma non necessariamente deve risolversi il rapporto di lavoro, che trova la sua sostanziale motivazione in quella necessità di garantire la costante erogazione dei servizi sanitari e il rispetto dei livelli essenziali di assistenza alla quale fa riferimento il comma 4.ter dell articolo 10 del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, che disciplina i rapporti di lavoro a tempo determinato. La trasformazione del contratto di lavoro con la conseguente continuità del rapporto lavorativo è lasciata peraltro all autonoma determinazione aziendale, e non costituisce in alcun modo un diritto del medico assunto per sostituire il dirigente in aspettativa. 3) Nell ipotesi poi in cui si inserisse nel contratto la data di fine rapporto, lo stesso può esser oggetto di proroga? E in tal caso, l istituto della proroga può esser utilizzato dall'azienda per quante volte e fino a quale durata massima? La mancata indicazione della data esatta di termine del rapporto, e l apposizione del termine con la formula per relationem costituisce per certi versi proroga del contratto, laddove il rientro del dirigente sostituito sia posticipata rispetto alla data prevista. In ogni caso l azienda ha facoltà di prorogare il contratto in essere, senza soluzione di continuità e senza limitazioni nel numero di proroghe. Questa facoltà scaturisce dall applicazione congiunta di quanto previsto dalla normativa contrattuale, e delle modifiche apportate dal recente decreto legge 20 marzo 2014, n. 34, che amplia in modo significativo le facoltà del datore di lavoro (eliminando il periodo di interruzione previsto tra un contratto e un altro dalla normativa previgente, e fissando in otto le proroghe consentite). Questo limite peraltro non si applica ai contratti a tempo

4 4 RIFERIMENTI NORMATIVI CCNL 5 agosto 1997 integrativo del CCNL 1994_1997 articolo 16 Assunzioni a tempo determinato 1. casi in cui sono consentite assunzioni a tempo determinato In applicazione della legge. 18 aprile 1962, n. 230, sostituita dal decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, l azienda può stipulare contratti individuali per l assunzione di Dirigenti a tempo determinato nei seguenti casi: a) in sostituzione di Dirigenti assenti, quando l assenza superi i 45 giorni consecutivi, per tutta la durata del restante periodo di conservazione del posto dell assente; b) in sostituzione di Dirigenti assenti per gravidanza e puerperio, sia nell ipotesi di astensione obbligatoria sia in quella di astensione facoltativa; c) per la temporanea copertura di posti vacanti di Dirigente medico e veterinario per un periodo massimo di otto mesi, purché sia già stato bandito il pubblico concorso. 2. selezione secondo procedure concorsuali Per la selezione dei Dirigenti da assumere le amministrazioni applicano le procedure concorsuali prescritte dalla normativa vigente.. 3. obbligo di indicazione del nome del dirigente sostituito Nei casi di cui alle lettere a) e b) del comma 1, nel contratto individuale è specificato per iscritto il nome del Dirigente sostituito. 4. risoluzione del rapporto a tempo determinato Il rapporto di lavoro si risolve automaticamente, senza diritto al preavviso, alla scadenza indicata nel contratto individuale ovvero anche prima di tale data con il rientro in servizio del Dirigente sostituito. In nessun caso il rapporto di lavoro a tempo determinato può trasformarsi in rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

5 5 CCNL 5 agosto 1997 integrativo del CCNL 1994_1997 articolo 16 Assunzioni a tempo determinato 5. trattamento economico e normativo Ai Dirigenti assunti a tempo determinato si applica il trattamento economico e normativo previsto dal presente contratto per le relative posizioni a tempo indeterminato, con le seguenti precisazioni: - le ferie sono proporzionali al servizio prestato; - in caso di assenza per malattia, i periodi di trattamento economico intero o ridotto sono stabiliti in misura proporzionale alla durata del rapporto di lavoro tenendo conto del fatto che al dirigente a tempo determinato spetta un trattamento economico pari all intera retribuzione per i primi nove mesi, ridotto al 90% per i successivi tre mesi, ulteriormente ridotto al 50% per i successivi sei mesi, salvo che non si tratti di un periodo di assenza inferiore a due mesi; il trattamento economico non può comunque essere erogato oltre la cessazione del rapporto di lavoro; il periodo di conservazione del posto è pari alla durata del contratto e non può in ogni caso superare il termine massimo dei 36 mesi; - possono essere previste assenze non retribuite fino ad un massimo di 10 giorni, salvo il caso di matrimonio in cui il dirigente ha comunque diritto ad assentarsi dal lavoro per 15 giorni consecutivi; - l azienda od ente nel contratto individuale definisce quale incarico conferire al Dirigente assunto a tempo determinato ai fini della retribuzione di posizione; la retribuzione di risultato è corrisposta in misura proporzionale alla durata dell incarico ed in relazione ai risultati conseguiti. 6. casi di nullità del contratto a termine Il contratto a termine è nullo e produce unicamente gli effetti dell articolo c.c. quando: a) l apposizione del termine non risulti da atto scritto; b) sia stipulato al di fuori delle ipotesi previste nel comma 1.

6 6 CCNL 5 agosto 1997 integrativo del CCNL 1994_1997 articolo 16 Assunzioni a tempo determinato 7. proroga del contratto a termine Il termine del contratto a tempo determinato può essere eccezionalmente prorogato, con il consenso del Dirigente, non più di una volta e per un periodo non superiore alla durata del contratto iniziale, quando la proroga stessa sia richiesta da esigenze contingenti ed imprevedibili e si riferisca alla stessa attività lavorativa, anche se rientrante in un altra fattispecie tra quelle previste nel comma 1, sempreché il Dirigente assente sia lo stesso. 8. termini per una eventuale riassunzione Il medesimo Dirigente può essere riassunto con un ulteriore contratto a tempo determinato dopo l applicazione del comma 7, solo dopo il decorso di quindici ovvero di trenta giorni dalla data di scadenza del precedente contratto di durata, rispettivamente, inferiore o superiore a sei mesi, nel rispetto delle norme di assunzione vigenti. 9. nullità di proroghe o riassunzioni in violazione di norme di legge Al di fuori delle ipotesi di cui al comma 7, la proroga o il rinnovo del contratto a termine sono nulli quando si tratti di assunzioni successive a termine intese ad eludere disposizioni di legge o del presente contratto. 10. possibile deroghe al termine dei 45 giorni di assenza Il rispetto del termine di quarantacinque giorni previsto dal comma 1, non è richiesto ove sussistano documentati motivi di urgenza. 11. aspettativa per un contratto a tempo determinato Al dirigente con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato presso un Azienda sanitaria assunto con un rapporto a tempo determinato deve essere concesso, dall azienda di provenienza, un periodo di aspettativa per la durata del contratto a tempo determinato stipulato con la stessa od altra azienda.

7 7 decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368 Articolo 10 Esclusioni e discipline specifiche 4-ter. il decreto legislativo 368/2001 e i contratti a termine del SSN Nel rispetto dei vincoli finanziari che limitano, per il Servizio sanitario nazionale, la spesa per il personale e il regime delle assunzioni, sono esclusi dall'applicazione del presente decreto i contratti a tempo determinato del personale sanitario del medesimo Servizio sanitario nazionale, ivi compresi quelli dei dirigenti, in considerazione della necessità di garantire la costante erogazione dei servizi sanitari e il rispetto dei livelli essenziali di assistenza. La proroga dei contratti di cui al presente comma non costituisce nuova assunzione. In ogni caso non trova applicazione l'articolo 5, comma 4-bis in particolare laddove prevede che qualora per effetto di successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro fra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore abbia complessivamente superato i trentasei mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, indipendentemente dai periodi di interruzione che intercorrono tra un contratto e l'altro, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368 articolo 4 Disciplina della proroga 1. numero di proroghe consentite Il termine del contratto a tempo determinato può essere, con il consenso del lavoratore, prorogato solo quando la durata iniziale del contratto sia inferiore a tre anni. In questi casi le proroghe sono ammesse, fino ad un massimo di otto volte, a condizione che si riferiscano alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stato stipulato a tempo determinato. Con esclusivo riferimento a tale ipotesi la durata complessiva del rapporto a termine non potrà essere superiore ai tre anni.

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