LAVORI IN QUOTA D.P.I. 3A CATEGORIA. Corso di formazione

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1 LAVORI IN QUOTA D.P.I. 3A CATEGORIA Corso di formazione La valutazione del rischio

2 IL FENOMENO DELLA CADUTA Tempo (s) Caduta (m) Velocità (km/h) 0,5 1,3 17,7 0,55 1,5 19,6 0,64 2,0 22,6 1,0 4,9 35,3 1,1 6,0 38,8 1,2 7,0 42,4 1,7 14,2 60,0 2,0 19,6 70,6 Durante una caduta il corpo viene attratto al suolo dalla forza di gravità con un aumento progressivo della velocità Esempio per un corpo di 100kg

3 IL FENOMENO DELLA CADUTA Una generica massa m, posta ad una quota h da terra, se rilasciata istantaneamente a velocità iniziale nulla, arriva a terra con la seguente velocità: V = 2 g h Esempio: m = 100 kg, h = 2 m v = 6,26 m/s = 22,5 km/h La massa converte l energia potenziale data dall altezza h di caduta in energia cinetica di movimento. L energia vale quindi: E = (m v 2 ) / 2 Tale valore corrisponde all energia da dissipare all interno del sistema di arresto

4 IL FENOMENO DELLA CADUTA Nel caso di altezza di caduta h e successivo spazio di arresto s, la forza riportata sulla massa dal sistema frenante è pari a: F = E / s Esempio: m = 100 kg; h = 2 m; s = 0,10 m F = 2000 kg Forza eccessiva per il corpo umano. Studi medici che potenziali lesioni al limite della sopravvivenza per il corpo umano si generano a forze pari a 600 kg

5 FATTORE DI CADUTA Si definisce fattore di caduta il rapporto fra l altezza di caduta e la lunghezza del cordino anticaduta: F c = H caduta / L cordino CASO 1: Situazione peggiore; fattore di caduta = 2 CASO 2: Situazione intermedia; fattore di caduta = 1 CASO 3: Situazione ideale; fattore di caduta = 0

6 TIRANTE D ARIA Spazio libero di caduta in sicurezza necessario a conservare una caduta senza che il lavoratore urti contro il suolo o altri ostacoli analoghi T a = f + L + D + 1,50 + 1,00 f = eventuale spostamento iniziale del punto di ancoraggio L = lunghezza del cordino compreso dissipatore di energia D = estensione dell elemento assorbitore, estensione d innesco, scorrimento dispositivo 1,50 = distanza attacco imbracatura piedi 1,00 = distanza di sicurezza NOTA: D è anche definita D i = distanza di intervento, cioè la distanza necessaria all assorbitore di energia del DPI per frenare la caduta

7 TIRANTE D ARIA Importanza di valutare ostacoli, impedimenti rispetto i piani di lavoro Fondamentale la scelta della tipologia di DPI e del sistema di lavoro in quota Fondamentale la scelta del sistema e punto di ancoraggio per procedere con le lavorazioni in quota

8 EFFETTO PENDOLO Disassamento verticale tra il punto di caduta e il punto di cerniera del cordino (o fune) sul punto di ancoraggio Problematica presente in prossimità dei bordi liberi d angolo dei piani di lavoro in quota

9 EFFETTO PENDOLO La problematica dell effetto pendolo può essere risolta prevedendo nei punti critici dei piani di lavoro in quota l inserimento di ancoraggi ausiliari con lo scopo di impedire scivolamenti dal piano di lavoro che possano generare le oscillazioni a corpo morto dell operatore.

10 UNI EN Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall alto I campi di applicazione previsti per la protezione contro le cadute dall alto comprendono: Sistema di trattenuta: Sistema di protezione individuale dalle cadute che impedisce all'utilizzatore di raggiungere le zone dove esiste il rischio di caduta dall alto. Sistema di posizionamento sul lavoro: Sistema di protezione individuale dalle cadute che permette all'utilizzatore di lavorare in tensione o in sospensione in maniera tale che sia prevenuta la caduta libera. Sistema di accesso su fune: Sistema di protezione individuale dalle cadute, che permette all'utilizzatore di andare e tornare dal posto di lavoro in maniera tale che sia impedita o arrestata la caduta libera, utilizzando una fune di lavoro e una fune di sicurezza, collegate separatamente a punti di ancoraggio sicuri. Sistema di arresto caduta: Sistema di protezione individuale dalle cadute che limita la forza d'urto sul corpo dell'utilizzatore durante l'arresto caduta. Sistema di salvataggio: Sistema di protezione individuale dalle cadute con il quale una persona può salvare sé o altri, in maniera tale che sia prevenuta la caduta libera

11 UNI EN Tipologie di caduta Trattenuta

12 UNI EN Tipologie di caduta Posizionamento

13 UNI EN Tipologie di caduta Accesso su fune La valutazione del rischio

14 UNI EN Tipologie di caduta Arresto caduta

15 UNI EN L analisi del rischio Nei lavori in quota l esposizione al rischio per la salute e la sicurezza del lavoratore è particolarmente elevata; si impone quindi prioritariamente l utilizzo di dispositivi di protezione collettiva (DPC) quali parapetti provvisori e/o reti di sicurezza e, quando il rischio residuo non può essere evitato e/o ridotto, dei dispositivi di protezione individuale (DPI). Esempi di DPC

16 UNI EN Tipologie dei rischi Rischi prevalenti Nei lavori in quota il lavoratore è esposto al rischio di caduta dall alto che può provocare morte, lesioni gravi e di carattere permanente e danni alla salute. Rischi concorrenti Con rischi concorrenti si intendono quelli che creano condizioni favorevoli affinché si verifichino quelli prevalenti; essi sono: 1. Il rischio connesso al DPI derivante da: - non perfetta adattabilità del DPI, - intralcio alla libertà dei movimenti causato dal DPI stesso. 2. Il rischio innescante la caduta derivante da: - insufficiente aderenza delle calzature, - insorgenza di vertigini, - abbagliamento, - scarsa visibilità, - colpo di calore o di sole, - rapido abbassamento della temperatura. 3. Il rischio di natura atmosferica derivante da: - vento, pioggia o ghiaccio su superfici di calpestio, ecc.

17 UNI EN Tipologie dei rischi Rischi susseguenti I rischi susseguenti sono quelli che si verificano in seguito alla mancata efficacia dei DPI, essi possono causare: - oscillazione del corpo con urto contro ostacoli ("effetto pendolo"), - arresto del moto di caduta per effetto delle sollecitazioni trasmesse dall imbracatura sul corpo, - sospensione inerte del corpo dell utilizzatore in condizioni di incoscienza che resta appeso al dispositivo di arresto caduta e dal tempo di permanenza in tale posizione; Rischi derivanti dall attività lavorativa La valutazione dovrà prendere in esame tutte le altre forme di rischio derivante dall esecuzione dell attività lavorativa e proprie della stessa.

18 ESPOSIZIONE DEL RISCHIO RIDUZIONE DEL RISCHIO PIANO DI EMERGENZA Riduzione dei rischi prevalenti Riduzione dei rischi concorrenti Riduzione dei rischi susseguenti

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