GLI UCCELLI (AVES) DELL AREA DI MONTE TONDO
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- Diana Casini
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1 I GESSI E LA CAVA DI MONTE TONDO Memorie dell Istituto Italiano di Speleologia s. II, 26, 2013, pp GLI UCCELLI (AVES) DELL AREA DI MONTE TONDO MASSIMILIANO COSTA 1, MAURIZIO SAMORÌ 2 Riassunto Descrizione del popolamento ornitico dell area di Monte Tondo, compreso l intero complesso di cava, indagato mediante osservazione diretta e transetti d ascolto dall ottobre 2011 al giugno Sono state rinvenute complessivamente 79 specie, di cui 59 nidificanti, 75 di passo o presenti per motivi trofici e nidificanti in altri settori della Vena del Gesso romagnola, 38 svernanti (comprese le specie stanziali). Parole chiave: Uccelli, comunità ornitica, cava, rondine montana, codirosso spazzacamino, fanello. Abstract Description of the birds population of Mount Tondo area (Romagna Apennines), including the whole Gypsum quarry site, monitored by direct observation and listening transepts from October, 2011 to June, species were recorded, of whom 59 breeding, 75 migrating or feeding here, but breeding in other sectors of the Messinian Gypsum outcrop of the Vena del Gesso romagnola, 38 wintering (including the sedentary species). Keywords: Birds, Birds Community, Quarry, Crag Martin, Black Redstart, Linnet. Area di Studio L area di studio (fig. 1) ha interessato tutto il massiccio di Monte Tondo, dai coltivi e boschetti sulle aree gessose a nord di via Caduti dei Crivellari (fino all inizio delle argille plio-pleistoceniche dei calanchi) compreso il borgo abbandonato dei Crivellari, alla strada provinciale n. 63 a sud. L intero complesso della cava di Monte Tondo è stato ricompreso nell area di studio, così come il tratto del Torrente Senio che attraversa la cosiddetta stretta di Rivola, in cui il corso d acqua solca la Vena del Gesso, scorrendo in parte sul letto gessoso, dal guado presso Rio Conca a monte, fino al ponte di via del Campo Sportivo a valle, per una lunghezza complessiva di circa 2,8 chilometri. Il censimento è stato svolto indagando genericamente l area di studio, per raccogliere il maggior numero possibile di dati qualitativi e indicazioni di presenza/assenza e percorrendo ad intervalli regola- 1 Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Romagna, Via Saffi 2, Brisighella (RA) - mcosta@mail.provincia.ra.it 2 Via Fratelli Cardinali Cicognani 74, Brisighella (RA) - maurizio-natura@libero.it 339
2 Fig. 1 Area di studio (in giallo); transetti d ascolto (in rosso e blu); confine del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola (in verde) (scala 1:15.000). ri dei transetti fissi, in modo da ottenere dati quantitativi e indicazioni più precise sull occupazione e l utilizzo degli habitat da parte delle diverse specie nei diversi periodi dell anno. I due transetti percorsi regolarmente sono stati: 1) percorso della cava di Monte Tondo: dal piazzale basale della cava a salire, lungo le carraie di servizio, fino al crinale al di sopra della cava a cielo aperto, lungo il margine nord-ovest dell anfiteatro, di metri di lunghezza; il primo transetto parte dalle sponde del Torrente Senio, per salire attraverso una boscaglia sviluppatasi spontaneamente nelle aree basse, dismesse dalla cava, e nei depositi di materiale di scarto, questi ultimi in buona parte ricoperti da rimboschimenti di ginestra odorosa (Spartium junceum); in alto, il tracciato raggiunge l anfiteatro di cava, il piazzale e le aree attualmente in coltivazione, quasi del tutto prive di vegetazione e con molti depositi di materiale roccioso; l ultimo tratto aggira un area rimboschita a pino nero (Pinus nigra) e raggiunge il bosco ceduo dominato da carpino nero (Ostrya carpinifolia) e orniello (Fraxinus ornus) della riva nordovest della Vena del Gesso; 2) percorso dei Crivellari: dal parcheggio del campo sportivo di Borgo Rivola al borgo dei Crivellari ed oltre, lungo il sentiero CAI che sale a Monte della Volpe, con un ramo laterale costituito dalla deviazione verso ovest che si ricongiunge al margine nord-ovest dell anfiteatro di cava, di complessivi metri di lunghezza; il transetto costeggia inizialmente la degradata boscaglia ripariale del torrente Senio, con salice bianco (Salix alba), pioppo bianco (Populus alba) e pioppo nero (Populus nigra) misti a robinia (Robinia pseudoacacia); in seguito sale le pendici settentrionali della Vena del Gesso, attraversando 340
3 Fig. 2 Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros), esemplare maschio; la specie, tipica di ambienti rupestri, è attualmente quella più abbondante nell area attiva di cava di Monte Tondo (foto D. Pansecchi). il bosco ceduo dominato dalla roverella (Quercus pubescens), fino a raggiungere il borgo dei Crivellari, circondato da un mosaico di coltivi (vigneti, prati da sfalcio) e aree incolte (boscaglie, prati aridi, cespuglieti di ricolonizzazione dei coltivi) e a salire ancora sulla riva gessosa, caratterizzata da vaste aree di gariga, boscaglie di roverella, carpino nero e orniello e, nella parte più alta, alcuni rimboschimenti di pino nero. Per la descrizione ambientale generale dell area di studio si vedano i capitoli relativi alla flora e vegetazione e alla geologia. Materiali e Metodi Sono state effettuate uscite casuali per la raccolta dei dati qualitativi e le indicazioni di presenza/assenza in tutto il periodo da ottobre 2011 a dicembre Fig. 3 Fanello (Carduelis cannabina), esemplare maschio; la specie è ormai molto rarefatta in Appennino, ma risulta localmente abbondante nei rimboschimenti effettuati sulle aree di accumulo dei detriti di scarto della cava (foto D. Pansecchi). 341
4 Inoltre, vi sono state uscite regolari lungo i transetti descritti al paragrafo precedente, a partire dal 24 marzo e fino al 16 giugno 2012, percorrendo a distanza di 7 giorni alternativamente il transetto interno alla cava di Monte Tondo ed il transetto del borgo dei Crivellari. Per l osservazione si sono utilizzati binocoli 10x42; per stimolare il canto di alcune specie o gruppi di specie (strigiformi, piciformi, paridi), in modo da verificarne la presenza, si sono impiegati richiami acustici digitali. Risultati La ricerca ha dato i seguenti risultati: (P = presenza; B = nidificante; M = di passo; W = svernante) Specie P B M W Cormorano Phalacrocorax carbo 1 1 Airone cenerino Ardea cinerea 1 1 Germano reale Anas platyrhynchos 1 1 Falco pecchiaiolo Pernis apivorus 1 1 Albanella minore Circus pygargus 1 1 Falco di palude Circus aeruginosus 1 1 Poiana Buteo buteo Gheppio Falco tinnunculus Falco pellegrino Falco peregrinus 1 1 Fagiano comune Phasianus colchicus Gallinella d acqua Gallinula chloropus Gabbiano reale med. Larus michahellis 1 1. Colombaccio Columba palumbus Tortora dal collare Streptopelia decaocto Tortora Streptopelia turtur Cuculo Cuculus canorus Assiolo Otus scops 1 1 Civetta Athene noctua Allocco Strix aluco Succiacapre Caprimulgus europaeus 1 1 Rondone Apus apus Martin pescatore Alcedo atthis 1 1 Gruccione Merops apiaster Upupa Upupa epops Torcicollo Jynx torquilla Picchio verde Picus viridis Picchio rosso maggiore Dendrocopos major Picchio rosso minore Dendrocopos minor Tottavilla Lullula arborea Rondine montana Ptyonoprogne rupestris Rondine Hirundo rustica Balestruccio Delichon urbica 1 1 Ballerina gialla Motacilla cinerea 1 1 Ballerina bianca Motacilla alba Scricciolo Troglodytes troglodytes Sordone Prunella collaris Passera scopaiola Prunella modularis Pettirosso Erithacus rubecula Usignolo Luscinia megarhynchos Codirosso spazzacamino Phoenicurus ochruros Codirosso Phoenicurus phoenicurus Codirossone Monticola saxatilis 1 1 Merlo Turdus merula Tordo bottaccio Turdus philomelos Tordela Turdus viscivorus Canapino Hippolais polyglotta
5 Sterpazzolina di Moltoni Sylvia subalpina Occhiocotto Sylvia melanocephala Sterpazzola Sylvia communis Capinera Sylvia atricapilla Luì bianco Phylloscopus bonelli Luì piccolo Phylloscopus collybita Regolo Regulus regulus Fiorrancino Regulus ignicapillus Pigliamosche Muscicapa striata Codibugnolo Aegithalos caudatus Cincia bigia Parus palustris Cincia dal ciuffo Parus cristatus 1 1 Cinciarella Parus caeruleus Cinciallegra Parus major Picchio muratore Sitta eurapaea Picchio muraiolo Tichodroma muraria Rampichino Certhia brachydactyla Rigogolo Oriolus oriolus Averla piccola Lanius collurio Ghiandaia Garrulus glandarius Gazza Pica pica Cornacchia grigia Corvus corone Storno Sturnus vulgaris Passera d Italia Passer italiae Passera mattugia Passer montanus Fringuello Fringilla coelebs Verzellino Serinus serinus Verdone Carduelis chloris Cardellino Carduelis carduelis Fanello Carduelis cannabina Zigolo nero Emberiza cirlus Ortolano Emberiza hortulana Strillozzo Miliaria calandra Conclusioni Il numero complessivo di specie presenti è rilevante, se si considera che nel territorio del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, in totale, sono note 135 specie, di cui 94 nidificanti e che, quindi, le 79 specie complessive rilevate nell area di studio corrispondono al 58% del totale e le 59 specie nidificanti sono pari al 63% di quelle dell intera area protetta. Ciò è dovuto all elevata diversità ambientale di questa parte dei gessi che presenta quasi tutte le tipologie di habitat della Vena. La Vena del Gesso fino al secondo dopoguerra si presentava praticamente spoglia, poiché priva di vegetazione a causa della costante raccolta di legname ad uso domestico, da parte degli abitanti della zona. A partire dagli anni 50 del Novecento, lo spopolamento e l utilizzo di altri combustibili per il riscaldamento, assieme alle campagne di rimboschimento, hanno radicalmente cambiato l assetto vegetazionale del territorio. Attualmente la Vena del Gesso si presenta quasi totalmente ricoperta di boschi, macchie e gariga, ad eccezione della cava di Monte Tondo e del Museo Geologico cava Monticino, che sono gli unici due siti che ancora presenta superfici rocciose prive di vegetazione piuttosto estese. Probabilmente proprio a causa dell aumento della copertura vegetale, negli ultimi decenni sono scomparse dalla Vena del Gesso quasi tutte le specie di Passeriformi legate ad habitat prettamente rupicoli: Calandro ( Anthus campestris Linnaeus, 1758), storicamente noto in Appennino (FOSCHI 1986) e segnalato per la Vena del Gesso a partire dagli anni 80 (GELLINI 1989), è completamente estinto a partire dalla fine degli anni 90 (GELLINI, 343
6 Fig. 4 Averla piccola (Lanius collurio), esemplare maschio; la specie è stata rilevata con una sola coppia, insediata presso un vigneto abbandonato ai margini dell area di studio, in località Crivellari (foto D. Pansecchi). CECCARELLI 2000); Culbianco ( Oenanthe oenanthe Linnaeus, 1758), considerato nidificante in Appennino da tutti gli Autori (BACCHI DELLA LEGA 1892; ZANGHERI 1938; BRANDOLINI 1961; FOSCHI 1986; DONATTINI 2006) e nidificante sulla Vena del Gesso fino agli anni 80, nella zona di Monte Mauro (GELLINI 1989); dagli anni 90 è estinto come nidificante (GELLINI, CECCARELLI 2000); Codirosso spazzacamino ( Phoenicurus ochruros S. G. Gmelin, 1774), citato da ZANGHERI (1938) specificatamente per la Vena del Gesso ed indicato come in espansione in anni recenti (GELLINI 1989; CECCARELLI, GELLINI 2011) (fig. 2); Codirossone ( Monticola saxatilis Linnaeus, 1766), citato specificatamente come nidificante sulla Vena del Gesso (TASSINARI s.d. [ma XIX sec.]) e genericamente per l Appennino da tutti gli Autori (BACCHI DELLA LEGA 1892; ZANGHERI 1938; BRANDOLINI 1961; FOSCHI 1986; DO- NATTINI 2006); sulla Vena del Gesso era ancora nidificante negli anni 80 (GELLINI 1989), nella zona di Monte Mauro, ma è estinto dagli anni 90 (GELLINI, CECCARELLI 2000); Passero solitario ( Monticola solitarius Linnaeus, 1758), segnalato per la prima volta per la Vena del Gesso alla fine degli anni 80, come abbastanza comune (GELLINI 1989); successivamente, a metà anni 90 (BOL- DREGHINI, SANTOLINI 1994), anche specificatamente per Monte Mauro (DONATTINI 2006); ancora presente nel in diverse località della Vena, da Brisighella a Borgo Rivola (GELLINI, CECCARELLI 2000); tra la rocca di Brisighella e il Monticino è rimasto fino ai primi anni del XXI secolo, senza nidificare e l ultimo esemplare vi è stato osservato nel 2006 e 2007; Passera lagia ( Petronia petronia 344
7 Linnaeus, 1766), considerata abbondante in Appennino da tutti gli Autori storici e riportata come abbondante in passato tra la Vena del Gesso e i calanchi (DONATTINI 2006), è oggi completamente estinta. La cava di Monte Tondo non era stata indagata dal punto di vista ornitologico negli ultimi decenni, pertanto potevano essere presenti, in ragione del mantenimento di vaste aree rocciose esposte e cumuli di massi, alcune di queste specie. Delle specie suddette, soltanto il codirosso spazzacamino è stato rilevato, piuttosto abbondante, all interno dell area di cava, ove sono state rilevate almeno 6 coppie nidificanti. Un maschio in canto di codirossone è stato rilevato il 19 maggio 2012, ma non era più presente nelle date dei successivi rilevamenti e la presenza è, quindi, riferibile ad un esemplare in migrazione tardiva. Un altra specie rupicola, la rondine montana (Ptyonoprogne rupestris Scopoli, 1769) è stata rilevata come nidificante presso la cava, ove era già nota da alcuni anni; si tratta di specie di comparsa relativamente recente nella Vena del Gesso, ove non era storicamente nota in precedenza (ZANGHE- RI 1938; FOSCHI 1986); sono presenti 1-2 coppie nidificanti in una parete non più oggetto di estrazione. Nell area di indagine sono state individuate anche le presenze invernali di due specie rupicole, una all esterno della cava, il picchio muraiolo (Tichodroma muraria Linnaeus, 1766), già storicamente segnalato (TASSINARI s.d. [ma XIX sec.]; DONAT- TINI 2006), ed una proprio sulle pendici dell area estrattiva, il sordone (Prunella collaris Scopoli, 1769), anch esso già noto per la Vena del Gesso (TASSINARI s.d. [ma XIX sec.]). Nell area di indagine sono, inoltre, presenti alcune specie a distribuzione mediterranea, in alcuni casi piuttosto distribuite lungo la Vena del Gesso, in altri casi piuttosto rare e localizzate. La sterpazzolina di Moltoni (Sylvia subalpina Temminck, 1820) è attualmente piuttosto abbondante, dopo la colonizzazione dell Appennino romagnolo a partire dagli anni 60 (TEODORANI 1966) e della Vena del Gesso dagli anni 80 (GELLINI 1989). Nell area di indagine sono stimabili circa coppie nidificanti. L occhiocotto (Sylvia melanocephala Gmelin, 1789) ha colonizzato la Romagna negli anni 60 (TEODORANI 1966; 1977) e la Vena del Gesso negli anni 80 (GELLINI 1989) ed è attualmente distribuito, con ridotto numero di coppie, in tutta l estensione della catena; negli ultimi anni è notevolmente diminuito, forse a causa dell espansione della sterpazzolina (CECCARELLI, GELLI- NI 2011), forse a causa delle abbondanti nevicate, spesso tardive, che penalizzano questa specie sedentaria. Nell area di indagine è stato ripetutamente rilevato un solo maschio in canto. Il fanello (Carduelis cannabina Linnaeus, 1758) è specie storicamente presente nella Vena del Gesso (GELLINI 1989), attualmente fortemente diminuita in tutto l Appennino romagnolo (GELLINI, CECCARELLI 2000) ed anche nel Parco. Nel sito di indagine è stato rilevato un numero relativamente elevato di coppie, in particolare all interno della cava, in corrispondenza dei depositi di detriti di scarto, i cui versanti sono stati consolidati con ginestra odorosa (Spartium junceum) e in cui stanno comparendo in modo spontaneo altre essenze arbustive ed arboree, in particolare esemplari sparsi di roverella (Quercus pubescens). Qui sono state rilevate 4 coppie certamente nidificanti (fig. 3). Tra le specie protette dalla direttiva 09/147/UE è stata rilevata come nidificante esclusivamente l averla piccola (Lanius collurio Linnaeus, 1758), presente con una coppia in alcuni vigneti abbandonati nei pressi del borgo dei Crivellari (fig. 4). Un maschio in canto di ortolano (Emberiza hortulana Linnaeus, 1758) è stato ascoltato sulla cima di Monte Tondo in data 27 maggio Questa specie era nidificante in Appennino, ma già in diminuzione (FO- SCHI 1938; BRANDOLINI 1961) o successiva- 345
8 mente rara, ma stabile (FOSCHI 1986), con alcune segnalazioni specifiche per la Vena del Gesso (GELLINI 1989); era segnalato come numeroso nella valle del Senio fino agli anni 50 (DONATTINI 2006) ed ancora presente negli anni 90 (BOLDREGHINI, SAN- TOLINI 1994) e relativamente abbondante proprio nella Vena (GELLINI, CECCARELLI 2000) e nei calanchi adiacenti (TINARELLI et alii 2002). Attualmente non era più segnalato come nidificante da ormai un decennio, poiché le ultime segnalazioni per la Vena del Gesso risalgono ai primi anni del XXI secolo. Il maschio in canto rilevato presso monte Tondo nell ambito della presente indagine non permette di definire con certezza la specie come nidificante, poiché potrebbe trattarsi solamente di un esemplare in migrazione tardiva. Fonti inedite P.P. CECCARELLI, M. BONORA, S. GELLINI 2008, L avifauna del Parco della Vena del Gesso Romagnola. Relazione di analisi per il Piano Territoriale del Parco, (Provincia di Ravenna), inedito. G. TASSINARI s.d. [XIX secolo], Manoscritto inedito e senza titolo sugli uccelli imolesi della collezione Liverani, Musei Civici di Imola (dall ex Gabinetto scientifico di storia naturale imolese, alla cui fondazione nel 1857 Tassinari contribuì direttamente assieme a Giuseppe Scarabelli). Bibliografia A. BACCHI DELLA LEGA 1892, Caccie e costumi degli uccelli silvani, Città di Castello. P. BOLDREGHINI, R. SANTOLINI 1994, Vertebrati tetrapodi, in U. BAGNARESI, F. RIC- CI LUCCHI, G.B. VAI (a cura di), La Vena del Gesso, (Regione Emilia-Romagna), Bologna, pp A. BRANDOLINI 1961, Catalogo della mia collezione degli uccelli del Ravennate, Faenza. P.P. CECCARELLI, S. GELLINI (a cura di) 2011, Atlante degli uccelli nidificanti nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna ( ), (Cooperativa Sterna), Forlì. M. COSTA 2010, Fauna vertebrata, in Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, (Regione Emilia-Romagna), Reggio Emilia, pp M. COSTA 2012, Ali sul Gesso. Gli Uccelli della Vena del Gesso romagnola, Faenza. G.F. DONATTINI 2006, Sessant anni d osservazioni e considerazioni sugli uccelli presenti nell alta valle del fiume Senio, Faenza. F. FOSCHI 1986, Uccelli di Romagna, Rimini. S. GELLINI 1989, Gli uccelli: presenze di valore che potrebbero crescere, in La Vena del Gesso romagnola, Repubblica di S. Marino, pp S. GELLINI, P.P. CECCARELLI (a cura di) 2000, Atlante degli uccelli nidificanti nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna ( ), (Provincia di Forlì-Cesena, Provincia di Ravenna), Forlì. G. TEODORANI 1966, Osservazioni e segnalazioni ornitologiche nelle province di Forlì e Ravenna. Anno 1965, Rivista Italiana di Ornitologia 36, pp G. TEODORANI 1977, Notizie ornitologiche dalle province di Forlì e Ravenna nel periodo 1969/1976, Gli Uccelli d Italia 2, pp R. TINARELLI, M. BONORA, M. BALUGANI (a cura di) 2002, Atlante degli Uccelli nidificanti nella Provincia di Bologna ( ), (Comitato per il Progetto Atlante Uccelli Nidificanti nella Provincia di Bologna), Bologna. P. ZANGHERI 1938, Primo censimento dell avifauna romagnola, Pavia. 346
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