Conferenza dei Servizi di Prevenzione della Regione Piemonte
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- Carlotta Capelli
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1 Conferenza dei Servizi di Prevenzione della Regione Piemonte Villa Gualino, Torino, 9 dicembre 2009 PROPOSTA PER IL MODELLO ORGANIZZATIVO A REGIME Daniela Rivetti
2 Con DGR n del (e seguenti) sono state individuate le ASL sede di sperimentazione: ASL TO 1 (con mandato esplorativo verso TO2 e TO4), ASL TO3 (verso TO5), CN1 (verso CN2), AT (verso AL), La fase sperimentale VC (verso NO, BI e VCO).
3 La fase sperimentale: ASL TO1 Il Piano di Organizzazione aziendale ha individuato il Dipartimento Integrato della Prevenzione, all interno del quale è stata collocata una struttura complessa Programmi e Risorse della Prevenzione Al Direttore della SC sono state assegnate le funzioni di Direttore di Dipartimento e le funzioni di Direttore Integrato Alla SC afferiscono le strutture semplici Promozione della salute e Medicina dello Sport. La SC Programmi e Risorse della Prevenzione insieme con la SC Centro Controllo Malattie e la SS Epidemiologia educazione sanitaria costituiscono lo staff di direzione
4 Punti di forza e di debolezza Punti di forza La identificazione della figura del Direttore della Prevenzione con quella del Direttore di Dipartimento facilita l introduzione di proposte e progetti innovativi nonché lo sforzo di integrazione fra le strutture Punti di debolezza La posizione Dipartimentale della SC Programmi e Risorse della Prevenzione non aiuta le interazioni con le altre strutture dell azienda, rispetto alle quali non è funzionalmente sovra-ordinata. La sovrapposizione della figura del Direttore Integrato e del Direttore del Dipartimento in una realtà a forte complessità limita le possibilità di sviluppo della nuova funzione
5 La fase sperimentale: ASL TO3
6 La Direzione Integrata ASL TO3 Contiene al suo interno il Dipartimento di Prevenzione (più una Struttura di Epidemiosorveglianza veterinaria il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia il DORS la SCDU Scuola di Sanità Pubblica la Struttura Complessa di Controllo delle infezioni in ambiente sanitario lo screening la tutela delle attività sportive e promozione delle attività motorie una struttura di supporto amministrativo (struttura semplice)
7 La Direzione Integrata ASL TO3 Il Responsabile della Direzione Integrata partecipa con diritto di voto al Collegio di Direzione. è stato nominato con incarico ex art. 15 septies DLvo 502/92 svolge, in via temporanea, le funzioni di Direttore del Dipartimento, pur non avendo incarico di direzione di una SC afferente allo stesso
8 Punti di forza e di debolezza Punti di forza La struttura è in staff alla Direzione Aziendale E sovraordinata rispetto al Dipartimento di Prevenzione con un ruolo gerarchico rispetto alle Strutture afferenti. Contiene strutture di eccellenza con funzioni sovrazonali Contiene la struttura controllo infezioni integrata con il presidio ospedaliero Punti di debolezza La Direzione del Dipartimento di Prevenzione è affidata al Direttore della Prevenzione che, di fatto, è esterno al Dipartimento (evidente debolezza giuridica). La Direzione Integrata non contiene la struttura che si occupa di promozione della salute
9 La fase sperimentale: ASL CN1 La Direzione Integrata della Prevenzione è una struttura complessa in staff alla Direzione Sanitaria d Azienda, attiva da luglio 2009 Contiene la Struttura Semplice Educazione e Promozione della Salute È in corso di definizione il collocamento della Struttura Semplice Epidemiologia Il Direttore ha un incarico ex art 15 septies, in via esclusiva Al momento non fa parte del Collegio di Direzione La struttura non dispone attualmente di personale proprio
10 Punti di forza e di debolezza Punti di forza La collocazione in staff alla Direzione aziendale facilita la gestione delle funzioni strategiche e di coordinamento. Punti di debolezza Il processo di accorpamento aziendale ha rallentato il pieno sviluppo della funzione. Non è ancora stato definito il livello sovraordinato di funzioni della S.C. rispetto a Dipartimenti e Servizi che operano nella prevenzione Il Direttore non fa parte del Collegio di Direzione. Parziale livello di coinvolgimento nei processi decisionali e quindi parziale possibilità di intercettare opportunità di integrazione.
11 La fase sperimentale: ASL VC La Direzione Integrata della Prevenzione è una struttura complessa in staff alla Direzione Sanitaria d Azienda, attiva da giugno 2009 E in corso la ridefinizione del Piano di Organizzazione Aziendale che prevede di collocarvi: La struttura di Epidemiologia La funzione di Promozione Salute ed educazione sanitaria La struttura UVOS Il Direttore ha un incarico ex art 15 septies, in via esclusiva E componente del Collegio di Direzione
12 Punti di forza e di debolezza Punti di forza La collocazione in staff alla Direzione aziendale facilita la gestione delle funzioni strategiche e di coordinamento e le relazioni con Agenzie ed Enti esterni alla ASL L incarico in esclusiva ha consentito di lavorare in stretto raccordo con tutte le strutture aziendali in tutte le quattro ASL del quadrante Punti di debolezza L effettivo esercizio del livello sovrazonale della Direzione Integrata della Prevenzione ha richiesto un grande impegno e non ha consentito lo stesso sviluppo delle relazioni e delle attività di promozione della salute in tutte le ASL del quadrante
13 La fase sperimentale: AT La Direzione Integrata è una struttura complessa in staff alla Direzione Sanitaria d Azienda, attiva da aprile 2009 Vi afferiscono La funzione di epidemiologia (operatori a scavalco con SISP) La struttura semplice di promozione della salute e UVOS La struttura semplice Promozione della qualità dell assistenza residenziale, semiresidenziale e domiciliare La funzione aziendale di gestione del rischio (Risk manager) Le funzioni aziendali di qualità (accreditamento e clinical governance) Il Direttore ha un incarico a scavalco con la Direzione SISP E anche Direttore del Dipartimento di prevenzione E componente del Collegio di Direzione
14 Punti di forza e di debolezza Punti di forza La collocazione in staff alla Direzione aziendale facilita la gestione delle funzioni strategiche e di coordinamento. Le funzioni trasversali, di supporto e/o di governo, facilitano il coinvolgimento di tutte le strutture ed il riconoscimento delle reciproche potenzialità La identificazione delle figure di Direttore della Prevenzione e Direttore di Dipartimento facilita i rapporti con le strutture di quest ultimo Punti di debolezza La concentrazione di incarichi non consente lo sviluppo della funzione e delle sue azioni cardine.
15 Alcuni risultati della sperimentazione Nelle ASL sede di sperimentazione Il modello sperimentale della Direzione Integrata è stato inserito fra i nove obiettivi di governance del DG Le iniziative sparse di educazione sanitaria sono state ricondotte all interno del PEAS e lo stesso è stato inserito fra i nove obiettivi di governance La collocazione alta della funzione ha semplificato le relazioni con le altre strutture aziendali (es. nella gestione della pandemia) e con il mondo esterno (scuola, comuni, ecc). Sono state attivate iniziative di formazione integrate
16 Il modello organizzativo a regime Obiettivi Obiettivi della Direzione Integrata (DGR n del 2008): individuare obiettivi, competenze e risorse, secondo criteri di priorità e appropriatezza garantire l integrazione delle attività e competenze disciplinari favorire l adozione di procedimenti e metodi comuni, supportati da evidenze garantire la gestione integrata delle emergenze sviluppare le attività di rete e di integrazione intra ASL e tra le ASL; potenziare le attività di osservazione epidemiologica, di promozione della salute e assistenza alla costruzione dei Profili e Piani di Salute (PEPS); promuovere il coordinamento con amministrazioni diverse da quella sanitaria per l adozione di progetti comuni nel quadro delle politiche per la salute; promuovere il coordinamento Regione - ASL, sostenendo i progetti e contribuendo alle iniziative della programmazione centrale. Stimolare la ricerca
17 Il modello organizzativo a regime Funzioni proprie La Direzione Integrata dovrebbe: Esercitare direttamente le funzioni già individuate dalle linee di indirizzo (epidemiologia e promozione della salute). Sviluppare strumenti di governance in sanità pubblica (efficacia, appropriatezza, valutazione di risultato, qualità) Sviluppare strumenti per l interazione con il mondo esterno
18 Il modello organizzativo a regime Compiti Il Direttore della Prevenzione dovrebbe: Coordinare ed indirizzare il piano locale della Prevenzione. Assistere il DG nell assegnazione delle risorse. Monitorare il grado di raggiungimento degli obiettivi. Costituire riferimento per l esterno per la definizione di progetti comuni. Partecipare direttamente a laboratori, gruppi interdisciplinari di lavoro o di progetto, (interni ed esterni alla ASL).
19 Il modello organizzativo a regime Compiti Il Direttore della Prevenzione dovrebbe: Partecipare alla pianificazione annuale della formazione. Sostenere la redazione di progetti di Ricerca. Mettere in opera tutte le azioni necessarie per integrare le potenzialità ed il metodo di lavoro della clinica e della sanità pubblica a vantaggio della promozione della salute nella collettività. Mettere in opera tutte le altre azioni necessarie per integrare le strutture ASL con Enti ed Agenzie esterne e sviluppare le potenzialità di salute in tutte le politiche.
20 Il modello organizzativo a regime Organizzazione locale Nel Piano di Organizzazione Aziendale: La Direzione Integrata dovrebbe avere una posizione alta staff della Direzione Il Direttore dovrebbe essere componente del Collegio di Direzione. Dovrebbe avere un rapporto anche funzionalmente sovraordinato rispetto alle strutture operative (es. Dipartimento di Prevenzione) ed includere le funzioni proprie (Promozione della Salute ed Epidemiologia) L incarico dovrebbe essere esclusivo
21 Il modello organizzativo a regime Organizzazione in rete Allo scopo di dare uniformità omogeneità e coerenza alle azioni i Direttori dovrebbero essere costituiti in rete. Primi compiti della rete: Nominare il coordinatore della rete ed i rappresentanti nel CORP. Definire le modalità di funzionamento della rete. Definire di un modello omogeneo del documento di pianificazione locale. Definire di strumenti comuni ed indicatori per il monitoraggio. Condividere modelli, problematiche, criticità, progetti interaziendali di formazione. Ecc.ecc.
22 Il modello organizzativo a regime Il Coordinamento della Prevenzione Gruppo formalmente e nominativamente identificato di tecnici con funzioni di integrazione, coordinamento e di governo Composizione: Presidente: il Direttore Regionale della Sanità o suo delegato Dirigenti dei settori Regionali Promozione della salute e interventi di prevenzione individuale e collettiva, e settore Prevenzione veterinaria Rappresentanti delle Direzioni integrate della prevenzione, Rappresentanti dei Servizi Sovrazonali di Epidemiologia, DoRS, CPO, ARPA, IZS. Altre figure cooptate al bisogno.
23 Il modello organizzativo a regime Il Coordinamento della Prevenzione Funzioni Rappresenta il luogo in cui gli atti regolatori e pianificatori della Regione saranno sottoposti a verifica di coerenza prima della formale emissione. Costituisce la struttura univoca di interfaccia con altri settori regionali, Agenzie, Enti, ecc, per promuovere azioni di prevenzione nel contesto clinico e nelle politiche di gestione del territorio. Rappresenta il tramite organizzativo tra il governo centrale e quello locale, attraverso i Direttori della Prevenzione.
24 Il modello organizzativo a regime Il Coordinamento della Prevenzione Modalità di funzionamento Il Coordinamento della Prevenzione è convocato dal Presidente. Proporrà alla Regione: Il Piano Regionale della Prevenzione ed i suoi aggiornamenti Documenti scientifici (es. raccomandazioni o linee guida o progetti) Documenti regolatori (programmi o proposte organizzative) Pareri I documenti saranno preliminarmente condivisi con gli attori interessati anche attraverso momenti assembleari.
25 Il modello organizzativo a regime Assemblea dei Servizi di Prevenzione Rappresenta il luogo in cui tutti i Servizi che erogano direttamente prestazioni di prevenzione o che concorrono a essa svolgono una funzione consultiva e propositiva nei confronti del CORP. consultazione preventiva su atti di programmazione sanitaria; elaborazione di proposte in merito a obiettivi di salute, progetti di prevenzione e modelli organizzativi.
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