Franca Dadà UN ALTRA FEMMINA. Illustrazioni di Carla Cavazzola Jacqueline Monica Magi. Edizioni Fairy Tale

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Leone Contini
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2 Franca Dadà UN ALTRA FEMMINA Illustrazioni di Carla Cavazzola Jacqueline Monica Magi Edizioni Fairy Tale 2013

3 UN ALTRA FEMMINA Nella prosperosa valle degli aquiloni il saggio Re, già padre di due belle e dolci principessine, era in attesa nel grande salone, nervoso, camminava su e giù in trepidante attesa perché la regina stava per dare alla luce il suo terzo figlio. «Il terzo sarà maschio» pensò, perché lo desiderava veramente e da tanto tempo. Invece non fu così, e venne alla luce un altra femmina. Il Sovrano alla notizia non poté fare a meno di manifestare la sua delusione esclamando «No! Un altra femmina», ma poi alla vista delle sue piccole manine non poté fare a meno di amarla. E anche se il desiderio di un figlio maschio per garantire un futuro sicuro al suo regno era molto forte accettò di buon grado l arrivo della piccola principessa. E appunto per ribadire che era femmina la chiamò Rosa. Passò del tempo. Le figlie crescevano ubbidienti, soprattutto la più piccola adorava talmente il padre che per compiacerlo si vestiva in modo da sembrare il maschietto da lui tanto sognato.

4 Mese dopo mese imparò a guidare perfettamente gli aquiloni sfidando tutti i venti del nord. Mentre le sue sorelle passavano il tempo aiutando la regina nei preparativi degli innumerevoli ricevimenti di corte, Rosa aiutava il padre e Fata Fantasia nell ideare nuovi modelli di aquiloni. Nel regno la vita andava avanti, e tutti erano felici e sereni.

5 C era purtroppo la strega Malasorte che da tempo tramava contro il Re e il suo popolo, perché tutta quella serenità le dava proprio la nausea. Una notte ella riuscì ad intrufolarsi nelle stanze del Re degli aquiloni per rapire Fata Fantasia e nasconderla nella sua abitazione situata sopra una altissima nuvola nera. Il povero Re si sentiva distrutto e spento, perché senza la Fantasia non riusciva più a costruire i suoi aquiloni.

6 Passava ore ed ore seduto in preda all apatia, non ascoltava più la musica e non riusciva nemmeno più a vedere i colori dei fiori. I suoi fedeli sudditi dipingevano in continuazione di colori brillanti tutta la campagna per fare in modo che il sorriso tornasse dal loro Re. Anche la regina e le figlie non lo avevano abbandonato, e ogni giorno cantando cercavano di far nascere nuove fantasie nel suo cuore. Un giorno la più piccola delle tre principesse, Rosa, cantando stonò perché stava sofrendo troppo nel vedere il

7 suo adorato padre malato di tristezza. Un pianto ininterrotto le velava i grandi occhi. La nota stonata e stridula svegliò il Re dall apatia. E mentre le lacrime della principessa scendevano a valle verso la campagna, sommergendo del loro liquido salato i disegni colorati dei sudditi, il Sole volle raccogliere tutto con i suoi raggi per non sprecare i bellissimi colori. Nel sollevare il liquido colorato apparve un ponte così grande da formare un arco alto fino al cielo, colorato di tutti i colori, arrivando fin lassù, sopra la nuvola nera dove Fata Fantasia viveva prigioniera della strega Malasorte.

8 Senza timore alcuno Rosa, arrampicandosi tra i raggi colorati dell arco raggiunse la nera nuvola portando con sé un secchio di vernice colorata. Avvicinatasi alla Strega Malasorte, lo rovesciò su di lei. Il colore, portatore di gioia, per la malvagia strega era un potente e mortale veleno che la fece scomparire all istante. Abbracciata alla principessa Fata Fantasia percorse l arco multicolore per ritornare dal Re ed egli, con la Fata accanto, ritrovò velocemente la forza per combattere ogni avversità. Insieme alla sua regina e alle principesse si afacciò al balcone per salutare i suoi fedeli sudditi e ringraziarli per non averlo mai abbandonato. Poi disse loro: «Domani mattina all alba ricominceremo a costruire tutti gli aquiloni che serviranno per riconquistare la nostra vallata». I sudditi esultarono dalla gioia e allora il Re, tenendo stretta tra le sue braccia la figlia terzogenita, mostrandola a tutti disse: «E a lei che dobbiamo la nostra salvezza. E io, Re degli Aquiloni, chiedo perdono alla mia piccola, perché alla sua nascita ero rimasto deluso che non fosse un maschio. Ora qui davanti a tutti, con orgoglio, vi annuncio che sarà lei un

9 giorno a regnare su tutti voi per continuare a costruire aquiloni sempre più belli. Perché Rosa è riuscita a costruire un lunghissimo ponte che ci collega con le nuvole, che chiameremo Arcobaleno. E lei, questa piccola grande creatura, sarà d ora in poi la vostra Principessa Arcobaleno».

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