Provincia di Viterbo Assessorato Ambiente Relazione sullo stato dell ambiente

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1 3.2.7 Le azioni di monitoraggio patrocinate dall Amministrazione Provinciale Introduzione. Negli ultimi anni l Amministrazione Provinciale di Viterbo ha attivato una serie di azioni atte al monitoraggio della qualità delle acque superficiali del territorio provinciale. I Progetti in esame sono stati i seguenti: Studio e caratterizzazione ecologica del bacino idrografico del Fiume Marta ( ); Monitoraggio delle acque superficiali della Provincia di Viterbo - Attuazione del D.L. n 130/92, ( ); Indagine sull assetto del bacino del lago di Vico finalizzata alla tutela del corpo idrico (1998); Studio del sistema Lago di Mezzano - Fosso Olpeta (1998); Monitoraggio biologico dei corsi d acqua minori della provincia di Viterbo attraverso l analisi della comunità dei macroinvertebrati (1998); Carta ittica della Provincia di Viterbo ( ). Questi progetti possiedono la caratteristica di analizzare le acque superficiali sotto punti di vista decisamente differenziati: analisi chimico-fisiche; utilizzo di indici biotici e sintetici; analisi dei popolamenti di anfibi e delle specie ittiche. Attraverso queste indagini quindi è possibile evidenziare la qualità delle acque superficiali della provincia di Viterbo in modo completo e esauriente. Inoltre è possibile individuare i punti che rappresentano le situazioni più critiche dal punto di vista della qualità delle acque, l integrità della comunità ittica e dell ambiente prospiciente i corsi d acqua. Vista la rappresentatività dell area investigata e le tecniche di monitoraggio utilizzate, si riporta di seguito una sintesi dei primi due progetti citati Studio e caratterizzazione ecologica del bacino idrografico del Fiume Marta Dipartimento di Scienze Ambientali Università degli studi della Tuscia Giuseppe Nascetti, Adel Motawi, Paolo Andreani Introduzione. Questa ricerca, svolta tra il 1996 ed il 1998, è stata finanziata dall Amministrazione Provinciale sia con un progetto specifico, sia con una borsa di studio per il Dottorato di Ricerca in Scienze Ambientali che si è svolto nella medesima università, ed ha previsto l utilizzazione di sistemi di indicazione alternativi: oltre all analisi dei dati metereologici, l indice sintetico messo a punto dalla Provincia Autonoma di Trento lo studio del bioindicatore Rana esculenta e l indice I.B.E. (Indice Biotico Esteso) recentemente inserito nella legislazione come sistema di monitoraggio biologico; inoltre sono stati paragonati i risultati chimico - fisici con i principali valori soglia delle norme per la qualità dell acqua. Per brevità vengono di seguito presentati esclusivamente i dati dell ultimo anno di indagine. Materiali e metodi. Gli indici biotici. Tra gli indici biotici si può distinguere un approccio strutturale-funzionale o tassonomico-non tassonomico. Quelli usati nell'ambito di questo studio sono prevalentemente i primi che si basano sui cambiamenti della struttura della comunità (ricchezza di taxa, densità, diversità, proporzioni fra gruppi di individui) e la presenza o assenza di specie caratteristiche di un certo tipo di inquinamento (Nicolai, 1992). Tra i sistemi di indicazione prescelti ricordiamo I.B.E., utilizzato già a partire dal primo anno di ricerca, che studia la comunità contemporaneamente in base al valore di indicatore di alcuni taxa e sulla stima della ricchezza complessiva della comunità, partendo da specifici presupposti e in pratica che: - la ricchezza in specie aumenta naturalmente con l'aumento della concentrazione in sali, almeno fino a determinati livelli d arricchimento; - la ricchezza in specie aumenta quindi da monte a valle in un corso d'acqua; - i vari taxa hanno sensibilità diversa all'inquinamento. Nel secondo anno di ricerca è stato applicato un nuovo indice: il Biological Monitoring Working Party (B.M.W.P.', Alba-Tercedor & Sanchez-Ortega, 1988), mentre, pur non utilizzato nell ambito del progetto in esame, in questa relazione finale, vengono anche riportati i dati ottenuti attraverso l applicazione di un secondo indice: il Riparian, Channel and Environmental Inventory (Rce-2, Siligardi e Maiolini, 1992). Il B.M.W.P.' utilizza l'analisi della struttura della comunità dei macroinvertebrati basandosi sulla 164

2 constatazione che esistono, all'interno delle diverse famiglie di organismi che compongono la comunità macrobenthonica, delle differenze rispetto alla risposta agli inquinanti che sono presenti nell'ambiente. L'Rce-2, per contro prende in considerazione, oltre alle caratteristiche dell alveo, siano esse geomorfologiche che biotiche, anche quelle relative all uso del suolo circostante le stazioni di rilevamento. Sono così messe in evidenza le relazioni tra sistema fiume e territorio circostante attraverso il riconoscimento della funzione degli ecotoni ripariali, della capacità autodepurativa, della qualità delle acque, della funzionalità, dei corridoi ecosistemici e di tutte le altre valenze che possono completare il quadro valutativo. La tabella per il calcolo dell Indice Biotico Esteso è di seguito riportata (Tab. IX). Tabella IX: Tabella per il calcolo del valore di I.B.E. (da Ghetti, 1997). Gruppi faunistici che determinano con la loro presenza l'ingresso orizzontale in tabella (primo ingresso) Plecotteri presenti (Leuctra ) Efemerotteri presenti (escludere Baetidae Caenidae ) Tricotteri presenti (comprendere Baetidae Caenidae) Gammaridi e/o Atiidae e/o Palemonidae presenti Asellidi e/o Nifargidi presenti più di una U.S una sola U.S. più di una U.S una sola U.S. più di una U.S una sola U.S. tutte le U.S. sopra assenti tutte le U.S. sopra assenti Numero totale delle Unità Sistematiche costituenti la comunità (secondo ingresso) * 14* * Oligocheti o Chironomidi tutte le U.S. sopra assenti Altri organismi tutte le U.S. sopra assenti Legenda: - : giudizio dubbio, per errore di campionamento, per presenza di organismi di drift non scartati dal computo, per ambiente non colonizzato adeguatamente, per tipologia non valutabile con l'indice (es. sorgenti, acque di scioglimento di nevai, acque ferme, zone deltizie, salmastre). * : questi valore di indice vengono raggiunti raramente nelle acque correnti italiane per cui occorre prestare attenzione, sia nell'evitare la somma di biotipologie (incremento artificioso della ricchezza in taxa), che nel valutare eventuali effetti prodotti dall'inquinamento, trattandosi di ambienti con una naturale elevata ricchezza in taxa. nelle comunità in cui Leuctra è presente come unico taxon di Plecotteri e sono contemporaneamente assenti gli Efemerotteri ( o presenti solo Baetidae e Caenidae), Leuctra deve essere considerata al livello dei Tricotteri per definire l entrata orizzontale in tabella per la definizione dell ingresso orizzontale in tabella le famiglie Baetidae e Canidae vengono considerate a livello dei Tricotteri Lo schema per la conversione dai valori di I.B.E. alle Classi di Qualità è di seguito riportato: VALORE EBI CLASSE LIVELLO QUALITA COLORE I ottima qualità azzurro 8-9 II lievemente inquinato verde 6-7 III inquinato giallo 4-5 IV molto inquinato arancio 1-3 V fortemente inquinato rosso Per quanto concerne il BMWP, la lista delle famiglie ordinate per la loro sensibilità è evidenziata nella tabella che segue (Tab. X). 165

3 Tabella X: Scheda per il calcolo dei valori di ciascuna famiglia per il B.M.W.P.'. GRUPPO FAUNISTICO FAMIGLIA VALORE GRUPPO FAUNISTICO FAMIGLIA VALORE Plecotteri Perlidae 10 Ditteri Ptychopteridae 5 Nemuridae 7 Anthomydae 4 Perlodidae 10 Psychodidae 4 Chloroperlidae 10 Stratiomydae 4 Leuctridae 10 Athericidae 10 Capniidae 10 Tipulidae 5 Taenoniopterygidae 10 Tabanidae 4 Efemerotteri Heptageniidae 10 Sialidae 4 Oligoneuriidae 5 Eterotteri Hydrometridae 3 Ephemeridae 10 Gerridae 3 Polymitarcidae 6 Hebridae 3 Ephemerellidae 7 Veliidae 3 Caenidae 4 Mesoveliidae 3 Letophlebidae 10 Ochteridae 4 Potamanthidae 10 Nepidae 3 Baetidae 4 Corixinae 3 Siphlonuridae 10 Naucoridae 3 Tricotteri Rhyacophilidae 7 Pleidae 3 Hydropsichidae 5 Notonectidae 3 Polycentropodidae 7 Crostacei Palaemonidae 4 Philopotamidae 8 Gammaridae 6 Sericostomatidae 10 Ostracodae 3 Odontoceridae 10 Asellidae 3 Brachycentridae 10 Astacidae 8 Beraeidae 10 Potamidae 7 Lepidostomatidae 10 Atyidae 7 Leptoceridae 10 Gasteropodi Ancylidae 6 Limnephilidae 7 Lymnaeidae 3 Glossosomatidae 8 Physidae 3 Hydroptilidae 6 Planorbidae 3 Goeridae 10 Neritidae 6 Psycomyidae 8 Viviparidae 6 Ecnomidae 5 Valvatidae 3 Helicopsychidae 4 Bithyniidae 3 Thremmatidae 6 Bivalvi Unionidae 6 Phryganeidae 10 Pisidiidae 7 Coleotteri Dytiscidae 3 Dreissenidae 5 Hygrobiidae 3 Sphaeriidae 3 Curculionidae 4 Tricladi Planariidae 5 Crhysomelidae 4 Dugesiidae 5 Gyrinidae 3 Dendrocoelidae 5 Haliplidae 4 Irudinei Piscicolidae 4 Hydrophilidae 3 Hirudinidae 3 Dryophidae 5 Erpobdellidae 3 Elminthidae 5 Glossiphoniidae 3 Clambidae 5 Oligocheti Tutte le classi 1 Hydraenidae 5 Nematodi Mermithidae 8 Helodidae 3 Nematomorfi Gordiade 8 Megalotteri Osmylidae 7 Hydrochiridae 5 Odonati Calopterigidae 8 Aphelocheridae 10 Lestidae 8 Molannidae 10 Platycnemididae 6 Corophiidae 6 Coenagrionidae 6 Elophoridae 5 Cordulegasteridae 8 Dolichopodidae 4 Aeschnidae 8 Hydracarinae 4 Gomphidae 8 Hydrobiidae 3 Corduliidae 8 Muscidae 2 Libellulibae 8 Ditteri Blephariceridae 10 Culicidae 2 Ephydridae 2 Dixidae 4 Simuliidae 5 Chironomidae 2 empididae 4 Thaumaleidae 2 Limonidae 4 Ceratopogonidae 4 166

4 Lo schema di conversione per il calcolo delle Classi di Qualità viene illustrato di seguito. CLASSE B.M.W.P. GIUDIZIO COLORE > 150 Acque di ottima qualità I Acque non inquinate Azzurro II Evidenti alcuni effetti di inquinamento Verde III Acque inquinate Giallo IV Acque molto inquinate Arancione V < 15 Acque fortemente inquinate Rosso La scheda per il calcolo del punteggio dell indice Rce-II è di seguito riportata (Tab. XI). Tabella XI: Scheda per la rilevazione dei dati per l'rce-2. 1) Uso agricolo del territorio - coperto da foreste e boschi (25) - prati-pascoli, boschi, pochi arativi e incolti (20) - seminativi e/o colture stagionali (5) - aree urbanizzate e/o colture permanenti (1) 2) Ampiezza della zona riparia primaria e secondaria - zona riparia paludosa o arbustiva o boscosa >30 m (30) - zona riparia paludosa o arbustiva o boscosa 5-30 m (20) - zona riparia paludosa o arbustiva o boscosa 1-5 m (5) - zona riparia paludosa o arbustiva o boscosa Assente (1) 3) Vegetazione della zona riparia primaria - prevalenza di bosco maturo (25) - alberi pionieri vicino alle rive e bosco maturo dietro (15) - arbusti sparsi e vegetazione pioniera (5) - Vegetazione di erbe senza alberi o assente (1) 3 bis) Vegetazione della zona riparia secondaria - arbustivo-boscosa consolidata (15) - arbustivo-paludosa con pochi alberi (10) - erbacea consolidata con qualche arbusto (5) - erbacea rada o assente (1) 4) Integrità della zona riparia - zona riparia intatta, senza interruzione della vegetazione (20) - zona riparia intatta, con interruzioni saltuarie (10) - interruzioni frequenti con qualche erosione (5) - Profondamente alterata o artificiale (1) 5) Condizioni idriche dell alveo - alveo di morbida assente (20) - larghezza dell alveo di morbida doppia di quella dell alveo bagnato (10) - alveo di morbida molto maggiore dell alveo bagnato (5) - alveo bagnato inesistente o quasi (1) 6) Stabilità delle rive - rive stabili, di roccia e terreno trattenuto da radici arboree (25) - rive trattenute da erbe e arbusti (20) - rive trattenute da un sottile strato di erba (5) - rive facilmente erodibili o con interventi artificiali (1) 7) Strutture di ritenzione degli apporti trofici - alveo con massi e/o vecchi tronchi stabilmente incassati (20) - massi e/o rami presenti con depositi di sedimenti (15) - strutture di ritenzione libere e mobili con la piena (5) - alveo di sedimenti sabbiosi o sagomature artificiali lisce con corrente uniforme (1) 8) Erosione delle rive - nessuna o poco evidenti (20) - solamente nelle curve e nelle strettoie (15) - erosioni frequenti con scavo delle rive e delle radici (5) - erosione molto evidente con rive scavate e franate o presenza di interventi artificiali (1) 9) Naturalità della sezione dell alveo bagnato - sezione naturale (15) - naturale con lievi interventi artificiali (10) - artificiali con qualche elemento naturale (5) - sezione artificiale \ (1) 167

5 10) Fondo dell alveo (negli ambienti lotici) - fondo a massa e ciottoli irregolare e stabile (25) - fondo ciottoloso facilmente movibile, con poco sedimento (15) - fondo di ghiaia e sabbia, stabile a tratti (5) - fondo di sabbia e sedimento limoso o cementificato (1) 10 bis) Fondo dell alveo (negli ambienti lentici) - fondo sciolto e senza sedimento organico (20) - fondo sciolto uniforme con poco sedimento organico (10) - fondo limoso con sedimento organico (5) - fondo limoso con abbondante sedimento organico (1) 11) Raschi e pozze o meandri - ben distinti, ricorrenti distanti al massimo 5-7 volte la larghezza (25) - presenti a distanze diverse e con successione irregolare (20) - lunghe pozze che separano corti raschi, meandri assenti (5) - meandri, raschi e pozzi assenti; percorso canalizzato (1) 12) Vegetazione in alveo - assente o formata da muschi e gruppi di idrofite (15) - idrofite dominanti nelle pozze, elofite sui bordi \ (10) - tappeti algali presenti, rare macrofite e pochi muschi (5) - tappeto algale dominante e/o batteri filamentosi (1) 13) Detrito - formato da foglie e legno indecomposto (15) - materiale organico parzialmente decomposto (10) - materiale organico decomposto (5) - detrito anaerobico (1) 14) Macrobenthos - Molte specie presenti in tutti i tipi di substrato (15) - Molte specie presenti ma solamente in habitats ben ossigenati (10) - Poche specie presenti ma in tutti gli habitats (5) - Pochissime specie solamente negli habitats più ossigenati (1) SCORE = CLASSE = AMBIENTE = I punteggi possono essere differenziati anche tra le due sponde se vi sono situazioni differenti, lo score finale viene convertito in cinque Classi di Qualità secondo il seguente schema: CLASSE SCORE GIUDIZIO COLORE I Ottimo Blu I-II Intermedio Blu- Verde II Buono Verde II-III Intermedio Verde- Giallo III Mediocre Giallo III-IV Intermedio Giallo- Arancio IV Scadente Arancio IV-V Intermedio Arancio- Rosso V Pessimo Rosso La qualità microbiologica è stata stimata facendo riferimento essenzialmente ai coliformi fecali, dividendo le acque in cinque classi di qualità in funzione della loro concentrazione; tale classificazione è stata applicata dalla Provincia autonoma di Trento (1994) per la determinazione della qualità microbiologica dei propri corsi d acqua, ricorrendo alla seguente suddivisione: COLIF. FECALI/100 ml CLASSE LIVELLO QUALITA COLORE < 100 I buona / non inquinato azzurro II mediocre / poco inq. verde III scadente / inq. giallo IV cattiva / molto inq. arancio > V pessima / fortemente inq. rosso La qualità chimica è stata stimata applicando un indice sintetico (o sub-indice) messo a punto dalla Provincia autonoma di Trento (1994) ed anch esso applicato per la valutazione della qualità chimica dei corsi d acqua provinciali; tale indice si basa sull attribuzione di un livello di qualità a cinque parametri 168

6 (indicatori) e, tenendo conto dei loro diversi gradi o rapporti di importanza (pesi), sintetizza attraverso un algoritmo il contributo di ogni parametro (indicatore) in un unico valore adimensionale. I parametri considerati da tale indice sono i seguenti: BOD 5 ; COD; NH 4 ; conducibilità; PO 4. Anche il valore della qualità chimica delle acque viene raggruppato in classi, chiaramente in numero di cinque, al fine di renderle confrontabili tra di loro. L operazione di sintesi dei livelli di qualità biologica, microbiologica e chimica è stato effettuata attraverso l applicazione di un indice globale di qualità delle acque messo a punto sempre dalla Provincia autonoma di Trento (1994), Esso è costituito da tre subindici: 1. qualità biologica delle acque (funzione dell I.B.E.); 2. qualità microbiologica delle acque (funzione dei coliformi fecali); 3. qualità chimica delle acque (funzione di BOD 5, COD,NH 4, conducibilità e PO 4 ). Anche l indice globale di qualità delle acque viene espresso in cinque classi, le cui colorazioni rispettano la scala cromatica dell indice I.B.E., applicata poi anche per l aspetto microbiologico e chimico. Il complesso Rana esculenta. L indicatore biologico che si è utilizzato in via sperimentale è costituito dalle due specie di rane verdi che compongono il complesso R. esculenta. Queste specie sono strettamente imparentate (R. esculenta è una specie ibrida che si origina dall incrocio tra R. lessonae e R. ridibunda) e ciò fa si che si è in presenza di due specie R. esculenta ed R. lessonae che sono sì molto simili ma con differenze genotipiche, e quindi adattative, sostanziali. La migliore capacità di competere delle specie ibride è legata essenzialmente al vantaggio eterotico, che permettere all ibrido di competere, spesso con successo con le specie parentali. Tale successo si traduce di norma in una percentuale maggiore di individui del taxon ibrido rispetto agli individui della specie parentale sintopica all interno delle popolazioni miste di cui entrambi fanno parte. Un esempio, è proprio quello delle due specie che in Italia compongono il complesso R. esculenta, che in luoghi molto disturbati vede il prevalere della specie ibrida (R. esculenta), mentre in stazioni di rilevamento indisturbate prevale numericamente la specie parentale (R. lessonae). Scelta dei periodi, dei punti di campionamento e dei dati da utilizzare. I periodi di campionamento sono stati scelti al fine di analizzare il bacino idrografico nei diversi momenti nei quali questo era in condizioni meno stressate, sia quando erano presenti fattori di stress di origine antropica (scarichi da produzioni industriali, afflussi turistici, ecc...) o di natura idrologica (periodi di magra). Le informazioni considerate in questa fase del lavoro fanno riferimento a due fonti distinte: i dati biologici provengono dal nostro gruppo di lavoro; i dati chimico-fisici e microbiologici provengono dalle analisi effettuate dalla Presidio multizonale nell ambito di un progetto finanziato dalla Provincia di Viterbo (Amministrazione Provinciale di Viterbo, 1997). Le stazioni di campionamento sono state dislocate al fine di mettere in evidenza i diversi impatti di origine antropica, e per analizzare l'eventuale capacità autodepurative del bacino e gli effetti diluitivi dei diversi affluenti (Fig. 10). 169

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8 Risultati dell analisi sintetica dei dati abiotici e biotici. Volendo comparare i dati biologici, chimici e microbiologici si sono utilizzati i subindici ottenuti rispettivamente con l I.B.E., con l applicazione dei procedimenti messi a punto dalla Provincia di Trento (1994) per gli aspetti microbiologico e chimico; qui di seguito sono riportate le medie dei risultati chimici nelle tre stagioni di campionamento riferite al 1997 (nelle stazioni ove è stato possibile reperire tutte le informazioni necessarie) (Tab. XII): Tabella XII: medie dei dati chimici (1997). PRIMAVERA STAZ. PARAMETRI CHIMICI QUALITA COLORE BOD 5 COD NH 4 conduc. PO 4 (mg/l) (mg/l) (mg/l) (µs/cm) (mg/l) (adimens.) n 1 0,6 13,7 0, ,01 2 Verde n 2 0,6 13,7 0, ,01 2 Verde n 4 30,8 77,7 0, ,16 4 Arancione n 5 15,5 48 0, ,52 5 Rosso n 6 1,2 11,4 0, ,12 3 Giallo n 7 0,6 6,9 0, ,34 3 Giallo n 8 0,4 13,7 0, ,26 3 Giallo N ,1 1, ,49 4 Arancione N 12 0,9 4, , valore non misurato. ESTATE STAZ. PARAMETRI CHIMICI QUALITA COLORE BOD 5 COD NH 4 conduc. PO 4 (mg/l) (mg/l) (mg/l) (µs/cm) (mg/l) (adimens.) n 1 1,4 8,7 0, n 2 2,7 6,5 0, n 4 7,5 17,4 0, ,08 3 Giallo n 5 5,2 6,2 0, ,1 3 Giallo n 6 4,2 4,4 0, ,2 3 Giallo n 7 2,4 8,7 0, ,29 3 Giallo n 8 4,6 17,5 0, ,43 3 Giallo N 10 0,2 6,5 0, ,07 3 Giallo N 12 3,9 4,4 0, ,03 2 Verde - valore non misurato. AUTUNNO STAZ. PARAMETRI CHIMICI QUALITA COLORE BOD 5 COD NH 4 conduc. PO 4 (mg/l) (mg/l) (mg/l) (µs/cm) (mg/l) (adimens.) n 1 0,8 10, , n 2 1,2 8,2 0, n 4 9,5 20,5 0, ,02 4 Arancione n 5 0,8 7,1 0, ,09 2 Verde n 6 2,6 7,5 0, ,39 3 Giallo n 7 0,9 8,1 0, ,41 3 Giallo n 8 1,1 14,3 0, ,38 3 Giallo N 10 3,2 9,1 0, ,34 4 Arancione N 12 3,6 4,6 0, ,56 3 Giallo - valore non misurato. Le medie dei risultati microbiologici nelle tre stagioni di campionamento possono essere così riassunti (Tab. XIII): Tabella XIII: medie dei dati microbiologici (1997). STAZ. PARAMETRO MICROBIOLOGICO QUALITA COLORE coliformi fecali (n /100 ml) (adimens.) Primav. Estate Autun. Primav. Estate Autun. Primav. Estate Autun. N celeste celeste celeste N celeste verde verde N giallo rosso arancione N giallo verde giallo N giallo verde giallo N celeste giallo giallo N verde rosso giallo 171

9 STAZ. PARAMETRO MICROBIOLOGICO QUALITA COLORE coliformi fecali (n /100 ml) (adimens.) Primav. Estate Autun. Primav. Estate Autun. Primav. Estate Autun. N giallo verde verde N giallo giallo giallo I risultati biologici possono essere così riassunti (Tab. XIV): Tabella XIV: medie dei dati biologici (1997). STAZ. PARAMETRO BIOLOGICO QUALITA COLORE I.B.E. (adimens.) Primav. Estate Autun. Primav. Estate Autun. Primav. Estate Autun. n 1 7, giallo giallo giallo n verde giallo verde n rosso arancione arancione n verde verde giallo n verde verde verde n 7 7,5 7, giallo giallo verde n 8 9 5, verde rosso arancione n celeste celeste verde n verde verde giallo Applicando l indice sintetico (qualità globale) ai risultati delle classi di qualità delle acque fluviali rispetto ai tre subindici precedentemente definiti si ottiene la seguente tabella, riferita alle tre stagioni di campionamento (Tab. XV): Tabella XV: valori dell indice sintetico nelle tre stagioni considerate. PRIMAVERA STAZIONE QUALITA QUALITA CHIMICA QUALITA QUALITA COLORE BIOLOGICA MICROBIOL. GLOBALE n III Giallo n III Giallo n V Rosso n III Giallo n III Giallo n III Giallo n II/III Verde n II Verde n ESTATE STAZIONE QUALITA QUALITA CHIMICA QUALITA QUALITA COLORE BIOLOGICA MICROBIOL. GLOBALE n n n IV Arancione n III Giallo n III Giallo n 7 7,5 3 3 III Giallo n 8 5,5 3 4 IV Arancione n II Verde n III Giallo AUTUNNO STAZIONE QUALITA QUALITA CHIMICA QUALITA QUALITA COLORE BIOLOGICA MICROBIOL. GLOBALE n n n V Rosso n III Giallo n III Giallo n III Giallo n IV Arancione n III Giallo n III Giallo 172

10 La rappresentazione cartografica dei risultati dell applicazione dell indice sintetico è riportata nelle seguenti figure (Figg. 11, 12 e 13). 173

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13 Risultati dell applicazione degli indici biotici. I valori relativi all applicazione dell Indice Biotico Esteso (I.B.E.), del Biological Monitoring Working Party (BMWP ) e del Riparian Channel and Environmental Inventory (Rce-2). e le rappresentazioni cartografiche sono riassunti nelle seguenti tabelle (Tab. XVI, XVII e XVIII) e nelle figure da 14 a 18. Tabella XVI: Valori di I.B.E. e relative Classi di Qualità Staz. 1 Staz. 2 Staz. 3 Staz. 4 Staz. 5 Staz. 6 Staz. 7 Staz. 8 Staz. 9 Staz. 10 Staz. 11 Staz. 12 U.S E.B.I. 7/8 8 10/ /8 7/8 10/9 7/6 8 C.Q. II/III II I/II V II II III/II III/II I/II III II DATA 14/4/97 14/4/97 14/4/97 14/4/97 14/4/97 14/4/97 14/4/97 14/4/97 6/5/97 6/5/97 3/1/96 U.S E.B.I. 6/ /8 5/6 8/7 8 8/9 7 C.Q. III III III V III II III/II IV/III II/III II II III DATA 26/8/97 26/8/97 26/8/97 26/8/97 26/8/97 26/8/97 26/8/97 26/8/97 3/8/97 3/8/97 1/8/97 1/8/97 U.S E.B.I / C.Q. III II III V III II IV I/II II III III DATA 18/11/9 7 18/11/9 7 18/11/9 7 18/11/9 7 18/11/9 7 18/11/9 7 Tabella XVII: Valori del B.M.W.P. e relative Classi di Qualità /11/9 7 18/11/9 7 7/11/97 7/11/97 7/11/97 Staz. 1 Staz. 2 Staz. 3 Staz. 4 Staz. 5 Staz. 6 Staz. 7 Staz. 8 Staz. 9 Staz. 10 Staz. 11 Staz. 12 B.M.W.P' C.d.Q. II II III III III I II IV I I II III DATA 18/11/97 18/11/97 18/11/97 18/11/97 18/11/97 18/11/97 18/11/97 18/11/97 18/11/97 18/11/97 7/11/97 7/11/97 Tabella XVIII: Valori dell Rce-2 e relative Classi di Qualità Staz. 1 Staz. 2 Staz. 3 Staz. 4 Staz. 5 Staz. 6 Staz. 7 Staz. 8 Staz. 9 Staz. 10 Staz. 11 Staz. 12 Staz. 13 SCORE C.d.Q. IV III II III II III III II-III II II I-II I I DATA 16/09/98 16/9/98 16/9/98 16/9/98 16/9/98 16/9/98 16/9/98 16/9/98 15/9/98 15/9/98 15/9/98 15/9/98 15/9/98 176

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19 Risultati dell analisi delle frequenze relative nel complesso Rana esculenta. I valori delle frequenze relative delle due specie di rane verdi nelle stazioni investigate sono riassunti nella tabella seguente (Tab. XIX). Tabella XIX: Frequenza relativa di R. lessonae e R. esculenta nelle località studiate. N indica il numero totale degli animali saggiati (R. lessonae + R. esculenta) per popolazione. LOCALITA' (STAZIONE) N (tot.) Rana lessonae Rana esculenta % lessonae % esculenta L. BOLSENA- BISENZIO (A) % 6% L. BOLSENA- GRADOLI (B) % 0% L. BOLSENA- BOLSENA (C) % 4% L.BOLSENA- MONTEFIASCONE (D) % 5% MARTA (E) % 14% VALLE TUSCANIA (F) % 77% MIGNATTARA (G) % 90% FOSSO LEONA (H) % 89% CASCATELLE (I) % 86% POGGIO ORO (L) % 76% VALLEGATO (M) % 80% MARINA VELKA (N) % 43% PANTACCIANO (O) % 20% F. LEIA (P) % 45% F. BIEDANO (Q) % 14% CASALONE (R) FSSO URCIONIO (S) LA ROCCA (T) MONTE TUSCANIA (U) Le frequenze relative delle due specie di rane verdi sono rappresentate graficamente nella figura 182

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21 Commento ai dati metereologici. Dal punto di vista dell analisi dei dati metereologici, i dati evidenziano come, negli anni in cui sono state effettuate le rilevazioni vanno dal 1989 al 1991, mentre le temperature massime si registrano nei mesi di Luglio e Agosto, con le minime in Dicembre e Febbraio. Dall'analisi dei dati pluviometrici, si evince che tra le stazioni di rilevamento (San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Marta, Tuscania, Monte Romano, Viterbo, Tarquinia e Vetralla), quella che durante l'anno ha fatto registrare le precipitazioni più abbondanti è stata San Lorenzo Nuovo che, in particolar modo negli ultimi anni di rilevamento ( ), ha avuto circa 1100 mm di pioggia. I mesi più piovosi sono generalmente quelli di Ottobre e Novembre, con circa 160 mm di pioggia; mentre tra quelli più aridi principalmente Agosto, anche se in alcuni anni si sono registrate scarse precipitazioni a Settembre e a Gennaio. I dati idrologici ci permettono di evidenziare quali sono gli effettivi contributi dell'afflusso meteorico al regime idrologico del Fiume Marta rilevato in due stazioni: Ponte della Cartiera, presso Tuscania e Centrale Traponzo. Le rilevazioni disponibili vanno dall'anno 1980 al Generalmente sono i mesi di Novembre e Dicembre che contribuiscono in maniera rilevante alla portata del Marta. Luglio e Agosto per contro sono stati generalmente i mesi con il minore apporto meteorico. Le effettive portate del Fiume Marta sono anch'esse rilevate negli anni Nel corso di questi sei anni, i mesi nei quali la portata è stata minima sono stati principalmente Agosto e Settembre, mentre quelli nei quali si sono registrati i massimi valori di piena sono stati Gennaio e secondariamente Dicembre, Febbraio e Marzo. Commento ai dati dell analisi abiotica e biotica. Dall analisi dei dati a disposizione relativi al bacino idrografico del fiume Marta emergono scenari differenti a seconda che si indaghino gli aspetti fisico chimici delle acque o gli aspetti più prettamente biologici, sia che riguardino la microbiologia delle acque o le popolazioni macrobentoniche che vivono nei sedimenti dell asse fluviale. Si vuole premettere che questo studio ha preso in considerazione solo una parte dei parametri richiesti dalle normative o dalla bibliografia di settore. Da un punto di vista esclusivamente fisico-chimico gli indicatori a disposizione ci mostrano una situazione di discreta qualità nella maggior parte dei casi indagati; In alcune delle stazioni indagate le acque rispettano i limiti definiti dalle normative in oggetto (relativamente alla potabilizzazione e balneazione) o le indicazioni suggerite dalla letteratura scientifica laddove manca un quadro normativo di riferimento (uso estetico/ricreativo, abbeveraggio, uso irriguo, industriale). Lo scenario è però del tutto differente quando vengono considerati i parametri microbiologici delle acque: considerando gli usi potenziali della risorsa idrica, la qualità del fiume in relazione alla vita acquatica sotto l aspetto microbiologico risulta compromessa per una elevata percentuale dei casi (63%); i parametri misurati, infatti, presentano valori fuori dai limiti imposti dal D.L. 92/130 per ogni stazione campionata in almeno un caso. In altre parole tutti i siti studiati risultano fuori dai limiti accettabili da un minimo del 33% ad un massimo del 100% dei casi, e solo nel 14% e 20% dei campioni vengono rispettate le condizioni rispettivamente per salmonidi e ciprinidi. Relativamente ai limiti di riferimento per la potabilizzazione delle acque superficiali, gli indicatori microbiologici di inquinamento fecale mostrano valori altrettanto preoccupanti; infatti, fatta eccezione per due siti in cui vengono sempre rispettati i criteri del D.P.R. 82/515 (stazioni 9 e 17), il resto del fiume presenta alti valori di coliformi totali, fecali, streptococchi fecali e salmonelle nel 48% dei campioni. Le acque del fiume Marta comunque sono risultate potabilizzabili sotto l aspetto microbiologico nel 38% dei casi, richiedendo però prolungati e intensi trattamenti fisici e chimici e di disinfezione. Come già detto, a parte due stazioni di prelievo in cui le analisi sono risultate soddisfacenti in tutte le date di campionamento (stazioni 9 e 17), è da tenere presente l estrema variabilità stagionale dei parametri indicatori di inquinamento fecale per tutte le altre stazioni; in tal caso la potabilizzazione dell acqua in alcune circostanze risulta impossibile anche con intensi e prolungati trattamenti. Infatti nel 19% dei casi le acque non possono essere considerate potabilizzabili. Anche per quanto concerne la balneazione questa risulta praticabile solo all origine dell asse fluviale, nella zona delle paratoie, dove i parametri microbiologici rientrano nei limiti previsti dalla normativa di riferimento (D.P.R. 82/470). Aspetti critici ed elementi di indirizzo per la scelta degli interventi sul bacino idrografico: l approccio biologico all analisi dei dati. La condizione del bacino idrografico del Fiume Marta è notevolmente diversificata e meritevole di 184

22 grande attenzione. Notevoli sono infatti i punti da considerare se si vuole analizzare al meglio la dinamica delle diffusioni degli inquinanti, le stagioni di particolare criticità o gli effetti dei naturali processi di autodepurazione. I punti degni di nota rilevati in questi due anni di rilevamento sono principalmente quelli che risentono degli impatti di natura antropica, siano essi insediamenti urbani con gli annessi impianti di depurazione, attività industriali o di agricoltura intensiva. Infatti, in corrispondenza degli abitati di Marta, Tuscania e Tarquinia, per l'asta principale, e di Viterbo e Vetralla, per quanto riguarda gli affluenti, si notano i maggiori effetti di alterazione della qualità delle acque. Considerando invece le attività agricole, queste sembrano essere maggiormente interessare la piana di Tarquinia. Molto interessanti invece, dal punto di vista naturalistico sono il primo tratto del Fosso Biedano, del Fosso Leia e il seppur breve tratto del Torrente Traponzo. Tornando alla descrizione dei punti di criticità del bacino idrografico, a partire dal Lago di Bolsena la qualità delle acque sembra essere discreta, se si considerano i dati relativi al complesso esculenta. In tale caso, comunque, questa indicazione potrebbe essere non del tutto esaustiva, visto l'effetto tamponante del sistema lago sulla concentrazione e sugli effetti reali degli inquinanti. La spiccata localizzazione delle fonti inquinanti che caratterizzano il Lago di Bolsena, permette comunque di evidenziare una variazione nelle frequenze delle due specie, che vedono un seppur lieve decremento in R. lessonae, in prossimità dei centri urbani principali ed in particolare di quelli di Marta e Montefiascone. Questo dato si può anche evidenziare se prendiamo in considerazione la qualità delle acque della prima stazione posta nell'abitato di Marta, che in tutti i campionamenti, e per tutti gli indici utilizzati, si presentava alterata. Volendo preliminarmente prendere in considerazione la variazione dei dati di qualità tra le due campagne di campionamento, possiamo notare come, in un buon numero di stazioni la situazione è abbastanza stabile, anche se si nota chiaramente come, nel caso vi siano delle variazioni da un anno all altro, queste siano decisamente peggiorative. Tale peggioramento si concentra principalmente in corrispondenza dei centri abitati già citati, ma anche nella stazione tre, che non è adiacente nessun impatto evidente. L unica variazione nota degli scarichi che sono presenti in quella zona, è quella portata dal depuratore circumlacuale del COBALP. Tale impianto recepisce gli scarichi dei paesi che si affacciano sul Lago di Bolsena e scarica i suoi reflui, sull asta principale del Fiume Marta tra la stazione 2 e la stazione 3. Potrebbe essere questa, anche se chiaramente tale ipotesi dovrebbe essere investigata con maggiore accuratezza, la causa di tale variazione negativa. Inoltre c è da notare come la stazione 1, che rileva in pratica la qualità delle acque del Lago di Bolsena, sembra non trovare giovamento dalla messa in opera di tale impianto. L elemento comune che caratterizza le altre due stazioni che presentano un rilevante decremento nella qualità delle acque è la presenza di due insediamenti urbani (Viterbo e Vetralla) e dei rispettivi impianti di depurazione. Certamente analizzando i dati delle altre stazioni di campionamento relative agli insediamenti urbani, è evidente la grave situazione che è associata all abitato di Tuscania. Le indicazioni tratte dai vari indici mostrano una gravissima alterazione nella qualità delle acque. In particolare per quanto riguarda l I.B.E., in due anni di campionamenti la Classe di Qualità è sempre stata costantemente la V. La grave alterazione dei parametri ambientali, si rivela nella sua drammaticità, se si prendono in considerazione i dati dei due punti di prelievo (stazioni n. 3 e n. 9) posti, proprio per confronto, immediatamente a monte (a meno di 1 chilometro). L apporto di sostanze dall abitato di Tuscania, provoca costantemente un crollo di due o addirittura quattro Classi di Qualità, cioè da un acqua di ottima qualità ad una estremamente degradata. Le diverse comunità animali e vegetali si presentano profondamente alterate, fino ad arrivare alla completa scomparsa della maggior parte degli organismi. Le profonde alterazioni sono provocate sia dalle sostanze chimiche disciolte, sia dalle particelle di flocculato che tappezzano tutto l alveo fluviale, impedendo anche fisicamente la sopravvivenza della stragrande maggioranza delle specie. La gravissima situazione che si origina a causa di questi scarichi, civili ed industriali, si riflette su tutto il tratto di fiume a valle, che riesce a recuperare parte della qualità perduta solo grazie all effetto diluente del suo principale affluente, il Torrente Traponzo. Se si analizza quindi l evoluzione degli inquinanti nelle stazioni successive pare evidente che il corpo d acqua è profondamente alterato e, inoltre, continua a subire decisi impatti, in questo caso riconducibili probabilmente alle attività di agricoltura intensiva che si svolgono in prossimità delle stazioni 6 e 7, cioè nella medio-bassa valle del Fiume Marta. Questa evidenza ci viene dalla constatazione che la qualità delle acque dovrebbe, nel caso in cui non 185

23 ci fossero fonti di alterazione, seppur profondamente alterata come in questo caso, tendere a recuperare a causa dei processi naturali di autodepurazione. Questo fenomeno, che ricordiamo riesce in pochi chilometri di alveo non disturbato ad abbattere la stragrande maggioranza delle sostanze inquinanti, si verifica solamente nell Aprile del 1996, ed ha portato al recupero di una Classe di Qualità. Per contro si è sempre rilevata una situazione stabile, se non di peggioramento della qualità. C è comunque da notare che tale processo si verifica invece tra la 5 e la 6 stazione; si rileva infatti un quasi costante recupero della qualità in quasi tutti i campionamenti. La stazione 8, posta a valle dell abitato di Tarquinia, anche se mediamente non mostra peggioramenti drastici, nel 1997 evidenzia un degrado marcato (III/IV Classe di Qualità), tale decremento appare deciso nelle stagioni estive ed autunnali. Anche in questo caso, si riesce a comprendere la reale condizione di questa stazione, se si analizzano le condizioni ambientali a monte dell abitato di Tarquinia. Il vecchio impianto della cartiera oramai in disuso, con la presenza di una chiusa di notevoli dimensioni, provoca infatti una forte ossigenazione delle acque. Questo forzato arricchimento del tenore di ossigeno disciolto, dovrebbe, in condizioni normali portare ad un deciso abbattimento delle sostanze inquinanti ed ad un conseguente recupero della qualità delle acque. E proprio il persistere di questa situazione di degrado, che mette in evidenza la reale condizione degli impatti rilevati nella stazione 8. Una volta descritta la situazione dell asta principale del Fiume Marta, torniamo a parlare degli affluenti, che come già accennato svolgono un ruolo fondamentale per il fiume stesso. In tutto il bacino idrografico del Fiume Marta, vi sono tra le tredici stazioni analizzate in questi anni, solo due punti nei quali la qualità delle acque è considerabile elevata. Questi sono il Fosso Maschiolo, che confluisce con il Fiume Marta immediatamente a monte di Tuscania, ed il Fosso Biedano che si origina dalle propaggini settentrionali dei Monti della Tolfa, e che unendosi al Fosso Leia da origine al Torrente Traponzo. Come accennato solo in questi corsi d acqua si raggiunge quasi stabilmente la I Classe di Qualità nei diversi indici ed una alta frequenza di R. lessonae, a testimonianza di una elevatissima qualità ambientale. La buona qualità di questi due affluenti non è fine a se stessa, ma comporta notevoli effetti su tutto il bacino idrografico, anche in base alle condizioni di stress che abbiamo precedentemente descritto. Prendiamo come primo esempio il caso del Fosso Maschiolo: come già evidenziato, l abitato di Tuscania, provoca profonde alterazioni sulla qualità delle acque. Questo avviene nonostante che, quasi contemporaneamente agli scarichi predetti, tale fosso confluisca nell asta principale. E evidente come la presenza di questo, seppur piccolo, affluente non riesca a diluire la forte concentrazione delle sostanze tossiche, ma proprio per questo la sua presenza, e soprattutto la sua elevata qualità, permette di limitare, per quanto possibile, i danni. Nel caso del Fosso Biedano, per contro, l elevata qualità delle acque è certamente da mettere in relazione con i suoi luoghi di origine precedentemente citati. In questa stazione di campionamento, anche se non sempre alla massima Classe di Qualità, si ritrovano i più alti elementi di naturalità almeno per quanto riguarda la comunità acquatica. Questo affluente è inoltre caratterizzato da una buona portata, che gli permette di esplicare un buon effetto diluente nei confronti dei tratti posti a valle. La situazione della stazione successiva è decisamente compromessa dalla confluenza con il Rio Secco, che è il corso d acqua che recepisce gli scarichi del depuratore di Vetralla. Anche in questo caso, così come nel precedente del Fosso Maschiolo, si rivela decisiva l alta qualità di questo tratto di fiume per compensare gli impatti degli scarichi a valle. Il Fosso Leia sebbene caratterizzato da una discreta qualità delle acque, deve subire il drammatico impatto del Fosso Urcionio (investigato a partire dalla campagna 1998), che raccoglie gli scarichi del depuratore di Viterbo anche se la qualità media rimane di buon livello. In questo fosso sono macroscopici gli effetti di tale sversamento, tanto che le comunità presenti sono ridotte solamente ai rappresentanti più resistenti, come gli Oligocheti ed i Chironomidi, per quanto riguarda il macrobenthos, e alla R. esculenta, per quel che concerne le due specie di rane verdi. Viste tali evidenze il Fosso Leia dimostra avere una buona capacità tamponante, tanto da essere caratterizzato da Classi di Qualità medio buone. Per quanto concerne la variazione della qualità delle acque in relazione alle diverse stagioni, si nota un relativo peggioramento nella stagione estiva. Tale evoluzione, è abbastanza logica se si considera la forte riduzione della portata del fiume, dovuta sia alla scarsità delle precipitazioni, sia ai continui 186

24 emungimenti diffusi che si fanno più frequenti in questa stagione a causa dell attività agricola. Questa riduzione nella qualità delle acque si evidenzia in modo particolare in corrispondenza dell abitato di Tarquinia, nella stazione 8, infatti rispetto alle altre stagioni c è sempre una riduzione di una o due Classi di Qualità. Non si possono escludere in questo caso, come fonti di inquinamento, sia il notevole afflusso turistico che caratterizza quest area, sia le attività agricole stagionali che si svolgono in questo periodo nelle fasi di produzione e trasformazione, e che si ripercuotono anche sui sistemi di smaltimento comunali. In Autunno le altre stazioni ove avviene costantemente un decremento della qualità, sono la 11 e la 12 (rispettivamente basso corso dei fossi Biedano e Leia). Di fondamentale importanza è il poter rilevare come la variazione negativa della qualità dei due affluenti, si rifletta immediatamente sulla stazione 5, posta sull asta principale del Fiume Marta sotto la confluenza col Torrente Traponzo. Pare evidente come la situazione del bacino idrografico del Fiume Marta sia decisamente alterata, meritevole di profonda attenzione e di interventi urgenti. Tali interventi dovrebbero essere effettuati attraverso il perseguimento di diverse linee guida. Viste le profonde conseguenze sulla qualità delle acque, da un lato si ritiene necessaria un opera per il controllo degli scarichi, siano essi civili che industriali, con particolare riferimento agli insediamenti urbani ove questi si concentrano. Tali interventi non sono da ritenere di difficile attuazione, infatti la tipologia degli inquinanti che caratterizzano questi scarichi e la loro localizzazione, non necessariamente li rende così impattanti, come ampiamente dimostrato in altre realtà, ove tali attività non creano lo stesse drammatiche conseguenze. Una migliore gestione di questi impianti si ritiene necessaria, visto anche che l inquinamento di tipo puntiforme, come in questi casi, è quello che ha le maggiori possibilità di essere posto sotto controllo senza enormi investimenti, ma solamente con una più oculata organizzazione nei processi di demolizione delle sostanze inquinanti da parte degli impianti stessi. Più difficile infatti, è la situazione della bassa valle del Marta ove vengono svolte numerose attività agroindustriali. Degli impianti di depurazione, come quello di Tarquinia, abbiamo già parlato, mentre è decisamente più complicato regolamentare gli apporti di inquinanti diffusi che si originano da queste attività. Anche viste queste considerazioni, se si vuole veramente incidere sulla forte presenza di sostanze inquinanti presenti su tutto il bacino, si deve necessariamente operare sulle fonti di inquinamento puntiforme precedentemente citate. Altro tipo di interventi, è necessariamente quello di preservare immediatamente, e con tutte le forme di tutela possibili, gli unici tratti ancora integri del bacino idrografico, e cioè l alto tratto dei Fossi Leia e Biedano, ed il corso del Fosso Maschiolo, che come abbiamo visto sono caratterizzati da una buona qualità delle acque. Un seppur lieve peggioramento nella loro qualità, provocherebbe immediatamente delle forti ripercussioni negative sull asta fluviale principale che perderebbe completamente gran parte delle sue capacità di recupero, anche perché come già accennato, la portata del Torrente Traponzo, che si origina dalla confluenza di questi due fossi, è spesso superiore a quella del Fiume Marta stesso; inoltre sia il Fosso Maschiolo che il torrente succitati si immettono sull asta principale proprio in prossimità di uno dei punti dove questa è più profondamente alterata, e cioè l abitato di Tuscania. Altra emergenza da non sottovalutare è quella rappresentata dal Torrente Traponzo. Tale corso d acqua, come già detto, presenta le più alte condizioni di naturalità prevalentemente nel comparto inerente alle struttura annesse all alveo fluviale: associazioni vegetazionali, strutture di ritenzione degli apporti esterni, struttura dell alveo, portata, ecc Queste caratteristiche fanno si che il pur breve Torrente Traponzo, sia anch esso una parte del bacino meritevole di opere di salvaguardia, svolgendo inoltre una discreta opera di abbattimento degli inquinanti disciolti nell acqua. C è inoltre da notare, anche in base ai dati della campagna 98, come questo corso d acqua sia molto sensibile alle variazioni negative dei suoi affluenti. Tornando all analisi dell asta principale, certo è degno di attenzione il tratto che va dalla stazione 5 alla successiva. Questo è la parte di fiume che presenta mediamente la qualità migliore, ma soprattutto dove si evidenziano quei fondamentali processi di autodepurazione precedentemente descritti. A margine dell attività di monitoraggio, questo progetto prevedeva anche una parte di ricerca che 187

25 potesse mettere in correlazione i più importanti indici biotici attualmente utilizzati. Seppur con limitate discrepanze, probabilmente connaturate nella costruzione dei diversi elementi di analisi, che sono limitate a poche stazioni di campionamento e che comunque dovranno essere maggiormente investigate, i risultati del secondo campagna di rilevamento sembrano mostrare ancora più evidentemente la correlazione che intercorre tra i sistemi di monitoraggio presi come riferimento e l'indice "complesso Rana esculenta" da noi applicato. Tale relazione appare lineare sia con l'i.b.e., che con il B.M.W.P.' Sia le correlazioni effettuate tra i singoli indici ed il complesso Rana esculenta e gli andamenti comparati tra i vari indici mostrano un andamento comune che evidenziano come il complesso esculenta risponda in maniera adeguata al disturbo ambientale. Inoltre, c'è da evidenziare che anche i dati di natura chimico-fisica, presenti in letteratura, sembrano mostrare un andamento dell'entità del disturbo ambientale paragonabile a quello ottenuto attraverso l'applicazione dei diversi indici e soprattutto a quello relativo al "Complesso Rana esculenta". Individuazione degli aspetti critici ed elementi di indirizzo per la scelta di interventi sul territorio: l approccio sintetico all analisi dei dati. Sintetizzando i risultati ottenuti dai vari fronti della ricerca e adottando i criteri della qualità multiuso delle acque indicati dall Istituto di Ricerca Sulle Acque (IRSA), si può affermare che il fiume Marta risente sensibilmente delle attività umane che si realizzano nel proprio bacino idrografico. Il lago di Bolsena presenta proprietà tipiche di un sistema lentico, con ampie escursioni termiche e pluviometriche, le cui acque non sembrano però particolarmente influenzate dalle attività che si effettuano nelle aree circostanti; i valori registrati, infatti, non fanno pensare ad una condizione di inquinamento. Tuttavia, già dalle prime stazioni del fiume Marta la qualità delle acque tende a peggiorare. E di rilevante importanza il dato che nell 85% dei casi si è osservato un elevato valore di fosfati (PO 4 - ) e nel 74% di nitrati (NO 3 - ), condizioni sufficienti per innescare un processo di eutrofizzazione, che porta ad un progressivo peggioramento delle condizioni per tutti gli organismi acquatici. L accrescimento algale che può originarsi in conseguenza di elevati carichi di nutrienti determina un meccanismo di feedback positivo, ossia una sequenza di eventi a catena che si amplificano nel tempo e che portano alla diminuzione di ossigeno disciolto nell acqua ed alla riduzione delle capacità ossidative della materia organica che si va accumulando sul letto del fiume. E importante quindi individuare i punti di immissione di nutrienti e agire su questi per evitare un eccessivo carico nel corpo idrico. Data l importanza del Torrente Traponzo nell autodepurazione del fiume Marta, si suggerisce di tenere sotto costante controllo l efficienza di funzionamento del depuratore di Viterbo, che a sua volta influenza il Fosso Leia. Il Torrente Traponzo ha un ruolo fondamentale nella capacità autodepurativa del fiume Marta; esso, formato dalla confluenza tra Fosso Biedano e Fosso Leia, conduce acque di buona qualità nell asse principale del fiume. Il Fosso Leia, che subisce l impatto degli scarichi di Viterbo, è quindi un punto critico da tenere sotto stretta sorveglianza. Elementi di indirizzo per la redazione di un progetto di gestione ottimale del bacino idrografico. Gli ambienti lotici presentano una variabilità spaziale dei parametri più elevata rispetto alla loro variabilità temporale. I valori dei parametri considerati, infatti, non manifestano grosse variazioni nelle diverse stagioni di campionamento, mentre possono essere mediamente molto differenti tra i diversi siti; quindi il sistema fluviale del Marta presenta un elevato grado di eterogeneità spaziale per la maggior parte dei parametri studiati, mentre si osserva una maggiore costanza nel tempo dei parametri rilevati in ogni stazione di campionamento. L esistenza di aree con differenti caratteristiche ha delle implicazioni sulle modalità di valutazione della qualità delle acque di un corpo idrico. Data l'elevata eterogeneità spaziale di questi sistemi, diventa necessario progettare un programma di monitoraggio e valutazione che tenga maggiormente conto del numero di stazioni lungo il corso del fiume rispetto alle ripetizioni stagionali dei campionamenti; ciò al fine di esprimere la massima variabilità dei diversi sub habitat presenti. Valutare infatti la qualità di un corpo d acqua in alcuni punti non fornisce alcuna informazione sulle altre aree, mentre la ridotta variabilità temporale permette di caratterizzare un sub habitat attraverso un ridotto numero di campionamenti nel tempo. I parametri utilizzati per definire le condizioni di un habitat devono quindi tenere in considerazione l eterogeneità stessa dell ambiente; la capacità dei parametri di esprimere tale eterogeneità è quindi un criterio fondamentale nella scelta degli indicatori per la costruzione degli indici di qualità ambientale. 188

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