PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI. Adottato dalla Giunta regionale del Veneto con delibera n. 264 in data 5 marzo 2013
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1 PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI Adottato dalla Giunta regionale del Veneto con delibera n. 264 in data 5 marzo 2013
2 Storia strumenti pianificazione regionale Piano regionale smaltimento RSU Piano regionale di Gestione RU Piano regionale di gestione dei Rifiuti urbani e speciali 1
3 Piano regionale di gestione dei Rifiuti urbani e speciali: Percorso amministrativo L art. 199 del D. Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, Norme in materia ambientale sancisce l obbligo per le Regioni di predisporre ed adottare, i piani regionali di gestione dei rifiuti, procedendo alla loro approvazione in conformità alla procedura in materia di VAS. Con Delibera n del 6 ottobre 2009, è stata avviata una prima procedura di VAS adottando formalmente i documenti preliminari del piano e del rapporto ambientale relativo ai soli Rifiuti Speciali. Commissione regionale VAS Autorità ambientale per la Valutazione Ambientale Strategica ha espresso il parere n. 2 in data 9 febbraio 2010 L evoluzione delle esigenze gestionali in tema di rifiuti speciali e la concomitante decisione di promuovere l aggiornamento del vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani approvato nel 2004, hanno suggerito l opportunità di uniformare all interno di un unico testo, tutta la pianificazione regionale in materia di gestione di rifiuti.
4 È stata avviata una nuova fase di rivisitazione complessiva della pianificazione in tema di rifiuti e con DGRV n del 26 ottobre 2011 stabilito di affiancare alla competente Struttura regionale tecnici dell Agenzia regionale per la protezione e la prevenzione ambientale del Veneto (di seguito ARPAV). Con DGRV n. 723 del 2 maggio 2012, è stata avviata una nuova procedura di valutazione ambientale strategica (VAS), adottando il Documento preliminare di piano e il Rapporto ambientale preliminare. La Commissione regionale VAS ha espresso il parere n. 124 in data 30 ottobre In conformità al parere VAS, sono stati elaborati il Documento di Piano, il Rapporto ambientale con la Valutazione di Incidenza Ambientale e il Rapporto ambientale - sintesi non tecnica adottati con DGRV n. 264 del 5 marzo In data 22 marzo marzo 2013 pubblicato sul BURV l avviso a firma del Presidente di avvenuta adozione e contestuale avvio delle fasi di consultazione pubblica (60 giorni per presentare osservazioni).
5 Piano regionale di gestione dei Rifiuti urbani e speciali: Contenuti Elaborato A: Normativa di Piano Elaborato B: Rifiuti Urbani Analisi dello stato di fatto Analisi dei fabbisogni impiantistici Azioni di Piano Monitoraggio del piano e fonte dei dati Elaborato C: Rifiuti speciali Analisi dello stato di fatto Scenari di gestione Azioni di piano Monitoraggio del piano e fonte dei dati
6 Piano regionale di gestione dei Rifiuti urbani e speciali: Contenuti Rifiuti Urbani Analisi dello stato di fatto (Cfr.: Elaborato B) La produzione totale di rifiuti urbani in Veneto nel 2010 si attesta a t con un incremento del 1,6%, comunque inferiore rispetto al 2008 (pre-crisi) tonnellate Nel 2011 c è un ulteriore riduzione del 4,3%. Procapite pari a 465 kg/ab*a
7 La raccolta differenziata in Veneto nel 2010 si attesta in 58,3% del totale prodotto. Il 68% dei comuni del Veneto, pari al 56% della popolazione, ha già conseguito l obiettivo massimo del 65% stabilito dalla normativa nazionale per il A livello territoriale il medesimo obiettivo è stato superato dalle province di Belluno, Treviso e Rovigo raccolta differenziata residuo tonnellate ,9% 28,4% 34,5% 45,1% 43,0% 39,5% 49,0% 47,5% 53,9% 51,0% 58,3% 56,2% 60,5% nel ,3% 18,9%
8 La gestione dei Rifiuti urbani nel 2010 è caratterizzata dai seguenti aspetti: la frazione organica raccolta separatamente e avviata a recupero è il 26,2% dei rifiuti urbani raccolti; le frazioni secche (carta, vetro, plastica, legno, RAEE, ecc.) raccolta separatamente e avviata a recupero è 32,1% dei rifiuti urbani; il quantitativo avviato agli impianti di pretrattamento (produzione di CDR, altre forme di recupero di materia, produzione di biostabilizzato), è pari al 23,7% del rifiuto totale, (-7,7% rispetto al 2009); il quantitativo avviato a incenerimento rappresenta l 8,5% del rifiuto urbano totale; il quantitativo di rifiuto residuo smaltito direttamente in discarica equivale al 9,5% del rifiuto totale ed è diminuito del 27,3% rispetto all anno precedente Incenerimento 8,5% Recupero organico 26,2% Discarica 9,5% Recupero frazioni secche 32,1% Trattamento (CDR- BD-altro) 23,7%
9 Destinazione dei RU - Anni tonnellate % 83% 32% 52% -73% discarica incenerimento trattamento (CDR-BD-altro) recupero frazioni secche recupero organico Le variazioni percentuali sono riferite alla singola destinazione nel periodo
10 PREVENZIONE Rifiuti Urbani Obiettivi di piano PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO RICICLAGGIO 1. Ridurre la produzione di rifiuti urbani 2. Favorire il recupero di materia 3. Favorire le altre forme di recupero, in particolare il recupero di energia 4. Minimizzare il ricorso alla discarica RECUPERO DI ALTRO TIPO, COMPRESO IL RECUPERO ENERGETICO SMALTIMENTO 5. Definire il fabbisogno gestionale di recupero e smaltimento, valorizzando la capacità impiantistica esistente 6. Perseguire la gestione dello smaltimento a livello regionale 7. Definire le aree non idonee alla localizzazione degli impianti 8. Promuovere la sensibilizzazione, formazione, conoscenza e ricerca
11 tonnellate Rifiuti Urbani Previsioni di Produzione IPOTESI 0 differenza di circa t IPOTESI assenza azioni di piano presenza azioni di piano Ipotesi sulla raccolta differenziata Rifiuto totale prodotto SCENARIO 0: assenza di azioni di Piano IPOTESI ZERO % RD Raccolta Differenziata Rifiuto Urbano Residuo 58, SCENARIO 1: obiettivo del 65% entro il 2015 e 70% entro il 2020 IPOTESI UNO Rifiuto totale prodotto % RD Raccolta Differenziata , Rifiuto Urbano Residuo
12 Rifiuti Urbani SCENARIO 0: assenza di azioni di Piano RIFIUTO URBANO TOTALE SCENARIO ZERO: ANNO 2020 RD = 65% Non si applicano le azioni di riduzione:al 2020 procapite 460 kg/ab e totale RU t Non incrementa il recupero di materia: si raggiunge solo il limite normativo del 65% di RD Non aumenta il recupero energetico Non si chiude il ciclo a livello regionale: permane l avvio di scarti e sovvalli a incenerimento e recupero energetico fuori regione RIFIUTO URBANO RESIDUO RECUPERO DI MATERIA 30% ORGANICO (FORSU e Verde) (3%) scarti RECUPERO DI MATERIA 35% (FRAZIONI RICICLABILI) (5%) scarti ,7% (INGOMBRANTI E SPAZZAMENTO ALTRO) scarti recupero di materia ,3% potenzialità incenerimento / R ,3% RECUPERO DI MATERIA TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO INCENERIMENTO (3 inceneritori) potenzialità: PD t - VI t - VE t) DISCARICA smaltimento in discarica scarti sanitari e speciali CENERI PESANTI E LEGGERE A RECUPERO circa UNITA' DI MISURA: TONNELLATE ,7% potenzialità minima di esercizio scarti Riduzione del ricorso alla discarica
13 Rifiuti Urbani SCENARIO 1 1. Riduzione della produzione: procapite 440 kg/ab e totale RU t 2. Aumentare il recupero di materia: raggiungere 70% di RD con l avvio a recupero di tutti i rifiuti di spazzamento ed ingombranti 3. Minimizzare il ricorso alla discarica: nessuna nuova volumetria 4. Valorizzare il sistema impiantistico di TMB in funzione del recupero energetico 5. Aumento del recupero energetico: ristrutturazione Cà del Bue, prevedendo il recupero termico anche negli impianti di incenerimento già presenti 6. Chiusura del ciclo a livello regionale, anche degli scarti del recupero dei rifiuti urbani e del CSS attualmente destinati fuori regione
14 RIFIUTO URBANO TOTALE SCENARIO UNO - ANNO 2020 RD = 70% RECUPERO DI MATERIA 30,8% ORGANICO (FORSU e Verde) (3%) scarti RECUPERO DI MATERIA (FRAZIONI RICICLABILI) (5%) 36,3% scarti circa scarti 7% di cui RD 2,9% RECUPERO DI MATERIA (INGOMBRANTI E SPAZZAMENTO ALTRO) RIFIUTO URBANO RESIDUO TRATTAMENTO MECCANICO BIOLOGICO ,5% scarti R1 Ca' del Bue R1 ENEL rifiuti sanitari 3-5% ( t circa) SCARTI INCENERIMENTO (3 inceneritori) ,7% scarti potenzialità: PD t - VI t - VE t) CENERI PESANTI E LEGGERE A RECUPERO ,8% DISCARICA potenzialità minima di esercizio scarti UNITA' DI MISURA: TONNELLATE
15 Rifiuti Urbani Quantificazione del fabbisogno impiantistico (cfr. cap elab.. B) Gli scenari di piano sono 3 (scenario 0, scenario 1 e scenario 1 bis). Le conclusioni a cui portano sono: TIPOLOGIA RIFIUTO FORSU e Verde Frazioni Riciclabili Ingombranti Spazzamento RUR destinato a: - T. M. B. - Incenerimento - Discariche FABBISOGNO Si evidenzia un surplus di potenzialità impiantistica a livello regionale che determina un importazione di rifiuto organico. La potenzialità impiantistica presente in Veneto è sufficiente. La potenzialità impiantistica presente in Veneto è sufficiente. Si rende necessaria la realizzazione di nuovi impianti per il recupero delle terre da spazzamento che dovranno coprire un fabbisogno di almeno t/anno. Ristrutturazione e/o conversione degli impianti esistenti in funzione anche della nuova normativa per il CSS. Previsto impianto di incenerimento con recupero termico a Ca del Bue (ristrutturazione dell impianto esistente). R 1 Conferimento solo scarti e massimo t/anno di rifiuto urbano residuo proveniente dai comuni montani. Con l attuazione delle misure previste dallo scenario di Piano, non servono altre volumetrie dedicate ai rifiuti urbani nell arco di validità temporale del presente Piano ( ), fermo restando che, tenendo conto dei tempi di approvazione e costruzione, andranno previsti i nuovi volumi per l arco temporale successivo.
16 Rifiuti Speciali Analisi dello stato di fatto (Cfr.: Elaborato C) La produzione totale di rifiuti speciali in Veneto nel 2010 è stata di circa 15 milioni di tonnellate così suddivise: milione di t di rifiuti pericolosi - 7,9 milioni di t di rifiuti non pericolosi, esclusi i rifiuti da C&D - 6,1 milioni di t circa di rifiuti da Costruzione e Demolizione non pericolosi (C & D NP) Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Vicenza Verona C&D NP* NP P Rifiuti Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Regione P NP C & D NP* Totale *Valore stimato
17 Rifiuti Speciali Analisi dello stato di fatto (Cfr.: Elaborato C par ) Bilancio tra i flussi netti di importazione e di esportazione dei rifiuti speciali (inclusi C & D). Anno 2010 (t) Import Export Bilancio netto Rifiuti pericolosi Rifiuti non pericolosi IMPORT Bilancio netto t EPORT Import dalle altre regioni d Italia d è complessivamente superiore all export (pericolosi e non pericolosi).
18 Rifiuti Speciali Analisi dei flussi di esportazione dei rifiuti pericolosi (Cfr.: Elaborato C par ) esportazione dei rifiuti pericolosi Flussi netti di esportazione CER Descrizione PROD. IMPORT -EPORT FUORI VENETO IMPORT EPORT EPORT NON BILANCIATO GESTIONE totale GESTIONE di cui RECUPERO di cui SMALTIM. variazione gestione - produzione * rifiuti con amianto * miscugli di rifiuti * fumi da trattamento fumi metallurgia * rifiuti da trattamento meccanico * batterie al piombo * oli * soluzioni acquose e di lavaggio * fanghi da trattamento rifiuti * rifiuti da trattamento fumi incenerimento * rifiuti parzialmente stabilizzati Flussi significativi di rifiuti pericolosi esportati attribuibili i a carenza gestionale Tali rifiuti sono inviati principalmente all estero
19 Rifiuti Speciali Analisi dei flussi di esportazione dei rifiuti non pericolosi (Cfr.: Elaborato C par ) esportazione dei rifiuti non pericolosi Flussi netti di esportazione CER Descrizione PROD. IMPORT IMPORT -EPORT FUORI VENETO EPORT EPORT NON BILANCIATO GESTIONE totale GESTIONE di cui RECUPERO di cui SMALTIMENTO Variazione gestione - produzione scarti meccanica selezione legno segatura, trucioli legno CDR fanghi con CaCO plastica gomma scarti produzione polpa metalli ferrosi metalli non ferrosi acque di bonifica carta vetro miscugli di rifiuti sali fanghi da tratt. effluenti Flussi significativi di rifiuti non pericolosi esportati attribuibili ibili a carenza gestionale Tali rifiuti sono inviati principalmente all estero
20 Rifiuti Speciali Analisi dello stato di fatto (Cfr.: Elaborato C cap ) 1 ANALISI STATO DI FATTO (dati anno 2010) I RIFIUTI SPECIALI: quali flussi? PRODUZIONE (P) IMPORTAZIONE (I) P NP C&D 1 milione t 8 milioni t 6 milioni t P NP C&D 320 mila 2,4 milioni t 800 mila t ESPORTAZIONE (E) P 600mila t NP 2,5 milioni t C&D 260 mila t GESTIONE (G) P 700 mila t NP 9 milioni t C&D 6 milioni t
21 Rifiuti Speciali Analisi dello stato di fatto (Cfr.: Elaborato C cap. 1.3) La gestione dei rifiuti speciali riguarda due tipi di operazioni previste dalla normativa: il recupero (R) e lo smaltimento (D) Tipologia di rifiuti Recupero (t) Smaltimento (t) Totale (t) Pericolosi Non Pericolosi C&D (NP) Pericolosi Non Pericolosi C & D PRETRATTAMENTI 62% RECUPERO DI MATERIA 64% RECUPERO DI MATERIA 93% RECUPERO DI ENERGIA 2,6% INCENERIMENTO 6% DISCARICA 7% RECUPERO DI MATERIA 25% DISCARICA 10% INCENERIMENTO 0,7% PRETRATTAMENTI 25% ALTRO 2% DISCARICA 5%
22 Rifiuti Speciali Analisi dello stato di fatto (Cfr.: Elaborato C cap. 1.4) La dotazione impiantistica in Veneto è caratterizzata da una prevalenza degli impianti che effettuano recupero rispetto a quelli che effettuano o smaltimento recupero di materia recupero di enegia incenerimento trattamenti finalizzati allo smaltimento discarica
23 NEWSView1 NEWSView1 Rifiuti Speciali Scenari di gestione (Cfr.: Elaborato C cap. 2) La definizione dell andamento di produzione si basa sui seguenti assunti: - il PIL del Veneto rappresenta circa il 9% del PIL nazionale; - il contributo dei rifiuti da costruzione e demolizione viene considerato separatamente dagli altri rifiuti speciali; - lo scenario di crescita economica utilizzato fa riferimento a quello proposto nell aggiornamento del DEF di settembre 2012; - lo scenario di crescita economica stimato dopo il 2015 e fino al 2020 viene considerato pari al livello di crescita nazionale medio misurato tra il 2000 ed il RNP (escluso C&D) RP Totale Scenario 0 Scenario 1 Scenario 0 Scenario 1 Scenario 0 Scenario Lo scenario 0 rappresenta la situazione che si avrebbe in conseguenza degli aspetti economici ma in assenza di azioni, lo scenario 1 con gli aspetti economici e le azioni di piano attuate
24 NEWSView1 NEWSView1 Rifiuti Speciali OBIETTIVI DI PIANO (Cfr.: Elaborato C cap. 2) 1. Ridurre la produzione e la pericolosità dei rifiuti speciali 2. Favorire il riciclaggio 3. Favorire le altre forme di recupero, in particolare il recupero di energia 4. Valorizzare la capacità impiantistica esistente (valorizzare appieno la potenzialità già installata) 5. Minimizzare il ricorso alla discarica 6. Applicare il principio di prossimità
25 NEWSView1 NEWSView1 Miglioramento dell attuale gestione regionale applicando la gerarchia dei rifiuti Gestione dei flussi appartenenti all esportazione non bilanciata Rifiuti Speciali Analisi dei flussi di importazione/esportazione Tipologia di rifiuto e attuale destinazione Fanghi (discarica) Amianto Rifiuti e fanghi da pretrattamento solidi Rifiuti e fanghi da pretrattamento liquidi e fangosi Rifiuti liquidi Ceneri leggere da incenerimento Rifiuti Pericolosi Destinazione prevista Incenerimento Discarica per RNP amianto Stabilizzazione + Discarica RNP Incenerimento Incenerimento Stabilizzazione + Discarica RNP Tipologia di rifiuto e attuale destinazione Limi di marmo (discarica) Altri rifiuti recuperabili (discarica) Scarti da trattamento dei rifiuti speciali (discarica) Scarti da trattamento dei rifiuti speciali Miscugli liquidi di rifiuti Miscugli solidi di rifiuti Rifiuti non pericolosi Destinazione prevista Recupero di materia Recupero di materia Recupero di energia Recupero di energia Incenerimento Discarica RNP Applicando la gerarchia dei rifiuti si adottano le seguenti azioni per gestire i rifiuti esportati non bilanciati: rifiuti pericolosi, l opportunità di avviarli a incenerimento e discarica, previa stabilizzazione; rifiuti non pericolosi, l opportunità di incrementare il recupero di materia e energia
26 Rifiuti Speciali Azioni di Piano Rifiuti Pericolosi SCENARIO 0 Mantenimento delle modalità esistenti Iniziative promosse dalla PA, Enti Locali, Associazioni di categoria AZIONI DI PIANO SCENARIO 1 Potenzialità di Incenerimento Volumetrie di discarica PREVENZIONE - RIDUZIONE stato di fatto al 2010 RICICLAGGIO stato di fatto al 2010 RECUPERO DI ENERGIA stato di fatto al 2010 OBIETTIVI DI PIANO MINIMIZZARE LO SMALTIMENTO IN DISCARICA APPLICARE IL PRINCIPIO DI PROSSIMITA' (gestione dell'export) stato di fatto al 2010 stato di fatto al 2010 VALORIZZARE GLI IMPIANTI ESISTENTI stato di fatto al 2010 DETTAGLIO DELLE AZIONI DI PIANO volumetria di discarica - Potenzialità di Incenerimento per rifiuti liquidi e fanghi Volumetria di discarica per rifiuti non pericolosi POTENZIALITA' mc/anno t/anno mc/anno AZIONI DI PIANO DESCRIZIONE DELLE AZIONI DI PIANO Si conferma il volume di mc/anno per il conferimenti di rifiuti pericolosi stabili non reattivi nelle discariche esistenti. - Si prevede di sfruttare appieno la potenzialità già installata di incenerimento per rifiuti speciali, prevedendo eventuali revamping degli impianti esistenti. Vanno programmati, nelle discariche esistenti, i volumi necessari per lo smaltimento di amianto in matrice cementizia (discarica per rifiuti NP), pari a circa mc/anno e circa mc (stabilizzante incluso) per RP stabili non reattivi.
27 Rifiuti Speciali Azioni di Piano Rifiuti non Pericolosi SCENARIO 0 mantenimento delle modalità esistenti Iniziative promosse dalla PA, Enti Locali, Associazioni di categoria AZIONI DI PIANO Potenzialità di recupero di materia SCENARIO 1 Potenzialità di recupero energetico Potenzialità di Incenerimento Volumetrie di discarica PREVENZIONE - RIDUZIONE stato di fatto al 2010 RICICLAGGIO stato di fatto al 2010 OBIETTIVI DI PIANO RECUPERO DI ENERGIA MINIMIZZARE LO SMALTIMENTO IN DISCARICA stato di fatto al 2010 stato di fatto al 2010 APPLICARE IL PRINCIPIO DI PROSSIMITA' (gestione dell'esportazione) stato di fatto al 2010 VALORIZZARE GLI IMPIANTI ESISTENTI stato di fatto al 2010 DETTAGLIO DELLE AZIONI DI PIANO volumetria di discarica - Incremento del recupero di limi di marmo e di frazioni varie Incremento del recupero energetico degli scarti da trattamento RS Incremento dell incenerimento per rifiuti liquidi e fanghi Volumetria di discarica per rifiuti non pericolosi POTENZIALITA' mc/anno t/anno t/anno t/anno mc/anno AZIONI DI PIANI DESCRIZIONE DELLE AZIONI DI PIANO Si conferma la necessità di circa mc/anno di discarica. Dalle proiezioni risulta che i volumi disponibili a partire dal 2011 per i rifiuti non pericolosi sono sufficienti per l'arco temporale di applicazione del piano. - Il recupero di materia aumenta grazie alla migliore gestione dei rifiuti non più smaltiti in discarica; Si favorisce il recupero energetico di rifiuti altrimenti gestiti in discarica oppure destinati all'esportazione, in modo da garantire la gerarchia dei rifiuti e rispettare il principio di prossimità. Si prevede di sfruttare appieno la potenzialità già installata di incenerimento per rifiuti speciali, prevedendo eventuali revamping degli impianti esistenti. I volumi di discarica per rifiuti non pericolosi andrebbero programmati in circa mc/anno.
28 NEWSView1 Sintesi degli obiettivi e delle azioni di piano Rifiuti Speciali Azioni di Piano RIFIUTI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI OBIETTIVI DI PIANO AZIONI DI PIANO SCENARIO 0 SCENARIO 1 mantenimento delle modalità esistenti Iniziative promosse dalla PA, Enti Locali, Associazioni di categoria Potenzialità di recupero di materia Potenzialità di recupero energetico Potenzialità di Incenerimento PREVENZIONE - RIDUZIONE stato di fatto al 2010 RICICLAGGIO stato di fatto al 2010 RECUPERO DI ENERGIA stato di fatto al 2010 MINIMIZZARE LO SMALTIMENTO IN DISCARIC A stato di fatto al 2010 APPLICARE IL PRINCIPIO DI PROSSIMITA' (gestione dell'esportazione ) stato di fatto al 2010 VALORIZZARE GLI IMPIANTI ESISTENTI stato di fatto al 2010 Volumetrie di discarica AZIONI DI PIANO DETTAGLIO DELLE AZIONI DI PIANO RP e RNP RNP RNP RP e RNP RP e RNP volumetria di discarica - Incremento del recupero di limi di marmo e di frazioni varie Incremento del recupero energetico degli scarti da trattamento RS Incremento dell incenerimento per rifiuti liquidi e fanghi Volumetria di discarica per rifiuti non pericolosi POTENZIALITA' mc/anno t/anno t/anno t/anno mc/anno
29 Rifiuti Speciali In sintesi A differenza dei rifiuti urbani, per gli speciali essendo la gestione regolata da criteri di mercato (Libera circolazione merci) le azioni di pianificazione mirano a incentivare una gestione dei rifiuti in linea con al gerarchia dei rifiuti. Nell ottica del rispetto della gerarchia dei rifiuti (art. 179, c. 5, del D.Lgs. 152/20069), le azioni previste dal piano (scenario 1) hanno la finalità di garantire l l equilibrio tra la domanda e l offerta l impiantistica, valorizzando appieno la potenzialità impiantistica già installata sul territorio.
30 Il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali è completato dai seguenti elaborati: ELABORATO D - PROGRAMMI E LINEE GUIDA che contiene: 1. CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLE AREE NON IDONEE ALLA LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI DI RECUPERO E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI ; 2. LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DI PARTICOLARI CATEGORIE DI RIFIUTI ; 3. PROGRAMMA PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI BIODEGRADABILI DA COLLOCARE IN DISCARICA (RUB) ; 4. PROGRAMMA REGIONALE DI GESTIONE DEGLI IMBALLAGGI E DEI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO 5. PROGRAMMA PER LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI ; 6. PROGRAMMA REGIONALE PER LA DECONTAMINAZIONE, RACCOLTA E SMALTIMENTO DI APPARECCHI CONTENENTI POLICLOROBIFENILI (PCB) SOGGETTI AD INVENTARIO AI SENSI DEL D. LGS. N. 209/1999. ELABORATO E - PIANO PER LA BONIFICA DELLE AREE INQUINATE.
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3.4. Trattamento e smaltimento del rifiuto urbano residuo 3.4.1. Trattamento meccanico biologico Il rifiuto urbano residuo trattato nel 21 rappresenta il 23,7% del totale ed è pari a 57.692 t (Fig. 3.1.1).
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