Lotta tra imenotteri. Entomologia. L'impiego di imenotteri parassiti e la cura del castagneto come strategie di lotta al cinipide del castagno.

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1 Entomologia Lotta tra imenotteri Monica Colombo L'impiego di imenotteri parassiti e la cura del castagneto come strategie di lotta al cinipide del castagno. Il cinipide del castagno Dryocosmus kuriphilus yasumatsu, specie galligena di origine cinese, è stata segnalata in Italia per la prima volta nella primavera del 2002 nella provincia di Cuneo. Si pensa che sia stato accidentalmente introdotto attraverso il trasporto di 8 nuove cultivar di castagno provenienti dalla Cina. Il cinipide è ormai presente e insediato in tutto l areale del castagno, isole comprese, dove si è diffuso con una velocità d infestazione di 8/25 km anno. La propagazione ha interessato anche altri stati europei tra cui Slovenia, Francia, Svizzera, Ungheria e Olanda. La grave situazione determinata dall infestazione di cinipide e dall andamento climatico non favorevole delle ultime annate nei castagneti italiani ha portato a un forte calo della produzione e al boom delle importazioni di castagne. I dati Istat, relativi ai primi 11 mesi del 2012 (gli ultimi disponibili rispetto allo stesso periodo del 2011 e del 2010) mostrano la crescita dell import di frutti in guscio e sgusciati. Le importazioni sono quasi triplicate rispetto al 2010, mentre il calo delle esportazioni sfiora il 20% rispetto al 2011 e il 30% rispetto al Il parassita, detto comunemente vespa cinese, attacca esclusivamente il castagno selvatico o coltivato. L imenottero induce un deperimento generale della pianta che è la conseguenza del mancato o ridotto sviluppo dei germogli derivati da gemme che in primavera, a causa della presenza delle larve deposte nei tessuti meristematici, si trasformano in galle di 1-2 cm, dapprima verdi e poi rossastre. Le galle sono localizzate alla base dei getti, nei piccioli delle foglie o sulla nervatura centrale. Il danno si presenta come una riduzione della produzione e dello sviluppo vegetativo, uno sfoltimento della chioma e un deperimento generale. Ciclo biologico di Drycosmus A differenza di altri cinipidi galligeni che nell arco dell anno alternano due generazioni, sessuata e asessuata, Dryocosmus kuriphilus yasumatsu è una specie u- nivoltina (compie una sola generazione l anno, di tipo asessuato). Si riproduce quindi per partenogenesi telitoca, con uova che producono esclusivamente esemplari di sesso femminile, mentre i maschi risultano assenti. Per questo motivo è sufficiente un solo esemplare per dare il via a una nuova colonizzazione. Lo sfarfallamento e l ovideposizione avvengono nel periodo tra giugno e inizio agosto a seconda delle condizioni e dell andamento stagionale, della varietà di castagno. Le femmine adulte forano le galle e le abbandonano per poi andare a deporre sulle gemme dell anno corrente per mezzo di un sottile ovidepositore. Ciascuna femmina depone gruppi di 3-5 uova per ogni gemma, arrivando a deporre complessivamente oltre 100 uova; al termine, ciascuna gemma può ospitare anche uova. La schiusa delle uova avviene dopo circa 40 giorni e le larve al primo stadio si annidano nelle gemme dove permangono per tutto l autunno e l inverno, sviluppandosi molto lentamente. In questa fase la loro presenza sul castagno è asintomatica e perciò molto difficile da individuare. La primavera successiva, alla ripresa vegetativa, le larve inducono una forte reazione nella gemma che, nel giro di due settimane, porta alla formazione delle galle. Le galle possono essere uniloculari o multiloculari, a seconda che ospitino una o più larve. Per circa giorni queste si nutrono dei tessuti circostanti la camera di sviluppo, attraversando i successivi quattro stadi fino al quinto, per poi impuparsi. Al termine di quest ultima fase dalle galle emergono le femmine adulte, lunghe circa 2,5-3 cm, dal corpo di colore nero con 1

2 un grosso addome dalla forma tondeggiante e zampe giallo brunastre a eccezione dell ultimo segmento tarsale bruno scuro. Gli adulti si nutrono di sostanze zuccherine, probabilmente di melata di afidi e si dirigono in volo a deporre le uova nelle gemme della stessa pianta o nelle piante limitrofe attratti da sostanze volatili emesse da Castanea sativa a seguito di danni meccanici derivati sia da fattori abiotici che biotici. Le gemme colpite rimangono asintomatiche fino alla primavera dell anno successivo, caratteristica che ha favorito la diffusione dell insetto attraverso il commercio. A questo elemento si aggiungono la capacità di adattarsi a diversi ambienti e di auto diffusione mediante il volo (con l aiuto di venti dominanti), nonché la continuità delle superficie castanicole. Strategie di difesa Nel tentativo di arginare l infestazione sono state provate diverse strategie. Come descritto dal decreto relativo alla lotta obbligatoria del 30 ottobre 2007 e successive modifiche, in applicazione alle direttive europee sono state individuate delle zone focolaio e zone di insediamento. Nelle prime, il parassita è già stato rilevato ma si ritiene ancora possibile la sua eradicazione mediante interventi meccanici di potatura, con asporto totale delle galle e relativa distruzione del materiale. Nelle seconde, il fitofago è già talmente diffuso che non è più possibile eliminarlo in tempi brevi. Attorno a queste sono state delimitate fasce tampone della larghezza minima di 15 km. All interno di queste aree vige il divieto di spostamento di materiale vegetale e l obbligo di procedere alla lotta contro l organismo nocivo. Diversi tentativi di controllo sono stati sperimentati, sia mediante l utilizzo di varietà resistenti sia mediante prodotti chimici, ma i risultati sono stati scarsi. La lotta chimica è limitata dall assenza di principi attivi efficaci, dallo sviluppo endofitico degli stadi larvali del cinipide e dal ruolo di serbatoio d infestazione svolto dai castagneti cedui spesso presenti in prossimità di quelli da frutto. Per quanto riguarda la diversa suscettibilità, sono risultati molto sensibili all attacco l ibrido Marsol e la varietà Madonna. L ibrido Boche de Bétizac è il più resistente agli attacchi. Al momento l unica lotta efficace sembra essere la lotta biologica mediante antagonisti naturali che parassitizzano gli stadi larvali del cinipide del castagno all interno delle galle. Uno dei principali insetti individuati è Torymus sinensis kamijo, antagonista naturale proveniente dalla Cina, capace di deporre le proprie uova all interno delle larve del cinipide. Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali sta procedendo all attuazione del programma di lotta al cinipide attraverso lanci che distribuiscono sul territorio l antagonista naturale. In Italia, sono stati attivati 15 centri di moltiplicazione del Torymus sinensis che hanno permesso la realizzazione di più di 130 lanci nel 2012, ripetuti anche nel T. sinensis per potersi insediare con efficacia, è lanciato nei castagneti quando la vegetazione supera il riposo vegetativo, quindi quando ci si trova nella fase fenologica tra la caduta delle perule delle gemme e quella degli amenti in accrescimento. Il parassitoide è allevato a partire da galle raccolte in zone infestate dal cinipide e già inoculate mediante l introduzione di esemplari adulti di Torymus importati direttamente dalla zona di origine. In seguito sono allestite aree di moltiplicazione in cui, nel corso di qualche anno, si riesce a ottenere un buon numero d individui. L area di moltiplicazione può essere ottenuta da un castagneto preesistente o può essere realizzata ex novo. Adattare un area già infestata dal cinipide consentirà di ottenere il parassitoide in minore tempo. Le caratteristiche ideali per un area di moltiplicazione di T. sinensis sono: 2

3 isolamento del sito: almeno 2 Km da altri insediamenti di castagno e in zone con caratteristiche pedoclimatiche favorevoli al castagno; dimensioni dell area: area minima di 200 m 2 in modo da avere una quantità sufficiente di parassitoidi in circa 3 anni; varietà di castagno presenti: vanno scelte aree con le varietà più sensibili al cinipide del castagno; il parassittoide dovrà essere introdotto nell area per 2 anni consecutivi; manutenzione e cura: si attueranno le cure tipiche della castanicoltura da frutto. Individuata l area di moltiplicazione si eseguirà l infestazione (in caso di piante sane) introducendo rami portatori di galle di cinipide pronte allo sfarfallamento. Successivamente, quando le galle saranno ben e- videnti si introdurrà nella stessa area il parassitoide T. sinensis. Per ottenere il parassitoide dall area di moltiplicazione bisognerà raccogliere le galle presenti su tutte le piante a eccezione di 1-2 per pianta nel periodo da dicembre a marzo. In seguito, le galle ripulite andranno poste in scatole di allevamento. Al momento dello sfarfallamento gli adulti di T. sinensis saranno raccolti in provette e successivamente separati in modo da lasciare 10 femmine e 5 maschi. Gli individui saranno alimentati con piccole gocce di miele e mantenuti in una cella a 15 C sino al momento del rilascio. Il momento ottimale del rilascio degli individui di T. sinensis per la parassitizzazione è nell intervallo di circa 3 settimane dalla formazione delle galle, corrispondente al periodo da fine aprile fino alla terza decade di maggio. Il rilascio avviene aprendo le provette contenenti i parassitoidi su un nucleo ristretto di 2-3 piante di castagno. In seguito, si raccoglieranno alcune galle per verificare l insediamento del parassitoide T. sinensis. L insediamento potrebbe fallire nel caso in cui l area scelta sia stata sottoposta a trattamenti insetticidi o presenti condizioni climatiche-ambientali particolarmente sfavorevoli. Inoltre, possono concorrere alcune variabili di crescita della popolazione come il mancato accoppiamento. In questo caso, T. sinensis si riproduce per partenogenesi dando origine a una popolazione di soli individui maschi. La diminuzione di individui femminili porterà a un calo generale della popolazione nell anno successivo. Il Ministero delle politiche agricole, alimentai e forestali (Mipaaf) per far fronte all emergenza causata dall invasione del cinipide ha stanziato un milione di euro. Il Piano nazionale 2010/2013 del settore castanicolo prevede questi fondi per l attuazione di aree regionali di riproduzione controllata di Torimus Sinensis. In Lombardia i fondi per la lotta al cinipide del castagno derivano anche dal più ampio progetto Interreg I castagneti dell Insubria. A Curno (Bg), presso il Centro vivaistico forestale regionale dell Ente regionale per i servizi all agricoltura e alle foreste (Ersaf), si è allestito nell estate il campo artificiale di pre-moltiplicazione con una cinquantina di piantine in vaso di castagno selvatico. Le piantine infestate artificialmente con il cinipide sono state messe a dimora in pieno campo nell autunno 2012 e nell aprile-maggio 2013 è in programma il primo lancio con Torimus Sinensis. Nel corso dell inverno si procederà alla raccolta delle galle che verranno poste in scatole con lucernari; l esame degli insetti sfarfallati darà la misura dell insediamento del Torimus Sinensis. Seguirà nell aprile del 2014 un nuovo lancio. Entro il 2015 il centro di Curno sarà un area di moltiplicazione che si aggiungerà a quella di Albino (Bg). Il programma di lotta biologica ha portato fino ad ora a 44 lanci in Lombardia. Nel 2012 ne erano previsti 10 finanziati da Regione Lombardia e 6 finanziati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Questi ultimi sono divenuti a consuntivo 9. Un 3

4 ulteriore lancio, non programmato e reso possibile dal dipartimento di Valorizzazione e protezione delle risorse agroforestali dell Università di Torino, ha portato il numero complessivo di questi lanci a 20. A questi essi se ne sono poi aggiunti altri 14 in conseguenza dell entrata in produzione dell area di moltiplicazione di Albino per un totale di 34 lanci effettuati nel solo A consuntivo, quindi, il primo risultato ottenuto è rappresentato dal numero di lanci portati a termine, superiore al doppio di quelli previsti. Il secondo è stato il raggiungimento della sostanziale autonomia nella produzione del T. sinensis in previsione dei lanci da condurre nel Il Servizio fitosanitario di Regione Lombardia ha seguito nel suo operare la stessa metodologia adottata dal dipartimento di Valorizzazione e protezione delle risorse agroforestali dell Università di Torino. portanza i funghi patogeni del castagno che possono produrre uno sviluppo irregolare delle galle. Il fungo in grado di determinare un disseccamento precoce delle galle con morte delle larve del cinipide appartiene al genere Gnomoniopsis. In generale, comunque, una buona gestione del castagneto assume importanza prioritaria nell evitare l aggravarsi di fenomeni di deperimento. Il mantenimento della vigoria vegetativa è fondamentale e si attua attraverso interventi di concimazione, potature e in caso di necessità, di irrigazioni di soccorso. Riferimenti bibliografici Alma A Considerazioni sulle attuali conoscenze inerenti il cinipide orientale del castagno. Atti della tavola rotonda il cinipide del castagno. Altri antagonisti indigeni Oltre all antagonista naturale T. sinensis esistono parassitoidi indigeni, provenienti per la maggior parte dai cinipedi galligeni delle querce, in grado di controllare il cinipide del castagno. I parassitoidi indigeni adattati arrivano a parassitizzare il cinipide solo alla fine della primavera, in uno stadio non ottimale. Questo sfasamento è dovuto alla caratteristica di produrre due generazioni all anno rispetto all unica del T. sinensis e del cinipide del castagno. Questo comporta che la parassitizzazione avviene quando le larve del cinipide del castagno sono già impupate o è già iniziato lo sfarfallamento. L unico imenottero indigeno in grado di parassitizzare il cinipide del castagno con buoni risultati è Torymus flavine. Gli adulti di questa specie raggiungono i castagni e svolgono l attività di parassitizzazione a metà primavera, in questo modo si ha la sincronizzazione tra i due cicli. Dagli studi effettuati nella provincia di Bologna negli anni 2010 e 2011, il tasso di parassitizzazione è risultato molto promettente: il primo anno si è attestato al 3%, mentre nel secondo si è arrivati al 31,75%. Questi studi sono alle fasi iniziali, quindi bisognerà attendere l evoluzione del fenomeno per confermare l andamento della parassitizzazione. Oltre alla lotta attiva al cinipide del castagno altri fattori abiotici e biotici possono influire negativamente sul fitofago. Le condizioni climatiche estreme, per esempio forti grandinate, provocano la caduta delle galle con la successiva morte delle larve di cinipide contenute in esse. Inoltre, sono di discreta im- Botta R., Sartor C., Torello Marinoni D., Dini F., Beccaro G. L., Mellano M. G., Quacchia A., Alma A., Risposta di genotipidi castagno al cinipide galligeno e strategie di lotta basate su meccanismi di resistenza. Atti della tavola rotonda il cinipide del castagno. Efsa panel on plant health, Risk assessment of the oriental chestnut gall wasp, Dryocosmus kuriphilus for the Eu territory and identification and evaluation of risk management options. Efsa journal, 8, 6, Ersaf Lombardia, Dryocosmus kuriphilus - cinipide del castagno. Graziosi I., Santi F., Chestnut gall wasp (Dryocosmus kuriphilus): spreading in Italy and new records in Bologna province. Bulletin of insectology, 61, 2, Guerrieri E., Bernardo U., Iodice L., Gebiola M Identificazione morfo-biomolecolare ed interazioni trofiche degli antagonisti autoctoni di Dryocosmus kuriphilus yasumatsu in Campania: metodologia e risultati preliminari. Atti della tavola rotonda il cinipide del castagno. Maltoni A., Mariotti B., Tani A., Il cinipide del castagno, diffusione e riflessioni su alcune pratiche colturali. Sherwood, 165,

5 Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Decreto Ministeriale del 30 ottobre Misure d emergenza provvisorie per impedire la diffusione del cinipide del castagno, Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, nel territorio della Repubblica italiana. Recepimento della decisione della Commissione 2006/464/CE. Gazzetta Ufficiale, n. 42, 12 febbraio Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Piano del settore castanicolo 2010/2013. Protocollo di attuazione della lotta biologica al Dryocosmus kuriphilus del castagno con Torymus sinensis. Santi f., Maini S., Il cinipide galligeno del castagno e i suoi nemici naturali. Frutticoltura, 3. Turchetti T., Addario E., Maresi G., Situation and evolution of sanitary status in chestnut stands. Acta horticulturae, 866, Viggiani G., Nugnes F., Description of the larval stages of Dryocosmus kuriphilus yasumatsu (Hymenoptera: Cynipidae), with notes on their phenology. Journal entomological and acarological research, II, 42 (1), Oepp-Eppo, Dryocosmus kuriphilus. Bulletin, 35, Paratti B., Speranza S., Le ricerche sul cinipide galligeno del castagno: stato dell arte. Corylus and co, 2. Monica Colombo è laureata in Scienze forestali e ambientali presso l Università di Padova. Quacchia A., Ferracini C., Moriya S., Alma A., Italian experience in biological control of Dryocosmus kuriphilus. A global serious pest of chestnut trees, Dryocosmus kuriphilus: Yesterday, Today and Tomorrow, Quacchia A., Moriya S., Bosio G., Scapin I., Alma A., Rearing, release and settlement prospect in Italy of Torymus sinensis, the biological control agent of the chestnut gall wasp Dryocosmus kuriphilus. Biocontrol, 53, Regione del Veneto, Unità periferica per i servizi fitosanitari, La vespa del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu). Scheda descrittiva. ( A-2D12-434A-AD8E- 29B1C1AD3214/0/scheda_DK_2010_ver07.pdf) Servizio fitosanitario Regione Emilia-Romagna, Dryocosmus kuriphilus, la vespa cinese del castagno. Servizio fitosanitario Regione Lazio, Dryocosmus kuriphilus (cinipide del castagno). Servizio fitosanitario regione Toscana, La lotta biologica per il contenimento del cinipide del castagno. 5

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