A Parma assume solo il 13,2% delle imprese
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- Fabio Carraro
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1 A Parma assume solo il 13,2% delle imprese Giordana Olivieri Solo il 9% delle assunzioni è legato a strategie di espansione sul mercato circa gli esiti della crisi dell area euro e gli scenari dei L incertezza mercati si ripercuote sulle scelte occupazionali delle imprese. La fotografia scattata quest anno dal Sistema Informativo Excelsior evidenzia un quadro occupazionale in deciso peggioramento. Nel 2012 nessuna provincia evidenzia saldi positivi e per ben 85 province il saldo previsto risulta peggiore di quello del In flessione la propensione ad assumere Dopo la ripresa registrata nel 2011 si ridimensiona nettamente la quota di imprese che prevede di assumere nel corso del In provincia di Parma tale quota si è infatti ridotta dal 25,9% circa (previsioni 2011) al 13,2% nel Si tratta di una caduta particolarmente significativa che fa registrare la minor propensione da parte delle imprese parmensi ad assumere personale nel corso dell ultimo decennio. Il dato è ancora più basso nelle imprese artigiane, fermo all 8,6%, e nel settore delle costruzioni e del commercio, rispettivamente al 7,7% e 7,6%. In ambito regionale e nazionale la quota diminuisce meno intensamente e si attesta a oltre il 14%. Le assunzioni programmate dalle imprese sono soprattutto di natura sostitutiva : il 45,2% sono indirizzate alla sostituzione di dipendenti in uscita o temporaneamente assenti (maternità, ferie, malattie o aspettative), mentre per il 22,3% sono legate a una domanda in crescita o in ripresa. La maggior parte delle assunzioni preventivate nel 2012 dalle imprese parmensi è dunque legata a esigenze organizzative interne o all andamento stagionale delle attività, mentre coprono un ruolo minore le strategie di espansione sul mercato (9%). Con riferimento alla dimensione aziendale sono prevalentemente le imprese di maggiore dimensione (oltre 50 dipendenti) a ricorrere a nuovo personale, con una quota che arriva al 73,7%. 21
2 Forte calo per le assunzioni previste In base alle previsioni delle imprese, in Italia nel 2012 si perderanno oltre 130mila posti di lavoro, con un tasso di ingresso pari al 5,5% (corrispondente a 631mila unità) e d uscita del 6,7% (circa 762mila unità). Il saldo che ne deriva continua a essere negativo (-1,1%) e peggiora rispetto allo scorso anno (era a -0,7%). Risulta analoga la flessione attesa in Emilia-Romagna (-1%), equivalente a una perdita di circa unità. Le imprese dell industria e dei servizi della provincia di Parma prevedono di effettuare assunzioni a fronte di uscite, con un corrispondente calo di 740 unità di lavoro dipendente sullo stock di fine 2011, pari a una variazione percentuale del -0,7%. Il tasso di entrata atteso nel 2012 (vale a dire le entrate nel mercato del lavoro ogni 100 dipendenti occupati al 31 dicembre dell anno precedente) nella provincia di Parma dovrebbe diminuire di oltre 3 punti percentuali rispetto all 8,1% nel 2011, e attestarsi al 5%, mentre il tasso di uscita provinciale calerebbe di 2 punti percentuali, fermandosi al 5,6%. Nessuna provincia evidenzia saldi positivi e per ben 85 province il saldo previsto nel 2012 risulta più pesante rispetto a quello del Per la nostra provincia il tasso di variazione occupazionale ritorna negativo: -0,7%, e risulta il più pesante registrato dal Sistema Informativo Excelsior, arrivato alla sua quindicesima annualità. Dopo due anni (2009 e 2010) di decisa contrazione della base occupazionale, coincisi con il calo del Pil a livello nazionale, Parma nel 2011 aveva, infatti, invertito la tendenza con un tasso di crescita positivo di circa mezzo punto percentuale. Il calo occupazionale più intenso in valore assoluto è nell industria, dove si prevede un saldo a fine anno di -700 unità, di cui 330 nell industria in senso stretto e 370 nelle costruzioni. Le imprese edili, che risentono pesantemente della crisi, segnano un tasso di variazione occupazionale del -4,3%. I servizi operativi esprimono un saldo positivo di 230 unità, che compensa le perdite previste nei settori del commercio e di alberghi e ristoranti. Quasi la metà del saldo negativo è espresso dalle imprese artigiane (-330 unità) e il tasso di variazione occupazionale risulta il più pesante degli ultimi cinque anni (-2,4%). Nei quattro anni ( ) successivi alla crisi finanziaria globale le previsioni delle imprese di Parma implicano una riduzione complessiva di lavoratori dipendenti nei settori coperti dall indagine Excelsior, il cui campo di osservazione riguarda la quasi totalità dell economia con esclusione del settore agricolo, della pubblica amministrazione, delle istituzioni non profit e delle libere professioni. Si tratta di dati di previsione, dunque con ampio margine di imprecisione, e non di risultati verificati a consuntivo. La rilevazione presso le imprese risale al periodo marzo-aprile di quest anno, e l accentuarsi della crisi nei mesi successivi potrebbe comportare un ulteriore ridimensionamento dei programmi di assunzione. Quasi il 73% delle assunzioni di non stagionali avverrà nei servizi, principalmente nel comparto degli altri servizi con assunzioni previste e una quota sul totale pari al 63,3%. Le imprese edili accusano pesantemente la crisi e il tasso di occupazione segna -4,3% 22
3 La richiesta di personale laureato vale il 15,2% del totale: la quota più alta da 5 anni Opportunità per diplomati e laureati Con riferimento ai livelli di istruzione, rispetto al 2011 la provincia di Parma registra un aumento di 9 punti percentuali della domanda di diplomati e la quota raggiunge il 43% del totale delle assunzioni di non stagionali: la più alta rilevata dal Sistema Informativo Excelsior, nei suoi 15 anni di indagini. La richiesta di personale laureato cresce di oltre 4 punti percentuali rispetto allo scorso anno e arriva a rappresentare il 15,2%, quota più elevata degli ultimi cinque anni. Nel contempo si riduce notevolmente la richiesta di lavoratori con qualifica professionale, che passa dal 18,1% del 2011 al 6,2% del 2012, mentre risulta pressoché stabile quella di persone senza formazione specifica. Nel confronto con l Emilia-Romagna e l Italia, la provincia parmense evidenzia una quota maggiore di richiesta di laureati e diplomati e minore di personale con qualifica professionale. Sono previsti 620 ingressi di laureati nel 23
4 2012 (contro 720 dei 12 mesi precedenti) e la richiesta si orienta per il 27,4%, pari a 170 unità, verso gli indirizzi di ingegneria, e per il 24,2%, pari a 150 unità, verso l indirizzo economico. Rispetto al 2011 si mantiene stabile la domanda di ingegneri, mentre si riduce di oltre il 53% quella dei laureati a indirizzo economico. La domanda di diplomati rappresenta la quota più alta delle assunzioni di non stagionali previste dalle imprese parmensi. In un contesto di forte calo delle entrate (-34,3% rispetto al 2011), la richiesta di diplomati subisce una flessione minore (-18,1%). È soprattutto il comparto dei servizi a richiedere diplo- 24
5 Cresce la domanda di professioni intellettuali, diminuisce quella di professioni tecniche mati, per unità, mentre l industria prevede solo 500 ingressi. Gli indirizzi più richiesti sono quelli amministrativo-commerciale (380 unità), turistico-alberghiero (240 unità) e socio-sanitario (230), ma la richiesta più numerosa riguarda 570 diplomati senza indirizzo specifico. Risulta in forte calo la domanda di risorse umane munite di qualifica e formazione professionale: 250 unità contro le del 2011, vale a dire quasi il 78% in meno. La richiesta si orienta verso gli indirizzi socio-sanitario (110 unità) e meccanico (80). Permane stabile al 35,6%, invece, la quota di personale meno qualificato, dotato solo della scuola dell obbligo: in totale saranno lavoratori. Come cambia la domanda di professioni Nonostante il contesto generale di forte riduzione, in termini assoluti, delle assunzioni non stagionali previste per il 2012, i risultati dell indagine Excelsior per la provincia di Parma evidenziano alcune positive novità nelle strategie di acquisizione di nuovo personale da parte delle imprese, spesso diverse in base all attività economica o alla dimensione di impresa. Nella provincia di Parma si prevede che il 17,6% rientri nel gruppo con maggiore specializzazione, ovvero dirigenti (0,4%), professioni intellettuali scientifiche (7,8%) e ruoli tecnici di alto profilo (9,4%). Si tratta di un risultato inferiore al dato regionale (22,6%) e nazionale (21,7%). Cresce la domanda di professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione, che in totale saranno 320 unità, mentre diminuisce il ricorso a professioni tecniche: solo 380 unità (erano 670 lo scorso anno). Le professioni intellettuali e scientifiche presentano percentuali decisamente superiori alla media provinciale nell industria (dove rappresentano l 11,5% del totale delle nuove assunzioni previste), in particolare nel settore della chimica-plastica, metallurgia, estrazione e lavorazione minerali non metalliferi (27,1%). Le professioni tecniche assumono particolare rilievo nelle industrie alimentari (21%) e fabbricazione di macchinari e apparecchiature (22,2%). Si mantiene elevata la domanda di professioni esecutive d ufficio e quelle qualificate del commercio e servizi. La richiesta di «impiegati e professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi» arriva a rappresentare il 46,7% del totale delle assunzioni previste. La quota che tale gruppo rappresenta nella regione Emilia- Romagna si ferma al 41,5% e nell intero Paese al 40,9%. All interno del gruppo professionale si nota un calo degli impiegati (750 assunzioni contro del 2011) mentre si mantiene, pur in flessione, la previsione di professioni qualificate nel commercio e nei servizi. Tali assunzioni si concentrano, com è facile immaginare, nelle imprese del commercio all ingrosso e al dettaglio e nella categoria degli alberghi, ristoranti, servizi di ristorazione e turistici. 25
6 Cala dal 30,2% al 17,1% la quota di operai specializzati e conduttori di impianti e macchine: saranno 430 operai specializzati e 270 conduttori di impianti e addetti a macchinari fissi e mobili. I primi sono richiesti in tutti i settori dell industria ma le richieste superiori alla media sono per la fabbricazione di prodotti in metallo (63,8%), la fabbricazione di macchinari e apparecchiature (51,1%) e le costruzioni (42,3%). La domanda di professioni non qualificate si mantiene stabile, con una previsione di assunzioni di 760 unità. Oltre ai servizi operativi, dove le professioni non qualificate raggiungono il 70,8% del totale delle nuove assunzioni previste nel 2012, si devono segnalare anche i trasporti (46,6%). Più facile trovare profili idonei A livello nazionale, nel 2012 la maggior disponibilità di offerta nel mercato del lavoro ha determinato una diminuzione di oltre 6 punti percentuali della quota di assunzioni previste non stagionali di difficile reperimento (15,5% rispetto al 21,8% del 2011). Nella provincia di Parma tale fenomeno si accentua, evidenziando per l anno in corso una diminuzione di oltre 15 punti percentuali: il 12,4% delle nuove assunzioni comporterà qualche difficoltà di reperimento dei profili idonei e rispondenti alle esigenze professionali, contro il 27,9% nel Poiché la domanda di lavoro supera l offerta, per le imprese è più facile trovare profili idonei 26
7 Si tratta nel complesso di 510 posizioni, che richiedono mediamente un tempo di ricerca per le imprese di quattro mesi. Le difficoltà di reperimento sono imputabili sia all inadeguatezza (6,3%) che al ridotto numero di candidati (6,1%). Maggiori difficoltà sono segnalate dall industria, dove la percentuale sale al 26,1% delle assunzioni previste nel comparto ed è dovuta, nel 15,7% dei casi, all inadeguatezza dei candidati. I contratti offerti dalle imprese Per quanto riguarda le tipologie contrattuali offerte dalle imprese per le assunzioni di personale non stagionale, in provincia di Parma registrano un calo i contratti a tempo indeterminato (1.670 nel 2012 rispetto ai del 2011) con un incidenza sul totale delle assunzioni in flessione del 40,8%. Diminuiscono anche i contratti a tempo determinato (1.660 nel 2012 contro nel 2011) che scendono al 40,6% del totale. I contratti a tempo determinato arriveranno, invece, a rappresentare la quota più alta in Emilia-Romagna: 51,2%, rispetto al 45,3% dell Italia. Tra le diverse tipologie di contratti a tempo determinato utilizzate dalle imprese parmensi spicca il deciso calo dei contratti finalizzati alla sostituzione temporanea di personale, dalle unità previste nel 2011 alle 420 del 2012, con la quota sul totale delle assunzioni che scende al 7,5% (era al 21,8% nel 2011). Altra casistica da analizzare è il ricorso a contratti a tempo determinato finalizzati alla prova di nuovo personale in vista della loro potenziale integrazione a titolo definitivo: nella provincia di Parma il 7,1% delle assunzioni va in questa direzione, in Emilia-Romagna la quota sale al 7,3% mentre in Italia scende al 6,5%. I contratti di apprendistato, circa 470, pesano per l 11,5% delle assunzioni di non stagionali; le altre forme contrattuali valgono il 7,1%. In base alla dimensione d impresa, sono le grandi imprese a prevedere maggiormente l utilizzo del contratto a tempo indeterminato (51,5%) mentre la quota scende al 29% nelle medie imprese (10-19 dipendenti) e solo al 20% nelle piccole imprese (fino a 9 dipendenti). Quindi, nel complesso del totale di assunzioni previste, il 73,2%, pari a unità, saranno lavoratori non stagionali. Le assunzioni a tempo parziale Aumenta, rispetto allo scorso anno, il ricorso ad assunzioni a tempo parziale. Probabilmente le imprese utilizzano maggiormente questo strumento per alleggerire i costi destinati al personale senza disperdere le competenze o privarsi di figure importanti per lo svolgimento delle proprie attività. In base alle previsioni effettuate dalle imprese della provincia di Parma, nel 2012 vi saranno complessivamente assunzioni part-time, ovvero il 30,3% del totale, quota superiore rispetto al 22,2% del Nel corso degli anni la richiesta di assunzioni a tempo parziale nei diversi settori economici ha mostrato un andamento variabile, anche se i servizi hanno sempre evidenziato una propensione superiore rispetto all industria. Il terziario, infatti, negli ultimi tre anni ha registrato percentuali attese di assunzioni part-time sul totale delle assunzioni stabilmente al di sopra del 30%, superando il 39% nel 2012, mentre l industria si trova al 5,8%. 27
8 Nel 2012 è il settore dei servizi operativi che, nella provincia, presenta le richieste maggiori: 440 unità, pari al 56,1% del totale delle proprie assunzioni. Seguono alberghi, ristoranti, servizi di ristorazione e servizi turistici, con 410 richieste (57,3%), e il commercio, con 170 unità (45,5%). Con riferimento alla dimensione aziendale, sono le imprese della classe intermedia (10-49 dipendenti) a manifestare l interesse minore, visto che l incidenza sul totale delle loro assunzioni si ferma al 10,1%. Per le imprese con meno di 10 dipendenti e per quelle con oltre 50 dipendenti, viceversa, tale percentuale è rispettivamente al 30,8% e 34,7%. Inoltre, il ruolo dei giovani in questi inserimenti è piuttosto rilevante, visto che il 27,9% delle assunzioni part-time riguarda persone fino a 29 anni e che, come nel caso di alberghi, ristoranti, servizi di ristorazione e servizi turistici, questo fatto diventa maggioritario (50,2%). In conclusione, le previsioni di assunzioni part-time risultano in crescita sia a livello provinciale che regionale e nazionale; in particolare, l utilizzo di questa forma contrattuale appare più marcato a livello regionale e provinciale, dove si attesta rispettivamente al 30,3% e 31,2%, mentre in Italia la quota non arriva al 27% del totale assunzioni. Giovani, aumentano le opportunità Torna a crescere, nelle previsioni delle imprese parmensi, la propensione ad assumere personale con meno di 30 anni. La quota delle assunzioni non stagionali di giovani supera il 35% del totale, livello superiore di circa 8 punti rispetto al Si tratta di un balzo significativo con il quale la provincia di Parma supera il dato Le imprese parmensi sono di nuovo propense ad assumere personale con meno di 30 anni 28
9 L assunzione di under 30 vale oltre il 35% del totale: +8% rispetto al 2011 registrato a livello regionale ed eguaglia la quota nazionale. La domanda di personale sotto i 30 anni cresce nei servizi, dove la quota arriva al 37,1%, mentre scende al 31,7% nell industria. Sono le piccolissime imprese (fino a 9 dipendenti) le più propense ad assumere i giovani, che registrano un forte aumento della percentuale in entrata, superiore al 61%. Nelle imprese di media dimensione la quota si attesta al 39% e scende al 24,8% nelle imprese con oltre 50 dipendenti. La richiesta di personale straniero Nella nostra provincia, in termini assoluti, rispetto al 2011 diminuisce del 31,3% la domanda di personale con nazionalità non italiana, ma la flessione risulta inferiore al calo complessivo delle assunzioni di non stagionali previste dalle imprese (-34,3%). Delle 990 assunzioni di personale immigrato, il 29,1% non ha bisogno di un esperienza specifica e ben il 94,6% necessita di ulteriore formazione. Altro dato interessante è che solo il 10,8% di questi lavoratori è cercato fra i giovani con meno di 30 anni. Questi elementi esprimono una richiesta di professionalità non particolarmente qualificate. Le assunzioni di personale immigrato saranno al massimo 140 nell industria e 850 nei servizi, rappresentando rispettivamente il 12,1% e il 28,6% del totale delle assunzioni di non stagionali dei due macro settori. Nel terziario la richiesta di immigrati è particolarmente elevata nei servizi alle persone (48,6%) e nei servizi operativi (40%). Emergono particolari differenze nelle previsioni di assunzioni di personale immigrato in base alla dimensione d impresa: si passa dall 8% relativo alle imprese fino a 9 dipendenti al 21,8% di quelle con un numero di dipendenti fra 10 e 49, per arrivare alla previsione del 30,9% per le imprese con oltre 50 dipendenti. Sempre più necessaria la formazione post entry Cresce la necessità delle imprese di dare una formazione ulteriore dopo l ingresso in azienda, attraverso corsi interi o esterni: la quota, che nel 2010 era intorno all 80%, sale nel 2011 al 90,7%. Il dato appare alto e conferma come molto spesso gli imprenditori avvertono una lontananza tra i fabbisogni lavorativi aziendali e le competenze in possesso dei neoassunti. Si mantiene elevata la quota di imprese che, con diverse modalità, hanno effettuato nel 2011 corsi di formazione per il proprio personale. Nel 2011 il 44,5% delle 29
10 imprese della provincia di Parma vi ha fatto ricorso. È un segnale che mostra come esse credano fortemente che la formazione sia uno dei punti fondamentali nel quale continuare a investire nonostante le difficoltà dell attuale congiuntura economica. L anno precedente, infatti, il 40% delle aziende aveva effettuato corsi di formazione ai propri dipendenti e la nostra provincia continua ad evidenziare anche nel 2011 un dato più elevato rispetto alla media regionale (38,2%) e nazionale (35%). Sono soprattutto le imprese di maggiore dimensione, con più di 50 dipendenti, a fare corsi di formazione: qui la percentuale supera il 78% mentre nelle imprese con meno di 10 dipendenti scende al 39,5%. Nel corso del 2011 il 36,5% dei dipendenti ha partecipato a corsi di formazione effettuati dalla propria impresa. Il 16,1% delle imprese parmensi ha ospitato persone esterne per un periodo di tirocinio oppure per uno stage (17,9% nel 2010); si tratta quasi sempre di studenti delle scuole secondarie e dell università o di partecipanti a corsi di formazione professionale post scolastica. Sono soprattutto le grandi imprese a rendersi disponibili per questo approccio al mondo del lavoro e infatti il 57,8% delle stesse ha ospitato personale in tirocinio a fronte di appena l 11,5% delle piccole. Come per altri aspetti, è proprio la dimensione stessa che rende più possibili e fruttuose queste collaborazioni, considerate anche come un possibile canale di reclutamento del personale. Il numero di tirocini e stage attivati dalle imprese nel 2011 è pari a 2.880, mentre il numero medio per impresa è pari a 1,4 (riferito solo alle imprese che li effettuano anziché al totale delle imprese). Più contratti atipici Nel 2012 le imprese parmensi utilizzeranno un numero rilevante di lavoratori con contratti atipici (5.010 unità), con i quali hanno già stipulato o stipuleranno un contratto secondo la normativa vigente, e cioè: lavoratori interinali (dipendenti dalle agenzie di somministrazione), collaboratori a progetto e altri lavoratori (a partita IVA, occasionali) non alle dipendenze. Il 4,2% delle imprese di Parma (contro il 7% nel 2011) ha dichiarato che utilizzerà nell anno complessivamente lavoratori interinali (erano nel 2011), nell industria e nei servizi. I collaboratori a progetto previsti, con contratto in corso e nuovi ingressi, sono in tutto nel 2012, in aumento rispetto alla precedente previsione (1.110 nel 2011). Le imprese che intendono farvi ricorso sono il 5,2% del totale, contro il 6% della scorsa rilevazione. Si tratta in buona misura di figure professionali di alta qualificazione: per il 39,1% è previsto un livello d istruzione universitario. L indagine di quest anno ha permesso anche di precisare per la prima volta il fabbisogno di altri lavoratori non alle dipendenze (collaboratori a partita IVA e occasionali): si tratta di 1.330, un flusso consistente nei servizi (840) e in misura minore nell industria (490). Infine i tirocinanti e gli stagisti retribuiti previsti nel corso del 2012 saranno 790. Dato il carattere temporaneo e la durata spesso limitata dei contratti atipici utilizzati dalle imprese, i contratti attivati, cioè i nuovi ingressi previsti nel 2012, rappresentano una quota elevata dello stock. Considerati insieme alle assunzioni di dipendenti, i nuovi atipici collaboratori a progetto, lavoratori interinali 9 neoassunti su 10 ricevono formazione, a conferma del distacco tra competenze cercate e competenze in possesso 30
11 e altri 690 non dipendenti - costituiscono più di un terzo (35,7%) del totale dei nuovi ingressi previsti nel Conoscenza diretta e banche dati, i canali più usati Il principale canale utilizzato nel corso del 2011 per la selezione del personale è la conoscenza diretta dei candidati (46,6% dei casi). Assimilabili a questo tipo di reclutamento anche le segnalazioni da conoscenti e fornitori, utilizzate nell 11,9% delle assunzioni effettuate. La rete informale delle conoscenze personali è molto meno rilevante nelle imprese di maggiore dimensione, che vi fanno ricorso solo per il 10,4% delle assunzioni, contro quote del 51,3% tra le imprese minori e del 38,4% per le imprese di medie dimensioni. Alle banche dati aziendali, dove vengono conservati i curriculum dei candidati, si è fatto ricorso nel 23,7% dei casi, ma il peso di questo canale è marcato (44,6%) per le imprese con oltre 50 dipendenti. Queste ultime ricorrono anche con maggior frequenza delle altre alle società di lavoro interinale (16,4%) e a società di selezione del personale, associazioni di categoria o internet (15,2%), canali scarsamente frequentati dalle imprese più piccole. Quotidiani, stampa specializzata e centri per l impiego sono utilizzati rispettivamente nel 3,2% e 3,7% delle assunzioni effettuate lo scorso anno. 31
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