Il Santo Padre Benedetto XVI concederà. Anno della Fede in Diocesi aperto dal cardinale Filoni. Indulgenza plenaria nell anno della Fede

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1 Anno XXXV n Ottobre 2012 Redazione: piazza Duomo, 12 Brindisi fermento@diocesibrindisiostuni.it tel fax ,00 Spedizione in A.P. - art. 2 - c.20 - L.662/96 In caso di mancato recapito inviare al CDM di Brindisi per la restituzione al mittente previo pagamento Resi COLLETTA PRO TERREMOTATI Ammonta a ,28 euro la somma complessiva raccolta nella nostra Diocesi nel corso della colletta indetta dai Vescovi italiani, domenica 10 giugno 2012, in favore dei terremotati dell Emilia Romagna. La somma, attraverso la nostra Caritas, è stata inviata a Caritas italiana Necessario sporcarsi le mani editoriale Angelo Sconosciuto P roprio come se fossimo tornati al tempo del Basso Impero romano, periodo del quale la storia racconta di uomini al comando, in una sorta di isolata e dissoluta fortezza, mentre intorno tutto brucia. Anche di questo parlano le cronache attuali: è tempo di crisi epocale, oggi come allora; è necessariamente tempo di cambiamenti radicali. C è chi se ne accorge e cerca di comprenderne almeno le ragioni; c è chi pone la testa sotto la sabbia; chi continua, imperterrito, a fare ciò che sta facendo, evitando di porsi il quesito basilare, se la condotta sia almeno lecita, prima di rispondere all altro, più importante, se ciò sia anche giusto. Accanto a ciò, una comoda autoassoluzione cerca di diventare la risposta più immediata ad ogni questione, quasi che l ineluttabile, l imponderabile, un destino cinico e baro, fosse il dominus di ogni nostro movimento. Non ci si può convincere che così fan tutti, restando vittime di un relativismo che nuoce prima di tutto a noi stessi, superstiziosamente incapaci di una qualsivoglia, ponderata, autonoma decisione controcorrente. Essa maturerà dopo aver posto al centro non concetti astratti, ma questioni concrete, che si chiamano persona umana, famiglia, etica della vita, e che determinano una preferenza assoluta per gli ultimi, con scelte operate in virtù di una trasparenza, capace di non assolutizzare politica ed economia, rispetto a ciò che è la vita civile, nella quale passeranno prima criteri di azione, che possono sembrare un po strani: dono, fraternità, gratuità. Ecco perché, lo ha sottolineato una nota della presidenza dell Azione cattolica, quella attuale per i cattolici è problema di impegno, non di contenitori. Se questa temperie di crisi è per definizione anche momento costituente, il contenitore ce lo siamo già dato con le questioni concrete innanzi enumerate ed il percorso è segnato dal ritrovare una cultura della politica nel nostro paese, cultura non di libri lo ha detto il card. Scola a Ballarò -, ma cultura di esperienza potente legata alle dimensioni quotidiane della vita, agli affetti, al lavoro, al senso della giustizia, alla costruzione di una società di vita buona, che ha evidentemente bisogno di un buon governo. Così vale la pena di sporcarsi le mani. Anno della Fede in Diocesi aperto dal cardinale Filoni Nelle foto di copertina alcuni momenti della celebrazione diocesana di apertura dell Anno della Fede D.Tasco Indulgenza plenaria nell anno della Fede Il Santo Padre Benedetto XVI concederà ai fedeli l'indulgenza plenaria nell'anno della Fede che sarà valida dalla data di apertura (11 ottobre 2012) fino alla data di chiusura, (24 novembre 2013), Lo stabilisce un decreto della Penitenzieria Apostolica reso pubblico il 5 ottobre. Durante tutto l arco dell Anno della fede potranno acquisire l Indulgenza plenaria della pena temporale per i propri peccati impartita per la misericordia di Dio, applicabile in suffragio alle anime dei fedeli defunti, tutti i singoli fedeli veramente pentiti, debitamente confessati, comunicati sacramentalmente, e che preghino secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. a.- Ogniqualvolta parteciperanno ad almeno tre momenti di predicazione durante le Sacre Missioni, oppure ad almeno tre lezioni sugli Atti del Concilio Vaticano II e sugli Articoli del Catechismo della Chiesa Cattolica, in qualsiasi chiesa o luogo idoneo; b.- Ogniqualvolta visiteranno in forma di pellegrinaggio una Basilica Papale, una catacomba cristiana, una Chiesa Cattedrale, un luogo sacro designato dall Ordinario del luogo per l Anno della fede (ad es. tra le Basiliche Minori ed i Santuari dedicati alla Beata Vergine Maria, ai Santi Apostoli ed ai Santi Patroni) e lì parteciperanno a qualche sacra funzione o almeno si soffermeranno per un congruo tempo di raccoglimento con pie meditazioni, concludendo con la recita del Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima, le invocazioni alla Beata Vergine Maria e, secondo il caso, ai Santi Apostoli o Patroni; c.- Ogniqualvolta, nei giorni determinati dall Ordinario del luogo per l Anno della fede (ad es. nelle solennità del Signore, della Beata Vergine Maria, nelle feste dei Santi Apostoli e Patroni, nella Cattedra di San Pietro), in qualunque luogo sacro parteciperanno ad una solenne celebrazione eucaristica o alla liturgia delle ore, aggiungendo la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima; D.- un giorno liberamente scelto, durante l Anno della fede, per la pia visita del battistero o altro luogo, nel quale ricevettero il sacramento del Battesimo, se rinnoveranno le promesse battesimali in qualsiasi formula legittima. Il Decreto si conclude ricordando che tutti i fedeli che "per malattia o gravi motivi" non possono uscire di casa, potranno ottenere l'indulgenza plenaria "se, uniti con lo spirito e con il pensiero ai fedeli presenti, particolarmente nei momenti in cui le Parole del Sommo Pontefice o dei Vescovi Diocesani verranno trasmesse per televisione e radio, reciteranno nella propria casa o là dove l impedimento li trattiene il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima, e altre preghiere conformi alle finalità dell Anno della fede, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita. Vita diocesana Due nuovi sacerdoti per la nostra Chiesa diocesana Alle pagine 4-5 La Nostra Famiglia Insieme ai genitori per prepararsi a ricevere i sacramenti Attualità A pagina 9 Nuova importante scoperta sulle cellule staminali adulte A pagina 21

2 Primo Piano 3 LINEE PASTORALI 2012/2013 Le riflessioni di una consacrata e di una laica La Parrocchia popolo sacerdotale, profetico, regale a servizio del Vangelo Con le Linee Pastorali per il 2012/2013 giunge ad una sua formulazione una riflessione che parte da molto più lontano, maturata nel corso del Sinodo diocesano e nei successivi convegni ecclesiali, oggetto di attenta meditazione e che ha la sua radice nella parola di Dio (1 Pt 2, 1-10) e nel mistero della Chiesa secondo l ecclesiologia del Concilio Vaticano II (LG 10 e 31). Il documento che il Padre Arcivescovo ci consegna nel terzo anno dalla celebrazione del Sinodo e in apertura dell Anno della Fede mira all approfondimento dell identità cristiana dei vari soggetti che costituiscono il popolo di Dio, partecipe del triplice ufficio sacerdotale profetico e regale di Cristo stesso. Fin dalle prime battute Mons. Talucci insiste sull esigenza di un salto di qualità per una testimonianza credibile, che sia significativa e che parli al mondo in modo incisivo, fondata unicamente in Cristo Gesù, il Signore Risorto e Vivente nella sua Chiesa. Dopo uno sguardo introduttivo sul mistero della Chiesa, nella prima parte delle Linee l Arcivescovo concentra l attenzione sulla parrocchia: essa è comunità generata dal Battesimo e cresce intorno all altare dove celebra l Eucaristia. La parrocchia, pur piccola cellula nella Chiesa universale e nella Chiesa locale, porta in sé tutto il mistero della Chiesa e lo manifesta nell annuncio del Vangelo, nella celebrazione della liturgia, nel servizio al mondo e all uomo, nei molteplici aspetti del quotidiano dove la famiglia in particolar modo è la prima e basilare esperienza di vita ecclesiale. La familiarità con la Parola, coltivata con la preghiera e il silenzio, costituisce nella vita di una comunità parrocchiale il fondamento di una continua conversione e della crescita nella fede e nella santità. In particolare siamo chiamati come discepoli a conoscere il Vangelo, - scrive l Arcivescovo - come testimoni a viverlo, come missionari a diffonderlo. A tal proposito egli richiama il progetto dell Iniziazione cristiana che è già nelle nostre mani e giunge a tracciare un itinerario per introdurre nell esperienza viva di fede i ragazzi e gli adulti. Nella seconda, terza e quarta parte delle Linee l Arcivescovo si rivolge rispettivamente ai sacerdoti, ai consacrati e ai laici usando lo stile epistolare dal tono colloquiale ed esortativo, evidenziando per ciascuno la dimensione sacerdotale, profetica e regale, così come si manifesta nella pluralità delle vocazioni. Ai sacerdoti, scelti, chiamati e mandati per essere ponte tra Dio e gli uomini addita la ricerca di Dio quale via perché anche i fedeli possano cercarlo e trovarlo. Li invita a continuamente ri-centrarsi in Lui attraverso la preghiera, il ministero della Parola e dei Sacramenti, la formazione permanente, l educarsi a vivere la fraternità sacerdotale nella stima e nell affetto reciproco nell incontro e nel confronto sincero. Presiedere la comunità nell amore comporta per i sacerdoti una speciale attenzione a tutte le componenti, facilitando la corresponsabilità dei laici, valorizzando i carismi e mettendoli in relazione armoniosa, curando il sorgere delle vocazioni, ascoltando e accompagnando senza risparmio di energie i giovani nel loro difficile cammino di fede. Dei consacrati, vera ricchezza per la Chiesa, il Padre Arcivescovo fa risaltare il carisma profetico, richiamando in modo particolare l immagine della Chiesa sposa. La profezia del regno, che è già presente, ma anche veniente, è propria di quanti hanno lasciato tutto per seguire il Signore Gesù. Nella vita della parrocchia questi sono segno dell amore di Dio che chiama e di una risposta generosa a questo amore. La vita consacrata, presente nella nostra diocesi nelle forme più diverse, manifesta una molteplicità di carismi, esprime una visione sapienziale della vita e della storia. È una presenza che non fa chiasso, spesso marginale, ma silenziosamente efficace per la capacità di dono nel servizio al prossimo. Una parola di cordiale simpatia è rivolta a tal proposito alle donne consacrate: Con il vostro genio femminile - dice l arcivescovo - avete la capacità di attenzione verso le persone, facendo sentire a tutti la simpatia di Dio. Sottolineando che la carità è il più grande di tutti i carismi, vede nel segno della fraternità la testimonianza profetica più luminosa e attraente per la vita di una Parrocchia. L arcivescovo esorta in modo particolare le Comunità religiose maschili che operano nelle parrocchie a cercare e compiere una mediazione tra la fedeltà e la trasmissione del carisma proprio e la vita pastorale diocesana. Perché la vita dei consacrati parli di Dio nella realtà in cui è chiamata a vivere, invita a guardare Maria di Nazaret, donna del silenzio e dell ascolto, che riassume la profezia e le aspirazioni dei cristiani. Nel rivolgersi ai fedeli laici, operai della vigna del Signore, Mons. Talucci riprende la Nota pastorale seguita al Convegno Ecclesiale Pugliese: Cristiani nel mondo, testimoni di speranza, un testo da conoscere e approfondire. Della loro presenza nella Chiesa fa risaltare la dimensione regale: essi sono chiamati ad essere costruttori del regno nell ordinario della storia di ogni giorno, collaboratori dell opera del Creatore. Valorizzare la vocazione laicale nella sua specificità, curarne la formazione è urgente e prioritario nella vita della parrocchia, nella chiara consapevolezza che c è un ritardo da colmare rispetto alle prospettive aperte dal Concilio e alle attese che ne sono seguite. Nelle Indicazioni pastorali conclusive l arcivescovo auspica che la parrocchia diventi sempre più un cantiere di incontri [ ] per realizzare una semplicità pastorale che favorisca tra i presbiteri, i consacrati, i laici la docilità alla Parola da cui far derivare i vari cammini; per alimentare il desiderio di essere discepoli nell Eucaristia domenicale, cioè nel giorno del Signore. Il più significativo grazie al nostro Pastore sarà l incamminarsi lungo queste linee nel loro costante riferimento alla bussola del Concilio Vaticano II e nella luce che esso continua a irradiare. La tematica delle Linee Pastorali di quest anno si colloca, provvidenzialmente, all interno del cammino della Chiesa Universale. Per la Chiesa tutta, infatti, l anno che ci è davanti è attraversato da una particolare congiuntura di grazia che viene a colmare, a sollecitare, a sostenere questo tempo che sembra lontano dal suo Creatore e che necessita di un surplus del suo amore. Il 50 del Concilio Vaticano II, il 20 della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e l Anno della Fede indetto dal Santo Padre, sono tre sorgenti inesauribili di acqua viva perché, come ha detto Benedetto XVI all apertura dell Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi, si possa rinnovare la Chiesa, perché le nostre comunità risplendano della luce di Cristo e perché i credenti non siano dei cristiani tiepidi. Questo risulta essere il contesto entro cui si collocano le Linee Pastorali. Il filo rosso che le attraversa è costituito dalla Parrocchia, luogo in cui tutti (presbiteri, consacrati e laici) rinnovano la propria fede in Gesù Cristo per far risplendere la sua Parola. Con il Battesimo i credenti vengono inseriti in Cristo e formano il popolo che Egli si è scelto e costituiscono la Chiesa realtà di comunione. La Chiesa si configura localmente nelle parrocchie che risultano essere l articolazione essenziale della Chiesa locale. Come scrive l Arcivescovo a pagina 10 del documento La scelta pastorale della parrocchia non solo è attuale, ma è addirittura indispensabile per l annuncio del Vangelo e per la trasmissione della fede. La parrocchia viene ricollocata in questo circuito di grazia che genera il cambiamento, perché risulta essere il luogo più prossimo ad ogni persona, la casa comune in cui tutti possono nutrirsi allo stesso Pane della Parola e dell Eucarestia ed essere rigenerati alla vita nuova dalla misericordia di Dio. Nella parrocchia i vari ministeri e le diverse vocazioni vanno a delineare le caratteristiche del popolo di Dio e mettono in evidenza, nella complementarietà, l essere popolo sacerdotale, profetico e regale ed esprimono la dimensione comunionale della stessa, il suo essere corpo di Cristo e segno della comunione trinitaria. Da questa visione di Chiesa popolo in comunione, emerge la dimensione della corresponsabilità che, nutrita dalla Parola, dal dialogo e dal confronto, edifica la comunità in comunione. In questa visione di parrocchia l impegno dei laici, così come viene delineato dal Concilio, è un impegno a tutto tondo, essi partecipano alla costituzione stessa della vita della Chiesa, sono corresponsabili della sua missione ed evangelizzazione ed esprimono pienamente la propria laicità con l animazione cristiana della società. Il laico ha come altare del suo sacerdozio il mondo, ma perché possa portare al Signore il mondo affidatogli, è necessario che nutra la propria fede, per essere profeta di speranza, quella speranza che deve giungere al cuore di ogni persona veicolata dal sevizio, dalla testimonianza di una vita vissuta alla sequela del Signore, per incarnare una regalità che si esprime con il grembiule e non con le cattedre. Per dirla con il Santo Padre, dobbiamo dare voce al Vangelo: Vangelo vuol dire che Dio ha rotto il silenzio, Dio ha parlato, c è, Dio ci ama, Gesù è la sua parola. A noi laici, oggi, l impegno di rompere i tanti silenzi che intorno a noi si dilatano, per esprimere ed annunciare la Parola a favore dell uomo, della giustizia, dell onestà, dell amore, del creato, del riconoscimento della dignità dell uomo. Buon cammino Chiesa di Brindisi- Ostuni, il Signore sostenga e benedica questa porzione di popolo eletto. Lucia Marseglia suor Maria Auxilia Cassano, osb

3 4 Vita Diocesana il 19 settembre L ordinazione presbiterale di don Antonio De Marco Se possedessi tanta fede, ma non avessi la carità... Se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. La provvidenza ha voluto che fosse proprio questa, la prima lettera di San Paolo ai Corinzi, la liturgia del giorno, del 19 Settembre, giorno in cui don Antonio De Marco è stato ordinato presbitero. I versi di questa lettera, infatti, rispecchiano in pieno lo stile di vita di don Antonio; ne hanno ispirato e scandito momenti quando ancora ragazzo, giovane operatore pastorale nella sua Parrocchia di San Leucio a Brindisi, quando studente universitario e poi professionista, quando seminarista e poi diacono: sempre. Il percorso di vita di don Antonio De Marco è stato connotato dal servizio, da quello spirito di dedizione, sempre disinteressato, che lo ha portato al fianco di chiunque avesse bisogno di aiuto, di sostegno o di conforto: gli amici, la comunità, la famiglia, i genitori. Pur conducendo una normale vita da studente, di ragioneria prima, della Facoltà di economia e commercio poi, don Antonio, figlio unico, ha sempre servito ed accudito i suoi genitori, nella salute e soprattutto nella sofferenza, rendendosi contemporaneamente attivo e sempre disponibile nella sua seconda famiglia, la comunità di San Leucio, rivelando una bontà d animo che è stata, come affermato da don Luigi Renna, Rettore del Pontificio Seminario Regionale di Molfetta, nella presentazione di don Antonio durante il Rito di ordinazione, affinata e non compromessa dalle esperienze dolorose della vita. Nel 2005, infatti, don Antonio rimane orfano di entrambi i genitori che scompaiono a distanza di quaranta giorni l uno dall altra. Da quel momento, il suo Eccomi di risposta alla chiamata del Signore, vissuto, fino ad allora nel silenzio e nell intimo del proprio cuore, si è trasformato in scelta definitiva per la vita. La comunità del seminario di Molfetta è diventata, per don Antonio, una nuova famiglia, unitamente alla comunità della Parrocchia San Paolo di Bari presso la quale egli ha svolto il suo tirocinio pastorale. In entrambe queste realtà, così come in quella della Parrocchia dell Assunta in San Donaci in cui vive da oltre un anno, don Antonio ha sempre dato testimonianza di una fede forte corroborata dalle opere, rendendolo annunciatore credibile tra gli uomini. Ed in una storia di vita così particolare, così intensa e, per certi versi, sconvolgente, fondamentale è stata la presenza di S.E. Padre Arcivescovo Monsignor Talucci, presente in ogni momento del percorso vocazionale di don Antonio, stabile punto di riferimento, rifugio nella difficoltà, sprone nelle incertezze: Padre! Ermanna Salamanna seminario diocesano Apertura del nuovo anno formativo Chiamati ad essere fratelli Si è aperto ufficialmente domenica 30 settembre, con la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal nostro Arcivescovo, l Anno Formativo della comunità del Seminario. Durante la S. Messa abbiamo avuto la possibilità di salutare e ringraziare il rettore uscente don Alessandro Luperto per il suo proficuo lavoro nel nostro Seminario e abbiamo accolto il nuovo rettore don Cosimo Zecca, già padre spirituale, il nuovo educatore don Marco Candeloro ed il nuovo padre spirituale Mons. Pio Conte. Dopo la celebrazione eucaristica ci siamo spostati presso il refettorio e abbiamo vissuto insieme un momento di fraternità con tutti coloro che, numerosissimi, hanno voluto condividere con noi questa gioia. Come comunità abbiamo fatto dono a don Alessandro, per questi anni spesi con e per noi, di una casula mariana e di un quadro della nostra Mater Purissima perché gli sia di sostegno e conforto in questa nuova avventura da parroco che ha intrapreso presso la parrocchia Madonna del Rosario in Leverano. Tutti quanti insieme, seminaristi, genitori dei seminaristi, professori, compagni di scuola, amici del Seminario, benefattori e membri dell OVE, abbiamo lodato e pregato il Signore perché durante quest anno possa sostenere la nostra comunità e farla camminare serenamente sui suoi passi. La comunità del Seminario è composta da cinque ragazzi: Giuliano Santoro, 17 anni di Locorotondo; Riccardo Rota, 17 anni di Mesagne; Antonio Cirfeta, 17 anni di Veglie; Giovanni Mizzi, 17 anni di Locorotondo e Davide Nasta, 14 anni di Brindisi. La traccia formativa che ci accompagnerà in questo nuovo anno è: Chiamati ad essere fratelli: la vita di comunità. Insieme cercheremo di capire che la sequela del Signore non è solo un esperienza personale, ma ha per sua natura una profonda connotazione ecclesiale. Pertanto, ci faremo guidare dalla figura di san Paolo che nella lettera ai Romani invita i propri fratelli ad essere umili e caritatevoli nei confronti del prossimo. Ognuno di noi cercherà di vivere questo tempo del Seminario nel modo più autentico possibile con il desiderio di ascoltare sempre la voce del Signore che continuamente chiama e cercare di dare delle risposte ai propri sentimenti e desideri. Forse ci scoraggia un po il numero così esiguo di ragazzi, ma questo ci darà la possibilità di conoscerci meglio e soprattutto curare un rapporto più sincero e fraterno. Un cammino in cui molto importanti saranno le guide dei nostri educatori che come compagni di viaggio si accostano a noi, desiderosi anch essi di riscoprire insieme a noi il fascino della chiamata del Signore all Amore e alla gioia dello stare insieme! Infine, un pensiero va anche a voi cari lettori, perché nella vostra preghiera e nei vostri pensieri ci sia spazio per il nostro Seminario. Noi da parte nostra vi assicuriamo che cercheremo quanto più è possibile di farvi respirare il clima e il fascino della giovane vita spesa per il fratello! Riccardo Rota caritas Numeri del Prestito della Speranza Un bilancio tra luci ed ombre Tra i servizi attivi presso la nostra Caritas Diocesana merita di essere segnalato quello di consulenza e assistenza finalizzato all accesso al Prestito della Speranza. Tale iniziativa è nata in ambito nazionale da un accordo tra la Conferenza Episcopale Italiana e l Associazione Bancaria Italiana ed è diretta a consentire alle famiglie in difficoltà o alle microimprese da esse promosse, che abbiano subito una riduzione significativa o la perdita del reddito da lavoro, un più agevole e conveniente accesso al credito bancario. L accordo prevede due tipi di microcredito: il primo indirizzato alle famiglie e destinato a coprire i loro bisogni primari (con un importo erogabile non superiore a 6.000,00 euro, estensibili fino ad un massimo di ulteriori 6.000,00) ed il secondo riservato alle imprese che fanno capo ad una famiglia in difficoltà, da utilizzare per l avvio di una nuova attività imprenditoriale o per lo sviluppo o sostegno di un attività già iniziata (con importi massimi finanziabili di ,00 euro). Il Prestito della Speranza ha previsto l istituzione di un Fondo di Garanzia dell ammontare iniziale di 30 milioni di Euro, finalizzato a fornire alle banche aderenti all iniziativa una garanzia sulla restituzione delle somme date a credito (nella quota del 75% della somma erogata nel caso di microcredito concesso alle famiglie e in quella del 50% nell ipotesi di microcredito concesso alle imprese). Nell ambito di tale accordo la Caritas Diocesana di Brindisi-Ostuni ha svolto, e svolge tuttora, il ruolo di soggetto intermediario e di raccordo tra i soggetti potenzialmente beneficiari del microcredito e gli Istituti di credito eroganti. Tanto avviene attraverso il servizio di consulenza e di assistenza per l ascolto del disagio familiare e il successivo avvio delle pratiche di richiesta del finanziamento. Ad oggi, tuttavia, va segnalato che, a fronte delle ingenti risorse messe a disposizione per la garanzia, al servizio attivato presso la Caritas si sono rivolti solo 12 potenziali richiedenti, per la verosimile sfiducia verso la possibilità di superare le difficoltà in essere. Le pratiche effettivamente istruite, inoltre, sono state 8, delle quali solo 3 accolte dagli Istituti di credito che, in considerazione della crisi, hanno assunto un generalizzato atteggiamento di diffidenza. Il merito del Prestito della Speranza, come strumento di supporto per il superamento delle crescenti difficoltà delle famiglie e delle imprese sul territorio, induce a confidare in un riscontro maggiore rispetto al passato. Rino Romano

4 Vita Diocesana 5 il 13 settembre L ordinazione presbiterale di don Stefano Bruno «Dio chiama in tanti modi e sa far capire il suo progetto» Proprio nel giorno del suo 25 compleanno, il 13 settembre 2012, don Stefano ha ricevuto il regalo più bello, quello più atteso: l ordinazione sacerdotale. L Arcivescovo mons. Rocco Talucci, per mezzo della preghiera consacratoria e l imposizione delle mani, ha ordinato presbitero della diocesi di Brindisi-Ostuni Stefano Bruno. L ordinazione è avvenuta a Locorotondo, nella sua parrocchia, tra la sua gente, accanto alla sua famiglia. Chi conosce Stefano ha accolto questa ordinazione e vi ha partecipato con autentica gioia, senza ombra di sorpresa, perché sapeva che era il naturale compimento di una vocazione nata con lui. Lo sapevano i suoi genitori, le sue maestre, i suoi amici e quanti gli sono stati vicini, a vario titolo, fino ad oggi. Parlare bene di Stefano è fin troppo facile, lo hanno fatto e continuano a farlo tutti quelli che lo conoscono; il sorriso che dona a tutti, la bontà, la pacatezza, la sincerità, l impegno sono le sue doti più evidenti ma, accanto a queste, non mancano la tenacia e la fermezza che lo aiutano a raggiungere i suoi obbiettivi. Ecco, ora la diocesi si è arricchita di un altro sacerdote, un buon sacerdote. Alla celebrazione per la sua ordinazione c eravamo proprio tutti, la chiesa madre era stracolma, così come la vicina chiesa dell Annunziata e la piazza antistante. Tantissimi i sacerdoti e i seminaristi (arrivati anche da lontano, da altre diocesi) che, in processione, hanno accompagnato Stefano ai piedi dell altare. Presentato da mons. Luigi Renna, rettore del Seminario Regionale di Molfetta, ha proclamato i suoi impegni, si è prostrato, ha accolto l imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell Arcivescovo, è stato vestito con i paramenti sacri, è diventato sacerdote in eterno. Incontro don Stefano un po di tempo dopo la sua ordinazione e gli faccio qualche domanda. Don Stefano, sappiamo che la tua vocazione nasce negli anni dell infanzia; quale è stato il momento preciso in cui hai avuto la certezza che questa sarebbe stata la strada da seguire? «A dire il vero non c è stato un momento preciso in cui io abbia avuto questa certezza. Dio chiama in tanti modi e sa far capire il suo progetto per ognuno di noi. La vocazione è maturata nel mio cuore nel corso degli anni; ho messo le fondamenta durante la permanenza nel seminario minore di Brindisi, poi le ho consolidate nel tempo trascorso nel seminario maggiore di Molfetta. La mia, quindi, è una scelta che ha avuto un inizio anche abbastanza semplice della quale ho avuto consapevolezza nel corso degli anni». Durante la celebrazione della tua ordinazione, nel ringraziamento finale, hai ricordato e ringraziato le persone che in questi anni ti sono state accanto supportandoti affettivamente e spiritualmente. Potresti raccontarci qualche episodio significativo degli anni del seminario minore o di quelli del seminario maggiore? «Mi piace ricordare non gli episodi, ma le persone che ho incontrato in questi anni, il loro carattere, il modo di porsi nei miei confronti e degli altri, perché mi hanno aiutato a migliorare il mio carattere e perché mi hanno anche fatto notare le mie qualità. Ricordo volentieri quindi, i miei formatori, i sacerdoti e i compagni che hanno vissuto con me nel seminario minore. Ancor di più mi piace ricordare i compagni del seminario maggiore, con i quali si era stabilita una fraternità vera, della quale ora sento un po la mancanza. Colgo questa occasione per ringraziare nuovamente tutti, grazie a chi mi è stato accanto sia con la presenza che con la preghiera». Da qualche tempo ricopri l incarico di segretario del nostro Arcivescovo, com è il tuo rapporto con Mons. Talucci e cosa sta significando per te questo incarico? «Questo non è un incarico, ma un servizio alla diocesi ed anche alla parrocchia attraverso l aiuto a don Adriano, parroco in Cattedrale. Questa è per me un occasione di apertura e di inserimento nella vita diocesana. Il mio rapporto fotovideo fotovideo con l Arcivescovo è un rapporto diretto, rispettoso, paterno da parte sua nei miei confronti e filiale da parte mia; è bello perché mi fa conoscere mons. Talucci come persona nella sua completezza: l operosità, l instancabilità, la premura nei confronti della diocesi non è per lui un dovere imposto dal suo ruolo ma passione vera». Un pensiero di gratitudine per la tua meravigliosa famiglia, sappiamo che ti è sempre stata vicina accompagnandoti lungo il tuo percorso di fede. Ti sei chiesto qualche volta cosa avresti fatto se anziché darti sostegno ti avesse osteggiato nella scelta? «Sinceramente non me lo sono mai chiesto. La mia famiglia mi ha sempre assecondato ed è stata sempre rispettosa della mia scelta di vita. Purtroppo conosco le storie di alcuni miei compagni che vengono disapprovati dalle loro famiglie e ringrazio Dio che questo non sia capitato a me». Dopo di te, due ragazzi di Locorotondo, Giuliano e Gianni, sono entrati in seminario a Brindisi, cosa ti senti di dire a loro? «Non so se sono uno stimolo o un esempio, sicuramente non sono perfetto e devo migliorare. Spero comunque di essere stato uno stimolo positivo, insieme certamente ad altri fattori, che hanno indotto, loro ed altri ragazzi, a porsi degli interrogativi sulla vita; non tutti dobbiamo andare in seminario, Dio ci chiama in modi diversi, per ognuno di noi ha progetti differenti. A Gianni e Giuliano voglio dire di vivere la loro età con semplicità senza andare oltre, di interrogarsi, di porsi con un senso di accoglienza però, vivano il cammino andando con fiducia nel Signore e non avere paura delle difficoltà». Don Stefano, nel giorno della tua ordinazione si è conclusa una fase della vita, ma un altra ben più impegnativa è iniziata; cosa non dimenticherai degli anni della formazione e cosa ti auguri per il tuo futuro? «Non voglio dimenticare niente e soprattutto non voglio perdere la forza e la spinta che mi hanno aiutato ad andare avanti nel mio cammino, non voglio perdere l entusiasmo e l ottimismo. Mi auguro di non stancarmi e di essere sempre malleabile alla volontà di Dio». Giovanna Dell Anna parroco La vocazione di don Stefano Dal tronco un germoglio Un germoglio spunterà dal tronco Così penso al sacerdozio di Stefano. Proprio come un germoglio tenero, vivo, forte che spunta da questo tronco duro, tenace, ruvido dei credenti della Valle d Itria. Uomini e donne che smuovono la terra e guardano il cielo; che lasciano cadere gocce di sudore e di pianto su di essa, ma che anche si lasciano riempire il cuore dal calore e dal sorriso del cielo. La terra ha dato il suo frutto e il cielo l ammanta di benedizioni. Da questo ceppo sicuro e forte sale linfa per il nuovo virgulto: la grazia di Luigi, l intelligenza e la passione pastorale di Orazio, la giovialità di Angelo, l umiltà di Donato, la poesia di Peppino, lo zelo di Leonardo, la dedizione di Francesco, la povertà di Giuseppe Andrea, e ancora linfa da altri i cui nomi chiamiamo nell oggi del tempo Così, questo virgulto è chiamato alla vita e va verso l alto per attrazione di cielo, ma rimane attaccato alla terra e lega così l uno all altra nello sposalizio più bello del mondo. Vive il germoglio raccogliendo luce e sole dal cielo e aspirando gioie, dolori, speranze dalla terra. E cresce, darà frutto a suo tempo, dove trenta, dove sessanta, dove cento Deo gratias et hominibus! Grazie al cielo! Grazie alla terra! Pubblicazione periodica Reg. Tribunale Brindisi n. 259 del 6/6/1978 Proprietario-Editore Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Don Franco Pellegrino Direzione: Piazza Duomo, 12 - Brindisi Tel. 340/ Fax 0831/ fermento@diocesibrindisiostuni.it Direttore Responsabile: Angelo Sconosciuto Coordinatore di Redazione: Giovanni Morelli Hanno collaborato: Daniela Negro, Cecilia Farina e Salvatore Licchello Questo numero è stato chiuso in redazione alle ore 12 del 16 ottobre 2012 Spedizione in abbonamento postale (art. 2 - comma 20 - legge 662/96) Abbonamento annuale: 15,00 sul conto corrente postale n intestato a: ASSOCIAZIONE CULTURALE FERMENTO Piazza Duomo, Brindisi Responsabile del trattamento dei dati personali: Angelo Sconosciuto Stampa Martano Editrice s.r.l. Viale delle Magnolie, 23 - Z.I. BARI - Tel. 080/ fotovideo fotovideo Questo periodico è membro della Federazione Italiana Settimanali Cattolici

5 6 Speciale Ottobre Missionario Speciale Ottobre Missionario 7 Ho creduto perciò ho parlato, testimoni nell Anno della Fede reportage Per la prima volta in Kenia, a Marsabit Una sola certezza: Nessuno si salva da solo Non è facile fermarsi a scrivere a quindici giorni dal rientro, ma la necessità di comunicare ciò che questo viaggio ci ha lasciato nel cuore è più forte della fatica di ritornare con la mente a Marsabit. Siamo partiti in sei da Brindisi, direzione Kenya, con la benedizione dell Arcivescovo Rocco Talucci e a nome della Chiesa locale di Brindisi Ostuni, scortati dalla guida di don Donato Panna. Per quattro di noi è stata la prima volta in Africa! Non è facile raccontare quanto abbiamo visto e vissuto, anche perché si fa fatica a dare un nome alle cose viste e provate, o a catalogare tutto secondo le nostre categorie di pensiero. Ci ha accolto il Vescovo della Diocesi di Marsabit, Peter Kiara e tanti uomini e donne che da anni vivono a servizio di quella comunità cristiana: suore e padri che, giorno dopo giorno, servono Dio nei fratelli più poveri, crescono con loro nella fede, percorrono chilometri per annunciare loro la buona novella. All inizio la terra rossa pervade la mente, è lei a dare il via al cambiamento, ad aprire la porta alle mille domande che offuscano la mente, mentre tu sei lì, sempre più immerso nelle strade di sassi e polvere, tra le magnatte di Rientrato dalla missione di Laisamis Marsabit, ormai legata profondamente a noi, Chiesa locale di Brindisi-Ostuni, mi ritrovo di fronte al programma pastorale della Diocesi sull Anno della Fede. Cosa può significare concretamente per noi vivere l anno della fede, avendo negli occhi la realtà di missione, di povertà della nostra gente di Laisamis, Marsabit, Maciakpos (villaggio Kituy: 1200 bambini orfani di genitori morti per AIDS, perlopiù a loro volta sieropositivi, di cui 600 già accolti nel villaggio e altri 600 in lista d attesa per la mancanza di casette per poterli ospitare ), Korogocho (Nairobi). Come approfondire, accrescere la nostra fede? Una strada maestra, che diventa provocazione, ce l ha indicata il beato Giovanni Paolo II nell Enciclica Redemptoris Missio quando nell introduzione, al paragrafo 2, dice: Il presente documento ha una finalità interna: il rinnovamento della fede e della vita cristiana. La missione, infatti, rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l identità cristiana, dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni. La fede si rafforza donandola! La nuova evangelizzazione dei popoli cristiani troverà ispirazione e sostegno nell impegno per la missione universale. Allora torno a fare una proposta, già presentata all interno del Consiglio Presbiteriale ultimo: nell Anno della Fede possiamo pensare di riaprire il problema della nostra presenza a Laisamis, che attualmente è una missione completamente sprovvista di sacerdoti e padri, progettando anche solo delle visite pellegrinaggio da parte di sacerdoti al fine di conoscere la realtà e magari poi decidere per periodi di permanenza più lunghi, ma anche affinchè, una volta tornati, essi possano essere testimoni presso le nostre comunità della diocesi di Brindisi-Ostuni, animandole incisivamente alla missionarietà, garantendo così anche la continuità del sostegno economico? Don Donato Panna Diriba-Gombo, 25 km a Nord di Marsabit Diriba-Gombo, Messa col Vescovo Peter Kiara legno e sterco e non riesci a darti nessuna risposta. Abbiamo camminato tra i poveri, abbiamo condiviso con loro un tratto di strada della nostra e della loro vita, immergendoci completamente nella loro realtà, abbiamo stretto mani, incrociato sguardi, asciugato volti, sollevato bambini, abbiamo giocato, riso, cantato con loro, abbiamo stretto relazioni e amicizie, ci siamo sentiti accolti e amati. L Africa è povertà assoluta, è fame, è sete, è malattia, è morte, ma è anche e soprattutto forza, fede, allegria, bellezza, cultura, semplicità, essenzialità, colore, musica, profumo, accoglienza e condivisione! Alla fine non siamo riusciti a dare una risposta alle mille domande, e forse non ci riusciremo mai, ma sicuramente siamo riusciti a liberarci dal senso di colpa che ti attanaglia, sollevati dalla convinzione che nessuno si salva da solo : noi non possiamo dimenticarci di loro e abbiamo il dovere di condividere le nostre ricchezze e lottare perché vengano rispettati i diritti fondamentali di ogni individuo. Loro non possono dimenticarsi di noi: sono portatori e custodi di valori che noi abbiamo smarrito da tempo, sotterrati da montagne di benessere che sta mettendo in forte crisi la vita autentica del nostro paese civilizzato! Siamo sullo stesso nastro di partenza, ma questa non è una gara, nessuno deve avere la presunzione di cambiare, o peggio di salvare l altro. Bisogna convincersi che occorre camminare insieme! Gabriele, Franco, Pasquale, Piero, Sara, Valentina LA PRoPOSTA Per diversi anni fidei donum proprio in Kenia In quest anno della Fede riapriamo il problema Laisamis Don Donato tra la gente di Laisamis Il gruppo della Diocesi con don Donato Panna a Karare al termine dellacatechesi in magnatta riflessioni L avvio di un nuovo anno per il Centro Diocesano Missionario Missione che passione Vivere la missione, leggere di missione è sempre qualcosa di appassionante. Avvertiamo con innata spontaneità il richiamo a qualcosa che vive e palpita nei nostri cuori. È un coinvolgimento che nasce con il nostro battesimo e diviene richiamo forte quando la testimonianza di missionari autentici ci fa cogliere l urgenza di una vita essenziale, conforme al vangelo e alle sue provocazioni. Come in una storia d amore non possiamo contenere o trattenere l amore ricevuto, mentre l altro diviene necessariamente destinatario e oggetto delle nostre attenzioni e del messaggio di speranza e liberazione offerto alla nostra vita. Le radici della missione sono qui, nella verità di un incontro, quello con Cristo, che muove i passi della storia e ci orienta ad andare, ci invia perché ogni uomo possa conoscere l infinito amore di cui è amato. Parlare di missione, allora, vuol dire fare riferimento alla nostra fede, alla qualità del nostro abbandono alla Parola, al modello di Chiesa in cui crediamo e ci muoviamo. Oggi, come ai primordi del cristianesimo, parlare di missione ad gentes è fare riferimento non solo a uomini e donne, in terre lontane e sconosciute, ma anche ai quei cercatori di Dio, che abitano tra le nostre case e nelle nostre città, consapevoli che solo lasciandoci muovere dallo Spirito possiamo collaborare a disegnare percorsi di grazia per l umanità. In tal senso un Centro Diocesano Missionario vuole essere non tanto un reclutatore di disponibilità per esperienze missionarie fuori le mura, ma desidera offrirsi come stimolo e opportunità per la pastorale di una diocesi a camminare sempre con la viva consapevolezza che la missio ad gentes è il paradigna dell azione della Chiesa. Solo un cammino di Chiesa nutrito di questa consapevolezza può generare disponibilità autentiche alla missione, ad intra e ad extra. In questo anno di grazia per tutta la Chiesa, siamo chiamati a verificare quale grado di fede riusciamo ad esprimere e a comunicare, quale respiro ecclesiale hanno i vissuti delle nostre comunità, e ancora, con quale fiducia nella Spirito conformiamo le nostre singole esistenze alle istanze del vangelo. Il Centro Diocesano Missionario riparte nel suo lavoro, ricco di quanto operato sin ora, con una nuova configurazione e con l intento di accostare le comunità per meglio coinvolgere i singoli referenti o quanti già si impegnano per la sensibilizzazione alla missione ad gentes. Varie iniziative sono presenti in alcune vicarie ed alcune parrocchie portano avanti, lodevolmente, percorsi di vicinanza a realtà missionarie. Tutto questo può convergere in un sentire comune partendo dalla consapevolezza che abbiamo già una nostra laica fidei donum, Maria Annunziata Spagnolo, in Brasile a Salvador de Bahia e non possiamo dimenticare la nostra Chiesa sorella di Marsabit che per più di 15 anni abbiamo sposato con la presenza di alcuni nostri sacerdoti e vari progetti di solidarietà. Partendo dalla formazione e dalla preghiera, il Centro Diocesano Missionario desidera offrire percorsi di sensibilizzazione e opportunità per vitalizzare la pastorale senza voler sovrapporre altri gruppi. Il vero gruppo missionario delle nostre comunità può e deve essere il Consiglio Pastorale Parrocchiale. In tal senso ogni iniziativa vorrà essere un potenziamento ed un servizio a quanto già esiste, senza allontanare nessuno dal servizio pastorale parrocchiale. Anche il CDM desidera lavorare in sintonia e sinergia con la Caritas Diocesana, Migrantes, la Pastorale giovanile e quella Vocazionale nella convinzione che vivere la missione ad gentes non può e non deve essere velleità di pochi, ma atteggiamento radicato di tutti i battezzati. Il Signore Gesù, che ha effuso il dono dello Spirito sulla Chiesa nascente, apra i nostri cuori alla fiducia e alla speranza per vivere con slancio sincero l annuncio del Suo grande amore per ogni uomo. Don Francesco Greco, Don Giuseppe Satriano e l equipe del CDM esperienze Quando il mal d Africa si chiama Liberia o Mozambico Ho sperimentato come Dio restituisca il centuplo Sono trascorsi solo 2 anni dal nostro ritorno dalla Terra della Speranza, la Liberia, dove, per la prima volta, abbiamo provato il sintomo del mal d Africa. La speranza è che questa nostalgia non si ripresenti di nuovo adesso, di ritorno dalla nostra seconda esperienza in cui abbiamo assaporato la bellezza del Mozambico. Durante la nostra permanenza in quella terra, abbiamo iniziato le nostre giornate con la sveglia all alba e con la preghiera delle lodi, accompagnata da canti e dalla proclamazione del Vangelo, ma soprattutto dal sorriso di suor Giuseppina e delle sue consorelle. La gente del posto ci ha accolto con le poche cose che possedeva, cocchi, verdure, polente, qualche pezzetto di carne bianca e pesce di oceano Indiano. Ho sperimentato come il Signore restituisca il centuplo di quello che si dona. Di solito la mattina, insieme a Suor Maria, andavamo ad evangelizzare nei villaggi della foresta con la nostra Madre di Fatima. Ci sentivamo davvero vicini a Gesù quando le persone ci chiedevano di imporre le nostre mani sulla loro casa e la loro famiglia, affinchè lo Spirito Santo scendesse a benedirle. A casa tornavamo carichi di ricordi, ma anche dei doni che ci lasciavano le persone visitate: un cocco, una papera viva e un sorriso che faceva gioire il cuore. Durante la nostra permanenza abbiamo potuto sperimentare quanto sia prezioso, per certe popolazioni, l otto per mille devoluto alla Chiesa cattolica. Tra le tante opere realizzate, spicca la generosità di Caterina, splendida laica, la quale ha donato 23 anni della sua vita alla missione, in Inassoro, Paese delle coste oceaniche che si affacciano sulle rive del Madagascar. Ha speso i fondi delle offerte a favore degli orfani, donando loro un luogo dove poggiare il capo e saziare il loro pancino. Ha costruito delle scuole, formate dalla prima alla quinta classe, laboratori di informatica, sartoria, falegnameria e meccanica. Nel 2005 ha iniziato a pensare ad un nuovo progetto e, dato che chiede al Signore il giusto, gli è stato accettato. Ha trasformato un suolo sabbioso e incolto nella casa del Signore, camerette destinate ad accogliere gli esclusi e un meraviglioso giardino. Mai avrei creduto se non avessi visto con i miei occhi dove ti porta e cosa ti fa realizzare il donarsi totalmente a Lui e alla sua missione. Non sono i chilometri ad allontanarci dalle diverse realtà, ma quanto sia disposto il nostro cuore da fratelli del Figlio, primo missionario che ci ha inviati a due a due, senza pane, né bisaccia, né denaro. Durante la nostra permanenza, inoltre, ci siamo recati nei pressi di Massinga, ove abbiamo visitato delle suore Francescane che offrono il loro servizio in questo luogo. I nostri occhi hanno potuto vedere le strutture bombardate dall ultima guerra, le mura piene di buche provocate da armi da fuoco, i pozzi distrutti da questa lunga guerra, durata dal 1975 al Ha lacerato il cuore di questa gente, li ha lasciati senza acqua e risorse primarie, con la difficoltà di sopravvivere alla foresta e alla terra sabbiosa. Ha ucciso i suoi famigliari e Alla mia Chiesa di Brindisi-Ostuni vorrei far giungere un saluto filiale e fraterno con un augurio di pace e di speranza. Il saluto ha il sapore dell affetto, contiene lo slancio della missionarietá, é aperto alla gioia del Vangelo. Mi trovo qui a Salvador, come missionaria laica, per un disegno superiore che ho riconosciuto e accolto dopo un lungo travaglio e con il mandato della nostra Chiesa. Sento di condividere con voi il servizio che rendo ai ragazzi e agli adulti; la testimonianza del Vangelo che cerco di far passare con la mia vita e con la mia professione appartiene anche a voi; le difficoltá e le gioie che ogni giorno vivo i suoi genitori, l uomo ha ucciso il proprio fratello! Bisogna che assaporiamo il loro pane, che ci svuotiamo totalmente prima di riempirci del dono che ci viene offerto. Non abbiamo acqua che disseti la loro sete, quella di cui la Samaritana accingeva dal pozzo di Giacobbe, ma acqua di vita donataci da Gesù Cristo. Non abbiamo denaro che potrebbe ricostruire la loro storia dimenticata. Possiamo vestirci solo di un bastone, di una tunica e un paio di sandali? Non basta pensare che tra 2 anni ripartiremo e che ci tocca realizzare i progetti scelti! Si è chiamati a un esodo quotidiano ove la missione entra nel cuore. Bisogna chiedersi, qual è la nostra fame? Tante di queste risposte le possiamo trovare insieme, farci tutti uno in Uno! È allora non possiamo che pregare e cercare quel cibo che subito ti riempie grazie alle persone che sono chiesa. Il Centro Diocesano Missionario di Brindisi Ostuni ha voluto subito accoglierci e abbracciarci. Ci ha fatto partecipi di una realtà missionaria che ti sperimenta, che ti rende inutile al materialismo e utile all umanità. Abbiamo visto quanto sia bello condividere le diverse esperienze vissute durante l estate: la Parola che ognuno di noi ha ricevuto e si è fatta dono, il dono della fede, non può restare per se stessi. Siamo chiamati ad essere discepoli, a seguire la via, la verità e la vita e a parlare di quello che ci è successo, di ciò che ci ha aperto gli occhi nella speranza di una vita sana, equa, educata all amore. Non è facile spiegare quando ci si rende conto che nulla è per caso e tutto ciò che è stato fatto è credibile, ma inimmaginabile. Da questa esperienza siamo tornati consapevoli che il nostro stile di vita non può più essere quello di prima; deve cambiare anche il nostro modo di condividere con il prossimo. Siamo in cammino alla ricerca della verità, mentre ci riscopriamo scelti a compiere passi lenti verso una fraternità sincera. QUI SALVADOR La chiesa cattolica in Brasile è in affanno La missione non è indifferenza, ma giustizia e amore Giuseppe Neglia sono mie e vostre. C é una comunione che ci lega e ci fa sentire piu forti e decisi per una risposta coraggiosa e profetica. In Brasile la chiesa cattolica é in affanno, molti battezzati la abbandonano per passare ad altre chiese o per lasciar perdere Dio. Le ultime statistiche confermano la mia esperienza diretta, sento la mia piccolezza e mi abbandono alla grandezza dell amore di Dio per continuare a stare qui. Vi chiedo di avere un attenzione particolare alla missione ad gentes, nella comune riflessione, nel discernimento personale e nei progetti. Il mandato di Gesú per noi cristiani cattolici risuona ancora come um impegno. Desidero pensare alla mia scelta, come un inquietudine per la nostra Chiesa. La missione non é indifferenza, ma giustizia e amore, è una carica di speranza. Maria Annunziata Spagnolo

6 8 Parrocchie & Associazioni san vito A Santa Maria delle Mercede Intensificare la Fede in un anno particolare della Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI ci L Anno dona la grande opportunità di intensificare la riflessione sulla nostra fede. Il tema del Settenario che ha preceduto la Festa in onore di Santa Maria della Mercede (24-30 settembre), ha preso spunto proprio da questo evento e dall esempio unico di fede di Maria. È stata una settimana particolarmente densa di avvenimenti e di emozioni. Domenica 23 settembre, nel salone parrocchiale, si è svolta la raccolta di sangue a cura dell Avis cittadina. Donare è salvare una vita è stato lo slogan di quest anno ed ha voluto mettere in luce quanto il poco di tanti possa contribuire a salvare o migliorare la vita di molte persone. Lunedì 24, solennità di Santa Maria della Mercede, Padre Giovanni Fabiano ci ha salutati celebrando la sua ultima messa nella nostra parrocchia. In questi cinque anni in cui è stato Superiore della comunità religiosa mercedaria, ha anche operato nel carcere di Brindisi come cappellano prendendosi cura amorevolmente dei suoi fratelli detenuti ed ha seguito, quale padre spirituale, la fraternità laicale mercedaria con impegno costante. Il Settenario è iniziato lunedì 24 con il Santo Rosario, meditato ed animato dagli operatori pastorali, che ha preceduto la Santa Messa. Varie e significative le intenzioni: per le missioni mercedarie, per i detenuti ed i loro familiari, per gli ammalati, per le vocazioni, per l unità della famiglia ed il valore del matrimonio, per i giovani che subiscono violenza e per le necessità della parrocchia. I nostri Padri, Giovannino, Arcangelo e Pasquale, nelle loro omelie, ci hanno regalato grandi spunti di riflessione sul rapporto tra Maria e la fede. Lo stesso ha fatto Padre Francesco Podda, Provinciale dell Ordine Mercedario, durante il triduo solenne ( settembre). Nella sue omelie ha messo in relazione la grande fede di Abramo con quella di Maria. Una fede cieca, assoluta, fatta di sì pieni di fiducia. Entrambi si sono fidati, non di qualcuno che era dinanzi ai loro occhi fisicamente, ma di una voce. Ad Abramo fu chiesto di lasciare la sua terra in età avanzata con Sara sua moglie, da cui avrebbe avuto una discendenza numerosa quanto le stelle del cielo. Gli fu chiesto anche di uccidere il suo unico figlio. Disse sempre di sì guidato da una fede incondizionata. Anche Maria, giovane donna, poco più che adolescente, credette in Colui che non vedeva, ma di cui udiva la voce e di cui si fidava ciecamente. Certamente entrambi avranno avuto paura, si saranno posti mille domande, ma hanno detto di sì! Avere Fede equivale a possedere una fiducia assoluta, non in qualcosa, ma in Qualcuno. Maria si è fidata della voce dell angelo. Ha detto di sì alle sue richieste proprio come Abramo. Hanno scelto entrambi di fidarsi, anche di fronte alle richieste più assurde e incomprensibili, con la sicurezza che non sarebbero caduti nel buio e che sarebbero stati tenuti per mano nelle mille difficoltà che si sarebbero presentate. E per noi, cosa vuol dire avere fede? C è chi si appiglia alla fede solo nei momenti di disperazione, chi dice di avere tanta fede in sé, ma di non avvertire l esigenza di partecipare alla Messa domenicale. Chi, al contrario, pensa che andare a Messa sia più che sufficiente e che non serva nient altro. Gesù sulla croce ci ha donato Maria che è divenuta così la Madre universale, mentre Lei, guidata dalla sua grande fede, ci ha donato suo Figlio frutto dell unione tra i cromosomi di Dio e quelli dell umanità. Ma noi spesso dimentichiamo tutto ciò. Avere fede è faticoso, difficile, comporta pazienza. Maria ne era consapevole. Ha detto di sì senza sapere a cosa andava incontro. Ha assistito alla morte atroce di suo Figlio, accettando che, prima di essere suo, fosse Figlio di Dio. Avrà chiesto tante cose a Dio in quel momento, ma alla fine ha accettato la sua volontà. La processione conclusiva ha attraversato le vie addobbate a festa, piene di luci e di colori, ma soprattutto abitate da persone, ammalati, disabili, bambini, adulti, e anziani che hanno gioito e pregato al passaggio della Madonna. Il nostro parroco Padre Arcangelo, nella sua omelia conclusiva, ha affermato che solo «se saremo riusciti a togliere una spina dal cuore di Maria, potremo dire di aver vissuto davvero profondamente questa festa», spiegando che si può togliere una spina dal cuore di Maria in tanti modi: riappacificandosi con un amico, creando unità ed armonia intorno a noi, in famiglia, negli ambienti di vita, facendo sentire tutti accolti ed amati. Lucia Semeraro mesagne Il nuovo anno catechistico a Mater Domini Oggi mi fermo a casa tua devo fermarmi a casa Oggi tua!. Con questo annuncio si è ufficialmente aperto, sabato 29 settembre, il nuovo anno catechistico 2012/2013 della parrocchia Mater Domini in Mesagne. Un pomeriggio climaticamente ancora estivo ha fatto da luminosa cornice ad una bella festa in cui è stato palpabile il piacere di ritrovarsi, dopo la pausa, tra bambini, ragazzi, educatori, catechisti e famiglie. Ad aprire il pomeriggio di festa è stato un breve momento di preghiera, durante il quale è stato proclamato, e poi meditato, il brano dal Vangelo di Luca che narra dell incontro tra Gesù e Zaccheo. La brama di quest uomo di incontrare Gesù, nonostante la folla, nonostante le difficoltà, la sua determinazione per rendere possibile quell incontro, sono ripagate dall annuncio che Cristo gli fa: oggi devo fermarmi a casa tua. È il desiderio manifestato, da entrambe le parti, La fine del tempo estivo e l inizio di un nuovo anno pastorale ha portato la comunità parrocchiale del Santuario Santi Cosma e Damiano di Ostuni alla festa dei Santi Medici, un occasione singolare per ripartire puntando in alto nel nostro cammino di credenti. Morti per Cristo, i Martiri vivono in eterno. L annuale appuntamento della Festa dei Martiri non è stato solo il riconoscimento da parte della Chiesa dei tratti della loro squisita e attuale santità, ma anche l occasione in cui insieme, come comunità credente, possiamo affermare che la santità è ancora possibile. Da veri atleti dell amore, i Martiri si sono inseriti in quella corsa che è iniziata la mattina di Pasqua e che è giunta fino a noi con le gambe di tutti i giganti della fede. Non vogliamo lasciarci appesantire dalla rassegnazione, ma lasciarci condurre dalla speranza che trasforma le vesti stracce in abiti di festa. Festeggiare i Santi Medici, in preparazione all Anno della Fede, è stata per noi un occasione per ritrovare quella misura alta della vita cristiana, la santità alla quale tutti quanti siamo chiamati. Ogni giorno, iniziando dal 17 e concludendo il 25 settembre, il programma spirituale ha previsto: la visita del parroco agli ammalati, le confessioni, l Adorazione Eucaristica, la Benedizione Eucaristica; la recita del Santo Rosario, le preghiere della novena e, infine, la Celebrazione eucaristica vespertina. Durante la novena di preparazione alla festa, alcuni sacerdoti della Diocesi hanno animato la predicazione. Ad aprire la novena, il 17 settembre, è stato Padre Alessandro Ricciardi, Superiore dei Servi del Cuore Immacolato di Maria in Ostuni. È stata poi la volta di don Michele Petruzzi, Assistente Unitalsi della sottosezione di Conversano-Monopoli; don Giuseppe Laghezza, Parroco dell Immacolata Concezione in San Vito dei Normanni; don Amelio De Filippis, Parroco della Chiesa madre in Veglie; di una relazione interpersonale, di un amicizia costante e duratura. Allo stesso modo, a tutti i ragazzi è stato chiesto di professare la loro fede in Gesù, amico, non invisibile ma vero e reale, permettendogli di entrare nelle proprie vite e promettendogli di ascoltarlo attraverso la voce e l opera dei catechisti. Con queste incoraggianti premesse, i ragazzi si accingono a vivere l Anno della fede con la loro comunità, accogliendo l amico-gesù con la stessa gioia di Zaccheo. Ermanna Salamanna ostuni Nella Parrocchia Santuario Santi Medici Morti per Cristo, Martiti in eterno don Fabio Ciollaro, Parroco della Chiesa Madre in San Vito dei Normanni; don Massimo Mengasi, Vicario Parrocchiale di Cristo Salvatore in Brindisi; don Pietro De Punzio, Vicario Foraneo in Mesagne; don Stefano Bruno, Segretario dell Arcivescovo. Il 25 settembre la celebrazione è stata presieduta da Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto. Il giorno della festa, il 26 settembre, le Sante Messe sono state al mattino, alle ore 8 e alle ore 10:30; alle ore 19 la Santa Messa solenne è stata presieduta da Mons. Rocco Talucci. Insieme al forte programma spirituale abbiamo vissuto, la sera del 26, un intrattenimento musicale offerto dal gruppo folkloristico mesagnese sang amaru con la partecipazione dei ballerini di musica popolare addu sciamu sciamu, l estrazione dei biglietti legati alla lotteria pro Santi Medici e la degustazione di alcuni prodotti tra cui il dolce dei Santi Medici, un piccolo pasticcino a forma di cuore pensato per l occasione. Uno spettacolo di fuochi pirotecnici ha concluso i festeggiamenti nel Campo sportivo comunale. L esempio dei Santi ci sproni ad una vita autenticamente evangelica. Don Paolo Zofra

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