Primo Incontro Settore della SOLIDARIETA <<Non amiamo a parole ma con i fatti>> E il nostro Logo. E impegnativo! E l imperativo da cui nessun

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1 Primo Incontro Settore della SOLIDARIETA <<Non amiamo a parole ma con i fatti>> E il nostro Logo. E impegnativo! E l imperativo da cui nessun cristiano può prescindere. Per noi che operiamo nell ambito della CARITAS è responsabilità di fede, di amore, di speranza. E solidarietà che cammina, che ascolta, che accoglie, che rispetta, che consola, che persevera, che educa, che si fa vicina concretamente. Il <<discepolo amato Giovanni>> trasmette il comando di Gesù e lo accentua per l opposizione che rileva tra le parole vuote che spesso sono sulla nostra bocca e i fatti concreti con i quali siamo invece chiamati a misurarci. L amore non ammette ALIBI: chi intende amare come Gesù ha amato, deve fare proprio il suo esempio; soprattutto quando si è chiamati ad amare i poveri. Il modo di amare di Gesù è ben conosciuto. Esso si fonda su due colonne portanti: Dio ha amato per primo (cfr 1Gv 4,10.19); e ha amato dando tutto sé stesso, anche la propria vita (cfr 1Gv 3,16) Questo è possibile se la grazia di Dio, la sua carità misericordiosa viene accolta nel nostro cuore, così da muovere la nostra volontà e anche i nostri affetti all amore per Dio stesso e per il prossimo. In tal modo la misericordia che sgorga, per così dire, dal cuore della Trinità può arrivare a mettere in movimento la nostra vita e generare COMPASSIONE e opere di misericordia per i fratelli e le sorelle che si trovano in necessità. <<Questo povero grida e il Signore lo ascolta>> (Sal 34,7). Da sempre la Chiesa ha compreso l importanza di un tale grido. L esempio della Prima Comunità Atti degli Apostoli sette uomini scelti - <<pieni di Spirito e di sapienza>> (At 6,3) perché assumessero il servizio dell assistenza ai poveri. Ci sono stati momenti, tuttavia, in cui i cristiani non hanno ascoltato fino in fondo questo appello, lasciandosi contagiare dalla mentalità mondana. Ma lo Spirito Santo non ha mancato di richiamarli a tenere fisso lo sguardo sull essenziale. Ha fatto sorgere, infatti, uomini e donne che in diversi modi hanno offerto la loro vita a servizio dei poveri. L esempio di Francesco e Chiara d Assisi, di Madre Teresa di Calcutta e tanti altri. Queste testimonianze manifestano la forza trasformatrice della carità e lo stile di vita dei cristiani. Non pensiamo ai poveri solo come destinatari di una buona pratica di volontariato da fare una volta alla settimana, o tanto meno di gesti estemporanei di buona volontà per mettere in pace la coscienza. Queste esperienze, pur valide e utili a sensibilizzare alle necessità di tanti fratelli e alle ingiustizie che spesso ne sono causa, dovrebbero introdurre ad un vero INCONTRO con i poveri e dare luogo ad una CONDIVISIONE che diventi stile di vita. Infatti, la preghiera, il cammino del discepolato e la conversione trovano nella carità che si fa condivisione la verifica della loro autenticità evangelica. E da questo modo di vivere derivano gioia e serenità d animo, perché si tocca con mano la carne di Cristo.

2 Siamo chiamati, pertanto, a tendere la mano ai poveri, a incontrarli, guardarli negli occhi, abbracciarli, per far sentire loro il calore dell amore che spezza il cerchio della solitudine. La loro mano tesa verso di noi è anche un invito ad uscire dalle nostre certezze e comodità, e a riconoscere il valore che la povertà in sé stessa costituisce. Conosciamo la grande difficoltà che emerge nel mondo contemporaneo e nel nostro piccolo di poter identificare in maniera chiara la povertà. Eppure, essa ci interpella ogni giorno con i suoi mille volti segnati dal dolore, dall emarginazione, dal sopruso, dalla violenza, dalle torture e dalla prigionia, dalla guerra, dalla privazione della libertà e della dignità, dall ignoranza e dall analfabetismo, dall emergenza sanitaria e dalla mancanza di lavoro, dalle tratte e dalle schiavitù, dall esilio e dalla miseria, dalla migrazione forzata. Quale elenco impetuoso e mai completo si è costretti a comporre dinanzi alla povertà frutto dell ingiustizia sociale, della miseria morale, dell avidità di pochi e dell INDIFFERENZA generalizzata! Dinanzi a questo scenario, non si può restare inerti e tanto meno rassegnati. Tutti questi poveri come amava dire il Beato Paolo VI appartengono alla Chiesa per <<diritto evangelico>> e obbligano all opzione fondamentale per loro. Benedette, pertanto, le mani che si aprano ad accogliere i poveri e a soccorrerli: sono mani che portano speranza. Benedette le mani che superano ogni barriera di cultura, di religione e di nazionalità versando olio di consolazione sulle piaghe dell umanità. Benedette le mani che si aprono senza chiedere nulla in cambio, senza se, senza però e senza forse : sono mani che fanno scendere sui fratelli la benedizione di Dio. Al termine del Giubileo della Misericordia ho voluto offrire alla Chiesa la Giornata Mondiale dei POVERI, perché in tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi. Pertanto, siamo sempre più invitati come porzione di Chiesa e uomini e donne di buona volontà a tenere fisso lo sguardo, in questo giorno, su quanti tendono le loro mani gridando aiuto e chiedendo la nostra solidarietà. Questa GIORNATA intende stimolare in primo luogo i credenti perché reagiscano alla cultura dello scarto e dello spreco, facendo proprio la cultura dell incontro. Allo stesso tempo l invito è rivolto a tutti, indipendentemente dall appartenenza religiosa, perché si aprano alla condivisione con i poveri in ogni forma di solidarietà, come segno concreto di fratellanza. A fondamento delle tante iniziative concrete che si potranno realizzare in questa GIORNATA ci sia sempre la PREGHIERA. Non dimentichiamo che il PADRE NOSTRO è la preghiera dei poveri. La richiesta del pane, infatti, esprime l affidamento a Dio per i bisogni primari della nostra vita. Il Padre nostro è una preghiera che si esprime al plurale: il pane che si chiede è nostro, e ciò comporta condivisione, partecipazione e responsabilità comune. Questa nuova Giornata Mondiale, pertanto, diventi un richiamo forte alla nostra coscienza credente affinché siamo sempre più convinti che condividere con i poveri ci permette di

3 comprendere il Vangelo nella sua verità più profonda. I poveri non sono un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l essenza del Vangelo. La Giornata si celebra il 19 Novembre Programma di Formazione: <<Si prese cura di lui >> (Lc 10,25-37) <<La tua fede ti ha salvata >> (Lc 8,43-48) <<Portatelo qui >> (Gv 5,1-18) + Passare dal vedere all ascolto-accoglienza (Passaggio obbligato dalla semplice PIETA alla COMPASSIONE _ CARITA _ MISERICORDIA= Disinteressata e Interessata Gratuita Perseverante Concreta La Solidarietà un impegno sempre nuovo e attuale Educazione all Ascolto: Disponibilità, docilità, accoglienza, rispetto, condivisione, compassione, comunione, discrezione, tatto, amore Educarci alla VIRTU : Fede, Carità, Speranza, Umiltà, Prudenza, Pazienza, Mitezza, Fortezza, Giustizia.. Essere Persona: + La Persona chi è? Come avvicinarla. Quale aspettative! + Come, quando, dove, perché + Le attese che aprano alla speranza + Il già e il non ancora! + Niente promesse solo delle risposte che aprono e alimentano la speranza + Prendi il tuo lettuccio e vai. Rimettere in piedi! Col tempo e con la nostra solidarietà devono camminare con i loro piedi. Ritornare ad essere persona con una propria DIGNITA e con i propri Diritti-Doveri. Siamo tutto figli di Dio. + Il Gruppo o i gruppi o i singoli (o la stessa Comunità) che operano nel Settore della Solidarietà devono essere capaci di aprirsi al fratello più debole per aiutarlo a crescere e nella sua crescita c è la nostra crescita come discepoli di Cristo: quello che avete fatto ha uno di questi fratelli più piccoli lo avete fatto a me. Campi di Azione o (Nuove Povertà): (Non fermarsi a prestare la buona opera nel proprio orticello, ma): Sarebbe opportuno, come proposta, scegliere un campo e insieme formare dei gruppi di studio per informarsi

4 e formarsi a studiare il problema per meglio intervenire (che è quello che da anni sta tendando di fare il nostro CENTRO di ASCOLTO ma ahimé!): + Cultura dell Informazione (Siamo sempre CONNESSI ma!!): la nostra gente non sa, deve sapere, in tutti i campi: sociale, sanitario, lavorativo, scolastico, religioso + Cultura della Prevenzione: prevenire è meglio che intervenire il buon samaritano affida il malcapitato all oste. + Educazione igienica cura della persona, della casa, dei bambini, degli anziani, dei luoghi in cui si vive + Cultura e Educazione ai VERI VALORI + Come usare correttamente le strutture pubbliche: esempio, lo stesso Santuario come Locali e come Comunità con tutte le sue attività + Evasione Scolastica Camminare insieme al Servizio Sociale (se funzionante!!) e ai Docenti. Accompagnarsi ai Genitori (che non sempre sono presenti in questo ambito per altri necessità, dicono!!). + Evasione ai Sacramenti (anche qui la responsabilità e la presenza dei genitori è quasi assente). Farsi Tutori. il buon samaritano lo presenta all oste sotto la sua responsabilità e impegno + Deviazione Minorile Gli Oratori I Giovani I movimenti (se questi movimenti ben formati possono essere da aiuto ai tanti samaritani) + La Mensa o le mense. I locali e quelli che vengono da altri paesi, fare COMUNIONE di CARITA (il prossimo non ti è vicino ma lo rendo vicino con la mia vicinanza) + Povertà della Strada, degli Ambienti, degli spazi, delle case, dei cortili + Il problema della Disoccupazione e dell abitazione (il problema di tanti in unico ambiente) + Organizzazione della famiglia: I minori, i giovani, i CONIUGI: Genitori in affitto e di passaggio o responsabili del focolare domestico; gli ANZIANI: Generazione passata!! O Storia da sapere leggere per imparare a VIVERE!!! E infine, ma non ultimi: i MALATI La croce da condividere, la compassione, la consolazione. + PACCO per le famiglie disagiate o poveri! Quali poveri il solito dilemma, la carità dice tutti, la giustizia ci invita a dare delle norme!! Studiare il problema e tracciare delle linee ben precise per non cadere nell ingiustizia. Insistere su una SOLIDARIETA PERSONALIZZATA che si alimenta di CARITA e GIUSTIZIA che insieme danno il VOLTO della MISERICORDIA. + I DIVERSI!!!. Alcuni interrogativi per gli Operatori della Solidarietà: + Con tutta sincerità misura la tua sensibilità e capacità al problema che scegli?

5 + Dona la tua disponibilità non con il contagocce: si può avere tempo anche nel stare dietro le quinte. Sei comunque prezioso! + Ami essere aperto, in comunione con gli altri del SETTORE, pronto a chiarire, umile e servizievole ponendo le tue capacità, il tuo tempo, i tuoi doni a servizio di Cristo e del Suo Corpo: la Chiesa + Il cammino è lungo e pieno di ostacoli: non servono pietismi, facili entusiasmi, presunzioni, concorrenze, arrivismi, protagonismo, lamentele, pettegolezzi, egoismo, interessi. Serve buona volontà, sensibilità, generosità, amore e una formazione continua singola e comunitaria per essere dei buoni samaritani. Non dire, subito, non fa per me. Con te e insieme a te, si possono abbattere tanti muri, tanti orticelli privati e costruire una grande amicizia : quella di Cristo e di tanti fratelli. PRO_MEMORIA DEL BUON VOLONTARIATO + Il volontariato opera per il benessere e la dignità della persona nel rispetto dei diritti dell uomo. Non impone le sue idee. Ma le propone per confrontarsi e condividerle. + Condivide la vita di comunità intessendo buoni rapporti e si prodiga al suo sviluppo + Dare continuità e assiduità agli impegni assunti e ai compiti intrapresi. + Credere in quello che si fa e farlo con gioia. + Sapere che aiutare gli altri non riempie né il portafoglio o il borsellino né la dispensa di casa. Riempie l animo e il cuore. + Agire senza scopo di lucro. + Essere consapevoli che nulla va sprecato perché tutto è frutto della Provvidenza e impegnarsi a diffondere tali principi. + Intervenire, dove è più utile, facendo ciò che serve e non quello che appaga e rende visibile. + Non è un mezzo per riempire il tempo vuoto, bensì mettersi al servizio di persone in stato di bisogno. + Si perde l appellativo di volontario per: ingiustificata inattività, comportamenti contrari all interesse della comunità e per indegnità. B U O N C A M M I N O Afragola 07/10/17 Il Rettore P. Raffaele Baia, msscc