Il modulo formativo C1 Elementi di dettaglio
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- Eva Speranza
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1 INTRODUZIONE AI SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA Il modulo formativo C1 Elementi di dettaglio 1) Introduzione ai sistemi di gestione della sicurezza; 2) Le attività tecnico amministrative; 3) Affidamento dei lavori all interno dell azienda o dell unità produttiva. 1
2 Introduzione ai sistemi di gestione della sicurezza Gli infortuni sul lavoro rappresentano un significativo costo per la comunità e per le aziende: in questo contesto si inquadra la produzione legislativa di questi ultimi anni che, superata una fase in cui la norma antinfortunistica era semplicemente preventiva, tende ora a organizzare la gestione della sicurezza nell'ottica del coinvolgimento nel processo di tutte le parti interessate. Organizzare la Sicurezza significa, oltre ad intraprendere azioni volte al rispetto delle norme (contenuti minimi), affrontarne le tematiche secondo i moderni schemi gestionali. Cosa si intende per sistema di gestione L'approccio aziendale basato sulla filosofia organizzativa dei sistemi di gestione ha la sua origine in settori industriali particolarmente rischiosi, come quello nucleare ed aeronautico, per i quali la necessità di assicurare la sicurezza dei processi non poteva che essere intrinsecamente legata alla qualità della loro progettazione e esecuzione. In seguito è stato trasferito al campo della qualità della produzione (le prime ISO 9000 sono del 1987), della tutela ambientale (ISO 14000) e quindi a quello della sicurezza delle attività di lavoro, a cominciare da quelle svolte in aziende a rischio di incidente rilevante. 2
3 Spesso gli effetti della produzione, sono percepiti in termini conflittuali perché correlati alle problematiche di sicurezza ed inquinamento connesse ai processi produttivi di un sito aziendale, e non solo positivamente perché associati al valore intrinseco del prodotto offerto. In particolare: gli obiettivi economico-finanziari danno origine al sistema di gestione economico-finanziario di un'azienda; gli obiettivi della qualità del prodotto e della soddisfazione del cliente danno origine al sistema di gestione della qualità (ISO 9001); gli obiettivi del rispetto dell'ambiente danno origine al sistema di gestione ambientale (ISO14001); gli obiettivi della sicurezza sul posto di lavoro e prevenzione dei rischi di incidente rilevante per la popolazione interessata danno origine al sistema di gestione della sicurezza. LE NUOVE TENDENZE La necessità di assicurare il conseguimento di una tale diversità di obiettivi ha determinato anche l'evoluzione delle teorie organizzative aziendali, sempre più correlate alla metodologia di gestione per obiettivi (management by objectives o MBO) ed ai principi dell'autocontrollo e del Miglioramento Continuo. 3
4 Una gestione aziendale che assume volontariamente il rispetto della variabile sicurezza come uno degli obiettivi della sua attività deve attrezzarsi per gestire il nuovo obiettivo considerando l'impresa come un sistema complesso nel quale da una parte entrano lavoro e materie prime (anche pericolose), all'interno si effettuano processi lavorativi (intrinsecamente pericolosi), e dall'altra parte escono non solo i prodotti con le caratteristiche progettate (inclusa la qualità voluta), ma anche emissioni ed effluenti pericolose, o addirittura avvengono incidenti che costituiscono un rischio per i lavoratori ed il pubblico. COSA SIGNIFICA APPLICARE UN SISTEMA DI GESTIONE In sostanza applicare un sistema di gestione significa attuare strumenti organizzativi e di controllo in grado di assicurare in ogni fase del ciclo produttivo la capacità di dominio su tutte le variabili dell'attività operativa di un'azienda, considerate critiche per l'attuazione degli obiettivi aziendali. Per far questo occorre: dichiarare i propri obiettivi; individuare gli interventi per conseguirli; attuare tali interventi; dimostrare ciò che si è fatto; confrontare i risultati con gli obiettivi. 4
5 Come opera un sistema di gestione della sicurezza Il SGS opera sulla base del processo dinamico che prevede le seguenti fasi in sequenza ciclica: "pianificazione, attuazione, verifica, riesame". Tale processo viene attuato attraverso le seguenti fasi: stabilire una politica della sicurezza adeguata alla situazione aziendale; identificare le prescrizioni di legge applicabili per la sicurezza; identificare i pericoli e valutare i rischi per la salute e sicurezza associati con le attività, le sostanze ed i processi aziendali; Come opera un sistema di gestione della sicurezza valutare quali sono le condizioni di rischio residuo da considerare compatibili con l'attuazione dei processi aziendali ed eliminare e ridurre i rischi non tollerabili; creare una struttura organizzativa adeguata per raggiungere gli obiettivi ed attuare la politica, inclusa le necessarie attribuzioni di responsabilità; Informare, sensibilizzare e coinvolgere-il personale addetto a tutti i livelli; stabilire ed attuare modalità operative ed i relativi controlli e monitoraggi che assicurarono la effettuazione dei processi aziendali in sicurezza nelle condizioni di funzionamento normali, di transitorio e di emergenza; 5
6 Come opera un sistema di gestione della sicurezza attuare azioni correttive e preventive, organizzare audit interni periodici, per assicurarsi nello stesso tempo che la politica sia soddisfatta e che il sistema di.gestione della sicurezza sia efficace; fissare le priorità d'intervento, individuando gli obiettivi più appropriati per la continua riduzione dei rischi residui; preparare e gestire programmi di miglioramento per l'attuazione degli obiettivi fissati; riesaminare periodicamente l'efficacia del sistema per essere in grado di adattarsi al cambiamento delle circostanze esterne. Il ciclo del sistema di gestione della sicurezza Il processo è convenzionalmente rappresentato dal ciclo PDCA (pian - do - check - act, ovvero pianifica -fai - controlla - agisci di conseguenza/correggi) che comprende la politica della sicurezza, la struttura organizzativa, le attività di pianificazione, la definizione delle responsabilità, prassi, procedure, processi e risorse finalizzati a sviluppare, attuare, conseguire, rivedere e mantenere la politica della salute e sicurezza dell'organizzazione. L'andamento a spirale del ciclo implica il principio del miglioramento continuo. 6
7 Il ciclo del sistema di gestione della sicurezza L attuazione di u sistema di gestione della sicurezza richiede qualcosa di più del mero adempimento degli obblighi normativi specifici. D'altra parte anche tutta la normativa generale in materia di sicurezza che stabilisce criteri e principi di prevenzione (es. art C.P. e art. 3 e 4 del 626 che parla di "miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza") invita al raggiungimento di obiettivi ulteriori rispetto a quelli rappresentati dalle prescrizioni normative che sono sempre requisiti "minimi" (tutte le direttive europee riportano esplicitamente prescrizioni "minime"). Il ciclo del sistema di gestione della sicurezza 7
8 PLAN partendo dall'analisi e valutazione dei rischi correlati alle attività svolte, l'azienda definisce una politica per la sicurezza e pianifica le azioni per raggiungere gli obiettivi prefissati DO consiste nell'attuazione e nel funzionamento delle azioni pianificate secondo le tempistiche definite dalla pianificazione CHECK consiste nella verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati e nell'apertura di azioni correttive in risposta ad eventuali difformità rispetto a quanto stabilito dalla pianificazione ACT consiste nel riesame e nella riedizione della politica della sicurezza e/o della pianificazione per recepire gli obbiettivi raggiunti e le difficoltà incontrate nei precedenti step. La gestione aziendale della prevenzione attraverso il sistema di gestione sicurezza Le fasi fondamentali del ciclo dinamico di un sistema di gestione della sicurezza sono legate alle problematiche di identificazione dei pericoli (hazard identifìcation) e valutazione dei rischi (risk assessment), che nel loro insieme costruiscono l'analisi Iniziale della Sicurezza (initial safety analyisis), la quale porta alla acquisizione delle necessarie informazioni per la scelta delle più appropriate misure di riduzione del rischio (risk reduction) e controllo del rischio residuo (risk control), permettendo di realizzare in questo modo la gestione aziendale della sicurezza. L'Analisi Iniziale della Sicurezza è da intendersi come il processo fondamentale per la pianificazione e gestione aziendale della prevenzione. Essa risponde alla necessità di valutazione dei rischi di cui agli artt. 17 e 28 del D.Lgs
9 La gestione aziendale della prevenzione attraverso il sistema di gestione sicurezza Politica della Sicurezza Non conformità Audit interni Azioni correttive e preventive Riesame Direzione Identificazione dei pericoli Valutazione dei rischi Analisi Iniziale della Sicurezza Riduzione dei rischi (obiettivi e programmi di miglioramento) Verifica conformità legislativa Gestione aziendale della Prevenzione Controllo dei rischi residui (Formazione, Comunicazione, Controllo Operativo, Emergenza, Sorveglianza) Gestione aziendale dei rischi I capisaldi di un sistema di gestione della salute e sicurezza La volontà di attuazione di un sistema preventivo si manifesta attraverso: l impegno al rispetto della legislazione; l impegno a considerare la SSL ed i relativi risultati come parte integrante della gestione aziendale; l impegno al miglioramento continuo delle proprie prestazioni in sicurezza; l impegno a fornire le risorse umane e strumentali necessarie; l impegno a far sì che i lavoratori siano sensibilizzati e formati per svolgere i loro compiti in sicurezza e per assumere le loro responsabilità in materia di SSL; l impegno al coinvolgimento ed alla consultazione dei lavoratori, anche attraverso i loro rappresentanti per la sicurezza; l impegno a definire e diffondere all interno dell azienda gli obiettivi di SSL e i relativi programmi di attuazione. 9
10 Fase di pianificazione I requisiti chiave del processo di pianificazione da tener presenti dovrebbero essere i seguenti: definizione e graduazione degli obiettivi finalizzati al mantenimento e/o al miglioramento del sistema; determinazione dei criteri di valutazione idonei a dimostrare l effettivo raggiungimento degli obiettivi stessi; predisposizione di un piano per il raggiungimento di ciascun obiettivo contenente anche l individuazione delle figure/strutture coinvolte nella realizzazione del piano stesso e l attribuzione dei compiti e delle responsabilità relative; definizione delle risorse necessarie, comprese quelle economiche; previsione delle modalità di verifica dell effettivo ed efficace raggiungimento degli obiettivi. Fase di pianificazione I metodi utilizzati per pianificare il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e salute sul lavoro dovrebbero essere gli stessi utilizzati per pianificare il raggiungimento degli altri obiettivi dell azienda (per esempio: commerciali, tecnologici, opportunità di mercato, costi aziendali, gestione del personale, ecc.). Questa pianificazione dovrebbe tener conto: delle attività lavorative ordinarie e straordinarie, comprese le situazioni di emergenza; delle attività di tutto il personale (inclusi lavoratori con contratto atipico, fornitori, visitatori, ecc.), che ha accesso al luogo di lavoro; delle strutture, dei luoghi, delle macchine/attrezzature, degli impianti, delle sostanze utilizzate, sia proprie dell azienda sia fornite da terzi. 10
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12 Fase di attuazione ed operatività E la fase nella quale si origina e produce lo sforzo esecutivo e si fissano le priorità operative. In particolare in questa fase si definisce la struttura organizzativa si assegnano le responsabilità alle figure chiave della gestione aziendale della prevenzione; si individuano i fabbisogni formativi e si definiscono i programmi di formazione e sensibilizzazione per tutto il personale sia interno sia in outsourcing, esposto ai rischi individuati nella fase di pianificazione. Tale fase gestisce le modalità di comunicazione (informazione) sia interna che esterna dell organizzazione e prepara e controlla la documentazione che stabilisce le regole del sistema dal punto di vista gestionale ed operativo. Definizione dei compiti e delle responsabilità Nella definizione dei compiti organizzativi e operativi della direzione aziendale, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori, dovrebbero essere esplicitati e resi noti anche quelli relativi alle attività di sicurezza di loro competenza nonché le responsabilità connesse all esercizio delle stesse, ed i compiti di ispezione, verifica e sorveglianza in materia di SSL. Inoltre dovrebbero essere documentate e rese note a tutti i livelli aziendali le funzioni ed i compiti del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e degli eventuali addetti, del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e degli addetti alla gestione delle emergenze, nonché i compiti e le responsabilità del Medico competente. 12
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14 Coinvolgimento del personale L efficace gestione della sicurezza aziendale richiede il sostegno e l impegno dei dipendenti. Le conoscenze e l esperienza dei lavoratori sono una risorsa necessaria al congruo sviluppo del sistema di gestione. L azienda dovrebbe definire modalità adeguate per realizzare il coinvolgimento dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti ed in particolare per attuare: la consultazione preventiva in merito alla individuazione e valutazione dei rischi ed alla definizione delle misure preventive; riunioni periodiche da effettuarsi con frequenza e modalità che tengano conto almeno delle richieste fissate dalla legislazione vigente. Altro ulteriore possibile mezzo di coinvolgimento può essere la raccolta di osservazioni e commenti sulle misure preventive adottate e sulle procedure ed i metodi di lavoro. 14
15 Formazione ed addestramento L azienda dovrebbe definire e mantenere attive le modalità per assicurare che il personale sia ad ogni livello consapevole: dell importanza della conformità delle proprie azioni rispetto alla politica ed ai requisiti di prevenzione stabiliti; delle conseguenze che le loro attività hanno nei confronti della sicurezza e salute aziendale; delle possibili conseguenze (ad es. a carattere normativo) dovute ad un mancato rispetto delle regole. Lo svolgimento di compiti che possono influenzare la sicurezza e salute aziendale, dovrebbe richiedere adeguata verifica di competenza del personale addetto. La competenza è definita in termini di adeguata formazione, addestramento e/o esperienza. Comunicazione e cooperazione La circolazione delle informazioni all interno dell azienda è un elemento fondamentale per garantire livelli adeguati di consapevolezza ed impegno nella realizzazione di quanto pianificato in tema di salute e sicurezza. Maggiore è la condivisione delle informazioni e la partecipazione attiva alla gestione del sistema, maggiore sarà la probabilità di prevenire gli infortuni e le malattie correlate al lavoro. Il processo di comunicazione ed informazione è essenziale per far partecipare il personale e coinvolgerlo per il mantenimento di standard congrui di salute e sicurezza. Il coinvolgimento dei dipendenti e le attività di consultazione devono essere documentate per dare evidenza della consapevolezza del personale di quanto stabilito e pianificato. 15
16 Strumenti dell informazione Esempi di possibili strumenti da utilizzare allo scopo di fornire corrette informazioni ai lavoratori. 1. STRUMENTI - Assemblea - Riunione - Comunicazioni faccia a faccia - Opuscolo - Comunicazioni in busta paga - Comunicazioni in bacheca - Manifesti - Depliant illustrativi - Segnaletica di sicurezza. 2. CONTENUTI - Organizzazione aziendale della sicurezza - Nominativi degli incaricati alla gestione dell emergenza (addetti alla prevenzione incendi e addetti al primo soccorso), del RSPP, del RLS, del medico competente - Rischi generali dell azienda - Rischi specifici dei reparti/mansioni. 16
17 Progettazione delle attività formative FINALITÀ DELL ATTIVITA FORMATIVA: - Avere una esatta conoscenza di tutti i rischi per la sicurezza e la salute e dei possibili infortuni/danni collegati - Avere una esatta conoscenza del funzionamento di macchine, attrezzature e impianti e di tutto ciò che implica la propria mansione - Eliminare o ridurre gli infortuni e le malattie professionali addebitabili all errore umano - Rendere partecipi e responsabili i lavoratori della propria e altrui sicurezza; ottenere il cambiamento dei comportamenti. FINALITÀ: Sapere: (Es.: conoscere cosa prevedono le norme in materia di sicurezza e salute e le conseguenze) Saper fare: (Es.: saper operare seguendo le procedure di sicurezza) Saper essere: (Es.: essere fortemente motivati al lavoro sicuro per sé e per gli altri) I contenuti della formazione Sapere: D.Lgs , diritti e doveri dei lavoratori; rischi ambientali, rischi specifici, misure di prevenzione e protezione adottate; pericoli legati all uso di sostanze e preparati pericolosi; procedure di primo soccorso, prevenzione incendi ed evacuazione; nominativi e ruolo di RSPP, medico competente e addetti alle emergenze. Saper fare: Procedure di sicurezza, utilizzo di dispositivi di protezione (Esempio: esercitazioni pratiche, simulazioni, dimostrazioni, addestramento on the job). Saper essere: Induzione di motivazione (Esempio: attraverso la promozione di un sistema premiante). 17
18 Programmazione della formazione Quando formare? Al momento dell assunzione, al cambio di mansione, in occasione di cambiamenti organizzativi (attrezzature, tecnologie, macchinari, sostanze e preparati pericolosi) e comunque periodicamente. La durata degli interventi sarà commisurata alla complessità del ciclo produttivo, alla gravità e quantità dei rischi ed al numero di addetti. Scelta delle metodologie didattiche L efficacia della formazione è molto legata alle metodologie didattiche individuate. Sono da privilegiare tutte le metodologie didattiche attive che prevedono il coinvolgimento diretto dei partecipanti (lavori di gruppo, simulazioni, problem solving). Da ridurre al minimo le lezioni frontali che lasciano passivo il partecipante a fronte di conoscenze/nozioni che gli vengono trasferite. Valutazione della formazione Valutazione ex ante: verifica del livello di partenza dei destinatari della formazione per tarare l intervento e per poter valutare i risultati conseguiti. Controllo dello stato aziendale di infortuni, incidenti, comportamenti pericolosi. Valutazione in itinere: monitoraggio del livello di apprendimento con lo scopo di riadattare gli interventi. Valutazione ex post: verifica finale al termine dell attività formativa e dopo un arco di tempo da definire. Si possono prevedere verifiche sulla efficacia anche tramite analisi sulla riduzione degli infortuni, incidenti, comportamenti pericolosi 18
19 Valutazione dell efficacia della formazione Sapere: Es.: questionari di verifica dell apprendimento. È inoltre utile valutare: se i lavoratori pongono domande pertinenti in fase di discussione e se portano esempi coerenti; se cambia il linguaggio e il comportamento. Saper fare: Es.: osservazione del comportamento dei lavoratori (è importante mantenere monitorati i comportamenti di chi impara, correggendo i comportamenti scorretti e rinforzando riconoscimento quelli corretti). Saper essere: Es.: questionari di valutazione della soddisfazione dei partecipanti all attività formativa. 19
20 Controllo operativo L integrazione nei processi aziendali della tutela della salute e sicurezza rappresenta il cuore di un sistema di gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro. Occorre pertanto identificare quelle operazioni e attività che sono associate con i rischi identificati e l influenza che lo svolgimento di tale attività ha sulle problematiche di sicurezza e salute sul lavoro di tutti i processi correlati. In conseguenza di ciò si dovrebbe: evidenziare le misure di prevenzione e protezione (compresi gli aspetti organizzativi e relazionali); definire chi fa che cosa e stabilire procedure operative per la gestione dei rischi identificati (es. modalità operative da adottare in fase di avviamento, funzionamento normale e in caso di situazione anomala; manutenzioni; modalità di comportamento) 20
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22 Fase delle verifiche ed azioni correttive È la fase che costituisce il quadro di sorveglianza delle prestazioni per la sicurezza e misurazione dei risultati, di registrazione e diagnosi dei problemi, di individuazione delle azioni correttive per la rimozione delle cause, di ricerca dei modi per imparare dagli errori e dai quasi incidenti e quindi di produrre il miglioramento del sistema. Un tipico esempio è la gestione degli infortuni, degli incidenti, dei comportamenti pericolosi. 22
23 Gestione degli infortuni, degli incidenti e comportamenti pericolosi Definizioni: infortunio: incidente che produce un danno all integrità psicofisica di una persona; incidente: evento casuale, inaspettato ed indesiderato che può degradare una situazione ed in particolare provocare un danno alle cose, impianti, attrezzature, macchine, ecc.; comportamento pericoloso: azioni che possono esporre i soggetti dell azienda ad un rischio di infortunio. Infortuni Ogni infortunio deve essere gestito secondo le seguenti fasi: - attivazione della procedura di primo soccorso; - attivazione della procedura per l analisi e la registrazione dell evento. Successivamente il report di infortunio viene analizzato dal RSPP che provvede a definirne la gestione (azioni correttive adottate e/o da adottare, responsabile dell attuazione, tempi di attuazione). Gli infortuni vengono esaminati al momento dell accadimento per la gestione, ed al momento del riesame del sistema per l ulteriore analisi e verifica delle soluzioni adottate. 23
24 Incidenti In caso di incidente i lavoratori coinvolti, i presenti, i testimoni riferiscono al capo reparto (preposto) le cause oggettive, i comportamenti pericolosi, le possibili azioni correttive. Si raccomanda la compilazione di un report dell incidente. Successivamente il report di incidente viene analizzato dal RSPP che provvede a definirne la gestione (azioni correttive adottate e/o da adottare, responsabile dell attuazione, tempi di attuazione). Gli incidenti vengono esaminati al momento dell accadimento per la gestione, ed al momento del riesame del sistema per l ulteriore analisi e verifica delle soluzioni adottate. Comportamenti pericolosi Ogni anomalia riscontrata nel luogo di lavoro deve essere documentata a cura del capolinea/capo reparto/preposto in base alla funzione individuata dal datore di lavoro. Le azioni correttive/preventive/formative proposte in questi casi sono approvate dalla direzione aziendale e/o dal datore di lavoro e attuate a cura della funzione aziendale individuata. L attuazione delle azioni correttive è verificata durante il riesame del sistema. 24
25 Fase di riesame Dopo la conclusione del ciclo di monitoraggio interno, il vertice aziendale dovrebbe sottoporre a riesame le attività del sistema di gestione della sicurezza per valutare se esso sia attuato adeguatamente e si mantenga idoneo al conseguimento degli obiettivi. Argomenti tipici del riesame possono essere: statistiche infortuni; risultati dei monitoraggi interni; azioni correttive intraprese; rapporti sulla identificazione dei pericoli e sulla valutazione e controllo dei rischi. In conclusione del riesame si dovrebbero stabilire nuovi obiettivi e piani, nell ottica del miglioramento progressivo. 25
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