Riforme, Renzi fa il rullo: dissidenti senza chance I l presidente del consiglio e la ministra Boschi. Il muro del ministro Poletti:

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Riforme, Renzi fa il rullo: dissidenti senza chance I l presidente del consiglio e la ministra Boschi. Il muro del ministro Poletti:"

Transcript

1 CON LE MONDE DIPLOMATIQUE + EURO 1,50 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/23/2013 ALL INTERNO Sbilanciamo l Europa ANNO XLIV. N. 80. VENERDÌ 4 APRILE 2014 EURO 1,50 SENATO E LEGGE ELETTORALE Riforme, Renzi fa il rullo: dissidenti senza chance I l presidente del consiglio e la ministra Boschi si dividono i compiti. Lei si occupa dei problemi in casa Pd e conferma la disponibilità a correggere il testo in commissio- LAVORO ne, dove dalla prossima settimana si gioca la partita vera sul ddl costituzionale, sotto la regia della presidente Finocchiaro. Renzi invece Il muro del ministro Poletti: si occupa di Forza Italia. Riceve a Palazzo Chigi Verdini e Letta. Ne esce ostentando ottimi- «I 3 anni non si toccano» smo: «Rispetteranno l accordo». E indifferenza verso la dissidenza interna: «Si viaggia co- No anche sull assunzione me un rullo compressore», dice in serata a Otto e mezzo dei giovani apprendisti ANDREA FABOZZI PAGINA 3 SCIOTTO PAGINA 5 Serbatoio di voti Aveva appena battezzato Forza Campania, sottocorrente della casa madre berlusconiana, ma "mister preferenze" non potrà fare campagna elettorale. È finito ancora in carcere l ex coordinatore regionale Pdl Nicola Cosentino. È accusato, con i fratelli, di «estorsione con metodo mafioso» per favorire le pompe di benzina di famiglia PAGINA 2 BIANI NICOLA COSENTINO/FOTO GIULIO PISCITELLI - CONTROLUCE PENSIONI La bancarotta del risamento Alberto Burgio I eri il manifesto ha pubblicato gli ultimi dati Istat sulle pensioni, che hanno suscitato il solito corteo di reazioni. Ci si indigna, si spergiura che le pensioni questa volta «non si toccano». Sta di fatto che sette milioni di pensionati (il che non di rado significa sette milioni di famiglie) campano si fa per dire con meno di mille euro al mese, e che altri quattro milioni stanno sotto i Soltanto un terzo dei pensionati italiani supera questa soglia, che, se per un verso può apparire di per sé accettabile (la media degli stipendi italiani non ci arriva, nemmeno nel caso di dipendenti maschi indigeni, che guadagnano il 20% in più delle donne e il 24% in più degli stranieri), per l altro resta bassissima, dato il costo reale della vita, che cresce a ritmi sostenuti nonostante l inflazione sia ufficialmente prossima allo zero. Si può cambiare finché si vuole la composizione del paniere, si possono anche considerare nel modo dovuto i servizi essenziali. Ma la miscela tra il taglio delle pensioni e il progressivo smantellamento del welfare a cominciare dalla sanità pubblica sfugge al computo. Per non parlare di quei servizi che non sono mai di fatto entrati nel servizio sanitario nazionale, come l assistenza odontoiatrica. Servizi che con l avanzare dell età diventano vitali. Senza contare un altra cosa, di cui troppo spesso non si parla. C è un altra miscela, davvero esplosiva. Quella tra pensioni e disoccupazione o sotto-occupazione. Quanti vecchi ormai sono costretti a mantenere i giovani in Italia, direttamente (i figli) o indirettamente (i nipoti) che non trovano lavoro o guadagnano salari da fame? Si diceva prima degli stipendi medi italiani, inferiori ai 1500 euro (in realtà, ai 1300). Ma «naturalmente» i giovani prendono molto meno. La paga media di quei pochi che hanno la fortuna di trovare un impiego stabile supera appena gli 800 euro, con picchi negativi nel Sud, nel terziario e, nuovamente, per le donne. Senza contare la prateria del sommerso, che si espande a vista d occhio, di pari passo con l aumento della disoccupazione. Questa è la verità, alla luce della quale si dovrebbe fare una buona volta un bilancio delle «riforme» delle pensioni, da Dini a oggi. CONTINUA PAGINA Un modello sociale continentale da sottrarre alle nazioni. Interventi di Gnesutta, Iadecola, Pugliese, Marano, Dentico, Pizzuti, Del Giudice, Pianta, Monticelli, Bronzini Pantaleo OGGI L INSERTO Sbilanciamo l Europa SINDROME IRAQ PAGINA 16 In Texas veterano uccide 4 persone poi si suicida L autore della strage nel 2011 era in Iraq, come camionista. Nuovo episodio di una piaga divenuta ormai sociale: tra i veterani si registrano 22 suicidi al giorno. Obama: «Riaperta una ferita» FORT HOOD La guerra dentro Giuliana Sgrena S e hai fatto la guerra o l hai subita non te ne liberi più, ti resta dentro. Quante volte ho sentito citare la «guerra dentro» parlando direttamente con i veterani dell Iraq negli Stati uniti. Quel tormento che ti rode dentro, anche quando eri convinto di andare a combattere per il tuo paese ma spesso non lo eri nemmeno. Gli orrori della guerra sono difficili da immaginare senza averli vissuti. Il segno resta. Lo indicano le statistiche dei disagi e delle malattie provocate dai «disordini da stress post traumatico». CONTINUA PAGINA 16 ELEZIONI EUROPEE PAGINA 4 Tsipras a Palermo rilancia la «questione meridionale» Il leader greco torna in Italia e dalla Sicilia attacca l Euro della Merkel e accusa la «socialdemocrazia di assomigliare sempre più alla destra». Le distanze da Renzi

2 pagina 2 il manifesto VENERDÌ 4 APRILE 2014 SERBATOIO DI VOTI Forza Campania L ex sottosegretario aveva appena inaugurato la sua sottocorrente della casa madre berlusconiana Il sistema Cosentino Francesca Pilla NAPOLI «C hi ha più forza quello spara; dove ci vuole la politica c è mio fratello Faceva politica e curava gli interessi di famiglia anche dagli arresti domiciliari Finisce ancora in carcere l ex coordinatore regionale del Pdl. Insieme ai suoi fratelli, è accusato di «Rapporti con i Casalesi, estorsione e concorrenza sleale con metodo mafioso nel settore dei distributori di carburanti» Nicola, dove ci vogliono i soldi ci sto io e dove ci vuole la forza c è pure la forza». A parlare è Giovanni Cosentino, fratello di Nicola, secondo l imprenditore Luigi Gallo costretto a desistere dall aprire un distributore di carburante a Villa di Briano (provincia di Caserta). È lui uno dei cardini dell inchiesta della procura napoletana che ieri ha riportato in carcere l ex sottosegretario berlusconiano all economia. A pochi giorni dalla presentazione della sua nuova creatura politica, Forza Campania, Nick o mericano è nuovamente nei guai, questa volta arrestato insieme ai fratelli Giovanni e Antonio e a Pasquale e Antonio Zagaria congiunti di uno dei pezzi da 90 dei Casalesi (13 le misure cautelari in tutto). I reati sono di estorsione, concorrenza sleale con metodo mafioso per la gestione dei carburanti in provincia di Caserta, aggravati dall articolo 7 per aver favorito i Casalesi. Secondo le accuse l organizzazione criminale era riuscita a formare una sorta di cartello nel settore dei distributori di benzina che interessava le società dei fratelli Cosentino - Aversana Petroli, Aversana Gas e Ip Service. Avvalendosi di funzionari pubblici, amici conniventi della regione, funzionari della Kuwait Petroleum (che smentiscono ogni coinvolgimento) era riuscita a ottenere permessi o a bloccare la costruzione di impianti di aziende concorrenti prima dell arrivo delle liberalizzazioni. Ai riottosi pare venisse chiesto anche il pizzo, tra minacce e intimidazioni, da parte del clan che in cambio otteneva quote societarie e riciclaggio dei soldi sporchi. L ex braccio destro di Silvio Berlusconi in Campania, è reduce già da un lungo periodo di detenzione. Il 15 marzo del 2013 si era presentato volontariamente, dopo aver perso l immunità parlamentare, entrando in carcere a Secondigliano. Scelse di costituirsi e giurò sulla sua estraneità a uno dei clan più spietati del paese, quello dei Casalesi. Vale la pena ricordare che su di lui pendono due ordinanze di custodia cautelare per concorso esterno in associazione camorristica, riciclaggio e corruzione aggravata dalla sua posizione. Sono ancora in corso i processi su Eco4 per la gestione dei rifiuti (per cui è stato ammazzato Michele Orsi) e l inchiesta «Il principe e la ballerina» per l apertura di un centro commerciale. Cosentino solo l 8 novembre scorso era tornato in libertà. Il fatto che tentasse di risalire la china presentando un nuovo movimento, come sottocorrente di Forza Italia, per qualcuno era la prova che Nick o mericano fosse di nuovo in forma, pronto a racimolare voti nelle terre di casale e ad essere ricandidato. Quei numeri, che in molti dicono non avesse mai perso, visto che nel 2008 aveva fatto eleggere 38 deputati e 14 senatori. Poi era stato esiliato, ma non si era arreso. Solo domenica scorsa in un hotel del centro di Napoli erano tantissimi ad abbracciarlo e a stringergli le mani. Il simbolo, molto simile a quello di Fi, faceva ben capire che la battaglia sarebbe stata condotta sul campo ed era un avvertimento al governatore Stefano Caldoro. La scalata sarebbe ricominciata da lì, dalla Terra di Lavoro, dalla Regione Campania. Forse alla maniera di Nick, con quel consenso clientelare mafioso mai perduto. E anche se da Forza Campania esprimono solidarietà la corsa pare finire qui. Non era scontato. Oggi, infatti, secondo le indagini dei pm Antonello Ardituro, Fabrizio Vanorio e Francesco Curcio, avviate nel 2011, si scopre che l ex coordinatore regionale del Pdl quel suo potere nei paesi dell aversano non l aveva mai perso, anzi anche ai domiciliari, avrebbe continuato a gestire gli affari di famiglia: «Alcuni recenti tabulati telefonici - scrivono gli inquirenti - danno atto dei frequenti contatti di Cosentino con importanti esponenti della politica e delle istituzioni locali e nazionali, comprovandosi in tal modo il persistente svolgimento, da parte dello stesso, di attività politica». Si tratta, secondo l ordinanza, di ben 6147 telefonate e 4656 sms. Non solo. La storia della gestione illegale dell oro nero in provincia di Caserta, la dice lunga sulle capacità criminose dell organizzazione camorristica e le connivenze politiche. Tra le fila degli amici, sempre secondo le indagini, ci sarebbe infatti anche l'ex prefetto di Caserta, ed ex deputata Pdl, Maria Elena Stasi che convocò nella prefettura l ex sindaco di Villa di Briano, Raffaele Zippo, chiedendogli esplicitamente di revocare il tecnico comunale che aveva concesso l autorizzazione alla pompa di servizio di Luigi Gallo. Secondo quanto scrive il procuratore aggiunto Borrelli, il tecnico Nicola Magliulo era colpevole anche di «aver resistito alle incessanti pressioni esercitate dai Cosentino e da Luigi Letizia». L ex parlamentare di Fi l avrebbe quindi minacciato con «azioni ritorsive» della prefettura di Caserta contro l'amministrazione comunale di Villa di Briano. La procura definisce il comportamento dei fratelli Cosentino spregiudicato «nella gestione del loro potere economico e l'asservimento a tale scopo, del concorrente potere politico accumulato da Nicola Cosentino e del rapporto di scambievole interesse con esponenti del clan dei Casalesi». Su Antonio e Giovanni, già detenuti per altri reati, vengono contestate anche due ipotesi estorsive. La prima relativa a una tangente di 10 milioni di euro che permettesse a Luigi Gallo la realizzazione di un sito di carburanti da gestire coattivamente insieme agli Zagaria. L altra riguarda il tentativo di costringere con metodi mafiosi Gallo a non sciogliere una seconda società proprio per i contrasti sorti con gli Zagaria. REGIONE Cosentiniani in consiglio votano candidata Pd al Corecom Guerra tra clan: le truppe di Nic azzoppano Caldoro Adriana Pollice NAPOLI L agguerrito esercito di Nicola Cosentino non si arrende. Il nuovo arresto non blocca la tabella di marcia di Forza Campania, il gruppo di sette consiglieri regionali collegati a tre senatori di Gal, che sta dando battaglia dagli scranni del Centro direzionale, bloccando l azione di Forza Italia e del governatore Stefano Caldoro. L ultimo successo l hanno avuto appena martedì, consegnando al Pd la presidenza del Corecom. La maggioranza di centrodestra puntava sul candidato proposto da Fi Davide Conte, ex assessore a Ischia. Sulla carta i 33 voti blindati avrebbero dovuto consentire un approdo sul velluto e invece 11 defezioni, tra cui l assenza dell Udc (in polemica con una candidatura non concordata), hanno aperto la strada allo sgambetto: 20 voti democrat più, nel segreto dell urna, i sette cosentiniani hanno Il centrodestra in frantumi, lo scontro tra berlusconiani e Forza Campania per le europee incoronato Ilaria Perrelli, ufficio stampa del Pd regionale. E solo l ultima puntata di uno scontro con Caldoro cominciato fin dalle regionali del 2010, quando il sindacalista socialista soffiò il ruolo di candidato al coordinatore dell allora Pdl. La guerra sotterranea è esplosa in occasione delle ultime politiche, quando l uomo che aveva portato al successo elettorale in Campania il partito di Berlusconi in tutte le competizioni dal 2009 in avanti, divenne all improvviso un impresentabile. Etichetta risparmiata all ex presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro, a cui invece vennero perdonate le vicende giudiziarie legate ad ambienti camorristici, assicurandogli un nuovo approdo in Parlamento. La frattura è diventata scontro frontale con la nomina a coordinatore regionale di Domenico De Siano, gradito alla fidanzata di Berlusconi, la napoletana Francesca Pascale, ennesimo schiaffo ai dissidenti dell area casertana. Domenica scorsa all hotel Romeo la presentazione del simbolo Forza Campania con Cosentino tra il pubblico. Per ora non un addio alla famiglia di Fi ma un avvertimento: la maggioranza in regione è appesa a un filo e, se il filo si strappa, alle amministrative e magari alle politiche le strade potrebbero dividersi. L anno prossimo infatti si vota alle regionali e un ammutinamento del casertano significherebbe sconfitta sicura per il candidato di Berlusconi, anche se si dovesse ripresentare Caldoro. Forza Campania quindi non si arrende neppure dopo l ennesima brutta notizia dal fronte della procura e ieri ha diffuso una nota: «Siamo vicini a Nicola Cosentino e gli ribadiamo, oggi più di ieri, la nostra amicizia e la nostra solidarietà. Sentimenti che non si azzerano per una inchiesta giudiziaria. Non abbiamo mai rinnegato il rapporto umano e personale che ci lega a lui». Del resto il senatore di Gal Vincenzo D Anna l ha spiegato: «La candidatura di Nicola Cosentino alle prossime elezioni europee sarebbe stata l occasione per recuperare la ferita che ha portato alla nascita di Forza Campania. Nicola avrebbe sfondato il muro delle 150mila preferenze». Ma la fidanzata di Berlusconi da questo orecchio non vuole sentire. La scorsa settimana è arrivata a Napoli per motivi privati. Le immagini immortalate dai fotografi la ritraevano con un gruppo di amiche e magari future candidate, tra cui Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella. I Mastella sono felicemente approdati alla corte del Cavaliere, strappando la promessa di una candidatura alle europee. I Cosentiniani pazientano in attesa di capire cosa succederà a Berlusconi quando si scioglierà il nodo tra domiciliari e servizi sociali. Attendono cioè che il leader si decida a passare la mano, che la stella della Pascale tramonti e si torni a prendere decisioni tra i senatori del partito. In Campania tornerebbe tutto in discussione in vista delle regionali. Il territorio attualmente è diviso in tre bacini di voti: il nolano controllato da Paolo Russo e il resto dell hinterland partenopeo in mano a Cesaro da un lato; il casertano con Cosentino dall altro. Quanto contino i numeri si era già visto alla prima uscita pubblica dopo la scarcerazione a gennaio scorso: lo stesso giorno Caldoro e Mara Carfagna riunirono i loro sostenitori in una sala di un hotel napoletano mentre Nicola Cosentino organizzò il bagno di folla alla Stazione marittima con ingresso trionfale al grido di «Nicola, Nicola, sei tu Forza Italia» e «Noi non siamo dissidenti».

3 VENERDÌ 4 APRILE 2014 il manifesto pagina 3 IL VITELLO GRASSO Alleati Nessun problema a incontrare Berlusconi, dice il premier. Che intanto vede Verdini e giura: loro restano nel patto VOTO DI SCAMBIO Approvato il ddl: la camera attenua le pene. No di M5S NELLA FOTO GRANDE, NICOLA COSENTINO /FOTO RICCARDO ANTIMIANI-EIDON. QUI SOTTO, MATTEO RENZI E DENIS VERDINI/FOTO REUTERS. NELLA PAGINA A SINISTRA, STEFANO CALDORO Andrea Fabozzi «S i tratta di un meccanismo previsto in altri ordinamenti come la Francia e la Germania, non è una stranezza inventata da questo governo». In prima commissione al senato Maria Elena Boschi difende il disegno di legge costituzionale del governo. E si concentra sull aspetto FORZA ITALIA A Palazzo Madama tutti contrari al nuovo senato. Ma nessuno ha un alternativa Berlusconi indeciso a tutto, azzurri in ebollizione Andrea Colombo ROMA S e sul tavolo ci fossero davvero solo le riforme istituzionali, a questo punto il no di Forza Italia sarebbe certo, e l'approvazione del ddl del governo sul Senato fortemente improbabile. La riunione dei senatori azzurri di ieri mattina non lascia spazio a dubbi. Romani ha aperto mettendo in campo senza mezzi termini la possibilità di far saltare il patto del Nazareno. Tra gli intervenuti, nessuno si è schierato a favore della riforma. Le posizioni sono diverse, ma riguardano solo l'ipotesi alternativa a quella del governo. C'è chi vorrebbe mantenere il bicameralismo, sia pure diversificando le «aree di competenza» delle due camere, e non sono pochi. Addirittura 33 senatori sarebbero pronti a sottoscrivere la proposta di Minzolini che va in quella direzione. La maggioranza invece insiste per il monocameralismo, e ieri Romani lo ha confermato a 22 ribelli del Pd che sondavano il terreno per verificare la possibilità di un soccorso azzurro al ddl Chiti. Ma sul fatto che, competenze a parte, il Senato debba restare elettivo, senza i 21 «nominati» dall'alto e senza i sindaci sono tutti d'accordo. Berlusconi in persona lo ha detto a chiare lettere: «Sarebbe la camera delle autonomie...rosse». Il problema è che sul tappeto non c è affatto solo la riforma istituzionale. Quella, anzi, RIFORME Offensiva contro i dissidenti Pd: «Le primarie le ho vinte io». Ma non parlò di senato Renzi: chi mi critica non ha chance Divisione dei compiti con la ministra Boschi, che corre un po meno: «Da noi nessun ultimatum» Lombardi legge il manifesto, ma non lo dice Un ispirata Roberta Lombardi, con tono meditativo e profondo, attacca alla Camera il ddl costituzionale del governo: «L esecutivo strappa al legislativo il potere di iniziativa sulla legge che è terreno comune di tutte le forze politiche, se qualcuno ancora ricorda che cosa prevede la nostra Costituzione». Il discorso prende il volo per minuti, «sul piano della comunicazione è semplice. Renzi avrebbe già vinto raccogliendo i frutti dei limiti della classe politica dell ultimo ventennio, che ha portato l Italia al punto in cui è, e del vento freddo che soffia sulle istituzioni e ai quali ha spiegato le sue vele ma, nella sostanza, molto poco è cambiato in queste tre settimane da quando il Consiglio dei ministri ha reso nota la bozza di riforma, chiedendo quei suggerimenti che non sono stati mai accolti». Poi atterra alla conclusione che «i cittadini non eleggeranno nuovi senatori ma dovrebbero sentirsi più rappresentati da 150 esponenti delle élite politiche e culturali cooptati nel palazzo. Ciò pone un problema enorme di tradimento del principio della sovranità popolare». Infine si schianta sul consueto attacco alla «stampa compiacente». Un discorso insolitamente competente e ben angolato. Infatti lo legge, parola per parola, dal manifesto del primo aprile. Senza citarlo, si intende. Poco male, anzi bene: ai parlamentari e ai cittadini (quelli veri) il manifesto distribuisce buoni argomenti volentieri e senza rivendicazioni. La Lombardi copiativa si difende scaricando la responsabilità sul collaboratore che le ha scritto i testi. Solidarizziamo con lui. Ma è il backstage dell autoproclamazione dei 5 stelle a unica opposizione. E delle sparate imbroglione sulla stampa «compiacente». d.p. è solo la parte più appariscente del pacchetto. E dunque, come capita ormai sempre quando Berlusconi deve prendere una decisione, regna la più totale incertezza. La prima variabile, va da sé, è la decisione che prenderà il Tribunale di sorveglianza di Milano il 10 aprile. La missione fallita di Berlusconi sul Colle non mirava, in realtà, a ottenere un rinvio della decisione per consentire all ex cavaliere di fare la campagna elettorale europea. Quello, casomai, è l'obiettivo di Toti, per cui un risultato infausto segnerebbe la campana a morto. Per il condannato l importante è che i magistrati di sorveglianza gli concedano i domiciliari, e nella versione più morbida, cioè limitato a un colloquio mensile con l'assistente sociale. Questo era il bersaglio sotteso alla richiesta di «agibilità politica» rivolta dal condannato al capo dello Stato. Napolitano ha risposto picche, e non poteva fare altrimenti. Ma è ovvio che, se i magistrati milanesi concederanno spontaneamente i domiciliari all'acqua di rose, il gesto peserà sulle scelte dei senatori silvieschi. In caso contrario il peso sarà anche maggiore, ma in direzione opposta. In secondo luogo, Berlusconi ha ben chiara la strategia di Renzi. Quando il premier avverte che qualora Fi si defilasse e la riforma passasse per un soffio si lascerebbe la parola al popolo sovrano via referendum, non parla solo di riforme e di senatori. Quel voto sarebbe un plebiscito tra il «cambiamento» incarnato dall'ex sindaco, e la «conservazione», rappresentata dall'uomo che ha dominato la politica italiana negli ultimi vent'anni. Il risultato sarebbe scontato in partenza, e sull onda di quel successo Renzi non ripeterebbe l errore di Mario Segni nel 93. Correrebbe subito alle elezioni politiche, per incassare i dividendi della campagna «riformatrice». Un quadro del genere per Silvio, l'eterno homo novus, è un incubo. Potrebbe evitarlo solo se la riforma Renzi non passasse neppure di stretta misura. Ma su questo il re deposto non può mettere la mano sul fuoco. È vero che tutti i suoi senatori si dicono contrari al Senato non elettivo, ma è anche vero che un certo numero di loro, almeno 14, è molto più interessato a evitare la fine della legislatura che a salvare il Senato elettivo. Sono gli stessi che hanno già salvato la legge sulle province disertando l'aula. Probabilmente farebbero lo stesso in caso di scontro frontale sulle riforme istituzionali. Se si aggiungono le divisioni latenti che lacerano sottopelle il partito azzurro, e che quasi certamente esploderebbero in caso di showdown a palazzo Madama, si capisce bene perché Berlusconi una decisione finale non l abbia presa né per ora possa prenderla. E perché, nella mano di poker che si sta giocando sulle riforme, la posizione di forza sia ancora quella di Matteo Renzi. più criticato, la cooptazione al senato di sindaci e consiglieri regionali in luogo dell elezione diretta dei senatori da parte di cittadini. Cita l esempio di Germania e Francia. Ma la prima è uno stato federale: i Lander mandano a Berlino i rappresentanti dei governi locali. E la seconda, la Francia, ha appena introdotto il divieto di cumulo tra mandato parlamentare e funzioni esecutive locali - il contrario esatto di quello che propone il governo italiano. Non solo: i francesi affidano il compito di scegliere i senatori a 150mila grandi elettori. Il genio renziano, qui da noi, immagina di riservare il privilegio a ottomila sindaci e mille consiglieri regionali. La mancate elezione diretta è il punto d attacco della proposta di legge alternativa illustrata ieri dal senatore del Pd Vannino Chiti (non molto diversa da quella alla quale lavorava da ministro delle riforme del secondo governo Prodi). È il fronte interno del Pd: oggi una ventina di senatori, ma si tireranno dietro altri scontenti della maggioranza. «Renzi non è il verbo e noi non siamo gli infedeli. Meglio confrontarsi, ragionare nel merito», dice il senatore democratico Mucchetti. E il suo collega Mineo: «È il parlamento che deve decidere, non Renzi. Per fortuna siamo ancora senza vincolo di mandato». Se Forza Italia si sfila, se Berlusconi esce dall accordo per la riforma del bicameralismo mollando anche la legge elettorale (che proprio dal senato deve passare), Renzi non può permettersi di perdere un voto, figuriamoci venti. Per questo il presidente del Consiglio e la ministra Boschi si dividono i compiti. Lei si occupa dei problemi in casa Pd. E conferma la disponibilità a correggere il testo in commissione, dove dalla prossima settimana si giocherà la partita vera sul ddl costituzionale, sotto la regia della presidente Finocchiaro (ieri il suo ex portavoce stroncava la riforma in un articolo sull Unità). Persino la fretta in base alla quale bisognerebbe approvare il testo del governo entro le elezioni europee sfuma un po nelle parole della ministra: «Nessuno vuole dare ultimatum al parlamento». Renzi invece si occupa soprattutto di Forza Italia. Riceve a palazzo Chigi Denis Verdini e Gianni Letta, ambasciatori di un Silvio Berlusconi che ha raccolto poco o nulla al Quirinale. Ne esce ostentando ottimismo: «Rispetteranno l accordo. Sono convinto che Forza Italia voterà sia la riforma del senato che la legge elettorale». Per questo non si nega affatto a un incontro con l ex Cavaliere in procinto di essere ristretto ai servizi sociali: «Non avrei nessun problema ad incontrarlo, ma non è previsto». Per questo non si concede nessuna prudenza nei confronti della dissidenza interna: «Si viaggia come un rullo compressore», assicura dalla televisione (Otto e mezzo). E ripete la minaccia sulla fine della legislatura: «Se non ci riusciamo io vado a casa, ma anche gli altri». Ma che al senato la sua riforma rischia tanto non può non saperlo. Renzi attacca per difenderla. «La proposta di legge dei 22 del Pd? Non ha alcuna chance», chiude il discorso. Il punto però non è quanti voti prenderà Chiti, ma quanti toglierà al ddl governativo. Per questo il segretario Pd imbroglia le carte e parte con la propaganda: «Loro vogliono mantenere l indennità». Vero, ma la proposta Chiti taglia i parlamentari più di quanto non faccia Renzi. Il risparmio sarebbe superiore. Poi l ultimo spot: «Il Pd ha già fatto il dibattito, si chiamava primarie, dove i candidati hanno presentato delle proposte di legge». Le primarie le ha vinte lui. Ma la legge elettorale che aveva annunciato tante volte prima del giorno dei gazebo, alla fine non l aveva presentata affatto. E sulle riforme costituzionali si può leggere la mozione Renzi che è ancora sul suo sito: non c è una riga. il manifesto DIR. RESPONSABILE Norma Rangeri CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Benedetto Vecchi (presidente), Matteo Bartocci, Norma Rangeri, Silvana Silvestri il nuovo manifesto società coop editrice REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE, Roma via A. Bargoni 8 FAX , TEL REDAZIONE redazione@ilmanifesto.it AMMINISTRAZIONE amministrazione@ilmanifesto.it SITO WEB: TELEFONI INTERNI SEGRETERIA 576, ECONOMIA 580 AMMINISTRAZIONE ARCHIVIO POLITICA MONDO CULTURE 540 TALPALIBRI VISIONI SOCIETÀ 590 LE MONDE DIPLOM LETTERE 578 iscritto al n del registro stampa del tribunale di Roma autorizzazione a giornale murale registro tribunale di Roma n ilmanifesto fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge n.250 ABBONAMENTI POSTALI PER L ITALIA annuo 320 semestrale 180 versamento con bonifico bancario presso Banca Etica intestato a il nuovo manifesto società coop editrice via A. Bargoni 8, Roma Luca Fazio I l voto di scambio tra politici e mafiosi è un po meno grave di prima. Lo ha deciso ieri la Camera approvando (293 deputati hanno votato sì, 83 hanno votato contro e 2 si sono astenuti) un emendamento proposto da Davide Mattiello (Pd) che modifica il ddl approvato lo scorso gennaio. Con il voto di ieri il reato punito dall articolo 416 ter del Codice civile viene punito con un minimo di 4 anni e un massimo di 10 anni di carcere (prima la pena prevista era da 7 a 12 anni). L emendamento è stato approvato con il decreto favorevole del governo. In precedenza l aula aveva respinto una proposta del M5S che chiedeva di riportare le pene da 7 a 12 anni. Il testo dovrà passare nuovamente al Senato. «Il governo si impegnerà al massimo nel corso dell esame al Senato perché questa norma sia definitivamente approvata prima delle elezioni europee», ha detto il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri. Una dichiarazione che non basta a placare le prevedibili polemiche scatenate dai pentastellati. Il testo del nuovo 416 ter recita così: «Chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell articolo 416-ter in cambio dell erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. La stessa pena si applica a chi promette di procurare voti con le modalità di cui al primo comma». Tra le modifiche più contestate, oltre la diminuzione della pena, c è anche la cancellazione del principio di punibilità per il politico «che si mette a disposizione» dell organizzazione mafiosa. Durissime le reazioni dei membri della Commissione giustizia e antimafia di Camera e Senato del M5S: «Un politico può essere a disposizione della mafia: non è reato. Renzi e Verdini hanno ammazzato il 416 ter. Dopo una lunga e dura battaglia il governo delle larghe intese sulla mafia, previo incontro tra capi, ha deciso che lo scambio politico mafioso non deve essere punito». Di parere opposto Donatella Ferranti (Pd), presidente della Commissione giustizia alla Camera. Il testo sul voto di scambio, ha spiegato, «è una norma di grande rigore, che permetterà di stroncare qualunque patto tra politica e mafia». Anna Rossomando, deputata del Pd e componente della Commissione giustizia alla Camera, difende il provvedimento dicendo che punirà ancora più severamente il reato di scambio elettorale mafioso. «Oggi - si legge in una nota - alla Camera votiamo il testo arricchito dal contributo del Senato con la punibilità anche della promessa. Raccogliamo anche le preoccupazioni che ha avanzato il presidente dell Anm. Ovvero che la norma che finalmente punisce anche lo scambio dell utilità sia effettivamente e concretamente applicabile nei processi. E questa è la modifica che abbiamo apportato eliminando la parte sulla cosiddetta disponibilità». IBAN: IT 30 P COPIE ARRETRATE 06/ arretrati@redscoop.it STAMPA litosud Srl via Carlo Pesenti 130, Roma - litosud Srl via Aldo Moro 4, Pessano con Bornago (MI) CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ poster pubblicità srl poster@poster-pr.it SEDE LEGALE, DIR. GEN. via A. Bargoni 8, Roma tel , fax TARIFFE DELLE INSERZIONI pubblicità commerciale: 368 a modulo (mm44x20) pubblicità finanziaria/legale: 450 a modulo finestra di prima pagina: formato mm 65 x 88, colore 4.550, b/n posizione di rigore più 15% pagina intera: mm 320 x 455 doppia pagina: mm 660 x 455 DIFFUSIONE, CONTABILITÀ. RIVENDITE, ABBONAMENTI: reds, rete europea distribuzione e servizi, v.le Bastioni Michelangelo 5/a Roma - tel , fax certificato n del chiuso in redazione ore tiratura prevista

4 pagina 4 il manifesto VENERDÌ 4 APRILE 2014 IL PRIMO DELLA LISTA L Altra Europa Il leader di Syriza torna in Italia e lancia la campagna elettorale a Palermo ricordando Falcone e La Torre Tsipras parte dal sud Attacco alla socialdemocrazia francese di Hollande «che assomiglia sempre più alla destra», e all Europa imposta da Angela Merkel: «L euro non deve ricattare il meridione». La replica a Alfano che vuole blindare le frontiere Chiara Giarrusso PALERMO È un caso che Alexis Tsipras abbia scelto Palermo per la sua unica tappa italiana? E un caso che il luogo che l ha ospitato, la sede di un associazione culturale, si chiami Biotos? No, nel capoluogo siciliano il leader di Syriza ha riconosciuto il posto in cui le peggiori condizioni per vivere (come nella sua Grecia) diventano le condizioni migliori per riportare in vita la politica. In una delle città più disamministrate d Italia, Tsipras rilancia la «Questione meridionale», parla di quel Sud dell Europa che la miope politica di Berlino e Francoforte intende punire per la sua povertà, ancor più che per i suoi errori. Il leader greco lancia la campagna elettorale della lista «L altra Europa» e lo fa presentandosi non come un «calciatore acquistato per il campionato in corso» ma come guida di una sinistra che vuole ricordare all Europa dei 28 che il processo di integrazione non può piegarsi alle EUROPA Oggi organizzazioni (Ces) in piazza a Bruxelles Tutti i sindacati chiedono una scossa da 250 miliardi Jacopo Rosatelli N on lo si dirà mai abbastanza: per democratizzare davvero l Unione europea è necessaria una società civile europea. Senza corpi intermedi forti e visibili, l Ue resterà fatalmente nelle mani delle tecnocrazie. Per questa ragione quel che accade oggi a Bruxelles è molto importante: le organizzazioni sindacali di tutta Europa, sotto l ombrello della loro Confederazione continentale (Ces), sfilano insieme a sostegno di una piattaforma comune. Unite, al di là delle divisioni nazionali, per chiedere «un nuovo corso», radicalmente diverso da quello seguito sino ad ora dalle istituzioni comunitarie e dai governi degli stati. Nella capitale belga sono attese decine di migliaia di lavoratori e delegati sindacali, provenienti dalla «periferia» e dal «centro», dal Portogallo come dalla Germania, dalla Spagna (dove ieri c è stata una sorta di anteprima, con manifestazioni in decine di città) all Olanda. Condizioni diverse, ma rivendicazioni comuni: «Investimenti per la crescita sostenibile e l occupazione di qualità, fine dell evasione e delle frodi fiscali, flessibilità nell applicazione delle norme sui disavanzi pubblici». E quindi: no alle politiche di austerità, «volte a rassicurare i mercati piuttosto che a garantire il progresso sociale» e no a un modello di Ue «che costringa i lavoratori a competere sulla base di retribuzioni al ribasso, cattive condizioni di lavoro e tassazioni squilibrate». La proposta-chiave delle organizzazioni sindacali consiste in un piano di investimenti pari al 2% annuo del Pil europeo per dieci anni: soldi da utilizzare per rilanciare davvero economia e occupazione nell industria, nei servizi, nel welfare e nei settori della ricerca. Risorse che non ci sono? Dipende dalla volontà politica. La Ces ricorda che dal 2008 per salvare il settore finanziario sono stati spesi circa mille miliardi (il solo fondo «salva-banche» tedesco Soffin ha un volume di 480 miliardi di euro), e altrettanti ne vengono sottratti annualmente in modo illecito al fisco. L ammontare del piano d investimenti proposto dai sindacati è di 250 miliardi annui, da sostenere anche attraverso l emissione di buoni garantiti a livello europeo quelli che la cancelliera tedesca Angela Merkel vede come il fumo negli occhi. A differenza dei soldi finiti alle banche, che non si sono quasi mai trasformati in credito alle imprese, quelli del piano della Ces avrebbero invece un sicuro ritorno positivo: stando alla valutazione della confederazione, fino a 11 milioni di nuovi posti di lavoro, oltre agli introiti fiscali da un economia che tornerebbe a girare. Il voto per il rinnovo dell Europarlamento del 25 maggio si avvicina, e la manifestazione di oggi è anche un messaggio agli elettori e al mondo politico europeo: la Ces «chiede a tutti i cittadini di sostenere i candidati che promuovono un Europa progressista, un Europa inclusiva e che operi per i diritti dei suoi cittadini». Sostegno e attenzione alla mobilitazione sono arrivati da eurosocialisti, verdi e dalla Sinistra europea: nelle forze progressiste del continente le organizzazioni sindacali sono ancora tenute in seria considerazione. A differenza di quanto avviene nella «nuova» Italia di Matteo Renzi, dove ignorare le rappresentanze dei lavoratori è diventato un vanto. E pensare che proprio sotto la guida dell ex sindaco il Pd è diventato membro a tutti gli effetti del Partito socialista europeo. Anomalie di casa nostra, di cui evidentemente il candidato presidente Schulz non è al corrente. logiche del profitto e dei banchieri, ma deve continuare sulla strada dei diritti per un Continente dei popoli, non dei populismi, né dell austerity. Alle politiche dell area Shengen, che garantiscono libertà di circolazione a merci e capitali, vietandola agli esseri umani per motivi di cittadinanza, Tsipras, da uomo del Sud, parla di coesione sociale e uguaglianza, termini ormai desueti nel circolo dei governi europei. Infatti, nelle stesse ore, a Palermo, il ministro dell Interno Angelino Alfano, anche lui uomo del Sud, torna a parlare di immigrazione con il piglio del poliziotto: i 600 mila migranti che sulle coste africane aspettano di attraversare il Mediterraneo (secondo la stima del capo del Viminale) dovranno essere fermati dal Frontex, e l Europa, è la linea di Alfano, «deve proteggere i propri confini». Passa qualche ora e Tsipras, che in serata ha incontrato la comunità greca di Palermo al cinema Imperia, replica: con buona pace del ministro, se tanta gente vuole venire in Europa non sarà lo spauracchio del Frontex a fermarla. Un Europa dei popoli non può precludere il diritto alla vita, a un domani migliore, a un lavoro, a una casa, se l unica colpa di chi sceglie di consegnare il suo futuro a un viaggio della speranza, è quella di fuggire da guerre e miseria. Piuttosto, le politiche di contrasto hanno trasformato il Mediterraneo «in un cimitero di anime». Tsipras parla ad Alfano, ma soprattutto ai deludenti leader europei, come Francois Hollande, che a forza di assecondare i concetti dei conservatori, ha trasformato il volto della socialdemocrazia europea, «facendola sempre più rassomigliare alla destra». Per Tsipras, quella Palermo civile che si batte contro la corruzione, è un esempio da seguire. La sua seconda tappa palermitana è l Albero Falcone, davanti al palazzo di via Notarbartolo dove abitava il magistrato ucciso dalla mafia nel 92. L altra tappa è la lapide che ricorda Pio La Torre, il parlamentare del Pci ucciso da Cosa nostra nell 82 insieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo. Un omaggio, quello di Tsipras, agli uomini della resistenza, a un magistrato antimafia e a un pacifista, che oltre trent anni fa si battè contro l installazione dei missili nucleari a Comiso. Ed è la resistenza che Tsipras chiede agli europei contro la «barbarie» dell Europa dei tecnocrati che ha messo in ginocchio la Grecia e l Italia. Un segnale forte contro le politiche di Angela Merkel e il suo sogno di «un Europa tedesca». Alla cancelliera dice che respinge «il ricatto dell uscita dall Euro delle economie: restiamo nell'area comunitaria come membri paritari. Dobbiamo essere tutti uguali». A chi gli parla di divisioni nello schieramento che lo sostiene, Tsipras ribatte che l unità è acquisita, ma la sinistra deve cercare nuove strade e nuova espressione». E la nuova strada che la pallida sinistra italiana pensa di aver trovato con Renzi, non commuove per nulla il Roberto Ciccarelli I sabella Cirelli era a capo dei cento volontari del comitato 33 che ha vinto il referendum bolognese sulle scuole paritarie nel maggio Una battaglia memorabile che il collettivo di scrittori Wu Ming definì come quella delle Termopili dove gli spartani sconfissero l'esercito di Serse che a Bologna schierava la Cei, Cl, il Vaticano insieme al Pd, Legacoop e Confcooperative. Oggi Isabella, che lavora per la filiale di un'azienda danese a Bologna ed è madre di una bambina di 4 anni, si è candidata alle europee per la lista Tsipras. Quei trecento spartani oggi li vuole guidare in una lotta ancora più ambiziosa, quella contro una declinazione particolare dell'austerità: la riforma della scuola italiana secondo il «modello tedesco». Per renderlo operativo, il ministro dell'istruzione Stefania Giannini rafforzerà l'apprendistato e la formazione tecnica. A suo avviso sono queste le condizioni affinché l'industria manifatturiera italiana possa sopravvivere nei prossimi anni. Perchènon è d'accordo con questavisione? Perchè Giannini non mette in evidenza la caratteristica fondamentale del modello tedesco: la sua selettività precoce che interviene sulle prospettive di vita dei ragazzi già dalla fine dell'infanzia in ragione dei risultati scolastici conseguiti fino a quel punto. Dopo quattro anni di scuola primaria, i ragazzi vengono iscritti con il consenso dei genitori ad uno specifico tipo di scuola media inferiore che a sua volta li canalizza verso specifici tipi di scuola media superiore. Con quali risultati? Questo sistema vocazionale permette alla Germania di avere ottime performance nelle classifiche Ocse, ma vincola il successo scolastico di un alunno al livello di benessere socio-economico della famiglia di appartenenza. In questo modo, l'intero sistema scolastico tende a privilegiare i progressi di coloro che hanno ricevuto le migliori di condizioni di partenza dal reddito dei suoi genitori. Quella che si vuole importare dalla Germania è una scuola di classe. capo di Syriza. Quando gli chiedono cosa abbia in comune con il segretario del Pd, si lascia andare a una battutta: l età. Dopo un a pausa aggiunge: lui tifa Fiorentina, io Panathanaikos. Nemmeno sul calcio potranno mai trovare una convergenza. Infine, mentre sta per uscire dalla sala della conferenza stampa, incrocia Nicola Cipolla, l ex senatore del Pci, oggi più che novantenne e più che mai battagliero. Con lui non divide l età, ma sui valori della sinistra l accordo è totale. Lista Tsipras /ISABELLA CIRELLI, DAL REFERENDUM A BOLOGNA ALL EUROPA «Il governo Renzi vuole una scuola di classe» Non crede che quella italiana sia già oggi una scuola di classe? Lo è, purtroppo. I test Ocse-Pisa sulla matematica hanno confermato che gli alunni che vengono da famiglie di livello socio-economico basso ottengono risultati tre volte più bassi di quelli che vengono da famiglie con reddito più alto. Ma in Germania, a causa della selezione precoce, questo rapporto di probabilità sale a cinque. L'introduzione di questo modello anche in Italia peggiorerebbe le diseguaglianze esistenti, facendole dipendere sempre più dal background familiare. Come si può evitare questo esito? Iniziando a seguire le indicazioni che vengono persino dall'ocse che raccomnda di limitare la selezione precoce a scuola e di innalzare l'età in cui realizzare la separazione tra i diversi tipi di curricula scolastici. Esiste un collegamento tra l'auspicio del ministro Giannini sulla maggiore integrazione tra scuola e lavoro e la riforma dell'apprendistato contenuta nel decreto Poletti sul lavoro? Il limite evidente dell'orizzonte programmatico sulla scuola in Italia è l'incapacità di uscire da un'ottica di tamponamente delle emergenze come l'edilizia scolastica o l'assorbimento del precariato degli insegnanti. Sono cose doverose, ma evitano di confrontarsi con i problemi maggiori. Quali? Un esempio basta per tutti: l'alto tasso di dispersione scolastica e la conseguente bassa percentuale di giovani che completano la media superiore: il 79% in Italia contro l'84% della media Ue.

5 VENERDÌ 4 APRILE 2014 il manifesto pagina 5 CI JOBBANO Precariopoli La minoranza Pd si è convinta a non alzare troppo i toni. Rimane contraria la Cgil RANA PLAZA-STRAGE Manconi: il Senato convocherà il Made in Italy DALLA PRIMA Alberto Burgio ALEXIS TSIPRAS /FOTO ANDREA SABBADINI. A SINISTRA, CON RENATO ACCORINTI IERI A PALERMO. A DESTRA, UNA LAVORATRICE PRECARIA IN PIAZZA /ALEANDRO BIAGIANTI Pensionati, bancomat del risamento fallito Antonio Sciotto I l decreto sui contratti a termine, purtroppo, per il momento sembra destinato a rimanere «precarizzante». La conferma è arrivata dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ieri ha sintetizzato i risultati dell incontro che si è tenuto mercoledì sera con i parlamentari del Pd. «Non è molto difficile arrivare a un ragionevole punto di intesa», ha spiegato il ministro, ribadendo successivamente i paletti che intende mettere alle modifiche. L incontro è stato «assolutamente utile e molto costruttivo», ha detto il ministro, ammettendo che si sono contrapposte valutazioni di merito differenti, ma che si è comunque tracciato un percorso entro il quale poter ritoccare il provvedimento. «Credo che siamo nel contesto di un sostanziale mantenimento della norma così come l'abbiamo scritta e prevista ma con qualche aggiustamento di quelle parti che a seguito della discussione politica e delle audizioni si verifichi sia opportuno cambiare». Proprio per favorire le modifiche, ieri si è rinviata la scadenza per la presentazione degli emendamenti all 11 aprile. I non renziani, i più critici rispetto al decreto, hanno la maggioranza in Commissione Lavoro della Camera, ma non la useranno per causare rotture nel partito. L accordo è insomma che si agisca per «aggiustamenti» appunto per mezzo degli emendamenti, Cosiddette riforme promosse, guarda un po, sempre da super-pensionati aurei in flagrante conflitto d interessi. Che, nel nome della sicurezza dei conti pubblici, si sono fatti sempre anche gli affari propri e dei loro simili, senza battere ciglio. Tutto questo per quale ragione, considerato che il bilancio dell Inps al netto delle spese assistenziali non è mai stato in rosso? La risposta è la solita. Siamo indebitati, bisogna tagliare. Anzi «risanare». Allora non c è bancomat migliore delle pensioni, che sono una grossa fetta della spesa e vanno perlopiù a cittadini con poco potere contrattuale. Sono almeno vent anni che si spacciano per previsioni diagrammi addomesticati che mostrano come senza ridurre la spesa pensionistica lo Stato andrebbe in bancarotta. Il risultato è questo. Che in bancarotta ci siamo per davvero, e proprio grazie ai tagli e al «risanamento». Ma sbaglierebbe chi pensasse che siamo in mano a una manica di incompetenti, a dilettanti allo sbaraglio. Non è così. Chi ci ha governati in questo ventennio post-costituzionale e chi ancora oggi ci governa non importa se di centrodestra o di centrosinistra ha dimostrato di sapere il fatto suo. C è non soltanto del metodo, ma anche molta consequenzialità e coerenza. Grazie al tanto celebrato bipolarismo, che in realtà è soltanto un centralismo mascherato. Gramsci in carcere, quando cercava di capire come funzionava il corporativismo fascista al di là della fanfara pseudo-fordista, si convinse che la sostanza della politica economica del regime consisteva nella protezione della rendita finanziaria medio e financo piccolo-borghese, ma soprattutto «plutocratica». Se guardiamo alla recente storia repubblicana, la diagnosi mantiene tutta la sua attualità. Quando si parla di debito pubblico, non si parla della gigantesca evasione ed elusione fiscale. Quando si parla di evasione fiscale, magari per criticarne la repressione nel nome di un realismo economico d accatto, non si parla di debito pubblico. E mai ci si sofferma sulle cause di un debito privato particolarmente contenuto. Come se i vasi non comunicassero. Il risultato è che il debito viene imputato solo alla spesa e che l unica sedicente politica economica consiste nella sua riduzione e nell aumento della pressione fiscale sui dipendenti. Con le conseguenze rovinose che vediamo. Siamo di gran lunga il paese più iniquo e corrotto dell Europa forte. Col record (oltre che dell evasione fiscale) dei bassi salari, delle ore lavorate, delle disuguaglianze, della precarietà. Nonché quello che destina meno risorse al sostegno del reddito e alle misure di contrasto della povertà. E che regala più soldi alle imprese private. Metà della capitalizzazione della Fiat, che nel frattempo se n è andata dove più le conviene, è fatta di capitale pubblico. Come nell altro ventennio, quando c era Lui, piove sul bagnato. Chi ha già molto, accumula a spese dei moltissimi che hanno sempre meno. La qual cosa è, oltre che iniqua, anche irrazionale. Non da un punto di vista bolscevico, ma in AL MANIFESTO IL PREMIO "SODALITAS" «Una nuova politica dovrebbe partire dal racconto della nostra società, anche perché lì dentro c'è la ricetta per ripartire». Così Riccardo Iacona ha commentato il premio speciale che la giuria del premio Sodalitas "Giornalismo per il sociale" presieduta dal professor Stefano Zamagni - gli ha attribuito ieri mattina a Milano. Al conduttore di "Presa Diretta" è stato attribuito il riconoscimento perché, questa la motivazione, «pratica un giornalismo d'inchiesta che, nonostante il sempre minore spazio che questo tipo di informazione trova, riesce a focalizzare l'attenzione su temi di grande rilevanza sociale, generando rispetto a questi una diffusa presa di coscienza». Tra i 155 giornalisti partecipanti all undicesima edizione del "Sodalitas", al nostro Angelo Mastrandrea è stato attribuito il primo premio nella categoria "Alimentazione, salute, stili di vita e di consumo" con l inchiesta "La food economy batte la crisi". Un riconoscimento è andato anche al manifesto, che ha pubblicato l articolo nell inserto estivo "L Italia che va". Titolo del numero in questione: "Terra è libertà". Parlando alla platea, Mastrandrea ha spiegato come la crisi stia producendo un ritorno alla terra, specie tra i giovani, e quanti ostacoli esso trovi, tra speculazioni immobiliari e desertificazione. Il manifesto si complimenta con l autore e un po anche con se stesso. LAVORO «È l essenza della legge, non si tocca». Apprendisti, niente stabilizzazioni Poletti fa muro sui 3 anni e possibilmente senza creare assi trasversali alternativi con M5S e Sel. Due i punti di attacco individuati per una possibile correzione, anche se la minoranza Pd non ha del tutto rinunciato a modifiche più ampie: il primo riguarda la formazione pubblica nell apprendistato; dovrebbe essere reinserita l obbligarietà, anche per non incorrere in sanzioni Ue. Il secondo è relativo alle proroghe previste per un ottica di buon governo «progressista». Difatti stiamo rapidamente scivolando verso la periferia dell Europa, per non dire tra le sue colonie interne. Quanto all iniquità, è diventata un tabù. Negli anni Ottanta, mentre si preparava l eutanasia del Pci, si cominciò a parlare di giustizia sociale in termini diversi da quelli della tradizione marxista. Si smise di ragionare di classi e di conflitti, e si assunse la prospettiva della filosofia politica anglosassone. Fu un operazione a perdere come si è visto, ma allora di giustizia almeno si parlava. Oggi il tema è derubricato. Bisognerebbe chiedersi una buona volta perché. E domandarsi se la giustizia sia un lusso per anime belle o un ingrediente della democrazia. Se la Costituzione possa essere rispettata quando la giustizia sociale è calpestata. E se abbia senso definirsi «riformisti» (non parliamo, per carità, di sinistra) mentre si contribuisce alla sua liquidazione. i contratti a tempo determinato. Un punto, quest ultimo, su cui Poletti non si sbilancia, ma per cui conferma la possibilità di una riduzione. «Sì, è un tema discutibile perché non c è un dogma ma solo una valutazione da fare. La discussione però non è ancora iniziata», rispondeva ieri il ministro a chi gli chiedeva se fosse possibile prevedere una riduzione del numero dei rinnovi contrattuali da 8 a 6. Il governo farà invece muro sulla eventualità che si rimettano in discussione i mesi di durata del nuovo contratto a termine. «I 36 mesi è uno dei punti essenziali della norma ed è un punto non discutibile perché la sua logica è fare in modo che con le proroghe sia possibile che una stessa persona resti nello stesso posto di lavoro per tutta la durata del periodo», ha spiegato Poletti ribadendo come una riduzione da 36 a 24 mesi e la reintroduzione di una causale sarebbe «un controsenso logico». Perplessità, da parte del ministro, anche sulla richiesta, emersa nel corso dell incontro con il Pd, di reinserire la soglia per la stabilizzazione degli apprendisti. «Personalmente sono poco convinto del fatto che siano gli obblighi che producano gli esiti ha commentato Poletti Se un impresa è convinta della bontà di una soluzione stabilizza in autonomia, se non lo è interrompe il contratto un mese prima della scadenza, eludendo il problema», ha spiegato il ministro. L iter parlamentare, secondo Poletti, sarà tranquillo: «Non mi aspetto nessun problema particolare ha detto La discussione è molto positiva e tutti hanno preso atto che non c è un aut aut, prendere o lasciare, da parte del governo». Eppure un ammonimento arriva: «Se qualcuno pensa di fare una cosa diversa da quello che il governo ha proposto e concordato, il governo si opporrà». Poco prima dell 11 aprile, l esecutivo farà il punto con il relatore di maggioranza per verificare quanti e quali emendamenti prevedere anche perché, ha aggiunto infine Poletti, non è escluso che «alcuni emendamenti li debba fare lo stesso ministero», soprattutto sulla parte relativa alla congruenza della legge con le norme europee. Pd a parte (con una minoranza che ha dunque accettato di non alzare troppo i toni), la Cgil resta molto critica. Ieri la segretaria Susanna Camusso ha confermato tutti i dubbi e le critiche del sindacato sul provvedimento. EUROPEE Alfano cerca voti sfruttando gli immigrati Angelino Alfano comincia la campagna elettorale del Ncd. E lo fa alimentando paure irrazionali e del tutto ingiustificate nei confronti degli immigrati. Come ha fatto ieri da Palermo dove ha annunciato un improbabile invasione dal Nord Africa. «Secondo le nostre informazioni ci sono tra le 300 e le 600 mila persone in attesa di transitare nel Mediterraneo», ha detto il ministro degli Interni. Le preoccupazioni di Alfano non riguardano però la sorte di migliaia di profughi, in maggior parte siriani, somali ed eritrei, che fuggono dalla guerra, ma solo quella di impedire che arrivino sulle nostre coste. E per questo chiede all Unione europea di rafforzare ulteriormente Frontex, la missione europea di controllo del Mediterraneo allo scopo di fermare i barconi carichi di immigrati. «Noi ci batteremo perché l Europa difenda le frontiere», ha infatti concluso Alfano. Non è la prima volta che il leader del Ncd agita lo spauracchio di un invasione dal Nord Africa. Solo pochi giorni fa ha detto le stesse identiche parole ad Agrigento, parlando anche in quell occasione di 300/600 mila africani pronti a dirigersi verso l Italia. Numeri che secondo Alfano sarebbero forniti dai nostri servizi segreti, ma che in realtà sono del tutto privi di riscontro. Come conferma anche il Consiglio italiano rifugiati che, riferendosi alla parole del ministro, parla di un «allarmismo ingiustificato». Emanuele Giordana I l senato italiano chiederà conto alle aziende italiane coinvolte, seppur indirettamente, nel crollo del Rana Plaza, l edifico a otto piani due dei quali abusivi crollato a Dacca il 24 aprile 2013 uccidendo oltre persone. Il senatore Luigi Manconi conferma l intenzione, «che non è un imposizione»: chiunque vi si può sottrarre «assumendosene però la responsabilità», chiarisce il presidente della Commissione diritti umani della Camera alta. «Contattati dalla Campagna Abiti puliti e messi a conoscenza dell esistenza della creazione di un Fondo per i risarcimenti alle vittime, scriveremo alle aziende italiane coinvolte e, dalle loro risposte, valuteremo la loro convocazione in senato». Il Fondo è stato istituito da un accordo siglato sotto egida Ilo, l Ufficio del lavoro Onu di Ginevra, e prevede un trust fund di 40 milioni di dollari che dovrà garantire un anticipo immediato di 450 euro alle famiglie delle vittime e poi un saldo finale per il mancato reddito e le spese mediche. Ma le aziende italiane che lavoravano con le fabbriche bangladesi del Rana Plaza finora non hanno firmato: Benetton, Manifattura Corona e Yes Zee. «Sia chiaro spiega Manconi che la Commissione non ha il mandato di entrare nel merito del sistema complesso dell economia del tessile ma ha sì il dovere, venuta a conoscenza di un fatto che riguarda aziende italiane, di agire. Siamo molto pragmatici e non sta a noi risolvere o sindacare il quadro generale, cosa che spetta all Ilo e ai sindacati dei lavoratori. Ma possiamo, dobbiamo chieder spiegazioni e agevolare, pur con tutti i nostri limiti, un assunzione di responsabilità. Qui non si tratta di una vicenda esotica perché si è svolta in Bangladesh. C è una falla che riguarda anche l Italia». Manconi ha del resto firmato un appello con la vicepresidente del senato Valeria Fedeli che invita le aziende italiane a contribuire al Fondo, appello che accompagna una delegazione di lavoratori del Bangladesh che ieri ha fatto tappa a Treviso, la città del Gruppo Benetton, il marchio più esposto e famoso. Il gruppo di Treviso, che inizialmente aveva negato il suo coinvolgimento, ha poi firmato il Bangladesh Fire & Building Safety Accord, un programma di ispezioni sotto egida Ilo per la sicurezza delle fabbriche tessili del Paese. Ma sul Fondo invece ha fatto marcia indietro. Sulla Tribuna di Treviso di ieri il Gruppo lo spiegava così: «Sul fondo per le vittime del Rana Plaza vogliamo ribadire che siamo stati fautori del tavolo per la sua creazione e inizialmente siamo stati anche una delle quattro aziende che lo coordinavano; poi ci siamo resi conto che i tempi si dilatavano e si stava arrivando a prevedere un contributo solo su base volontaria e non proporzionato all effettiva presenza di ogni azienda. Abbiamo quindi deciso di concentrare i nostri fondi e sforzi per il sostegno alle vittime e alle loro famiglie sul programma messo a punto con Brac, una delle più importanti Ong del mondo». In effetti un colosso umanitario del Bangladesh (con una sede negli Usa), che dichiara: di impiegare 100mila persone, di essere finanziata soprattutto da imprese commerciali private e di assistere oltre 120 milioni di beneficiari. Un modo per sottrarsi alla responsabilità di pagare? Una stima che, per Benetton, si aggirerebbe sui 5 milioni di dollari.

6 pagina 6 il manifesto VENERDÌ 4 APRILE 2014 DIRITTI NELLE IMMAGINI, SPERIMENTAZIONI IN LABORATORIO L 8 aprile prossimo la Corte costituzionale si pronuncerà anche sul divieto di fecondazione eterologa imposto dalla legge 40. Oggi si apre a Roma il terzo Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica con una sessione di discussione sulle staminali embrionali organizzata dall Associazione radicale Luca Coscioni In attesa della Consulta, l embrione non è sacro Filomena Gallo A lcune libertà individuali fondamentali sono schiacciate da leggi distratte e coercitive. Ecco un esempio: «Sono in menopausa precoce da quando avevo 28 anni. Ora ne ho 33 e con l uomo che amo vorremmo accedere all ovodonazione. In Italia però è vietata, e allora siamo partiti per la Spagna in attesa di un tribunale che intervenisse sul divieto... Gli anni passano, la mia salute peggiora e non posso più fare altri tentativi. Abbiamo donato alla ricerca scientifica i tre embrioni che ci erano rimasti. Abbiamo dovuto rinunciare. La legge 40 ci ha impedito di avere una famiglia». La storia di questi miei assistiti è la storia di tante vittime della legge 40 del 2004 sulla Procreazione medicalmente assistita. Questa norma ha trasformato il diritto di accesso a tecniche mediche (cure) previsto per tutti i cittadini e garantito dalla Carta Costituzionale in possibilità consentita solo ad alcuni in modo limitato. Questa norma del 2004 per ben 29 volte è finita dinanzi ai Tribunali, costringendo le famiglie a difendere i loro diritti dinanzi ad un giudice. La Corte Costituzionale dopo aver cancellato nel 2009 una parte della legge 40 il prossimo 8 aprile sottoporrà nuovamente a verifica di costituzionalità la norma sul divieto di applicazione di tecniche eterologhe (con donatore esterno alla coppia). E attesa a breve anche ulteriore udienza su accesso alle tecniche di fecondazione assistita per coppie fertili portatrici di patologie genetiche (l Italia nel 2012 è già stata condannata dalla Corte Edu) e anche su embrioni non idonei ad una gravidanza da utilizzare a fini scientifici, divieto su cui si pronuncerà il prossimo 18 giugno la Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell Uomo. L Associazione Luca Coscioni ha organizzato durante i lavori del Terzo incontro del Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifica, promosso anche dal Partito radicale, una sessione dal titolo «Difendere la ricerca dalle minacce integraliste», a pochi giorni - il 10 aprile - dall udienza pubblica al Parlamento europeo della petizione popolare europea «Embrione Uno di Noi», che ha lo scopo di bloccare la ricerca sugli embrioni e l'aborto legale. All interno della sessione si discuterà nel dettaglio di «Embrioni umani per la salute e la ricerca», grazie alla partecipazione di esponenti dell Eshre (European society for human reproduction), assieme ad associazioni di malati. Interverrà anche Oliver Brüstle, professore di Neurobiologia rigenerativa della University of Bonn Medical Center, ricercatore tedesco che aveva presentato ricorso contro Greenpeace perché si era visto negare dai tribunali del suo Paese la brevettabilità di una terapia con staminali umane che avrebbe comportato la distruzione dell'embrione ma avrebbe potuto avere un impiego terapeutico nel Parkinson. Ci saranno anche María Eugenia Venegas, membro dell'assemblea legislativa del Costa Rica e Ana Virginia Calzada, già presidente della sezione Costituzionale della Suprema corte di giustizia del Costa Rica a discutere degli sviluppi che hanno fatto seguito alla sentenza con cui la Corte interamericana dei diritti dell uomo ha cancellato in Costa Rica, appunto, il divieto di fecondazione in vitro, grazie anche all intervento dell Associazione Luca Coscioni e del Partito Radicale. In particolare valuteremo con loro le iniziative da intraprendere per far rispettare la sentenza della Corte in tutto il continente americano e respingere i tentativi in atto sia in Europa che in America di sacralizzare l'embrione per legge. Il Terzo Incontro del Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica, che si terrà dal 4 al 6 aprile a Roma il primo giorno alla Camera dei deputati, e il secondo e terzo giorno al Campidoglio, è intitolato «colmare il divario tra scienza e politica» ( org/): una buona occasione per riflettere sugli strumenti forniti dal metodo scientifico per uscire da forzature ideologiche e proibizioniste nel processo decisionale, per garantire l autonomia del cittadino contro le imposizioni di uno Stato Bioetico, per non frenare lo sviluppo sociale, culturale ed economico di un Paese. *Segretaria dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica DROGHE Depenalizzata la coltivazione di cannabis, anzi no Alessandro De Pascale È stata inserita nel decreto «svuota carceri», che ha abrogato tutta un serie di reati minori. Con 332 voti favorevoli, 104 contrari e 22 astenuti, la Camera dei deputati ha approvato mercoledì una parziale, e ingannevole, depenalizzazione della coltivazione della cannabis, oltre che del reato di clandestinità (motivo per cui c'è stato l'ostruzionismo di M5S, Lega e Fratelli d Italia), con l obiettivo di ridurre il numero dei detenuti che stanno attualmente affollando le strutture carcerarie italiane. Per questi due punti controversi si tratta però di una legge delega. In pratica, il governo ha 18 mesi di tempo per emanare i decreti che daranno attuazione al principio. Inoltre, per quanto attiene alla marijuana, il provvedimento in questione si riferisce soltanto all'articolo 2 del testo unico sugli stupefacenti, quello che riguarda i soggetti che hanno già un'autorizzazione alla coltivazione di sostanze psicotrope per scopi scientifici, sperimentali o didattici, concessa dal ministero della Salute. Quindi, università e laboratori di ricerca che se non rispettano «prescrizioni e garanzie cui l'autorizzazione è subordinata», non incorreranno più in sanzioni penali (fino a un anno di carcere), come è stato fino ad ora, ma solo amministrative (dunque pecuniarie). Per chi non ha l autorizzazione ministeriale resta dunque il reato penale, come prima. Secondo alcuni, si tratta comunque di un piccolo passo in avanti che arriva dopo l'ok che il governo Renzi ha dato all'utilizzo, anche nel nostro Paese, della cannabis per scopi terapeutici. Il 10 marzo l'esecutivo aveva infatti deciso di non impugnare la legge della Regione Abruzzo, promulgata lo scorso 4 gennaio, che consente la prescrizione e l'erogazione gratuita a carico del servizio sanitario di medicinali cannabinoidi. Altre Regioni sono sulla stessa strada. Il caso 1/L ETEROLOGA IN SPAGNA, IL RICORSO A BOLOGNA «Mio figlio, la scelta più giusta. Ora vado avanti, ma per gli altri» Il caso 2/ «AVREI TENTATO ANCHE L "UTERO IN AFFITTO"» «Tanti tentativi falliti all estero e il Tfr andato in fumo. Perché?» Eleonora Martini «Q uando guardo oggi il mio bambino penso che abbiamo preso la decisione più bella e più giusta della nostra vita. Sono molto orgogliosa del percorso che ho fatto, di aver superato quell anno orribile in cui ho scoperto di non poter avere figli e di non poter ricorrere all eterologa rimanendo in Italia». La chiameremo Adele, la donna padovana di 44 anni che oggi guarda suo figlio di sei come «la prova materiale che quello che ho fatto era giustissimo». «Scioccata» da una menopausa precoce a 36 anni, nel 2007 si sposa «in fretta e furia» per poter intraprendere un percorso di adozione. «Ma durante il corso preparatorio abbiamo capito che non era adatta a noi: troppo lunga l attesa, costi troppo onerosi ed enormi difficoltà». Così nel giro di poco tempo Adele e suo marito accettano «l unica alternativa possibile: l ovodonazione». Che in Italia è proibita. E allora cominciano a informarsi surfando on line tra forum, siti di mutuo aiuto femminile o portali di "informazione scientifica". «Al tempo, le alternative più plausibili erano tre: la Spagna, la Grecia e i Paesi dell Est dove i prezzi erano più bassi ma i tempi di attesa molto lunghi, anche fino a un anno, e le garanzie poche», racconta Adele. Un po spaesati e senza aiuto, hanno preso così la decisione da soli e sono partiti alla volta di Malaga, anche se la scelta era tra le più costose. «Perché a differenza di Barcellona o Madrid continua Adele non mi sembrava una catena di montaggio per coppie italiane, anche se ho conosciuto decine di donne che mi hanno parlato molto bene di quei centri di procreazione assistita». A Malaga però, a riprova della lunga esperienza sul campo e non solo come supplenza dello Stato italiano, «i medici non parlavano nemmeno la nostra lingua». Lì Adele prova per tre volte con la Fivet (fecondazione in vitro) ma senza alcun risultato. E dopo un anno arriva così al capolinea dell eterologa: «Il primo tentativo fallito con l ovodonazione ci è costato circa 6-7 mila euro, ma almeno siamo riusciti a congelare qualche embrione da utilizzare la volta successiva, a un prezzo inferiore di 800 euro circa. Anche la questione economica provoca molta ansia durante questi tentativi spiega Adele Conosco molti che hanno dovuto rinunciare. Per fortuna a noi è andata bene». Nel 2010 però la coppia avrebbe voluto dare un fratello o una sorella al loro unico figlio maschio. «E allora abbiamo fatto ricorso al Tribunale di Bologna seguiti dall Associazione Luca Coscioni e dall avvocata Filomena Gallo. Purtroppo i tempi italiani sono infiniti e malgrado la procedura d urgenza stiamo ora aspettando il pronunciamento della Consulta, su casi analoghi al nostro, previsto per la prossima settimana. Oramai non penso più di riprovarci ancora, ma andremo avanti con il nostro ricorso solo per aiutare altre coppie. Perché quello che abbiamo dovuto passare noi non si ripeta mai più». E. Ma. D opo quattro tentativi all estero e tutti i risparmi andati in fumo, compreso l anticipo del Tfr, Anna (nome di fantasia) e suo marito - impiegati romani sulla quarantina - hanno ormai dovuto rinunciare al sogno di portare avanti una gravidanza e veder nascere il loro figlio. Anna è ormai sterile perché affetta da quando aveva 14 anni da un endometriosi gravissima e degenerativa, a causa della quale è entrata in menopausa precoce a 29 anni. Nel 2005, due mesi prima del referendum per abolire la legge 40, Anna, dopo molti interventi chirurgici e persa ogni speranza di una gravidanza "naturale", si rivolge a un centro di fecondazione artificiale di Roma. Ma proprio mentre arriva la notizia che il referendum non ha raggiunto il quorum a causa del boicottaggio cattolico oltranzista, i medici informano la coppia dell impossibilità di procedere con le varie tecniche di fecondazione omologa. «Ed era ormai troppo tardi per poter ricorrere alla ovodonazione in Italia perché la legge 40 era stata confermata con i suoi divieti, compreso quello del ricorso all eterologa racconta Anna. Fu una batosta incredibile per noi. Capimmo sulla nostra pelle cosa significa avere una malattia e non poterti curare nel tuo Paese». La coppia non rinuncia però a battersi per i diritti di tutti, quelli che la legge 40 nega, e perciò si iscrive all Associazione Luca Coscioni. «All inizio spiega la donna ho portato avanti la mia battaglia alla luce del sole, ma poi ho cominciato a vergognarmi perché in Italia ci sono troppi pregiudizi, soprattutto quando si parla di menopausa precoce o di eterologa». Appena superato lo choc, la coppia "emigra": in Spagna, a Granada, dove falliscono uno dietro l altro quattro tentativi con ovodonazione anonima e dove vanno in fumo 30 mila euro. «Dal punto di vista umano prosegue Anna è stata però un esperienza positiva: strutture accoglienti e familiari, e personale medico estremamente gentile e disponibile, anche se proprio non riuscivano a comprendere per quale motivo dovessimo rivolgerci all estero. Eppoi abbiamo incontrato decine di coppie nelle nostre stesse condizioni, ho ancora l agendina piena di numeri di telefono». Dopo ogni ciclo di estrogeni però «il mio endometrio aveva bisogno di un intervento chirurgico fino a che, nel gennaio 2008, i medici ci sconsigliarono di continuare; e peraltro non avevamo più risorse economiche». Così infine si arrendono. E gli ultimi tre embrioni congelati li donano alla scienza spagnola «per incoraggiare la ricerca sulle cellule staminali che in Italia non è possibile». Fine del sogno. Mai pensato all "utero in affitto"? «Sì, e io lo avrei fatto, se solo avessi avuto i soldi risponde convinta Anna anche sfidando i tabù culturali che resistono da noi. D altronde abbiamo dovuto rinunciare anche all adozione per lo stesso motivo. Certo, non sarei mai andata in un Paese del terzo mondo a sfruttare donne che hanno bisogno di soldi, ma negli Stati uniti per esempio sì. Lì c è una grande tutela della donna che decide di portare avanti la gravidanza per un altra donna che non può farlo. E sa, la malattia mi ha portato una grossa apertura mentale e mi ha insegnato il rispetto dell altro, anche di chi non la pensa come me. Quel rispetto che i fautori della legge 40, secondo me, non conoscono».

7 Sbilanciamo l Europa VENERDÌ 4 APRILE N 11 SUPPLEMENTO AL NUMERO ODIERNO La crisi infinita fa aumentare il divario tra il nord da una parte, il sud e l est dall altra. Le politiche dei Piigs aggravano la situazione: tagli a istruzione e ricerca, nessuna garanzia per chi rimane senza lavoro. La soluzione è inventare un modello sociale continentale, sottraendolo alle nazioni Un welfare europeo Claudio Gnesutta I l rafforzamento della dimensione sociale degli Stati membri per garantire la coesione sociale e contenere le disuguaglianze e la povertà è un obiettivo che, specie negli ultimi tempi, ha fatto breccia nelle dichiarazioni della Commissione Europea. Una tale aspirazione deve tuttavia fare i conti con i condizionamenti di medio periodo dovuti alle trasformazioni e alle delocalizzazioni produttive e con quelli di più breve periodo derivanti dalle politiche di austerità imposte dalla stessa Commissione. Se i primi sono alla base del deterioramento delle condizioni del lavoro (crescita della precarietà e moderazione salariale), i secondi impongono, attraverso il contenimento del bilancio pubblico, un limite agli interventi necessari ad aggredire le crescenti sperequazioni sociali dovute al prolungarsi della crisi. Il sistema di welfare italiano, già insufficiente rispetto agli standard europei più avanzati, è soggetto a un drastica pressione al ridimensionamento in seguito ai ripetuti interventi riformatori, i cui risultati sono evidenti nella ristrutturazione del sistema pensionistico, nel contenimento della spesa sanitaria, nei tagli indiscriminati alla scuola, nonostante che si attribuisca all istruzione superiore e alla ricerca una rilevanza decisiva nel sostenere i necessari processi innovativi del sistema produttivo. Ma anche su due altri versanti - la politica della casa e il sostegno del reddito - il nostro welfare non solo è inadeguato, ma totalmente carente. Per quanto riguarda il sostegno del reddito, giacciono presso il Parlamento tre proposte di legge sul reddito minimo garantito che si propongono di introdurre finalmente non solo più civili forme di contrasto dei crescenti livelli di povertà assoluta e relativa, ma di prefigurare più estese garanzie di un reddito minimo a individui e famiglie in condizioni precarie di lavoro e di vita. Se la crisi occupazionale e la sua risposta in termini di precarizzazione del rapporto di lavoro rendono urgente il rafforzamento e l estensione di un nuovo modello di ammortizzatori sociali e l introduzione di un salario minimo, la difesa delle condizioni di lavoro in una situazione di deterioramento dell occupazione che si prolungherà nel futuro richiede di affrontare il tema urgente della riduzione degli orari contrattuali di lavoro, utilizzando a tale fine le opportune misure integrative del reddito. Se l Europa non vuole disperdere la coesione sociale e la solidarietà politica che è stata una giustificazione importante del suo progetto costitutivo, è essenziale che essa si dimostri capace di costruire una politica del welfare a livello dell intera Unione che contrasti in primo luogo l attuale concorrenza al ribasso (fiscale, salariale, normativa, e di welfare) tra i diversi paesi-membri per impegnarli invece, attraverso un "social compact", nella costruzione di una prospettiva comune di welfare che confermi quell aspirazione di civiltà che il "modello sociale europeo" voleva incarnare. I welfare state nazionali in Europa sono attraversati da più di una crisi, non riducibili solo a quella finanziaria. In primo luogo, e forse da più tempo, vi è una crisi di efficacia e appropriatezza a fronte dei mutamenti avvenuti negli assetti famigliari, demografici, di mercato del lavoro ed economici. Questa crisi a sua volta produce tensioni tra il bisogno di innovare e modificare in parte i modelli di welfare consolidati, per renderli più adeguati alle nuove circostanze, e le resistenze che derivano non solo da diritti, e talvolta privilegi, acquisiti, ma dal timore che l innovazione si traduca semplicemente in una riduzione generalizzata di diritti, senza che ciò produca miglioramenti complessivi e Social COMPACT «Il bisogno si definisce come insufficienza di reddito per ottenere i mezzi di una sana sussistenza: vitto adeguato, alloggio, vestiario e combustibile. Il piano di sicurezza sociale è diretto ad assicurare che ogni individuo, a condizione che lavori fin tanto che può, e che versi dei contributi detraendoli dai suoi guadagni, abbia un reddito sufficiente per assicurare a sé ed alla propria famiglia una sana sussistenza, un reddito che lo sollevi dal bisogno al momento in cui per qualsivoglia ragione egli non possa lavorare La rilettura Beveridge, altro che Tsipras Mario Pianta neppure maggiore equità. Si tratta, perciò, anche di una crisi di legittimità. La terza crisi è finanziaria, in un contesto in cui i governi nazionali hanno poco potere decisionale. Questa terza crisi, infatti, è l esito di tre fenomeni distinti: a) la riduzione delle ricorse a causa della crisi iniziata a fine 2009 e tuttora perdurante; b) l indebolimento della capacità dei governi nazionali di controllare il flusso delle risorse a causa della globalizzazione e di quello che è stato chiamato footlose capitalism, il capitalismo senza territorio; per i paesi Enrico Pugliese e guadagnare. Oltre al reddito di sussistenza, la relazione propone sussidi per l infanzia in modo da assicurare che nessun bambino debba mai trovarsi in condizione di bisogno, e ogni specie di assistenza sanitaria per tutte le persone in caso di malattia, senza alcun pagamento all atto della prestazione dell assistenza stessa così da evitare che alcuno debba soffrire perchè non ha i mezzi necessari per pagare il medico o l ospedale». Quel che avete letto non è il programma della lista Tsipras. È semplicemente un programma proposto per l Inghilterra del Dopoguerra da uno studioso liberale non socialista - William Beveridge, autore del celebre volume Social Insurance and Allied Services, noto Rapporto Beveridge, che disegnò l impalcatura dell eurozona, gli squilibri creati da un unione monetaria senza unione politica e fiscale e dall acuirsi delle divisioni tra i paesi cosiddetti creditori e quelli cosiddetti debitori. Non vi è dubbio che la crisi finanziaria acuisce le prime due, riducendo lo spazio per compensazioni e compromessi. Il ruolo di primo piano che tuttavia ha assunto nel discorso pubblico e nelle decisioni che informano le politiche nazionali ed europee, rischia di mettere in ombra le altre due, o di ridurle a semplici esiti di una mancanza di risorse, senza, quindi, permettere di affrontare i problemi da cui originano, indipendentemente dalla carenza di risorse. CONTINUA PAGINA II generale del welfare state britannico, indubbiamente all epoca il più avanzato del mondo con quello dei paesi scandinavi. Il brano qui riportato è tratto invece da Full Employment in a Free Society, spesso citato come secondo rapporto Beveridge, che lega le politiche sociali ai temi dell economia e dell occupazione, in particolare all intervento contro la disoccupazione. Nel brano qui riportato il lavoro è visto come un diritto-dovere così come implicitamente inteso anche nella nostra Costituzione. Non è il reddito di cittadinanza. È qualcosa di più: è il dovere dello Stato di garantire i diritti di cittadinanza innanzitutto attraverso il lavoro e poi attraverso un reddito che permetta di vivere dignitosamente anche ai disoccupati. Insomma qualcosa di estremamente avanzato per quei tempi. E per quello che circola ora, nella destra e anche nella sinistra.

8 VENERDÌ 4 APRILE 2014 SBILANCIAMO L EUROPA N 11 - PAGINA II Non solo fiscal compact, i buoni obiettivi dell Unione L Ue non è un monolite: la crisi economica ha seminato perplessità nella burocrazia continentale. E i richiami sociali non mancano. Entro il 2020 la povertà dovrebbe essere abbattuta. Ma per ora è in aumento Angelo Marano L Unione europea non è solo patto di stabilità, stretta fiscale, deflazione, compressione dei salari. Una dialettica interna esiste: Ecofin, il Consiglio dei ministri dell economia, non è Ebsco, il Consiglio dei ministri del welfare; i vari direttorati della Commissione non sempre sono appiattiti sulle posizioni di Ecofin, il ministero europeo per DALLA PRIMA PAGINA Mario Pianta Le tre crisi dei welfare in un Europa asimmetrica Allo stesso tempo, il ruolo assunto dall Unione Europea nel dettare le regole per affrontare la crisi ha ulteriormente indebolito lo spazio che hanno le politiche sociali e la costruzione di un modello sociale europeo nella costruzione della Unione. Ovviamente, sia l intensità di ciascuna di queste tre crisi distinte, il grado della loro interdipendenza, WEB map l economia; nel Parlamento si confrontano diverse visioni del mondo e nello stesso Consiglio si scontrano, anche se generalmente in punta di fioretto, oltre agli interessi nazionali, le differenti visioni politiche prevalenti nei paesi. La crisi evidente del pensiero unico liberista, pur dogmaticamente riaffermato a livello comunitario, ha seminato dubbi e perplessità nella stessa burocrazia europea. Nel welfare, poi, le politiche dominanti devono ancora convivere con una visione forte TTIP, STOP DALLA GERMANIA La Germania mette i suoi paletti alla prosecuzione del negoziato in corso tra Usa e Ue per la creazione di un area di libero scambio tra le due super potenze. In particolare la Germania ha chiesto di escludere dalle materie oggetto del negoziato la creazione di un tribunale di conciliazione per le controversie tra società private e Stati. L investorstate dispute settlement (Isds) permetterebbe agli investitori privati di citare in giudizio i governi dei singoli Stati qualora ritengano che le leggi nazionali costituiscano una minaccia agli investimenti. La posizione tedesca colloca in questo modo Berlino contro la Commissione Ue, gli Stati uniti e soprattutto le lobbies che premono per la conclusione positiva dei negoziati. le risorse per affrontarli variano da paese a paese sulla base non solo della salute delle loro economie e del potere negoziale che hanno all interno dell Unione Europea, ma anche della lungimiranza che hanno avuto nel recente passato nell affrontare la prima crisi. I paesi, infatti, che da più tempo si sono attrezzati per rispondere all aumento nella partecipazione delle donne al mercato del lavoro, alla richiesta di maggiore eguaglianza tra uomini e donne, ai bisogni provocati dall invecchiamento, alla necessità di non sprecare le proprie risorse umane creando condizioni di pari opportunità tra i bambini per correggere le disuguaglianze nell origine famigliare, che hanno capito che un mercato del lavoro mobile e flessibile aveva bisogno di rafforzare e modificare le proprie reti di protezione, sono stati colti meno impreparati dalla crisi, con strumenti più adeguati. Anche se in tutti i paesi vi sono tensioni attorno a se e MIGRANTI, AGENDA PER LE EUROPEE Venerdì 28 marzo le associazioni Antigone, Lunaria e 21 luglio hanno presentato l Agenda dei diritti umani in Europa, un vademecum sui diritti di migranti, detenuti e rom che sarà sottoposto ai candidati italiani alle elezioni del Parlamento europeo del 24 e 25 maggio prossimi. L Agenda è la prima tappa della Campagna Per i diritti, contro la xenofobia, che è stata lanciata ufficialmente nella stessa giornata, promossa dalle tre associazioni e da Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull Immigrazione) per portare le istanze di migranti, detenuti e rom e la lotta alla discriminazione e alla xenofobia al centro del dibattito per le elezioni europee L Agenda dei diritti umani in Europa sarà disponibile online a partire dal 28 marzo 2014 all indirizzo campagnaperidiritti.eu volta all inclusione. Certo, spesso i richiami sociali servono solo a dare un aspetto moralmente accettabile ai documenti Ue, mentre continuano la privatizzazione e la riduzione del welfare pubblico. Ciononostante, qualche elemento in positivo va segnalato. In primo luogo, la Carta dei diritti fondamentali della Ue, che ha uno status pari a quello dei trattati istitutivi, riconosce il diritto all istruzione, alla non discriminazione, alla piena partecipazione dei diversamente abili, la tutela in caso di licenziamento ingiustificato, il diritto alla previdenza sociale, all assistenza sociale e abitativa, a un elevato livello di tutela della salute. Certo, la Carta rinvia alle legislazioni nazionali per il grado di effettiva tutela offerto, ma essa definisce un insieme di diritti che non possono essere formalmente disattesi dai paesi e dall Unione. È importante anche che nel programma Europa2020, che indica le priorità strategiche della Ue nel corrente decennio, sia stato ricompreso un obiettivo sociale: la riduzione di 20 milioni della popolazione a rischio di povertà ed emarginazione. Certo, gli indicatori di Europa2020 non hanno la forza cogente di quelli di bilancio, e infatti la disoccupazione è aumentata straordinariamente e la popolazione a rischio di povertà, invece di diminuire, è cresciuta di 8,7 milioni dal 2009, proprio a causa delle politiche restrittive imposte ai paesi. Ma essi svelano la contraddizione fra le politiche e gli obiettivi che la stessa Europa si è data. Anche a livello macroeconomico può ritrovarsi una visione meno univoca di quanto generalmente non appaia. L annuale Rapporto congiunto sull occupazione di Commissione e Consiglio, il documento per il semestre europeo elaborato dagli organi più lavoristi della Ue, segnala l aumento della diseguaglianza e del rischio di povertà, insieme alla crescente difficoltà per molti ad accedere alle cure sanitarie. Lamenta poi non solo la riduzione della spesa sociale, avvenuta «malgrado l ulteriore peggioramento delle condizioni sociali ed economiche», ma anche il calo dei redditi reali delle famiglie e la riduzione della quota distributiva del lavoro, mentre «il conseguente aumento dei margini di profitto non si è accompagnato ad una crescita degli investimenti». Certo, si continuano ad invocare politiche di offerta volte a migliorare la competitività e la flessibilità, ma si ritiene anche che «la recente crescita dei salari in paesi caratterizzati da surplus commerciale può contribuire a rafforzare la domanda aggregata». Come detto, molta parte di tutto ciò riflette il tentativo di ammantare di buonismo il perseguimento di politiche che vanno in direzione diametralmente opposta. Tuttavia, il monolite delle istituzioni europee è più fragile di quanto non appaia e ciò rende possibile costruire utili alleanze per una radicale inversione di rotta, anche se il risultato non è scontato in un Europa che il fanatismo liberista ha forse spinto oltre il punto di non ritorno. come ridefinire gli strumenti di welfare. In questo contesto, non solo le politiche di austerità, ma il discorso con cui sono state argomentate a livello Ue, il diverso uso delle sanzioni e dei richiami che vengono fatti se si sfora il patto di stabilità piuttosto che se non si realizzano gli obiettivi sociali ha fortemente indebolito i welfare state già in partenza più deboli e più bisognosi di riforma, come quello italiano, facendo passare l idea che il welfare state sia la causa, se non della crisi tout court, del debito pubblico. Gli occhi di Bruxelles sono tutti per il deficit di bilancio. Il deficit sociale di alcuni paesi, tra cui l Italia, con i tassi di povertà assoluta e deprivazione che aumentano, la disoccupazione che cresce, le politiche di conciliazione che non vengono neppure più nominate benché vistosamente lontani dagli obiettivi di Europa 2020 non produce né richiami, né ripensamenti della politica di austerità. COSTI UMANI E DISUMANI L immigrazione costituisce davvero un rischio per la sostenibilità del welfare e del sistema economico italiano? Con la pubblicazione di due rapporti, «Costi disumani. La spesa pubblica per il contrasto dell immigrazione irregolare»; «I diritti non sono un costo. Immigrazione, welfare e finanza pubblica», Lunaria dimostra di no. Nel 2011 lo Stato italiano ha ricevuto dai lavoratori stranieri sotto forma di contributi previdenziali (8,4 miliardi) e di tasse (6,5 miliardi) circa 15 miliardi di euro. La spesa pubblica italiana per istruzione, sanità, pensioni, disoccupazione, carceri e protezione sociale imputabile ai cittadini stranieri è stata di 14,9 miliardi, pari al 2,07% della spesa pubblica totale. Se a questa si sommano le risorse stanziate per le politiche del rifiuto (247 milioni in media l anno) e per l accoglienza e l inclusione sociale dei migranti (in media 123,8 milioni di euro l anno), l incidenza sale al 2,12%. In media si investe nel rifiuto il doppio di quanto si dedica ad accoglienza e inclusione sociale. I testi sono disponibili su: POPULISMO IN SALSA ITALIANA In vista delle elezioni europee, il portale web Counterpoint dedica uno speciale alla crescita dei populismi negli Stati europei. L ultimo focus è quello dedicato all Italia, con un analisi dei linguaggi utilizzati dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega Nord. L obiettivo è quello di accendere una luce sulla retorica di questi partiti movimenti per capire anche quali contro strategie possano essere messe in campo. RIFORME Tagli alla sanità, dalla Grecia alla Germania l austerity uccide Nicoletta Dentico S i discetta da tempo, nei circoli dell Europa che conta, sul sismico effetto socioeconomico provocato della crisi finanziaria, responsabile del repentino abbassamento della marea dell economia che tante barche porta con sé, facendo innalzare solo i livelli della disoccupazione, soprattutto fra i giovani. In molti continuano a ignorare invece le impietose conseguenze che questo intreccio di crisi determina sulla salute delle persone. Conseguenze esacerbate dalle riforme dello stato sociale e dai tagli alla spesa pubblica imposte dalla cosiddetta troika e adottate dai governi europei proprio nel momento in cui i loro cittadini avevano più bisogno del welfare. L austerità uccide, e non è una metafora. Lo documenta l analisi di David Stuckler e Sanjay Basu (The Body Economic: Why Austerity Kills), forte di dati epidemiologici raccolti in tutto il mondo. Negli ultimi anni la crescita delle disuguaglianze tra paesi europei e all interno di uno stesso paese, in termini di salute e di speranza di vita, è divenuta esponenziale. Mentre spuntano le prime commissioni parlamentari d inchiesta per valutare l impatto delle riforme sulla povertà (in Inghilterra), emergono anche i primi numeri reali del disastro. Un complesso caleidoscopio in cui dominano i disturbi mentali e la depressione, il vertiginoso aumento di comportamenti nocivi alla salute (alcolismo e tabagismo), per non parlare dell incremento dei suicidi associato alla perdita del lavoro - un picco nel 2009 e solo la punta dell iceberg di un disagio radicato nella vecchia Europa, man mano che il Pil crollava (del 4,5% nel solo 2009) e subentravano i tagli alla spesa sanitaria per metà dei paesi europei, anche i più colpiti dalla crisi (Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia). Un recente studio di Lancet riporta dati inquietanti sulla Grecia, al sesto anno consecutivo di contrazione economica. L aumento di mortalità (oltre 2000 pazienti in più) registrato nel tra la popolazione greca over 55 dà il senso patologico delle politiche che fanno impennare il numero delle persone senza copertura e impongono una drastica limitazione d accesso ai servizi sanitari. Un rapporto di Medici del Mondo della fine 2013 indica che più di tre milioni di greci, il 27,2% della popolazione, non riesce più a pagare i contributi e si trova fuori dal sistema sanitario. La situazione è particolarmente difficile per i malati cronici, ma non meno trascurabile per i bambini, che perdono l accesso al programma nazionale di vaccinazioni se i loro genitori sono disoccupati da oltre un anno. Il Centro ellenico per il controllo e la prevenzione delle malattie segnala un incremento del 21% dei bambini morti alla nascita, il ritorno della malaria e del virus Western Nile dal 2010; inoltre, allerta sulla recrudescenza dell Hiv dovuta al collasso di ogni programma di assistenza per i tossicodipendenti. Il catalogo degli orrori potrebbe continuare a lungo. La tragedia greca è contagiosa e lambisce ben altri contesti. Come la Germania del crescente numero dei senza casa (attualmente 265 mila), tra cui una maggioranza di persone con elevato livello di istruzione e molte donne. Oppure l Inghilterra della riforma del welfare voluta da Cameron come una «moral mission», che alimenta la nascita di un nuovo mercato intorno ai bisogni sociali del paese ma si abbatte come una scure sulle persone disabili, il 4% dei poveri. Il think tank indipendente Demos parla di tagli fino al 13%, una perdita di 28,3 milioni di sterline entro il

9 VENERDÌ 4 APRILE 2014 SBILANCIAMO L EUROPA N 11 - PAGINA III La spesa sociale cresce, ma è solo un illusione statistica In Italia è balzata al 28,4%, ma solo a causa del ricorso massiccio alla cassa integrazione La voce più importante rimane la previdenza Roberto Pizzuti L a crisi economica globale ha raggiunto il suo ottavo anno e non si intravedono credibili segni di svolta; in Europa le cose vanno peggio per l inadeguatezza del suo processo unitario e delle politiche comunitarie. Le motivazioni strutturali della crisi non vengono affrontate dai responsabili della governance economica, ancora improntata alla visione neoliberista. Ad esempio, le politiche in atto stanno aumentando ulteriormente l iniquità distributiva che è tra le cause di fondo della crisi; gli effetti depressivi delle misure adottate stanno ricadendo principalmente sui ceti più deboli. Il settore finanziario continua ad avere comportamenti essenzialmente autoreferenziali; l ingentissima liquidità offerta dalle banche centrali crea anche effetti illusori sui mercati borsistici, ma non alimenta le scelte produttive. L instabilità economica e sociale è sempre più drammaticamente sostanziata da circostanze reali come la carente dinamica della produzione e dell occupazione, degli investimenti e dei consumi e, in particolare, dal decrescente potere d acquisto dei lavoratori. La precarietà di vita trova particolare alimento nella crescente disoccupazione giovanile che deprime il presente e pregiudica il futuro; in Italia è circa il 43%. Le istituzioni nazionali del welfare - che pure in Europa hanno attenuato gli effetti della crisi - sono esposte ai tagli indicati dalle politiche comunitarie le quali, dopo aver soccorso i bilanci delle imprese finanziarie con pesanti oneri a carico dei bilanci pubblici, adesso chiedono che questi ultimi siano risanati dalle popolazioni tramite politiche di austerità solo a loro riservata. Nel processo d integrazione europea, le politiche sociali comunitarie hanno avuto un andamento ondivago accentuato dalla crisi; è legittimo chiedersi quale sia diventato il ruolo del Modello sociale europeo nella costruzione dell Unione. La Strategia Europa 2020 stabilisce che in Europa entro il 2020 debba ridursi di 20 milioni il numero dei poveri; che, tuttavia, stanno aumentando. D altra parte, mentre solo un terzo dei paesi membri ha ricevuto dalla Commissione "Raccomandazioni" correttive delle loro politiche di contrasto alla povertà, quasi tutti le hanno subite perché i loro sistemi pensionistici avrebbero problemi di sostenibilità finanziaria; ma non l Italia, il cui assetto previdenziale è diventato particolarmente virtuoso, ma a scapito della copertura. In Europa, dopo circa un ventennio nel quale la spesa sociale media si era stabilizzata intorno al 26% del Pil, si è verificato un balzo di quasi tre punti nel 2009 che però riflette gli effetti della crisi: cioè l aumento della spesa per gli ammortizzatori sociali e la crescita ridotta o negativa del Pil. Negli ultimi due anni c è comunque stato un calo di oltre mezzo punto. Anche in Italia si è verificata la stessa illusione statistica; attualmente la spesa sociale è pari al 28,4% del Pil, in linea con i valori medi europei. Tuttavia, se confrontiamo il valore pro capite, il nostro paese registra un forte e crescente divario negativo: fatto pari a 100 il valore medio dell Unione a 15 nel 1995, quell anno il dato italiano era 84,1, ma da allora è calato fino a 75,8 del In tutti i paesi europei, tranne l Irlanda, la voci di spesa più importante è la previdenza (15,1% nell EU-16); questa voce in Italia è pari al 18,8%, in Francia al 16,5% e in Germania al 13,6%. La superiorità del nostro dato previdenziale di 3,7 punti rispetto alla media europea è tuttavia viziata da diverse disomogeneità presenti nelle statistiche. Ad esempio, l Eurostat include nella spesa pensionistica italiana i trattamenti di fine rapporto (pari all 1,7% del Pil) che non sono prestazioni pensionistiche. C è poi che le spese pensionistiche sono confrontate al lordo delle ritenute d imposta, ma le uscite pubbliche sono quelle al netto. Tuttavia, mentre in Italia le aliquote fiscali sono le stesse che si applicano ai redditi da lavoro - per un ammontare trattenuto pari a circa il 2,5% del Pil - in altri paesi spesso sono inferiori e in Germania sono addirittura nulle cosicché i confronti operati al lordo sovrastimano i nostri trasferimenti pensionistici che, in realtà, non sono affatto anomali. In ogni caso, dopo le riforme del 1992 e 1995, fin dal 1998 il saldo tra le entrate contributive e le prestazioni previdenziali nette è sempre stato attivo; l ultimo dato, del 2011, è di ben 24 miliardi di euro. Dunque, il nostro sistema pensionistico pubblico non grava sul bilancio pubblico, anzi lo migliora in misura consistente (pari a sei volte le entrate Imu sulla prima casa!). Istruzione a più velocità Un gap da sanare Nei paesi scandinavi, in Benelux e Germania diritto allo studio al top Paesi mediterranei fanalino di coda Federico del Giudice A lla fine del secolo scorso l Unione europea ha ripetutamente proclamato di voler diventare «l economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo». La «knowledge society» è stato l obiettivo lanciato nel 97 dalla Commissione Europea e assunto in maniera acritica da gran parte degli attori sia sovranazionale che nazionali. Dalla Strategia di Lisbona in poi l ambiguità di tale espressione non ha fatto che rafforzarsi: la conoscenza come fonte di profitto per investitori e grandi capitali o volano per l inclusione sociale, la coesione culturale europea, strumento per rivoluzionare in un ottica ecologica ed equa il modello industriale e produttivo del continente? Questa è la prima domanda da porsi quando ci si interroga su quale sistema di istruzione si vuole per l Europa e, quindi, quale modello di welfare studentesco e diritto allo studio. I dati relativi al diritto allo studio tra il 2000 e il 2009, che parlano di un incremento delle risorse per il sostegno finanziario degli studenti, soprattutto per gli studenti universitari, che è cresciuta percentualmente dal 13% al 17,4%, non devono trarre in inganno. Nei paesi del sud ci sono stati ingenti tagli dei finanziamenti che hanno prodotto un decremento delle risorse disponibili per le borse di studio, una restrizione del numero dei beneficiari, un aumento dei costi dei trasporti e più in generale di tutti i servizi e le prestazioni erogati. Questo ha portato, in un paese come l Italia, ad una riduzione nell ultimo decennio di 60 mila studenti nelle università e a tassi di abbandono scolastico praticamente invariati. Oggi in Europa vi sono differenze profondissime: mentre in Italia si contano circa 40 mila posti alloggio per gli studenti universitari, in Germania e in Francia ci si aggira attorno ai 200 mila, nonostante una popolazione studentesca equiparabile. Inoltre, al di là dei dati quantitativi, c è da interrogarsi sulla qualità degli investimenti in diritto allo studio, ovvero dove essi sono stati indirizzati. Infatti, mentre nei paesi scandinavi, nel Benelux e in Germania si è puntato ad incrementare il diritto allo studio di matrice pubblica, con costruzione di case dello studente, agevolazioni sui trasporti e l abitare, fino ad arrivare in alcuni paesi al riconoscimento di un reddito di formazione comprendente sia erogazioni monetarie che servizi; in altri paesi si è fatto strada il modello anglosassone che, a fronte di una sostanziale privatizzazione dell istruzione e conseguente aumento delle tasse di iscrizioni, andava ad introdurre i prestiti d onore. Tale politica non si è limitata solo all Inghilterra ma ha trovato ampio sostegno in Italia (Riforma Gelmini) come in Spagna e altri paesi mediterranei e dell Est Europeo. La misura più importante per il settore del welfare studentesco sarebbe quella di introdurre forme di reddito di formazione (con borse di studio e servizi integrati) a livello continentale per livellare verso l alto le politiche nazionali di diritto allo studio. Un ruolo fondamentale in questa partita potrebbe essere svolto dai Fondi sociali europei (che rappresentano circa il 10% del bilancio dell'ue). Il nuovo ciclo di assegnazione può diventare cruciale per rafforzare l'infrastruttura sociale del Vecchio Continente. Le reti di welfare, l'infrastrutturazione immateriale delle reti di comunicazione e condivisione dei saperi e un vasto programma di messa in sicurezza delle scuole sono solo alcuni degli ambiti nei quali una gestione mirata e democratica dei Fse potrebbero contribuire in maniera decisiva all'innesco di quei processi di convergenza necessari per identificare il campo europeo come campo dei diritti di cittadinanza. Alessandro Iadecola L ISTRUZIONE, LE PENSIONI E GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI, L ABITARE. DAI DATI SULLA SPESA PUBBLICA IN QUESTI SETTORI EMERGE IL GAP TRA IL NORD E IL RESTO DEL CONTINENTE. EPPURE UNA VIA D USCITA CI SAREBBE Un «piano casa» alternativo è possibile L edilizia popolare pubblica potrebbe essere destinata a campus universitari, co-housing e abitazioni destinate ai giovani. E gli immobili privati invenduti affittati a canone sostenibile E scluso il piano Fanfani, la questione casa in Italia è sempre stata affrontata soltanto in termini emergenziali e mai strutturali. Il diritto all abitare, pur essendo uno di quelli fondamentali per l uomo, non è mai stato esentato dalla logica della massimizzazione dei profitti e dalla progressiva finanziarizzazione della società. Nonostante una dotazione finanziaria di 2 miliardi di euro, il Fondo Investimenti per l Abitare (Fia) gestito da Cassa Depositi e Prestiti e creato dal governo Berlusconi, ha fallito. Ma non per colpa della crisi. Era nato per incrementare l offerta di alloggi intermedia tra l edilizia residenziale pubblica e il mercato, ma la mancanza di un tetto ai valori di apporto delle aree edificabili e soprattutto alla remunerazione dei soggetti privati partecipanti, ne ha stravolto la natura e gli obiettivi. Per far tornare i rendimenti finanziari attesi (speculativi) sono state introdotte quote sempre maggiori di abitazioni da destinare alla vendita anziché alla locazione sociale. Con la crisi, la caduta dei prezzi e della domanda di abitazioni, nonché la difficoltà di accesso ai mutui, l iniziativa si è fermata. Eppure, in questo momento storico sono presenti tutte le condizioni per una politica abitativa sana e a vantaggio delle persone meno abbienti: i costruttori hanno enormi quantità di invenduto; le banche hanno ingenti crediti in sofferenza verso i costruttori; le regioni e i comuni possono vendere parte del loro patrimonio Erp (a valori catastali abbattuti del 30%); esiste la rilevante disponibilità finanziaria del Fia (solo 450 milioni di euro deliberati su 2 miliardi); e soprattutto, 2,5 milioni di famiglie si trovano in una situazione di disagio abitativo (quota di reddito destinata ai canoni di locazione maggiore del 40%, come afferma il governo Renzi). Risulta pertanto possibile da una parte valorizzare l offerta edilizia esistente orientando la domanda impropria e non tradizionale (studenti, immigrati, lavoratori temporanei, single, separati e divorziati, anziani) su specifiche linee di offerta da realizzare (ad esempio campus universitari, silver co-housing e per giovani); e dall altro recuperare le abitazioni invendute delle imprese di costruzioni (acquistandole a prezzi non speculativi), evitando loro procedure concorsuali e consentendo alle banche di recuperare i crediti incagliati per rimettere in circolo denaro per l economia reale. Da un punto di vista economicofinanziario esistono le condizioni per la creazione di un fondo immobiliare a profitto limitato, composto da abitazioni da dare in locazione a canoni sostenibili per i redditi delle famiglie medie (5-6 euro mq/mese nelle grandi città) e con patto di riscatto (ad es. a 8 anni). Senza denaro pubblico a fondo perduto e a condizione che la remunerazione degli investimenti sia non speculativa. Gli investitori e i finanziatori coinvolgibili possono essere pubblici (anche con alienazione di unità Erp: ogni 4 unità alienate con grande soddisfazione delle famiglie attualmente locatarie - se ne potrebbero metterne 10, oggi vuote, per nuove famiglie in affitto a canoni sostenibili); privati (Fia per parte dell equity e banche per mutui di lungo termine); le famiglie (azionariato etico diffuso). Ciò potrebbe dare l avvio non solo ad una politica abitativa di tipo strutturale, ma anche ad un operazione in grado di porre le condizioni per iniziare la riduzione della diseguaglianza nel Paese. Una svolta dell azione politico-amministrativa tanto annunciata dal nuovo Presidente del Consiglio e non ancora evidente, stando ai contenuti del recente dl sul "piano casa".

10 VENERDÌ 4 APRILE 2014 SBILANCIAMO L EUROPA N 11 - PAGINA IV Reddito minimo garantito, tre proposte per una legge Un analisi dei progetti di legge presentati da Pd e Movimento 5 Stelle, e dell iniziativa popolare raccolta da Sel. La differenza è nell accesso: per i grillini basta la cittadinanza, gli altri lo legano invece al lavoro Mimmo Pantaleo Elena Monticelli I n questi mesi sono state presentate in Parlamento e ancora non discusse tre proposte per l introduzione del reddito minimo in Italia: una del Partito Democratico, una del Movimento 5 Stelle ed una di Sinistra Ecologia e Libertà, le prime due proposte di legge d iniziativa parlamentare, l ultima invece una proposta di legge d iniziativa popolare, che ha raccolto oltre 50 mila firme di cittadini italiani. La prima considerazione da fare è che l entità della misura nei tre testi di legge risulta molto simile, delle differenze maggiori si riscontrano invece nei criteri dei accesso per risultare beneficiari. Innanzitutto il testo di legge del M5S non prevede restrizioni legate alla condizione lavorativa (non fa accenno a situazioni di disoccupazione, precarietà inattività), prevedendo quindi un criterio più largo legato esclusivamente alla cittadinanza e alla necessità dei giovani compresi tra i 18 ed i 25 anni di possedere un titolo di studio riconosciuto dall Ue. Per quanto riguarda i criteri reddituali di accesso alla misura, essi variano dall indice Isee della proposta del Pd, al reddito personale imponibile di Sel al reddito netto annuo del M5S. D alla crisi si può uscire soltanto con un modello alternativo di sviluppo basato sulla sostenibilità sociale e ambientale. Per queste ragioni occorre rovesciare i vecchi paradigmi ed affrontare le contraddizioni che derivano dai cambiamenti epocali e globali nei processi economici che mettono in discussione i vecchi compromessi tra capitale e lavoro e tra economia e democrazia. La liquidazione sociale delle nuove generazioni, la distruzione dello stato sociale, la riduzione dei salari e dei diritti, la disoccupazione di massa e la precarietà sono i pilastri dell attuale modello neoliberista. Il lavoro, che dovrebbe essere la principale fonte di identità e libertà, in realtà si è trasformato in merce,spogliato di ogni dignità e valore sociale. L offerta di lavoro sarà destinata a rimanere Sebbene spesso il dibattito intorno al reddito minimo si concentri esclusivamente sui costi della misura, sarebbe altresì utile un analisi dell impatto che il reddito avrebbe sulla povertà e la diseguaglianza in Italia. Secondo una simulazione che condotta utilizzando i dati della Banca d Italia su "I bilanci delle famiglie italiane 2010", costruendo un modello di simulazione statistica molto semplice è possibile notare come l indice di Gini (una misura della diseguaglianza che varia da 0 ad 1 e si riduce se il trasferimento di reddito avviene dal più ricco al più povero), passerebbe da un dato iniziale (situazione italiana al 2010) dello 0,3309 ad un valore che potrebbe addirittura scendere allo 0,328, una riduzione importante per un paese diseguale come il nostro. Ovviamente l impatto di ogni misura di reddito minimo dipende da come essa viene formulata. Rimodulando alcuni aspetti delle misure e dei criteri di accesso, si potrebbero determinare dei cambiamenti sulle stime di costo, come ad esempio l a definizione di condizioni patrimoniali aggiuntive ai criteri reddituali (elementi fondamentali che mancano completamente nei testi di legge di Sel e del M5S e che sono al più compresi nell indice Isee della proposta DA CORSO D ITALIA A VIA DEL NAZARENO SI DISCUTE COME ASSICURARE UN SALARIO AI GIOVANI SENZA FUTURO E A CHI RIMANE SENZA UN OCCUPAZIONE. UNA DISCUSSIONE RESA DIFFICILE DALLA MANCANZA DI RISORSE E DA RESISTENZE IDEOLOGICHE E CULTURALI. MENTRE LA CRISI BATTE ANCORA FORTE Pd); la subordinazione dell accesso al beneficio a particolari percorsi di formazione e di politiche attive del lavoro (elemento che manca nel testo di legge del M5S); le stime di costo andrebbero invece riviste a rialzo in caso di introduzione di soglie di deducibilità per i redditi da lavoro; molto più alta dell offerta e se l obiettivo della piena e buona occupazione rimane fondamentale per affermare una società inclusiva, così come riproposto nel piano del lavoro della Cgil, non si può ignorare che avanza, in maniera impetuosa, l esclusione dal lavoro e dal reddito per milioni di persone. Non c è più nemmeno una relazione tra l aumento della produzione e la crescita dell occupazione ed anzi si possono fare più profitti e più produzione riducendo il lavoro e pagandolo sempre meno. Esplode di conseguenza la povertà. Una povertà che a volte è miseria assoluta, altre volte significa non poter far fronte alle spese impreviste, dipendere fino all età avanzata dalle famiglie, o non poter sostenere i propri figli nei loro percorsi di studio e di vita. Per queste ragioni nella discussione congressuale della Cgil, con un emendamento al documento «il lavoro decide il futuro», insieme a Maurizio Landini, Nicola Nicolosi e altri abbiamo proposto l introduzione nel nostro Paese di un reddito minimo garantito come misura di contrasto alla povertà, di liberazione dal ricatto dal lavoro precario, per chi si trova in uno stato di disoccupazione o in occupazione, per l accesso al sapere. Questa misura, insieme ad una legge nazionale sul diritto allo studio e all estensione degli ammortizzatori sociali, deve essere l architrave per politiche di welfare universalistiche. Il reddito minimo garantito è una della condizioni per riunificare il mondo del lavoro, per garantire a tutti il diritto al sapere, per ristabilire un giusto equilibrio tra reddito e lavoro garantendo spazi di autonomia e libertà senza dei quali non ci potrà mai essere cittadinanza. Deve essere inteso come diritto individuale e essere integrato da servizi finalizzati a orientamento e formazione, ricerca di occupazione, cura e prevenzione della salute, istruzione idem con l introduzione di soglie di deducibilità spese per l affitto o per il pagamento di mutua abitazione; concorso al finanziamento del sistema delle regioni su strumenti di reddito indiretto (accesso ai trasporti, ai servizi culturali, sostegno all affitto ecc..). Sul piano strettamente operativo occorrerebbe un sistema snello di raccolta delle domande e delle informazioni, necessarie all istruttoria, con rapida definizione delle procedure e sollecita predisposizione dei pagamenti dovuti. Un ultimo aspetto fondamentale, sul quale le forze politiche non hanno ancora dato una risposta sufficiente è la questione di una titolarità individuale del beneficio, completamente indipendente dal nucleo familiare. Ciò costituirebbe un vero e proprio avanzamento dei principi del welfare italiano, ad oggi familista e assistenziale. È possibile trovare l articolo completo su Lavoro ed esclusione sociale, una sfida per la Cgil Il reddito minimo fa irruzione nel congresso del sindacato «rosso», ancorato a una visione novecentesca del welfare state per i minori fino al completamento dell obbligo scolastico. Non è semplice affrontare temi di questa complessità nella Cgil, troppo influenzata da vecchie impostazioni di welfare legato solo alle prestazioni lavorative che sono del tutto inadeguate proprio perché disoccupazione, barriere nell accesso al sapere, precarietà e lavori poveri rendono le protezioni sociali assicurate a fasce sempre più ristrette di persone. Se la Cgil vuole continuare ad essere sindacato confederale e generale, deve riuscire a tenere insieme lavoro ed esclusione sociale ricostruendo legami sociali e solidarietà. Bisogna prendere coscienza che alla crisi della rappresentanza sociale bisogna rispondere con scelte contrattuali e rivendicative coraggiose, finalizzate a ricomporre e unificare ciò che la crisi frammenta e divide, garantendo a tutti condizioni di vita e di lavoro dignitose. PROPOSTE Togliere il welfare agli Stati per costruire l Europa sociale Giuseppe Bronzini I l 15 marzo il Parlamento europeo ha approvato due risoluzioni sul ruolo della Troika nelle politiche di gestione della crisi e di assistenza ai paesi in difficoltà. Sintetizzando: macelleria sociale di dubbia legalità. È certamente ironico che parole così forti siano state pronunciate da un organo in scadenza, che quando doveva e poteva farlo ha ceduto il comando al Consiglio europeo e, per esso, al Direttorio della Germania e dei suoi stretti alleati. Tuttavia le indicazioni dell Assemblea di Strasburgo trascendono il piano della critica tardiva delle politiche del rigore e dei sacrifici. Si cerca di guardare al futuro e di prefigurare lo scenario di un Europa più sensibile alle questioni sociali. È la questione centrale: la leva per arrivare davvero a un entità politica sovranazionale. A Lisbona nel 2000 si decise che crescita, occupazione e inclusione sociale dovessero marciare insieme. Non attraverso atti vincolanti e un governo economico europeo, ma con il coordinamento delle politiche interne. Si cercò di individuare quali fossero le misure sociali più inclusive e al tempo stesso più efficienti; attraverso anni di confronto e di valutazione congiunta delle scelte nazionali (con il cosidetto «metodo aperto di coordinamento») si sono selezionate le best practises europee, quelle politiche che sanno davvero promuovere le scelte dei singoli senza relegarli necessariamente nella camicia di forza di relazioni contrattuali rigide e mortificanti la loro creatività. Si è acquisita la consapevolezza della necessità di sistemi di welfare mutuati sul «cittadino-laborioso» e non sulla figura di lavoratore «standard», oggi declinante nella fine della «società dell impiego» preconizzata da Alain Supiot già nel Questo processo ha generato solo indicazioni, non obblighi giuridici vincolanti. Dal 1998 si discute in Italia dell introduzione di una forma di garanzia universalistica dei minimi vitali, oggi si sono trovati 10 miliardi che però saranno elargiti a chi ha già un lavoro fisso, ancorché poco retribuito, lasciando senza protezione milioni di indigenti. Allentare o rimuovere le politiche di austerity, quindi, non deve significare tornare alla piena discrezionalità nazionale, soprattutto per i paesi che l hanno utilizzata così malamente. La scommessa è un altra: la costruzione di un welfare europeo che sia il sostrato contenutistico dell auspicata Europa unita. Si dovrebbe pertanto compiere uno sforzo propositivo su poche misure simbolicamente eclatanti e convincenti per la loro incisività, per recuperare il favore popolare: una Carta di rivendicazioni sociali, reddito minimo garantito, salario minimo, un sistema unitario di assicurazione contro la disoccupazione, regole sui servizi di interesse pubblico e sui beni comuni. Alcune di queste misure potrebbero essere, in parte, finanziate direttamente dall Unione sulla base di entrate proprie (carbon tax, corporation tax), senza sconvolgere l attuale architettura dei Trattati. Sino a oggi la polemica antisovranista si è concentrata sull essere gli Stati «signori dei Trattati». Ma a ben guardare sono anche «signori della solidarietà»: nei welfare moderni, infatti, la lealtà e il consenso politico sono scambiati, come mostrò Claus Offe negli anni 70, con le prestazioni sociali. Privare le classi politiche nazionali di questo meccanismo di legittimazione, ridislocandolo a livello sovranazionale, forse ci avvicinerebbe davvero a un destino federale.

11 VENERDÌ 4 APRILE 2014 il manifesto pagina 7 INTERNAZIONALE CINA Manifestazioni contro una fabbrica petrolchimica inquinante: 15 morti, per gli organizzatori Ambiente, proteste e scontri Contestazioni a Maoming, Canton e Shenzhen. La polizia: «Non c è nessun morto» Michele Giorgio GERUSALEMME E ra Simone Pieranni S ono definiti «incidenti di massa» e il loro numero è considerato un segreto di Stato. Ogni anno, secondo alcune ricerche, sarebbero almeno 180mila e negli ultimi tempi le proteste ambientali avrebbero superato quelle relative al mondo del lavoro e ai diritti della terra e sarebbero aumentate di oltre il 120 percento. E da domenica manifestazioni, che in Cina sono vietate previo permesso governativo, sono in corso in gran parte del Guangdong, regione sudorientale cinese, che da sola contribuisce a un quinto delle esportazioni nazionali. Il centro degli scontri, violentissimi tra manifestanti e polizia, è stata Maoming. L oggetto della contestazione è una fabbrica petrolchimica dell azienda statale Sinopec: a detta dei cittadini produrrebbe paraxilene e rischierebbe di inquinare tutta la zona. La risposta della polizia è stata durissima: su Weibo, il Twitter cinese, sono state «postate» foto di feriti e cariche. Secondo alcuni degli organizzatori ci sarebberto stati anche dei morti, negate dal governo regionale: quattro secondo alcuni, quindici secondo altri. La protesta si è poi diffusa anche a Canton, il capoluogo. Quando si parla di inquinamento in Cina, ci si riferisce quasi sempre allo smog delle grandi città, ma uno dei problemi più urgenti del Dragone, sono invece le tante fabbriche chimiche inquinanti, che mettono a serio rischi corsi d acqua, ambiente e terra, con successivi rischi per la sicurezza degli abitanti delle zone circostanti, anche per quanto riguarda il cibo. La questione ambientale è tornata di attualità in Cina alcune settimane fa, quando la più grande agenzia di viaggi online della Cina, Ctrip International, con il gigante assicurativo Ping An Insurance ha iniziato a vendere assicurazioni di viaggio sullo smog. Non solo, perché anche i giapponesi della Panasonic, in un gesto considerato ineducato da parte dei cinesi, hanno provveduto a pagare ai propri dipendenti inviati in Cina un premio di compensazione per i livelli pericolosi di inquinamento. Le proteste di Maoming, CISGIORDANIA Ucciso nel campo profughi di Jenin Juliano Mer Khamis, tre anni senza verità un pomeriggio caldo quel 4 aprile del 2011 quando Juliano Mer- Khamis uscì dal Freedom Theatre, nel campo profughi di Jenin, a bordo della sua Citroen rossa. Il figlioletto Jay e la babysitter erano seduti accanto a lui. Procedeva lentamente perchè il campo era affollato, come sempre. Dopo pochi metri un uomo con il passamontagna sbucò da un vicolo e gli disse di fermarsi. Aveva una pistola. La babysitter spaventata lo pregò di continuare, di non correre rischi. Ma lui si fermò, per chiedere spiegazioni. Juliano non fece in tempo ad aprire bocca che quell uomo gli sparò contro cinque volte, poi tornò nel vicolo da dove era venuto lasciando il passamontagna in strada. Jay e la babysitter si salvarono, per Juliano la morte fu istantanea. Terminò così la vita dell attore figlio di una madre ebrea, Arna, e di un padre palestinese, Saliba, che aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita a fare teatro tra i giovani profughi. Proseguendo il lavoro cominciato tanto tempo prima dalla madre, sempre nel campo di Jenin. Una storia di una donna e di bambini palestinesi desiderosi di diventare attori ma destinati, da adolescenti, a morire combattendo contro l occupante o ad essere uccisi senza pietà, che Juliano seppe raccontare con un film bellissimo visto in tutto il mondo: «I bambini di Arna». La morte di Juliano Mer Khamis, a tre anni di distanza, resta un mistero. Troppi interrogativi non hanno ancora avuto una risposta. Proprio come l assassinio di Vittorio Arrigoni, ucciso pochi giorni dopo a Gaza da un sedicente «gruppo salafita». Due omicidi distanti geograficamente eppure vicini per le trame che li avvolgono. Amici, conoscenti e sostenitori, continuano a chiedersi chi e perchè ha voluto la morte di Juliano. Di ipotesi ce ne sono molte. Accanto a coloro che puntano l indice contro Israele, c è chi lancia accuse ai servizi dell Autorità nazionale palestinese che avevano guardato sempre con ostilità al Freedom Theatre, oasi di libertà di espressione e di critica della situazione politica. Altri sottolineano che quella libertà turbava non poco anche le formazioni islamiste più radicali che avevano messo radici nel campo e che a Juliano guardavano come a un nemico e non come a un amico dei palestinesi. L attore, aggiunge qualcuno, aveva parecchi nemici a Jenin. Il mistero resta fitto, con una sola terribile certezza. Tra i palestinesi del campo profughi di Jenin alcuni conoscono la verità, sanno chi ha sparato e per conto di chi. Queste persone non devono più tacere. A MAOMING IN CINA, LE CARICHE DELLA POLIZIA, SOTTO A SINISTRA JULIANO MER- KHAMIS, A DESTRA NETANYAHU /REUTERS inoltre si pongono su una traiettoria in corso da tempo: le contestazioni rispetto a questioni ambientali, infatti, sono «consentite» in Cina, perché non mettono in discussione la centralità del Partito, quanto una pratica che la leadership stessa sta perseguendo, ovvero la diminuzione dei livelli di inquinamento nelle città cinesi. Non a caso alcune di queste clamorose proteste hanno contribuito alla chiusura di impianti considerati inquinanti, diventando dunque esperienze di successo. Del resto, né l operaio, né il funzionario, vogliono fare crescere i propri figli in luoghi a rischio. Allo stesso tempo però, non vengono tollerate proteste violente: non a caso dopo la manifestazione di Maoming, i censori hanno provveduto a cancellare i contenuti dal web e i giornali filo governativi si sono scagliati contro le «violenze» dei manifestanti. Secondo quanto riportato dal Financial Times, «Centinaia di manifestanti sono scesi nelle strade di Canton, per sostenere i residenti della città di Maoming, dove le autorità intendono costruire un impianto per la fabbricazione del paraxilene chimico tossico (px). Uno degli organizzatori della protesta di Guangzhou ha detto che la polizia ha arrestato nove dimostranti martedì, anche se uno è stato poi rilasciato per motivi medici. Ha aggiunto che gli avvocati e i familiari non erano stati autorizzati a visitare i manifestanti arrestati». E ieri la protesta è arrivata anche nella megalopoli di Shenzhen, ma Zhou Peizhou vice direttore della pubblica sicurezza di Maoming, ha spiegato che alcuni agenti di polizia sarebbero feriti, ma ha negato la morte di quindici persone, diffusa attraverso i social network. Secondo le versioni degli ufficiali cinesi, quindici persone sarebbero invece ferite, ma in condizioni stabili. La polizia ha inoltre comunicato di aver arrestato diciotto persone, accusate di «disturbo dell'ordine sociale». L a farsa chiamata processo di pace è stata organizzata grazie all orchestrazione americana e all appoggio europeo. Tutti sembrano propensi a credere davvero nel processo, sebbene in molti sappiano che non può funzionare. Nella realtà si vuole nascondere la reale indole del processo: l eliminazione della pace come alternativa reale e necessaria, almeno per due popoli, quello palestinese che soffre un occupazione brutale, continuativa e quello israeliano che non sarà libero, mentre si procede a soggiogare il popolo palestinese Una vera pace non può essere stabilita in base alle diverse condizioni fissate da Israele. Ma è più conveniente ricordare che non partecipano alle discussioni due corpi simmetrici, ma piuttosto il contrario. Da un lato Israele, una vera e propria mini potenza in Medio Oriente, dall altra parte quella che si definisce Autorità Palestinese, un invenzione che potrebbe aver avuto qualche senso nel 1993 (quando sono stati firmati gli accordi di Oslo) che si propone di dominare la vita dei palestinesi, ma sempre sotto il controllo totale di Israele, la potenza occupante nei territori occupati. Il mediatore, gli Stati uniti, è ben lungi dall essere un intermediario neutrale. La principale guida politica è costituita dagli interessi americani, decisamente meglio serviti da Israele che da una debole Autorità palestinese che non rappresenta alcun potere reale. L attore principale nel processo di pace dovrebbe essere Israele perché è l occupante che opprime il popolo palestinese e senza la predisposizione di Israele verso una vera indipendenza non si può pensare alla pace. Il governo israeliano è un governo di estrema destra che continua a costruire a rotta di collo insediamenti nei territori occupati: ogni nuova casa è un ostacolo in più ad un accordo di pace. L esercito israeliano ha continuato con violenza a opprimere il popolo palestinese e la burocrazia dell occupazione è un meccanismo poco discusso, ma molto efficiente per trasformare in un inferno la vita quotidiana dei palestinesi. A Gaza il «governo» di Hamas gode della presunta «indipendenza» dal totale assedio israeliano ed egiziano e la Striscia di Gaza, in passato una prigione con la presenza di carcerieri israeliani è ormai una prigione controllata dall esterno. Repressione, provocazioni - sia israeliane, sia di organizzazioni D opo un indagine condotta dal governo ad interim di Kiev, il ministro dell interno ucraino, ha dichiarato che a sparare durante la repressione delle proteste a Majdan, sarebbero stati soldati agli ordini di Yanukovich. Non solo, perché emergerebbero anche le responsabilità dei servizi segreti russi, che avrebbero «pianificato» e organizzato i cecchini, a seguito dell approvazione della legge anti terrorismo, dell ex presidente. Da Mosca è giunta un immediata risposta, che nega ogni coinvolgimento ed etichetta l indagine come «parziale», a fronte di prove che dimostrerebbero il contrario. Un indagine super partes era stata richiesta da tempo anche dall Unione europea, preoccupata circa le voci che volevano un coinvolgimento anche dei manifestanti nelle morti dei poliziotti. Nel frattempo almeno 12 ex Berkut, i corpi speciale della passata presidenza, poi sciolti dal nuovo esecutivo, sono stati identificati (tre di loro sono agli arresti), secondo quanto dichiarato dal procuratore generale di Kiev, membro del gruppo neonazista di Svoboda (a conferma della esigua imparzialità dell inchiesta). Le uccisioni - secondo l indagine di Kiev - sono avvenute «sotto la leadership diretta» dell'allora presidente Yanukovich. Il ministro degli Interni ucraino Arsen Avakov ha aggiunto, in una conferenza stampa, che era stato proprio Yanukovich a «impartire l'ordine criminale di aprire il fuoco contro gli oppositori in piazza il 18 e il 20 febbraio», un ordine da cui scaturì la morte di decine di persone (103 il numero di vittime civili accertate in quei tre giorni) e sempre negato dall ex presidente. Molte delle vittime sarebbero state uccise da «cecchini appostati sui tetti di alcuni edifici affacciati sulla Piazza dell'indipendenza di Kiev che gli inquirenti hanno identificato come agenti del Berkut». Sono dunque indagati,con l'accusa di strage per il loro presunto coinvolgimento nell'uccisione dei manifestanti disarmati, 12 agenti del Berkut, la forza di agenti speciali del ministero dell'interno sciolta subito dopo l'insediamento del governo di transizione e sostituita dalla nuova Guardia nazionale. Gli agenti arrestati farebbero parte dello «squadrone nero» dei Berkut specializzato in operazioni speciali. Nessun riferimento, anzi il silenzio, su chi invece avrebbe ucciso i poliziotti: su questo Kiev non si è esposta. Le accuse, invece, riguardo una responsabilità russa, secondo Lavrov, ministro degli esteri di Mosca, sarebbero «contraddette da una grande quantità di prove». (s. pie.) ISRAELE/ PALESTINA, LA FARSA CHIAMATA «PROCESSO DI PACE» Un futuro diverso, non significa sia migliore Zvi Schuldiner IL MINISTRO DEGLI INTERNI DI KIEV AVAKOV E IL PROCURATORE MAKHNITSKY /REUTERS UCRAINA Spari a Majdan, le accuse e i silenzi di Kiev estremiste islamiche - minacciano possibili escalation sanguinose in ogni momento. Gli eventi turbolenti in Egitto contribuiscono solo ad un isolamento crescente della presunta «indipendenza» di Gaza. Netanyahu oscilla tra estremisti di destra nel suo partito e il Partito Nazionale Religioso (Habeit Haihudi) di estrema destra. Per questo può permettersi di chiedere ai palestinesi qualcosa di assurdo: devono riconoscere Israele, non come uno Stato, ma come Stato ebraico; la definizione religiosa confessionale non ha senso, perché perfino gli israeliani non sanno bene cosa significa identità ebraica: la religione (con le sue varie correnti) o la nazione o che altro? Forse l Italia richiede dalla comunità internazionale il riconoscimento come Stato cattolico? Il fascismo cresce e si rafforza ogni giorno. I ministri israeliani attaccano gli Stati uniti per godere del sostegno degli estremisti nel partito e le considerazioni di politica interna sono più importanti per Netanyahu e i suoi ministri della possibilità di un futuro migliore. La farsa avviene anche nelle ultime ore: l ipotesi di liberazione della spia americana Pollard, è un atto che darà grande popolarità, permetterà la liberazione di prigionieri palestinesi e la possibilità di continuare a costruire nei Territori in una forma un po più discreta e proseguire i negoziati che non portano a nulla. L obiettivo di Netanyahu è semplice: collaborare ai disegni dei repubblicani, vincere le elezioni di novembre e conquistare il Senato, rendendo Obama un presidente debole che non può imporre nulla di nuovo a Israele. In pratica Netanyahu vuole andare avanti con i negoziati, ma non ha alcun interesse ad una conclusione esauriente. Una grande masturbazione, niente di più. Il terzo attore è parte della tragedia: una leadership palestinese debole, con una società civile che ha perso gran parte del potere che aveva. La corruzione è parte del motivo del malcontento costante di una popolazione oppressa che teme, con buona ragione, il tradimento dei loro leader. La prima Intifada scoppiò nel 1987 senza la previa preparazione della leadership in Tunisia, senza Arafat. La seconda scoppiò nel 2000 e divenne molto più sanguinosa quando il popolo palestinese ha cominciato a protestare non solo contro l occupazione, ma anche contro la disperazione e il malcontento verso una leadership palestinese corrotta. La divisione profonda e violenta tra il vecchio e stanco Olp e Hamas è parte di una triste realtà di oggi e concretizza il momento difficile dei palestinesi sempre più deboli. Se tutto questo significa un futuro senza speranza per israeliani e palestinesi, è probabile che entrambi i popoli, con il cordiale sostegno americano possano affacciarsi verso un nuovo e sanguinoso capitolo. L assenza di un futuro diverso, non può portare ad un futuro migliore.

12 pagina 8 il manifesto VENERDÌ 4 APRILE 2014 CULTURE WORKING CLASS MAURIZIO CATTELAN, «STADIUM», 1991; SOTTO, UN RITRATTO DELLO SCRITTORE INGLESE RODGE GLASS AUTOBIOGRAFIE Sir Alex Ferguson, le sfide impossibili non finiscono mai G. Ca. «H o ricevuto una lettera da un tizio che scriveva che nel lavorava nei cantieri a Govan e andava regolarmente in un pub, e si ricordava di un giovane attivista che passava di lì con un barattolo per le monete a raccogliere fondi per il sindacato, pronunciando discorsi che invitavano alla protesta. Tutto ciò che ricordava era che questo ragazzo giocava nel St Johnstone. La sua lettera terminava con una domanda: Eri tu?». È proprio Sir Alex Ferguson, uno degli allenatori che ha vinto di più e per più tempo nella storia del calcio britannico e internazionale a segnalare con piacere, e malcelato orgoglio, questo ricordo nella sua autobiografia, La mia vita pubblicata di recente da Bompiani (pp. 428, euro 19). Quando, lo scorso anno, i tifosi dell Old Trafford gli resero omaggio per il suo commiato con i campi di gioco, dopo un quarto di secolo che aveva passato alla guida del Manchester United, regalando alla «Repubblika di Mancunia» qualcosa come 20 vittorie nella Premiere League, lo fecero con uno striscione gigantesco su cui era scritto «The impossible dream, Sir Alex 26 years made possible». Perché sì, lui, Sir Alex è davvero l uomo dei sogni che si realizzano, delle sfide impossibili che si possono vincere. Lo dice la sua storia di attaccante di provincia, cresciuto nella zona dei Cantieri navali di Glasgow, passato durante gli anni Sessanta per tante piccole squadre, ad eccezione dei Rangers, prima di arrivare ad allenare l Aberdeenn, vincitore a più riprese della Coppa di Scozia e della Coppa delle Coppe nel 1983, e, infine, l United nel Oggi, della sua Scozia Ferguson non parla spesso, anche se si è misurato in un duello a distanza con Sean Connery, visto che il primo sostiene il referendum in favore dell indipendenza che i nazionalisti locali hanno indetto per la metà di settembre, mentre Sir Alex si dice soddisfatto del regime di autonomia di cui la regione gode già nei confronti di Londra. L ex allenatore dell United è «un rosso» di quelli di una volta - «un rosso» così a lungo alla guida dei Red Devils in una città dalla forte memoria operaia non è stato del resto forse un caso. Fuori dagli stadi di football, è stato amico di Tony Blair, anche se non lo ha mai amato molto e, un po più sinceramente, di Gordon Brown. «Le mie convinzioni politiche sono rimaste sostanzialmente le stesse di quando facevo il rappresentante sindacale ai cantieri navali di Govan. Le opinioni della gente cambiano nel tempo in base al successo e alla ricchezza, ma nella mia gioventù ho imparato non tanto un insieme di posizioni ideologiche, quanto un modo di vedere la vita, un sistema di valori. Mi sono sempre riconosciuto nell ala sinistra del Partito laburista (...). Fui molto dispiaciuto per Neil Kinnock, una brava persona, molto sfortunata; mi sarebbe piaciuto vederlo a Downing Street». Omaccione dallo sguardo severo e, si dice, dal carattere inflessibile, Sir Alex ha tenuto a battesimo anche alcuni dei protagonisti del nuovo calcio-spettacolo dell ultimo decennio, nomi come David Beckham, Cristiano Ronaldo o Wayne Rooney. Ed è soprattutto in quelle occasioni che l ex sindacalista ha dovuto vedersela con i giovani ribelli che cercava di controllare e indirizzare con la sua esperienza: «Il potere è utile, se te ne puoi servire, ma credo che i giocatori, che vengono per lo più dalla working class, non lo recepiscano bene». Quasi i titoli di coda per il vecchio football da dopolavoro operaio di cui Alex Ferguson, con i suoi 72 anni e malgrado il malloppo di coppe e titoli vari che ha accumulato, è ancora uno straordinario simbolo. Lo stadio degli incubi Un intervista con lo scrittore Rodge Glass che in «Voglio la testa di Ryan Giggs», pubblicato da 66thand2nd, racconta la storia di un sogno finito male: quello del protagonista Mikey, che da giovane promessa del Manchester United si trasforma in un emarginato dedito all alcool Guido Caldiron «P apà dice che questo posto non si chiama semplicemente Old Trafford, è il Teatro dei sogni. Quando arrivi allo stadio resti senza parole. Tutto sembra davvero un sogno. Il rumore. L odore. Le imprecazioni e le grida. Salite i gradini, passate attraverso la massa di tifosi, uscite all aperto e guardate giù, la grande distesa verde. Poi ti avvicini, a passi incerti, a quei posti dove la tua famiglia si siede da quella che sembra la notte dei tempi. I sedili sono di plastica rossa e sono freddi sotto il culo, ma appartengono alla storia». Rodge Glass ha solo 36 anni, ma è cresciuto in una casa dove l abbonamento allo stadio del Manchester United c è sempre stato nell ultimo mezzo secolo. In Voglio la testa di Ryan Giggs, appena pubblicato da 66thand2nd (pp. 328, euro 17) ha messo perciò una parte della sua memoria più intima. Emozioni, sogni e aspettative che un figlio della working class della ex città industriale non può che nutrire nei confronti del calcio e, in particolare, dei Red Devils. Certo, a Manchester non c è solo lo United, ma la linea di confine su questo tema è talmente forte che, come il protagonista del romanzo, Mikey, anche Glass non dedica che qualche battuta agli Oasis, la famosa band dei fratelli Gallagher, «colpevoli» di essere tifosi dell altra squadra locale, quella del City, i «Blu» che si contrappongono ai «Rossi». L identità della città è del resto racchiusa in questo. Football e musica, dalle tribune dell Old Trafford alle sale d incisione della Factory, dove i Joy Division trovarono nello spazio di un paio d anni la via d uscita al «no future» del punk. Musica e football, allo stesso modo, per l annata d oro del Manchester United, quella del 1992 che avrebbe visto il debutto dei vari Beckham, Scholes, dei fratelli Neville e, soprattutto, di Ryan Giggs, il centrocampista con cui si identifica il giovane Mikey. Quella stessa squadra che sotto la guida di Sir Alex Ferguson avrebbe poi finito per vincere tutto, in patria come all estero. Il sogno di Mikey, nutrito dell ossessione del padre per tutto ciò che aveva a che fare con l United, coltivato nei pomeriggi passati con lui all Old Trafford, andrà invece in frantumi in poco più di due minuti: i centotrentatré secondi nei quali il ragazzino prodigio delle giovanili, chiamato da Ferguson ad indossare la maglia della prima squadra, si avventerà su un difensore avversario spaccandogli una gamba e rimediando un identica frattura, «il peggior debutto della storia della Premier League, scriveranno i giornali». Da quel momento, quello di Mikey diventa il tentativo disperato di non lasciare che la propria vita vada in pezzi. Escluso dall United finirà col giocare in piccole squadre di provincia, in cittadine sempre più insignificanti e tristi. Solo un annuncio della deriva personale che seguirà, segnata dall alcool, dalla depressione e dalla follia. Mikey che sognava ad occhi aperti un destino da campione, si sveglierà inebetito in una vita da marginale, mentre i nuovi affaristi del calcio metteranno le mani sull United e sui miti appresi dal padre, a sua volta in fuga per i debiti accumulati con le scommesse. L amore per il suo idolo Ryan Giggs, di cui avrebbe voluto seguire le orme, si trasformerà in ossessione e in odio. Giggs è il volto di successo in cui Mikey, in un crescendo drammatico che ricorda la discesa verso il delirio del Diario di Edith di Patricia Highsmith e il film The Fan, di Tony Scott, in cui Robert De Niro perseguita un giocatore di baseball di San Francisco, si specchia di continuo, misurando la tragica ampiezza del proprio fallimento. È riduttivo definire corale questo romanzo, nelle sue pagine ci sono la storia di un calciatore mancato, di una famiglia, di una città, in qualche modo del football stesso. Cosa voleva raccontare? Penso che già in ogni storia familiare si possano trovare tanti elementi diversi, una sorta di spaccato del mondo. Tuttavia, il commento che in Gran Bretagna è stato fatto più spesso circa questo romanzo è che racconta soprattutto il «calcio moderno», vale a dire il calcio degli affari miliardari e dello star system. Ho cercato di descrivere il cambiamento e le conseguenze che ha avuto sulle persone, in particolare sui tifosi che vogliono continuare a vedere nello stesso modo ciò che amano più di ogni altra cosa. Con l avvento del nuovo calcio ho raccontato anche le trasformazioni conosciute da Manchester. Fin dall inizio degli anni Novanta, questi due elementi hanno seguito la stessa evoluzione, intrecciandosi in modo inestricabile. Mikey crede che gli abbiano rubato il futuro, anche se è stato il suo fallaccio a stroncargli la carriera. Cerca punti di riferimento che non trova più. È la metafora di una città che è cambiata troppo in fretta? Credo che a tutti sia successo almeno una volta di gridare «la mia vita è andata male perché gli altri me l hanno rovinata». Mikey continua a vedere le cose in questo modo perché così cerca di nascondere a se stesso come agli altri la sua incapacità ad assumersi delle responsabilità. Da piccolo si beveva tutte le balle del padre sul calcio, ma una volta diventato adulto dovrebbe essere in grado di tagliare il cordone ombelicale con un uomo che l ha deluso e ingannato. E invece non lo fa. IIl suo atteggiamento assomiglia a quello di molti degli abitanti di Manchester, su tutti i tifosi, che sembrano non voler abbandonare i sogni e le promesse dell infanzia per misurarsi con la realtà di un mondo che è profondamente cambiato. Cosa è diventato l Old Trafford se non è più il Teatro dei sogni descritto a Mikey bambino da suo padre? Si è trasformato nel Teatro degli incubi. È diventato una sorta di inconscio collettivo della città. Mikey continua a tornarci con i propri pensieri, con i sogni, le paure. Cerca lì, tra quei sedili di plastica attaccati al cemento, un pezzo della sua identità che teme vada perduta. Come lui, anche il resto dei tifosi dell United fingono di non vedere che tutto è cambiato, che lo sponsor della squadra è una compagnia aerea malese, che i proprietari della società sono americani, che quasi nessuno di loro guadagnerà in un intera vita quello che Wyane Rooney (popolare attaccante dei Rossi) intasca in una settimana. Lo fanno per difendersi, per continuare a considerare il Manchester United come qualcosa di «proprio». Per Mikey è un modo per continuare, finché c è, a parlare con suo padre, per avere una vita sociale e degli affetti. Del resto, anche a casa mia era così: se volevo sapere come stavano mio padre o i miei fratelli, l unico modo era andare allo stadio con loro. Il sogno del calcio della working class si infrange quando arrivano quelli che nel libro sono descritti come i «piccoli uomini in grigio». Nell era del football-business non c è più speranza? In realtà non è proprio così, c è anche chi ha scelto di ribellarsi. Tra coloro che hanno continuato ad andare allo stadio, in molti hanno scelto di utilizzare i colori originali, il verde e l oro, che la squadra aveva quando è stata fondata nel È nato un movimento di supporter che realizza magliette e sciarpe con questi colori per protestare contro il merchandising ufficiale della società. Altri hanno deciso di abbandonare lo stadio e hanno creato il Football Club United, una piccola società gestita direttamente dai tifosi, che gioca per il momento nelle categorie più basse, ma sta cercando di rinnovare il rapporto tra la città e il calcio. L idea è quella di tornare ad una squadra che appartenga alla comunità e non agli azionisti o alla Borsa. «Colonna sonora» del romanzo sono gruppi come Smiths, Stone Roses o Happy Mondays che hanno rappresentato negli anni la «scuola di Manchester». Mikey, e forse lei, prediligete però i Joy Division, perché? I Joy Division hanno pubblicato solo due album e all epoca erano una band underground, conosciuta da pochi. Con il passare degli anni la loro fama è però cresciuta enormemente perché si è capito che avevano incarnato una fase decisiva di trasformazione della società britannica. Nel passaggio dai Joy Division ai New Order, il gruppo formato dai membri della band dopo il suicidio di Ian Curtis, il sound cupo e industriale della fine degli anni Ottanta è evoluto verso la dance elettronica del decennio successivo. Quella musica ha accompagnato la fine dell era industriale che aveva fatto le fortune di Manchester e l inizio di una nuova fase in cui la città, e l intero paese, hanno dovuto inventarsi una nuova identità. Da noi ci si è riusciti proprio così, grazie al calcio e alla musica.

13 VENERDÌ 4 APRILE 2014 il manifesto pagina 9 CULTURE oltre tutto GENDER, RICONOSCIUTO IL «NEUTRO» L'alta corte australiana ha riconosciuto l esistenza di un «terzo sesso», accogliendo il ricorso di Norrie May Welby, che si batte da anni per non essere identificata sui documenti ufficiali né come maschio, né come femmina. May Welby è nato maschio in Scozia, emigrò con la famiglia in Australia all'età di sette anni. Dopo l operazione per cambiare sesso, non si è sentito a proprio agio come donna e ha fatto ricorso a un nuovo intervento per non avere alcun genere sessuale. Si definisce come neutro. L'anagrafe australiana si era però opposta a scrivere «non specifico» nella casella del sesso sui documenti e le registrazioni di May-Welby. Ma l alta Corte gli ha dato ragione. Undici anni fa l'australia emise il primo passaporto dove figurava un X al posto della dicitura del sesso. In Germania è possibile per i bambini ermafroditi. SCAFFALE «Indagine sul ventennio» di Enrico Deaglio, edito da Feltrinelli Perversioni berlusconiane Come la sinistra si è trasformata in un Frankenstein sgangherato, anche prima dell arrivo di Renzi e dei suoi patti scellerati Roberto Ciccarelli S ostiene Enrico Deaglio (Indagine sul ventennio, Feltrinelli, euro 15) che il ventennio di Silvio Berlusconi sia terminato con la sua decadenza dalla carica di senatore il 27 novembre La tesi sembra un'esorcismo contro i fantasmi e le derive del ventennio che ci aspetta. Il patto del Nazareno e la maggioranza con Forza Italia che assicura al Partito Democratico di Matteo Renzi il sostegno per rivoluzionare il Senato, revisionare il titolo V della Costituzione e istituire una legge elettorale ipermaggioritaria che cancella milioni di elettori, dimostrano che il berlusconismo è vivo e vegeto, ma è stato trasfigurato, inghiottito e reincarnato nel corpo nervoso dell'attuale presidente del Consiglio. In un libro composto da dodici interviste a Silvia Ballestra, Ivan Carrozzi, Mario Deaglio, Andrea Jacchia, Gad Lerner, Fausto Melluso, Peppino Ortoleva, Marcelle Padovani, Romano Prodi, Massimo Recalcati, Roberto Saviano e Adriano Sofri, colpisce l'assenza di una riflessione su questo recente passaggio della storia politica italiana. Il silenzio può essere dovuto ad esigenze editoriali. Probabilmente il libro di Deaglio è stato chiuso prima del colpo di mano con il quale Renzi ha defenestrato da Palazzo Chigi il suo compagno di partito Enrico Letta, due mesi dopo che quest'ultimo era riuscito a isolare politicamente Berlusconi, inventandosi una nuova maggioranza con il partitino di Alfano e i suoi reprobi berlusconiani, con il sostegno del Quirinale. Ma questo silenzio potrebbe essere inteso anche come una nuova rimozione che ha colpito la sinistra italiana, amalgama indigeribile e stadio degenerativo delle eredità democristiana e comunista, che ha generato l'uovo del serpente di un berlusconismo mutante. Ammesso, ma non concesso, che il ventennio sia concluso, pare che per la sinistra il berlusconismo sia diventato il nefas dei tragici greci. Quell antico timore che coglieva il malcapitato davanti al non detto, il male, oggi se è possibile è raddoppiato. Il tragico eroe di un tempo ha assunto le sembianze, le attitudini e l'immaginario del suo antagonista. Senza girotondi che protestano contro le riforme costituzionali, con i suoi intellettuali e gli artisti appagati o depressi dal conformismo e dall'efficienza più dichiarata che reale di Renzi, nel 2014 la sinistra ha concluso un lungo percorso di assimilazione, trasformandosi in un Frankenstein sgangherato. Deaglio riepiloga i fatti: il 28 febbraio 2002 in un discorso alla Camera Luciano Violante ricordò che nel 1994 l'allora Pds diede a Berlusconi «garanzia piena che non sarebbero state toccate le televisioni» e che il conflitto di interesse del tycoon padrone dei sensi proibiti degli italiani non avrebbe impedito di «dichiararlo eleggibile nonostante le concessioni». Lo spunto è stato purtroppo abbandonato nel libro e non sembra costituire un'occasione di riflessione adeguata. L'attrazione fatale degli ex comunisti rispetto a Berlusconi è spiegabile in base all'ideologia della «governabilità», con l'esigenza di trasformare il regime di governo, come lo stesso profilo costituzionale della Repubblica alla luce della loro ansia di legittimazione. Ora che è al governo, rimossa la sua presunta diversità morale, politica o antropologica, il Pd vede ad un passo la conclusione di una storia di esclusione e frustrazione. Manca poco e poi riuscirà a cancellare quell ancestrale timore. Sempre che i fantasmi non tornino ad occupare la scena, rilanciandone la permanente inquietudine. Deaglio non limita il romanzo berlusconiano al suo lato nazionale, a una vicenda interna alla borghesia nazionale e alle sue storie criminali sin dagli anni Settanta in combutta con Cosa Nostra, ad un epifenomeno nazionale del leghismo etno-razzista nel Nord. Nel dialogo con l economista Mario Deaglio emerge l aspetto più interessante di un personaggio politico che oggi, pur estenuato, continua a garantire la coerenza di un sistema. Per Mario Deaglio Berlusconi è stato l'interprete italiano di un neoliberismo tardivo e fallimentare. Egli incarna il capitalismo finanziario nelle sue attività di palazzinaro, di imprenditore mediatico, o di mediatore degli interessi delle super-potenze energetiche dalla Russia all'azerbaijan, come fanno Blair o Schroeder. Estendendo questo ragionamento alle ultime alleanze contratte dal Pd, sembra che Renzi intenda rilevare una parte non piccola di questa eredità. Non certo diventando un imprenditore, ma provando ad accreditarsi con i mercati per gestire la crisi che Berlusconi aveva L idia Brisca Menapace ha compiuto ieri novant anni. Nata a Novara, residente a Bolzano dal 1964 dopo il matrimonio con Nene Menapace (scomparso nel 2004), Lidia è stata con noi del «manifesto» da sempre. Ricorda Filippo Maone: «Eravamo ancora nel Pci, non era uscito il primo numero del mensile. Ricordo che andai a trovarla, era la fine del 1968 o l inizio del 1969, all Università Cattolica di Milano per raccontarle cosa avevamo intenzione di fare. Lidia si mostrò subito interessata a collaborare con noi. Cosa che fece puntualmente». In quel momento Menapace era autorevole esponente del mondo cattolico in fermento sessantottino. Divenne subito esponente di spicco del «manifesto», quando i suoi fondatori furono radiati dal Pci e si iniziava a pensare al lancio di un quotidiano che poi fu nelle edicole nell aprile Lidia iniziò a coordinare le attività su scuola e università del nostro movimento politico. Il suo contributo era stimolante. Esprimeva punti di vista originali sui temi della formazione. Le radici culturali diverse da chi veniva dal Pci o direttamente dai movimenti del erano un arricchimento per il gruppo dirigente del Manifesto. «La Menapace», come la chiamavamo in quegli anni e abbiamo continuato a chiamarla, aveva una biografia che chiedeva rispetto da parte di noi più giovani: staffetta partigiana in gioventù, ruoli importanti nella Federazione degli universitari cattolici (Fuci) prima di insegnare alla Cattolica di Milano e trasferirsi a Bolzano, dove fu eletta consigliere provinciale per la Dc. Attenta osservatrice di ciò che si muoveva nel mondo cattolico, ha pubblicato nel 1974 il libro La Democrazia cristiana dove proponeva un excursus originale della storia di quel partito e delle sue radici sociali. «Una anticipatrice: questa forse la caratteristica più nitida ed esclusiva del suo lavoro», scrivono di lei Monica Lanfranco e Rosangela Pesenti sul sito Su scuola, femminismo, non violenza, pacifismo, autonomia dei movimenti e altro ancora non c è dubbio che l affermazione sia provato a negare nel In questo scambio di testimone, in cui a un pregiudicato e interdetto dai pubblici uffici è stato concesso di diventare un padre costituente, la patologia si è fatta norma fondamentale. Diventa costituzione, oltre che regola di vita. Non nelle forme adottate da Berlusconi (prostituzione minorile, corruzione, evasione fiscale e quant'altro), ma nella sua forma più vuota e trascendentale della «modernità», il più vetusto ideologema usato da Renzi e, come dimenticarlo, da D Alema con il suo «paese normale». Farsi legge, diventare moderni, innovare, sconfiggere i passatisti difensori dell'ordine costituito e le corporazioni. Parlare al popolo. I concetti populistici agitati da Renzi sono quelli del berlusconismo, cambiati appena di segno. In nome di cosa la sinistra è arrivata a tanto? Una spiegazione la offre Massimo Recalcati nel dialogo con Enrico Deaglio quando teorizza la «perversione». Non è solo una sindrome clinica, bensì una visione del capitalismo. Berlusconi ieri ne ha interpretato il nuovo spirito che non è più quello di Max Weber: sacrificio di sé e rinuncia al godimento immediato. Godere ora, e adesso: è la legge del capitale finanziario in nome della quale Berlusconi ha sfidato tutte le leggi dello Stato. La crisi ha imposto nel frattempo una rinnovata enfasi sulla moderazione e l'austerità. A differenza del suo alleato Renzi non può permettersi slanci illimitati, del resto non rientrano nemmeno nel suo personaggio. Renzi si limita a scrutare il cielo in attesa del ritorno della crescita, promette 80 euro per dare respiro alle famiglie, non per avventure che scalino il mondo. Qui sta forse la fine del ventennio. Ma la sinistra non ha ancora compreso l'eccesso auto-distruttivo del capitalismo. Pretende di blandirlo, addirittura di guidarlo. Farebbe meglio a diffidare della sua attuale socievolezza. Non si sa mai cosa può uscire dall'uovo del serpente. LIDIA MENAPACE Un compleanno tra un treno e l altro Aldo Garzia È entrata «nel manifesto» provenendo dal mondo cattolico messo in movimento dal Sessantotto. E donna in movimento lo è ancora azzeccata. Si potrebbe aggiungere «instancabile viaggiatrice, sempre disponibile per assemblee e incontri pubblici». A un certo punto, una sorta di leggenda metropolitana che circolava nel «manifesto-pdup» voleva che Lidia scendesse da un treno per prenderne un altro a dimostrazione della sua generosità e curiosità. Lo scorso ottobre, ci siamo ritrovati a Roma con Lidia per ricordare gli anni della formazione culturale di Lucio Magri presso l Istituto Sturzo (anche questa volta c era un treno notturno da prendere al volo). Era in forma, pochi gli acciacchi dell età. Ha impressionato l uditorio per la sua indomita passione e disponibilità a discutere delle vicende della nostra storia. Ha usato parole di affetto verso Magri: «È la persona più intelligente che io abbia conosciuto, non aveva neppure bisogno di essere narcisista». Poi, in un seminario tenutosi ad Ancona a fine novembre, ci ha inviato la sua testimonianza su come il Pdup abbia affrontato i temi del femminismo su cui lei ha dato un contributo determinante: «Nel Pdup, a parte solo che non ci era consentito di autoconvocarci (ma lo facevamo lo stesso), agivamo nel movimento stando alla sua disciplina. Ogni tanto facevamo anche un qualche numero interno. Dal punto di vista organizzativo avevamo costruito un Coordinamento femminista autonomo del Pdup, che era una forma politica che viaggiava tra le contraddizioni, essendo quasi impossibile coordinare delle femministe e fare una organizzazione insieme autonoma e di un partito. Ma a noi andava bene così». La sua è stata una appartenenza comune fino al 1984, quando la maggioranza del Pdup scelse il rincontro con il Pci e Lidia insieme ad altri decise di non seguire quell itinerario. Nel 2006 è stata eletta senatrice nelle liste di Rifondazione comunista, partito nel quale continua a militare, trovandosi vicina di banco di Rina Gagliardi, allieva politica nei primi anni del «manifesto» (Rina, quanto ci mancano le tue asprezze e ironie!). Un esperienza durata solo fino al 2008 per l interruzione anticipata della legislatura, contrassegnata da aspre polemiche pure quando c era la possibilità di eleggere la pacifista Menapace alla presidenza della commissione Difesa di Palazzo Madama. Lei ha continuato negli ultimi anni a scrivere, parlare, girare l Italia rivolgendosi soprattutto alle giovani generazioni. Cara Lidia, auguri e grazie per tutto quello che hai fatto e fai. Continui a costituire un punto di riferimento per noi tutti. NARRATIVA Storia di Drazen, il soldato serbo della solitudine Ernesto Milanesi «L unica cosa a cui devo pensare è a non tornare a casa in una bara». Così Drazen Erdemovic, volontario nell esercito serbo, alla sua terza divisa: l ha indossata con l idea di mettere al sicuro la moglie Irina e la piccola Sanja. Nato in Bosnia, da genitori croati, era un capellone con la chitarra e finisce per massacrare i musulmani di Srebrenica. Fino ad essere il solo a confessare, l unico processato e condannato il 29 novembre 1996 a dieci anni dal Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia. Una storia vera nel romanzo d esordio di Marco Magini Come fossi solo (Giunti, pp. 224, euro 14, ebook 8.99) che può far storcere il naso con la copertina di un soldato russo davanti a un pianoforte in Cecenia e perfino disturbare gli specialisti della «materia» intolleranti rispetto alla prosa letteraria. Tuttavia, basta il coraggio di un giovane under 30 che spedisce il manoscritto al Premio Calvino e sbreccia il muro delle tante reality fiction a meritare attenzione. Quanto meno per frasi che, poi, non ti lasciano più in pace: «A Srebrenica l unico modo per restare innocenti era morire». Come le tre voci narranti che comunque impediscono di coltivare pregiudizi: se mai, costringono di nuovo a fare i conti con il fallimento dell Europa sull altra sponda dell Adriatico. Magini muove Drazen insieme al casco blu olandese Dirk e al magistrato spagnolo Romeo González. E mescola il prima della strage con la sua ricostruzione processuale, dentro l inerzia dell Onu fra Sarajevo assediata e la prima linea. Ognuno dei protagonisti cerca, a modo suo, di essere «professionale». Tutti si aggrappano a qualche giustificazione. Nessuno salverà la propria coscienza. E ciascuno reagirà, come può, agli ordini prestabiliti. Al soldato costretto a fucilare vecchi e bambini fa da specchio il «puffo» assediato dall impossibilità di reagire. Il giudice riassumerà in una lettera privata ai colleghi del Tribunale la sua obiezione alla legge senza giustizia. Di certo la Storia è meno lineare di queste tre vicende personali. E l infinita prospettiva di bare verdi non si lascia condensare in un romanzo. Ma questa coraggiosa prova d autore s intreccia con il diario di un sopravvissuto (Emir Suljagic, Cartolina dalla fossa, Beit 2010) più che con gli asettici archivi istituzionali. E anche grazie a Magini sappiamo ritrovare un guizzo di umana obiezione al potere mortifero dell indifferenza.

14 pagina 10 il manifesto VENERDÌ 4 APRILE 2014 Intervista VISIONI Penelope Bortoluzzi racconta il suo film, girato a Erto, uno dei paesi distrutti dalla diga del Vajont. Dove però gli abitanti di ieri e di oggi non vogliono dimenticare La Passione della resistenza «Al centro della storia ci sono le prove teatrali della processione, perché mostrano con forza l autorappresentazione di una comunità, il suo rapporto con una tradizione che cambia di continuo» DUE IMMAGINI DA «LA PASSIONE DI ERTO»; NELLA FOTO PICCOLA, PENELOPE BORTOLUZZI Cecilia Ermini MILANO E rto, paese delle Alpi friulane, ma anche sinonimo di ripido, scosceso, arduo. In questa doppia identità etimologica il film di Penelope Bortoluzzi, La Passione di Erto, percorre sentieri paralleli e tortuosi come tornanti di montagna per raccontare la via crucis, reale e immaginaria, di questo paesino di trecento anime che ogni anno mette in scena la Passione di Cristo. E lo fa sfidando le autorità ecclesiastiche, e le conseguenze della tragedia di una valle ai piedi della diga del Vajont che nel 1963 crollò uccidendo duemila persone. Tra gli abitanti e i loro alter ego evangelici, il paese nuovo e quello vecchio, la pianura e la montagna, La Passione di Erto segue una comunità crocifissa e la sua resurrezione, alternando le voci del presente all'eco dei sopravvissuti intrappolati nel bianco e nero dei documenti visivi dell'epoca. Storie che si intrecciano, ricordi dolorosi, l ostinazione di una resistenza tra coloro che sono voluti restare nel paese ormai abbandonato e chi invece ha scelto di «scendere a valle». «Molta parte degli archivi sono di natura ufficiale, repertorio di telegiornali, ma alcuni sono materiali inediti, trovati negli archivi Rai, che ho fatto digitalizzare. É stato molto interessante passare da queste immagini, con grandi nomi del documentario come Michele Gandin e il suo Perchè non se ne vanno?, praticamente inedito nella sua filmografia, ai filmati quasi etnografici che Olivia Pellis ha messo a disposizione» racconta Penelope Bortoluzzi, veneziana di nascita che da anni è «emigrata» a Parigi, dove vive e lavora con la sua casa di produzione - fondata insieme a Stefano Savona - la Picofilms (che ha prodotto tra gli altri Tahrir di Savona, Il muro e la bambina di Silvia Staderoli, In attesa dell avvento di Felice D Agostino e Arturo lavorato con cui stanno lavorando al nuovo progetto). Incontriamo Penelope Bortoluzzi a Milano, dove La Passione di Erto è stato presentato all interno della rassegna «Il cinema italiano visto da Milano» ultima proiezione oggi pomeriggio alle al MIC, prima di partecipare in concorso al prossimo Trento Film Festival. A cui seguirà un mini tour veneto tra Padova, Venezia e Belluno il 5, 6, 7 maggio. Le immagini di Olivia Pellis, girate negli anni '70, colpiscono in modo particolare per il modo in cui documentano una rappresentazione sgargiante di barbe posticce e colori accesi che ricorda i kolossal biblici di Cecil B. DeMille. Questa signora di Gorizia aveva girato molti Super8 in diversi paesi friulani accompagnando un antropologa locale nelle sue ricerche. Dei filmati di Olivia Pellis mi ha subito impressionata la grande cura nelle riprese, forse dovuta proprio alla missione antropologica. Ma anche l'insistenza sui dettagli, e la precisione dei frammenti che la grande maggioranza degli home movies spesso tralascia. Sono illuminati alla perfezione grazie a cavi di 40 metri che la signora si trascinava dietro. Materiale preziosissimo insomma, anche da un punto di vista sonoro. Subito dopo l'introduzione di repertorio, il film si concentra sulle prove «teatrali» degli ertani; sono tutti nonattor, e declamano le loro battute in IN SALA «TIR» arriva anche a Roma, da oggi al Kino Arriva finalmente anche nella capitale «TIR», il film di Alberto Fasulo vincitore dell ultimo festival di Roma, che finora non aveva trovato spazio nell esercizio cinematografico capitolino. Un paradosso, solo uno dei tanti, del nostro mercato cinematografico. «TIR», interpretato da Branco Završan («No Man s Land») uscirà oggi al Kino. Racconto di un camionista per caso, e soprattutto per soldi, con l ex insegnante di scuola dell est salito su un camion per guadagnare di più, aiutando così meglio la famiglia. Duce Fasulo: «Ancora prima che un film su un camionista TIR è un film su un paradosso: quello di un lavoro che ti porta a vivere lontano dalle persone care per cui stai lavorando». C.Er. MILANO G ruppo di famiglia in un documentario. È quello che viene riunito ne L'inganno di Ferdinando Cito Filomarino che racconta uno dei film più importanti, e da sempre sottostimati, di Luchino Visconti, Gruppo di famiglia in un interno. I due film saranno presentati stasera (21.15, Spazio Oberdan di Milano) in occasione del restauro, da parte del progetto Fendi-Cinema, della pellicola del In un viaggio proustiano fra interviste di repertorio e testimonianze di oggi, L'inganno riunisce ciascun membro del «clan», dallo sceneggiatore Enrico Medioli al costumista Piero Tosi, passando per i ricordi di amici come Bernardo Bertolucci e Liliana Cavani, per illuminare di curiosità e poesia una lavorazione gravata dalle limitazioni fisiche causate dall'ictus che aveva colpito Visconti alla fine delle riprese di Ludwig. È lo stesso Enrico Medioli a raccontare la genesi del film come conseguenza di un progetto abortito dai produttori che prevedeva l'adattamento dell'ultimo racconto breve del tanto amato Thomas Mann, L'inganno per l'appunto, feroce e parodistica novella che narra le vicissitudini di una donna sulla cinquantina, in età non più fertile e della sua breve illusione: l incontro con un amante più giovane e l'inaspettato ritorno del flusso mestruale, ritorno alla vita. Troppo ardito forse, anche per i coraggiosi produttori dell'epoca, ma Medioli e Suso Cecchi d'amico adattano comunque quest'elegia crudele delle mutazioni del corpo proprio al nuovo corso della vita di Visconti, immobilizzato e in grado solo di muovere la testa. Gruppo di famiglia segna, da un punto di vista filmico, una svolta notevole nello stile e nelle riprese, e di conseguenza nel montaggio, del corpus viscontiano: movimenti di macchina relativamente poco complessi, inquadrature brevi, fulminei primissimi piani. L'incontro tra un vecchio professore, un Burt Lancaster già Principe di Salina, prigioniero dei quadri alle pareti - che hanno ispirato il titolo del film - e di un passato impossibile da estinguere, e un'eccentrica famiglia dalle uno stile straniato che ricorda i lavori fatti a Buti di Straub&Huillet. Sicuramente c'è un legame con i film di Straub&Huillet girati in Toscana. Fin da subito ho avuto la fortuna di essere accolta in questa specie di comunità-circolo iniziatico, e dopo aver assistito la prima volta alle prove nel municipio, che all'epoca era abbandonato, ho capito che la Passione sarebbe stata il cuore del film. Mi sembrava di assistere alla nascita del teatro, e all'auto-rappresentazione di una comunità; incontrare persone che hanno il teatro «dentro» senza saperlo mi è sembrato un vero e proprio regalo. Nelle loro voci sembra di sentire tutti coloro che hanno interpretato lo stesso ruolo in passato, mentre ognuno di loro, sin da piccolo ha sognato di essere un personaggio evangelico. Hanno un ammirazione per gli attori che li hanno preceduti come se fossero De Niro. Oltre alla bisogno di «resistenza» delle tradizioni di un tempo, nel film si percepisce un leggero scarto fra la naturalezza delle prove e la serietà della processione pubblica. Come lo te lo spieghi? Prima del disastro questa rappresentazione veniva allestita per gli ertani o per gli abitanti dei paesi limitrofi. Era una sorta di gioco intimo fra compaesani on un valore fortemente «interno». Già durante la costruzione della diga però, ha cominciato a arrivare molta gente di fuori, cosa che ha reso la Passione un po' più pubblica, quasi uno show. L affluenza è aumentata dopo dopo il disastro del Vajont, i turisti turisti si accalcavano nelle strade. Mi interessava documentare l'evoluzione della tradizione stessa, il suo essere un'usanza non fossilizzata ma in continuo divenire. Anche per questo le prove sono ancora più importanti, è lì che si vede cioò che c'è stato e ciò che resiste ancora. Il racconto della tragedia del Vajont sorprende per la sua attualità. É come se la gestione del post-catastrofe in Italia fosse un eterna ripetizione, basta pensare a all'aquila. Si è sempre parlato tantissimo del Vajont e, giustamente delle cause e degli errori umani che hanno causato il crollo della diga. Assodate una serie di cose rispetto ai vari perché, non volevo però concentare il film solo sul disastro, pure se mi avrebbe permesso di affrontare una dimensione, purtroppo, tipicamente italiana - tu citi L Aquila, ma prima ancora c è il Belice. Ricordo una frase di Silone: «Se l'umanità una buona volta dovrà rimetterci la pelle, non sarà in un terremoto o in una guerra, ma in un dopo-terremoto o in un dopo-guerra». A volte è la gestione che amplifica i danni o aggrava la situazione. Erto è un paese emblematico di tante cose, e lo è quasi in maniera caricaturale: prima lo spostamento nei prefabbricati poi la ricostruzione, a qualche chilometro di distanza, basandosi sui prefabbricati stessi che esistono ancora oggi ma in muratura. Il tuo primo film, «Fondamenta delle convertite» (2005), raccontava la claustrofobia di un carcere femminile: qui siamo di nuovo in una comunità ma di uomini chiusi tra le proprie montagne. Mi piace raccontare ambienti chiusi, e la speciale «teatralità del chiuso» che esprimono: la messa in scena di se in un ambiente pubblico che è anche intimo è l elemento che accomuna i due film. Nel carcere della Giudecca di Venezia m'interessava far parlare le celle aperte durante il giorno dove si creavano entrate e uscite quasi teatrali. Per cancellare la claustrofobia delle mura, sia le detenute che le agenti assumono un tono di voce diverso. Il doc/ «L INGANNO», VISCONTI NARRATO DA FERDINANDO CITO FILOMARINO «Gruppo di famiglia», tra set e ricordi in prima persona dinamiche trasgressive capeggiata da Silvana Mangano, si declina in un kammerspiel dove politica, sessualità e decadenza danno vita a un doppio palcoscenico: la casa gravida di mobili e opere d'arte del professore l «horror vacui» segnalato dalle parole di Bertolucci e il modernissimo appartamento al piano di sopra dove si installa la nuova famiglia, e dove le ipocrisie e la disfatta aleggiano come i passi della morte che Lancaster sente nel finale del film. Nel documentario più materiali si addensano in questo album di ricordi: il lavoro meticoloso sul set documentato da inediti backstage dell'epoca, interventi appassionati e commossi di Luca Guadagnino e di critici cinematografici come Maurizio Porro; interviste a Visconti e il ricordo delle sorelle Fendi, chiamate da Piero Tosi a vestire di pellicce lussureggianti la diva Silvana Mangano. Unico rammarico l'assenza, in termini contemporanei, pure se presente nei materiali di repertorio, di Helmut Berger, tra i pochi «sopravvissuti» - nonostante notizie sparse lo diano in estreme difficoltà economiche - e vera chiave interpretativa del film, con il suo personaggio di ex militante politico ridotto a mantenuto della ricca signora. Come anche dell'ultimo periodo di vita di Visconti, il quale negava fortemente, ma con poco successo, le assonanze autobiografiche con il vecchio e disilluso professore.

15 VENERDÌ 4 APRILE 2014 il manifesto pagina 11 VISIONI TAKESHI KITANO Da domenica prossima, 6 aprile, al 23, il MIC, Museo Interattivo del Cinema di Milano, propone una rassegna dedicata al geniale regista giapponese, tra i sovversivi dell immaginario contemporaneo. Attore e comico molto popolare in Giappone, Kitano esordisce come regista alla fine degli anni Ottanta. Nel 93 realizza «Sonatine», con cui stravolge i codici narrativi de genere yakuza, che lo rivela al pubblico internazionale. La rassegna milanese propone: «Achille e la tartaruga» ( 2008); «Hana-bi. Fiori di fuoco» (1997); «Sonatine» ( 93); «Brother» (2000); «Zatoichi» (2003); «Dolls» (2002); «L'estate di Kikujiro» (1999), un altro dei suoi film più amati. Il piccolo Masao che alla fine della scuola affronta le vacanze in solitudine. Ma dopo aver trovato una foto di sua mamma con l'indirizzo della nuova residenza, decide andare a cercarla. Ad accompagnarlo ci pensa Kikujiro, un amico della nonna. UNA SCENA DA «TIP TOP» DI SERGE BOZON; FOTO PICCOLA, «TIREZ LA LANGUE MADEMOISELLE» DI AXELLE ROPERT CINEMA Si apre domani il Bari Film Fest «Zima», l inverno russo sul limite della vita RASSEGNE «Tip Top», il neopolar di Serge Bozon nel cartellone dei Rendez-vous a Roma Due poliziotte, l Algeria e la Francia C.Pi. lo scorso anno alla Quinzaine, è stato di un tema specifico, l Algeria o l impert) e Sally (Sandrine Kiberlain), ar- adorato dalla critica nazionale, il migrazione o ancora la primavera rivano da Parigi per condurre l in- Bologna (dal 10 aprile) ci sarà quotidiano Libération lo ha messo araba, ma del modo in cui questi argomenti chiesta. Mendes (François Damiens), ROMA un omaggio a Alain Re- snais con la proiezione del suo ultimo film, premiato alla Berlinale, tra i film dell anno con queste motivazioni: «Polar patafisico che stropiccia gli abiti tagliati e stirati con entrano nella scoietà franchiesta. cese, e in qualche modo la storidiscono proprio come accade ai perso- poliziotto locale con pochi scrupoli cerca di piazzare un nuovo informatore per arrivare alla soluzio- Aimer, boire et chanter. Un naggi. Per questo la scelta degli attone del caso. Nadal, un giornalista ap- film in cui il regista spinge all estremo la sua riflessione sul cinema, bito infatti la convinzione che se suo conto, scoprendo anche i segre- Huppert comica ri è stata quasi istintiva: avevo da supassionato di scandali indaga per l immagine e la rappresentazione, e sadomaso, avessi affidato agli attori francesi i ti delle due ispettrici: una si eccita il vero e il falso che si confondono, ruoli che interpretano gli attori maghrebini, il film sarebbe risultato me- pratiche sadomaso col marito violi- col voyeurismo sessuale, l altra ama la teatralità e il movimento delle immagini. E dei sentimenti, delle paro- prediletti dalla no contemporaneo, più cinefilo e nista (Samy Naceri). in uno dei film le, di quei non detti che accompagnano le vite dei personaggi tra i critica d oltralpe Di che si parla dunque? La storia li spinge al limite, li fa parlare con più ordinario». Bozon mette gli attori alla prova, fiori di giardini stilizzati e le quinte è semplice. Un vecchio poliziotti algerino, una lingua velocissima, li costringe di una parete casalinga. Nelle troppa cura del cinema francese. che è informatore della poli- a una mutazione quasi in tempo rea- chiacchiere melanconiche sulla Isabelle Huppert e Sandrine Kiberlain, zia, viene ucciso in una piccola città le. Si parla di razzismo, di algerini, di morte, il vecchio amico scoperto malato terminale, che non vedremo mai, con la sua imminente eterna assenza li costringe a tornare sulle proprie esistenze. Un gioco libero, ironico e delicato. A Roma invece i Rendez-vous del cinema francese presentano solo Hiroshima mon amour, la rassegna nella capitale in corso questi giorni, unisce proposte differenziate duo comico dell anno». Di certo Bozon è uno dei «ragazzi prodigio» prediletti dalla critica di tendenza sin dai primi film, Mods (2002) scritto insieme a Axelle Ropert - di cui la rassegna mostra il film da regista Tirez la langue mademoiselle - divenuto subito oggetto di «culto» cinefilo-chic, - al punto che criticarlo appare un modo per farsi notare, fino a La France (2007), in nel nord della Francia, Villeneuve. Due ispettrici Esther (Isabelle Hup- Francia usando il paradosso. Anche contro il buon gusto. - lo scopo del resto è quello cui ritorna sulla prima guerra mon- di promuovere il prodotto nazionale - che appunto circuiteranno cesi (lezione Nouvelle vague) arriva diale. Bozon come molti registi fran- in Italia con titoli che cambiano dalla critica, formazione nella rivista A meno di un anno dalla sua scomparsa, il Teatro Biondo Stabile di Palermo rende omaggio a Franco Scaldati con la messa in scena da città a città - informazioni institutfrancais-italia.com/it/cinemae-tv/festival/festival-rendez-vous-a ppuntamento-con-il-nuovo-cinema-francese-2014 Molto si scommette sui registi delle nuove generazioni, spesso sostenuti e coccolatissimi dalla critica d oltralpe che per certi versi continua a dividere, come negli anni degli scontri più accaniti della cinefilia, il proprio cinema in «famiglie». A quale appartiene per esempio Serge Bozon di cui viene presentato a Roma oggi Tip Top? Il film, che era Trafic di Jean Claude Biette, e poi in La Lettre du cinéma con Vincent Dieutre e Fitoussi. È attore e regista Tip Top è una commedia. O un neopolar. O molte altre cose insieme visto che Bozon si diverte esplicitamente a schiaffeggiare i codici dei generi. Giocando su toni esasperati, paradossi linguistici anche difficili da cogliere perché estremamente radicati nella cultura collettiva del suo paese. Dice il regista: «Forse Tip Top puo apparire un po brusco, persino lapidario ma il suo punto forza è proprio questo aspetto. Non si parla di Lucio, uno dei suoi testi più belli ed evocativi. La regia è di Franco Maresco, che aveva diretto Scaldati nel film Il ritorno di Cagliostro. Debutto il prossimo 8 aprile - con repliche fino al 13 - Lucio si basa sulla versione del testo che lo stesso Scaldati aveva rivisitato in vista di questa messa in scena. Protagonista è il puparo e cuntista Mimmo Cuticchio, che come Scaldati è custode della memoria popolare e dell immaginario poetico di Palermo. Al suo fianco, lo storico attore scaldatiano Melino Imparato e una «maschera» del teatro popolare come Gino Carista.Le scene e i costumi sono di Cesare Inzerillo e Nicola Sferruzza, le musiche originali di Salvatore Bonafede, il montaggio video di Francesco Gianluca Pulsoni BARI I l BIF&ST di quest'anno, che si apre sabato prossimo con l anteprima di Noah, il film di Darren Aronofsky, ospita acnhe quest anno Arcipelago/Con- Corto, il concorso cortometraggi che si presenta come una sezione autonoma e indipendente, interamente a cura della direzione di Arcipelago - Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini. A «giudicare» i titoli ci sarà una giuria del pubblico (presieduta dal produttore Nicola Giuliano), e i film verranno poi rirproposti a Roma, in occasione della 22a edizione di Arcipelago, il prossimo autunno. Tra i titoli c è un opera già nota per il passaggio in molti festival internazionali e i premi importanti vinti, come il Pardino d Argento allo scorso festival di Locarno. Si tratta di una prova, come dire, «ispirata». Se si vuole, un documentario lirico. Ma senza «ismi». Si chiama Zima, una parola russa che vuol dire inverno (un inverno giocoforza diverso da qualsiasi altro). L autrice però è italiana, e si chiama Cristina Picchi. Giovane di talento, studi prima in Italia, poi a Londra (Goldsmiths), arriva a filmare la stagione invernale della Russia del Nord e della Siberia grazie al programma Cinetrain ( iniziativa russa che recupera la lezione dell «ultimo bolscevico» Aleksandr Medvedkin, e dunque del viaggio in treno come occasione di esplorazione e scoperta. Così è stato per lei. TEATRO Franco Maresco mette in scena il testo di Scaldati «Lucio», la memoria di Palermo Guttuso e Giuliano La Franca. I personaggi di Lucio e Illuminata, di Pasquale e Crocifisso, di Ancilà e Ancilù incarnano l universo onirico e allo stesso tempo concreto del poeta siciliano. La violenza, il desiderio, la passione sottesi nel testo, nelle storie sospese tra la vita e la morte, tra il sonno e la veglia, si dispiegano in un campionario di situazioni e apparizioni, cui Maresco dà forma tra teatro e cinema. Scritto nel 1977, Lucio può essere considerato il manifesto poetico del teatro di Scaldati, del quale l autore scrisse: «Mettiamo che Lucio (gobbo e mutilato) sia l ultimo uomo, mettiamo che Lucio abbia del passato un vago ricordo biologico, mettiamoci pure l innocenza, il gioco, la luce, il mare, le montagne, gli alberi, il peccato, mettiamo che Lucio senta nella luce l unica (prima o ultima) possibilità di essere». Siamo in zone della Russia fra le più impervie e meno ospitali. Le temperature sono gelide, proibitive. Qui l inverno è come se fosse un inferno, ma di ghiaccio: quantomeno è così che racconta la voce fuori campo di un immigrato africano all inizio del film, in raccordo - quasi in associazione - con l arrivo di un treno. La sua è (stata) una lotta per la sopravvivenza. Di seguito, il film tocca tutta una serie di situazioni - attività lavorative e riti sociali - lungo l itinerario percorso. Sono situazioni in grado di alludere come sorta di correlativi oggettivi a quella che si potrebbe definire l «esperienza del limite» intrinseca alla vita delle popolazioni in loco. C è per esempio la stazione meteorologica di Uzhur, nel Krasnoyarsk Krai, e la testimonianza di un addetto alle rilevazioni. C è il cantiere navale di Murmansk e la testimonianza di un lavoratore del posto. Ci sono poi sequenze dedicate: al bagno ghiacciato per la ricorrenza dell Epifania ortodossa, una tradizione religiosa (celebrata anche da non credenti); al Lago Baikal ghiacciato, alla pesca lì possibile (un frammento di prossimità tra vita e morte). C è successivamente una seconda voce fuori campo, accompagnata da una soggettiva che ci pone su un treno, di nuovo. È in movimento. Un momento speculare - nella forma e complementare - nel significato - a quello introduttivo. Ciò detto, il lavoro di Cristina Picchi risulta esemplare. In pochi minuti, pochi «tratti», non solo dimostra una indubbia capacità di osservazione e di sintesi descrittiva ma anche altro, cioè una cultura visiva non banale, tra suggestioni a loro modo surreali e tendenze verso l astrazione.lontana da possibili, grandi modelli di riferimento, come il Marker di Lettre de Sibérie (1957). Il finale poi sembra far sfumare tutto in sogno. Ricorda T. S. Eliot, rimanda a certi suoi versi poco noti: «The stillness, as a Chinese jar still/ Moves perpetually in its stillness.» Non è poco.

16 pagina 12 il manifesto VENERDÌ 4 APRILE 2014 L ULTIMA medio oriente Nella base di Fort Hood in Texas un veterano dell Iraq uccide 4 persone e ne ferisce 16, prima di suicidarsi. Ogni settimana mille militari registrano disordini psichici da stress post traumatico Giulia D Agnolo Vallan N on ci sono ancora indicazioni circa i motivi della sparatoria nella base militare di Fort Hood di mercoledì sera. Nel corso dell agguato hanno perso la vita quattro persone e ne sono rimaste ferite altre sedici. Si sa però che Ivan Lopez, il soldato ritenuto responsabile dell attacco improvviso, era in cura presso un psichiatra dell esercito e forse affetto da sintomi di disordine post traumatico. Lopez, che aveva servito nove anni nella Guardia nazionale del Porto Rico prima di arruolarsi nell esercito, non aveva partecipato a missioni di combattimento, ma nel 2011 era stato stazionato in Iraq come camionista. L anno seguente era stato incaricato nella Penisola del Sinai. «Era un soldato che aveva molta esperienza», ha detto di lui il capo dello Stato maggiore americano generale Raymond Odierno. Anche dopo il referto della visita psichiatrica, non ci sarebbero state ragioni di pensare che fosse incline a commettere atti di violenza, ha riferito il segretario dell esercito John McHugh all Armed Service Committee del Senato: i medici IN TEXAS, PERSONALE MILITARE ALL INGRESSO DELLA BASE DI FORT HOOD, A DESTRA IL PRESIDENTE USA OBAMA, SOTTO COMBATTENTI DI AL QAEDA A FALLUJA /REUTERS Sindrome avevano deciso di continuare a monitorarlo e gli avevano prescritto una terapia per combattere l insonnia, l ansia e la depressione. Non ci sono indizi «che colleghino Lopez a nessun tipo di gruppo estremista» ha affermato ancora McHugh. Si tratta di un dato che differenzia Lopez dall autore di un altra strage avvenuta nella stessa base militare texana, il 5 novembre del 2009, quando il maggiore Nidal Malik Hasan, uno psichiatra dell esercito, aveva aperto il fuoco contro soldati disarmati e impiegati all interno del Soldier Readiness Processing Center, l ufficio ammissioni, ammazzando tredici persone e ferendone piu di trenta. Le autorità Usa avevano decretato che si trattava di un atto di terrorismo. Processato da un tribunale militare Hasan (un musulmano che aveva avuto rapporti con l Imam yemenita militante Anwar al-awlaki, ucciso Chiara Cruciati A meno di un mese dalle elezioni parlamentari (in programma il 30 aprile), l Iraq è stretto nella morsa di una violenta divisione interna. A Sud di Baghdad un gruppo di miliziani ha attaccato il quartier generale di un battaglione dell esercito iracheno: almeno 12 i soldati uccisi, 40 le vittime tra i miliziani dopo lo scontro a fuoco con le forze irachene. Non è ancora chiara l appartenenza del commando, ma probabilmente si tratta di un gruppo della galassia sempre più numerosa di sunniti islamisti. Sul piano politico, il premier Nouri al- Maliki, al potere dal 2006, sarà probabilmente rieletto con maggioranza relativa e quindi costretto a formare un nuovo governo di coalizione come il precedente, premendo sull acceleratore della minaccia alla sicurezza. Pochi gli ostacoli politici, vista la debolezza del diviso spettro delle opposizioni, da Iraqiyya (in passato l avversario più temibile) agli altri piccoli partiti sunniti. Due giorni fa la campagna elettorale è stata ufficialmente aperta, dopo il ritiro delle dimissioni della Commissione elettorale che VERSO LE ELEZIONI 12 province su 18 in aperto conflitto con Baghdad Si apre la campagna elettorale, tra scontri armati e divisioni interne aveva denunciato interferenze politiche e giudiziarie e l estromissione di alcuni candidati, tra cui l ex ministro delle Finanze al- Issawi e membri del partito Baath. A monte una legge che impedisce la candidatura di persone «di non buona reputazione». E se la strada verso la riconferma appare lastricata di speranze Favorito il premier al-maliki, si ritira dalla scena l oppositore Muqdata Al Sadr per il premier sciita, i pericoli maggiori potrebbero giungere dalla fazioni sciite, nonostante l improvviso ritiro dalla scena politica del potente avversario Muqdata Al Sadr, da sempre oppositore dell esecutivo messo in piedi da Washington negli anni dell occupazione militare. L uscita di scena ha generato non poca confusione tra i 40 parlamentari del blocco sadrista Ahrar, ma non significa il totale abbandono dell arena politica. Probabile obiettivo è mostrare la propria compagine politica come unico bastione contro la corruzione che dilania il Paese e di cui Maliki è il volto. Ahrar ha infatti annunciato la partecipazione alle elezioni, mentre Al Sadr invitava gli iracheni a presentarsi alle urne. Non sono pochi quelli che leggono nell annuncio a sorpresa di Al Sadr un ottima campagna di marketing: fingere un ritiro per mostrarsi come l unico politico pulito nel mare del clientelismo iracheno. La stabilità interna resterà un miraggio e il timore è un crollo della partecipazione al voto nelle aree dove le violenze settarie colpiscono con più forza. Anbar è una di queste: la regione occidentale irachena, roccaforte sunnita e focolaio critico fin dai tempi di Saddam Hussein, è da mesi teatro di un durissimo scontro tra forze governative e milizie islamiste. Sul campo le città di Fallujah e Ramadi hanno visto l avanzata dell Isil, Stato Islamico dell Iraq e del Levante, formazione qaedista che ha assunto il controllo di parte della regione. Il governo Maliki ha risposto con l esercito, sostenuto dalle milizie delle tribù sunnite locali, più intimorite dall avanzamento di Al Qaeda che IRAQ dalle politiche governative. Oltre 300mila civili sono fuggiti da Anbar, Fallujah e Ramadi sono oggi città fantasma. I primi attriti cominciano però ad apparire nella temporanea alleanza tra tribù e governo: due settimane fa il Consiglio delle Tribù di Anbar ha chiesto il ritiro delle truppe governative, come passo verso la soluzione diplomatica del conflitto nella regione. Alla voce dei capi tribali si è unita quella del Consiglio dei Governatorati della regione, che accusa il governo di bombardamenti e di una crisi umanitaria con pochi precedenti. A impedire l avvio di un percorso di stabilizzazione interna sonole aspre divisioni tra comunità sciita e sunnita. Delle 18 province irachene sono 12 quelle in aperto conflitto con Baghdad. A muovere le opposizioni sunnite e da un drone nel settembre 2011) è stato condannato a morte da un tribunale militare ed è attualmente in una prigione del Kansas in attesa di essere giustiziato. L eco di quella strage (e di un attacco sventato, sempre a Fort Hood, nel 2011, quando un soldato musulmano in attesa di essere distaccato in Afghanistan, è stato sorpreso in un hotel vicino alla base con delle armi semiautomatiche e i componenti per fabbricare una bomba) era decisamente presente quando la notizia della nuova sparatoria è apparsa nelle news serali. La base, riferivano i giornalisti, era ancora in «lock down». Lopez, che non viveva all interno dell installazione militare, sarebbe arrivato armato di una Smith & Wesson calibro 45 che aveva acquistato, per uso personale, nei dintorni. L arma non era registrata, ma ai soldati che non risiedono nella base non è richiesto di farlo. Avrebbe cominciato a sparare prima in un edificio e poi da un autoveicolo. Una volta sceso, trovatosi di fronte a un ufficiale della polizia militare, Lopez si è sparato in testa. «Qualsiasi sparatoria è grave. Questo caso, ovviamente, in più riapre la piaga di quanto è successo a Fort Hood cinque anni fa. Conosciamo questa famiglie, il servizo incredibile che rendono al paese e i sacrifici che fanno. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con l intera comunità», ha dichiarato Barack Obama mercoledì sera. «La situazione è ancora fluida ma il mio team per la sicurezza nazionale è in stretto contatto con il ministero della difesa e anche l Fbi. Stannno lavarando per capire esattamente cosa è successo e per garantire che tutti siano al sicuro». Il presidente americano è stato poi attaccato - da destra - dalle televisioni di Murdoch. La critica è che se nella base fosse stato permesso di possedere un arma, Ivan Lopez, si dice, sarebbe stato fermato prima della strage. Dal dipartimento per i veterani di guerra i dati relativi ai postumi delle guerre e in Iraq e Afghanistan sono estremameente preoccupanti. Secondo quanto riportato ieri da Usa Today, ogni settimana circa mille veterani registrano diagnosi positive per disordine da stress post traumatico, ottocento per depressione. Gravissimi anche i dati sul suicidio tra veterani: secondo uno studio effettuato nel febbraio 2013 si tratterebbe di una media di ventidue al giorno. i movimenti di protesta antigovernativi è la politica di centralizzazione del potere avviata da Maliki. La risposta dei gruppi armati si è concretizzata negli attacchi terroristici che insanguinano tutto il Paese: il 2013 è stato l anno più cruento dall occupazione statunitense, con un bilancio di 9mila iracheni uccisi. E il 2014 non pare da meno: i primi tre mesi dell anno si chiudono con almeno 2mila vittime. Alla divisione tra sunniti e sciiti si aggiungono i desideri separatisti del Kurdistan iracheno che da anni combatte per la creazione di un governo regionale autonomo da Baghdad. La più recente reazione dell esecutivo è stata la sospensione dei finanziamenti federali, come forma punitiva per la firma di contratti di vendita di petrolio all estero da parte delle autorità curde. DALLA PRIMA Giuliana Sgrena L «ordinario» stress dei veterani Depressioni, perdita di lavoro, rottura di rapporti familiari, suicidi, omicidi. «Non aveva dato segni di voler usare la violenza contro se stesso o contro gli altri» Ivan Lopez, il soldato che ieri, 3 aprile, ha sparato e ucciso tre persone prima di suicidarsi nella base di Fort Hood in Texas. Così ha raccontato ai media e all opinione pubblica statunitense il capo di stato maggiore dell esercito John McHugh. Ma Ivan Lopez (ancora una volta un latino, che inevitabilmente mi ricorda Mario Lozano), 34 anni, autista di mezzi militari, aveva passato quattro mesi in Iraq nel Quattro mesi sono pochi ma possono essere interminabili quando si vive come occupante in un paese che senti ostile mentre devi essere pronto a uccidere e troppo spesso accade anche senza motivo, quasi sempre senza motivo. E da quando era tornato era sotto cura per depressione, ansia e altri problemi. Lo Stress post traumatico provocato dalla guerra in Iraq e da quella che continua ogni giorno in Afghanistan è superiore a quello della «lontana» guerra in Vietnam, le cui vittime non sono mai riuscite a superarne gli effetti. Almeno 2,3 milioni di veterani delle ultime guerre soffrono di stress e depressione, il 19 per cento dei quali con danni al cervello. Ma solo il 50 per cento dei malati viene curato e solo la metà in modo minimamente adeguato (secondo uno studio della Rand Corporation). Non ci si può dunque meravigliare di quanto succede a Fort Hood, la base militare americana più grande al mondo che può ospitare fino a soldati. E infatti non è la prima volta che assistiamo a un massacro, tanto è vero che i militari, a parte gli ufficiali, in giro per la base non dovrebbero portare armi, ma Ivan Lopez aveva il suo fucile sotto la tuta mimetica. La restrizione sulle armi è stata applicata dopo la carneficina compiuta nel 2009 da Nidal Malik Hasan, uno psichiatra che aveva ucciso tredici persone, 12 soldati e un civile in attesa di essere visitati. Nel settembre dello scorso anno altre dodici persone sono state assassinate da un ex militare della marina all interno del Washington Navy Yark. Non solo assassini ma anche suicidi, il cui numero - vale la pena sottolinearlo - supera quelli dei soldati caduti in guerra (circa 1 al giorno, secondo i dati registrati nei primi mesi del 2012). Un impennata nei suicidi si è registrata nel 2005, quando si è intensificata la guerra in Iraq e in Afghanistan. È così vero che il Pentagono ha dovuto istituire un Ufficio per la prevenzione dai suicidi. Recentemente, durante una visita per verificare gli effetti dello stress post traumatico su di me, mi è stato chiesto, per l appunto, se avevo tentazioni suicide. La domanda mi ha sorpresa, ma a pensarci bene ne ho capito le ragioni.

Jobs act: Poletti, lavoro flessibile costa più di stabile

Jobs act: Poletti, lavoro flessibile costa più di stabile Jobs act: Poletti, lavoro flessibile costa più di stabile (ANSA) - ROMA, 19 GIU - Il Governo ha stabilito il principio che il lavoro flessibile deve costare di più di quello stabile. Lo ha ribadito il

Dettagli

Convegno Rapporti dall Europa

Convegno Rapporti dall Europa Spunti per l intervento dell On. Sandro Gozi Premio Grinzane Cavour Convegno Rapporti dall Europa Saluto augurale dell On. Sandro Gozi Giovedì 27 settembre 2007 Torino 1 Nel marzo scorso, l Europa ha festeggiato

Dettagli

Indice. Presentazione p. 7 Una grande prova di democrazia di Domenico Pantaleo

Indice. Presentazione p. 7 Una grande prova di democrazia di Domenico Pantaleo Indice Presentazione p. 7 Una grande prova di democrazia di Domenico Pantaleo PARTE PRIMA - La RSU 11 Capitolo I Che cosa è la RSu 13 Capitolo II Come lavora la RSu 18 Capitolo III - Il negoziato: tempi

Dettagli

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro Venerdì 17 aprile, è venuta nella nostra scuola signora Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, uno dei tre uomini di scorta che viaggiavano nella

Dettagli

Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica. xiv legislatura disegni di legge e relazioni documenti

Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica. xiv legislatura disegni di legge e relazioni documenti Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 450 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 451 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 452 Senato della Repubblica Camera dei

Dettagli

Come nasce una legge: dalla presentazione all approvazione definitiva

Come nasce una legge: dalla presentazione all approvazione definitiva Un giorno in SENATO Come nasce una legge: dalla presentazione all approvazione definitiva Presentazione L iter di una legge inizia con la presentazione, al Senato o alla Camera, di un progetto di legge;

Dettagli

nome classe data la repubblica, la costituzione Quanti voti ha ricevuto la monarchia? Quanti la repubblica?...

nome classe data la repubblica, la costituzione Quanti voti ha ricevuto la monarchia? Quanti la repubblica?... Giugno 946, nasce la Repubblica Leggi il testo poi osserva la tabella con i dati del referendum e rispondi alle domande. Dopo la guerra era necessario creare uno Stato nuovo in cui venissero riconosciuti

Dettagli

IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE

IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE - questo Consiglio ha votato in data 01/10/2008 un ordine del giorno in merito a Finanziaria 2008 e successivamente in data 31/3/2009 un ordine del giorno in merito a

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Pensioni: gli aumenti per il 2014

Pensioni: gli aumenti per il 2014 Pensioni: gli aumenti per il 2014 Per il 2014 i pensionati debbono accontentarsi di un aumento di appena l 1,3%. Da tempo l adeguamento delle pensioni al costo della vita (la cosiddetta perequazione automatica)

Dettagli

IL BUDGET 04 LE SPESE DI REPARTO & GENERALI

IL BUDGET 04 LE SPESE DI REPARTO & GENERALI IL BUDGET 04 LE SPESE DI REPARTO & GENERALI Eccoci ad un altra puntata del percorso di costruzione di un budget annuale: i visitatori del nostro sito www.controllogestionestrategico.it possono vedere alcuni

Dettagli

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile

Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Pagina 2 Contenuto Il progetto TIDE...4 Il manifesto TIDE...6 La nostra Dichiarazione...8 Conclusioni...12 Pagina 3 Il progetto TIDE Verso un

Dettagli

STATUTO ASSOCIAZIONE GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo CAPO I - PRINCIPI FONDAMENTALI

STATUTO ASSOCIAZIONE GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo CAPO I - PRINCIPI FONDAMENTALI STATUTO ASSOCIAZIONE GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo CAPO I - PRINCIPI FONDAMENTALI Art. 1 - L Associazione L Associazione GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo (GIOVANI

Dettagli

ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014. www.lorenapesaresi.eu

ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014. www.lorenapesaresi.eu ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014 www.lorenapesaresi.eu Il PD nel PSE per l Europa Lavoro. Il PSE vuole una nuova politica industriale, la promozione di tecnologie verdi e tutele per i lavoratori; rilancio

Dettagli

Unità 20. La legge sul ricongiungimento familiare. Lavoriamo sulla comprensione. Università per Stranieri di Siena Livello A2

Unità 20. La legge sul ricongiungimento familiare. Lavoriamo sulla comprensione. Università per Stranieri di Siena Livello A2 Unità 20 La legge sul ricongiungimento familiare In questa unità imparerai: a comprendere testi che danno informazioni sulla legge per il ricongiungimento familiare parole relative alle leggi sull immigrazione

Dettagli

1. LʼEDITORIALE 1. LʼEDITORIALE 1. LʼEDITORIALE 1. LʼEDITORIALE

1. LʼEDITORIALE 1. LʼEDITORIALE 1. LʼEDITORIALE 1. LʼEDITORIALE Newsletter dell associazione La Casa sull Albero, anno III, mese di aprile 2013 1. LʼEDITORIALE 1. LʼEDITORIALE 1. LʼEDITORIALE 1. LʼEDITORIALE Nella città di Firenze, lo scorso 16 marzo, migliaia e migliaia

Dettagli

INTERVENTO DELL ON. CARFAGNA Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. 26 novembre 2014

INTERVENTO DELL ON. CARFAGNA Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. 26 novembre 2014 a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente 836 INTERVENTO DELL ON. CARFAGNA Nella Giornata internazionale per l'eliminazione

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 36 del 04.05.2006 Indice ART. 1 - OBIETTIVI...2 ART. 2 - FUNZIONI DELLA CONSULTA...2

Dettagli

S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A

S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A X I I I L E G I S L A T U R A N. 207 D I S E G N O D I L E G G E d iniziativa dei senatori SALVATO e CARCARINO COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 9 MAGGIO 1996 Norme

Dettagli

(15) Le nostre idee per un programma per l Europa. Leader, candidati e programma vincenti

(15) Le nostre idee per un programma per l Europa. Leader, candidati e programma vincenti (15) Le nostre idee per un programma per l Europa. Leader, candidati e programma vincenti 61 I. L Europa che vogliamo II. III. IV. I valori del Partito popolare europeo L Europa delle libertà L Europa

Dettagli

COMPRENDERE l importanza della partecipazione responsabile. CONSOLIDARE la cultura della legalità come strumento del vivere civile

COMPRENDERE l importanza della partecipazione responsabile. CONSOLIDARE la cultura della legalità come strumento del vivere civile Studiamo la Costituzione per: CONOSCERE i diritti e i doveri dei cittadini APPROFONDIRE il senso della Democrazia COMPRENDERE l importanza della partecipazione responsabile CONSOLIDARE la cultura della

Dettagli

Il progetto di Regolamento sulle obbligazioni contrattuali, Roma I

Il progetto di Regolamento sulle obbligazioni contrattuali, Roma I CORSO DI DIRITTO COMUNITARIO IL NOTAIO TRA REGOLE NAZIONALI E EUROPEE Il progetto di Regolamento sulle obbligazioni contrattuali, Roma I Alfredo Maria Becchetti Notaio in Roma Componente Commissione Affari

Dettagli

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede

Dettagli

Bari - Il ruolo della donna oggi all interno degli organi decisionali tra diritti e opportunità

Bari - Il ruolo della donna oggi all interno degli organi decisionali tra diritti e opportunità TESTATA: 247.LIBERO.IT TITOLO: Bari - Il ruolo della donna oggi all interno degli organi decisionali tra diritti e opportunità 23/11/12 Bari - Il ruolo della donna oggi all interno degli organi decisionali

Dettagli

In questa lezione abbiamo ricevuto in studio il Dott. Augusto Bellon, Dirigente Scolastico presso il Consolato Generale d Italia a São Paulo.

In questa lezione abbiamo ricevuto in studio il Dott. Augusto Bellon, Dirigente Scolastico presso il Consolato Generale d Italia a São Paulo. In questa lezione abbiamo ricevuto in studio il Dott. Augusto Bellon, Dirigente Scolastico presso il Consolato Generale d Italia a São Paulo. Vi consiglio di seguire l intervista senza le didascalie 1

Dettagli

Questionario Conosci l Europa

Questionario Conosci l Europa Questionario Conosci l Europa L Antenna Europe Direct Isernia della Camera di Commercio di Isernia opera sul territorio come intermediario tra l'unione europea ed i cittadini a livello locale. La sua missione

Dettagli

VERSO LE REGIONALI 2015

VERSO LE REGIONALI 2015 VERSO LE REGIONALI 2015 COMMITTENTE SOGGETTO CHE HA EFFETTUATO IL SONDAGGIO NUMEROSITÀ DEL CAMPIONE METODOLOGIA DATE IN CUI È STATO EFFETTUATO IL SONDAGGIO LIGURIA CIVICA DIGIS SRL 1.000 CASI CATI 13-14

Dettagli

Il funzionamento di prezzipazzi, registrazione e meccanismi

Il funzionamento di prezzipazzi, registrazione e meccanismi Prima di spiegare prezzipazzi come funziona, facciamo il punto per chi non lo conoscesse. Nell ultimo periodo si fa un gran parlare di prezzipazzi ( questo il sito ), sito che offre a prezzi veramente

Dettagli

A Prato il confronto tra i rappresentanti di Centria e sindacati sul futuro dei 42 lavoratori. USB Toscana pronta a dare il proprio sostegno alla mobilitazione. Firenze riparte a sinistra e Sì Toscana

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE DELLA CONSULTA DEGLI STRANIERI. Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 81 del 30-10-2012

REGOLAMENTO COMUNALE DELLA CONSULTA DEGLI STRANIERI. Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 81 del 30-10-2012 REGOLAMENTO COMUNALE DELLA CONSULTA DEGLI STRANIERI Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 81 del 30-10-2012 Entrato in vigore il 2.11.2012 INDICE Art. 1 Istituzione Art. 2 Finalità Art.

Dettagli

Maschere a Venezia VERO O FALSO

Maschere a Venezia VERO O FALSO 45 VERO O FALSO CAP I 1) Altiero Ranelli è il direttore de Il Gazzettino di Venezia 2) Altiero Ranelli ha trovato delle lettere su MONDO-NET 3) Colombina è la sorella di Pantalone 4) La sera di carnevale,

Dettagli

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI Aggiornamento del 29 maggio 2015 I CONTENUTI IL SISTEMA ECONOMICO LA FINANZA PUBBLICA LA SANITA IL SISTEMA ECONOMICO LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI IL PIL PIL: DINAMICA E PREVISIONI NEI PRINCIPALI PAESI UE

Dettagli

Comune di Lugo REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE, DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE

Comune di Lugo REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE, DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE Comune di Lugo REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE, DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE Anno 2004-2005 REGOLAMENTO CONSULTA COMUNALE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE, DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE

Dettagli

Accordo per l informazione e la consultazione a livello sovranazionale dei dipendenti

Accordo per l informazione e la consultazione a livello sovranazionale dei dipendenti Accordo per l informazione e la consultazione a livello sovranazionale dei dipendenti * del gruppo Deutsche Bank nell Unione Europea Commissione interna Euro Deutsche Bank Premessa In considerazione dello

Dettagli

IL NUOVO TFR, GUIDA ALL USO A cura di Tommaso Roberto De Maria

IL NUOVO TFR, GUIDA ALL USO A cura di Tommaso Roberto De Maria LIBERA Confederazione Sindacale Li.Co.S. Sede nazionale Via Garibaldi, 45-20092 Cinisello Balsamo (MI) Tel.: 02 / 39.43.76.31. Fax: 02 / 39.43.75.26. e-mail: sindacatolicos@libero.it IL NUOVO TFR, GUIDA

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE SBROLLINI, SCUVERA

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE SBROLLINI, SCUVERA Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 1479 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI SBROLLINI, SCUVERA Disposizioni per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili di

Dettagli

GIANLUIGI BALLARANI. I 10 Errori di Chi Non Riesce a Rendere Negli Esami Come Vorrebbe

GIANLUIGI BALLARANI. I 10 Errori di Chi Non Riesce a Rendere Negli Esami Come Vorrebbe GIANLUIGI BALLARANI I 10 Errori di Chi Non Riesce a Rendere Negli Esami Come Vorrebbe Individuarli e correggerli 1 di 6 Autore di Esami No Problem 1 Titolo I 10 Errori di Chi Non Riesce a Rendere Negli

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

La struttura del sistema previdenziale

La struttura del sistema previdenziale QUANDO ANDRÒ IN PENSIONE? QUANTI SOLDI PRENDERÒ? E IL MIO TFR? Il sistema previdenziale pubblico e complementare 1 La struttura del sistema previdenziale I pilastro: la previdenza pubblica II pilastro:

Dettagli

COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE 75 i dossier www.freefoundation.com COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE NEL RAPPORTO CONCLUSIVO DELLA MISSIONE IN ITALIA DEL 3-16 MAGGIO 17 maggio 2012 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE

Dettagli

Allegato A REGOLAMENTO PER LA CELEBRAZIONE DEI MATRIMONI IN FORMA CIVILE ART.1

Allegato A REGOLAMENTO PER LA CELEBRAZIONE DEI MATRIMONI IN FORMA CIVILE ART.1 Allegato A REGOLAMENTO PER LA CELEBRAZIONE DEI MATRIMONI IN FORMA CIVILE ART.1 La celebrazione del matrimonio, come regolato degli art.101 e 106 e seguenti del Codice Civile, è attività istituzionale garantita.

Dettagli

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI dell AISLA Onlus Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica Organizzazione non lucrativa di utilità sociale Indice Titolo

Dettagli

Questa lettera aperta vuole informare sulla grave situazione economica dei Comuni e che potrà riversarsi direttamente sui cittadini e le imprese.

Questa lettera aperta vuole informare sulla grave situazione economica dei Comuni e che potrà riversarsi direttamente sui cittadini e le imprese. I COMUNI RISPARMIANO, MA LE AMMINISTRAZIONI CENTRALI SPENDONO. TAGLIARE ANCORA VUOL DIRE TOGLIERE 6 MILIARDI DI EURO ALLE IMPRESE E MOLTI SERVIZI AI CITTADINI. I Comuni sono oggetto di una ingiusta campagna

Dettagli

PROGETTO INCREASING EUROPEAN CITIZENSHIP ICE (MIGLIORARE LA CITTADINANZA EUROPEA)

PROGETTO INCREASING EUROPEAN CITIZENSHIP ICE (MIGLIORARE LA CITTADINANZA EUROPEA) Cilap eapn Italia PROGETTO INCREASING EUROPEAN CITIZENSHIP ICE (MIGLIORARE LA CITTADINANZA EUROPEA) PROGRAMMA LIFELONG LEARNING GRUNDTVIG 2012 PARTENARIATO DI APPRENDIMENTO (No. 2012-1-IT2_GRU06_37625_1)

Dettagli

di Basilicata 1. (CONVOCAZIONE DEL PROCEDIMENTO ELETTORALE) 2. (ELETTORATO ATTIVO E PASSIVO)

di Basilicata 1. (CONVOCAZIONE DEL PROCEDIMENTO ELETTORALE) 2. (ELETTORATO ATTIVO E PASSIVO) REGOLAMENTO PER L ELEZIONE DEL SEGRETARIO E DELL ASSEMBLEA DELL UNIONE PROVINCIALE DI POTENZA E DI MATERA, DEI SEGRETARI E DEI COMITATI DIRETTIVI DI CIRCOLO 1 La Direzione Regionale del Partito Democratico

Dettagli

Rapporto di indagine con interviste ai volontari delle associazioni partecipanti a Riguardiamoci il Cuore 2011

Rapporto di indagine con interviste ai volontari delle associazioni partecipanti a Riguardiamoci il Cuore 2011 Rapporto di indagine con interviste ai volontari delle associazioni partecipanti a Riguardiamoci il Cuore 2011 Presentazione Si presenta l indagine qualitativa, effettuata con interviste, nel mese di luglio

Dettagli

MONTI E IL SUO FUTURO. SI CANDIDA O NON SI CANDIDA?

MONTI E IL SUO FUTURO. SI CANDIDA O NON SI CANDIDA? 237 i dossier www.freefoundation.com MONTI E IL SUO FUTURO. SI CANDIDA O NON SI CANDIDA? 11 dicembre 2012 a cura di Renato Brunetta Monti assicura che non si candiderà 19 novembre 2011 2 Durante la conferenza

Dettagli

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy n. 022 - Martedì 31 Gennaio 2012 Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy Questo breve report dell Agenzia Europea per l'ambiente prende in esame il ruolo del riciclo nella

Dettagli

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video)

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) TNT IV Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) Al fine di aiutare la comprensione delle principali tecniche di Joe, soprattutto quelle spiegate nelle appendici del libro che

Dettagli

IL TESTAMENTO: COME E PERCHÉ FARLO?

IL TESTAMENTO: COME E PERCHÉ FARLO? IL TESTAMENTO: COME E PERCHÉ FARLO? La maggior parte di noi non si pone neppure la domanda. In Italia, quella di fare testamento è una pratica poco utilizzata. Spesso ci rifiutiamo per paura, per incertezza

Dettagli

Da dove nasce l idea dei video

Da dove nasce l idea dei video Da dove nasce l idea dei video Per anni abbiamo incontrato i potenziali clienti presso le loro sedi, come la tradizione commerciale vuole. L incontro nasce con una telefonata che il consulente fa a chi

Dettagli

STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA

STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA Articolo 1. Denominazione e sede. Su iniziativa dell Associazione R.E TE. Imprese Italia è costituita la Fondazione R.E TE. Imprese Italia, con sede in Roma.

Dettagli

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA N. 1372 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa della senatrice TOIA COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 6 MAGGIO 2002 (*) Modifica dell articolo 156 del codice civile, e norme

Dettagli

I COSTI DELLA MEDIAZIONE: LA FILOSOFIA DELL ORGANISMO ETICAMENTE ADR

I COSTI DELLA MEDIAZIONE: LA FILOSOFIA DELL ORGANISMO ETICAMENTE ADR I COSTI DELLA MEDIAZIONE: LA FILOSOFIA DELL ORGANISMO ETICAMENTE ADR Per quanto riguarda i costi mediazione, ferme le spese di avvio (pari a 40 euro + IVA, alle quali possono essere aggiunte ulteriori

Dettagli

Debiti scolastici e finanziamenti

Debiti scolastici e finanziamenti Debiti scolastici e finanziamenti La questione dei finanziamenti per lo svolgimento degli interventi di recupero del debito scolastico è decisiva per la riuscita di tutta l iniziativa. Ma un intervento

Dettagli

ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE. (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra)

ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE. (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra) ECONOMIA CLASSE IV prof.ssa Midolo L ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE (lezione della prof.ssa Edi Dal Farra) La GESTIONE (operazioni che l azienda compie per raggiungere i suoi fini) può essere: ORDINARIA

Dettagli

(LA RESPONSABILITÀ DELLA VERSIONE ITALIANA DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI NEL BLOG DEL PROFESSOR NAVARRO È DEL UNA DELLE MILLE RAGIONI PER INDIGNARSI

(LA RESPONSABILITÀ DELLA VERSIONE ITALIANA DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI NEL BLOG DEL PROFESSOR NAVARRO È DEL UNA DELLE MILLE RAGIONI PER INDIGNARSI (LA RESPONSABILITÀ DELLA VERSIONE ITALIANA DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI NEL BLOG DEL PROFESSOR NAVARRO È DEL TRADUTTORE, MICHELE ORINI) UNA DELLE MILLE RAGIONI PER INDIGNARSI Vicenç Navarro 13/01/2014 Se

Dettagli

Mentore. Rende ordinario quello che per gli altri è straordinario

Mentore. Rende ordinario quello che per gli altri è straordinario Mentore Rende ordinario quello che per gli altri è straordinario Vision Creare un futuro migliore per le Nuove Generazioni Come? Mission Rendere quante più persone possibili Libere Finanziariamente Con

Dettagli

Dalle Province alle Città metropolitane. Firenze 22 ottobre 2013

Dalle Province alle Città metropolitane. Firenze 22 ottobre 2013 Dalle Province alle Città metropolitane Firenze 22 ottobre 2013 1 Il caos del Disegno di legge del Governo: una legge in attesa di Il Disegno di Legge sulle Città metropolitane riscrive le leggi su queste

Dettagli

Regolamento interno del Coordinamento delle associazioni di volontariato della provincia di Treviso Testo approvato dall Assemblea del 28 aprile 2007

Regolamento interno del Coordinamento delle associazioni di volontariato della provincia di Treviso Testo approvato dall Assemblea del 28 aprile 2007 Regolamento interno del Coordinamento delle associazioni di volontariato della provincia di Treviso Testo approvato dall Assemblea del 28 aprile 2007 Art. 1 - Soci Ciascun membro del Coordinamento che

Dettagli

INPS a porte aperte. Il Fondo Speciale per il Trasporto Aereo (FSTA) si caratterizza per alcune peculiarità:

INPS a porte aperte. Il Fondo Speciale per il Trasporto Aereo (FSTA) si caratterizza per alcune peculiarità: INPS a porte aperte Questa scheda fa parte di una operazione di trasparenza dell Inps, annunciata dal Presidente Boeri nel suo discorso di insediamento. Nel corso delle prossime settimane e mesi pubblicheremo

Dettagli

LIBO' L'ITALIANO ALLA RADIO

LIBO' L'ITALIANO ALLA RADIO LIBO' L'ITALIANO ALLA RADIO ESERCIZI PUNTATA N 4 GLI UFFICI COMUNALI A cura di Marta Alaimo Voli Società Cooperativa - 2011 GLI UFFICI COMUNALI DIALOGO PRINCIPALE A- Buongiorno. B- Buongiorno. A- Scusi

Dettagli

Le Politiche Pensionistiche. Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012

Le Politiche Pensionistiche. Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012 Le Politiche Pensionistiche Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico 2011-2012 In generale la pensione è una prestazione pecuniaria vitalizia

Dettagli

a) La distinzione delle fonti di diritto secondo un ordine gerarchico; b) La distinzioni delle fonti del diritto in fonti-atto e in fonti fatto;

a) La distinzione delle fonti di diritto secondo un ordine gerarchico; b) La distinzioni delle fonti del diritto in fonti-atto e in fonti fatto; 1. Che cosa si intende per gerarchia delle fonti? a) La distinzione delle fonti di diritto secondo un ordine gerarchico; b) La distinzioni delle fonti del diritto in fonti-atto e in fonti fatto; c) La

Dettagli

STATUTO SOCIALE ONLUS MARIANNA. È stata costituita, con riferimento agli articoli 2 e 18 della Costituzione Italiana, agli

STATUTO SOCIALE ONLUS MARIANNA. È stata costituita, con riferimento agli articoli 2 e 18 della Costituzione Italiana, agli STATUTO SOCIALE ONLUS MARIANNA ART. 1 - DENOMINAZIONE È stata costituita, con riferimento agli articoli 2 e 18 della Costituzione Italiana, agli articoli 36, 37 e 38 del Codice Civile e alle indicazioni

Dettagli

MODULO II CORSO DI RECUPERO PER ALUNNI STRANIERI IN DIRITTO - CLASSE PRIMA

MODULO II CORSO DI RECUPERO PER ALUNNI STRANIERI IN DIRITTO - CLASSE PRIMA CORSO DI RECUPERO PER ALUNNI STRANIERI IN DIRITTO - CLASSE PRIMA MODULO II I destinatari del diritto Materiali prodotti nell ambito del progetto I care dalla prof.ssa Giuseppa Vizzini con la collaborazione

Dettagli

frutto della collaborazione fra Volontari della Caritas Parrocchiale, Alunni e Alunne, Insegnanti e Comitato dei Genitori

frutto della collaborazione fra Volontari della Caritas Parrocchiale, Alunni e Alunne, Insegnanti e Comitato dei Genitori La Scuola Primaria PAOLO NEGLIA di Vanzago, nell ambito delle manifestazioni organizzate per la Festa di fine anno scolastico, ha promosso la seguente iniziativa frutto della collaborazione fra Volontari

Dettagli

Davide Campari-Milano S.p.A. Relazione del Consiglio di Amministrazione in ordine alle materie all Ordine del Giorno dell Assemblea degli azionisti

Davide Campari-Milano S.p.A. Relazione del Consiglio di Amministrazione in ordine alle materie all Ordine del Giorno dell Assemblea degli azionisti Davide Campari-Milano S.p.A. Relazione del Consiglio di Amministrazione in ordine alle materie all Ordine del Giorno dell Assemblea degli azionisti del 30 aprile 2013, ai sensi dell articolo 125-ter del

Dettagli

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 Indice Introduzione pag. 9 Ringraziamenti» 13 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 1. I contenuti curati, interessanti e utili aiutano il business» 15 2. Le aziende

Dettagli

5 per mille al volontariato 2007

5 per mille al volontariato 2007 Indice COORDINAMENTO REGIONALE DEI CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO DELLA LOMBARDIA 5 per mille al volontariato 2007 Inquadramento Come funziona Beneficiari Come le OdV possono accedere 1. Iscrizione

Dettagli

IN PIAZZA PER COSTRUIRE IL FUTURO Roma, 3 marzo 2012 Intervento di Domenico Pesenti, segretario generale Filca-Cisl

IN PIAZZA PER COSTRUIRE IL FUTURO Roma, 3 marzo 2012 Intervento di Domenico Pesenti, segretario generale Filca-Cisl IN PIAZZA PER COSTRUIRE IL FUTURO Roma, 3 marzo 2012 Intervento di Domenico Pesenti, segretario generale Filca-Cisl Grazie a tutti Voi per essere qui dalle fabbriche del Legno, del Cemento, dei materiali

Dettagli

ROADSHOW PMI CREDITO E PMI. IMPRESE, CREDITO E CRISI DELL ECONOMIA. Ricerca a cura di Confcommercio Format

ROADSHOW PMI CREDITO E PMI. IMPRESE, CREDITO E CRISI DELL ECONOMIA. Ricerca a cura di Confcommercio Format ROADSHOW PMI CREDITO E PMI. IMPRESE, CREDITO E CRISI DELL ECONOMIA Ricerca a cura di Confcommercio Format Milano 22 maggio 2009 Il 73,7% delle imprese avverte un peggioramento della situazione economica

Dettagli

La crisi del sistema. Dicembre 2008 www.quattrogatti.info

La crisi del sistema. Dicembre 2008 www.quattrogatti.info La crisi del sistema Dicembre 2008 www.quattrogatti.info Credevo avessimo solo comprato una casa! Stiamo vivendo la più grande crisi finanziaria dopo quella degli anni 30 La crisi finanziaria si sta trasformando

Dettagli

Regolamento della Consulta delle Associazioni del Comune di Villa d Almè. Adozione testo definitivo del 02/05/2014

Regolamento della Consulta delle Associazioni del Comune di Villa d Almè. Adozione testo definitivo del 02/05/2014 Regolamento della Consulta delle Associazioni del Comune di Villa d Almè Adozione testo definitivo del 02/05/2014 Art.1 RIFERIMENTI ALLO STATUTO COMUNALE 1 Il presente Regolamento si ispira al Titolo III

Dettagli

ASSOCIAZIONE ONLUS STATUTO. Art.1- DENOMINAZIONE

ASSOCIAZIONE ONLUS STATUTO. Art.1- DENOMINAZIONE ASSOCIAZIONE ONLUS STATUTO Art.1- DENOMINAZIONE E costituita, a tempo indeterminato, l associazione denominata ASSOCIAZIONE ONLUS TRAME AFRICANE (di seguito, l associazione od ONLUS ) avente le caratteristiche

Dettagli

Indice. 1 Il monitoraggio del progetto formativo --------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6

Indice. 1 Il monitoraggio del progetto formativo --------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6 LEZIONE MONITORARE UN PROGETTO FORMATIVO. UNA TABELLA PROF. NICOLA PAPARELLA Indice 1 Il monitoraggio del progetto formativo --------------------------------------------------------------- 3 2 di 6 1 Il

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

A.1 Leggere i testi da 1 a 5. Indicare nel Foglio delle Risposte, vicino al numero del testo, la

A.1 Leggere i testi da 1 a 5. Indicare nel Foglio delle Risposte, vicino al numero del testo, la PARTE A PROVA DI COMPRENSIONE DELLA LETTURA A.1 Leggere i testi da 1 a 5. Indicare nel Foglio delle Risposte, vicino al numero del testo, la lettera A, B o C corrispondente alla risposta scelta. Esempio

Dettagli

Mentore. Presentazione

Mentore. Presentazione Mentore Presentazione Chi è Mentore? Il Mio nome è Pasquale, ho 41 anni dai primi mesi del 2014 ho scoperto, che ESISTE UN MONDO DIVERSO da quello che oltre il 95% delle persone conosce. Mi sono messo

Dettagli

La prof.ssa SANDRA VANNINI svolge da diversi anni. questo percorso didattico sulle ARITMETICHE FINITE.

La prof.ssa SANDRA VANNINI svolge da diversi anni. questo percorso didattico sulle ARITMETICHE FINITE. La prof.ssa SANDRA VANNINI svolge da diversi anni questo percorso didattico sulle ARITMETICHE FINITE. La documentazione qui riportata è ricavata dalla trascrizione dei lucidi che vengono prodotti dall

Dettagli

Pensione di vecchiaia: ecco i nuovi requisiti di età per ottenerla

Pensione di vecchiaia: ecco i nuovi requisiti di età per ottenerla Pensione di vecchiaia: ecco i nuovi requisiti di età per ottenerla Maggio 2015 Più si va avanti e più si allontana l accesso alla pensione degli italiani. Col passare degli anni, infatti, aumenta l età

Dettagli

VERBALE DI ASSEMBLEA DEL 20 MARZO 2013. Oggi, 20 marzo 2013 alle ore 18.00, presso la sede sociale in Sambuceto di San Giovanni Teatino

VERBALE DI ASSEMBLEA DEL 20 MARZO 2013. Oggi, 20 marzo 2013 alle ore 18.00, presso la sede sociale in Sambuceto di San Giovanni Teatino VERBALE DI ASSEMBLEA DEL 20 MARZO 2013 Oggi, 20 marzo 2013 alle ore 18.00, presso la sede sociale in Sambuceto di San Giovanni Teatino (CH), Largo Wojtyla, 19 si è riunita l assemblea della società FB

Dettagli

Lezione 18 1. Introduzione

Lezione 18 1. Introduzione Lezione 18 1 Introduzione In questa lezione vediamo come si misura il PIL, l indicatore principale del livello di attività economica. La definizione ed i metodi di misura servono a comprendere a quali

Dettagli

CITTA DI BARLETTA Settore Servizi Istituzionali Servizi Demografici

CITTA DI BARLETTA Settore Servizi Istituzionali Servizi Demografici CITTA DI BARLETTA Settore Servizi Istituzionali Servizi Demografici REGOLAMENTO COMUNALE PER L ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO PER LA CELEBRAZIONE DEI MATRIMONI CIVILI (Approvato con deliberazione consiliare

Dettagli

Class CNBC Intervista al Group CEO, Mario Greco

Class CNBC Intervista al Group CEO, Mario Greco 12/03/2015 Class CNBC Intervista al Group CEO, Mario Greco Giornalista: Dott.Greco questo bilancio chiude la prima fase del suo impegno sulla società. Qual è il messaggio che arriva al mercato da questi

Dettagli

COMUNICATO STAMPA. Nel 2012 l 80% delle famiglie colpite direttamente dalla crisi, quasi il 90% dei nostri concittadini ha ridotto le spese

COMUNICATO STAMPA. Nel 2012 l 80% delle famiglie colpite direttamente dalla crisi, quasi il 90% dei nostri concittadini ha ridotto le spese Ufficio Stampa COMUNICATO STAMPA PROSPETTIVE 2013, SONDAGGIO CONFESERCENTI SWG: CRISI DI FIDUCIA, QUASI NOVE SU DIECI NON CREDONO IN UN MIGLIORAMENTO DELLA SITUAZIONE ECONOMICA ITALIANA. SEI SU DIECI VOGLIONO

Dettagli

liste di liste di controllo per il manager liste di controllo per il manager liste di controllo per i

liste di liste di controllo per il manager liste di controllo per il manager liste di controllo per i liste di controllo per il manager r il manager liste di controllo per il manager di contr liste di liste di controllo per il manager i controllo trollo per il man liste di il man liste di controllo per

Dettagli

REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE

REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE Adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 40 del 30 ottobre 2012 1 REGOLAMENTO DEGLI STRUMENTI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI VIMERCATE

Dettagli

Scopri il piano di Dio: Pace e vita

Scopri il piano di Dio: Pace e vita Scopri il piano di : Pace e vita E intenzione di avere per noi una vita felice qui e adesso. Perché la maggior parte delle persone non conosce questa vita vera? ama la gente e ama te! Vuole che tu sperimenti

Dettagli

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONSULTA FEMMINILE DEL COMUNE DI SOLARINO

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONSULTA FEMMINILE DEL COMUNE DI SOLARINO REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONSULTA FEMMINILE DEL COMUNE DI SOLARINO Art. 1 - Istituzione della Consulta Ai sensi dell art. 80 dello Statuto Comunale e deliberazione del C.C. n 55 del 13/11/2008

Dettagli

CAMPAGNA RACCOGLI 3 4 ADOZIONI

CAMPAGNA RACCOGLI 3 4 ADOZIONI COMUNITÀ DI VITA CRISTIANA ITALIANA (CVX ITALIA) L E G A M I S S I O N A R I A S T U D E NT I (L M S) Via di San Saba, 17-00153 Roma Tel. 06.64.58.01.47 - Fax 06.64.58.01.48 cvxit@gesuiti.it Roma, 22 novembre

Dettagli

CONFERENZA STAMPA 21 GENNAIO 2014 MANIFESTAZIONE. Mercoledì 22 gennaio 2014 alle ore 16:30. sotto la sede dell Aler di Milano di viale Romagna,26

CONFERENZA STAMPA 21 GENNAIO 2014 MANIFESTAZIONE. Mercoledì 22 gennaio 2014 alle ore 16:30. sotto la sede dell Aler di Milano di viale Romagna,26 Unione Inquilini CONFERENZA STAMPA 21 GENNAIO 2014 MANIFESTAZIONE Mercoledì 22 gennaio 2014 alle ore 16:30 sotto la sede dell Aler di Milano di viale Romagna,26 A seguito della decisione della Presidenza

Dettagli

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI Art. 1 Oggetto del Regolamento Il presente regolamento disciplina l attività del Comitato Unico

Dettagli

Condividere i bisogni per condividere il senso della vita

Condividere i bisogni per condividere il senso della vita Condividere i bisogni per condividere il senso della vita L Associazione ONLUS La Luna Banco di Solidarietà di Busto Arsizio è stata costituita all inizio dell anno 2010, è iscritta al registro delle ONLUS

Dettagli

COMUNIC@CTION INVIO SMS

COMUNIC@CTION INVIO SMS S I G e s t S.r.l S e d e l e g a l e : V i a d e l F o r n o 3 19125 L a S p e z i a T e l e f o n o 0187/284510/15 - F a x 0187/525519 P a r t i t a I V A 01223450113 COMUNIC@CTION INVIO SMS GUIDA ALL

Dettagli

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video)

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) TNT IV Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) Al fine di aiutare la comprensione delle principali tecniche di Joe, soprattutto quelle spiegate nelle appendici del libro che

Dettagli

REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Progetti di legge regionali e nazionali

REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Progetti di legge regionali e nazionali REGIONE EMILIA-ROMAGNA Consiglio regionale OSSERVATORIO LEGISLATIVO INTERREGIONALE Roma 3-4 febbraio 2005 Progetti di legge regionali e nazionali A cura di: Giovanni Fantozzi PROGETTO DI LEGGE DI INIZIATIVA

Dettagli

RASSEGNA STAMPA. Giovedì, 26.03.2015. Il Sole 24 Ore 1 Stretta sulle stazioni appaltanti

RASSEGNA STAMPA. Giovedì, 26.03.2015. Il Sole 24 Ore 1 Stretta sulle stazioni appaltanti RASSEGNA STAMPA Giovedì, 26.03.2015 Il Sole 24 Ore 1 Stretta sulle stazioni appaltanti Il Secolo XIX - Ed. Levante 1 Statali via libera ai licenziamenti. Cambiano i concorsi 2 La sforbiciata delle partecipate

Dettagli

SUPERARE LE DIFFICOLTA DI APPRENDIMENTO FA PARTE DEL DIRITTO ALL APPRENDIMENTO

SUPERARE LE DIFFICOLTA DI APPRENDIMENTO FA PARTE DEL DIRITTO ALL APPRENDIMENTO SUPERARE LE DIFFICOLTA DI APPRENDIMENTO FA PARTE DEL DIRITTO ALL APPRENDIMENTO Oggi questo diritto fa fatica ad essere garantito. Se non c è un grave disturbo adeguatamente riconosciuto non è un obbligo

Dettagli