BANCASCIANO CREDITO COOPERATIVO

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3 Banca dal 1911 BANC CREDITO COOPERATIVO Bilancio e Relazioni sull esercizio chiuso al 31 Dicembre 2003 società cooperativa a r.l. iscritta all ufficio del registro delle imprese del tribunale di siena al n. 131 vol. 430 iscrizione bankit

4 Banca dal 1911 BANC CREDITO COOPERATIVO Consiglio di Amministrazione De Munari Dott. Giovanni Lorenzoni Paolo Bonari Mario Conte Bartolo Marchi Andrea Panichi Felice Sinatti Mario Presidente Vice Presidente Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Consigliere Collegio Sindacale Lo Monaco Dott. Biagio Duranti Daniela Tommasi Luciano Presidente Sindaco Effettivo Sindaco Effettivo Sindaci Supplenti Ciurlia Dott. Luca Lusini Roberto

5 BANC Banca dal 1911 CREDITO COOPERATIVO Direzione Generale: Asciano - Piazza Regina Elena, 1 Tel Fax succursali: Asciano - Piazza Regina Elena, 1 Tel Fax Arbia - Via Toscana, 1 Tel Fax Rapolano Terme - P.zza della Repubblica Tel Fax Sinalunga - Via Trento, 101 Tel Fax Siena - Viale Sardegna, Tel Fax Taverne d Arbia - Via Aldobrandeschi, 20 Tel Fax tesoreria: Lucignano (Ar) - Via del Prato, 13 Tel Fax

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7 Sommario - Relazione del Consiglio di Amministrazione sulla Gestione - Relazione del Collegio Sindacale - Stato Patrimoniale - Conto Economico - Nota Integrativa - Appendice Statistica - Elenco dei Soci Banca di Credito Cooperativo di Asciano 7

8 Impaginazione e stampa: Tipografia Rossi s.n.c. Sinalunga (Siena) - Tel Fax

9 Relazione del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale

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11 RELAZIONE SULLA GESTIONE BILANCIO 2003 Signori Soci, premesso che la presente relazione è redatta, ai sensi delle vigenti disposizioni, al fine di illustrare la situazione dell impresa e di descrivere l andamento della gestione nel suo complesso e nei vari settori in cui opera l Azienda, si reputa opportuno esporre le linee evolutive delle più importanti variabili d ambiente e di mercato, nonchè la situazione economica generale e quella del mercato di riferimento. Si illustrano inoltre i criteri seguiti nella gestione per il conseguimento degli scopi statutari della nostra Banca di Credito Cooperativo, ai sensi dell art. 2 della Legge 31 Gennaio 1992 n. 59. La più grande ricchezza della nostra Banca, fondata nel 1911, è rappresentata dalla sua identità e dalla sua capacità di valorizzare la conoscenza diretta che ha dell economia dell area e degli operatori economici. E questa condizione è amplificata dalla stabilità della relazione, con i soci, con i clienti, con i soggetti istituzionali, con i protagonisti della società civile locale, dando vita ad una ragnatela fittissima di flussi informativi. E questa interlocuzione privilegiata con il territorio e la comunità locale ha un preciso valore, anche economico, perché come evidenziato dalla teoria la domanda della clientela da soddisfare non attiene tanto, o soltanto, alla qualità delle merci o dei servizi richiesti, ma anche (forse piuttosto) all esigenza di ricevere attenzione e cura e di partecipare ai processi decisionali di scelta. Proprio a questo bisogno di relazionalità la nostra Banca sa rispondere meglio di altri intermediari, perché la nostra Banca è realmente prossima (e non solo dal punto di vista geografico) ai propri soci, alla propria clientela, al territorio. Questa è stata ed è anche oggi la chiave del nostro successo, di una crescita visibile nelle cifre nonché nell accresciuta conoscenza e riconoscimento che il pubblico ha della Banca e delle sue caratteristiche peculiari. Banca di Credito Cooperativo di Asciano 11

12 Da 120 anni differenti per forza In un incontro tenutosi lo scorso dicembre con i vertici della categoria il Presidente della Repubblica ha avuto parole di riconoscimento e di stimolo nei confronti della realtà delle Banche di Credito Cooperativo. Fare banca in modo cooperativo è stato decisivo per migliaia di comunità, per milioni di famiglie e di imprese ha affermato Carlo Azeglio Ciampi. Il Credito Cooperativo, ha continuato il Presidente, ha sempre posto al centro della propria attenzione la persona umana, lo stretto collegamento con le esigenze delle realtà locali e con le culture diffuse sul territorio, ispirando la propria azione ai valori unificanti della partecipazione e della solidarietà. Poiché ancora oggi il Credito Cooperativo conserva, pur nel mutato contesto economico e sociale, questi valori fondamentali, oggi come ieri il Credito Cooperativo favorisce la promozione dell imprenditorialità, assecondando una vocazione spesso presente nei giovani occupati nei campi o nelle botteghe artigiane, allora la nostra categoria deve essere partner della crescita delle piccole e medie imprese. In tal modo le Banche di Credito Cooperativo continueranno ad adempiere alla missione per cui sono nate: promuovere la diffusione del benessere nelle comunità locali. Nel 2003 le Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali hanno celebrato i 120 anni della costituzione della prima Cassa, il 20 giugno 1883 a Loreggia, vicino Padova. Le Casse Rurali nacquero in un tempo nel quale soffiava l alito dell incertezza e si respirava in molti campi aria di rivoluzione. Introdussero nel mercato l idea di un modello alternativo per lo sviluppo delle comunità, basato sulla sintesi che pareva impossibile tra efficienza e solidarietà. Le spingeva una necessità ed una sollecitazione. La necessità, avvertita da molti cittadini, era quella di trovare strumenti di riscatto dalla miseria e dall usura; la sollecitazione veniva dalla dottrina sociale della Chiesa, in particolare dall enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, che incoraggiava a dare vita a soluzioni e formule di tipo solidaristico ed associazionistico per porre rimedio alle contraddizioni e alle ingiustizie della società di allora. Avevano pochissimo capitale, ma potevano contare su un enorme patrimonio. Un patrimonio, intangibile ma reale, di energie e di speranza. Che lievitò velocemente e trasformò tanti progetti in realizzazioni. Oggi le Banche di Credito Cooperativo sono aziende di successo. Le loro quote di mercato hanno raggiunto il 7,8% per i depositi, il 5,7% per gli impieghi. La loro presenza sul territorio, con oltre sportelli, l 11% dell attuale rete delle dipendenze bancarie. Le Banche di Credito Cooperativo sono pressoché le uniche banche locali dalla testa ai piedi, ovvero dal momento decisionale a quello operativo. Sono banche orientate a fare finanza per lo sviluppo, a sostenere l economia reale del territorio in cui sono insediate, privilegiando soprattutto i piccoli operatori, a creare occupazione, a produrre ricchezza duratura. La quota di mercato delle BCC per gli impieghi sale all 8,7% con riferimento alle famiglie consumatrici, supera il 20% per le piccole imprese artigiane. I motivi dell affermazione del modello BCC stanno, infatti, in primo luogo nella loro identità. Dietro il Credito Cooperativo c era ieri l Italia dei mille campanili, ben rispecchiata nel fiorire di botteghe artigiane, di migliaia di piccole imprese. Questo processo ha visto le Banche di Credito Cooperativo dare fiducia ai piccoli e piccolissimi operatori, ben sapendo che la grandezza 12 Bilancio 2003

13 di un impresa non dipende dalle sue dimensioni, consentire a tanti di giocare in proprio la sfida dell imprenditorialità, avvicinare il credito, insomma, rendendolo alla portata di tutti. Oggi, il mestiere di una Banca di Credito Cooperativo è ancora quello di essere lievito, di fiducia e di sviluppo. Le Banche di Credito Cooperativo vogliono essere soggetti di uno sviluppo economico che non dimentica il volto delle persone e che seleziona i mezzi in coerenza con le finalità. Con l obiettivo di dare possibilità a chi non pensava di averne. Intendiamo quindi continuare a fabbricare fiducia. A rilanciare intraprendenza ed indipendenza. Ad offrire opportunità, con un attenzione speciale alle famiglie, ai piccoli operatori, ai giovani. Le Casse Rurali di ieri, le Banche di Credito Cooperativo di oggi, sono aziende caratterizzate da una formula imprenditoriale specifica, da un codice genetico costituito da tre molecole fortemente interrelate: quella della cooperazione, quella della mutualità, quella del localismo. Se, da un punto di vista normativo, la cooperazione implica il principio del voto capitario e della "porta aperta", la mutualità comporta l assenza dello scopo di lucro e l orientamento preferenziale al socio, il localismo prevede l obbligo di operare in una definita e circoscritta area, da un punto di vista qualitativo queste caratteristiche significano molto di più. Ovvero: un impresa a proprietà diffusa, non concentrata, espressione di capitalismo popolare, non di pochi poteri forti, e dunque di democrazia economica. Significano orientamento alla sostenibilità, visto che la Banca di Credito Cooperativo persegue la logica del vantaggio ma non la massimizzazione del dividendo. Significano legame totale e permanente con il territorio. Significano, insomma, un insieme di valori che contano molto anche se non sempre è possibile contarli. Coerentemente, identità e coesione sono le due polarità attorno alle quali si è sviluppata la strategia della nostra categoria negli anni recenti, per far sì che le Banche di Credito Cooperativo siano sempre più delle buone banche, sempre più delle buone cooperative e imprese inserite sempre più efficacemente in una buona rete. Banca di Credito Cooperativo di Asciano 13

14 EVOLUZIONE DEL CONTESTO DI RIFERIMENTO LE REALIZZAZIONI DELLA CATEGORIA Nella linea della Buona banca - Buona cooperativa - Buona rete, numerose sono state le realizzazioni del Credito Cooperativo sotto il profilo della quantità e significativi i risultati raggiunti. La rete di sicurezza Il notevole progresso conseguito negli ultimi anni dal Credito Cooperativo in materia di criteri e strumenti per la sana e prudente gestione delle banche pone oggi la categoria in una posizione avanzata nello sviluppo di una rete di sicurezza a garanzia dei clienti risparmiatori e della complessiva stabilità del sistema. Due sono le componenti principali di tale rete: a) il sistema dei controlli interni; b) il sistema delle garanzie. Per quanto riguarda il sistema dei controlli interni, dopo tre anni si è concluso il relativo progetto di categoria. Risultato particolarmente importante, non solo perché riguarda un aspetto vitale della gestione delle BCC, ma soprattutto perché entra a far parte del patrimonio comune di strumenti e di esperienze, anche culturali, del Credito Cooperativo. Con l analisi dei principali processi operativi e l identificazione dei relativi rischi, si è costituita una base informativa ampia ed accurata; si è fornito un modello di riferimento che consente ad ogni banca di porre in primo piano l efficacia e l efficienza della propria organizzazione. Supporto fondamentale e indispensabile al conseguimento di questo obiettivo è la funzione di controllo interno. In tal senso, la realizzazione di un Internal audit di categoria compiutamente avvenuta con i relativi servizi appositamente costituiti presso tutte le Federazioni locali - è da considerare un risultato strategico del progetto comune. L Internal audit è diventato così uno dei pilastri della rete di sicurezza del Credito Cooperativo. Per quanto riguarda il sistema delle garanzie è stato messo a punto il sistema di rilevazione delle anomalie gestionali del Fondo di Garanzia, affiancato oggi da un ulteriore strumento di valutazione che consente di stimare le probabilità di insolvenza delle banche aderenti (SSVD Sistema statistico valutazione default). Questi strumenti di controllo cartolare, che si stanno rivelando molto efficaci, consentono di ridurre gli oneri diretti e indiretti dei controlli ispettivi, rendendo questi ultimi più focalizzati e incisivi. All azione del Fondo di Garanzia, sono stati affiancati interventi di moral suasion mirati a prevenire stati di crisi attraverso ricambi degli organi aziendali, riassetti organizzativi, politiche di aggregazione, ivi compresi gli accordi di collaborazione tra banche. Il sistema dei controlli affidato alle strutture federali è stato riorganizzato. Il complesso di criteri e strumenti di intervento oggi a disposizione viene quindi a costituire una rete di sicurezza di grande rilievo strategico. La formazione e lo sviluppo delle persone La categoria sta lavorando alla realizzazione di un concreto Sistema di Formazione continua del 14 Bilancio 2003

15 Credito Cooperativo. Un sistema basato, da una parte, sull integrazione di più metodologie e strumenti e, dall altra, sui valori della nostra identità di sistema cooperativo mutualistico, per fornire risposte efficaci a esigenze formative destinate a una forte accelerazione e a una accentuata diversificazione. Particolare attenzione è stata posta alla qualificazione degli Amministratori, alla formazione manageriale per i livelli direttivi e intermedi, alla specializzazione dei ruoli tecnici nelle aree core business e controlli, allo sviluppo di nuove figure professionali, al consolidamento delle attività di e-learning. Ma anche allo sviluppo della cultura cooperativa, tenuto conto dei ricambi generazionali a tutti i livelli. Nella convinzione, inoltre, della necessità di integrare sempre di più la formazione nella gestione delle risorse, è stato realizzato un Modello di valutazione del personale delle BCC. Tale progetto, attraverso un comune modello di riferimento, favorisce una nuova sensibilità e cultura sul tema della valutazione, come strumento centrale per la valorizzazione e lo sviluppo del personale. L offerta di prodotti e servizi finanziari Le politiche di sviluppo dell offerta di prodotti e servizi finanziari per le BCC e la loro clientela sono state principalmente caratterizzate in questi ultimi anni dal rafforzamento di alcune tradizionali linee di business del Gruppo Bancario Iccrea. L ampliamento della gamma di prodotti del risparmio gestito destinati alla clientela e di servizi di finanza per le banche, pur realizzato in una fase congiunturale negativa, ha indubbiamente innalzato il complessivo livello di offerta di sistema su questo segmento. Così come la significativa evoluzione dei servizi di pagamento e del sistema di compensazione ha ulteriormente rafforzato l importante funzione di regolazione dei flussi monetari tra periferia e centro svolta dal sistema del Credito Cooperativo. Inoltre, l arricchimento dei prodotti di leasing ha consolidato la presenza delle BCC in questo specifico comparto, mentre un primo nucleo di servizi di finanza d impresa è stato avviato con una nuova iniziativa imprenditoriale. Il comparto assicurativo è stato oggetto di un decisivo intervento riorganizzativo, con la costituzione di una nuova società operante nel ramo vita e la stipula di un accordo con una importante compagnia italiana per il ramo danni. Sono state, poi, costituite società per fornire un qualificato supporto per il recupero dei crediti e per sostenere la progettazione di nuove interpretazioni del localismo attraverso l utilizzo del web e della multimedialità. La razionalizzazione informatica Nell ambito del complesso dei servizi strumentali offerti alle BCC su base consortile, l informatica riveste un ruolo cruciale. Alla base dell operatività delle banche, i sistemi informativi gestiti dalle strutture di categoria costituiscono la principale scelta strategica che le BCC hanno assunto da tempo in materia di outsourcing, decidendo di mantenere il presidio del processo informatico sostanzialmente tutto all interno della categoria. Ad oggi, la razionalizzazione della gestione dei sistemi informativi registra progressi significativi, con un oggettivo miglioramento del livello di prestazione e di costo relativo in virtù dei vantaggi di scala connessi alla polarizzazione dell attività in pochi centri di servizi. La comunicazione dell identità differente Le BCC, che sulla peculiare identità di banca cooperativa, mutualistica e locale, e dunque sulla valorizzazione della risorsa informazione, hanno costruito il loro successo imprenditoriale, non potevano rimanere assenti dal terreno della comunicazione integrata. Da quattro anni, infatti, Banca di Credito Cooperativo di Asciano 15

16 la categoria ha intrapreso un percorso volto a rappresentare all esterno le caratteristiche della propria marca e ad affermare il proprio posizionamento nel mercato, presentandosi come banche differenti e come un sistema. In particolare, le Banche di Credito Cooperativo hanno spiegato di essere differenti, perché: sono l unico sistema di banche locali; sono banche davvero vicine al territorio e alle comunità locali; sono imprese a tutti gli effetti, ma senza scopo di lucro. Aziende che perseguono la redditività e l efficienza della gestione come strumento, non come fine. LE POLITICHE DI SVILUPPO DEL CREDITO COOPERATIVO Le sfide che si pongono nei prossimi anni alle BCC sono di carattere interno ed esterno. Attengono al piano dell identità e della cultura, dell organizzazione e del mercato, della formazione e della comunicazione. Richiedono scelte di merito e di priorità. La cura dell identità La prima sfida di una banca differente attiene alla salvaguardia di tale connotazione all interno di un mercato che spinge sempre più all omologazione. Impegno della Banca di Credito Cooperativo è dunque la costante cura dell identità e della cultura d impresa di cui la BCC è portatrice e che si basa: sulla cooperazione mutualistica, sul legame col territorio, sulla responsabilità sociale. La BCC è chiamata a distinguersi sempre più come autentica banca del territorio, capace di stimolare le forze vive delle comunità, di progettare il futuro insieme ai portatori di interesse (dagli enti locali alle imprese, dalle associazioni alle famiglie), di sviluppare relazioni feconde, di valorizzare i giacimenti di conoscenze e di saperi pratici presenti nei contesti locali e che conferiscono all Italia, nell ambito del contesto europeo, una specifica identità anche sotto il profilo economico. In questo ambito, si inserisce anche l attività della BCC volta a rendere sempre più trasparenti le relazioni con la clientela. Stiamo vivendo una crisi di fiducia per molti versi preoccupante. La diffidenza verso gli intermediari finanziari, e le banche in particolare, è in pericolosa ascesa, anche a causa delle recenti vicende di default di importanti imprese industriali che hanno avuto pesanti riflessi sui risparmiatori. A questo riguardo, è bene sottolineare la specifica posizione delle Banche di Credito Cooperativo, oggettivamente non comparabile con quella di altre banche italiane. In primo luogo perché per la nostra categoria non si pone il problema centrale del conflitto di interessi: nessuna struttura creditizia del sistema, né di primo, né di secondo livello ha, infatti, mai intrattenuto rapporti creditori con tali gruppi industriali e non avevano pertanto interesse a trasformare una esposizione creditoria in una vendita di bond alla propria clientela. 16 Bilancio 2003

17 La promozione della formula cooperativa mutualistica La promozione della formula cooperativa mutualistica dovrà proseguire sul terreno delle relazioni a tutti i livelli. Particolare impegno dovrà in particolare dedicare la BCC nelle relazioni con i decisori locali. Occorrerà, infatti, cogliere le opportunità che offre il nuovo decentramento di funzioni legislative ed amministrative alle Regioni e agli altri enti locali, valorizzando il ruolo tradizionalmente svolto dalle BCC a favore dello sviluppo del territorio ed a sostegno delle politiche finanziarie di intervento di tali organismi nei vari settori economici e sociali locali, soprattutto con riguardo alla gestione dei fondi comunitari, nazionali e regionali. Un esempio, a tale riguardo, è costituito dalla legge emanata lo scorso novembre dalla Lombardia in materia di sviluppo della cooperazione. Questa legge, infatti, si impegna a sostenere lo sviluppo ed il potenziamento della cooperazione riservando una particolare attenzione ai profili di accesso al credito e al ruolo specifico svolto dalle Banche di Credito Cooperativo. LE RIFORME IN CANTIERE La riforma dell Accordo di Basilea sul capitale delle banche Il lungo confronto con le Autorità sulla configurazione del nuovo Accordo sui requisiti di capitale delle banche ha consentito di chiarire alcuni punti problematici presenti nelle prime bozze e di ricercare soluzioni appropriate alle caratteristiche delle piccole banche e della loro clientela. Lo studio di impatto sulle BCC della normativa, così come configurata nella Terza bozza del documento, ha permesso di determinare che la nuova definizione del portafoglio crediti retail potrà tradursi in un risparmio di capitale rispetto alla normativa attuale. Tale risparmio tuttavia risulterebbe parzialmente assorbito dall introduzione dei requisiti patrimoniali per il rischio operativo. Un ulteriore simulazione svolta di recente dalla Banca d Italia sui requisiti di capitale delle BCC perviene, attraverso un diverso procedimento, a risultati analoghi. Nel complesso, quindi, la riforma dell Accordo di Basilea non sembra comportare un impatto significativo sui livelli del coefficiente di capitale delle BCC. Tuttavia, è da tenere presente che il Nuovo Accordo non riguarda solamente il meccanismo di calcolo del coefficiente di solvibilità ma stabilisce anche nuovi principi di supervisione bancaria e linee guida per la realizzazione dei sistemi di controllo dei rischi da parte delle banche, al fine di favorire l autodiagnosi e una più diffusa cultura dei controlli. In tale prospettiva, con specifico riferimento al controllo dei rischi di credito, il Credito Cooperativo ha intrapreso un iniziativa unitaria per la realizzazione di un sistema di Classificazione dei rischi di credito delle Banche di Credito Cooperativo che mira a sviluppare uno strumento di base condiviso, per la valutazione del merito creditizio di imprese e privati, sia in fase istruttoria che in quella di monitoraggio. Il Gruppo di Lavoro, appositamente costituito in Federcasse, vede la partecipazione di tutte le Federazioni locali e dei principali centri informatici di categoria, nonché la collaborazione attiva della Banca d Italia, che ha inteso partecipare allo sviluppo del progetto con alcuni funzionari dell Area Vigilanza in qualità di osservatori, con l obiettivo di formulare un riconoscimento di questo strumento di controllo proprio ai sensi del Nuovo Accordo. Banca di Credito Cooperativo di Asciano 17

18 La riforma dei principi contabili internazionali (IAS) E ormai certo che, ai sensi della nuova regolamentazione comunitaria, tutte le società quotate di un qualsiasi Stato membro dell Unione Europea saranno tenute a redigere i loro conti consolidati in conformità ai principi contabili internazionali (IAS). A questa categoria di imprese si aggiungeranno quelle che appartengono a particolari settori economici, come le banche, che per motivi connessi all esercizio di funzioni di vigilanza verranno assoggettate agli IAS, a prescindere dalla quotazione o meno sui mercati regolamentati. L introduzione dei nuovi principi richiederà rilevanti costi di adeguamento dei sistemi contabili e significativi cambiamenti dei metodi e delle prassi di gestione. In effetti, la conversione agli IAS riguarderà la quasi totalità delle aree operative e gestionali interne alle banche, quali i crediti, la finanza e la tesoreria, il controllo dei rischi e il controllo di gestione, nonché i processi e i sistemi informativi. Nel loro complesso, gli oltre trenta IAS emanati presentano differenze rilevanti rispetto alla normativa contabile delle banche vigente in Italia e sono destinati a incidere in modo significativo anche sui bilanci e sulla gestione delle BCC. Adottare gli IAS significa, infatti, introdurre nella formazione del bilancio logiche del tutto innovative che segnano l abbandono di un informativa contabile - propria dell Europa continentale - ispirata a criteri garantistici, ossia finalizzata a salvaguardare il patrimonio aziendale nell interesse di terzi, in primis dei creditori dell impresa. Con gli IAS si passa ad un informativa di bilancio orientata al mercato, volta cioè alla divulgazione dei dati economici e finanziari dell impresa con la finalità ultima di consentire agli investitori l assunzione di decisioni sulla base del reale valore economico della società. Il criterio di valutazione al valore equo (fair value) rappresenta indubbiamente l elemento che più caratterizza il cambiamento della filosofia dell informativa contabile derivante dall adozione dei nuovi principi. Relativamente ai tempi di attuazione, è stabilito che le imprese interessate dalla riforma dovranno determinare lo stato patrimoniale sulla base dei nuovi principi a partire dal 1 gennaio 2005, nonché presentare una situazione dei saldi di bilancio a fine anno 2004 confrontabile con quella di apertura del Per fare fronte a questa impegnativa sfida, il Credito Cooperativo si è mosso tempestivamente, sia sotto il profilo dell azione di tutela nelle diverse sedi competenti (IASB, Commissione Europea, Banca d Italia), sia sotto quello degli interventi da svolgere all interno del sistema per garantire una conversione ai nuovi principi, nei termini previsti, di tutte le banche associate, con notevoli vantaggi in termini di riduzione dei costi diretti. 18 Bilancio 2003

19 IL QUADRO ECONOMICO GENERALE L economia mondiale Il 2003 si era aperto tra la preoccupazione di un intervento militare in Iraq e l attesa di una significativa ripresa economica. La prima parte dell anno è trascorsa in un clima di grande incertezza, senza segnali di miglioramento della congiuntura mondiale: da un lato, l economia statunitense presentava già nei primi mesi segni evidenti di ripresa, dall altro, le tensioni geopolitiche contribuivano a mantenere forte il clima di incertezza che spingeva le famiglie e gli operatori economici alla massima cautela. Intorno alla metà dell anno l economia mondiale ha superato il punto di minimo del ciclo: già da marzo i mercati azionari registravano, dopo un lungo periodo negativo, considerevoli recuperi; nel corso dell estate si sono manifestati concreti miglioramenti anche negli indicatori reali e si è conseguentemente ridimensionato il rischio di deflazione. Forti divergenze permangono, però, tra le principali aree industrializzate. La ripresa è più evidente negli Stati Uniti e nei paesi emergenti dell Asia, più moderata in Giappone e nel Regno Unito, modesta nell area Euro. I paesi dell Unione Monetaria (UE-12) scontano, infatti, una persistente debolezza della domanda interna cui si unisce il perdurante apprezzamento del cambio che rende i prodotti dell area scarsamente competitivi sui mercati esteri. L economia nipponica, pur inviando segnali incoraggianti, presenta ancora significativi elementi di fragilità. L economia nell area dell euro Nell area Euro il 2003 è stato caratterizzato da una complessiva stagnazione. La crescita del prodotto interno lordo, pari allo 0,9 per cento nel 2002, si è arrestata nella prima metà del Ad accentuare la debolezza ciclica ha contribuito soprattutto l ulteriore peggioramento delle esportazioni, che hanno risentito dell apprezzamento dell euro e del debole andamento del commercio mondiale, mentre la spesa delle famiglie e la ricostituzione delle scorte hanno fornito un contributo positivo. Nel corso dell estate sono emersi segnali di ripresa: il PIL è cresciuto nel terzo trimestre del 2003 dello 0,4 per cento rispetto al trimestre precedente ed il significativo incremento dei principali indici di fiducia indica un rafforzamento della ripresa nell ultima parte dell anno e nel Tuttavia, permangono alcuni elementi di cautela: sulla base dei dati nazionali, la crescita del PIL nella seconda parte del 2003 è dovuta in larga parte alle esportazioni nette (+1 per cento il loro contributo trimestrale), a loro volta favorite da una contrazione delle importazioni (-0,4 per cento), specchio della perdurante crisi della domanda domestica privata. Le previsioni delle principali istituzioni e centri di ricerca propendono per un raggiungimento della crescita potenziale solo nel Per quanto concerne i prezzi, il tasso di inflazione, sulla base delle indicazioni di Eurostat, è cresciuto a novembre del 2,2 per cento (2,1 per cento ad ottobre). Nonostante l andamento avverso dei prezzi del greggio e dei prodotti alimentari e gli aumenti delle imposte indirette e dei prezzi amministrati influenzi sfavorevolmente le prospettive di inflazione a breve, il tasso di crescita dei prezzi sui dodici mesi dovrebbe, a giudizio della Banca Centrale Europea (BCE) diminuire nel corso del 2004, per poi attestarsi su livelli in linea con la stabilità. Banca di Credito Cooperativo di Asciano 19

20 Il mercato del lavoro, a causa della stagnazione verificatasi nel 2003, ha visto arrestarsi la lunga fase espansiva iniziata nel 1995, durante la quale il numero degli occupati era salito di 12 milioni di unità e il tasso di disoccupazione era calato dal 10,8 all 8,8%. Tuttavia l andamento del mercato del lavoro è variato da paese a paese, registrando nel primo semestre dell anno un calo dell 1,6% degli occupati in Germania, un aumento dello 0,2% in Francia, dell 1,3% in Italia e dell 1,7% in Spagna. L economia italiana In Italia la crescita del PIL riferita al 2003, secondo dati ufficiali ISTAT, è stata di appena lo 0,3%, inferiore al pur modesto 0,4% registrato nel Questo risultato è il peggiore dell ultimo decennio, dopo la variazione negativa del Le esportazioni di beni e servizi sono calate complessivamente del 3,9%, vanificando il contributo positivo della domanda interna alla formazione del PIL. Alla sua modesta crescita hanno contribuito i settori dei servizi insieme a quello delle costruzioni, mentre l industria manifatturiera e l agricoltura hanno fatto segnare un ulteriore declino del valore aggiunto. Le informazioni relative alla seconda parte dell anno indicano l inizio di una fase di graduale recupero dell attività economica: il PIL è cresciuto a settembre dello 0,5 per cento sia sul trimestre precedente sia su base annua; la produzione industriale a novembre è aumentata, su base congiunturale, per il secondo mese consecutivo (0,3 per cento dopo lo 0,2 per cento di ottobre), nello stesso mese il fatturato e gli ordini sono aumentati, rispettivamente, del 2,8 per cento e del 2,2 per cento rispetto a ottobre. Sul dato degli ordini ha inciso, in particolare, l incremento della domanda estera, in crescita per il secondo mese consecutivo. Il tasso di inflazione ha chiuso il 2003 decelerando ad un valore del 2,5%. La stima provvisoria del conto consolidato delle amministrazioni pubbliche indica per il 2003 un rapporto deficit/pil pari al 2,4%, pressoché in linea con il valore dell anno precedente (2,3%). Anche per il 2003 l andamento del mercato del lavoro (+1,1% a fine anno) è stato migliore di quello del PIL. Significativo, in tale contesto, il contributo dell occupazione dipendente, mentre è trascurabile l apporto del lavoro autonomo. Con riguardo ai settori, si conferma preponderante l aumento di occupazione nel terziario, in recupero l industria manifatturiera, in calo l edilizia. Il tasso di disoccupazione, in calo dal 1999, è sceso dall 8,9% di ottobre 2002 all 8,5% di ottobre L economia toscana Il quadro dell economia regionale conferma la stagnazione in atto ormai da alcuni anni. La crescita del PIL, +0,1%, è infatti leggermente inferiore al +0,2% relativo al La nostra regione ha risentito delle difficoltà del commercio mondiale e della costante svalutazione del dollaro. Le esportazioni di beni e servizi, già diminuite del 2,2% nel 2002, sono ulteriormente calate nel 2003 di oltre il 3%. In crisi l industria, con particolare riferimento ai settori della meccanica (-2,6%), dei prodotti in metallo (-2,3%), della moda (-1,0%). Buono l andamento delle costruzioni (+2,7%) e dei servizi pubblici (+1,5%). Parallelamente all andamento economico, il mercato del lavoro ha segnato un modesto incremento (+0,2%) del tasso di occupazione, passato dal 47,0% al 47,2%. Il tasso di disoccupazione permane al di sotto del 5%. 20 Bilancio 2003

21 IL SISTEMA MONETARIO E CREDITIZIO Gli aggregati monetari e l andamento del sistema bancario Con riferimento all attività di funding in Italia, gli aggiornamenti del Si-Abi mostrano a fine 2003 un consolidamento della dinamica della raccolta denominata in euro del totale delle banche italiane, rappresentata dai depositi a risparmio, dai conti correnti, dai certificati di deposito e dalle obbligazioni. In particolare, a fine 2003 la raccolta bancaria è risultata pari a 946,5 miliardi di euro segnando una variazione tendenziale positiva del 6,25%, che si raffronta al +7,25% di fine Laddove si considerino le dinamiche delle diverse componenti del funding, alla fine del 2003 il trend dei depositi da clientela ha manifestato un tasso di crescita tendenziale pari a +4,73%, mentre la dinamica delle obbligazioni delle banche ha segnato un ritmo di sviluppo nei dodici mesi dell 8,93%. In lieve decelerazione è risultato il trend della provvista sull estero delle banche italiane che alla fine di ottobre 2003 è risultata pari a circa 301,5 miliardi di euro, facendo registrare un tasso di crescita tendenziale del 5,6%. La quota della provvista sull estero sul totale depositi si è posizionata a ottobre 2003 al 45,9% e rappresenta circa l 11% del totale impieghi. Con riguardo ai tassi bancari, a fine 2003 il tasso medio sui depositi è risultato pari allo 0,82% contro l 1,31% registrato a fine 2002 mentre il tasso medio della raccolta bancaria da clientela, si è collocato a fine 2003 all 1,76% contro il 2,32% di fine La dinamica dei finanziamenti erogati dalle imprese bancarie ha manifestato a fine 2003 un assestamento: sulla base di prime indicazioni, gli impieghi complessivi (denominati in euro e in valute diverse dall euro ) del totale banche in Italia hanno segnato un tasso di crescita tendenziale pari al 6,10%, che si raffronta al 5,89% di fine Il ritmo di sviluppo tendenziale dell aggregato che riguarda gli impieghi in euro si è collocato a fine 2003 al 6,62%, in lieve rallentamento rispetto a quanto registratosi a dicembre 2002 (7,09%). La dinamica degli impieghi appare sostenuta esclusivamente dalla componente a protratta scadenza rispetto a quella a breve termine. Secondo prime stime a fine 2003, infatti, le variazioni tendenziali di queste componenti degli impieghi bancari sono risultati pari a +12,41% per il segmento a medio e lungo e di 0,89% per quello a breve termine. Sulla base dei dati del Si-Abi, nel mese di fine 2003 il tasso medio sugli impieghi ha manifestato un ulteriore diminuzione, collocandosi al 4,66% dal 5,66% di fine Alla fine di ottobre 2003 le sofferenze al netto delle svalutazioni sono risultate pari a milioni di euro, 470milioni di euro in più rispetto a settembre 2003 e 104 milioni di euro in più rispetto ad ottobre 2002: la variazione tendenziale è risultata prossima allo zero: +0,49%. Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è collocato ad ottobre 2003 al livello del 2,07%. Una conferma del permanere di una elevata qualità del credito è ravvisabile anche dalla dinamica del rapporto sofferenze nette/patrimonio di Vigilanza, posizionatosi ad ottobre 2003 all 11,30% dall 11,43% di ottobre Banca di Credito Cooperativo di Asciano 21

22 Con riguardo agli aspetti reddituali, nel primo semestre dell anno il risultato di gestione delle banche italiane è cresciuto marginalmente rispetto ai livelli del corrispondente periodo del La riduzione del differenziale tra i tassi attivi e quelli passivi ha contribuito ad una crescita contenuta del margine di interesse (3,8 per cento), mentre l andamento dei mercati finanziari si è riflesso positivamente sui proventi netti dalla negoziazione di titoli e valute (+1,6 per cento) consentendo di invertire la tendenza negativa rilevata l anno precedente. Il margine di intermediazione è cresciuto del 2,8 per cento. I costi operativi hanno registrato una dinamica contenuta (+ 2,8 per cento) imputabile principalmente al contenimento del costo del lavoro (+1,4 per cento) mentre gli altri costi hanno avuto incrementi più consistenti (+6,8 per cento). Nel complesso il risultato di gestione ha segnato un incremento del 2,8%. L andamento delle Banche di Credito Cooperativo Nel quadro descritto, l evoluzione delle principali grandezze patrimoniali delle banche di credito cooperativo nel corso del 2003 conferma una crescita delle masse intermediate notevolmente superiore a quella rilevata nella media del sistema bancario. Si evidenzia, in particolare, un forte sviluppo dell attività di impiego ed una crescita sostenuta della raccolta, tanto nella componente a vista che in quella a tempo. Gli impieghi a clientela delle BCC ammontavano ad ottobre a milioni di euro, con un tasso di crescita annua del 17,4 per cento a fronte del 6,1 per cento del sistema bancario italiano. All interno dell aggregato, si manteneva particolarmente sostenuto, anche se in progressiva attenuazione nel corso dell anno, il ritmo di crescita dei mutui (+23,5 per cento contro il 12,4 per cento medio di sistema). I mutui delle BCC ammontavano alla fine di ottobre 2003 a milioni di euro. Con riferimento ai settori di attività economica di destinazione del credito, i dati relativi a ottobre 2003 evidenziavano il tradizionale orientamento delle banche della categoria a favore delle famiglie e del segmento delle imprese minori a carattere artigianale. A fronte, infatti, di una quota complessiva sul mercato degli impieghi pari al 5,8 per cento, la quota di mercato delle BCC nel credito a favore di imprese artigiane con meno di 20 addetti era pari al 20,8 per cento, mentre la quota relativa al credito erogato alle famiglie produttrici (piccoli artigiani) era del 14,8 per cento. Si rilevava, parallelamente, nel corso del 2003, un forte sviluppo dell attività di finanziamento anche nel segmento delle imprese di maggiore dimensione: ad ottobre, il tasso di incremento percentuale annuo dei finanziamenti alle imprese non finanziarie (in larga parte società di capitale) è pari per le BCC al 24,5 per cento contro il 7 per cento rilevato in media nel sistema. Appare, infine, significativo l impegno rivolto a sostenere le esigenze creditizie delle famiglie consumatrici, con una quota di mercato in termini di crediti erogati pari all 8,6 per cento. Per fine 2003 si stimava uno stock complessivo di impieghi a clientela intorno ai 65,5 miliardi di euro. Per quanto concerne la qualità del credito erogato nel corso del 2003 le sofferenze hanno ripreso a crescere, ma ad un ritmo comunque inferiore a quello dell incremento degli impieghi economici (+9,0 per cento contro il +5,4 registrato in media nel sistema bancario). Il rapporto sofferenze/impieghi delle BCC è sceso progressivamente nel corso degli ultimi mesi, ed è pari al 3,0 per cento a ottobre 2003 contro il 4,5 per cento rilevato in media nel sistema bancario. 22 Bilancio 2003

23 La raccolta diretta delle BCC era pari alla fine dei primi dieci mesi del 2003 a milioni di euro, con un tasso di incremento del 12,8 per cento, significativamente più pronunciato di quanto si rilevava nella media del sistema bancario (+5,2 per cento). La spinta maggiore alla crescita dell aggregato proviene tanto per la categoria quanto, in misura più evidente, per il sistema complessivo, dalla componente a vista (+15 per cento per le BCC e +8,8 per cento medio di sistema). Anche la raccolta vincolata si incrementa per le BCC a ritmi sostenuti (+10,5 per cento contro il +1,2 per cento del sistema). In particolare, proseguiva sostenuta, anche se in leggera attenuazione nel corso dell anno, la crescita delle emissioni obbligazionarie delle nostre banche (+17,6 per cento contro il +6,1 per cento del sistema complessivo). A fine 2003 si stima un ammontare di raccolta diretta delle BCC pari a circa 85 miliardi di euro. Il patrimonio delle BCC ammontava a settembre a milioni di euro (+6,0 per cento), pari all 11,4 per cento del totale del passivo (l aggregato capitale e riserve del sistema bancario è pari al 7,4 per cento del passivo). Per quanto concerne gli aspetti reddituali, l analisi delle risultanze economiche del primo semestre 2003 indicava una netta ripresa delle BCC rispetto allo stesso periodo dell esercizio 2002, largamente superiore alla media dei risultati raggiunti dal sistema bancario nel suo complesso. Questo andamento rifletteva la forte crescita del risultato di gestione che saliva del 18,9 per cento per le BCC a fronte del 2,8 per cento del sistema. La forte espansione degli impieghi e il contenimento dei costi della raccolta hanno impresso una spinta positiva al margine di interesse delle banche della categoria (+7,7 per cento); inoltre una evoluzione particolarmente favorevole è registrata anche dai ricavi netti da servizi e intermediazione (+19 per cento). La crescita dei costi operativi (+6,0 per cento), che permane superiore alla media di sistema, ha solo in parte bilanciato l aumento della redditività. D altra parte, il forte incremento delle masse intermediate consente il mantenimento della tendenza alla riduzione del rapporto tra costi e fondi intermediati. Con riguardo, infine, alle principali informazioni di carattere strutturale sulle BCC, a dicembre 2003 si registravano 446 banche e sportelli bancari (pari al 10,9 per cento del sistema bancario) diffusi in 96 province e comuni. Le BCC sono banche ancora fortemente radicate nei piccoli e piccolissimi centri. Circa l 83 per cento dei comuni in cui sono presenti sportelli BCC non supera i abitanti (e il 50 per cento non supera i 5.000). In questi comuni sono concentrati più del 70 per cento degli sportelli (il 40 per cento in quelli fino a abitanti). La diffusione in piccoli centri comporta anche che, nella maggior parte dei casi (77 per cento dei comuni in cui la categoria è presente), la BCC abbia un solo sportello in ciascun comune. Una ulteriore conseguenza di questa distribuzione geografica è la rilevanza delle BCC nei mercati di insediamento. Infatti, nel 23 per cento dei comuni in cui sono presenti, le BCC operano in assenza di altre banche mentre nel 21 per cento dei comuni si registra la presenza di un altro intermediario. Naturalmente si tratta di comuni di piccole e piccolissime dimensioni (quasi sempre al di sotto dei 5000 abitanti) di cui il 60 per cento sono localizzati in tre regioni: Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto. Banca di Credito Cooperativo di Asciano 23

24 Il numero dei soci delle banche di credito cooperativo era pari al 30 settembre 2003 a unità, con un incremento del 5,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell anno precedente mentre i clienti affidati ammontano a (+ 7,2 per cento contro il +4,4 per cento rilevato in media nel sistema bancario). E proseguita, infine, all interno del Credito Cooperativo la crescita nel numero dei dipendenti, passato dalle unità rilevate a settembre 2002 alle di settembre 2003 (+3,0 per cento). Nel sistema bancario complessivo, viceversa, si rileva a settembre un sensibile calo del numero di dipendenti rispetto allo stesso periodo del L andamento delle Banche di Credito Cooperativo in Toscana I dati patrimoniali delle 33 BCC associate alla Federazione Regionale delle Banche di Credito Cooperativo, che al gestivano 217 sportelli, indicano, per quanto riguarda i dati di fine anno, un incremento della raccolta diretta del 11,4%, con un totale di milioni di euro, ed una crescita degli impieghi del 19,3%, per un totale di milioni di euro. 24 Bilancio 2003

25 LA NOSTRA BANCA La funzione della banca locale rispetto al proprio territorio può essere quello di molla o di trivella. Nel primo caso la banca accetta la sfida di protendersi per accompagnare le esigenze della sua base di clientela, nel secondo sceglie di rimanere a calpestare il proprio spazio, senza riuscire a guardare oltre. L obiettivo della Banca è quello di consolidare ed estendere la propria presenza sul territorio, impiegando le risorse là dove si raccolgono e mantenendo sul territorio non solo l operatività, ma anche il potere decisionale, allargando la Compagine sociale nei luoghi attualmente poco rappresentati in seno alla medesima e cercando di essere una banca sempre più efficiente ed una cooperativa sempre più forte nell auspicio che non ci manchi mai la passione e l entusiasmo, l intraprendenza e la fantasia. Per questo la politica di espansione territoriale della Banca è costantemente supportata da un adeguato programma di ampliamento della compagine sociale in quelle zone. Nella considerazione della centralità della figura del Socio dunque, in primo luogo corre l'obbligo evidenziare l'espansione della compagine sociale. Il numero dei soci negli ultimi anni è cresciuto sensibilmente; basti pensare, ad esempio che al 31/12/1997 la base sociale era rappresentata da 596 soci, al 31/12/1998 da 682 soci, al 31/12/1999 da 765 soci, al 31/12/2000 da 782 soci, al 31/12/2001 da 842 soci, al 31/12/2002 da 927 soci ed al 31/12/2003 da n soci. Banca di Credito Cooperativo di Asciano 25

26 Nella consapevolezza che fare banca locale significa esercitare una funzione che nessun altro soggetto bancario è in grado di fare, continua il progetto La Banca della Comunità, avviato nel 1997, con l obiettivo di creare valore per i nostri soci, i nostri clienti ed i nostri collaboratori.... il valore per i soci I nostri soci sono una vera e propria risorsa strategica per la nostra banca. Almeno per quattro motivi: perché sono i primi clienti; perché nell ambito della vita societaria, esercitano un importante funzione di riscontro e controllo della gestione aziendale; perché sono i fornitori di mezzi propri, premessa dello sviluppo; perché sono i primi testimoni della vitalità della Banca e del suo meritare fiducia. Il vantaggio dell adesione alla Banca deve però essere percepito anche dal lato del socio. Per questo, accanto ai premi scolastici per i figli dei soci (nello scorso anno sono state erogate 16 borse di studio ai figli dei Soci che anno conseguito nell anno, il diploma di maturità o di laurea) numerose sono le iniziative volte a valorizzare l identità del socio ed a farlo partecipare ai risultati dell impresa. 26 Bilancio 2003

27 Tra queste, una delle più importanti è senz altro rappresentata dalla rivalutazione del valore nominale delle azioni, che la Banca ripropone per il secondo esercizio, permettendo al socio di partecipare al risultato dell impresa oltre che in termini del dividendo, anche in termini di incremento del valore nominale delle azioni, pari all intera variazione media annua dell indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, che per l'anno 2003 è stata pari al 2,5%. Pertanto, se al dividendo, pari al 2.5% lordo, % netto, aggiungiamo la rivalutazione delle azioni, pari al 2.5%, otteniamo che il vantaggio dell adesione del socio alla compagine sociale della Banca assuma, già da adesso, un valore tutt altro che trascurabile e pari, complessivamente, a quasi il 4.7% netto. Da evidenziare, inoltre, è anche il vantaggio meta-economico che hanno i soci delle Banche di Credito Cooperativo in quanto protagonisti in un ambito, quello economico e finanziario, sempre più chiuso, sempre più affidato alle determinazioni di poteri lontani e potenzialmente sempre più concentrati.... il valore per i clienti I nostri clienti sono la nostra ragione di fare e fare sempre meglio il nostro mestiere. La Banca opera dal 19 gennaio 2004 con 6 sportelli, nelle seguenti piazze: Asciano, Arbia, Rapolano Terme, Taverne d Arbia, Sinalunga, Siena. L ampliamento della nostra rete di vendita ha seguito la logica di assicurare il miglioramento del servizio ai nostri soci, ai nostri clienti e all intera comunità locale. Uno dei maggiori punti di forza della Banca è rappresentato infatti dal radicamento nel territorio di competenza, collegato ad una elevata e diretta conoscenza della clientela, basata su numerose relazioni personali. La ragione dell apertura di una nuova succursale nell era della telematica e della banca virtuale che potrebbe rendere la scelta superata o antieconomica, è pertanto semplice ed evidente: il rapporto tra banca e comunità locale si basa sulla relazione, sulla capacità di recepire le istanze e rispondervi con tempestività, qualità, chiarezza. Perciò, anche se lo sportello non è più l unico canale distributivo esistente e anche se la fisicità non è più un fattore discriminante (visto che per operare in un mercato non è più necessario esservi materialmente presente, ci si può arrivare con la tecnologia), è comunque importante assicurare alla comunità locale un servizio che non può essere garantito da una banca semplicemente virtuale, ci vuole la banca reale, cioè un punto di contatto, ovvero lo sportello che sappia interpretare le istanze dei soci, delle famiglie e delle piccole imprese del territorio. Ed è in quest ottica che la Banca si è aggiudicata dal gennaio 2004 il servizio di Tesoreria del Comune di Lucignano Val di Chiana che si aggiunge a quello del Comune di Asciano, a quello dell Istituto Scolastico Comprensivo di Asciano ed a quello dell Istituto Scolastico Comprensivo di Sinalunga. Allo scopo di facilitare e qualificare la relazione con la clientela, la Banca si avvale comunque Banca di Credito Cooperativo di Asciano 27

28 anche di altri canali distributivi, soprattutto telematici. In particolare, la Banca dispone di un proprio portale in internet che è stato appena riorganizzato affinchè rappresentasse una effettiva vetrina virtuale della Banca e che offre alla clientela la possibilità di eseguire operazioni bancarie a distanza tramite Home banking ed Internet banking. Ma il Credito Cooperativo è anche una grande realtà internazionale. La partnership internazionale data dalla cooperazione tra i sistemi cooperativi dei vari paesi consente di offrire una gamma completa e moderna di prodotti ad alto valore aggiunto; offrire una gamma completa di canali di distribuzione; investire nella modernizzazione della relazione con la clientela; consente, in sintesi, di produrre globale e vendere locale nella consapevolezza che, se per la produzione si affermerà la competenza gestionale e la conoscenza dei mercati che fino a pochissimo tempo fa consideravamo stranieri, nella distribuzione emergerà sempre di più il presidio del mercato, la capacità di mantenere e sviluppare le relazioni di clientela, l abilità nell interpretazione dei bisogni specifici. Tutto ciò ha permesso alla Banca di mettere a disposizione dei clienti un offerta competitiva per gamma e qualità favorendo l accesso al credito in particolare dei piccoli operatori e dato fiducia alle iniziative progettuali, soprattutto giovanili, ma anche mettendo a punto pacchetti volti a soddisfare specifiche esigenze della clientela. E stata inoltre potenziata l azione della Banca nel territorio ricercando, attraverso una migliore leva organizzativa, forme più flessibili di approccio con la clientela, per tutte l iniziativa Bancaaperta in atto attualmente a Siena ed a Sinalunga dove è stato realizzato un progetto di estensione dell orario tradizionale di sportello che da sperimentale è divenuto elemento caratterizzante della presenza della Banca in quei territorio. In tutti i casi la Banca si è proposta di fornire un servizio, piuttosto che un singolo prodotto, curando i profili di consulenza ed assistenza e non solo il mero collocamento, a vantaggio del cliente. 28 Bilancio 2003

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