Corso di Formazione Docenti neo-assunti. a. s. 2016/2017
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- Stefania Marchi
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1 Corso di Formazione Docenti neo-assunti a. s. 2016/2017 Problematiche generali connesse con l'integrazione scolastica degli alunni disabili o con bisogni educativi speciali Dott. ssa Maria Josella Turcarolo
2 5 parole da cui partire.. Disabilità DSA Stranieri Disagio socio-economico- culturale Altri bisogni educativi speciali
3 Obiettivi di Europa 2020: crescita intelligente, per lo sviluppo di un economia basata sulla conoscenza e sull innovazione crescita sostenibile, per promuovere un economia verde crescita inclusiva, per un economia con un alto tasso di occupazione, unico vero fattore di protezione e di garanzia della coesione sociale e territoriale Quale idea di scuola per raggiungere questi obiettivi? Una scuola inclusiva, che dia ad ogni soggetto la possibilità di realizzare il proprio progetto di vita, sostenendolo con tutte le competenze necessarie al successo personale.
4 In Italia il percorso è avviato da tempo ( almeno dal punto di vista normativo ) Costituzione : artt. 2 e 3 Legge n. 517/77 : introduce la programmazione didattica, sostituisce la valutazione decimale con quella aggettivale, inserisce i soggetti con disabilità all interno della scuola comune. DPR 275/99: la destinazione di scopo della scuola non è solo garantire il diritto allo studio, ma garantire il successo formativo a tutti gli alunni; LEGGE 53/2003 (conosciuta come riforma Moratti): introduce il principio della personalizzazione come elemento essenziale della costruzione dei processi di apprendimento. Legge n. 270/2010 : tutela il diritto all apprendimento degli alunni con disturbo specifico dell apprendimento. DIRETTIVA MINISTERIALE STRUMENTI D INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L INCLUSIONE SCOLASTICA, DEL 27/12/2012; CIRCOLARE N.8/2013 Indicazioni operative sulla direttiva Ministeriale
5 PUNTI CHIAVE della DIRETTIVA MINISTERIALE DEL 27/12/2012 garantire diritti di carattere didattico ad alunni con difficolta di apprendimento sul territorio nazionale; evitare la medicalizzazione e la stigmatizzazione valorizzare l ottica pedagogica e didattica rendere del tutto sfumata la distinzione fra i così detti alunni normali e quelli con bisogni speciali
6 Che cos è il Bisogno Educativo Speciale (BES)? Il Bisogno Educativo Speciale rappresenta qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o apprenditivo che necessita di educazione speciale individualizzata finalizzata all inclusione ( Ianes 2005)
7 Chi sono i BES? Dalla direttiva del 27 dicembre ogni alunno, in continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.
8 TIPOLOGIE DI BES: Handicap -> legge 104/1992; Stranieri-> svantaggio linguistico transitorio-protocolli di accoglienza di area e d istituto in collaborazione con il centro interculturale; Disturbi evolutivi specifici: disturbi specifici di apprend. - l. 170/2010, disturbi di linguaggio, disturbi delle abilita non verbali (disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, non verbale, ecc.) Disturbo dell attenzione e dell iperattivita ( se non grave ed in comorbilita con altre patologie, altrimenti l. 104); Funzionamento intellettivo limite (se non rientra nelle leggi 104 e 170); Svantaggio socio- economico culturale-> ( ad esempio segnalazioni da parte dei servizi- adozioni all interno del territorio nazionale- lutti familiari importanti ecc )
9 SOGGETTI, COMPITI E RESPONSABILITA PER REALIZZARE UNA SCUOLA INCLUSIVA : Consiglio di classe Collegio Docenti Dirigente Scolastico GLHI GLI In collaborazione con CTS/CTI
10 Consiglio di classe Dalla Direttiva del Dicembre 2012 : Le scuole con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 (DM5669/2011), meglio descritte nelle allegate Linee guida. punto1.5 Dalla Circolare Ministeriale n. 8: Fermo restando l'obbligo di presentazione delle certificazioni per l'esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni.
11 UNO STRUMENTO PER LEGGERE IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE : L ICF Nel paradigma antropologico dell ICF, il bisogno educativo speciale viene descritto in termini di discrepanza tra le richieste dell ambiente e le prestazioni del singolo individuo L ICF considera la persona in modo olistico ed è orientato alla vita futura ed alla competenza Valuta quattro componenti: strutture corporee, funzioni corporee, attività e partecipazione, fattori ambientali Leggere i BES utilizzando l ICF consente di inquadrare la persona nella sua totalità focalizzando immediatamente l ambito di intervento
12 IN SINTESI, I COMPITI DEL CONSIGLIO DI CLASSE RISPETTO AI BES Primo passo: l osservazione ( effettuata con strumenti diversi: check list, questionari qualitativi, colloqui.) Secondo passo: la documentazione ( successiva all osservazione, segue l analisi e l interpretazione della documentazione Terzo passo: la progettazione dell intervento Quarto passo : la predisposizione del PDP e /o del PEI e la personalizzazione del percorso formativo Quinto passo: verifica e valutazione
13 CRITERI PER LA REDAZIONE DEL PDP privilegiare l ottica pedagogica e didattica assumendo come modello l ICF dell O.M.S. che considera la persona nella sua totalita, in una prospettiva bio-psico-sociale; considerare quali sono le caratteristiche disfunzionali dell alunno, quali le barriere e i facilitatori per il suo processo di apprendimento (analisi di contesto); prevedere uno spazio per le diverse aree disciplinari per una probabile semplificazione; elencare gli strumenti compensativi e dispensativi; individuare le strategie di insegnamentoapprendimento funzionali al superamento dello svantaggio, specie se transitorio. coinvolgere la famiglia
14 STRATEGIE DI INSEGNAMENTO- APPRENDIMENTO Le metodologie e le strategie didattiche devono essere volte a: ridurre al minimo i modi tradizionali di fare scuola (lezione frontale, completamento di schede che richiedono ripetizione di nozioni o applicazioni di regole memorizzate, successione di spiegazione-studio interrogazioni ) sfruttare i punti di forza di ciascun alunno, adattando i compiti agli stili di apprendimento degli studenti e dando varietà e opzioni nei materiali e nelle strategie d insegnamento utilizzare mediatori didattici diversificati (mappe, schemi, immagini) collegare l apprendimento alle esperienze e alle conoscenze pregresse degli studenti favorire l utilizzazione immediata e sistematica delle conoscenze e abilità, mediante attività di tipo laboratoriale sollecitare la rappresentazione di idee sotto forma di mappe da utilizzare come facilitatori procedurali nella produzione di un compito far leva sulla motivazione ad apprendere
15 Collegio Docenti Dalla Premessa della Direttiva: In questo senso, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Va quindi potenziata la cultura dell inclusione, e ciò anche mediante un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti della comunità educante Dalla Circolare: un concreto impegno programmatico per l inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie.
16 GLHI e GLI La C.M. n.8 del 6 marzo 2013 prefigura: L attivazione del Gruppo di lavoro e di studio d Istituto (GLHI) che assume la denominazione di Gruppo di Lavoro per l Inclusione (GLI), con il preciso compito di elaborare una proposta di Piano Annuale per l Inclusione (PAI) riferito a tutti gli alunni con BES L inserimento nel POF della scuola di un concreto impegno programmatico per l inclusione
17 GLI E SUOI COMPITI ( dalla Circolare n. 8) Il GLI ( Gruppo di lavoro per l inclusione) non comprende solo i docenti di sostegno, ma anche funzioni strumentali, AEC, docenti disciplinari con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali) Tratta le questioni relative a tutti gli alunni con BES certificati e non. Programma un utilizzo funzionale delle risorse presenti nella scuola (laboratori,strumenti, risorse umane..) per la realizzazione di un progetto di inclusione condiviso con docenti, le famiglie e i servizi socio sanitari Predispone un piano di intervento per gli alunni con disabilità Predispone un piano di intervento per gli alunni con DSA Predispone un piano di intervento per gli alunni con DDAI (disturbi di attenzione e iperattività inglese ADHD) Si coordina con i vari Consigli di classe per stendere un piano di intervento per gli alunni con BES non certificati o certificabili Elabora una proposta di Piano annuale per l Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico ( entro il mese di giugno). Il Piano sarà quindi discusso e deliberato in Collegio dei Docenti e inviato ai competenti Uffici degli UUSSRR, nonché ai GLIP e al GLIR, per la richiesta di organico di sostegno, e alle altre istituzioni territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di competenza, considerando anche gli Accordi di Programma in vigore o altre specifiche intese sull'integrazione scolastica sottoscritte con gli Enti Locali. Nel mese di settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate alla scuola ovvero, secondo la previsione dell art. 50 della L.35/2012, alle reti di scuole -, il Gruppo provvederà ad un adattamento del Piano, sulla base del quale il Dirigente scolastico procederà all assegnazione definitiva delle risorse, sempre in termini funzionali. Costituisce l interfaccia della rete dei CTS e dei servizi sociali e sanitari territoriali per l implementazione di azioni di sistema ( formazione, tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio ecc )
18 CURRICOLO E PERSONALIZZAZIONE Personalizzare non vuol dire solo semplificare e/o ridurre, né impartire contemporaneamente lezioni diverse ad alunni che si trovano nella stessa classe Personalizzare vuol dire progettare, a livello di Istituto, strategie di differenziazione, predisporre profili di personalizzazione nel Piano dell offerta formativa Personalizzare vuol dire approntare spazi e strumenti adeguati Personalizzare vuol dire formare i docenti e gli operatori tutti al nuovo compito Personalizzare vuol dire progettare un curricolo flessibile strutturato in modo tale che possa essere consentito di diversificare i percorsi senza perdere di vista i traguardi irrinunciabili e prescrittivi che devono essere garantiti a tutti
19 VERIFICA E VALUTAZIONE Per la verifica e valutazione delle competenze dell alunno si fa riferimento all allegato Per la rilevazione e la valutazione del grado di inclusività della Scuola, bisognerebbe adottare strumenti strutturati reperibili in rete come l Index per l Inclusione o il Progetto Quadis, o concordati e progettati a livello territoriale
20 Centri Territoriali di Supporto Empoli (DD1)1999 Sesto (Scuola Pescetti)2015 Centri Territoriali per l Inclusione Pontassieve Rignano
21 Il loro ruolo Prospettive (Direttiva 27/12/2012, C.M. n 8, 06/03/2013) Informazione e formazione Consulenza Buone pratiche Promozione di intese territoriali per l'inclusione
22 Si rivolge: agli alunni diversamente abili e con diagnosi DSA e BES dalla scuola dell infanzia alla scuola secondaria di 1 e 2 grado agli insegnanti di classe e di sostegno agli operatori A.S.L. ai genitori agli enti ed alle associazioni
23 Protocollo di accesso al C.T.S. MIUR Incontri preliminari Osservazione Verifica ed indicazioni di lavoro
24 Il C.T.S. offre: consulenza didattica, hardware e software documentazione su ausili addestramento possibilita di provare ausili specifici in collaborazione con la ditta produttrice formazione: informatica didattica e nuove tecnologie Convegni formativi
25 Grazie
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