GIURIA DELLA CONGIUNTURA

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3 GIURIA DELLA CONGIUNTURA Indagine trimestrale dell Unione Regionale CCIAA delle Marche Sintesi dell anno 2015 A cura di RICCARDO GIULIETTI Centro Studi Unioncamere Marche Nota Bene: le informazioni statistiche sui principali indicatori esaminati (produzione, fatturato, esportazioni, ordinativi, investimenti, occupazione e previsioni) della Sintesi 2015 vengono pubblicate nel sito internet dell Unione: e possono anche essere consultate nel sito della rete degli Uffici Studi e Statistica delle Camere di Commercio, selezionando area Marche e successivamente Tematiche. E consentita la riproduzione dei dati e del commento solo citando la fonte

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5 Nota introduttiva Dopo cinque anni di crisi, con il sistema manifatturiero marchigiano che ha visto un continuo calo di produzione e fatturato, nel 2015 gli indicatori della nostra indagine Giuria della Congiuntura sono tornati a crescere. Ci aspettiamo che anche nel 2016 prosegua questa tendenza e che sia finalmente possibile per le imprese marchigiane, agganciare stabilmente la ripresa. Gli sforzi del sistema camerale regionale vanno in questa direzione, con un forte sostegno alle imprese per quanto riguarda le politiche di internazionalizzazione, le nuove imprese e le start up in particolare, gli investimenti in ricerca e innovazione, la commercializzazione dei prodotti. Auspichiamo un analogo impegno ed una fattiva collaborazione da parte della Regione, del sistema del credito e di tutte le componenti istituzionali e sociali delle Marche. Analizzando nel dettaglio i dati delle indagini trimestrali di Giuria della congiuntura, realizzata dal Centro Studi di Unioncamere Marche, vediamo come la crescita della produzione è stata continua, con una crescita media nell anno del 2 per cento. Con l incremento della produzione, anche il grado di utilizzo degli impianti è migliorato, arrivando ad una media annua del 56,9 per cento. In linea con la produzione anche il fatturato che ha fatto registrare su base annua una crescita del 3 per cento. A suggerire una certa cautela nell analisi di questi dati, specialmente in prospettiva futura, è il fatto che gli incrementi maggiori di produzione e fatturato, si sono avuti nei primi due trimestri del 2015 mentre la crescita ha subito un rallentamento nella seconda parte dell anno. Per esprimere un giudizio sulla solidità della ripresa, secondo il mio punto di vista, occorre attendere i dati del primo trimestre di quest anno. Allora sarà possibile verificare se produzione e fatturato saranno tornati a correre o se ci sarà stata una ulteriore frenata.

6 Ad indurmi ad un moderato ottimismo sono i dati sugli investimenti con il 30 per cento delle aziende che ha dichiarato di aver effettuato investimenti, con il valore delle risorse investite che nel 2015 è risultato superiore del 44,1 per cento rispetto all anno precedente. Oltre la metà delle imprese investitrici ha rinnovato impianti o macchinari e il 40 per cento lo ha fatto puntando su impianti o macchinari innovativi. Consistenti anche gli investimenti per migliorare i prodotti esistenti, per introdurre nuovi prodotti, per acquistare computer e software e per sviluppare l area commerciale. Nella Sintesi congiunturale dell industria manifatturiera marchigiana 2015, che segue questa mia introduzione, troverete la fotografia puntuale ed accurata del sistema produttivo e dell economia regionale così come è andata configurandosi lo scorso anno e le previsioni degli imprenditori marchigiani per i prossimi mesi. L indagine viene condotta trimestralmente dal Centro Studi dell Unioncamere Marche con il contributo del sistema camerale nazionale, su un campione di 270 aziende con dipendenti. Il campione è rappresentativo della totalità delle imprese fino a 500 dipendenti ed offre una panoramica complessiva dell industria manifatturiera marchigiana relativa a produzione, fatturato, esportazioni, ordinativi, prezzi, investimenti, occupazione e previsioni. L Unioncamere Marche, con questa pubblicazione, anche quest anno mette a disposizione delle istituzioni, delle associazioni di categoria, del mondo accademico, di studiosi ed esperti, dati congiunturali di grande importanza, in modo da favorire scelte politiche mirate e tempestive per il nostro sistema produttivo. Comm. Graziano Di Battista Presidente dell Unione Regionale delle C.C.I.A.A. delle Marche

7 Nota metodologica L'indagine congiunturale sulle imprese dei settori del manifatturiero, realizzata da Questlab s.r.l. per conto di Unioncamere Marche, si rivolge trimestralmente ad un campione di circa 300 aziende con dipendenti. L indagine è rappresentativa della totalità delle imprese della regione. I dati sono disaggregati per tre classi dimensionali (da 0 a 9 dipendenti, da 10 a 49 dipendenti e 50 dipendenti e oltre), per 9 settori di attività economica (industrie alimentari, industrie tessili e dell'abbigliamento, industrie delle pelli, cuoio e calzature, industrie del legno e del mobile, industrie chimiche, petrolifere e plastiche, industrie dei metalli, industrie metalmeccaniche e dei mezzi di trasporto, industrie elettriche ed elettroniche e altre industrie manifatturiere) e per provincia. Per tutti i settori la numerosità campionaria è calcolata in modo da garantire, per ognuno dei domini di indagine, un errore massimo del 5,2%, determinato nell'ipotesi di massima variabilità (p=0,5) al livello di confidenza del 95%. L'universo di riferimento è costituito dalle imprese con dipendenti desunto dal Registro Imprese. Al fine di garantire un livello di errore omogeneo anche all'interno dei vari strati, si è fatto ricorso ad un campione di tipo non proporzionale, tale cioè da garantire livelli (pur minimi) di rappresentatività anche ai diversi strati indagati. Pertanto, per la realizzazione delle elaborazioni statistiche, è stato necessario ricorrere all'impiego di opportuni pesi al fine di riproporzionare le distribuzioni ottenute all'effettiva distribuzione dell'universo. Tali pesi sono definiti mediante il rapporto, all'interno di ogni strato, fra la numerosità dell'universo e la numerosità del campione dei rispondenti.

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9 I risultati dell industria manifatturiera delle Marche

10 In generale Nell anno 2015, il sistema dell industria manifatturiera delle Marche è finalmente uscito dalla spirale recessiva, che perdurava dal I principali indicatori risultano in crescita, tuttavia appare ancora prematuro parlare di ripresa, considerata l incertezza dovuta a numerosi fattori nell ambito degli scenari economici e geopolitici internazionali. In Italia, i macro indicatori hanno fornito segnali importanti, a partire dalla crescita del PIL al +0,7%, dopo tre anni di recessione, mentre il tasso di disoccupazione è risultato pari al 10,6% alla fine del terzo trimestre (ultimo dato disponibile), a fronte di un 13,3% alla fine del Nelle Marche il tasso di disoccupazione è sceso all 8,3%, mentre a dicembre 2014 era all 8,6%. L indagine congiunturale di Unioncamere Marche ha evidenziato un dato in crescita per quanto riguarda la produzione con un tasso medio annuale pari al +2,6%, a fronte di un aumento medio del +1,1% registrato in Italia (fonte: Unioncamere-Istituto G. Tagliarne). Il fatturato totale ha ottenuto un incremento pari al +3,0%, grazie soprattutto a un primo semestre in notevole ripresa mentre in ambito nazionale si è attestato al +2,3. Ancora più sostenuta è risultata la crescita delle esportazioni, in aumento di una quota media regionale pari al +4,0%, superiore al +2,9 nazionale. La spinta alla ripresa è arrivata soprattutto dalle imprese di grandi dimensioni (50 e più dipendenti), i cui indicatori hanno presentato valori superiori alla media, grazie essenzialmente alla loro maggiore disponibilità finanziaria per investimenti in innovazione e tecnologia, oltre alla facoltà di accedere più agevolmente ai mercati esteri. Le imprese di media dimensione (10-49 dipendenti) hanno concluso un anno tutto sommato soddisfacente con indicatori del fatturato e delle esportazioni in crescita e, in misura minore anche della produzione. Hanno mostrato segnali di ripresa anche le micro imprese (0-9 dipendenti), oltre alla generica categoria dell artigianato, grazie soprattutto a un rilancio del fatturato export. I dati del Movimprese 2015 hanno mostrato un rallentamento del calo delle imprese attive del settore manifatturiero con un totale di -222 unità, mentre nel 2014 il bilancio si era chiuso a un totale pari a -347 imprese. In particolare, si è segnalato un andamento leggermente negativo per le micro imprese con una diminuzione delle attive pari al -0,7%, mentre le imprese di grandi dimensioni sono diminuite di una quota pari al -2,4%. Nella classificazione per forma giuridica, tuttavia, risultano cresciute le società di capitali (saldo iscritte-cessate pari a unità registrate), a discapito delle imprese individuali ( unità) e delle società di persone (-595). Il calo del numero delle imprese ha prodotto ripercussioni negative sull occupazione, il cui livello è sceso di due punti percentuali nel corso dell anno. Meno accentuato è risultato, invece, il calo occupazionale nel settore dell artigianato (-1,1%). Una parte delle ore lavorate, tuttavia, sono state recuperate da un minore ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni per quasi 30 punti percentuali nel totale industria e artigianato, rispetto al Le imprese, che hanno effettuato investimenti, sono risultate pari a una quota del 30,0%, mentre le risorse impiegate sono aumentate del 44,1%, rispetto all anno precedente, dimostrando la volontà delle aziende investitrici, di migliorare la propria capacità produttiva, con l introduzione di nuovi impianti e/o macchinari innovativi (40,2% degli impieghi), soprattutto in ottica di risparmio energetico e di migliore efficienza produttiva. Al termine del 2015, le previsioni degli imprenditori interpellati erano orientate a un 8

11 cauto ottimismo, tenuto conto della complessità dell attuale scenario economico internazionale. Se da un lato, infatti, si osserva una ripresa dell attività economica dei paesi industrializzati, le aree emergenti evidenziano preoccupanti segnali di rallentamento, che potrebbero continuare a destabilizzare l economia mondiale. La dinamica congiunturale delle economie avanzate presenta andamenti altalenanti e in questa ottica gli imprenditori devono diversificare le aree di destinazione e l offerta in chiave innovativa dei propri prodotti. Produzione La produzione dell industria manifatturiera delle Marche nel 2015 è tornata a crescere dopo quattro anni di continua recessione. Il tasso tendenziale medio annuo è risultato pari al +2,6%. L indicatore in esame ha presentato un andamento regolarmente in aumento nel corso dei vari trimestri: nel periodo gennaio-marzo la variazione si attestava ad un +2,5% e nel successivo trimestre aprile-giugno ha mostrato i migliori progressi dell anno (+3,9%). Durante la seconda metà dell anno, la crescita della produzione si è stabilizzata con variazioni tendenziali pari al +1,9% nel trimestre lugliosettembre e al +2,0% tra ottobre e dicembre. La ripresa della produzione ha interessato soprattutto le imprese di grandi dimensioni (50 e più dipendenti) con un tasso medio annuo pari al +3,8%, ma anche le micro imprese (0-9 dipendenti) hanno ottenuto un risultato soddisfacente con una variazione media pari al +2,5%, rispetto al 2014, grazie a un ottima performance nel corso del quarto trimestre (+6,0%). Meno brillante è il risultato ottenuto dalle imprese di media dimensione (10-49 dipendenti), il cui tasso tendenziale della produzione si è attestato al +1,0%. Stesso risultato anche per il settore artigiano, che comunque ha mostrato segnali di maggiore ripresa nel corso del trimestre ottobre-dicembre. Tra le varie province marchigiane, Pesaro ha ottenuto i migliori progressi dal punto di vista della produzione con una variazione media annua pari al +5,1%. La provincia di Ancona, pur registrando un rallentamento nel conclusivo trimestre dell anno, ha presentato una crescita pari al +2,4%. Hanno ottenuto risultati positivi, ma un po più modesti, le province di Ascoli Piceno (+1,8%) e di Macerata (+1,3%), mentre si è posizionato in terreno negativo l andamento produttivo della provincia di Fermo (-0,4%), a causa soprattutto di un rallentamento nel corso terzo trimestre dell anno. Facendo un breve cenno al grado di utilizzo degli impianti di produzione, va evidenziata una progressiva crescita nel corso dei quattro trimestri, giungendo alla media annuale pari al 65,9%. Sono risultate soprattutto le industrie di media e di grande dimensione quelle più propense a sfruttare maggiormente la propria capacità produttiva con quote rispettive del 76,5% e del 79,3%, mentre le imprese di piccola dimensione hanno dovuto limitarsi a una quota media del 61,3%. (cfr. tavv. 1 e 6) Fatturato Il livello del fatturato dell intero comparto manifatturiero marchigiano ha ripreso a crescere, invertendo la tendenza negativa degli ultimi quattro anni. La variazione tendenziale media annua, pari al +3,0%, è stata determinata da un primo semestre di sostenuta crescita: nel periodo gennaio-marzo 2015 si è registrato un aumento pari al +4,5%; nel successivo trimestre aprilegiugno si è ottenuto un +5,3%. Durante il terzo trimestre si è verificato un rallentamento, pur restando in terreno positivo (+0,5%) e nel conclusivo quarto trimestre il 9

12 fatturato ha mostrato nuovi segnali di ripresa (+1,5%). Come per la produzione, anche per il fatturato le imprese di grandi dimensioni hanno evidenziato la migliore performance annuale (+3,9%), seguite dalle imprese di media dimensione (+2,4%). Le micro imprese hanno, invece, registrato il tasso di crescita più basso (+2,1%), ma si è verificato un deciso recupero nel quarto trimestre con una variazione tendenziale pari al +7,3%, rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. È risultato in crescita anche il fatturato dell artigianato, ma in misura minore (+1,3% è la variazione media annua). Pesaro e Urbino è stata la provincia a registrare il maggiore incremento di fatturato (+6,4%), seguita a distanza da Ancona con un tasso medio pari al +3,1%. La crescita è risultata meno sostenuta per la provincia di Ascoli Piceno (+1,9%), mentre l indicatore in esame è risultato in lieve crescita nell area maceratese (+0,6%) e appena al di sotto della stabilità per il fermano (-0,1%). (cfr. tav. 2) Esportazioni Il fatturato export delle imprese manifatturiere marchigiane nel 2015 è cresciuto complessivamente nei confronti dell anno precedente con una variazione media pari al +4,0%, nonostante un secondo semestre contrassegnato da notevoli difficoltà, dovute al momento di debolezza della domanda da parte dei paesi avanzati e dall instabilità finanziaria dei paesi in via di sviluppo. Inoltre non hanno giovato alle imprese delle Marche le tensioni diplomatiche tra Occidente e Russia con l applicazione di misure protezionistiche a danno di prodotti tradizionalmente esportati dalla regione in questo paese, come calzature, abbigliamento, mobili e apparecchi per uso domestico. L indicatore delle esportazioni marchigiane ha mostrato un andamento in notevole crescita nel primo semestre dell anno con variazioni tendenziali pari a +8,7% nel primo trimestre e a +8,9% nel secondo; nella terza frazione dell anno si è registrato un rallentamento tale far scendere il fatturato export a livelli di poco superiori a quelli dello stesso trimestre dell anno precedente (+0,6%) e nel conclusivo periodo ottobre-dicembre si è fatto addirittura un passo indietro (-2,1%). Le imprese di grandi dimensioni, dotate di maggiori risorse per l accesso ai mercati esteri, hanno segnalato un flusso delle loro esportazioni in aumento del +4,3%, mentre le imprese di fascia dimensionale media hanno presentato una variazione annua del +4,1%. Anche le imprese di piccole dimensioni hanno comunque ottenuto una soddisfacente crescita delle vendite all estero con un incremento pari al +3,1%, rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. Un dato sorprendente è relativo all export dell artigianato, in progresso di un +7,1% medio annuo. 10

13 Cercando di tracciare un profilo delle imprese marchigiane che hanno fatto meglio nei mercati internazionali, si può giungere alla conclusione che i migliori risultati siano stati conseguiti dalle industrie metalmeccaniche (in misura minore anche dalle industrie del legno e del mobile) con sede nella provincia di Pesaro e di medio-grandi dimensioni. Viceversa, hanno avuto maggiori difficoltà nelle esportazioni le piccole industrie delle pelli, cuoio e calzature della provincia di Fermo. (cfr. tav. 3) Ordinativi Il quadro degli ordinativi interni ed esteri ha presentato risultati ancora più soddisfacenti di quanto riscontrato per la produzione e per il fatturato, presentando una variazione tendenziale media annua pari a un +4,1%. Meno sostenuta, invece, la crescita per le imprese artigiane (+1,1%). Per gli ordinativi è stato il quarto trimestre a decretare il maggiore incremento (+6,2% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente), facendo ben sperare che la tendenza di crescita prosegua anche all inizio del misura minore, di Ascoli Piceno (+5,4%); in discreto progresso sono risultate anche le province di Ancona (+3,5%) e di Macerata (+3,2%), mentre è rimasta in terreno negativo la sola provincia di Fermo (-1,9%). Limitando il campo di osservazione agli ordinativi del mercato estero, i progressi appaiono più evidenti, considerata la variazione media annua pari al +5,7%. L indicatore ha mostrato un andamento costantemente positivo nel corso dell anno, ma le performance migliori sono state registrate nel 2 trimestre con un aumento pari al +6,2% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente e nel 4 trimestre con un incremento pari addirittura al +10,6%. Nel terzo trimestre la crescita si è attestata al +3,2%. L indicatore degli ordinativi ha presentato una dinamica differente tra le imprese di grandi dimensioni, che hanno segnalato un progresso medio pari al +5,6%, le imprese di media dimensione (+2,1%) e le micro imprese (+2,4%). Sostanziali difformità nella congiuntura degli ordinativi anche tra le province con un indicatore in notevole crescita nell area di Pesaro (+7,3%) e, in Ha rialzato la testa anche l artigianato, concludendo l anno una variazione media annuale (+5,7%), in linea con il dato generale, scaturito, però, da un andamento altalenante con forti oscillazioni tra un 3 trimestre di segno negativo (-11,2%) e un 4 trimestre in decisa ripresa (+27,0%). A livello dimensionale, le micro imprese hanno registrato un calo degli ordinativi esteri nella misura del -1,4%, a causa di un 3 trimestre in decisa flessione. Le aziende di media dimensione hanno segnalato un aumento pari al +3,6%, mentre le imprese di grandi dimensioni hanno presentato la migliore performance (+6,4%). (cfr. tavv. 4 e 5) 11

14 Investimenti Le imprese marchigiane hanno mostrato una crescente convinzione nella ricerca di un maggiore grado di competitività a livello internazionale e di un aumento della produttività, tanto che il 30,0% delle aziende facenti parte del campione ha effettuato qualche forma di investimento, un risultato di poco inferiore al 32,0% del Nei precedenti anni, gli investimenti risultavano tuttavia meno significativi: nel 2012 la quota si attestava al 27% e nel 2013 al 26%. È risultata elevata la quota delle industrie di grandi dimensioni investitrici (78,6%), mentre la quota delle imprese di medie dimensioni si è attestata al 45,1% e le imprese più piccole al 22,1%. Sono risultate molto simili le quote di imprese investitrici delle province di Pesaro (25,7%) e di Ascoli Piceno (25,6%); anche la variazione percentuale degli investimenti ha mostrato valori non troppo difformi tra loro con quote rispettive pari a un +54,1% e 57,3%. Inferiori alla media, le quote delle province di Ascoli Piceno (25,6% di imprese investitrici con una variazione pari al +23,6%) e di Fermo (17,3% per un incremento del +46,7%). Dall analisi della destinazione degli investimenti, il 55,3% delle imprese ha scelto di potenziare la propria capacità produttiva attraverso l acquisto di impianti o macchinari uguali a quelli esistenti, ma allo stesso tempo, una quota pari al 40,2% ha puntato su impianti o macchinari innovativi per rendere maggiormente efficiente la propria produzione in termini di risparmio economico ed energetico. In consistente aumento la quota di imprese artigiane investitrici, che si è attestata al 24,8% del totale, a fronte di una quota del 18% nel 2014 e di un 15% nel Un dato estremamente positivo è la crescita del valore degli investimenti: nel 2015, il valore delle risorse investite è risultato superiore del 44,1%, rispetto all anno precedente. Ha creduto negli investimenti soprattutto la provincia di Macerata con una quota del 39,0% di imprese investitrici e con un aumento degli impieghi pari al +80,7%, rispetto all anno precedente. Anche nella provincia di Ancona una notevole quota di imprese ha effettuato investimenti (il 37,2% del totale), ma l incremento dei capitali impiegati si è limitato a un +28,6%. Le imprese investitrici hanno puntato anche al miglioramento dei prodotti esistenti (29,5% delle segnalazioni), ma anche nell introduzione dei nuovi prodotti (21,6%). L evoluzione tecnologica e informatica ha indotto le aziende a destinare parte degli investimenti nell acquisto di computer e software (25,6%). Dal punto di vista commerciale, parte delle risorse sono convogliate anche nello sviluppo della distribuzione (18,3% delle imprese). Una quota pari al 13,7% delle imprese investitrici ha destinato capitali all apertura di una nuova sede o nel rinnovamento di quella esistente. 12

15 Tra le restanti opzioni, si segnala una quota pari al 7,5%, che ha investito in marchi e brevetti. Tra i settori di attività, quasi la metà (il 46,9%) delle industrie dei metalli ha dichiarato di aver effettuato investimenti, ma sono risultate piuttosto attive anche le industrie del legno e del mobile (40,0%), le industrie alimentari (36,4%) e le industrie chimiche, petrolifere e plastiche (+31,2%). Ulteriori elementi di conforto vengono forniti dai dati della Cassa Integrazione Guadagni: nel 2015 sono state utilizzate dal comparto industriale 17,8 milioni di ore, un valore nettamente inferiore a quello del 2014 (-30,1%). Le industrie dei metalli è risultato anche il settore più aperto all innovazione con una quota del 67,8% delle imprese, che hanno investito in nuovi impianti o macchinari innovativi e un 40,6%, che ha introdotto nuovi prodotti. (cfr. tav. 7) Occupazione Nonostante le positive evoluzioni dell andamento della produzione, del fatturato e degli ordinativi, le imprese manifatturiere marchigiane non hanno ancora deciso di tornare a potenziare i propri organici. Nel 2015, l indicatore dell occupazione si è posizionato, ancora una volta, in terreno negativo: -2,0% è la variazione percentuale media annua, rispetto al I flussi trimestrali hanno delineato, tuttavia, un quadro in via di miglioramento, considerato che nel periodo gennaio-marzo la variazione si è attestata a un -3,2%, nel successivo trimestre aprile-giugno è salita al -1,7%, riscendendo al - 2,5% tra luglio e settembre, per poi concludere l anno con una variazione relativa all intervallo ottobre-dicembre pari al -0,6%. Anche l artigianato ha presentato una notevole riduzione delle ore di Cassa Integrazione: le 8,2 milioni di ore utilizzate corrispondono a una variazione del -28,3% rispetto all anno precedente. Nel totale industria e artigianato, l andamento complessivo della Cassa Integrazione ha presentato un andamento altalenante nei primi nove mesi dell anno con 5,8 milioni nel 1 trimestre, 7,8 milioni nel secondo, scendendo a 5,9 milioni nel terzo, per poi risalire a 6,5 milioni nell ultimo trimestre dell anno. (cfr. tavv. 8-9) Previsioni Gli scenari previsionali emersi dall indagine congiunturale di Unioncamere Marche indicano probabili opportunità di ripresa produttiva nei primi mesi del Il 27% degli imprenditori interpellati, infatti, prevede un incremento dei livelli di produzione contro una quota del 25%, che indica una possibile diminuzione; il restante 48%, invece, ritiene che la situazione resterà invariata. 13

16 Per quanto riguarda il fatturato, la quota di ottimisti risulta più ampia con un 29% delle segnalazioni, mentre i pessimisti si attestano sempre al 25% con un 46% di stabili. Stessa percentuale di segnalazioni di aumento (29%) per gli ordinativi interni, ma con una quota di indicazioni di diminuzione pari al 26%. Gli ordinativi esteri presentano quasi le stesse probabilità di crescita (26% delle segnalazioni), ma con ridotti rischi di flessioni (19% delle indicazioni). Rimane stazionaria la situazione occupazionale per il 1 trimestre 2015 con una quota pari all 80% delle imprese, che dichiara di voler mantenere invariato il numero dei propri dipendenti, mentre si equivalgono le quote delle aziende (pari al 10%) che intendono ampliare il proprio organico e quelle che saranno costrette a ridurlo. Nella suddivisione per classe di addetti, le imprese di grandi dimensioni (50 e più dipendenti) presentano le migliori prospettive di crescita nel breve termine. Eseguendo un saldo tra le previsioni di aumento e quelle di diminuzione, le quote si attestano a +12 punti percentuali per la produzione, +13 punti per il fatturato totale, +11 punti per gli ordinativi interni e +22 punti percentuali per gli ordinativi esteri. Le imprese di grandi dimensioni risultano orientate a una situazione di stabilità sul versante occupazionale con l 82% di segnalazioni che si esprimono in tal senso e con quote di ottimisti e pessimisti che si attestano entrambe a una quota del 9%. Le micro imprese (0-9 dipendenti) formulano previsioni di crescita per tutti gli indicatori monitorati, a cominciare dalla produzione (+1 punto percentuale è il saldo tra segnalazioni di aumento e quelle di diminuzione), proseguendo per fatturato e ordinativi interni (+3 punti) e soprattutto per gli ordinativi esteri (+9 punti percentuali). La spinta all incremento occupazionale proviene essenzialmente proprio dalle imprese di piccola dimensione, le sole a presentare un saldo positivo tra le previsioni delle entrate (11% delle segnalazioni) e delle uscite (7% del totale). Le imprese di media dimensione (10-49 dipendenti) prevedono un incremento di produzione e di fatturato (+3 punti percentuali è il saldo per le previsioni dei due indicatori), così come degli ordinativi interni ed esteri (entrambi con +2 punti percentuali). Si prevede, infine, un calo dei livelli occupazionali delle imprese di media dimensione, considerato che una quota pari all 8% aumenterà il proprio numero di addetti, mentre il 17% ridurrà il proprio organico. Tra i vari settori di attività, gli scenari previsionali a breve termine si presentano favorevoli alle industrie elettriche ed elettroniche, soprattutto per quanto riguarda la produzione (+47 punti 14

17 percentuali è il saldo tra ottimisti e pessimisti) e gli ordinativi esteri (+31 punti). Anche le industrie metalmeccaniche e dei mezzi di trasporto auspicano un 1 trimestre 2016 positivo prevedendo, innanzitutto, un incremento del fatturato (con un saldo di +28 punti percentuali) e della produzione (+22 punti percentuali). Previsioni di crescita anche per le industrie del legno e del mobile, grazie al saldo previsionale degli ordinativi interni (+22 punti percentuali) e della produzione (+17 punti). Le industrie dei metalli esprimono aspettative positive per fatturato (+14 punti), ordinativi interni (+9 punti) ed esteri (+11 punti), a fronte di un possibile calo della produzione (-5 punti percentuali). Le industrie tessili e dell abbigliamento e le industrie delle pelli, cuoio e calzature presentano un discreto quadro previsionale, ma dovranno far fronte a un possibile calo degli ordinativi esteri (-20 punti percentuali le prime, -27 punti le seconde). I settori in maggiore difficoltà nel primo trimestre dell anno, secondo le indicazioni formulate dagli imprenditori, saranno quelli delle industrie alimentari, delle industrie chimiche, petrolifere e plastiche e delle altre industrie. Alla fine del 2015, una quota pari al 24,8% delle imprese esprime l intenzione di effettuare nuovi investimenti nell anno successivo; il dato potrebbe apparire negativo, visto che durante l anno concluso, la percentuale si è attestata al 30,0%, ma la decisione di affrontare spese per migliorare la propria capacità produttiva potrebbe essere presa dagli imprenditori in corso d opera, considerata la fluidità dei mercati, valutando l opportunità di intraprendere nuovi processi innovativi al momento in cui il quadro congiunturale lo richieda. (cfr. tav. 10) 15

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19 I settori dell industria manifatturiera delle Marche

20 Industrie alimentari - Principali indicatori La produzione delle industrie alimentari ha subito un lieve calo nel corso del 2015, nella misura del -0,4%, ma il parziale recupero compiuto nel quarto trimestre ha permesso di colmare in larga parte le perdite dei periodi precedenti. Nel primo trimestre, l indicatore si è posizionato al -0,6% e nel secondo è sceso al -0,9%. Nel terzo trimestre si è verificata una frenata ancora più decisa (-2,3%), ma nel conclusivo trimestre il tasso tendenziale è salito a un valore pari al +2,2%, rispetto allo stesso periodo del Il grado di utilizzo degli impianti ha registrato valori non esaltanti con una quota pari al 60,9% della piena capacità produttiva. L andamento del fatturato totale a prezzi correnti è risultato complessivamente orientato alla stabilità con un tasso tendenziale medio pari al +0,1%, scaturito da un andamento non lineare nel corso dell anno: nel periodo gennaio-marzo la variazione si attestava al +0,3%, è poi scesa nel successivo trimestre aprile-giugno al -1,3% e ha registrato un -2,6% tra luglio e settembre. Nel periodo ottobre-dicembre si è recuperato il terreno perduto con una variazione pari al +4,2%. Il fatturato estero è risultato in crescita nel 2015: +1,7% è la variazione tendenziale media annua, ma ha presentato una dinamica inversa rispetto agli indicatori citati in precedenza: a un primo trimestre profondamente recessivo (-6,7%), è seguito un periodo di ripresa (+5,3%). Nel terzo trimestre la crescita è rallentata (+1,1%), ma nel conclusivo periodo ottobredicembre si è registrata una nuova accelerazione dell indicatore in esame (+7,2%). L indicatore degli ordinativi interni ed esteri delle industrie alimentari è rimasto sostanzialmente stabile. L incremento medio annuo pari al +0,2% è stato determinato da un andamento trimestrale con le seguenti variazioni in ordine temporale: +0,3%, -1,0%, -2,0% e, infine, +3,5% nel periodo conclusivo dell anno. Relativamente ai soli ordinativi esteri, gli alimentari hanno presentato una crescita pari al +2,4%, una media derivata da una variazione pari al -3,3% nel periodo gennaio marzo, seguita da un eccellente performance nel successivo periodo aprile-giugno (+12,0%). Si è poi registrata una battuta d arresto nel periodo luglio-settembre (-2,4%), ma nel trimestre ottobre-dicembre si è nuovamente ottenuta una crescita (+3,1%). Superiore alla media regionale è risultata la quota di industrie del comparto alimentare ad aver effettuato investimenti (36,4%) e tra queste, le risorse destinate a tale scopo sono aumentate di un valore pari al +56,1%, rispetto all anno precedente. Di grande rilievo è il maggiore numero delle industrie alimentari, che hanno investito nell introduzione di nuovi impianti o macchinari innovativi (49,1% del totale), rispetto a quante hanno destinato risorse all acquisto di impianti o macchinari uguali a quelli esistenti (40,3%). - Occupazione L occupazione delle industrie alimentari nel 2015 ha subito un ridimensionamento, in linea con la media complessiva del comparto industriale con una variazione corrispondente al -2,0%, rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. Ai primi tre trimestri in terreno negativo, si è tuttavia ottenuto un miglioramento nel periodo ottobre-dicembre (+1,5%). Le aziende del comparto alimentare, tuttavia, nel 2015 hanno fatto un minore ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni: le complessive ore corrispondono a un valore inferiore del -14,4%, rispetto al I segnali positivi sono giunti, anche in questo caso, nel corso del quarto trimestre con un abbattimento della CIG a sole ore. 18

21 - Previsioni Le imprese del settore alimentare esprimono preoccupazione per la debolezza della domanda interna e non mostrano aspettative di crescita per l inizio del Si attende, piuttosto, qualche riduzione della produzione da parte del 34% delle imprese, a fronte di un avanzamento per il 17% del campione, mentre per il 49% resterà stabile. Soffrirà in misura maggiore il fatturato, in diminuzione secondo il 52% delle imprese, mentre resterà stabile per il 26% e in aumento per il 22% delle segnalazioni. Per quanto riguarda gli ordinativi interni, le variazioni saranno di segno negativo per il 29% dei casi, stabili per il 49% e in miglioramento per il 22%. Le sole note positive riguardano gli ordinativi esteri: per questo indicatore prevalgono largamente le attese di stabilità (66% delle segnalazioni), ma prevalgono nettamente le previsioni di aumento (31% delle imprese) su quelle di diminuzione (con il solo 3% delle segnalazioni). Si segnala, inoltre, una quota pari al 31,1% di industrie alimentari intenzionate a effettuare investimenti nel corso del Industrie tessili e dell abbigliamento - Principali indicatori Il settore delle industrie tessili e dell abbigliamento, come tutto il comparto moda, ha presentato un risultato di sintesi in netto calo per quanto riguarda la produzione, nella misura del -3,5%, rispetto all anno precedente: una media scaturita da una serie di performance trimestrali di costante segno negativo e così distribuite: -4,3% nel primo trimestre, -1,5% nel secondo, -6,5% nel terzo e -1,6% nel conclusivo trimestre. Sempre in ambito produttivo, si è rivelato piuttosto basso il grado di utilizzo degli impianti con una quota pari al 60,9%. In netta diminuzione anche i livelli del fatturato totale a prezzi correnti con una variazione media annuale pari al -4,0%. Le difficoltà sono risultate più evidenti nei primi nove mesi dell anno: nel periodo gennaio-marzo la variazione tendenziale si è attestata al -4,8%, nel successivo trimestre aprile-giugno si è segnalato un -4,6%, mentre nell intervallo luglio-settembre il tasso è sceso al -5,3%. Soltanto nel conclusivo periodo ottobredicembre si è registrato un parziale rallentamento della crisi (-1,3%). La situazione recessiva del settore dei tessili e abbigliamento è stata determinata anche da una diminuzione della domanda del mercato estero (-3,5%). È avvenuto all inizio dell anno il calo più netto (-8,0%), ma anche il secondo trimestre è stato caratterizzato da una consistente flessione (-6,2%). Soltanto il terzo trimestre ha consentito al settore di rifiatare (+3,5%), ma il quarto trimestre ha immediatamente vanificato il tentativo di recupero (-3,4%). Anche l indicatore degli ordinativi totali ha manifestato un andamento costantemente negativo, segnalando una variazione media annuale pari al -5,0%, scaturito da una successione di variazioni trimestrali nell ordine del -7,1%, -3,8%, -6,7% e -2,3%. L andamento degli ordinativi esteri ha offerto un quadro ancora più problematico per il settore con un dato di sintesi pari al -7,4%. Nel corso del primo trimestre si è registrato un calo pari al -8,5%, mentre nel secondo trimestre il valore si è attestato a un -1,2%, ma nel periodo luglio-settembre l indicatore è precipitato al -11,2% ed è rimasto su valori piuttosto negativi anche tra ottobre e dicembre 2015 (-8,7%). Da segnalare anche la scarsa propensione agli investimenti del settore delle industrie tessili e dell abbigliamento, considerato che soltanto una percentuale pari al 20,2% ha impiegato risorse nel miglioramento del proprio ciclo produttivo e commerciale. 19

22 Tra le imprese investitrici del settore, i capitali stanziati sono rimasti pressoché gli stessi rispetto all anno precedente (+0,6%). Gran parte delle suddette imprese, corrispondenti a una quota dell 83,1%, ha destinato i propri investimenti nell acquisto di impianti e/o macchinari uguali a quelli esistenti. Il 30,1% delle aziende investitrici, ha impiegato le proprie risorse nell introduzione di nuovi impianti o macchinari innovativi. - Occupazione A differenza di quanto riscontrato nei vari indicatori fin qui esaminati, l occupazione del settore tessili e abbigliamento non ha mostrato segnali di cedimento: il valore medio di sintesi si è posizionato, infatti, su una posizione di perfetta stazionarietà dei livelli occupazionali. Le oscillazioni, nel corso dell anno sono rimaste moderate: nel primo trimestre l indicatore si è posizionato al -0,2%, nel secondo è risalito al +1,2%, nel terzo è sceso al -1,1% e nel quarto ha registrato un lieve aumento (+0,2%). Per quanto riguarda la Cassa Integrazione Guadagni, sono state utilizzate dall intero comparto ore, di cui dal settore abbigliamento e dal tessile. Durante i quattro periodi dell anno si sono così suddivisi gli impieghi di ore di CIG: per la prima frazione gennaio-marzo, per il secondo trimestre, per la terza parte dell anno e ore per l ultimo arco temporale. Rispetto al precedente anno 2014, si è registrato un aumento complessivo del ricorso alla CIG del comparto nella misura del +30,2%. Entrando nel dettaglio, si è evidenziata una diminuzione delle ore di Cassa Integrazione per i tessili (-30,7%), a fronte di un rilevante aumento per l abbigliamento (+46,2%). - Previsioni Le previsioni relative alla produzione industriale del settore tessili e dell abbigliamento, riferite ai primi mesi del 2016, risultano positive: il 23% delle imprese intervistate indica un possibile aumento, a fronte di una quota del 14%, che prevede una diminuzione e di un ampia maggioranza, pari al 62% orientata alla stabilità. Sono state formulati simili scenari anche per il fatturato, tenuto conto della differenza di un solo punto percentuale in negativo. I suddetti indicatori potrebbero essere sostenuti da un auspicata ripresa degli ordinativi interni, prevista dal 26% degli imprenditori del settore, contro una quota dell 11%, che prevede una diminuzione. La nota negativa proviene dagli ordinativi esteri, in possibile diminuzione per il 32% degli intervistati, a fronte di un 12% che spera in un aumento. Industrie delle pelli, cuoio e calzature - Principali indicatori Il settore delle pelli, cuoio e calzature ha continuato anche nel 2015 a mostrare segnali di recessione, a causa principalmente della debolezza della domanda estera, oltre alle difficoltà di accesso al mercato russo. La produzione del comparto ha presentato un dato di sintesi 2015 pari al -2,5% tendenziale con performance trimestrali caratterizzata da un andamento instabile. Nel primo trimestre dell anno si è registrato il calo non particolarmente elevato (-1,2%), mentre nel secondo è avvenuto un temporaneo recupero (+2,7%). Nella seconda metà dell anno l indicatore della produzione ha registrato un crollo con valori pari al -6,0% nel terzo trimestre e al -5,5% nel quarto. Il grado di utilizzo degli impianti del settore è tuttavia rimasto a un livello piuttosto elevato con lo sfruttamento del 72,8% del potenziale produttivo. 20

23 Il fatturato totale (a prezzi correnti) ha registrato un deciso calo con una variazione tendenziale media pari al -4,0%. Nella prima frazione dell anno la diminuzione è risultata pari al -4,7%, mentre nel secondo trimestre il dato è risultato positivo (+1,4%). Nel terzo trimestre l andamento tendenziale è tornato ai valori del primo (-4,7%), mentre nel quarto il calo si è attenuato (-3,3%). La diminuzione del fatturato estero ha dunque lanciato preoccupanti segnali per il settore, penalizzato alle tensioni diplomatiche con la Russia, oltre che dalla debolezza della domanda di alcuni partner dell UE, come Germania e Francia. Il tasso medio tendenziale relativo all export nel 2015 si è attestato al -5,9%, scaturito da un primo trimestre in deciso calo (-14,2%), seguito da un secondo periodo largamente positivo (+5,2%), ma con successivi cali del -6,5% nel terzo trimestre e del -8,2% nel quarto. Gli ordinativi del mercato nazionale ed estero hanno presentato un quadro in linea con i precedenti indicatori con un complessivo risultato annuo pari al -4,8%. Nel corso del 2015 si sono succeduti i seguenti risultati: -5,2% nel primo trimestre, +2,0 nel secondo, poi si sono verificate repentine diminuzioni nell ordine del -7,7% nel terzo trimestre e del -8,4% nel quarto. Le difficoltà riscontrate dal settore in esame sono state causate principalmente dal calo degli ordinativi del solo mercato estero, come dimostra il negativo risultato di sintesi 2015 con la variazione tendenziale media del -7,9%. L andamento degli ordinativi esteri ha presentato variazioni trimestrali nell ordine del -13,6% per il periodo gennaio-marzo, successivamente l indicatore è risalito a un +2,3% nel periodo aprile-giugno ed è nuovamente precipitato a -9,5% tra luglio e settembre e a -10,9% tra ottobre e dicembre. Tra tutti i settori di attività monitorati, quello delle pelli, cuoio e calzature è risultato il meno disposto a effettuare investimenti con una quota di aziende investitrici pari al 16,1% e, tra queste, le risorse impiegate sono aumentate del 26,9%. Le destinazioni principali degli investimenti sono risultate, per il 69,2% delle imprese, nell acquisto di macchinari uguali a quelli esistenti e per il 42,7% nel miglioramento dei prodotti esistenti. - Occupazione Il settore delle pelli, cuoio e calzature ha visto ridurre la propria forza lavoro nel corso del 2016 nella misura del -2,6%, una media scaturita dal -5,8% del primo trimestre, dal -1,2% del secondo, dal -4,5% del terzo e dal dato positivo del +1,0% del quarto trimestre. La Cassa Integrazioni Guadagni ha raggiunto le ore, equivalenti al +3,3%, rispetto al Previsioni Le imprese del settore calzaturiero mostrano una moderata fiducia nella ripresa nel breve periodo. Per quanto riguarda la produzione industriale, gli imprenditori marchigiani del comparto si mostrano ottimisti nel 32% dei casi, mentre i pessimisti costituiscono una quota del 27% degli intervistati, a fronte di un 41% di quanti prevedono stabilità. Anche per quanto riguarda il fatturato si possono scorgere segnali di miglioramento: la quota di quanti auspicano un aumento rappresenta il 31% del totale, mentre risulta inferiore la percentuale di quanti pensano a un peggioramento (22% del totale); resta prevalente la quota degli stabili con un valore del 61%. Gli ordinativi totali vengono previsti in crescita da una quota pari al 33% del totale, mentre i pessimisti risultano pari al 27% e il restante 40% indica la stazionarietà. Come accennato in precedenza, l instabilità dei mercati internazionali non ispira fiducia negli imprenditori del comparto calzaturiero, per cui gli ordinativi esteri, nella migliore delle ipotesi resteranno stabili (59% delle segnalazioni), mentre la quota di quanti temono una diminuzione (34% del totale) supera nettamente quella di quanti auspicano un aumento (7% delle risposte). Industrie del legno e del mobile - Principali indicatori L industria del legno e del mobile ha mostrato segnali di ripresa, superando le difficoltà riscontrate nel

24 L indicatore della produzione del comparto ha mostrato il migliore progresso fra tutti i settori monitorati (in compagnia delle industrie metalmeccaniche) con una performance annuale pari al +7,4%, scaturita da un aumento nel corso del primo trimestre pari al +3,2% e nel secondo nella misura del +4,0%. Nel terzo trimestre si è registrata una vera e propria accelerazione nella misura del +13,7%, e nel quarto la crescita della produzione è rimasta a livelli piuttosto elevati (+8,8%). Il grado di utilizzo degli impianti è risultato superiore alla media di tutti i settori con il 72,8% della capacità produttiva. È stato rilevato in aumento anche il fatturato totale con un valore pari al +5,5%, rispetto all anno precedente. Anche per questo indicatore la crescita è risultata moderata nel primo trimestre del 2015 (+1,3%), ma ha registrato ulteriori progressi nel secondo (+5,2%) e nel terzo (+9,8%), terminando l anno con un quarto trimestre sempre in terreno positivo (+6,6%). L industria del legno e del mobile ha tratto benefici dalla crescita degli scambi con la Germania, con gli Stati Uniti d America e con i Paesi Arabi, ottenendo una crescita del fatturato estero pari al +7,8%. I progressi sono risultati moderati nei primi due trimestri, nell ordine del +2,9% e +3,3%, mentre nel terzo trimestre si è registrato un exploit con una variazione del +17,3% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. Il 2015 si è concluso con un risultato del quarto trimestre vicino alla media annuale (+7,7%). In netto miglioramento anche gli ordinativi totali, che hanno presentato un valore medio del 2015 pari al +7,7%, frutto di performance trimestrali distribuite nell ordine seguente: +4,7%, +5,3%, +17,1% e +3,6%. Per gli ordinativi esteri il tasso medio di crescita è risultato pari al +7,2%, ma nel corso dell anno i risultati trimestrali hanno presentato un andamento altalenante: a un +7,1% nel periodo gennaio-marzo e a un +6,0% tra aprile e giugno, è seguita una performance del +18,7% nel periodo lugliosettembre; si è poi registrato un calo pari al -2,9% nel successivo trimestre ottobre-dicembre. Nel comparto del legno e del mobile si è distinta una quota considerevole di aziende investitrici (pari al 40% del totale) e le risorse destinate agli investimenti sono aumentate di un +24,0%, rispetto all anno precedente. Gran parte delle aziende del settore hanno effettuato spese nell acquisto di impianti o di macchinari uguali a quelli esistenti (55,2% delle imprese investitrici) o nell introduzione di nuovi impianti o macchinari innovativi (33,3%). - Occupazione La situazione occupazionale delle industrie del legno e del mobile ha presentato un lieve calo, pari al -0,5% tendenziale medio annuo. Il primo e il secondo trimestre hanno segnalato le variazioni più negative (nell ordine del -1,4% e del -2,3%), il terzo trimestre ha mostrato un miglioramento (-0,5%) e il quarto ha fatto recuperare un consistente numero di posti di lavoro (+2,2%, rispetto allo stesso periodo dell anno precedente). I dati Inps hanno indicato un deciso ridimensionamento del ricorso alla Cassa Integrazione da parte del comparto del legno: le ore del 2015 hanno determinato una riduzione pari al -41,4%, rispetto all anno precedente. - Previsioni Gli imprenditori del settore ritengono che la brillante fase di ripresa produttiva avviata nel 2015, possa proseguire anche nei primi mesi del La produzione è data in aumento dal 38% degli intervistati, a fronte di una quota del 21%, che teme una diminuzione, mentre la stabilità è la situazione più probabile per il 40% degli imprenditori. 22

25 Anche il fatturato avrebbe possibilità di crescita, ma in misura minore, considerato che per tale indicatore gli ottimisti rappresentano il 26% del totale e i pessimisti il 14%, mentre prevale nettamente la quota di previsioni di stazionarietà (59% del totale). La ripresa sarà trascinata dagli ordinativi interni, in aumento per il 38% del campione, a fronte di un 17% che prevede diminuzione e di un 45% orientato alla stabilità. Resteranno stabili, invece, gli ordinativi esteri per una quota del 60% di imprenditori, mentre gli ottimisti (22% del totale) prevalgono di misura sui pessimisti (19%). Industrie chimiche, petrolifere e plastiche - Principali indicatori Il settore delle industrie chimiche, petrolifere e plastiche ha evidenziato un dato di sintesi complessivamente positivo, realizzando un risultato medio di crescita della produzione pari al +3,0%. Nel corso dell anno, si sono alternati risultati leggermente negativi (-0,2% è il tasso tendenziale registrato sia nel primo che nel terzo trimestre) a performance degne di nota (+5,5% nel secondo trimestre e +6,8% nel quarto). Ai progressi della produzione è corrisposto un grado di utilizzo degli impianti 69,2%, superiore alla media regionale. Il fatturato totale a prezzi correnti ha mostrato progressi ancora più evidenti con una crescita annuale pari al +3,6%. Le performance trimestrali sono state del +3,1% nel periodo gennaio-marzo, del +6,6% nel trimestre aprile-giugno, nessuna variazione tra luglio e settembre e +4,7% nel conclusivo periodo ottobre-dicembre. Il fatturato estero ha presentato un brillante risultato di sintesi: +7,5% è la variazione tendenziale media annua con performance di tutto rilievo nel primo (+9,3%), nel secondo (+8,3%) e nel terzo trimestre (+9,2%) e con un risultato più modesto nel quarto (+3,4%). Anche il bilancio degli ordinativi totali ha evidenziato un esito positivo nel corso del 2015 (+4,3% è la media annua) con variazioni nel corso dei quattro trimestri nell ordine rispettivo del +3,3%, +5,5%, 2,7% e +6,1%. Gran parte del merito della crescita del settore, va attribuito alla performance degli ordinativi esteri, che sono cresciuti del +9,3%, rispetto all anno precedente. L inizio del 2015 ha subito presentato notevoli segnali di crescita: nel trimestre gennaio-marzo, infatti, l indicatore ha segnalato un aumento pari al +7,3%. Ancora più decisa è stata la ripresa nel secondo trimestre (+12,7%) e nel terzo (+11,4%), mentre nel conclusivo quarto trimestre, si è registrata una crescita più moderata (+5,6%). Facendo un breve cenno agli investimenti, tra le imprese del settore si è evidenziata una quota di imprese investitrici di poco superiore alla media regionale (31,1%), ma di tutto rilievo è risultato l incremento degli impieghi (+274% rispetto all anno precedente). Molte imprese hanno investito nell acquisto di impianti o macchinari uguali a quelli esistenti (95,7% del totale), nell acquisto di computer e software (62,2%). Altre spese sono state fatte nell introduzione di nuovi impianti o macchinari innovativi (36,3%) e nell introduzione di nuovi prodotti (35,3%). - Occupazione L anno di crescita delle industrie chimiche, petrolifere e plastiche ha favorito anche una crescita occupazionale del +2,1%. Anche la Cassa Integrazione Guadagni ha presentato dati positivi: le ore usufruite dal settore sono state , in diminuzione del 6,6%, rispetto al Previsioni Il quadro previsionale del breve periodo esprime il timore, da parte delle imprese del settore, di un 23

26 calo della domanda interna e per questa ragione, la produzione è attesa in calo dal 37% degli imprenditori, mentre soltanto il 18% prevede un aumento. Per il fatturato, le aspettative restano su posizioni più moderate con opinioni suddivise tra una quota di imprenditori del 19%, che prevede un aumento e una quota del 16%, che teme una diminuzione, mentre un ampia quota prefigura una situazione di stabilità (65%). Gran parte degli intervistati (il 43% del totale) prevede una diminuzione degli ordinativi interni, mentre soltanto una quota del 14% ne prevede positive evoluzioni. Decisamente migliori si presentano le aspettative per gli ordinativi esteri con il 43% del campione intervistate che auspica un aumento, a fronte di una quota dell 11% che teme una diminuzione. Industrie dei metalli Principali indicatori Questo comparto, che comprende i settori Ateco Metallurgia e Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature), ha mostrato segnali di crescita nel corso del 2015 con un indicatore della produzione pari al +2,2%. Nel corso dell anno si sono succeduti i seguenti risultati: +1,1% nel trimestre gennaio-marzo, +3,5% nel periodo aprile-giugno, +1,7% tra luglio e agosto e +2,3% nel conclusivo trimestre ottobre-dicembre. Il fatturato totale ha mostrato progressi ancora più evidenti con un incremento del tasso tendenziale medio annuo pari a un +4,0%. Il risultato è scaturito dai seguenti risultati trimestrali in ordine cronologico: +2,2%, +6,7%, +2,6% e +4,4%. Anche il fatturato estero ha presentato risultati piuttosto soddisfacenti con un tasso medio annuo pari al +4,6%. Tale indicatore ha esordito nel 2015 con un valore positivo (+4,5%) nel primo trimestre, seguito da un incremento nel secondo (+9,4%) e da un rallentamento nel terzo (+0,7%). Nel quarto trimestre, infine, si è registrato un +4,0%. Anche gli ordinativi totali, relativi al mercato nazionale ed estero, hanno mostrato simili dinamiche nel corso del 2015: il dato di sintesi, pari a una variazione del +4,4% è scaturita dai seguenti risultati trimestrali: +3,3%, +5,5%, +2,7% e +6,1%. Sono cresciuti in maniera più sostenuta gli ordinativi esteri (+5,4% è l incremento medio annuo): nel primo trimestre l indicatore ha segnalato +2,9%, nel secondo un aumento pari al +7,8%, nel terzo ha fatto segnare +2,6% ed, infine, nel quarto trimestre si è attestato a +8,2%. Notevoli sono stati gli investimenti con una quota di imprese del settore in esame, pari al 46,9%, ad aver impiegato risorse a scopo migliorativo. È risultato rilevante anche l incremento degli stessi investimenti (+65,1%), destinati per gran parte delle aziende investitrici (67,8% del totale) all introduzione di nuovi impianti o macchinari innovativi. Considerato che molte imprese hanno realizzato diversi tipi di investimento, risultano elevate anche le quote di quante hanno destinato capitali all acquisto di impianti o macchinari 24

27 uguali a quelli esistenti (43,2%) o al miglioramento di prodotti esistenti (42,1%) o all introduzione di nuovi prodotti (40,6%). - Occupazione Le buone performance produttive delle industrie dei metalli nel 2015 hanno comportato anche un incremento occupazionale, pari al +1,2%. - Previsioni L industria dei metalli presenta scenari previsionali complessivamente stabili con indicazioni però non omogenee per i vari indicatori. Mentre la produzione presenta una quota di segnalazioni di possibile peggioramento nel breve periodo (corrispondente al 24% del totale, una quota maggiore al 20% di coloro che indicano un possibile aumento), il fatturato viene considerato in crescita per un numero consistente di imprenditori intervistati (37% delle segnalazioni), a fronte di un minore numero di opinioni orientate su un eventuale calo (per il 22% del totale). Per quanto concerne gli ordinativi, le previsioni restano in terreno positivo. Gli ordinativi totali (interni ed esteri) presentano una quota di indicazioni di aumento pari al 31% del totale, mentre la quantità delle segnalazioni di diminuzione si attestano al 23% del totale. Anche gli ordinativi esteri presentano prospettive favorevoli con un 20% di intervistati ottimisti e un 9% di pessimisti, a fronte di una consistente quota del 71%, che prevede stabilità. Industrie metalmeccaniche e dei mezzi di trasporto Principali indicatori Il settore delle industrie metalmeccaniche e dei mezzi di trasporto, comprendente le voci Ateco Macchinari e attrezzature n.c.a., Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi e Altri mezzi di trasporto, ha ottenuto nell anno 2015 i migliori risultati tra tutti i settori monitorati dall indagine congiunturale. L indicatore della produzione ha acquisito un risultato alquanto positivo, presentando una variazione media annuale pari al +7,4%. Nella prima metà dell anno si sono registrati i migliori progressi: nel primo trimestre la variazione è risultata pari al +10,6%, rispetto allo stesso periodo dell anno precedente, mentre nel secondo trimestre si è ottenuta la migliore performance con un +12,8%. Piuttosto soddisfacente, anche se più modesto, è risultato il tasso tendenziale del terzo trimestre (+5,5%), mentre nel quarto si è verificato un rallentamento, pur restando in terreno positivo (+0,9%). Eccellenti risultati anche per quanto concerne l andamento del fatturato totale, in aumento nel 2015 del +10,8%. L andamento medio è scaturito da un trimestre gennaio-marzo in aumento (+10,9%, rispetto allo stesso periodo dell anno precedente), seguito da un periodo aprile-giugno in ulteriore crescita (+14,3%), mantenuta anche nel trimestre luglio-settembre (+14,2%); il fatturato è cresciuto meno tra ottobre e dicembre (+3,8%). Il settore delle industrie metalmeccaniche ha tratto beneficio dalla crescita delle esportazioni verso gli Stati Uniti d America e verso alcuni partner dell UE e così il valore del fatturato estero è aumentato in misura del +14,0%, rispetto al Nel primo trimestre del 2015 la crescita dell export del settore in esame è risultata pari al +12,3% e sono emersi progressi ancora più evidenti nei mesi centrali dell anno: nel secondo trimestre il tasso di crescita è stato pari al +20,5%, mentre nel terzo è giunto al +20,7%; l unica nota negativa è stato il rallentamento segnalato nel quarto trimestre (+2,4%). Gli ordinativi totali (mercato nazionale ed estero) di questo settore di attività sono 25

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