DEVELOPMENT BANKING E VENTURE CAPITAL 1
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- Evangelista Cavaliere
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1 DEVELOPMENT BANKING E VENTURE CAPITAL 1 a cura di Renato Giovannini 2 1 Working paper, Università Guglielmo Marconi, Roma. 2 Renato Giovannini, Ph.D., Professore Associato, Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali.
2 1. Il processo di internazionalizzazione delle PMI: il corpus legislativo nazionale 1.1 Definizione di PMI 1.2. Programmi di penetrazione commerciale (Legge 394/81) 1.3 Finanziamento dei crediti all esportazione (Dlgs. 143/98, ex Legge 227/77) 1.4 Intervento partecipativo di Simest nel capitale e sostegno contributivo (L.100/90) 2. Il development banking in Italia: il Caso SIMEST S.p.A. 2.1 Che cos è una finanziaria di sviluppo? 2.2 La Simest: società e storia 2.3 Finalità operative e processi 2.4 Un analisi dell attività di Simest: alcuni dati 2.5 Finest S.p.A. 2.6 Il sistema italiano e gli altri modelli esteri: il ruolo dell EDFI 3. Il ricorso ai fondi di venture capital nei processi di internazionalizzazione 3.1 Il venture capital nell early stage financing: definizione 3.2 Fonti normative dei fondi gestiti da Simest 3.3 Caratteristiche dei fondi 3.4 Principi contrattuali di riferimento 3.5 Considerazioni e prospettive 4. I fondi di venture capital gestiti dalla SIMEST 4.1 Perché i fondi di venture capital? 4.2 La gestione operativa dei Fondi 4.3 I profili aziendali alla base della valutazione dei progetti 4.4 La gestione degli investimenti 4.5 Il disinvestimento 4.6 Dati e prospettive future 1
3 Nel mercato attuale le scelte legate alla globalizzazione rappresentano sempre più spesso lo strumento discriminante per vincere le sfide complesse nel modo delle PMI. Se tale fenomeno favorisce, da un lato, l'aumento della concorrenza anche nei settori di tradizionale specializzazione italiana, dall'altro fa emergere importanti opportunità di intervento in quelle aree, dove la domanda è in continuo sviluppo e i costi di produzione possono offrire nuove prospettive in termini di competitività. La presenza delle piccole e medie imprese italiane sui mercati esteri risulta ancora prevalentemente legata al consueto modello di interscambio di beni e servizi: fase in cui l'impresa affronta prevalentemente problematiche legate principalmente all'acquisizione di nuovi ordini di fornitura, al rispetto dei termini di consegna e, in taluni casi, all'attività di assistenza successiva alla vendita. Per operare in questi nuovi mercati, in modo vincente, si richiede all'impresa un impegno crescente non solo di tipo commerciale, ma anche produttivo attraverso accordi di medio periodo con imprese locali (legati alla cessione di tecnologie, alla creazione di società miste o più semplicemente creazione di nuove realtà produttive). Le PMI, quindi, sono sempre maggiormente impegnata nella ricerca di nuovi mercati al fine di ampliare e di diversificare il proprio mercato. Un processo di internazionalizzazione che vada oltre la formula import/export rappresenta la carta vincente nelle future strategie aziendali, sia per il mantenimento e l'aumento delle quote di mercato sia per la possibile riduzione dei costi di produzione ed il miglioramento della competitività. A questa considerazione, ormai ampiamente condivisa, non corrisponde però uno sviluppo adeguato dei mezzi informativi e formativi a disposizione dell'operatore e una lamentela diffusa presso gli imprenditori, specialmente quelli di medie e piccole dimensioni, è che sulla dimensione estera dell'impresa non si sia ancora sviluppato quel panorama di pubblicistica ampio ed organico che caratterizza invece molti altri ambiti della vita aziendale. Il know-how dell'internazionalizzazione rimane per molti versi un patrimonio ricco ma frammentato e le molte competenze individuali, frutto spesso di pluriennali esperienze sul campo di imprenditori e manager, necessitano sempre più di un collettore che le unisca e le valorizzi. Obiettivo del presente lavoro è proprio di analizzare il ruolo del sistema finanziario e creditizio nel sostegno al processo di internazionalizzazione delle imprese italiane, in particolare le PMI; il sistema finanziario assume una rilevanza fondamentale in quanto permettere di trasformare le opportunità in investimenti, con effetti positivi, sia di diversificazione che di innovazione, in termini di processi di internazionalizzazione delle imprese italiane. L analisi procede attraverso l esame del corpus legislativo nazionale, quale sistema di sostegno pubblico all'internazionalizzazione noto come "Sistema Italia", che mette a disposizione degli intermediari finanziari una serie di strumenti agevolativi per assistere la clientela (esportatore/investitore), sia a livello di consulenza che di concreto supporto finanziario, inerenti: l'export credit, la realizzazione di programmi promozionali, la penetrazione commerciale e gli investimenti diretti all estero. Vengono, infine, descritte finalità e gli ambito operativo dei Fondi di Venture Capital della Simest, 1. Il processo di internazionalizzazione delle PMI: il corpus legislativo nazionale 2
4 Esaminando i principali strumenti di agevolazione finanziaria, si può notare come attualmente il numero delle leggi e degli interventi finanziari sia alto e tenda a crescere sempre più in funzione della proporzionale crescita della vocazione internazionale dell imprenditore. Sono poi le leggi del mercato, attraverso il calcolo di convenienza finanziaria nell utilizzo degli strumenti, a determinare il successo o meno di una legge agevolativa. Il lavoro si sofferma sui finanziamenti più adatti alle piccole e medie imprese italiane, di cui è opportuno dare una preventiva definizione. 1.1 Definizione di PMI I tre fondamentali requisiti richiesti dall attuale disciplina comunitaria (G.U.C.E. n. C 213 del 23/7/1996) per definire l appartenenza alla categoria di PMI sono riassunti nella tavola sottostante. Le aziende, prima di approfondire ciascuno strumento agevolativo, dovranno verificare se rientrano in tali parametri: se anche uno solo di essi non è rispettato, si rientra nella categoria di grande impresa. La differenza è sostanziale in quanto mutano i limiti di aiuto. Tavola 1 Parametri per la definizione di PMI [Fonte: Manuale di commercio internazionale, Ipsoa Editore] Piccola Impresa Media Impresa 1. - Dipendenti 3 meno di 50 meno di Fatturato annuo oppure 4 Totale di bilancio annuo non superiore a euro 7 milioni non superiore a euro 5 milioni non superiore a euro 40 milioni non superiore a euro 27 milioni 3.- Requisito di indipendenza 5 E considerata indipendente l impresa il cui capitale o i diritti di voto, quali risultanti alla data di presentazione della domanda di agevolazione, non siano detenuti per il 25% o più da un altra impresa oppure congiuntamente da più imprese non conformi alle definizioni di piccola e media impresa o di piccola impresa, secondo il caso Programmi di penetrazione commerciale (Legge 394/81) Che cosa può fare un azienda che decide di seguire la strada dell internazionalizzazione? 3 Il numero dei dipendenti occupati si calcola in base al numero di unità-lavorative-anno (ULA) dell ultimo esercizio contabile approvato, pari al numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno durante un anno, mentre i sempre maggiori lavoratori a tempo parziale e quelli stagionali rappresentano frazioni di ULA. 4 Le imprese potranno considerare alternativamente il volume di affari annuo oppure il totale di bilancio annuo; la normativa richiede solo che si rientri in una delle due voci, indipendentemente dal valore dell'altra. 5 Il requisito dell'indipendenza è tassativamente fissato al 25%, per cui se un'impresa è partecipata per una percentuale maggiore, acquisisce la classificazione dimensionale dell'impresa partecipante. 3
5 Il primo passo è quello di individuare possibili canali di sbocco per i propri prodotti, cercando dei punti di distribuzione all estero. La scelta sicuramente più semplice è quella di cercare un distributore, che possibilmente sia già ben inserito sul mercato, e che possa gestire, indirettamente, una buona fetta di clientela su una determinata area geografica. Di seguito si passa normalmente alla gestione diretta del nuovo mercato, attraverso la vendita ai propri singoli clienti. Infine, si può anche arrivare all apertura di propri punti di sviluppo commerciale localizzati sul proprio mercato di interesse. Questo percorso, per le ragioni esposte sopra, è quasi una strada obbligata per le aziende di piccola e media dimensione. In questa fase di sviluppo del sistema economico, il sistema pubblico italiano interviene attraverso una serie di strumenti mirati a supporto dell impresa, tra le quali figura la Legge 394/81.. Il Ministero delle Attività Produttive gestisce tramite la Simest S.p.A alcuni fondi che vengono messi a disposizione delle aziende italiane che fanno progetti di internazionalizzazione. In particolare, nella fase di graduale inserimento nei nuovi mercati è molto importante l utilizzo di uno strumento finanziario che venne introdotto in Italia una ventina di anni fa, tramite una legge nazionale, la n. 394 del 29 luglio Lo strumento nasce non a caso negli anni Ottanta, periodo in cui inizia una fase di intensa globalizzazione in Italia, ma ad oggi non risulta essere ancora superato da altri mezzi analoghi. Tale legge subentra a supporto dell imprenditore nella fase di decentramento locale, nel momento in cui l azienda decide di creare una propria struttura stabile all estero con lo scopo di promuoversi commercialmente su un nuovo mercato. La normativa ha quindi come scopo quello di favorire la commercializzazione all estero di prodotti italiani mediante l insediamento durevole dell impresa in uno o più paesi non appartenenti all Unione Europea. Le spese ammissibili sono quelle relative alle rappresentanze permanenti, al funzionamento delle rappresentanze medesime, quelle per campionamenti e stoccaggio merci, nonché le spese per azioni promozionali e per interventi vari. I soggetti beneficiari della normativa sono tutte le imprese esportatrici di beni e servizi, ma sono finanziati con priorità i programmi presentati dalle PMI (comprese quelle agricole), i loro consorzi o raggruppamenti, le società a prevalente capitale pubblico che operano per la commercializzazione all estero dei prodotti delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno ed infine le imprese in possesso di certificazione di qualità aziendale o di prodotto. La forma di intervento consiste in un finanziamento a tasso agevolato a valere su un fondo a carattere rotativo istituito dall art. 2 della legge 394/81 e trasferito al soggetto gestore, che è la Simest, ai sensi dell art. 25 del Dlgs. n.143/98: con il rimborso delle rate di finanziamento si rimpingua il fondo, consentendo al comitato di valutazione della Simest di sostenere nuovi programmi di penetrazione. L importo massimo del finanziamento è pari all 85% delle spese globali previste per la realizzazione del programma di penetrazione commerciale, con un limite massimo di Euro (elevabile a Euro nel caso di consorzi, società consortili o raggruppamento di PMI che realizzi il programma a gestione diretta). Il finanziamento ha durata massima di 7 anni, di cui 2 di preammortamento (durante il periodo in cui l impresa sostiene le spese) nei quali sono pagati solo gli interessi. Nei successivi 5 anni ci saranno rimborsi in rate semestrali posticipate, a quote costanti di capitale più gli interessi sul debito residuo. 4
6 Il vantaggio nell utilizzo della legge in esame deriva dall abbattimento del tasso di interesse che è fisso per tutto il programma ed è pari al 40% del tasso di riferimento per le operazioni di credito all esportazione. Attualmente il tasso si aggira intorno all 1,3% l anno 6. Osservazioni sulla legge Un importante fattore da sottolineare è come questo strumento sia particolarmente interessante da un punto di vista finanziario (per via del tasso di interesse agevolato) e come esso si muova su canali alternativi al canale bancario non incidendo, quindi, sulla gestione dei fidi concessi dalle banche alle aziende per la gestione finanziaria dell azienda. Peraltro, venendo richiesta da Simest una garanzia a supporto del finanziamento (la stessa potrà essere di tipo bancario o assicurativo), l azienda, se sceglierà il canale bancario che è generalmente meno oneroso di quello assicurativo, dovrà in ogni caso utilizzare parte degli affidamenti che il sistema le concede. Per l intermediario finanziario, quindi, esiste la possibilità di assistere il proprio cliente-azienda concedendo affidamenti per crediti di firma. 1.3 Finanziamento dei crediti all esportazione (Dlgs. 143/98, ex Legge 227/77) L intero sistema di supporto pubblico ai crediti all esportazione nasce con la legge Ossola (n. 227/77), una legge che riusciva a coniugare le due esigenze contrapposte di sostenere con assicurazioni e agevolazioni finanziarie le nostre esportazioni senza gravare sui conti con l estero. La legge 227/77 si è basata su due concetti fondamentali: finanziare i crediti all esportazione estero su estero, ossia invogliare banche estere ad organizzare finanziamenti e smobilizzi a fronte delle dilazioni di pagamento concesse dai nostri esportatori agli acquirenti esteri. I crediti all esportazione assunsero ben presto le due tipiche forme operative che tuttora mantengono: da una parte i crediti acquirente (per lo più nella forma delle operazioni triangolari ); dall altra il forfaiting, cioè lo smobilizzo pro-soluto dei crediti fornitore mediante l acquisto dei relativi titoli di credito a carico dei clienti esteri. In entrambi i casi erano banche e società finanziarie estere a sostenere l onere del finanziamento delle operazioni, mentre la bilancia valutaria italiana poteva godere dei vantaggi degli immediati introiti a fronte delle sottostanti operazioni commerciali; mantenere una separazione, nell ambito del supporto pubblico, fra l assicurazione dei crediti all esportazione (affidata a Sace) e l agevolazione finanziaria degli stessi (affidata allora a Mediocredito Centrale e dal 1999 a Simest). Si trattava di una scelta diversa non solo da quella di altri paesi che avevano costituito un unica agenzia pubblica con entrambi i compiti (come le Exim Banks di Stati Uniti, Giappone e Regno Unito), ma anche di altri paesi europei, come Francia e Germania, i cui sistemi avevano caratteristiche molto differenti. La peculiarità del nostro metodo stava infatti nel rilievo dato alle operazioni di forfaiting che, rinunciando al sostegno assicurativo pubblico, potevano tuttavia godere di un buon livello di agevolazione finanziaria. Inoltre, lo smobilizzo dei crediti fornitore con il metodo del forfaiting rispondeva (e risponde tuttora) ad un altra particolarità tutta italiana: un gran numero delle nostre esportazioni proviene da piccole e medie imprese ed è di importo limitato, quindi si presta meglio ad un operatività agile, veloce per la documentazione limitata e standardizzata che richiede, come è quella tipica del forfaiting. A distanza di tanto tempo, se il primo concetto ha perso il suo carattere d urgenza, perché i nostri conti con l estero sono migliorati e l Italia è entrata nella Unione Monetaria Europea (tanto che sia nel decreto legislativo 143/98 sia nelle recenti circolari Simest è prevista la piena partecipazione delle banche italiane nelle operazioni di finanziamento delle esportazioni), il secondo, e cioè la separazione fra assicurazione e agevolazioni finanziarie, mantiene ancora la sua validità. 6 Fonte: PMI-Il mensile della piccola e media impresa, Ipsoa Editore 5
7 Di fatto, oggi l export credit si basa sulle due tradizionali operazioni di credito acquirente e forfaiting. D.lgs. 143/98 L agevolazione consente alle imprese italiane di offrire agli acquirenti/committenti esteri dilazioni di pagamento a medio/lungo termine a condizioni e tassi di interesse competitivi, in linea con quelli offerti da concorrenti di paesi OCSE. Lo scopo dell agevolazione è lo smobilizzo di crediti derivanti da esportazioni italiane di beni strumentali (impianti, macchinari, tecnologia) con pagamento differito. L intervento di Simest riguarda i finanziamenti concessi dalla banca all impresa italiana esportatrice a fronte del credito da questa accordato all acquirente estero (credito fornitore) oppure direttamente alla controparte estera o alla banca della stessa controparte (credito acquirente o finanziario). L agevolazione consiste in un contributo agli interessi sull operazione di smobilizzo/finanziamento. Per quanto riguarda l operazione di credito fornitore, i titoli di credito rilasciati dal debitore estero vengono smobilizzati sul mercato e lo sconto è effettuato a tasso fisso di mercato, con deduzione degli interessi in via anticipata ed accredito all esportatore del netto ricavo. La Simest corrisponde un contributo in conto interessi quale differenza tra il netto ricavo degli effetti al tasso di sconto di mercato (ritenuto congruo dalla Simest) e il valore attuale degli effetti al tasso CIRR pagato dall acquirente estero. Per quanto riguarda invece il credito acquirente, Simest interviene in un processo di stabilizzazione del tasso in base al quale, per ciascun semestre, si calcola la differenza tra gli interessi al tasso di finanziamento della banca (Libor/Euribor + spread nella misura ammissibile) e gli interessi al tasso CIRR corrisposto dal debitore estero. Simest paga alla banca la differenza se positiva mentre la incassa se negativa. I tassi minimi CIRR sono stabiliti mensilmente in sede OCSE e sono determinati sulla base delle quotazioni di titoli pubblici a medio/lungo termine a cui viene sommato un margine dell 1% e il tasso dell operazione viene stabilito durante la fase di negoziazione dell operazione stessa o al momento della stipula del contratto con la controparte estera, restando poi fisso per tutta la durata del credito all esportazione. Non c è alcun limite ai paesi di destinazione delle esportazioni (a differenza della L.394/81) e il finanziamento può essere denominato in Euro ed in tutte le principali valute, a patto che queste siano le stesse in cui è denominato il contratto di fornitura. L importo agevolabile non può eccedere l 85% del prezzo di vendita dei beni strumentali di produzione italiana; una quota pari ad almeno il 15% deve essere pagata dall acquirente anticipatamente. La durata del credito all esportazione può essere uguale o superiore a 24 mesi dal punto di partenza del credito (cioè dal momento della spedizione/consegna o del collaudo preliminare) ma la durata massima viene determinata in base agli accordi internazionali di Consensus, in relazione alla categoria-paese ed alle tipologie di operazioni. Il rimborso viene normalmente effettuato in rate semestrali di quota capitale costante ed interessi decrescenti, la prima delle quali scadente a 6 mesi dal punto di partenza del credito. Tipologie di finanziamento Le condizioni di intervento e le modalità di corresponsione dei contributi variano in relazione alle diverse forme di finanziamento concesse dalla banca italiana o estera. Nella tavola sottostante viene fornito un quadro sintetico di tali forme. 6
8 Tavola 2 Credito fornitore, credito acquirente, forfaiting Credito fornitore Credito acquirente Forfaiting Smobilizzo di titoli rappresentativi dei crediti rivenienti da vendite all estero con pagamenti dilazionati; consente all importatore estero di effettuare il pagamento dilazionato dei beni strumentali importati dall Italia e offre all esportatore italiano lo smobilizzo del credito senza alcun rischio collegato all eventuale insolvenza del debitore estero. La banca italiana o estera stipula una convenzione finanziaria con l acquirente estero o con la banca dell acquirente estero per la concessione di un credito a medio/lungo termine al tasso fisso CIRR. Mediante prelievi su tale convenzione, l acquirente estero regola in contanti l esportatore italiano. La concessione del finanziamento è deliberata dalla banca sostanzialmente in base all affidabilità del paese importatore dal quale dovranno pervenire i rimborsi del finanziamento (rischio paese) e a quella della controparte estera (rischio di controparte) Acquisto da parte della banca/finanziaria ( forfaiter ) senza ricorso (ossia prosoluto) di tratte accettate o pagherò rivenienti da transazioni commerciali internazionali. L esportatore cede gli effetti e riceve il netto ricavo ottenuto scontando l importo per l intera durata sulla base di un tasso fisso precedentemente convenuto. Garanzie: normalmente per il credito acquirente viene richiesta la copertura assicurativa SACE, soprattutto quando il rischio paese dell importatore non sia ritenuto sufficientemente affidabile; in alcuni casi viene richiesta la garanzia integrativa dell esportatore per la quota del finanziamento non coperta da assicurazione SACE. Pro e contro dei due strumenti tradizionali: credito acquirente e forfaiting Le operazioni di credito acquirente e di forfaiting hanno molti pregi ma anche molti difetti, sia per le banche sia soprattutto per gli esportatori. Tramite i pro e contro dei due strumenti si può tentare di identificare quale sia la tipica operazione che si può finanziare con un credito acquirente, e quale con un forfaiting, e di conseguenza quale sia l esportatore che in genere utilizza l una o l altra forma di credito all esportazione. Il credito acquirente comporta una notevole complessità negoziale e quindi notevoli costi, legali e bancari, molti dei quali non agevolabili da parte di Simest. D altronde operazioni di ingente importo, legate alla fornitura di impianti o lavori, che spesso richiedono anche lunghe dilazioni di pagamento o complesse strutture finanziare (come nel caso del project finance internazionale), non possono essere impostate nella forma del credito fornitore. Altro caso in cui il credito acquirente diventa una scelta obbligata è quello di alcuni paesi (come la Cina) dai quali debitori è praticamente impossibile, per motivi legali o valutari, ottenere pagamenti in forma cambiaria. Il notevole costo dell organizzazione di un credito acquirente pone l esigenza di una soglia di accesso minima piuttosto elevata. Di conseguenza l esportatore che utilizza il credito acquirente è in genere una grande impresa, impegnata in settori industriali ad elevata tecnologia o nella costruzione di infrastrutture e opere civili all estero. La grande maggioranza degli esportatori di macchinari, costituita da medie, se non piccole, imprese è quindi di fatto esclusa da questo tipo di operazioni. La notevole semplicità di un operazione di forfaiting, combinata ai due principali vantaggi di questa operazione (la totale eliminazione del rischio sul debitore e del credito dall attivo dello stato 7
9 patrimoniale) permette l accesso ad una platea molto più vasta di esportatori. Uno sconto pro soluto si può organizzare anche per effetti di un valore globale molto contenuto, alla portata di molte imprese, anche di dimensioni piccole e medie. Di contro, il mercato del forfaiting soffre ancora più marcatamente delle ormai ricorrenti crisi internazionali, in termini di esclusione di importanti mercati e di aumento dei costi e comporta per la banca un assunzione di rischio totale, a prescindere dall evoluzione contrattuale e dal possibile insorgere di controversie commerciali: si ha quindi la necessità, da parte degli intermediari finanziari, di monitorare il rischio con attenzione per tutta la permanenza degli effetti in portafoglio. 1.4 Intervento partecipativo di Simest nel capitale e sostegno contributivo (L.100/90) L internazionalizzazione, naturalmente, non si limita alla penetrazione commerciale ma si manifesta sempre più sotto forma di Investimenti diretti all estero (Ide), nelle seguenti tre forme principali: operazioni di fusioni e acquisizioni (M&A), accordi (JV) e investimenti greenfield. Un elemento cruciale per valutare gli effetti delle politiche di sostegno ai processi di internazionalizzazione e dunque anche del ruolo del settore finanziario e creditizio è rappresentato dalle conseguenze in termini di passaggio da forme più semplici (come il commercio) a forme più complesse (come gli Ide) di internazionalizzazione. Nei paesi europei, tutte e tre le forme di Ide hanno subito un accelerazione a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta. Tuttavia, il processo di integrazione globale delle economie ha subito negli ultimi anni un repentino rallentamento dovuto alla crisi internazionale: rispetto agli anni Novanta è diminuita l elasticità degli scambi mondiali rispetto al PIL e, contemporaneamente, vi è stato un ridimensionamento dei flussi di Ide. Le previsioni, però, indicano generalmente una sostanziale ripresa dell economia mondiale nel prossimo biennio e di conseguenza le prospettive per gli Ide sono anch esse positive. Il caso italiano fa poi parzialmente storia a sé. L industria italiana è infatti storicamente caratterizzata da una assai bassa tendenza all internazionalizzazione attiva (cioè ad effettuare operazioni di investimento all estero). La causa di ciò va ricercata essenzialmente nelle caratteristiche strutturali dell industria italiana, in cui prevalgono le piccole e medie imprese e in cui i settori di specializzazione, in particolare il tessile abbigliamento e la meccanica, mostrano scarsa propensione all internazionalizzazione e risultano essere tra i meno dinamici della domanda mondiale e tra i più esposti alla concorrenza dei Paesi emergenti. Negli ultimi anni Novanta, comunque, vi sono stati segnali di cambiamento che hanno portato ad un processo di internazionalizzazione abbastanza diffuso che ha coinvolto un significativo numero di piccole imprese del nostro paese [Cominotti, Mariotti, Mulinelli, 2000]. Nonostante questa tendenza sia stata frenata dalla situazione congiunturale sopra indicata, le prospettive future fanno pensare che la necessaria ripresa di tale processo possa essere la carta vincente, o comunque un passaggio fondamentale, per lo sviluppo del Sistema Italia. Il compito strategico del settore creditizio è quindi quello di agevolare lo sviluppo di questo processo nel nuovo contesto competitivo europeo e globale, sfruttando la maggiore vivacità che era stata mostrata dalle imprese italiane sotto forma di Ide soprattutto a seguito dell avvio della moneta unica. Tale obiettivo è raggiungibile perseguendo una politica di internazionalizzazione generale del sistema bancario oppure concentrando gli sforzi su particolari aspetti dell offerta di servizi all internazionalizzazione, in modo sia da sostenere le scelte delle imprese italiane sia da permettere una maggiore presenza delle banche italiane sui mercati finanziari europei ed internazionali. E infatti sovente accaduto che le imprese italiane che hanno perseguito con successo le strategie di internazionalizzazione sotto forma di Ide si siano rivolte in gran parte a banche straniere [Padoan, 2000]. Legge 100/90 8
10 E la legge istitutiva della Simest S.p.A., finanziaria di sviluppo a partecipazione pubblica e privata, creata per incentivare la formazione di società o imprese all estero. Dopo l emanazione del Decreto n.113 del 1 marzo 2000 la legge può essere definita come lo strumento di sostegno degli investimenti italiani all estero. Lo scopo della legge è favorire l insediamento di imprese italiane in paesi al di fuori dell Unione Europea attraverso l impiego di due strumenti tra di loro complementari, applicabili esclusivamente all investimento effettuato dall impresa italiana a titolo di capitale nell impresa estera. Gli strumenti in questione sono: a) intervento partecipativo diretto di Simest nel capitale dell impresa estera (art.3); b) contributo agli interessi sul finanziamento concesso dalla banca all impresa italiana per una quota del capitale da questa sottoscritta nell impresa estera (art.4). Un aspetto fondamentale da sottolineare fin da ora è che il contributo agli interessi viene erogato successivamente all acquisizione della partecipazione al capitale sociale. I soggetti beneficiari sono le imprese italiane ovvero imprese aventi stabile organizzazione in uno Stato dell Unione Europea, controllate da imprese italiane con preferenza per quelle di piccole e medie dimensioni, anche in forma cooperativa, interessate a costituire una società estera o a sottoscrivere un aumento di capitale sociale o ancora ad acquisire quote di partecipazione in un impresa estera già costituita. Possono accedere alle agevolazioni le imprese di tutti i settori, anche se l intervento Simest avviene preferenzialmente in imprese estere che operano nello stesso settore di attività dell impresa italiana o in settori connessi nell ambito del concetto di filiera. E viceversa esclusa la possibilità di ricorrere alle agevolazioni della norma in esame per le iniziative realizzate in paesi extra U.E. che presentino condizioni di scarsa tutela per gli investitori italiani (per esempio per motivi di natura politica) e in quelli non firmatari di accordi bilaterali con il Governo italiano. a) Intervento partecipativo di Simest nel capitale della società estera La Simest può sottoscrivere una quota pari al 25% massimo del capitale della società estera 7 ; di norma, la partecipazione Simest risulta comunque commisurata rispetto a quella dei partner 8. La partecipazione può avere una durata massima di 8 anni dalla data di acquisizione ed è subordinata all impegno degli altri azionisti o di terzi a riacquistare la partecipazione stessa nei termini ed al prezzo indicato (in assenza di quotazioni ufficiali, il riacquisto avviene con riferimento al valore patrimoniale dell impresa estera). Proprio per questo, generalmente viene richiesta la fideiussione bancaria a presidio dell impegno dell operatore italiano al riacquisto. Le condizioni della partecipazione Simest vengono poi concordate con le imprese partner in funzione di vari aspetti, tra cui la tipologia dell attività prevista, i risultati attesi, la situazione del paese verso cui è indirizzata l operazione e il ruolo e le prospettive delle società italiane interessate. Sono queste le variabili che determinano il compenso fisso annuo percepito da Simest a fronte della cessione al socio dei diritti di godimento (dividendi), dei diritti d uso (attività di gestione) e a fronte dell impegno ad esercitare i diritti amministrativi relativi alla partecipazione (diritto di voto) in conformità alle richieste che il socio avrà preventivamente comunicato alla Simest stessa 9. Con questa normativa viene quindi fornita alle imprese italiane la possibilità di essere affiancate, nel loro processo di internazionalizzazione, da un partner istituzionale ed affidabile quale Simest, 7 Può essere ammessa anche l acquisizione totale o parziale del capitale di una preesistente impresa estera, purchè tale acquisizione appaia coerente col programma di sviluppo e/o di rilancio dell attività della medesima. 8 Qualora l impresa italiana detenga nella società estera una percentuale di capitale inferiore al 51%, la Simest può riservarsi di riconsiderare l entità del suo intervento partecipativo con l intento, in tale eventualità, di non superare la quota di un terzo del capitale posseduto dall impresa italiana. 9 A titolo indicativo, tale corrispettivo è stato, negli ultimi contratti, in media equivalente a circa il 7,25% annuo del costo in Euro sostenuto dalla Simest per l acquisizione della partecipazione azionaria. [Dati forniti da Simest] 9
11 che supporta la realizzazione del programma di investimento tramite la partecipazione diretta al capitale della società estera, favorendo così l ingresso in mercati esteri ad elevato potenziale. La partecipazione della Simest è il presupposto per l ottenimento della seconda agevolazione prevista dalla Legge: il contributo agli interessi. b) Finanziamento dell investimento dell operatore italiano nella società estera con contributo Simest L agevolazione prevista dall art. 4 consiste in un contributo agli interessi a fronte di un finanziamento concesso all impresa italiana da soggetti, italiani o esteri, autorizzati all esercizio dell attività bancaria, per le finalità sopra elencate. Lo scopo è quello di un ulteriore rafforzamento dell incentivo, già fornito tramite l intervento partecipativo di Simest, all investimento di imprese italiane in società di paesi non appartenenti all Unione Europea. Il finanziamento agevolato, erogato dalla banca, copre al massimo il 90% della quota di partecipazione dell operatore italiano (con esclusione della quota di partecipazione della Simest) e comunque non può essere superiore al 51% del capitale della società estera. E stato poi fissato un limite massimo per anno di finanziamenti ammissibili all agevolazione pari ad Euro 40 milioni per impresa e ad Euro 80 milioni per gruppo economico. Complessivamente, la durata del finanziamento agevolato non può eccedere gli 8 anni a partire dalla prima erogazione da parte della banca, compreso un periodo di utilizzo e preammortamento di 3 anni durante il quale sono dovuti i soli interessi. Fondamentale è ovviamente il discorso sulla definizione del tasso di interesse sul finanziamento e sulla consistenza dell agevolazione. Il tasso è liberamente concordato tra l impresa e la banca finanziatrice e fruisce di un contributo fisso che viene corrisposto direttamente all impresa italiana, pari al 50% del tasso di riferimento vigente alla stipula del contratto di finanziamento (determinato ai sensi dell art.20 del DPR 902/76). Osservazioni sulla legge Tra gli strumenti agevolativi la legge 100/90 ha caratteristiche operative di primaria importanza. Nella prassi, è da sottolineare come le imprese italiane richiedo l ingresso della Simest nella costituenda o costituita impresa estera per una quota in media pari al 5% proprio in virtù del meccanismo legato alla richiesta del finanziamento agevolato che riduce strutturalmente i fondi necessari l investimento. Infatti, senza la partecipazione al capitale dell impresa estera da parte della Simest - come già ricordato - non si accede al contributo in conto interessi. Dal punto di vista finanziario l operazione è conveniente grazie all abbattimento in conto interessi del costo del capitale che l impresa sopporta per acquisire la partecipazione nell impresa estera. L ingresso della Simest nel capitale dell impresa estera è importante per la maggiore visibilità ed affidabilità attribuibile alla società stessa. Se la società è partecipata dalla Simest, infatti, la struttura acquisisce un affidabilità finanziaria maggiore e una notevole credibilità agli occhi sia dei fornitori che dei clienti [Esposito, 2002]. 2. SIMEST S.p.A. 2.1 Che cos è una finanziaria di sviluppo? Il development finance è un settore specializzato dell industria finanziaria che ha come obiettivo quello di colmare la lacuna tra gli investimenti commerciali e i sostegni statali allo sviluppo. Mentre le commercial bank fungono spesso da appoggio per i singoli investitori o le imprese che intendono investire in progetti a rischio relativamente basso, generalmente in mature economie di paesi occidentali, le development bank svolgono un ruolo fondamentale nel soddisfare i bisogni di investimento in economie in via di sviluppo o in trasformazione. Il supporto finanziario che questi 10
12 soggetti forniscono a progetti anche ad alto rischio serve poi come impulso alla crescita del mercato privato dei capitali, favorendo l ingresso di svariati attori, quali commercial bank, fondi di investimento, singoli investitori o imprese. Inoltre, le development bank agiscono spesso in cooperazione coi governi ed altre organizzazioni dei vari paesi nel fornire e gestire fondi per assistenza tecnica, studi di fattibilità e consulenza. Le finanziarie di sviluppo sono development bank specializzate, partecipate interamente o parzialmente dai governi nazionali. Esse hanno il ruolo di implementare le politiche di sviluppo dell internazionalizzazione adottate dai singoli governi, mantenendo comunque una notevole indipendenza operativa. A tal fine, forniscono mezzi finanziari agli investitori domestici o esteri per iniziare o sviluppare progetti in ambiti produttivi o in paesi che non rientrano nella tradizionale area di servizio delle commercial bank o in cui il rischio associato comporta problemi nel reperire fondi. Esse giocano un ruolo fondamentale soprattutto nel settore delle PMI. Proprio per il fatto di essere partecipate dai governi nazionali, le finanziarie di sviluppo godono di un alta affidabilità creditizia e possono così raccogliere ingenti capitali e svolgere la loro attività a condizioni fortemente competitive. 2.2 Storia e governance La finanziaria per lo sviluppo e il sostegno delle imprese italiane all estero (Simest S.p.A.), nasce nel 1991 (a seguito della Legge 100/90), con lo scopo di promuovere società miste all estero e di sostenerle sotto il profilo economico e finanziario. E una società per azioni il cui controllo è detenuto dal Ministero delle Attività Produttive (76% del pacchetto azionario), ma che vede una forte presenza azionaria anche privata, con una significativa rappresentanza del sistema bancario nazionale e del mondo associativo imprenditoriale italiano: sono infatti presenti primarie aziende di credito, enti economici, organismi cooperativi e le imprese, attraverso le associazioni imprenditoriali del sistema confindustriale e cooperativo. Questo aspetto mostra come Simest, società di emanazione e controllo governativo, si proponga come obiettivo quello di raccordare, gestire e promuovere l internazionalizzazione di tutto il sistema produttivo italiano, affiancando imprese e istituzioni finanziarie del nostro paese in questo processo tramite una capillare diffusione e un arco di collaborazioni molto ampio, a partire proprio dalla sua stessa compagine azionaria. Simest è inoltre un intermediario finanziario UE membro dell EDFI, l associazione europea delle finanziarie di sviluppo, a sottolineare ulteriormente la prospettiva di ampio respiro che le è stata affidata. E stato affrontato in precedenza il tema dell evoluzione dell internazionalizzazione da un semplice modello import-export ad un più coinvolgente e complesso modello di veri e propri investimenti diretti all estero. La Simest, nell ottica con cui è stata costituita, ha la missione di aiutare le imprese in entrambe le fasi di sviluppo, dunque sia attraverso partecipazioni agli investimenti sia attraverso la gestione degli strumenti agevolativi messi a disposizione dalle varie leggi precedentemente esaminate. In più, è anche da sottolineare l intensa attività di assistenza e consulenza che la società offre sempre nella stessa ottica. 2.3 Approcci e finalità istituzionali Nel quadro di riordino e razionalizzazione degli strumenti di sostegno pubblico all esportazione ed ai processi di internazionalizzazione delle imprese italiane, il D.lgs. 143/98 ha affidato la gestione degli interventi di sostegno finanziario, in precedenza attribuita al Mediocredito Centrale, alla Simest S.p.A. a partire al 1 gennaio Proprio perché da allora quasi tutta l azione di supporto alle imprese italiane in paesi terzi è svolta da Simest, analizzarne l attività svolta significa evidenziare in qualche modo la vitalità di tutto il Sistema Italia nel processo di decentralizzazione e penetrazione nei mercati esteri. 11
13 Sulla base di apposite convenzioni stipulate con il Ministero delle Attività Produttive (una relativa al Fondo di cui all art. 3 della legge 295/73 e l altra relativa al Fondo di cui all art. 2 della legge 394/81) 10, la Simest gestisce i seguenti interventi nelle vaie fasi di sviluppo estero dell azienda: Tavola 3 Interventi di Simest Scambi commerciali Esportazione beni strumentali Analisi mercati esteri Penetrazione commerciale extra UE Partecipazione a gare internazionali Investimenti all estero Interventi Simest Stabilizzazione tassi su finanziamenti per export di beni d investimento (Agevolazioni, D.143/98, ex L.227/77) Fondo 295/73 Finanziamento studi di fattibilità e assistenza tecnica (Agevolazioni, D.143/98) Fondo 394/81 Finanziamento programmi di penetrazione commerciale (Agevolazioni, L.394/81) Fondo 394/81 Finanziamento costi di partecipazione a gare internazionali (Agevolazioni, L.304/90) Fondo 394/81 Interventi Simest 10 Vedi la Tavola 3 per il dettaglio di quali interventi vengono effettuati tramite l uno e l altro fondo rotativo 12
14 Investimenti in aziende extra UE - Partecipazione fino al 25% del capitale sociale delle società estere (art.3 L.100/90) - Contributo agli interessi sul finanziamento della quota sottoscritta dall azienda italiana (Agevolazioni, art.4 L.100/90) Fondo 295/73 - Intervento dei Fondi di Venture Capital (art.46 L. 273/2002) Nel presente lavoro si è concentrata l attenzione solo sugli interventi più importanti da un punto di vista qualitativo e quantitativo, ma lo schema precedente evidenzia come Simest sia presente praticamente in tutti gli aspetti del processo di internazionalizzazione dell impresa, dagli studi di prefattibilità/fattibilità ai servizi di assistenza tecnica e di consulenza professionale, dall attività di scouting (ricerca di opportunità all estero) e di matchmaking (reperimento di soci) all eventuale partecipazione a gare internazionali. Per l analisi dei Fondi di Venture Capital si rimanda invece al capitolo seguente. 2.4 Un analisi dell attività di Simest: alcuni dati Per avere un quadro dell operatività di Simest, si riportano di seguito alcuni dati sulle operazioni messe in atto dalla società fino all esercizio Tabella 1 Situazione Patrimoniale Simest Mezzi propri 205 mln Ha realizzato: Numero di progetti deliberati 639 Numero di partecipazioni acquisite 333 per un importo di 268,7 mln Numero di partecipazioni cedute 134 Incentivi alle imprese (dal 1 gennaio 1999): Numero operazioni accolte 2019 Importo accolto mln [Fonte: Simest, Bilancio e relazioni d esercizio 2003] L attività di gestione dei Fondi agevolativi 295/73 e 394/81 Nel corso del 2003, il Comitato ministeriale a cui è affidata l amministrazione dei due Fondi ha approvato complessivamente, sulla base delle analisi svolte dagli uffici della Simest, 500 operazioni (contro 498 nel 2002), di cui: (214 nel 2002) riguardanti contributi agli interessi a valere sul Fondo 295/73; (284 nel 2002) relative alla concessione di finanziamenti a tasso agevolato a valere sul Fondo 394/ La maggior parte dei dati sono tratti da [Simest, Bilancio e Relazioni d esercizio 2003]. 13
15 Con particolare riferimento a tali incentivi alle imprese forniti da Simest, la seguente tabella illustra nel dettaglio il numero e l ammontare delle operazioni effettuate. Tabella 2 Incentivi Simest alle imprese Attività nel 2003 Crediti agevolati all esportazione ( Legge 143/98, ex L. 227/77 ) Crediti agevolati per gli investimenti all estero ( Legge 100/90, Legge 19/91) Finanziamenti agevolati per la penetrazione commerciale ( Legge 394/81 ) Finanziamenti agevolati per partecipazione a gare internazionali ( Legge 304/90 ) Finanziamenti agevolati per studi di prefattibilità, fattibilità e assistenza tecnica ( D. Lgs. 143/98) [Fonte: Simest, Bilancio e relazioni d esercizio 2003] in /mln , Il numero delle operazioni complessivamente accolte, assestatosi ai livelli del 2002, mostra come i relativi strumenti agevolativi svolgano ancora un ruolo di primaria rilevanza nel contesto degli interventi a favore dell internazionalizzazione delle imprese. Progetti approvati per la partecipazione in società all estero Nel corso del 2003 il Consiglio di Amministrazione ha approvato: - 69 nuovi progetti (rispetto a 90 nel 2002 e 61 nel 2001); - 5 aumenti di capitale sociale in società già partecipate (6 nel 2002, 7 nel 2001); - 4 ridefinizioni di piani precedentemente approvati (9 nel 2002 e 3 nel 2001). Le operazioni approvate nel corso del 2003 prevedono un impegno finanziario della Simest per 49,9 milioni di Euro. Le destinazioni geografiche indicano un ampliamento dell area di interesse delle imprese italiane, che vanno estendendo la ricerca di valide opportunità di business a nuovi mercati strategici (12 nuovi progetti in Cina), obiettivo che si associa a quello di utilizzare materie prime e manodopera locale al fine di mantenere la competitività dei prezzi per produrre semilavorati destinati al successivo completamento in Italia. Inoltre, il crescente interesse delle nostre imprese per il Nord America che offre valide opportunità in mercati di dimensioni significative si è concretizzato in 6 investimenti negli USA. I nuovi progetti si sono concentrati nei settori classici di specializzazione italiana: - elettromeccanico/meccanico (23 progetti con investimenti complessivi previsti per 147 milioni di Euro); - gomma/plastica (8 progetti con investimenti previsti per 45,2 milioni di Euro); - servizi (7 progetti con investimenti previsti per 48 milioni di Euro); - tessile/abbigliamento (7 progetti con investimenti previsti per 29 milioni di Euro). Partecipazioni acquisite in società all estero Nel corso del 2003 la Simest, ai sensi della legge 100/90: - ha acquisito 27 nuove partecipazioni in società all estero; - ha sottoscritto 9 aumenti di capitale sociale in società già partecipate. 14
16 Le nuove operazioni hanno determinato un impiego di capitale per circa 13,3 milioni di Euro e si sono rivolte principalmente verso i paesi dell Europa Centro-Orientale (44%). Nello stesso esercizio, in attuazione degli accordi con le imprese partner, sono state cedute 57 partecipazioni, per complessivi 38,3 milioni di Euro; le cessioni hanno consentito la realizzazione di plusvalenze per 2,5 milioni di Euro. La Simest, dall avvio della sua attività nel 1992, ha acquisito 333 quote di partecipazioni in società all estero per 232,3 milioni di Euro ed ha sottoscritto 97 aumenti di capitale sociale per impieghi pari a 36,4 milioni di Euro (con un totale pari quindi a 268,7 milioni di Euro). La distribuzione geografica delle 333 partecipazioni acquisite risulta dal grafico seguente. Grafico 1 Partecipazioni acquisite: aree geografiche Partecipazioni acquisite Distribuzione geografica ( a dicembre 2003 ) Africa Subsahariana 1% Mediterraneo e M.O. 9% Nord America 5% America Lat. e Centrale 16% Europa Centro- Orientale 52% Asia 12% Russia e Rep. Baltiche 5% [Fonte: Simest, Bilancio e relazioni d esercizio 2003] Come evidenziato dal grafico, gli investimenti italiani si sono fino ad ora concentrati nei paesi dell Europa Centro-Orientale; questo fenomeno è dovuto sicuramente alla vicinanza di tali paesi al territorio italiano e ad una loro maggiore similitudine culturale con l Italia. In un prossimo futuro, probabilmente, questa tendenza sarà però meno marcata, in quanto questi paesi diventeranno sempre meno appetibili sotto il profilo agevolativo fiscale/costo del lavoro, lasciando spazio quindi ad investimenti in nuovi paesi, magari più lontani e con minori affinità ma sicuramente più attraenti per investimenti di capitale estero. Il grafico seguente, che illustra la distribuzione geografica delle partecipazioni acquisite nel solo 2003, sembra testimoniare l avvio di questa nuova tendenza, in quanto un area di investimento come l Asia ha registrato nel corso dell anno un incremento del suo peso all interno delle scelte di 15
17 investimento in nuovi progetti imprenditoriali, mentre l Europa Centro-Orientale pur rimanendo la destinazione prevalente - si è assestata sotto media, ad un livello del 44%. Grafico 2 Partecipazioni acquisite 2003: aree geografiche Partecipazioni acquisite Distribuzione geografica (nel solo 2003) America Latina e Centrale 15% Nord America 11% Europa Centro- Orientale 44% Asia e Oceania 19% Mediterraneo e M.O. 11% [Fonte: Simest, Bilancio e relazioni d esercizio 2003] Riguardo alla dimensione delle società italiane promotrici dei progetti all estero, esaminando i dati di Simest si rileva una netta prevalenza delle PMI, che rappresentano oltre i due terzi del totale: in questo senso, vengono rispettati quelli che sono gli intenti costitutivi della Società stessa. Infine, per il rendimento degli impieghi nelle partecipazioni risulta dai dati che nel 2003 il rendimento medio annuo è stato dell 8,65%, considerando anche le plusvalenze realizzate sulle cessioni perfezionate nell esercizio (2,5 milioni di Euro) ed i dividendi percepiti dalle società partecipate (0,8 milioni di Euro). Novità in atto da parte di Simest Una novità operativa che si è sviluppata recentemente e a cui è opportuno accennare è quella dell intervento di sostegno di Simest agli istituti di credito che vogliono internazionalizzarsi, intervento che si manifesta anche attraverso l acquisizione di partecipazioni azionarie. Attualmente Simest affianca San Paolo Imi in Romania e Unicredit in tre diversi investimenti in Bulgaria, Croazia e Repubblica Ceca. Un ulteriore esempio di partnership con banche italiane è la recente sottoscrizione di un accordo con Banca Intesa e Bank of China per la creazione di una società finanziaria che aiuti le nostre aziende interessate ad espandersi in territorio cinese; l obiettivo è quello di facilitare i contatti ed ampliare l offerta di servizi finanziari qualificati per le imprese. Tale modello è simile ad un accordo già operativo sempre con Banca Intesa e con le due principali banche russe. Un ultimo ambito operativo sul quale Simest sta investendo è il leasing: di recente è stata costituita una società in Russia unitamente alla società di leasing del Gruppo Unicredito che dovrebbe a giorni diventare operativa Il Sole 24 ore, 9 luglio
18 2.5 Finest S.p.A. Simest detiene una partecipazione del 3,9% 13 in Finest, società finanziaria di promozione della cooperazione economica con i Paesi dell Est Europeo costituita in attuazione della legge 19/91 sulle aree di confine e partecipata dalla Regione Friuli Venezia Giulia (azionista di maggioranza), dalla Regione Veneto, dalla Provincia di Trento e da una serie di istituzioni finanziarie e banche del Nord Est. Finest è nata in un momento in cui le economie stavano radicalmente modificandosi, per promuovere e favorire la nascita e lo sviluppo di iniziative di collaborazione commerciale ed industriale tra il Nord Est dell'italia e i paesi dell'est europeo ed è oggi il principale strumento finanziario di cooperazione economica a disposizione delle PMI che operano in questa zona particolarmente attiva da tale punto di vista. Possono beneficiare dell'intervento Finest: imprese che hanno stabile e prevalente organizzazione nella Regione Friuli Venezia Giulia, nella Regione Veneto, nella Regione Trentino-Alto Adige; le società aventi stabile organizzazione nel territorio di uno Stato membro della Comunità Europea che siano controllate da imprese residenti nelle suddette Regioni, che investono nei paesi dell'europa Centrale e Orientale per: - creare o ampliare una società mista; - creare o ampliare una società a capitale italiano al 100%; - avviare rapporti di collaborazione industriali o commerciali. Possono beneficiare dei servizi di Finest le imprese che operano in tutti i settori produttivi, compresi i servizi, purché l'operazione non sia di carattere puramente finanziario. Come per Simest, la priorità è comunque data ai progetti di investimento promossi dalle PMI. D.lgs. 143/98 Il testo, allargando l operatività della Finest a favore di tutte le imprese del Triveneto, ha previsto anche per Finest, come per Simest, la possibilità di partecipare direttamente a investimenti aventi carattere strumentale rispetto ai progetti di cooperazione industriale e commerciale delle singole imprese; ha aumentato il tetto massimo di partecipazione, quando congiunta con Simest, dal 30 al 40%; ha stabilito che l operatività della Simest nei territori e nei confronti delle imprese del Triveneto si svolga di concerto con quella della Finest secondo la disciplina disposta dalla convenzione tra le due società, che deve valorizzare la specificità del ruolo della Finest quale interlocutore privilegiato di tali imprese. Nel corso del 2003 la Finest ha acquisito 20 quote di partecipazione, per 7,1 milioni di Euro, al capitale sociale di società nei Paesi dell Est Europa; ha inoltre stipulato 14 finanziamenti a favore delle proprie partecipate estere per 6,7 milioni di Euro. Nell ambito dei Fondi di Venture Capital, che verranno esaminati compiutamente nel prossimo capitolo, Finest gestisce congiuntamente con Simest tre Fondi: 1) Fondo di 40,3 milioni di Euro per la Repubblica Federale di Yugoslavia (il primo in assoluto ad essere attivato), per cui è possibile anche la sola partecipazione Finest. 2) Fondo di 13,75 milioni di Euro che riguarda i 7 paesi dell area dei Balcani. 3) Fondo di 70 milioni di Euro per la Federazione Russa e Ucraina. 13 Quota azionaria di 5,4 milioni di Euro, per il costo di 5,2 milioni di Euro. Aggiornamento al 9/12/2003 [Fonte: 17
19 2.6 Il sistema italiano e gli altri modelli esteri: il ruolo dell EDFI (European Development Finance Institutions) La Simest partecipa assieme ad altre 13 istituzioni all EDFI, l Associazione Europea delle Finanziarie di Sviluppo nata nel 1992, i cui membri forniscono finanziamenti a lungo termine per le imprese che intendano internazionalizzarsi in economie in via di sviluppo. L obiettivo principale per cui l Associazione è stata fondata è quello di promuovere la cooperazione tra i suoi membri e rinsaldare i collegamenti tra questi e le istituzioni dell UE, in modo da renderne l attività più coordinata ed efficace, pur nel rispetto delle differenze esistenti tra i modelli di internazionalizzazione dei diversi paesi. L analisi di seguito si soffermerà su tre importanti membri dell EDFI, in ragione del fatto che le considerazioni esposte valgono generalmente anche per tutti gli altri: Proparco (Francia), Deg (Germania), Cofides (Spagna) 14. Il modello francese Il sistema francese ricorre a svariati canali di promozione dell internazionalizzazione. Innanzitutto, vi è un insieme di organizzazioni pubbliche che operano nell ambito della promozione delle esportazioni (Centre Francais du Commerce Exterieur, CFME/ACTIM). Poi, vi è una serie di interventi di assistenza alle piccole e medie imprese: assicurazioni che garantiscono copertura dai rischi sopportati dai potenziali esportatori (French Export Credit Agency, Coface), finanziamenti a chi intende intrattenere scambi commerciali con l estero, Fondi di Investimento che mirano a fornire il capitale necessario per le PMI che vogliono esportare in paesi non-ocse. La Coface poi, oltre all assicurazione per i crediti all esportazione, fornisce anche un programma di contributi agli interessi sui finanziamenti, mostrando in questo senso la differente scelta rispetto al sistema italiano 15, in cui le due funzioni sono affidate ad organismi separati (Sace e Simest). PROPARCO è una sussidiaria della Agence Francaise pour le Developpement (che ne detiene il 68%) che opera principalmente in Africa, Sud-Est asiatico, Caraibi ed ex colonie Francesi. Il suo ruolo è quello di promuovere e supportare la creazione, lo sviluppo e ristrutturazione di imprese private e tale compito è perseguito con vari strumenti: partecipazioni di minoranza, assunte con l obiettivo di ottenere un profitto dal susseguente riacquisto da parte degli altri soci o dalla vendita della partecipazione sui mercati finanziari, quando l impresa abbia raggiunto un buon livello di maturità (in genere, dopo un periodo di detenzione di circa 6 anni); finanziamenti, della durata anche di 15 anni, con un grace period fino a 5 anni; altri servizi di consulenza ed assistenza. Come per Simest, gli interventi di Proparco sono garanzia di solvibilità ed affidabilità. Il modello tedesco La tedesca DEG è un membro del gruppo KfW, fondato per la ricostruzione del paese a seguito della seconda guerra mondiale e che ora ha un ruolo chiave nella promozione dell economia tedesca. La KfW, il cui mandato affidatole dal governo è quello di promuovere le esportazioni, gestisce diversi schemi di supporto finanziario per estendere i finanziamenti di lungo termine alle esportazioni effettuate da imprese tedesche e a progetti di particolare interesse per l economia del paese nel suo complesso. 14 Le seguenti considerazioni si basano in gran parte sui paragrafi 2, 3, 4 del cap. 3 del testo [Padoan, 2000]. 15 Già richiamata sopra, vedi paragrafo
20 La DEG, che è una delle finanziarie di sviluppo più grandi d Europa, è appunto specializzata in progetti a lungo termine e nel finanziamento alle imprese in paesi dell Africa, dell Asia, dell America Latina e dell Europa Centro-Orientale. La DEG offre partecipazioni al capitale e finanziamenti a lungo termine per investimenti in imprese private, ma anche in imprese di nuova costituzione o in sussidiarie, così come in joint-venture. La partecipazione al capitale va dal 5 al 25%, con strategie di uscita definite chiaramente caso per caso. I finanziamenti hanno durata dai 4 ai 10 anni. Ancora una volta, è fornita anche attività di consulenza. Il modello spagnolo Dal 1987, la Spagna ha sviluppato programmi ufficiali di aiuto alle imprese che intendono internazionalizzarsi in paesi non-ocse, nel rispetto delle regole internazionali (ad esempio, le regole di Consensus). Gli aiuti finanziari sono diretti alla promozione delle esportazioni (finanziamenti, assicurazioni) e degli investimenti diretti (venture capital, finanziamenti, assicurazioni). L assicurazione è in entrambi i casi fornita da una public company (CESCE), mentre le risorse finanziarie sono gestite dall ICO (Institute for Official Credit), dall ICEX (Istituto per il Commercio Estero) e dalla società di venture capital COFIDES. Operativa dal 1990, COFIDES è a partecipazione mista pubblica e privata: il 61% è detenuto dal Governo spagnolo tramite differenti istituzioni pubbliche, quali le suddette ICEX, ICO ed altre; il restante 39% è invece in mano ai 3 principali gruppi bancari spagnoli. COFIDES gestisce due fondi del Governo spagnolo recentemente istituiti per supportare gli investimenti all estero (FIEX e FONPYME) e schemi di co-finanziamento stabiliti con la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) e la European Investment Bank (EIB). Gli strumenti forniti presentano forti analogie con quelli visti in precedenza. Qui basti affermare che per le imprese spagnole la principale destinazione, per numero di progetti, è storicamente stata l America Latina. 19
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