Principi generali dell allenamento sportivo

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1 Principi generali dell allenamento sportivo La definizione di allenamento sportivo che a distanza di molti anni dalla sua enunciazione continua a sembrarci la più completa è quella del Prof. Carlo Vittori, il quale lo indica come un processo pedagogico-educativo complesso che si concretizza con l organizzazione dell esercizio fisico ripetuto in quantità ed intensità tali da produrre carichi progressivamente crescenti che stimolino i processi fisiologici di supercompensazione e migliorino le capacità fisiche, psichiche, tecniche, tattiche dell atleta al fine di esaltarne e consolidarne il rendimento in gara.

2 Principi generali dell allenamento sportivo: analizziamo alcuni termini dell enunciato Pedagogico l azione di guida da parte della figura in possesso di maggiori conoscenze nei confronti di un altro soggetto; nel nostro caso il pedagogo è l allenatore (l'abilità dell'allenatore consiste nel riuscire a scoprire qual è il limite per cui l'allenamento al fattore secondario (per esempio la velocità) non penalizza quello primario (per esempio la resistenza). Tale limite dipende ovviamente dalle caratteristiche dell'atleta, ma anche dal tempo a disposizione e dalle sue capacità di recupero). Educativo significa il trarre fuori quanto di meglio il soggetto destinatario dell azione pedagogica è in grado di esprimere.

3 Complesso Principi generali dell allenamento sportivo: analizziamo alcuni termini dell enunciato sia per la difficoltà a precisare l incidenza dei numerosi fattori coinvolti, sia per l eterocronismo dei suddetti fattori, cioè il loro manifestarsi e svilupparsi in tempi diversi. Quantità detta anche Volume, denota l ammontare complessivo del lavoro effettuato.

4 Principi generali dell allenamento sportivo: analizziamo alcuni termini dell enunciato La legge della supercompensazione, o legge dello stress, fu enunciata dal fisiologo canadese Selye. Egli descrisse il fenomeno in base al quale un organismo reagisce ad uno stimolo, chiamato stressor, che, a causa della sua forza, mette in crisi un sistema biologico. Questo risponde non compensando, ma supercompensando, cioè portandosi ad un livello energetico, quindi ad una disponibilità energetica, non uguale a quella presente al momento della comparsa dello stressor, ma superiore. Ciò consente al sistema di reagire con efficacia ad un nuovo stimolo di forza leggermente superiore, incrementando lo sviluppo del sistema stesso. Nell allenamento sportivo lo stressor è rappresentato dal carico fisico (= insieme delle attività proposte), a seguito del quale l organismo subisce un depauperamento dei substrati biochimici interessati. Concedendo un tempo di riposo adeguato, l organismo svilupperà un potenziale di lavoro maggiore.

5 Principi generali - continuità: l'allenamento deve svolgersi in continuità nel tempo eliminando periodi di riposo eccessivamente lunghi che creano i presupposti di adattamento alla inattività e quindi perdita del lavoro precedentemente svolto. Pertanto la frequenza degli allenamenti, anche in periodi di riduzioni del lavoro, dovrà essere tale da garantire almeno il mantenimento di quanto acquisito; - variabilità: l'allenamento sarà più redditizio e più facilmente gradito quando comprenderà una serie molteplice di attività ed esercizi studiati in forma e successione tale da evitare l'insorgere della noia e dell'affaticamento nervoso, fattori che riducono sensibilmente la capacità applicativa e l'interesse dell'atleta. La variazione degli esercizi e dei metodi evita anche la formazione di "barriere" ovvero impedimenti all'ulteriore sviluppo delle capacità motorie; - sistematicità: organizzazione razionale tra le sequenze di allenamento e la frequenza con cui vengono proposti certi tipi di esercitazioni ; - ciclicità: i carichi vanno organizzati in relazione ai diversi periodi programmati, pertanto devono avere caratteristiche quantitative e qualitative proprie del ciclo di allenamento; - individualizzazione: da un iniziale programma generale applicabile a tutti si dovrà gradualmente passare alla ricerca di uno schema di allenamento personalizzato che tenga quindi conto delle peculiarità psichiche e fisiche dell'atleta e dei risultati da conseguire.

6 Principi generali dell allenamento sportivo Stimolo Adattamento Miglioramento della prestazione

7 GLI ADATTAMENTI Sono molto specifici e dipendono dal: tipo di lavoro ( meccanismi aerobici, anaerobici ) dal carico dagli intervalli dalla durata ( microcicli, macrocicli ) dai gruppi muscolari impegnati

8 Principi generali dell allenamento sportivo individuare il sistema energetico interessato pianificare l allenamento in modo da sviluppare quel particolare sistema energetico, più di ogni altro determinare l intensità dell allenamento controllando la soglia anaerobica strettamente collegata alla risposta della frequenza cardiaca : 120 l/m ventilazione polmonare max 4 millimoli/ l 36 mg

9 MEZZI DELL ALLENAMENTO Esercizi a carattere generale per poter porre le condizioni generali di un miglioramento fisico ottimale Esercizi a carattere speciale responsabili di fenomeni di incremento delle capacità di forza velocità e resistenza o miglioramento capacità coordinative Esercizi a carattere specifico che ripetono solitamente i gesti tecnici

10 OBIETTIVI DELL ALLENAMENTO Miglioramento progressivo delle seguenti capacità: Capacità fisiche Capacità psichiche Capacità e abilità coordinative Capacità cognitive

11 Principi generali per i giovani e i principianti - apprendimento: ogni esercizio, anche il più semplice, necessita di un periodo più o meno lungo di "tirocinio" affinché l'atleta impari a eseguirlo correttamente. Con la ripetizione sistematica del gesto migliora inoltre la sensibilità neuromuscolare. Durante la fase di apprendimento possono essere usati due metodi: - analisi: il movimento completo viene scomposto in una serie di movimenti più semplici da apprendere singolarmente. Solo in un secondo tempo verrà ricomposto ed eseguito il movimento originario; - sintesi: esecuzione completa del gesto atletico anche da parte di giovani e principianti. Si interviene poi gradualmente nel correggere gli errori partendo da quelli più vistosi e raffinando sempre più la tecnica esecutiva. Generalmente si consiglia di usare i due metodi contemporaneamente; infatti il giovane desidera eseguire subito la tecnica e il gesto della disciplina prescelta. Si eviteranno perciò lunghe e noiose sedute di solo apprendimento frazionato che potrebbero causare l'abbandono dell attività; - progressività: quantità di lavoro da svilupparsi in fase iniziale di approccio o ripresa di attività fisica, favorendo le doti di resistenza organica e potenziamento cardiocircolatorio e respiratorio, unitamente ad un'efficienza neuromuscolare generale alfine di ottenere una migliore condizione generale indispensabile al futuro lavoro di maggiore impegno e intensità; - gradualità: qualità del lavoro che si svolge, ovvero la ricerca successiva di impegni che hanno lo scopo ben preciso di migliorare l'efficienza funzionale di specifiche regioni muscolari o apparati corporei che vengono maggiormente sollecitati nella esecuzione del gesto atletico.

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