Forma Mentis. Psicologia criminale. Torino, 23 gennaio G. Zara, Ph.D.

Transcript

1 Forma Mentis Psicologia criminale Ordine degli Psicologi del Piemonte Torino, 23 gennaio 2009

2 Psicologia giuridica penale Prof. Georgia Zara, Ph.D. Dipartimento di Psicologia Università di Torino Institute of Criminology Cambridge University

3 Ambito giuridico È prescrittivo, È reattivo, È tradizionalista. Ambito psicologico È descrittivo, È proattivo, È creativo. Ricerca certezze e verità. È operativo. La metodologia è prevista dai codici di procedura; basata sul contraddittorio tra le parti. I risultati possono derivare da situazioni illegittime se non eccepite in tempo. Nel processo civile si fondano solo su ciò che le parti hanno deciso di far conoscere al giudice. Esprime giudizi problematici, ipotetici, probabilistici. È accademico, empirico. La metodologia è scelta dai ricercatori in base a coordinate scientifiche operazionalizzabili adatte alla tipologia della ricerca progettata. I risultati sono giustificati dalla correttezza della metodologia utilizzata. Fonte: Adattata da Gulotta, 2002b, pp Cf. Haney, 1980; Gulotta, 1987, 2002a.

4 Cos è un reato? è ogni tipologia delittuosa che va contro il sistema normativo formalmente e giuridicamente strutturato e riconosciuto. Il Codice penale (c.p.) italiano definisce il reato quale fatto giuridico volontario illecito, al quale l ordinamento ricollega, come conseguenza, una sanzione penale (ergastolo, reclusione, arresto, multa, ammenda).

5 Elementi del reato secondo la dottrina tradizionale gli elementi strutturali del reato si distinguono in : 1) oggettivo che consiste in un azione od omissione, la cui assenza rende il reato inconcepibile; 2) soggettivo che è un atteggiamento della volontà dell agente e può essere diversificato in: dolo (fatto preveduto e voluto da colui che lo ha posto in essere) colpa (fatto non voluto, anche se preveduto, ma cagionato per imprudenza, negligenza, imperizia o inosservanza di regole doverose).

6 Scuola Classica Scuola Positiva Libero arbitrio (reato come violazione cosciente e volontaria della norma) Imputabilità (conseguente alla libertà individuale di scelta delle azioni) Teoria della retribuzione (pena come retribuzione del delitto) Determinismo biologico lombrosiano (reato come conseguenza della struttura biopsicologica del delinquente, la cui volontà è determinata) Pericolosità sociale (un individuo è indotto a commettere un delitto da cause interne) Teoria della prevenzione sociale (introduzione misure di sicurezza)

7 Dialettica Dialettica tra visione classica (libero arbitrio) e visione positiva (determinismo). Principio di libero arbitrio: la punizione di un individuo che ha commesso un azione antigiuridica deve presumere una sua responsabilità per ciò che ha commesso, dunque deve presumere una libertà di e nella scelta. Presunzione di capacità di autodeterminarsi nelle proprie azioni (salvo dimostrazione contraria) cf. Gulotta, 2002, 2005; Mantovani, 2001; Ponti, 1999.

8 Responsabilità penale è personale. L imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene: - non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità; - devono tendere alla rieducazione del condannato. - Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari e di guerra. (art. 27 Costituzione italiana).

9 Responsabilità penale L individuo imputato risponde penalmente solo se poteva, come persona, comprendere il disvalore del proprio agire e liberamente autodeterminarsi. L imputabilità è il presupposto della responsabilità, mentre la capacità a delinquere serve a graduare e a individualizzare la responsabilità.

10 Imputabilità L art. 85 del c.p. recita: Nessuno può essere punito per un fatto previsto dalla legge come reato, se, nel momento in cui lo ha commesso non era imputabile. È imputabile chi ha la capacità di intendere e di volere.

11 Art. 98 c.p. Minore di anni diciotto: È imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, aveva compiuto i quattordici anni, ma non ancora i diciotto, se aveva capacità di intendere e di volere; ma la pena è diminuita.

12 Art. 91 del c.p. Non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva la capacità d intendere e di volere, a cagione di piena ubriachezza derivata da caso fortuito o da forza maggiore.

13 Art. 92 del c.p. L ubriachezza non derivata da caso fortuito o da forza maggiore non esclude, né diminuisce l imputabilità. Se l ubriachezza era preordinata al fine di commettere il reato, o di prepararsi una scusa, la pena è aumentata.

14 Art. 96 c.p. Non è imputabile il sordomuto che, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva, per causa della sua infermità, la capacità di intendere e di volere. Se la capacità di intendere o di volere era grandemente scemata, ma non esclusa, la pena è diminuita.

15 Art. 97 c.p. Minore degli anni quattordici Non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i quattordici anni.

16 Complessità dell imputabilit imputabilità Fonte: Gulotta e coll. 2002, p. 379

17 Valutazione psicologica dell imputabilit imputabilità Fonte: Gulotta e coll., 2002, p. 393

18 Conseguenze della valutazione sulla imputabilità Fonte: Gulotta e coll. 2002, p. 380

19 Divieto di perizia psicologica sull imputato L art. 220/2 c.p.p. dispone che salvo quanto previsto ai fini dell esecuzione della pena o della misura di sicurezza non sono ammesse perizie per stabilire l abitualità o la professionalità nel reato, la tendenza a delinquere, il carattere e la personalità dell imputato e in genere le qualità psichiche indipendenti da cause patologiche.

20 Criteriologia nosografica Concetto di imputabilità in Italia è: ancorato ad una criteriologia nosografica (si richiede la presenza di un infermit infermità mentale); si tiene in considerazione quanto questa infermità abbia inciso sulla capacità d intendere e di volere. Doppia valutazione in merito: 1. Diagnosi di un infermità. 2. Valutazione di quanto e come questa infermità abbia inciso o meno sulla capacità d intendere o di volere al momento della commissione del fatto.

21 Periti e consulenti nel processo Nel processo penale l esperto nominato dal giudice si chiama perito. Nel processo civile si chiama consulente tecnico d ufficio (C.T.U.). In entrambi i tipi di processo gli esperti nominati dalle partisichiamanoconsulenticonsulenti tecnici di parte (C.T.P.). Nel processo civile i consulenti tecnici di parte possono intervenire solo qualora sia disposta dal giudice una perizia. Il processo penale sgancia la partecipazione del consulente tecnico dalla preventiva ammissione di una perizia.

22 Perizie nel processo penale e civile Art. 220/1 c.p.p. La perizia è ammessa quando occorre svolgere indagini o acquisire dati o valutazioni che richiedono specifiche competenze tecniche, scientifiche o artistiche. Art. 61/1 c.p.c. Quando è necessario, il giudice può farsi assistere, per il compimento di singoli atti o per tutto il processo, da uno o più consulenti di particolare competenza tecnica.

23 Corte di Cassazione a Sezioni Unite Tale sistema è stato in parte attenuato da una recente sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (n dell 8 marzo 2005) la quale ha posto l attenzione non tanto sulle cause quanto sugli effetti dell infermità. Tale sentenza infatti ha stabilito che anche i gravi disturbi di personalità sono rilevanti ai fini dell imputabilità se hanno provocato effetti del tutto assimilabili ad una infermità vera e propria.

24 Art. 133, c. 1, c.p. Nell esercizio del suo potere discrezionale, il giudice deve tener conto della gravità del reato, desunta: 1. dalla natura, dalla specie, dai mezzi, dall oggetto, dal tempo, dal luogo e da ogni altra modalità di azione; 2. dalla gravità del danno o dal pericolo cagionato alla persona offesa dal reato; 3. dalla intensità del dolo o dal grado della colpa.

25 Art. 133, c. 2, c.p. Il giudice deve tener conto, della capacità a delinquere del colpevole, desunta: 1. dai motivi a delinquere e dal carattere del reo; 2. dai precedenti penali e giudiziari e, in genere, dalla condotta e dalla vita del reo, antecedente al reato; 3. dalla condotta contemporanea o susseguente al reato; 4. dalle condizioni di vita individuale, familiare e sociale del reo.

26 Discrezionalità del giudice La valutazione del giudice non può avere carattere scientifico dato il divieto di perizia psicologica sull imputato. Più che un processo logico, costituisce il risultato di una intuizione derivante da una valutazione globale dei fatti accertati e della personalità del reo. Implica la presa in considerazione, sia pure implicitamente, degli elementi indicati nell art. 133 c.p., per cui siffatta valutazione è incensurabile in Cassazione se è congruamente e logicamente motivata (Cass., VI, n. 90/184375).

27 Riferimenti bibliografici 1. AA.VV. (2009). Processi penali, processi psicologici. Milano: Giuffrè. Gulotta, G. (1987) (Ed.). Trattato di psicologia giudiziaria nel processo penale. Milano: Giuffrè. Gulotta, G. (2002a). Parte generale. La psicologia giuridica: un interfaccia tra diritto e psicologia. In G. Gulotta e coll. Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico (pp. 1-9). Milano: Giuffrè. Gulotta G. (2002b). Epistemologia. In G. Gulotta e coll. Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico (pp ). Milano: Giuffrè. Gulotta, G. & Merzagora Betsos, I. (2005). L omicidio e la sua investigazione. Milano: Giuffrè. Gulotta, G. (2008) (Ed.). La vita quotidiana come laboratorio di psicologia sociale. Milano: Giuffrè. Gulotta, G. e coll. (2002). Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico. Milano: Giuffrè.

28 Riferimenti bibliografici 2. Haney, C. (1980). Psychology and legal change: on the limits of factual jurisprudence. Law and Human Behavior, 17, Mantovani, F. (2001). Diritto penale. Padova: Cedam. Ponti, G. (1999, 4 th ed). Compendio di criminologia. Milano: Raffaello Cortina. Zara, G. (2005). Le carriere criminali. Milano: Giuffrè. Zara, G. (2006). La psicologia criminale minorile. Roma: Carocci.