Notiziario delle Comunità Cristiane di Levada - Piombino Dese - Torreselle

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1 N Notiziario delle Comunità Cristiane di Levada - Piombino Dese - Torreselle Direttore responsabile Ferruccio Bonomo - Reg. del Tribunale di Treviso n. 1 del 13/01/2011

2 Cristo è risorto. È veramente risorto! COSTRUIRE INSIEME Notiziario delle Comunità Cristiane di Levada, Piombino Dese e Torreselle N 18 - marzo 2015 Sommario Cristo è risorto. È veramente risorto! 3 Itinerario di formazione al matrimonio cristiano 4 Crisi di coppia: separazione o occasione di crescere nell amore? 5 Chi ci separerà dall amore di Cristo? 6 I 10 errori piu comuni nell educazione dei figli 8 Giornata 3a elementare a Ca Florens 10 Anche gli oratori entrano in collaborazione 11 Che cosa è mai l uomo perché te ne curi? 12 Ristrutturazione Cinema: lo stato dell arte e un prestito per lo sprint finale 13 Rendiconto parrocchia Piombino anno Tommaso Moro II ed ultima parte 16 Festa della Pace 18 Settimana comunitaria 19 Fiducia: perla di tutte le qualita 19 Campo invernale 20 Campo unitario proposto dall AC di Levada e Torreselle 21 La giornata del malato - domenica 8 febbraio Lo sballo segno dell anima che soffre per la mancanza di Dio 23 Il terzo giorno è risuscitato secondo le scritture 25 Testimonianza del Crocefisso Risorto 27 Anagrafica 28 Direttore responsabile: Ferruccio Bonomo Gruppo Redazionale: Don Giorgio Marangon, Jenny Cappellin, Luca Cappellin, Paola Galozzi, Roberto Bighin, Vania Basso, Sonia Bandiera, Laura Zanella, Mirco Simionato. Parrocchie di Levada, Piombino Dese e Torreselle - Tel La Pasqua è al centro della nostra fede. Uno dei più bei segni che attestano la Risurrezione di Gesù è il ritrovarsi insieme dei cristiani. Gesù l aveva predetto e annunciato: Quando sarò innalzato attirerò tutti a me. Infatti se Cristo non fosse risorto non saremo qui. Il saluto pasquale che potremmo farci è: Cristo è risorto e la risposta: È veramente risorto. È questa la verità della Pasqua: è questo il grido di giubilo che percorre oggi di nuovo il mondo, è questo l annuncio che fa fremere il cuore dei credenti. Cristo è risorto! La Pasqua non è semplicemente una festa tra le altre feste, è la festa delle feste, la solennità delle solennità, così come l Eucaristia è il sacramento dei sacramenti, perché la risurrezione di Cristo è il supremo intervento di Dio nella storia. Per questo, sul fondamento sicuro della risurrezione, noi possiamo, dobbiamo dare a Cristo la nostra personale dedizione, la nostra completa fiducia: Signore mio e Dio mio!, La fede dei cristiani è la risurrezione di Cristo (S. Agostino). Il cristianesimo continua il suo cammino dentro la storia degli uomini perché può contare sulla presenza di Cristo che si è fatto uomo, è morto sulla croce, è stato sepolto ed è risorto come aveva predetto. La fede cristiana è la considerazione di un grande pensatore come Romano Guardini tiene o si perde a seconda che si creda o no alla risurrezione del Signore. Essa è il suo cuore. Cristo risorto è l inizio di una nuova umanità: dobbiamo assolutamente riscoprire oggi con gioia e stupore che per tutti è il dono pasquale della luce che fuga le tenebre della paura e della tristezza; per tutti è il dono pasquale della pace che spezza le catene della violenza e dell odio. Preghiamo in questo giorno di Pasqua per quanti nel mondo soffrono a causa della violenza e dell odio. Tutta la vita del cristiano deve essere Pasqua! È assolutamente necessario diffondere nel nostro paese, nelle nostre famiglie, dentro il mondo del lavoro e della scuola come nel mondo della sofferenza, la serenità, la speranza e la fiducia che nascono dalla certezza della risurrezione di Gesù: «Sì, ne siamo certi, Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, portaci la sua salvezza». È al volto di Cristo che la Chiesa guarda. Nel volto di Cristo essa, la Sposa, contempla il suo tesoro, la sua gioia. Una Comunità senza la risurrezione sarebbe inconcepibile e noi saremmo le più misere di tutte le creature. La forza delle nostre Comunità parrocchiali è la forza stessa di Cristo, di Dio. Con essa possono costantemente rinnovare e ringiovanire se stesse in tutti i loro aspetti, in tutti i loro membri e in tutte le loro istituzioni. Ci viene così delineata la Pasqua come speranza definitiva che, grazie alla presenza di Cristo Risorto, non potrà mai venire meno. Nessuna creatura al mondo, nel giorno della Risurrezione, ha gioito come Maria. Per questo la non ci stanchiamo di cantare per tutto il tempo pasquale: «Regina caeli, laetare, alleluia Cristo, che hai portato nel grembo è risorto, come aveva promesso, alleluia». E l antifona chiude con una umanissima implorazione, piena di fiducia: «Prega il Signore per noi!». Sì, prega il Signore risorto per noi, per tutti noi! Buona e Santa Pasqua Mons. Giorgio Marangon 2 3

3 Itinerario di formazione al matrimonio cristiano Crisi di coppia: separazione o occasione di crescere nell amore? Domenica 1 febbraio scorso si è concluso l itinerario di preparazione al matrimonio cristiano organizzato dalla nostra parrocchia. Quest anno ci sono state 22 giovani coppie di fidanzati partecipanti. L itinerario ha avuto inizio il 19 ottobre e si è svolto in 9 incontri, (oltre ad altri due facoltativi di approfondimento) nei quali le tematiche affrontate hanno ripercorso le fasi della storia di ogni coppia: dal primo incontro all innamoramento, che poi si trasforma in un amore più profondo, al punto da essere in grado di esprimersi in forma di sacrificio per l altro/a. La preparazione al sacramento del matrimonio passa poi attraverso la consapevolezza che ogni coppia che si ama esprime la grandezza dell amore di Dio, perché gli sposi amandosi, amano Dio stesso, che è origine e sorgente del loro amore. Si è perciò compreso, che ogni coppia di sposi non può vivere rinchiusa in se stessa, dal momento che, tramite la grazia ricevuta nel matrimonio, il proprio amore, non solo è abitato da Dio, ma diventa una dimostrazione, tangibile e quotidiana, davanti a tutti, che Dio esiste ed è Lui stesso l Amore. L obiettivo fondamentale dell itinerario, nonché il motivo per cui è necessario frequentare degli incontri preparatori alla celebrazione del matrimonio, è proprio la comprensione della presenza di Dio nella coppia e l acquisizione della consapevolezza che, con il sacramento del matrimonio, ogni coppia diventa una ripresentazione vivente dell amore di Dio. I fidanzati al termine del percorso, nel questionario di valutazione, hanno riferito di aver apprezzato l itinerario perché durante gli incontri hanno avuto modo di approfondire molteplici aspetti del sacramento del matrimonio. Più di qualcuno ha scritto che inizialmente era spaventato dal numero di incontri, ma che durante il percorso si è reso conto che ognuno di essi è utile perché si affrontano delle tematiche di cui altrimenti non si parlerebbe in coppia. Altri sono stati soddisfatti perché è stata per loro una bella esperienza, nella quale hanno avuto la possibilità di conoscere altre coppie con le quali confrontarsi. È stato inoltre sottolineato che i temi affrontati hanno stimolato il confronto e la riflessione anche a casa, facendo così crescere e consolidare profondamente il proprio rapporto nella fede. I coordinatori dell itinerario Michela e Sergio 4 5 Quando ci hanno proposto di scrivere qualcosa su questo tema abbiamo subito accettato e avevamo tante idee. Abbiamo scritto e riscritto queste poche righe più volte perché ci sembrava di poter mancare di rispetto a chi è ancora nel momento della prova o a chi, a causa della crisi, sta ancora soffrendo. Abbiamo così deciso di condividere con voi la nostra esperienza. Ciò che ci stupisce enormemente ogni volta che ci pensiamo è quanto desiderio d amore e d amare ci sia nel cuore di ogni uomo. Riguardando alla nostra storia il nostro matrimonio è entrato in crisi piano piano quasi senza accorgercene: avevamo tutto, il lavoro, una casa, tre figli, la salute una buona e sana dose di difficoltà come tutte le famiglie del mondo. Il nostro cuore però era insoddisfatto, e ad un certo punto il nostro bisogno d amore ci ha messi con le spalle al muro. Pareva quasi non ci fosse più niente da sperare dall altro, come se quel desiderio di amare e di ricevere amore potesse trovare soddisfazione solo in qualcun altro, ma non dal coniuge. Mi tornavano in mente le parole di una vecchia prozia: il matrimonio è la tomba dell amore! Non potevamo accettare che il nostro vivere insieme fosse un semplice contratto freddo e privo di gioia. La nostra salvezza è venuta dalla proposta di un amica che c era già passata: venite via con noi una settimana, ci disse, fidatevi e vedrete! Non fu uno scherzo portare tutta la famiglia a una settimana di formazione, figli adolescenti di 14, 16 e 18 anni! Maschi! Tutti quei momenti di preghiera, Gian Pietro non era proprio abituato Alla fine ci siamo andati: e la nostra vita è cambiata! Abbiamo capito che il matrimonio è proprio la tomba dell amore! Esso contiene il nostro desiderio di amare e di amore umano, che se coltivato e curato potrebbe anche funzionare; ma quando qualcosa turba le nostre vite, quando subentrano problemi gravi o anche incomprensioni che non si risolvono, molto spesso il matrimonio contiene i resti inanimati di quella che è stata la nostra incapacità di donare amore, viziata da un egoistico bisogno di ricevere amore. Ripensammo alle promesse che ci eravamo scambiati: Io prendo te come mio/a sposo/a e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e prometto di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. Forse avevamo dimenticato queste parole. Una promessa di fedeltà in qualsiasi situazione, non solo quando tutto fila liscio. Una promessa di amore da donare per tutti i giorni della nostra vita, tutti. Pareva non ne fossimo più capaci ed era vero. Cercavamo di fare tutto da soli senza andare alla fonte dell Amore, come se Dio non centrasse per niente nella nostra relazione d amore. Pregavamo il Signore di risolvere i nostri problemi, non chiedevamo di insegnarci ad amare come Lui ci ama. Il nostro amore umano, morto e seppellito sotto un buon strato di desiderio/diritto di essere felici ha potuto risorgere, trasfigurato dall Amore Divino, che ci ha reso capaci di perdono, di conversione all altro, di desiderio di cambiare noi stessi e non l altro, di continuare a fare fatica quotidianamente per amarci di più, meglio, con pazienza, per rispettare i tempi di chi ci vive a fianco. La nostra esperienza è che noi non siamo in grado di amare da soli, abbiamo bisogno della tenerezza di Dio, abbiamo bisogno di sapere che Dio non poteva farci più belli di così l uno per l altro, e quando non ce ne accorgiamo sappiamo che dobbiamo fare la fatica di guardarci con gli occhi del Padre. Abbiamo imparato che Gesù ci ha lasciato lo Spirito d Amore del Padre e che se ci lasciamo guidare da Lui non possiamo fallire. Abbiamo imparato che la fede non è un corollario della vita, ma è la roccia su cui ancorare, fondare la vita. Abbiamo sentito che Dio non è nell alto dei cieli, ma abitata a casa nostra! È con noi tutti i giorni, ci sostiene, cura le ferite che ci facciamo di tanto in tanto, ci dona forza e speranza nei momenti tristi e bui. È un Amore che ci spinge verso gli altri per gridare al mondo disilluso e rattristato dalla realtà che c è un amore più grande che aspetta ciascuna coppia dietro alla crisi, un amore che è per tutti, basta fidarsi di Lui, che è Amore infinito. Laura e Gian Pietro

4 Chi ci separerà dall amore di Cristo? Questa espressione di S.Paolo ha echeggiato in maniera viva e vera domenica 1 marzo, durante il ritiro di Quaresima. Nella certezza di sentirci amati dal Signore, nulla ci fa più paura. Né la tribolazione, né l angoscia, né la persecuzione, né la nudità, perché dentro a queste situazioni più vicina e penetrante si fa la misericordia del Signore, per renderci parte della Pasqua di Gesù. Don Roberto Stradiotto, con il contributo di alcune coppie di sposi, ci ha introdotto nel mistero della Tenerezza di Dio nell evento della passione-morterisurrezione di Gesù, nel dono sofferto e offerto di sé per la nostra salvezza. In questo dono d amore noi siamo chiamati a conformarci, cercando di vivere le prove della vita con gli occhi della fede, continuando a fidarci e a sperare anche nelle fatiche, perché proprio in queste si manifesta la grazia e la potenza del Signore. Ringraziamo il Signore per le occasioni di crescita nella fede che dona alle nostre comunità. Di seguito riportiamo alcune testimonianze di partecipanti all incontro: La tenerezza, cioè l amore di Dio Padre e di Gesù nei nostri confronti, ci sorprende man mano che la capiamo sempre più. Ringraziamo di cuore chi ha organizzato quest incontro. Questi momenti di silenzio e riflessione sono indispensabili per una sana vita di coppia perché ci trasfigurano per poter poi scendere dal monte carichi spiritualmente e pronti per ricominciare un nuovo cammino insieme a Gesù. Don Roberto ci ha spiegato che Dio ci ha mandato il suo unico figlio perché ci ama infinitamente e Gesù si è fatto uomo, ha sofferto, ci ha perdonati, è morto e risorto per la grande tenerezza che prova per noi tutti. Gesù è stato messo alla prova, e proprio per questo è capace di aiutare e di capire fino in fondo chi è nella prova. Come ha detto Don Roberto, Dio convince, non vince, perché il Suo amore sboccia dal dolore. Gesù tocca il lebbroso e si fa toccare dalla peccatrice che gli lava i piedi con le lacrime. Questo farsi toccare lo sperimentiamo quando, in momenti difficili tra noi sposi, un gesto di tenerezza, una carezza, smuovono il ghiaccio, poi vengono le parole, le scuse, le spiegazioni. Abbiamo imparato ad andare fieri delle nostre debolezze perchè ci lasciano coi piedi per terra, ci rendono umili e bisognosi di cure come bambini. Esse ci fanno cercare l aiuto di Gesù che ci aspetta a braccia aperte nel Crocifisso per abbracciarci teneramente. Mariano e Lucia Con entusiasmo abbiamo partecipato all incontro organizzato in Quaresima, intenso periodo di grazia, iniziato domenica con la S. Messa delle ore 9,00, terminata la quale abbiamo affidato nostra figlia alle cure dell equipe di animazione dei bambini per riuscire a vivere con serenità e adeguata attenzione questo importante momento formativo e di riflessione per la nostra coppia. Nella prima parte dell incontro abbiamo potuto ascoltare la relazione di Don Roberto sulla tenerezza dell amore di Cristo che ha avuto la sua massima manifestazione di generosità nell offrire suo Figlio come sacrificio per noi. Significativo, e dalle parole penetranti è il canto che abbiamo condiviso Chi ci separerà. A grandi lettere, infatti, mette in risalto che nulla ci può separare dal suo amore, né le avversità, né le difficoltà di tutti i giorni che ci mettono a dura prova. Molto significative ed emozionanti sono state le 2 testimonianze di sposi che con molta umiltà e non senza difficoltà anche emotive, hanno voluto condividere con tutti noi la loro esperienza di vita. Il loro cammino ha visto momenti di difficoltà e di smarrimento e solo dopo aver percepito la presenza di Cristo e il suo amore incondizionato, sono potuti ripartire e trovare nuova forza che li ha visti più solidi, più uniti, più sposi nel senso più profondo. Abbiamo concluso l incontro con l Adorazione ed un momento di riflessione che ha fatto sentire la presenza di Cristo in noi e che ci ha dato la carica per vivere anche le nostre debolezze e fragilità uniti e forti. Ringraziamo di cuore per le testimonianze, Don Roberto, Don Giorgio e l equipe per questo importante ed emozionante momento in vista della Pasqua del Signore. Gianmaria e Cristina Grazie Signore per averci donato la tua parola, attraverso di essa hai parlato a ciascuno di noi raggiungendo nel profondo i nostri cuori con il tuo amore. Grazie Signore perché ci insegni a non avere paura delle tribolazioni e ci inviti a guardare a te uomo della croce che dalla morte fai scaturire la vita. Grazie Signore per le testimonianze degli sposi che con umiltà e generosità hanno condiviso momenti di dolore, di fatica ma anche di gioia nel sentirsi accompagnati e amati da te nel loro cammino personale e di coppia. Grazie Signore perché ci hai portato in disparte con tenerezza e ci hai chiesto di avere fiducia in te. L immensità dei tuoi progetti sfugge alla nostra condizione umana ma guidati dal tuo Spirito cogliamo che tutto nella nostra vita, sia le gioie che le fatiche, sono parte del grande progetto che hai per noi. Dario ed Elisa 6 7

5 I 10 errori piu comuni nell educazione dei figli Vi siete mai chiesti il motivo dell espressione educare è un arte? L opera educativa di un genitore è tanto delicata quanto meravigliosa e implica un processo di apprendimento soggetto a errori. In questi dieci punti non si vogliono muovere critiche a un opera tanto ammirevole come quella di un genitore, ma aprire spazi di riflessione in cui si valutino azioni che possono essere corrette in tempo. Vediamoli assieme: 1. USO INADEGUATO DELL AUTORITÀ È quando l autorità viene concepita solo agli estremi: autoritarismo o permissività, senza via di mezzo. Sono dannosi sia l uno che l altra; non aiutano assolutamente la formazione della persona, il primo per la posizione rigorosa dei genitori che dà come risposta figli timorosi e falsi, la seconda per eccesso di libertà che produce l effetto contrario. 2. INCONGRUENZA TRA IL DIRE E IL FARE Si riferisce alle famose minacce che non vengono mai messe in pratica e alle promesse che non vengono mantenute. Per fare un esempio migliore, è quando i genitori applicano norme o sanzioni che alla fine sono i primi a ignorare, non le fanno rispettare o finiscono per cedere. Questo indica che l autorità è debole e può essere intaccata facilmente. Tratto da un articolo di Roberta Sciamplicotti - Fonte: Aleteia, 05/11/ DISPARITÀ NELL AUTORITÀ Si riferisce alla situazione in cui la madre emette un messaggio e il padre un altro, il che provoca un labirinto in cui il figlio non sa in quale direzione andare né quale via d uscita prendere. La mancanza di unione di criteri educativi ostacola l educazione stessa. 4. CONCETTO ERRONEO DELLA LIBERTÀ È la falsa convinzione che la libertà consista nel permettere ai figli di fare ciò che vogliono, dove vogliono, come vogliono e nel momento in cui vogliono, perché si pensa che stabilendo dei limiti si impedisce il libero sviluppo della personalità. Molto diverso è educare nella libertà: permettere e promuovere nei figli il fatto di prendere decisioni sulla base di varie possibilità, aiutandoli a distinguere ciò che è fonte di beneficio e ciò che non lo è. 5. IPERPROTETTIVITÀ Non è altro che impedire l autonomia dei figli. I genitori realizzano per loro cose che sono del tutto capaci di svolgere da soli. Il frutto dell iperprotettività è l insicurezza che si genera nella persona, così come l incapacità di far fronte agli inconvenienti. È un amore possessivo, di attaccamento, che ostacola il processo naturale dei figli. 6. MANIPOLAZIONE AFFETTIVA Si verifica quando si mette in mezzo un interesse specifico del genitore per raggiungere un obiettivo con i figli. Può verificarsi a qualsiasi età, anche quando i figli si sono già fatti una famiglia e i genitori ricorrono a varie ragioni per catturare la loro attenzione. 7. RIEMPIRE I VUOTI CON BENI MATERIALI È un fenomeno che si verifica in molte famiglie attuali. La mancanza di tempo per stare con i figli viene compensata con giocattoli, computer, telefoni cellulari, ecc, che hanno l obiettivo di sostituire l affetto che i genitori non possono concedere per via delle loro occupazioni lavorative. 8. NON RICONOSCERE I LIMITI DEI FIGLI Rifiutarsi di ammettere le difficoltà che i figli presentano o richiedere loro capacità che non possiedono dà luogo a una serie di contrarietà che pregiudicano entrambe le parti. Molto spesso i genitori cercano di fare dei figli ciò che non sono riusciti a fare di se stessi, di modo che le loro frustrazioni trovino realizzazione nella vita dei figli. Un altro scenario in cui è comune questa situazione è il dinamismo della relazione famiglia-scuola, in cui gli insegnanti retroalimentano i genitori sulla condotta dei figli ed essi si rifiutano di accettare quella realtà. 9. COMUNICAZIONE CARENTE È la paura di trattare con i figli certi temi difficili da affrontare (sessualità, dipendenze, amicizie poco adatte...), che lascia nella piena libertà di trovare le informazioni in fonti che distorcono la realtà e il senso delle cose GESTIONE DELLE NUOVE TECNOLOGIE Si è osservata nelle famiglie una carenza di limiti e norme per l uso delle tecnologie, il che può aprire le porte a mondi oscuri e pericolosi per esseri umani che sono ancora in formazione, come contatti con persone sconosciute, pornografia, dipendenza dal gioco, isolamento... Dando uno sguardo a questi errori dei genitori, possiamo concludere che non è difficile cadervi, vista la nostra condizione umana. Ciò che conta è non fermarsi lì, ma cercare il modo di evitare o di affrontare gli errori dando loro una soluzione opportuna.

6 Giornata 3 a elementare a Ca Florens Appuntamento fisso di inizio quaresima sono le Confessioni dei bambini di 3^ elementare, divenuta poi occasione di catechesi per i genitori ed opportunità per stimolare la loro crescita di coppia. Domenica 22 febbraio noi catechiste della collaborazione abbiamo accompagnato le famiglie a Cà Florens e per alcune di noi era la prima esperienza. Per noi è stata una bella occasione di incontro e conoscenza con molti genitori, oltre che tra noi catechiste delle tre parrocchie. Abbiamo raccolto delle testimonianze da alcuni genitori presenti, per un racconto in prima persona su come hanno vissuto quest incontro formativo. L incontro di domenica 22 febbraio a Ca Florens è stato molto bello ed interessante. La cosa che più mi ha colpita è stato che Don Giorgio nella catechesi non ci ha parlato della confessione ma ci ha detto che i nostri figli si educano ad essere cristiani proprio in famiglia, vivendo nel loro cuore ciò che noi proviamo nell essere genitori, genitori cristiani e parte della Chiesa cristiana. Ci ha poi parlato di quali possono essere le difficoltà che possiamo incontrare come coppia e quali possono essere i rischi ai quali le tentazioni, soprattutto telematiche, ci espongono. Mi ha stupito molto, in positivo, questo approccio e penso sia utile parlare fra coppie di queste tematiche. Sapere che tutti passiamo momenti difficili, poter condividere e trovare supporto nella comunità cristiana aiuta molto. Al contrario, la società attuale ci propone come soluzione ai problemi di coppia la separazione. Don Giorgio ha parlato a noi genitori di quella che è la quotidianità di coppia che dall innamoramento iniziale passa all amore più consapevole che matura col passare degli anni. Nessuna coppia è immune a problemi e difficoltà durante il proprio cammino ma con l aiuto reciproco si riescono a superare gli ostacoli. È stato confortante comprendere e ritrovarsi nelle situazioni descritte dal parroco. Il tema principale della riflessione è stata la tenerezza tra gli sposi. Spesso, poco attenti a questo sentimento perché concentrati sui figli, sul lavoro o qualcos altro, si rischia di trascurarsi e di cadere a lungo andare nell indifferenza tra sposi, provocando grandi fragilità. Don Giorgio ci ha ricordato che dobbiamo dare valore alla tenerezza, all abbraccio, rendere primario il benessere dell altro, non per debolezza ma, al contrario, per rendere più forte il rapporto di coppia e dare nuovo vigore. Quella tenerezza e quell amore che Cristo ci riserva col suo abbraccio misericordioso proprio nel sacramento della Confessione. E importante mantenere la singolarità dell individuo uomo-donna per essere complementari alla solidità della famiglia e farla crescere più forte. Siamo usciti dalla giornata consapevoli che la nostra coppia è lo specchio per i figli e l amore che sappiamo esprimere è sicuramente un bagaglio che si portano nel costruire la propria vita serena. A noi che non eravamo alla prima esperienza, avrebbe fatto piacere anche comprendere più in profondità il sacramento del perdono, per poter accompagnare con più consapevolezza i nostri figli verso questo importante passo, dato che proprio noi siamo i primi ministri dell Anima dei nostri bambini e quindi i primi a trasmettere loro la fede. Ca Florens! E un esperienza di vita che merita di essere vissuta perché è grande la ricchezza che trovi e che ti porti a casa. Scopri o confermi quanto è bello essere coppia e quanto è semplice essere genitori, se hai per amico Gesù. E un occasione di amicizia per rinsaldare dei legami, ma pure per costruirne di nuovi nella libertà di essere se stessi: chi vuole parla, chi vuole ascolta. Ringrazio il Signore che ci da la forza di superare la tentazione di rimanere a casa perché presi da un po di pigrizia, dalla titubanza e a volte anche da un po di superficialità. Il piacere e la gioia che poi si sperimenta ripagano grandemente della fatica iniziale. Anche i figli si trovano bene, sia quelli impegnati per la preparazione al sacramento sia i fratelli e le sorelle: per loro è come il pane quotidiano, hanno bisogno di stare insieme e di nutrirsi di queste relazioni per crescere ricchi e saldi interiormente. A volte noi genitori sottovalutiamo facilmente queste opportunità di crescita presi dai nostri interessi, desideri e incertezze privando i bambini, e anche noi (coppie e singoli), di occasioni veramente significative. Se imparassimo con fiducia a investire di più in esperienze simili forse vivremo meglio e con maggior slancio, superando più agevolmente le prove della vita. Oltre al cibo spirituale, c è anche il momento del cibo materiale: il pranzo. Da sempre mangiare insieme è un momento speciale di condivisione e di comunione, a noi piace molto, rende la vita più solare che mai, anche se fuori il tempo è brutto e il clima freddo e piovoso come il 22 febbraio scorso. Ma la fiducia alla fine ripaga: ad un certo punto sono sbucati raggi di sole che hanno illuminato il nostro ritorno a casa. Come per dire: siamo arrivati con le ombre, ritorniamo con le luci Le catechiste con la collaborazione di alcuni genitori dei bambini di 3 a elementare Anche gli oratori entrano in collaborazione Da tempo, tra le parrocchie di Torreselle e Levada, è iniziata una collaborazione su diversi aspetti della vita comunitaria, ora anche i comitati degli oratori hanno deciso di iniziare un percorso di collaborazione arrivando, a breve, a una completa unificazione. Data la necessità di allineare gli ambienti oratoriali alle normative vigenti e viste le prospettive di ampliamento degli spazi che si renderanno disponibili a Torreselle dopo l unificazione delle Scuole Materne, i due direttivi si sono trovati d accordo nell unire le forze. Una delegazione di Torreselle e Levada si è recata a Treviso presso la sede del NOI Treviso (è il Comitato Territoriale della Diocesi di Treviso che mira al sostegno dei Circoli-oratori a lei affiliati) per valutare un eventuale affiliazione. L incontro è stato positivo per i vantaggi che tale adesione porta a livello di consulenza fiscale, adempimenti burocratici e per le varie offerte formative proposte. Pertanto il prossimo passo sarà quello di costituire una APS (Associazione di Promozione Sociale non Profit) con la sottoscrizione di un atto che verrà depositato all Agenzia delle Entrate. In un primo momento l Associazione avrà due sedi operative, una a Torreselle e una a Levada, per poi unificarsi definitivamente a Torreselle in un solo ambiente capace di accogliere giovani e non più giovani, per un educazione cristiana, nell amicizia, nel gioco e nel servizio. Obiettivo non meno importante è che l oratorio diventi un punto d incontro per le famiglie perché possano mettersi in gioco confrontandosi sulle problematiche della vita quotidiana, sulla crescita dei figli e aiutandosi a raggiungere la consapevolezza della grande forza che proviene dalla Fede in Gesù nell affrontare le varie difficoltà della vita e per dare speranza ai nostri figli. L auspicio è che questa nuova realtà di collaborazione possa diventare uno strumento prezioso a servizio delle nostre comunità. NOI ce la stiamo mettendo tutta ma abbiamo bisogno della collaborazione e il sostegno di tutti! Il Direttivo Oratorio San Giovanni Bosco 10 11

7 Che cosa è mai l uomo perché te ne curi? Ristrutturazione Cinema: lo stato dell arte e un prestito per lo sprint finale Le nostre scuole materne, scuole di ispirazione cristiana/cattolica sono mezzo privilegiato volto alla formazione integrale dell uomo nella prospettiva di una visione cristiana del mondo, della persona e della storia. Le scuole di ispirazione cristiana non sono qualcosa in più, ma qualcosa di diverso. La scuola dell infanzia di ispirazione cristiana non programma solo un percorso di apprendimento, ma cura le condizioni perché ogni bambino possa sviluppare le sue potenzialità in un clima di fratellanza, favorisce le domande di senso e testimonia un progetto di vita buona alla luce del Vangelo. La scuola accompagna e aiuta la missione educativa dei genitori, primi e insostituibili maestri dei loro figli. Insieme si vuole essere fratelli nel cercare di essere testimoni di fede, aiutandosi, sostenendosi per suscitare l interesse per Cristo, il desiderio di Lui per essere quindi vicini ai nostri bambini e ragazzi che come Gesù bambino cresceva in sapienza, età e grazia. A queste motivazioni sono mossi gli incontri formativi, le riunioni di sezione, i momenti di preghiera. La scuola dell infanzia SS. ANGELI in occasione del Natale 2014 ha proposto, domenica 21 dicembre, un momento particolare coinvolgendo le famiglie e i bambini del catechismo delle classi elementari di entrambe le parrocchie di Torreselle e Levada. L incontro di preghiera ASPETTARE e ACCOGLIE- RE ha voluto essere stimolo ad andare incontro a CHI viene incontro a noi e ci si dona, Gesù ed accogliere Dio nella forma dell attesa percependosi creature perennemente attese da Lui, desiderate, incontrate, amate. Il momento è stato suddiviso in 3 parti: - Aspettare e sperare. alcune mamme in dolce attesa si sono alternate nella recita di una preghiera quale richiesta al Signore di: una attesa consapevole dell immensa ricchezza del dono ricevuto di una nuova vita; di un sereno affidamento alla Sua provvidenza. È seguito poi l accensione della Candela della Speranza da parte delle mamme dei bambini della scuola materna. - Invocare. I bambini accompagnati da alcune preghiere d invocazione da parte dei ragazzi del catechismo hanno interpretato le pecorelle smarrite (il progetto educativo dell anno è sviluppato sulla parabola della pecorella ritrovata e la figura del Buon Pastore). Coperti e nascosti da teli, i bambini sono stati poi scoperti dai papà e accompagnati su vie sicure di Amore, Aiuto, Amicizia, Accoglienza (i teli rappresentavo i pesi, le stanchezze, le ferite che spesso ci tengono nascosti e ci allontano dal Signore). - Vegliare. L assemblea ha recitato una preghiera per chiedere la disponibilità a riconoscere, ad accogliere, a testimoniare la presenza di Gesù. La partecipazione è stata numerosa. I presenti: bambini, genitori, nonni, ragazzi del catechismo e dell oratorio, si sono lasciati trasportare dalle preghiere, dai canti, dalle letture del Vangelo, dai segni proposti, dalle parole di don Giorgio in un clima di religiosa comunione. A quanti uscendo da messa, fissando lo sguardo sui lavori di ristrutturazione dell ex-cinema Montello, si saranno chiesti quanto durerai sti lavori? Xei drio finir?, possiamo dare una scadenza di termine lavori: FINE GIUGNO A breve quindi terminerà l opera fiore all occhiello della nostra comunità. É questa l occasione di fornire un quadro completo sui lavori che sono già stati realizzati e sullo stato di avanzamento di quelli in programma. Il complesso dei lavori, suddiviso in tre fasi esecutive, è completato per quanto riguarda le prime due e la terza è tutt ora in compimento. Nel 2013 hanno avuto termine la prima e seconda fase, rispettivamente il rifacimento del tetto ad opera dell impresa Zanchin e i lavori di rinforzo strutturale a cura dell impresa Formentin. La terza fase, che prevede dapprima la realizzazione di impianti di climatizzazione e degli impianti elettrici e in seguito la finitura delle opere edili, la posa degli arredi e l installazione degli impianti audiocinevisivi, è in piena attività ad opera di imprese piombinesi e non che si alternano per le diverse competenze. Ci siamo dunque! Entro il mese di giugno 2015 la ristrutturazione dell ex Cinema Montello sarà portata a termine e potremo finalmente ammirare e godere la nuova Sala Polivalente nel suo ritrovato splendore. Fino ad oggi tutte le spese sono state sostenute con l apporto di contributi esterni (Comune, Vescovo, Regione, Fondazione Cariparo) e con le disponibilità della gestione ordinaria della Parrocchia, senza cioè chiedere interventi straordinari alla Comunità. Ora invece per ultimare il lavori e riportare in vita un bene che è patrimonio di tutti, siamo chiamati a fare fronte comune mettendo in gioco nuove risorse per uno sprint finale molto impegnativo. Si tratta della copertura dell ultima tranche di lavori relativa in particolare all acquisto ed installazione degli impianti cineaudiovisivi e degli arredi per un importo complessivo di circa Come reperire una somma così importante in un periodo relativamente breve? La proposta in campo è quella annunciata in Chiesa dal Parroco domenica 8 febbraio 2015: coinvolgere la comunità parrocchiale con la richiesta di prestiti personali secondo le possibilità di ciascuno, e quindi con importo libero e con un impegno scritto della Parrocchia alla restituzione dopo 4 anni dalla data del prestito. Perché questa proposta? Tutti sappiamo quanto difficile sia il momento storico che stiamo vivendo e come il prolungarsi della crisi stia segnando la vita di molti nella comunità. Chiedere allora a quanti ne hanno la possibilità, non una donazione, ma una disponibilità di denaro momentanea per finanziare l ultima parte dei lavori, è sembrata la modalità più ragionevole per affrontare questo problema. Con un impegno in più: restituire il prestito anticipatamente qualora, per una particolare situazione di bisogno, ne venisse fatta richiesta. Ricapitolando, i prestiti avranno le seguenti caratteristiche: - Importo libero - Durata 4 anni - Contratto scritto che impegna la Parrocchia alla restituzione decorsi 4 anni - Possibilità di richiedere il rimborso anticipato Allora adesso tocca a noi! L auspicio è che in tanti possiamo rispondere all invito fatto in Chiesa dal nostro Parroco: Vi aspetto in Canonica. Ing. Carnio Roberto Volpato e Michela De Franceschi 12 13

8 Rendiconto parrocchia Piombino anno 2014 L Amministrazione economica della comunità viene distinta in tre ambiti: - Cassa Parrocchiale (gestione diretta del Parroco): - Oratorio S. Domenico Savio (amministrazione indipendente: Direttivo dell Oratorio) - Scuola Materna S.Giuseppe (amministrazione indipendente: Comitato di gestione) CASSA PARROCCHIALE (chiesa-campanile e canonica) Nel rendiconto finanziario dell anno 2014 sono elencate le entrate ed uscite derivanti dalle attività religiose della Parrocchia e dalla gestione della Canonica. Le entrate ordinarie hanno subito un calo rispetto all anno precedente di circa Le buste raccolte in occasione della Pasqua 2014 sono state 188 per un totale di (Pasqua 2013 nr. 307 per ), mentre per il Natale 2014 sono pervenute nr. 374 buste per un totale di (Natale 2013 nr 389 per ). Tra le uscite di natura straordinaria si evidenzia l importo di versato a saldo del secondo stralcio dei lavori di ristrutturazione dell ex Cinema Montello e per il pagamento di parte del terzo stralcio riguardante la realizzazione degli impianti elettrico/idrico sanitario/ condizionamento. L ammontare della spesa stimata per l intero restauro è di ; le spese sostenute dall inizio dei lavori fino al 31/12/2014 sono di Le spese complessivamente ancora da sostenere per il completamento dell opera, previsto entro giugno 2015, ammontano ad Tali spese sono coperte per un importo di Rimane da coprire un importo di circa ORATORIO S. DOMENICO SAVIO Il rendiconto finanziario dell Oratorio descrive in modo sintetico le entrate ed uscite relative alle attività svolte nel corso dell anno Anche per quest anno le voci più importanti relative alle entrate riguardano i tornei di calcio, l attività del Grest con la festa di chiusura delle attività estive, la raccolta del ferro vecchio ed il contributo del 5x1000, quest ultimo per un importo di ( nel 2013). Nel 2014 è stata acquistata una porzione di cucina per il laboratorio del grest, le panche e i tavoli per le feste, un aspirapolvere per le pulizie dei locali e delle scaffalature che sono state montate nel nuovo ripostiglio per le pulizie. È stata rifatta la pavimentazione del palco e l inserimento di lampade d emergenza nel capannone tenda dove si svolgono le feste. Sono stati sostituiti dei fari e sono state fatte le manutenzioni al campo da calcio e al tagliaerba. SCUOLA MATERNA S.GIUSEPPE Il rendiconto economico finanziario del Centro dell Infanzia San Giuseppe, relativo all anno scolastico , evidenzia il perdurare delle difficoltà economiche nella gestione corrente della scuola, anche se la perdita d esercizio (circa 55 mila euro) risulta inferiore a quella dell anno precedente. Le cause sono ancora una volta l insufficiente sostegno statale e un ulteriore riduzione del contributo regionale, mentre il numero dei bambini frequentanti rimane pressoché invariato, ma comunque inferiore a quello degli scorsi anni. Evidentemente diverse famiglie, avendo perso o diminuito il lavoro, si sono viste costrette a tagliare anche una spesa importante come quella per l educazione dei figli. I costanti contributi dell Amministrazione Comunale, le offerte dei parrocchiani e degli industriali hanno consentito di ridurre molto il debito verso privati e fornitori, nonostante la crisi che stiamo vivendo tutti. Un grazie di cuore va dunque alle istituzioni, aziende, associazioni e persone che, portando avanti diverse iniziative (adozioni, offerte in occasione dei funerali, contributi delle aziende) hanno consentito di arrivare a questo risultato. Un aiuto importante è venuto anche dal Credito Trevigiano che, dimostrandosi particolarmente sensibile alle attività educative, lo scorso anno ha concesso alla Parrocchia un finanziamento a tasso zero. Non è facile, nel panorama odierno degli Istituti di Credito, trovare simili disponibilità e agevolazioni. Tuttavia la posizione debitoria rimane pesante, principalmente in relazione all accantonamento del fondo per il trattamento di fine rapporto del personale dipendente (pari, a fine 2014, a circa 165 mila euro). Occorre pertanto fare ancora appello alla generosità di tutti, affinché continuino quelle azioni di sostegno così vitali per la Scuola materna San Giuseppe. Appare evidente che la sopravvivenza stessa della Scuola Materna è legata alla generosità della comunità e delle forze economiche locali, a supplenza di una volontà politica latitante, che si ostina a non voler riconoscere la parità scolastica, anche dal punto di vista economico, delle scuole materne parrocchiali, pur svolgendo queste un servizio pubblico a tutti gli effetti. RENDICONTO CASSA PARROCCHIALE ANNO 2013 (chiesa-canonica) entrate ordinarie saldo attivo 01/01/2014 (cassa/banche) ,14 uscite ordinarie spese per il culto e il servizio liturgico ,63 elemosine domenicali e offerte candele votive ,00 (sacerdoti-sacrista-candele-fiori-foglietti-libretti canti, ecc.) spese per la gestione della parrocchia ,97 offerte per servizi religiosi (riscaldam.-energia-personale-vitto) (battesimi/matrimoni/funerali/benedizioni case) ,00 manutenzione ordinaria dei fabbricati 3.993,37 offerte per buste annuali ,00 (Tinteggiatura, Ripristino gradini e camino Canonica, ecc. ) offerte bollettino parrochiale 3.435,00 ufficio parrochiale ed uscite varie ,54 entrate varie 5.448,83 (tasse -assicurazioni-telefonia-materiali ufficio, ecc.) entrate straordinarie offerte straordinarie e per fini specifici ,00 uscite straordinarie acquisto/manut. impianti ed attrezzature ,60 contributo sacerdoti alle spese canonica ,00 (Impianto Telefonico e Fotocopiatore Canonica) contributi straordinari cinema montello ,00 spese eredita meris 7.188,00 finanziamento cinema montello ,00 ristrutturazione cinema montello ,78 rimborso finanziamento cinema montello ,00 saldo attivo 31/12/2014 (cassa/banche) ,08 RENDICONTO ORATORIO S.DOMENICO SAVIO ANNO 2014 (gestione indipendente) entrate saldo attivo 01/01/2014 (cassa/banche) ,00 uscite spese approvigionamenti bar 9.469,38 incassi bar oratorio ,00 uscite tesseramento noi 2.394,50 entrate tesseramento noi 2.994,00 spese gestione grest 3.905,00 entrate grest(iscrizioni-mercatini ecc.) 9.328,00 spese festa di chiusura grest 3.824,00 entrate festa di chiusura grest 4.718,50 spese tornei di calcio 3.348,00 entrate tornei calcio 4.319,00 spese di gestione immobile (gas, luce,rifiuti) 9.773,15 contributo raccolta ferro vecchio 4.320,00 spese di gestione immobile (manut. ord.e straord.) 4.767,14 contributo 5x ,19 saldo attivo oratorio 31/12/2014 (cassa/banche) ,43 CONTO ECONOMICO SCUOLA MATERNA S.GIUSEPPE 01/09/ /08/2014 (gestione indipendente) entrate contributi famiglie ,00 uscite utenze e servizi ,00 contributi ministero ,00 manutenzioni e riparazioni 4.942,00 contributi regione ,00 costo personale dipendente ,00 contributi comune (convenzione) ,00 servizi e consulenze ,00 contributi comune (straordinari) ,00 trasporto e referezione e altre spese generali ,00 contributi c/impianti ,00 ammort. beni materiali e totale entrate ,00 oneri tributari e finanziari ,00 totale entrate ,00 totale uscite ,00 perdita d esercizio ,

9 TOMMASO MORO II ed ultima parte Rieccoci con l intervista al nostro personaggio dell anno, il signor Tommaso Moro, importante figura storico-politica vissuta nel Cinquecento, in Inghilterra! Famoso non solo per il suo operato a livelli molto alti, ma anche per la sua chiara e netta posizione negli affari di politica e religione. Posizione fedele alla Chiesa di Roma, posizione che gli costò la vita. Signor Moro, qual era il suo rapporto con il sovrano d Inghilterra Enrico VIII? Ho iniziato a lavorare per Enrico VIII nel È stata una carriera brillante. Il sovrano non ha mai nascosto che stimava il mio operato e mi ha affidato operazioni diplomatiche molto importanti. Non per vantarmi, però sapeva che poteva contare su di me, in quanto tutti mi conoscevano per una persona integra, salda nei propri principi e amante dello studio. Ma non per questo ero un tipo antipatico. Anzi mi piaceva scherzare. Credo che proprio questo mio essere serio al punto giusto piacesse al re. Nel 1529 le ha affidato un incarico particolarmente importante: Cancelliere del regno. Sì, è accaduto in un momento di crisi politica ed economica. Dunque non un periodo semplice. Sono stato il primo laico a ricoprire questa carica. Non so se voi italiani abbiate questa figura, ma il Cancelliere è il giudice supremo del regno e il portavoce del sovrano. Quando si ricopre un ruolo del genere non si può sbagliare. Ma chi era Enrico VIII? Descrivere un re non è cosa semplice. Ma vi posso tratteggiare l aspetto che forse più vi interessa, ovvero quello religioso. Tutta l Europa pensava che Enrico fosse un cristiano obbendietissimo. Sentiva due messe al giorno. La domenica amava la messa cantata. Cercava sempre di difendere il clero dalle angherie del parlamento, poiché era sempre pronto a togliergli autonomia e beni. Si diceva sottomesso agli insegnamenti della Chiesa. Scrisse persino inni. Quando Lutero aveva attaccato il Papa, lui gli scrisse in difesa dei 7 sacramenti. Insomma un sovrano fedele al Papato. Diciamo pure un sovrano modello. Ma poi cosa è successo? Esatto, Enrico VIII era visto da tutti come un monarca modello. Un uomo virtuoso. Ma lui amava più l apparenza delle cose che le cose stesse. Era un ragazzo, permettetemi, viziato. E lo ha dimostrato la storia. La prima moglie Caterina non gli aveva dato figli maschi, ma solo una femmina, Maria. Ma una donna avrebbe potuto governare l Inghilterra? Il popolo avrebbe accettato il marito che lei avrebbe avuto, probabilmente uno straniero? Questi dubbi lo attanagliavano. A questo si sommò Anna Bolena. Il sovrano restò ammaliato dalla giovane e tentò in tutte le maniere di farsi annullare il matrimonio con Caterina. Invano. L unica via che gli rimase fu lo scisma. E Lei signor Moro, che posizione tenne in tutto questo? Ho sempre cercato di fare del mio meglio nella mia funzione di cancelliere. E ho sempre cercato di essere leale al mio sovrano. E lealtà significa sincerità. Sincerità con il proprio re, ma soprattutto con se stessi. Non potevo condividere la sua posizione, il suo distacco dalla Chiesa, solo perché la Chiesa non gli dava quello che lui voleva, ovvero dichiarare nullo un matrimonio che nullo non era. Non puoi pensare, che, nella tua funzione di sovrano, puoi ottenere tutto ciò che vuoi solo in virtù dei tuoi desideri. La Chiesa non può assecondare le velleità umane. Sapevo che nella mia funzione di cancelliere il re si aspettava che portassi avanti la sua battaglia, ma non potevo. Non potevo assecondarlo e tradire la Chiesa di Cristo. Così decisi di dimettermi nel 1932 e ritirarmi. E i suoi familiari accettarono questa sua scelta? Non fu una scelta facile per certi versi. Il mio ruolo di Cancelliere mi aveva portato ad avere un buon stipendio e tutta la mia famiglia viveva sulle mie spalle. Ci ritrovammo a fare i conti con la povertà abbandonati anche da quelli che credevamo amici. Ma è nei momenti duri che il legame si rafforza. Nessuno dei miei figli, né mia moglie mi ha mai rimproverato per la mia decisione. Sapevano che agivo secondo coscienza. E credo intuissero cosa mi sarebbe successo anche in seguito. Cosa intende? Quando Enrico VIII ha celebrato le sue nozze con Anna Bolena, seppur la mia presenza fosse gradita, non ho partecipato all incoronazione della nuova regina. È stato l inizio della mia fine, permettetemi il gioco di parole. Non potevo riconoscere la legittimità di quel matrimonio. La mia coscienza non me lo permetteva, la mia fedeltà alla parola di Cristo e alla sua Chiesa non me lo permetteva. Si tentò di tutto nei miei confronti finché il re mi fece imprigionare nella Torre di Londra. Ma non mi lasciai piegare, e rifiutai di prestare il giuramento che mi si chiedeva. Che tipo di giuramento? Giurare l atto di successione: si dichiarava legittima solo la prole nata dall unione di Enrico VIII con Anna Bolena. Ma oltre a ciò si asseriva la supremazia del sovrano sul potere spirituale. Come cittadino privato non spettava a me decidere chi poteva succedere al trono. Ma non potevo, come cristiano, prestare giuramento contro la mia religione. È per questo che nel corso del processo intentatomi mi schierai apertamente e senza dubbio a favore dell indissolubilità del matrimonio, del rispetto del patrimonio giuridico ispirato ai valori cristiani, della libertà della Chiesa di fronte allo Stato. Ma Lei sapeva a cosa sarebbe andato incontro? Signor Moro, non si rendeva conto? Questa sua posizione la portava dritto al patibolo! Grazie per la domanda. In certi momenti della vita si devono prendere decisioni che mai ti saresti aspettato. Non nego di aver avuto paura. Pregai, pregai il Signore di aiutarmi a prendere la decisione giusta in una situazione simile. La prova è nella sofferenza. Certo che mi rendevo conto, sapevo che la mia netta posizione mi avrebbe costato la vita. Ma non si può dire di amare Cristo e poi tradirlo. Non possiamo negare signor Moro, che la sua storia ha lasciato attoniti molti Piombinesi. Per la forza che Lei ha dimostrato, disposto a morire e a lasciare tutto in nome della Verità. Una coscienza illuminata dal Vangelo, che non teme la morte, anzi la supera col martirio, quando il Bene e il Vero trionfano. Ma un po di incredulità sulla sua figura però rimane ce lo permetta. Non tanto per la sua vita di integerrimo servitore del re, o per la sua buona figura di padre, ma proprio per questa sua fine tragica: perché morire per un divorzio? Non è semplice capire la mia scelta, lo so. Ma non si tratta solo della questione di un divorzio. Quello che si stava facendo all epoca era qualcosa di molto grave. Si stava cercando si asservire la dottrina ai propri desideri. Il sovrano voleva arrogarsi il potere di essere al di sopra della Chiesa, voleva decidere lui cosa era Bene e cosa era Male. Questo non potevo accettarlo. Vi dirò quello che ho detto allora a chi mi stava accusando Supponete che il parlamento facesse una legge che Dio non è più Dio, direste voi allora che Dio non è Dio?. Ora questa domanda la giro anche a voi Condannato dal Tribunale, Tommaso Moro venne decapitato il 6 luglio del Le sue ultime parole furono Io muoio fedele a Dio e al re, ma a Dio prima di tutto. Nel 1850 fu ricostituita in Inghilterra la gerarchia cattolica. Fu così possibile avviare le cause di canonizzazione di numerosi martiri. Tommaso Moro insieme a 53 altri martiri fu beatificato dal Papa Leone XIII nel Fu poi canonizzato da Pio XI nel 1935, nella ricorrenza del quarto centenario del martirio. Nel 2000 Giovanni Paolo II lo ha proclamato patrono dei governanti e dei politici. Così afferma il Papa nella sua proclamazione: Si distinse per la costante fedeltà all autorità e alle istituzioni legittime proprio perché, in esse, intendeva servire non il potere, ma l ideale supremo della giustizia. La sua vita ci insegna che il governo è anzitutto esercizio di virtù. Forte di tale rigoroso impianto morale, lo Statista inglese pose la propria attività pubblica al servizio della persona, specialmente se debole o povera; gestì le controversie sociali con squisito senso d equità; tutelò la famiglia e la difese con strenuo impegno; promosse l educazione integrale della gioventù. Il profondo distacco dagli onori e dalle ricchezze, l umiltà serena e gioviale, l equilibrata conoscenza della natura umana e della vanità del successo, la sicurezza di giudizio radicata nella fede, gli dettero quella fiduciosa fortezza interiore che lo sostenne nelle avversità e di fronte alla morte. La sua santità rifulse nel martirio, ma fu preparata da un intera vita di lavoro nella dedizione a Dio e al prossimo. A cura di Jenny Cappellin

10 Festa della Pace Settimana comunitaria Fiducia: perla di tutte le qualita Anche quest anno, come di consueto, si è svolta la festa della Pace per i ragazzi dell ACR. L 8 febbraio i comuni di Piombino e Trebaseleghe, con il supporto delle loro frazioni Levada, Torreselle, Silvelle e S. Ambrogio, si sono ritrovati alla S. Messa delle 9.00 a Piombino. Successivamente i ragazzi, circa un centinaio, si sono recati in oratorio per svolgere varie attività inerenti al problema dell acqua nel mondo. Si sono interrogati molto su questa risorsa fondamentale per la vita, cercando di trovare alcune soluzioni concrete per ridurne al minimo lo spreco. Dopo aver pranzato tutti assieme hanno dato vita alla vera e propria novità di quest anno: la marcia della pace. I nostri ragazzi e animatori hanno camminato lungo le strade principali del centro facendo tappa in alcuni giochi nelle varie piazze del paese. Nel pomeriggio inoltre, l attività pensata per i genitori dei ragazzi ha visto una buona partecipazione. Infine genitori, ragazzi ed animatori si sono riuniti per concludere tutti assieme. Il gadget proposto dall AC quest anno,in linea con lo slogan scelto Dai vita alla pace, è una piccola scatola di matite che, al termine del loro utilizzo, se piantate in un vaso, curate e coltivate danno vita a nuovi, colorati e gustosi frutti. Il ricavato dalla vendita di queste matite servirà per l acquisto di una pompa Volanta in Burkina Faso, un macchinario che pompa l acqua dai pozzi fino in superficie, fornendo acqua per tutti. Jenny e gli educatori ACR A partire dal mercoledì delle Ceneri e fino alla prima domenica di quaresima, un gruppo di giovanissimi di terza, quarta e quinta superiore, assieme agli animatori, hanno vissuto assieme nella canonica di Levada pur mantenendo ciascuno le proprie attività quotidiane fatte di studio, lavoro, sport ma con un valore aggiunto: la condivisione. Questa condivisione è andata ben oltre l apparenza, ovvero oltre agli spazi di vita e ai tempi, che quando si è in tanti si allungano inevitabilmente, ed è arrivata fino allo spirito, aiutando ciascuno ad uscire dagli schemi individualistici a cui spesso si rischia di fare riferimento. Nel corso della settimana, i ragazzi si sono lasciati guidare dalla Parola del Signore, in particolare il Vangelo di Giovanni 1, 35-51, alla riscoperta della fiducia: di quanto sia bello e importante dire e sentirsi dire mi fido di te, di quanto a volte sia difficile e forse anche doloroso farlo, ma di come il Signore per primo si sia fidato di ciascuno incondizionatamente. La fiducia è un atteggiamento insito nell essere umano a partire dal bambino che si fida dei genitori, ma crescendo quanto è faticoso mantenere pura questa fiducia e rispondere a quella domanda che tanto è risuonata in questi giorni: e tu, cosa sei disposto a perdere?, quando l economia sembra non dare futuro o quando la società sembra far prevalere l individualismo bene, è proprio in questo contesto che si innesta la sfida della fiducia: fare memoria della fiducia data e della fiducia ricevuta, della fiducia in se stessi e della fiducia nel Signore e del Signore. La fiducia in se stessi, in particolare, accresce quanto più si percepisce la fiducia da parte degli altri e perciò è il Signore che, essendosi fidato per primo, ci dà la possibilità e la capacità di fidarci di Lui e degli altri. Le esperienze di fiducia di ciascuno sono state rappresentate dai ragazzi sottoforma di favole che poi ciascuno ha donato al resto del gruppo e di cui di seguito sono riportati alcuni stralci, mentre gli ingredienti che fanno nascere la fiducia sono stati rappresentati in un disegno sul sagrato della chiesa di Levada fatto con i gessetti che riportava queste parole: tempo, ascolto, relazione e cuore aperto. Ecco, io ora ti tengo nel palmo della mia mano. Potrei chiuderla e stringerti ma non lo farò. Non fu affatto facile ma, con l aiuto e l incitamento di tutte le sue amiche zebre, [ ] arrivarono alla pozza. Passarono i momenti più intens i della loro vita. Lui era il ragazzo più timido del mondo, ma ora è il ragazzo più felice, lei era il suo alter-ego, ora ha una marcia in più. La stella sicura delle parole della luna e fidandosi, iniziò ad irradiare dapprima una lieve luce che cresceva nella notte, finché riuscì ad essere lume di speranza e gioia per l uomo [ ] Da quel momento avrebbe cominciato a cercare la 18 19

11 fiducia di altri uccellini e soprattutto a darla per sentirsi la fortezza di qualcuno. La settimana comunitaria si è conclusa in un momento di veglia e adorazione che ha permesso a ciascuno di fare il punto sulla propria fede e di vivere un gesto concreto di fiducia: il Signore che per primo ci vuole incontrare e ci viene incontro chiamandoci per nome. E di quell incontro, come di ogni incontro che genera fiducia, rimane una traccia profonda e precisa com è stato per i discepoli Disse loro: venite e vedrete. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno di fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio (Gv 1, 39). Ilaria e gli educatori ACG Campo invernale Dal 26 al 28 dicembre scorso i ragazzi di ACG di Piombino (dalla I alla V superiore) hanno vissuto l esperienza del campo invernale, presso la casa sant Antonio- Valgiardini di Asiago. Tra giornate di sole e di neve, abbiamo trascorso due giorni conoscendo e riflettendo sulla figura di san Tommaso Moro, a cui verrà dedicato il nuovo cinema-teatro. Le attività e i giochi proposti hanno messo i ragazzi di fronte a tre importanti valori e tematiche, di cui Tommaso Moro è stato esempio coerente durante tutta la sua vita: relazioni e fedeltà, politica e onestà, società e carità. Sono stati due giorni intensi e carichi di attività, momenti di svago e di preghiera, ma è stato bello e quasi sorprendente ascoltare cosa più è rimasto ai ragazzi di questa breve esperienza e vedere come possa parlare loro, ancora oggi, un personaggio vissuto più di 500 anni fa, attraverso la sua grande testimonianza di fede. Ludovica e gli educatori Campo unitario proposto dall AC di Levada e Torreselle Quest estate le nostre comunità parrocchiali di Levada e Torreselle vivranno per la prima volta una forte esperienza di condivisione proposta dall AC parrocchiale: il campo unitario! Eh? Un campo unitario? Cosa significa? Per un intera settimana, a partire dal giorno 1 Agosto e fino al giorno 8 Agosto 2015, bambini, ragazzi, giovanissimi, giovani e adulti (dagli 0 ai... anni) condivideranno una settimana di vita insieme in località Tonezza del Cimone (VI), presso la casa AC Fanciullo Gesù della diocesi di Vicenza. Attività unitarie e condivise, altre specifiche per settore (giovanissimi, giovani e adulti) o articolazione (ragazzi), ci guideranno in un cammino che ci porterà a rinnovare la consapevolezza della bellezza di essere cristiani. Una generazione narra all altra le Tue opere e annunzia le Tue meraviglie è la frase che ci sembra debba essere da sfondo a questo tipo di proposta. Vorremmo infatti che venisse trasmesso il patrimonio di fede dei nostri adulti (genitori e nonni, ma non solo) ai nostri ragazzi e giovani, certi e consapevoli che lo scambio sarà necessariamente reciproco!!! E non saremo soli, ci faremo aiutare, nel percorso e nell esperienza del campo, dalle figure di alcuni Santi e Beati di AC e non. I Santi ci faranno scoprire la buona notizia di Gesù presente e vivo in mezzo a noi, ci aiuteranno quindi a vivere il vangelo, ad essere evangelizzati: saremo EVANGELISSANTI (evangelizzati dai Santi)!!! I motivi che stanno alla base di questa proposta, quindi, sono molteplici e, sicuramente, con il passare del tempo ed il maturare dell esperienza che ci apprestiamo a vivere, l elenco si potrà arricchire con il contributo di tutti Sarà l occasione d incontro e di formazione tra tutti i settori, tanto nella preparazione quanto nel suo svolgimento. Sarà l occasione nella quale i più giovani vivranno una settimana con i più grandi (e viceversa) ed avranno tempo e modo per pregare, giocare e dialogare con loro. Sarà l occasione per avvicinare o riavvicinare chi, da tempo, desidera fare o rifare un esperienza targata AC con modello Gesù Cristo, in ottica di poter avviare anche nella nostra parrocchia per giovani adulti e adulti giovani una futura proposta formativa. Sarà l occasione di formazione reciproca e di rispetto delle diverse realtà che vi parteciperanno. Sarà l occasione per parlare di AC ancora una volta, per aiutare tutti gli aderenti a comprenderla appieno ad a vivere fino in fondo il suo carisma. Sarà l occasione per scoprire o riscoprire la specifica e personale vocazione nella comune vocazione alla santità. Sarà l occasione per... Aggiungeremo insieme poi qualcosa alla lista... E allora buon cammino al campo e buon campo a tutti e chiediamo a tutte le comunità della collaborazione di sostenerci con la loro preghiera affidando l esperienza a Dio e allo Spirito Santo. Il Consiglio AC di Levada e Torreselle L equipe del campo unitario Tutta l AC parrocchiale 20 21

12 La giornata del malato - domenica 8 febbraio 2015 Lo sballo segno dell anima che soffre per la mancanza di Dio Quest anno la giornata del malato è stata vissuta in modo particolare a partire da venerdi 5 febbraio, con l Adorazione Eucaristica serale dedicata a tutti gli ammalati della nostra comunità. La S. Messa celebrata domenica pomeriggio ha raccolto di fronte all altare molte persone, ciascuna con la propria storia da offrire al Signore. Commovente, a mio parere, è stato il rito dell unzione, e in particolare impressa nella memoria m è rimasta la formula pronunciata dai sacerdoti per ciascun malato: Per questa santa Unzione e la sua piissima misericordia, ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo e, liberandoti dai peccati, ti salvi e nella tua bontà ti sollevi. Inoltre, mi ha colpito la semplicità del gesto dei questo sacramento, un gesto di conforto, pace e coraggio per superare le difficoltà. Era come se le parole pronunciate dai Sacerdoti con tanta attenzione, cura e vicinanza infondessero nel ricevente una medicina miracolosa che li aiutasse a sollevarsi dalle proprie difficoltà. Vedere la grazia, lo spirito fervente ed il cuore aperto dei malati in attesa dell unzione mi ha fatto pensare al nostro atteggiamento al momento della S. Messa. Quanti di noi, malati dello spirito (e spesso ignari di esserlo), si mettono davvero in ascolto della Santa Scrittura? Quanti si preparano davvero a ricevere Gesù Cristo che ha portato la croce del mondo sul suo corpo schernito dai nostri peccati? Rifacendoci al Vangelo, possiamo dire che Gesù ha prestato molta attenzione ai malati sia nel corpo che nell anima, dimostrandosi sensibile ad ascoltarli e disponibile nell aiutarli. Ha avuto compassione, ha compreso la loro sofferenza. Pure Maria, madre di Gesù,ha un attenzione particolare per i malati. A Lourdes li invita e li accoglie in un atmosfera del tutto speciale e privilegiata. La giornata del malato, dunque, ci invita a dare un significato più vero e divino a tutta la nostra quotidianità. Un momento conviviale nella sala delle Acli ha concluso la giornata. Un grazie ai Sacerdoti e a tutti i volontari per questa giornata mondiale del malato. Mariateresa Garbui AMBIGUITÀ DEI MEZZI TECNICI DI COMUNICAZIONE Oggi l uso del pc portatile senza fili, wi-fi, i-pad sempre più sofisticati ci permettono di lavorare in breve tempo, scambiare dati, correggere, comunicare in tempi realmente abbreviati e con modalità sempre più agevolate, sono per davvero utilissimi. Non è possibile però valutare i soli aspetti positivi di questa società ipertecnologizzata, che se da un lato ogni giorno inventa e produce strumenti utili, dall altro sta innegabilmente annegando in un paradosso che, a ben vedere, a volte può coinvolgere anche le nostre giornate. È una società, quella di oggi, che sempre più afferma la sua strapotenza tecnica, la sua autonomia ed efficienza e, da ultimo, la sua indipendenza da un indefinito essere creatore, la sua separazione da un progetto divino, da una Provvidenza che al solo sentirla nominare irrita. Ma è allo stesso tempo la società in cui tanti giovani e meno giovani, nonostante il possesso delle suddette tecnologie, si trovano ad essere sempre più dipendenti: basta scambiare due parole con un qualsiasi psicoterapeuta per scoprire come oggi gli adolescenti, i giovani ma anche molti adulti si trovino invischiati ed ubriacati in maniera anche patologica in dipendenze nocive e spesso irrisolvibili, in disturbi o nevrosi preoccupanti. Nascono nuove patologie che 20 anni fa non erano nemmeno immaginabili: oggi, all alcolismo e alla dipendenza da droghe, si aggiungono numerose tipologie di disturbi alimentari, dipendenze da chat e social network, shopping compulsivo, food-addiction, internet addiction disorder, compulsive on-line gambling; sex-addiction, cyber-sex addicition e molte altre. Sembra quasi che tutta la tecnologia, le risorse e le potenzialità postmoderne oltre a facilitare alcuni aspetti della vita umana, abbiano, in realtà, creato anche tanto disagio, generato nuove modalità di sballo, di trasgressione, di ubriacatura che quanto più è sperimentata, tanto più vincola e genera assuefazione SBALLO E SETE DELL ANIMA Ma dietro tutto questo ci possiamo chiedere che cosa ci sia veramente, possiamo cercare di individuare quale sia la vera sete che giovani o meno giovani vogliano dissetare quando cercano esperienze di sballo e di evasione. A questo proposito l esperienza e la riflessione di Sant Agostino sono di un attualità che stupisce! Quest uomo infatti, prima di innamorarsi pazzamente di Dio, ha conosciuto, respirato e vissuto quello che papa Francesco definirebbe il successo mondano. Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te : cosi il santo di Tagaste apre le sue autobiografiche Confessioni, quasi a volerci indicare che anche l irrequietezza e l evasione dell uomo di ieri come di oggi solo in Dio possono trovare la loro pacifica, gioiosa ed appagante soddisfazione. IL CORAGGIO DELL ASCOLTO E DELLO SGUARDO SINCERI CONDUCONO ALLA SOGLIA DI DIO Se il giovane dopo la sbornia, snebbiato dalle droghe o staccatosi dal sesso facile, se spento lo smartphone per almeno 1 ora al giorno e riposto il pc nella sua custodia, si fermasse e dopo soli 5 minuti di silenzio provasse ad ascoltare il proprio respiro, il battito del proprio cuore, a riordinare le esperienze, i pensieri della giornata, in fondo alla sua amarezza ritroverebbe il desiderio flebile di pu-

13 lizia interiore. Se si mettesse ad osservare la natura, a contemplare quella meravigliosa opera d arte che sono l uomo e la donna, se pensasse a quante cellule ci sono nel corpo umano o quale è la complessa struttura organica di un semplice filo d erba, se osservasse l orizzonte infinito del mare o seguisse il profilo frastagliato delle Dolomiti: se facesse almeno un paio di tutte queste cose non potrebbe non provare stupore, meraviglia. Non potrebbe non interrogarsi e non continuare a cercare e vedere, prima di tutto, quale meraviglioso dono c è in lui, nel suo cuore; non potrebbe non risvegliarsi in lui una sete inestinguibile di verità, bellezza, bontà, gioia, pace, non potrebbe non iniziare ad ascoltare la voce silenziosa e paterna di Dio che parla al suo cuore. Una sete che non si spegne con un tweet, con un click o in uno spritz, ma che ha bisogno di abbeverarsi dello Spirito divino, di quello Spirito che Dio ha promesso in abbondanza ai suoi figli, nel suo Figlio Gesù. È insita nell uomo, fa notare sempre Agostino, un innegabile sete, un desiderio di assoluto, una ricerca di gioia che solo in Dio può trovare il suo fine: e l uomo, piccola parte della tua creazione, brama lodarti, l uomo che trascina la sua fragilità e porta in sé la testimonianza del suo peccato, testimonianza per cui tu o Dio resisti ai superbi; ma tuttavia l uomo, piccola parte della tua creazione, desidera lodarti (Confessioni, I, 1). SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO Quante volte anche a noi, giovani e meno giovani, nella vita è capitato e capita ancora di smarrirci dietro al vino mondano, di lasciarci ubriacare da cose inutili: ma una sola è la cosa di cui c è bisogno, uno solo lo Spirito che ci disseta. Tu solo Gesù ci sei necessario diceva il beato papa Paolo VI nella lettera Pastorale alla Diocesi di Milano del 1955, Tu ci sei necessario, o vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e della negazione e per avere certezze che non tradiscono in eterno. È Gesù stesso, il Divin Figlio, che ci dona lo Spirito divino, è Lui stesso che ci cerca, come il Padre cerca il figliol prodigo invischiato tra il fango e le ghiande dei porci: è Gesù stesso che, dall alto della croce dice ho sete, è Lui ad essere assetato della nostra anima, perché vuole che a Lui ci abbeveriamo, Lui che è l acqua viva, Lui che nel suo Corpo e Sangue preziosissimo si dona per spegnere la nostra sete. Al pozzo di Sicar, dopo aver chiesto alla samaritana di dargli dell acqua, Gesù le dice Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice dammi da bere, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva (Gv 4,10). Scrive il mistico don Divo Barsotti a commento dell incontro tra Gesù e la samaritana. Se voi parlate agli uomini del mondo, agli uomini che non lo conoscono ancora, agli uomini che con Lui non si sono ancora incontrati, agli uomini che non lo vogliono cercare, se voi domandate a tutti questi uomini, essi dicono di essere contenti della loro sorte. Vanno a prender l acqua, ma non hanno bisogno di Dio; vanno a prender l acqua, ma non credono di aver essi stessi sete di un altra acqua.[ ] Nostro Signore è veramente un amante impossibile. Non si offende, non si vuole nemmeno considerare offeso da colui che ama. Una volta però che colui che Egli ama l ha conosciuto, allora si offenderà, se rifiuta, ma non prima. Giampaolo Scquizzato Il terzo giorno è risuscitato secondo le scritture Quando, recitando il Credo, diciamo il terzo giorno è risuscitato secondo le scritture, quale fatto intendiamo descrivere? Descriviamo il fatto che il corpo di Gesù, che era stato distrutto dalla crocifissione, rivive ritorna alla vita = risuscita. E qui dobbiamo prestare molta attenzione. In che senso Gesù è risorto Si sta parlando del corpo di Gesù, nella sua realtà fisica: del suo corpo che è esattamente uguale al corpo di ciascuno di noi, della stessa natura biologica del nostro. Per cui Gesù risorto può riprendere ad avere rapporti diretti, sensibili, si fa toccare e si fa vedere, anzi riprende perfino la consuetudine di mangiare con loro. Dunque: non dobbiamo dare all espressione risuscitò un significato spiritualistico! E lo stesso corpo crocefisso, morto e sepolto: non è un altro! Esso infatti continua ad avere i principali segni della sua passione: i segni dei chiodi e dell apertura del costato. Ma nello stesso tempo questo corpo possiede delle proprietà nuove, proprietà che sono tipiche di un corpo glorioso: esso non è più situato nello spazio e nel tempo, ma può rendersi presente a suo modo dove e quando vuole. E qui tocchiamo davvero il nucleo centrale del fatto della risurrezione. La risurrezione non è stato un ritorno di Gesù nel suo corpo alla vita terrena, come lo fu per Lazzaro che fu risuscitato da Gesù. Lazzaro, poi, morì ancora. La risurrezione di Gesù è un fatto essenzialmente diverso: nel suo corpo risuscitato egli passa dallo stato di morte ad una vita divina, incorruttibile. Per cui Cristo risorto non muore più. Il peccato e la morte sono sconfitti dalla risurrezione di Gesù La prima cosa che emerge è la seguente: la morte è stata vinta, e un uomo è stato introdotto nel possesso della stessa vita divina. E qui dobbiamo considerare la morte di Gesù. Essa è stata vissuta, patita da Cristo in una profonda offerta e abbandono al Padre consapevole di addossarsi tutte le nostre miserie (spirituali, morali, fisiche), tutti i nostri peccati, come se proprio lui li avesse commessi, sperimentando fino in fondo la nostra perdita della vita, della vita vera. Nello stesso tempo, Gesù in questa condizione continua ad essere fiduciosamente abbandonato al Padre. Se Cristo non fosse risorto, che cosa avremmo dovuto pensare? Che la condizione umana di miseria, che il peccato è senza via di uscita, che la morte dà scacco matto alla vita. E quindi o Dio non esiste oppure non si interessa della condizione umana, lasciandola al suo destino di morte finale. Non per caso Paolo dice: Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione e vana anche la nostra fede (1Cor 15,14). Ma se Cristo è risorto, allora quel fatto significa che la condizione umana, è stata radicalmente cambiata proprio quando Cristo è risorto. Significato per me della risurrezione Adesso che cosa cambia nella mia vita, dal momento che Gesù è risorto? Che io, posso risorgere. Non significa che io posso risorgere se credo alla verità di

14 Testimonianza del Crocefisso Risorto quanto Cristo ha insegnato, cercando poi di vivere in conformità. Se così fosse, non sarebbe stato necessario che Cristo risorgesse: non mi basta che uno mi insegni come si fa a nuotare, mentre sto annegando, ma è necessario che uno si butti anche lui nell acqua e mi tiri fuori. Ed è questo che Cristo ha fatto: si è gettato fino in fondo nella mia condizione e mi ha liberato. E qui vediamo la ragione profonda perché è il Crocefisso che è stato risuscitato. E ogni miseria umana che è vinta. Cristo Risorto vive in me la mia sofferenza convertendola in fertilità Ma la miseria umana non è vinta fondamentalmente nel senso che Cristo guarisce l ammalato dalla sua malattia o che lo faccia uscire dalla sofferenza. Significa che dona la forza di vivere quella malattia, quella sofferenza non come un esperienza priva assolutamente di senso, un brandello di vita buttato via, ma come un esperienza sensata. Non perché ti chiede uno sforzo etico straordinario. Ma proprio perché Lui Risorto vive in te la tua sofferenza e quindi facendo sì che essa non sia la sofferenza che prelude alla morte, ma la sofferenza della donna che partorisce. Il Risorto ha una sua pedagogia e normalmente compie gradualmente la sua liberazione, educandomi ad un impegnativo esercizio della libertà. Solo così posso capire e sperimentare la grandezza della vita, la capacità di compatire le altre miserie. don Enrico e don Andrea Il giorno 15 Dicembre 2013, nella terza Domenica di Avvento, la comunità parrocchiale ha accolto il nuovo crocifisso nella Chiesa Arcipretale di Piombino Dese. La maestosità dell opera colpisce il visitatore e di seguito riportiamo una testimonianza di conversione nella quale sono il grande Crocefisso ha un ruolo di primo piano. Mi chiamo Florian Pasqualino, classe 1973, nato in una famiglia dove i valori cristiani e la preghiera si respiravano ogni giorno. Mio padre è sempre stato un punto di riferimento per la nostra vita cristiana con il suo esempio e la sua preghiera quotidiana. Ho partecipato alla vita della mia parrocchia di Marteggia di Meolo (VE) dove allora era parroco don Vito Montin, originario di Piombino Dese. Frequentavo il catechismo, servivo all altare della Messa come chierichetto e per un anno ho fatto l educatore dell ACR. All età di dieci anni circa, sentii il desiderio di diventare sacerdote perciò ne parlai con il mio parroco e mio padre mi accompagnò nel Seminario vescovile di Treviso. Terminata la terza media però uscii dal Seminario perché non mi trovavo più a mio agio, mi sentivo come in una prigione. A ventun anni con una mia sorella mi recai ad Assisi per un esperienza di preghiera e conobbi Giovanni. Il suo regalo di un libro su San Francesco è stato la molla per iniziare a seguire la sua spiritualità frequentando anche la vita comunitaria dei frati della chiesa di San Francesco di Treviso. Partecipavo alla preghiera, alle catechesi e ai ritiri, ma rimasi deluso da comportamenti che non rispecchiavano la vita del poverello d Assisi e mi allontanai definitivamente dalla Chiesa. La conversione Nel giugno 2014 una mia sorella ha dato, a mia insaputa, una foto di suo figlio, in cui c ero anch io, ad una amica che andava in pellegrinaggio a Medjugorje. In quei giorni ho vissuto delle situazioni particolari che mi hanno portato a pregare. La prima notte sognai di trovarmi nella mia chiesa che mi appariva vuota, senza banchi e senza quadri. Una luce bella e accogliente in fondo nella chiesa illuminava una grande croce inclinata e capovolta a sinistra. A fianco della croce vidi il Signore che mi diceva: Vieni e seguimi, ma nel mentre lo seguivo, mi svegliai. Il giorno dopo aprii il Vangelo per la prima volta dopo 20 anni, e gli occhi mi caddero sulla frase: Vai vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi. La stessa frase la lessi subito dopo dal vecchio libretto di San Francesco. Da qui capii che il Signore mi stava chiamando! Il giorno successivo mi trovai nelle vicinanze di Piombino per lavoro e volli fermarmi in Chiesa per qualche preghiera alla Madonna. Appena entrato il mio sguardo fu catturato dal grande crocifisso che troneggia al centro del presbiterio. Rimasi meravigliato perché la croce era la stessa del sogno. Andai poi verso l altare della Madonna per pregare e lì sentii la sua grazia per due volte consecutive. Dopo questo episodio, con un certo timore mi ri-accostai al sacramento della Riconciliazione con il desiderio di ritornare a Dio con tutto il cuore. Fu un momento particolarmente intenso: piansi di vera gioia perché mi sentivo amato e perdonato dal Signore. Partecipai alla Santa Messa domenicale e l emozione non mi abbandonò per tutta la celebrazione perché sentivo quanto Gesù mi volesse bene e quando mi accostai al sacramento dell Eucarestia mi parve di aver fatto nuovamente la Prima Comunione! Da allora vado a Messa ogni giorno e mi confesso spesso. Scopro che il Signore mi sta guidando ogni giorno e seguendo la sua chiamata mi sono ri-indirizzato al sacerdozio. Ho nel cuore il desiderio di seguirlo in ciò che mi indicherà. Il crocifisso di Piombino Dese per me ha un grandissimo significato, mi ha fatto visita: ero morto interiormente ma il Signore ha visto in me qualcosa di buono ed ora mi sento vivo. Renderò sempre grazie di avermi salvato. Lui è buono e ci ama tanto perché lui e morto ed è risorto per dare vita a noi. Un caro saluto nella preghiera, Pasqualino

15 PIOMBINO DESE Sono tornati alla Casa del Padre Battesimi Nome Padre Madre Data Kazazi Anna Erid Bison Federica Sacchetto Giorgio Davide Marasco Karim Barduca Sara Loris Marcolongo Verena Faccinetto Emanuela Christian Marconato Federica Nuove Famiglie Sposo Sposa Data Scquizzato Andrea Basso Vania MICHIELETTO GIUSEPPE via Ronchi sx, Primogenito di tre fratelli, sposato da quarantadue anni e ha avuto quattro figli. Mise la moglie e i figli al primo posto nella sua vita. Lavorò come operaio e poi si mise in proprio. Era un po rude nell atteggiamento, ma di animo sensibile e generoso. Nel la malattia nascose la sofferenza per non farla pesare ai suoi figli e alla moglie. LUIGINA MEROPIALI Originaria di Treviso, si trasferì a Piombino Dese quando la ditta PVM, in cui lavorò fino alla chiusura, cominciò la sua attività in paese. Personalità forte e decisa, ha affrontato il buon combattimento della vita, sostenuta soprattutto nell ultimo periodo dalla nipote. RAINATO MARIA via Cornaro, 13/b Donna semplice ebbe tre figli, di cui due deceduti prima di lei. Condusse una vita dedicandosi alla casa e alla sua famiglia. Operata nel 1994 restò allettata fino alla morte, assistita amorevolmente dal figlio Luciano. Si è spenta serenamente confortata dai sacramenti della fede cristiana. ZORZI RITA via Ronchi Sx, Vedova di Libralato Gino, casalinga, donna aperta, semplice, si è sempre occupata della casa e del figlio. Ha sopportato diciotto anni di malattia (Alzaimer), ben assistita dai familiari. Era religiosamente sensibile e frequentava abitualmente la chiesa. Sono tornati alla Casa del Padre CAGNIN GIACOMO via Roma, Persona umile e semplice, dotato di profondo senso religioso, unitamente a un profilo personale gentile. Il 18 ottobre 14 la Presidenza del consiglio dei ministri gli attribuì la medaglia d onore in quanto sopportò con dignità la deportazione e l internamento in Germania. Nel 2011 l Amministrazione Comunale gli conferì una targa di benemerenza. ZAGO LUIGIA MARIA via Albare Nata a Marghera, ebbe tre figli. Il primogenito morì all età di cinque anni, investito da un auto. Nel 2010 si trasferì a Piombino Dese con il marito già gravemente malato, che si è spento il Nel settembre 2014 ha fatto la sua comparsa un male incurabile. Si è spenta all ospedale di Camposampiero, amorevolmente assistita dai suoi cari. TOSO LINA via Mussa, Donna semplice e umile, originaria da San Martino di Lupari, dal carattere tenace e spirito forte. Sposata, ebbe tre figli di cui uno monaco Benedettino. Si dedicò alla famiglia e all educazione dei figli. Visse la sua malattia, particolarmente dolorosa con spirito di fede, manifestando così la sua profonda spiritualità. BORTOLATO ANGELA via Fermi, Casalinga, aiutava il marito nel lavoro dei campi. Rimasta vedova di Belliato ha saputo educare i figli con dedizione, inculcando loro il senso del bene, della laboriosità e dell intraprendenza. Era molto religiosa, e ha sempre partecipato alla celebrazione Eucaristica domenicale. MASON AMEDEO via Albare, Persona dall umanità straordinaria, dove bontà, rettitudine morale, fede, rapporti sociali e lucidità mentale si integravano e si esprimevano in relazioni con il prossimo cordiali e amabili. Proprio per questo erano apprezzate la sua presenza e la sua amicizia. MARIA ELENA BERTON ved. Cavalli Nata a Piombino Dese, si trasferì a Cornaredo (Mi) per lavoro e lì si sposò con Battista Cavalli, non ebbe figli. Donna umile e semplice, visse la sua vita sempre ancorata alla fede e alla chiesa. Non dimenticò mai il suo paese d origine e i suoi parenti. LONGATO ANTONIA resid. Trevignano Donna umile, semplice e modesta. Per tutto il corso della sua vita fece l insegnante di scuola materna. Si prese cura anche della sua formazione religiosa maturando una fede cristiana personale. Ha scelto di non sposarsi, dedicandosi all educazione dei bambini del Centro infanzia. SANTI MARIA via Marconi 42 Donna con una vita di fede viva e responsabile, che amava la chiesa e ne seguiva gli insegnamenti. Ha avuto due figli e si è dedicata interamente alla famiglia. Aveva un carattere forte e intraprendente. Negli ultimi due anni di malattia è stata assistita con affetto dai suoi familiari. NATALINA BOLZON v. della vittoria,17/a Donna buona, generosa e sensibile, fu insegnante di scuola elementare fino al Aveva una fede coltivata in Azione Cattolica, dove ebbe responsabilità associative quale presidente delle donne di A.C. A 57 anni il Signore la associò alla sua Croce, fino ad accompagnarla alla Sua Gloria. SILVIO DE FRANCESCHI via Palù,1 Nato sordomuto ma ben seguito in famiglia, acquistava gradatamente la sua personalità inserendosi nel lavoro di azienda. Era appassionato e tifoso sportivo. Molto attaccato alla famiglia e alle tradizioni di vita cristiana. Rimasto solo era seguito dai nipoti, soprattutto negli ultimi mesi

16 Sono tornati alla Casa del Padre LEVADA LUIGI PERON via Dese, In gioventù emigrò in Piemonte e poi trovò lavoro a Marghera dove fece l operaio. In seguito si dedicò all agricoltura e all allevamento. Dall indole scherzosa e umoristica, si è sempre prodigato per la famiglia. Visse il suo matrimonio per cinquantaquattro anni. MARIA ELENA CAGNIN via Meolde, Da sposata ha sempre fatto la casalinga; la perdita del marito l ha segnata profondamente. Personalità forte e tenace, con senso dell umorismo, era intimamente religiosa, con un senso spirituale riservato. Aveva un sano orgoglio per suo figlio Danilo e per la sua professionalità. PALMA LORENZO via Ostiglia, Sposato da cinquantaquattro anni persona di cultura, appassionato di pittura, dipingeva. Di carattere apprensivo e protettivo, generoso. Nato a Bari, vissuto a Taranto, si trasferì a Piombino Dese per stare vicino alla nipotina. Molto generoso nei confronti dell attività missionaria dell associazione Noi per loro. TREVISAN TERESA via Albare Rimasta vedova di Biliato a quarantacinque anni, con quattro figli, si dedicò alla famiglia e all educazione dei figli. Dall indole umile, riservata, con un attenzione acuta per l unità dei figli, cui dava fiducia, investendoli di responsabilità. È stata assistita e accudita amorevolmente dai familiari. RONCATO PIERINA via Marconi, Donna di fede, a cinquant anni rimase vedova con otto figli. Sempre dedicata alla famigli, ha dovuto lavorare in casa assemblando lampadari per arrotondare. Donna rigorosa nell educare, fu esigente perché voleva che i figli crescessero bene. MASON MIRELLA via G. Marconi, Primogenita di quattro fratelli, donna di viva fede, intraprendente e autonoma. Si è dedicata al servizio della famiglia. Il suo handicap non le ha impedito di inserirsi nella sociale e al lavoro. Si interessava alla vita del paese di cui si teneva sempre aggiornata. Adottò a distanza due bambini indiani. SCQUIZZATO LIVIO Di indole riservata, tendente alla timidezza, a volte con un tratto di ruvidezza che non era durezza d animo ma una sorta di difesa della sua acuta sensibilità che trapelava sia dalla sua particolare passione per i fiori, la natura, la creazione, che per i suoi viaggi per raggiungere luoghi caldi dove flora e fauna fossero belli e rigogliosi. LUCATO DENIS residente a Treviso Aveva un cuore grande e un forte desiderio di vita. Dalle sue considerevoli e intense relazioni, non di rado un po graffianti, trapelava un invocazione di Assoluto che negli ultimi giorni della sua vita ha fatto irruzione nella sua anima. Agli occhi dei suoi intimi è apparso pacificato con il Signore e con se stesso. Battesimi Nome Padre Madre Data Manesso Jacopo Diego Lamon Valentina Sono tornati alla Casa del Padre FANTON GIANCARLO via dei Marcello, Rimasto orfano di padre a quattordici anni ha cresciuto i tre fratelli minori. Sposatosi con Gomiero Giovannina ha cresciuto i suoi quattro figli continuando a lavorare sodo. Negli ultimi anni di vita, quando già il male aveva minato la sua salute, ha svelato il suo animo capace di affetto e tenerezza con i nipoti, dai quali era ricambiato. Sono tornati alla Casa del Padre TORRESELLE Battesimi MORETTO MARIA via Menaredo, Era vedova di Condotta Angelo con cui aveva avuto quattro figli. Donna di provata fede cristiana, riservata e schiva; ma sempre pronta ad aiutare i vicini. Ha vissuto la dolorosa perdita di due figli e di un nipote al quale era affezionatissima. Inferma da molto tempo è stata accudita con premura ed attenzione dalla nuora e dai familiari. Nome Padre Madre Data Benozzi Clelia Maria Gabriele Pattaro Silvia Mainetti Maya Manuel Liverani Marina Trevisan Leonardo Andrea Fontana Annamaria VINCENZA ROMEO via Villaggio Europa, Giunta a Piombino negli anni 60 con il marito Giuseppe e le sue due bambine. Donna semplice, umile e discreta. Di grande sensibilità spirituale, pregava molto. Generosa e disponibile, molto attenta a non essere di peso agli altri. BATTISTON MARIO via Mussa, Primogenito di tre figli, da giovane, fino al 53, ha lavorato al Cottolengo di Torino. Tornato in paese ha preso in mano l attività di ristoratore del padre, sviluppandola. Dal carattere apparentemente burbero, ma di indole buona. Le sue grandi passioni sono state la famiglia e il lavoro di esercente. LIDIA VOLPATO Via Piave, Aveva studiato a Pisa e di professione era infermiera. Fin da giovane fece la direttrice presso una colonia montana a Pedavena. Nei primi anni Ottanta è ritornata in paese dove si è dedicata alla Chiesa nella cura dei fiori. Donna di profonda e grande spiritualità, ha vissuto la sua maternità verso i nipoti. ANGELA CAZZARO Via Piave, Donna semplice e disponibile. Aveva un forte temperamento accompagnato da un cuore generoso e aperto, che la rendeva religiosamente molto sensibile. E venuta a mancare dopo dieci mesi di malattia e infermità, attorniata dalla presenza e dalle cure dei familiari

17 Parrocchie di Levada, Piombino Dese, Torreselle via Roma Piombino Dese (Padova) Tel

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