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1 Sicurezza sul lavoro Corso di Formazione Generale Cenni legislativi D. Lgs. n. 81 del (Testo Unico sulla Sicurezza) TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO Attuazione dell art. 1 della Legge

2 GAZZETTA UFFICIALE DEL 30 APRILE 2008, n Suppl. Ordinario n 108 Testo in vigore dal TITOLI (306 articoli) 51 ALLEGATI 324 pagine TITOLI TITOLO I : Principi Comuni (artt. 1 61) TITOLO II : Luoghi di lavoro (artt ) TITOLO III : Uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuali (artt ) TITOLO IV : Cantieri temporanei e mobili (artt ) TITOLO V : Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro (artt ) TITOLO VI : Movimentazione manuale dei carichi (artt ) TITOLO VII : Attrezzature munite di videoterminali (artt ) TITOLO VIII: Agenti fisici (artt ) TITOLO IX : Sostanze pericolose (artt ) TITOLO X : Esposizione ad agenti biologici (artt ) TITOLO XI : Protezione da atmosfere esplosive (artt ) TITOLO XII : Disposizioni in materia penale e di procedura penale (artt ) TITOLO XIII: Norme transitorie e finali (artt ) 2

3 D. Lgs. n. 106 del Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro GAZZETTA UFFICIALE DEL 5 AGOSTO 2009, n Suppl. Ordinario n 142/L Testo in vigore dal articoli 51 ALLEGATI 236 pagine 3

4 Il D. Lgs. n. 81 nella Scuola: Indirizzi interpretativi (febbraio 2011) Regione Emilia Romagna - Assessorato Politiche per la Salute Il documento è disponibile in Internet al seguente indirizzo: percorso: Servizi territoriali Sanità Pubblica Documenti Sanità Pubblica Scuola 00 PUBBLICAZIONE - SCUOLA Il Decreto 81/08 nella scuola:indirizzi applicativi Prevenzione Incendi Edilizia Scolastica D.M. 26/08/92 + D.M. 10/03/98 + D.P.R. 151/2011 N occupanti Classificazione Rischio Incendio Corso Squadre Emergenza Tipo 0 BASSO 4 ORE Tipo 1 cat. A Tipo 1 cat. B MEDIO MEDIO 8 ORE 8 ORE Tipo 2 cat. C MEDIO 8 ORE + ESAME Tipo 3 cat. C MEDIO 8 ORE + ESAME Tipo 4 cat. C MEDIO 8 ORE + ESAME Tipo 4 cat. C ELEVATO 16 ORE + ESAME > 1200 Tipo 5 cat. C ELEVATO 16 ORE + ESAME 4

5 COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Art.32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti (..omissis..) Art.35 La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni. Cura la formazione e l elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Art.41 L iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana (..omissis..) CODICE CIVILE Art Responsabilità per l esercizio di attività pericolose. Chiunque cagioni danno ad altri nello svolgimento di una attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. Art Tutela delle condizioni di lavoro. L imprenditore è tenuto ad adottare nell esercizio dell impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutela dell integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. 5

6 CODICE PENALE Art Rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Chiunque ometta di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se dal fatto deriva disastro o infortunio, la pena è della reclusione da tre a dieci anni. Art Omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro. Chiunque, per colpa, omette di collocare, ovvero rimuove o rende inservibili apparecchi o altri mezzi destinati alla estinzione di un incendio, o al salvataggio o al soccorso contro disastri o infortuni sul lavoro, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa da L a L Art Omicidio colposo. Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è la reclusione da 1 a 5 anni. Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persona e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentate fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni 12. CODICE PENALE Art Lesioni personali colpose. Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punibile con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a L Se la lesione è grave (583) la pena è della reclusione da uno a sei mesi o della multa da L a L ; se è gravissima (5832), della reclusione da tre mesi a due anni o della multa di L a L Se i fatti di cui al precedente capoverso sono commessi con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è la reclusione da 2 a 6 mesi o la multa da L a L ; e la pena per lesioni gravissime è della reclusione da 6 mesi a 2 anni o della multa da L a L Nel caso di lesioni di più persone si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentate fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni 5. Nel caso previsto dalla prima parte di questo articolo il colpevole è punito a querela della persona offesa. 6

7 Art. 37 D. Lgs Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza,anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a: a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza; b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell'azienda. 2. La durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione di cui al comma 1 sono definiti mediante accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano adottato, previa consultazione delle parti sociali, entro il termine di dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo. Accordo fra Ministero del Lavoro e la Conferenza Stato Regioni del d 21/12/2011 Gazzetta Ufficiale n 8 dell 11/01/2012 Linee Applicative - Accordo del REQUISITI DEI DOCENTI 2. ORGANIZZAZIONE DELLA FORMAZIONE 3. METODOLOGIA DI INSEGNAMENTO / APPRENDIMENTO 4. ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO FORMATIVO DEI LAVORATORI Formazione Generale 4 ore Tutti i settori Formazione Specifica 4 ore 8 ore 12 ore Rischio basso Rischio medio Rischio alto 7

8 Formazione Generale (4 ore) CONCETTI DI RISCHIO, DANNO, PREVENZIONE, PROTEZIONE ORGANIZZAZIONE DELLA PREVENZIONE AZIENDALE DIRITTI, DOVERI E SANZIONI PER I VARI SOGGETTI AZIENDALI ORGANI DI VIGILANZA, CONTROLLO E ASSISTENZA Formazione Specifica ( ore) RISCHI INFORTUNI RISCHI ELETTRICI RISCHI MECCANICI.. MICROCLIMA E ILLUMINAZIONE VIDEOTERMINALI DPI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO STRESS LAVORO CORRELATO.. SEGNALETICA EMERGENZE PROCEDURE ESODO E INCENDI PROCEDURE ORGANIZZATIVE PER IL PRIMO SOCCORSO 8

9 Accordo fra Ministero del Lavoro e la Conferenza Stato Regioni del d 21/12/2011 Gazzetta Ufficiale n 8 dell 11/01/ FORMAZIONE PARTICOLARE AGGIUNTIVA PER IL PREPOSTO 6. FORMAZIONE DEI DIRIGENTI 7. ATTESTATI 8. CREDITI FORMATIVI 9. AGGIORNAMENTO 10. DISPOSIZIONI TRANSITORIE 11. RICONOSCIMENTO DELLA FORMAZIONE PREGRESSA 12. AGGIORNAMENTO DELL ACCORDO Accordo fra Ministero del Lavoro e la Conferenza Stato Regioni del d 21/12/2011 Gazzetta Ufficiale n 8 dell 11/01/2012 Allegato 2 Macrocategorie di rischio RISCHIO BASSO Uffici e servizi, commercio, artigianato, turismo,, lavoratori che non operano nei reparti produttivi ad es. impiegati RISCHIO MEDIO Agricoltura, pesca, pubblica amministrazione, istruzione, trasporti, magazzinaggio, RISCHIO ELEVATO Costruzioni, industria alimentare, tessile, legno, manifatturiero, energia, rifiuti, raffinerie, chimica, sanità, 9

10 Concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione TITOLO I: Art. 28 Oggetto della Valutazione dei Rischi La valutazione deve riguardare TUTTI i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori Deve tener conto ANCHE dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato alle lavoratrici in stato di gravidanza alle differenze di genere all età alla provenienza da altri paesi 10

11 TITOLO I: Art. 28 Oggetto della Valutazione dei Rischi Il Documento di Valutazione dei Rischi, redatto al termine della Valutazione, deve: Avere data certa Contenere una relazione sulla valutazione di tutti i rischi, con specifica dei criteri adottati Indicare le misure di prevenzione e di protezione attuate Indicare il programma delle misure ritenute opportune Individuare le procedure per l attuazione delle misure da realizzare e i ruoli dell organizzazione aziendale che vi debbono provvedere Indicare i nominativi di RSPP, RLS, MC Individuare le mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono particolari capacità professionali, specifica esperienza, formazione, addestramento Contenere quanto altro previsto dalle specifiche norme contenute nei titoli del D. Lgs. 81/08 successivi al I TITOLO I: Art. 29 Modalità di effettuazione della Valutazione dei Rischi La Valutazione dei Rischi deve essere effettuata: In collaborazione con RSPP e MC Previa consultazione dell RLS La Valutazione e il Documento devono essere rielaborati in caso di: Modifiche al processo produttivo Evoluzione della tecnica Modifiche all organizzazione del lavoro Infortuni significativi Particolari risultati della Sorveglianza Sanitaria Il DVR deve essere conservato presso l unità produttiva alla quale si riferisce la Valutazione dei Rischi 11

12 TITOLO I: Art. 36 Informazione ai lavoratori Il DDL provvede affinché ciascun lavoratore riceva un adeguata informazione su: Rischi per la salute e sicurezza sul lavoro Procedure di primo soccorso, lotta antincendio, evacuazione Nominativi dei lavoratori incaricati delle procedure di cui sopra Nominativi del Responsabile e degli Addetti al SPP e del MC Rischi specifici in relazione all attività svolta, normativa di sicurezza, disposizioni aziendali Pericoli connessi all uso delle sostanze e dei preparati pericolosi Misure e attività di protezione e prevenzione adottate TITOLO I: Art. 37 Formazione dei lavoratori e di loro rappresentanti Il DDL provvede affinché ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata su: Concetti di Rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza Rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto La formazione e l addestramento specifico devono avvenire: Al momento dell assunzione In caso di trasferimento o cambio di mansione In caso di introduzione di nuove attrezzature di lavoro, di nuove tecnologie, di nuove sostanze o preparati pericolosi 12

13 TITOLO I: Art. 37 Formazione dei lavoratori e di loro rappresentanti Saranno previsti una formazione particolare e un aggiornamento periodico per: I PREPOSTI GLI ADDETTI ALLE SQUADRE DI EMERGENZA IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) L attività di formazione dovrà: ESSERE FACILMENTE COMPRENSIBILE 32 h + agg. periodico TENER CONTO DELLE CONOSCENZE LINGUISTICHE (lav. immigrati) ESSERE REGISTRATA NEL LIBRETTO FORMATIVO DEL CITTADINO (v. D. Lgs. 276/2003) TITOLO I: Art. 37 Formazione dei lavoratori e di loro rappresentanti La formazione: DEVE ESSERE PERIODICAMENTE RIPETUTA IN RELAZIONE ALL EVOLUZIONE DEI RISCHI O ALL INSORGENZA DI NUOVI RISCHI DEVE ESSERE SVOLTA DURANTE L ORARIO DI LAVORO NON PUO COMPORTARE ONERI ECONOMICI A CARICO DEI LAVORATORI 13

14 DEFINIZIONI (art. 2) PREVENZIONE Complesso delle disposizioni o misure necessarie per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell integrità dell ambiente esterno SALUTE Stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un assenza di malattia o d infermità DEFINIZIONI (art. 2) FORMAZIONE Processo educativo per trasferire conoscenze e procedure utili all acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei compiti e alla identificazone, riduzione e gestione dei rischi INFORMAZIONE Attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, riduzione e gestione dei rischi ADDESTRAMENTO Attività dirette a far apprendere ai lavoratori l uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro 14

15 DEFINIZIONI (art. 2) PERICOLO Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni RISCHIO Fonte di possibili lesioni o danni alla salute (Da Norme UNI) Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni d impiego o d esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione Combinazione della Probabilità di accadimento di un danno e della gravità di quel Danno (Da Norme UNI) DEFINIZIONI (art. 2) VALUTAZIONE DEI RISCHI Valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell ambito dell organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. 15

16 P = PROBABILITA di ACCADIMENTO La definizione della probabilità di accadimento (P) fa riferimento principalmente all esistenza di una correlazione più o meno diretta tra la carenza riscontrata e la possibilità che si verifichi l evento indesiderato, tenuto conto della frequenza e della durata delle operazioni/lavorazioni che comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. P Livello Definizione / Criteri 3 Molto probabile 2 - Esiste una correlazione diretta tra mancanza rilevata e verificarsi del danno ipotizzato - Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata nella stessa azienda o in aziende simili - Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe stupore Probabile -La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico e diretto - E noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno - Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe sorpresa 1 Poco probabile - La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate - Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi o addirittura nessun episodio - Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa e incredulità D = DANNO (GRANDEZZA DEL DANNO CHE L EVENTO PUÒ CAUSARE) La definizione della scala di gravità del Danno (D) fa riferimento principalmente alla reversibilità o meno del danno D Livello Definizione / Criteri 3 Grave - Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità totale o letale. - Esposizione cronica con effetti totalmente o parzialmente irreversibili e invalidanti. 2 1 Medio - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile. - Esposizione cronica con effetti reversibili. Lieve - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile. - Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili. L incidente con rischio di conseguenze mortali, anche se improbabile, va considerato come priorità nella programmazione delle misure di prevenzione. N.B.: Ai fini della predisposizione delle misure di sicurezza deve essere preso in considerazione il danno più grave che può essere associato al rischio in esame; anche se il dato aziendale mostra un basso numero di incidenti di quel tipo, di per sé tale dato non autorizza ad adottare misure di sicurezza meno restrittive. 16

17 VALUTAZIONE DEI RISCHI: R = PxD Definiti Probabilità (P) e gravità (D) del Danno, il rischio R viene calcolato con la formula R = PxD e si può rappresentare in una matrice, avente in ascisse la gravità ed in ordinate la probabilità attesa del suo verificarsi P D Tale rappresentazione è il punto di partenza per la definizione delle priorità degli interventi di prevenzione e protezione da adottare. La valutazione numerica e cromatica del livello di rischio permette di identificare la priorità degli interventi da effettuare R 6 = Azioni correttive immediate 3 R 4 = Azioni correttive da programmare con urgenza 1 R 2 = Azioni correttive / migliorative da programmare nel breve-medio termine FATTORI CHE CARATTERIZZANO IL RISCHIO ATTREZZATURE MACCHINE IMPIANTI UOMO RISCHIO AMBIENTE 17

18 MISURE GENERALI DI TUTELA Eliminazione dei rischi o, se non possibile, riduzione al minimo ELIMINAZIONE / RIDUZIONE RISCHI ALLA FONTE Sostituzione pericolo con minor pericolo Rispetto principi ergonomici Limitazione al minimo degli esposti al rischio PROGRAMMAZIONE DELLA PREVENZIONE Attenuazione lavoro monotono e ripetitivo Priorità protezione collettiva rispetto protezione individuale Limitazione agenti chimici, fisici, biologici MISURE GENERALI DI TUTELA Controllo sanitario dei lavoratori Allontanamento per motivi sanitari Misure di emergenza ORGANIZZAZIONE GESTIONE Segnali di avvertimento e sicurezza Manutenzione di ambienti, attrezzature, macchine, impianti, dispositivi di sicurezza Informazione, formazione, consultazione, partecipazione, istruzioni adeguate ai lavoratori 18

19 RAPPORTO RISCHIO - DANNO CAUSA Rischio EFFETTO Danno CHIMICO FISICO BIOLOGICO INFORTUNI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI INFORTUNIO MALATTIA PROFESSIONALE MALATTIA ASPECIFICA DANNO Lesione fisica o alterazione dello stato di salute INFORTUNIO Incidente determinato da una causa violenta in occasione di lavoro dal quale derivi la morte o una invalidità permanente o una inabilità temporanea 19

20 MALATTIA PROFESSIONALE Malattia causata da attività lavorativa dalla quale derivi la morte o l invalidità permanente o l inabilità temporanea Es: Asbestosi Per provocare una malattia professionale i fattori di rischio devono essere presenti nell ambiente in determinate quantità MALATTIA ASPECIFICA Saturnismo Ipoacusia Insieme di malattie fisiche o psichiche non direttamente collegabili ad una causa determinata, ma riconducibili almeno in parte ad uno o più fattori presenti nell ambiente di lavoro Es: Stanchezza Insonnia PREVENZIONE Insieme di azioni che hanno lo scopo di mantenere lo stato di salute, inteso come benessere psico-fisico dell uomo PREVENZIONE PRIMARIA PREVENZIONE SECONDARIA 20

21 PREVENZIONE PRIMARIA Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) Eliminazione sostanza nociva Interventi alla sorgente Modifica processo produttivo Modifica impianto Modifica organizz. del lavoro Manutenzione Pulizia Controllo ritmi produttivi PREVENZIONE PRIMARIA Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) Aspirazione localizzata Interventi sulla propagazione Ventilazione generale Modifica organizz. lavoro Spazio Lay-out 21

22 PREVENZIONE PRIMARIA Insieme di azioni e/o interventi per la riduzione dei rischi negli ambienti di lavoro (es. relativo ad inquinanti aerodispersi) Dispositivi di protezione individuale Interventi sull uomo Chiusura in cabina Modifica organizz. lavoro Riduzione tempo di esposizione Informazione PREVENZIONE SECONDARIA Ricerca di alterazioni precliniche negli organi, prima che si manifesti la malattia SORVEGLIANZA SANITARIA per gli esposti a fattori di rischio professionali Accertamenti Sanitari Preventivi: prima dell assunzione per il rilascio dell idoneità Accertamenti Sanitari Periodici: per la verifica e il controllo dello stato di salute 22

23 Organizzazione della prevenzione aziendale I SOGGETTI DELLA PREVENZIONE (art. 2) DATORE DI LAVORO DI LAVORO: Soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l assetto dell organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell organizzazione stessa o dell unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. DIRIGENTE DIRIGENTE Persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l attività lavorativa e vigilando su di essa. PREPOSTO Persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa LAVORATORE Persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un attività lavorativa nell ambito dell organizzazione di un datore di lavoro. 23

24 NELLA SCUOLA DATORE DI LAVORO DATORE DI LAVORO = DIRIGENTE SCOLASTICO Nella SCUOLA è il Dirigente Scolastico, al quale spettano i poteri di gestione (decisionali e di spesa) DM n. 382 DIRIGENTE NELLA SCUOLA PREPOSTO Figura Scolastica Docente che insegna discipline tecniche o tecnico-scientifiche durante l utilizzo dei laboratori Responsabile di laboratorio / palestra Collaboratore, Direttore di plesso DSGA Docenti assegnati all Ufficio Tecnico Ruolo nel sistema sicurezza Preposto Preposto Dirigente Preposto Dirigente Preposto Preposto Compiti e responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro Addestrare gli allievi all uso di attrezzature, macchine e tecniche di lavorazione; Sviluppare negli allievi comportamenti di autotutela della salute; Promuovere la conoscenza dei rischi e delle norme di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, ai quali i laboratori sono assimilabili; Informare gli studenti sugli obblighi che la legge prescrive per la sicurezza nei laboratori; Segnalare ai Responsabili di Laboratori eventuali anomalie riscontrate all interno dei laboratori stessi Custodire le macchine e le attrezzature ed effettuare verifiche periodiche di funzionalità e sicurezza assieme al personale tecnico di laboratorio Segnalare al SPP (Servizio di Prevenzione e Protezione) eventuali anomalie all interno del laboratorio Predisporre e aggiornare il regolamento di laboratorio Esercitare un azione di vigilanza e sovrintendenza generale dell Istituto Sostituire il Dirigente Scolastico nei gruppi di lavoro Gestire le emergenze in assenza del Dirigente Scolastico Sovrintendere il lavoro del personale amministrativo, collaboratore scolastico, assistente tecnico Sorvegliare che il lavoro venga svolto secondo le procedure di sicurezza e con l utilizzo dei previsti dispositivi di protezione individuale Direzione generale dell ufficio tecnico Soggetti nei confronti dei quali viene esercitato il ruolo di preposto / dirigente Studenti che frequentano i laboratori Personale docente e non docente che frequenta il laboratorio / aula speciale Studenti, Personale docente e non docente Personale ATA Manutentori, fornitori 24

25 NELLA SCUOLA LAVORATORE INSEGNANTE COLLABORATORE SCOLASTICO ASSISTENTE AMMINISTRATIVO ASSISTENTE TECNICO STUDENTE NEI LABORATORI STUDENTE IN ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO I SOGGETTI DELLA PREVENZIONE (art. 2) SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI (SPP) Insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all azienda finalizzati all attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali per i lavoratori RESPONSABILE DEL SPP (RSPP) Persona designata dal Datore di Lavoro, a cui risponde, per coordinare il Servizio di Prevenzione e Protezione (v. art. 32 per requisiti professionali) ADDETTO AL SPP (ASPP) Persona facente parte del SPP (v. art. 32 per requisiti professionali) MEDICO COMPETENTE Medico in possesso di : - specializzazione in medicina del lavoro o in disciplina equipollente - autorizzazione ex art. 55 D.Lgs. 277/91 - (v. art. 38 per gli altri requisiti profess.) 25

26 I SOGGETTI DELLA PREVENZIONE RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS) Persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro LAVORATORI INCARICATI DI EMERGENZA ANTINCENDIO Lavoratori designati dal Datore di Lavoro, previo frequenza apposito corso e, nei casi previsti, superamento esame pratico presso VVF LAVORATORI INCARICATI DEL PRIMO SOCCORSO Lavoratori designati dal Datore di Lavoro, previo frequenza apposito corso base (12 ore) tenuto dal MC o altra figura abilitata + aggiornamento ogni tre anni (4 ore) ORGANIGRAMMA PER LA SICUREZZA DELL ISTITUZIONE SCOLASTICA SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ORGANIGRAMMA FUNZIONALE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI Dirigente Scolastico Dott..ssa Laura Santoriello D.S.G.A. Sig.ra Silvana Cattani Responsabile S.P.P Ing. Franco Santandrea Medico competente Dott.ssa Veronica Ciacci Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Sig. Gabriele Fretto Squadre di emergenza (Vedi elenco allegato) Preposti di Plesso (Vedi elenco allegato) A.S.P.P. 26

27 Diritti, doveri e sanzioni per i vari soggetti aziendali TITOLO I: Art. 18 Obblighi del DDL e Dirigente Nomina il MC Designa i lavoratori incaricati delle emergenze Affida i compiti ai lavoratori secondo capacità e salute Consente l accesso ai luoghi a rischio grave e specifico solo ai lavoratori informati ed addestrati Fornisce i necessari e idonei DPI Richiede l osservanza delle norme da parte dei lavoratori Richiede al MC l osservanza degli obblighi 27

28 TITOLO I: Art. 18 Obblighi del DDL e Dirigente Adotta le misure per le situazioni di emergenza Informa tempestivamente i lavoratori esposti a rischio grave Adempie agli obblighi di formazione, informazione, addestramento Non richiede ai lavoratori di riprendere la loro attività in caso di persistenza di un pericolo grave e immediato Consente ai lavoratori, tramite l RLS, di verificare le misure di sicurezza adottate Consegna all RLS, su richiesta, copia del DVR Elabora il documento sui rischi da interferenze TITOLO I: Art. 18 Obblighi del DDL e Dirigente Comunica all INAIL i dati relativi agli infortuni (anche per assenze di 1 solo giorno) Consulta l RLS nei casi previsti (v. art. 50) Convoca la Riunione Periodica (se n lavoratori > 15) Aggiorna le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi o al grado di evoluzione della tecnica Verifica che i lavoratori non vengano adibiti alla mansione senza giudizio di idoneità specifica 28

29 TITOLO I: Art. 18 Obblighi del DDL e Dirigente IL DDL FORNISCE AL SPP e al MC informazioni in merito a: Natura dei rischi Organizzazione del lavoro, programmazione e attuazione delle misure preventive e protettive Descrizione degli impianti e dei processi produttivi Provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza Dati su infortuni e malattie professionali Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione di edifici a uso pubblico, comprese le scuole, sono a carico dell Ente Locale. Deve essere dimostrata la richiesta degli adempimenti a carico dell Amministrazione proprietaria da parte del DDL / Dirigente. TITOLO I: Art. 19 Obblighi del PREPOSTO Sovrintende e vigila sull osservanza degli obblighi di legge, sulle disposizioni aziendali, sull uso dei DPI Verifica che solo i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano a zone con rischio grave e specifico Richiede l osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dà istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa Informa il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione 29

30 TITOLO I: Art. 19 Obblighi del PREPOSTO Si astiene dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato Segnala tempestivamente al DL o al Dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta Frequenta appositi corsi di formazione (v. art. 37) TITOLO I: Art. 20 Obblighi dei LAVORATORI Si prendono cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle loro azioni o omissioni, conformemente alla propria formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro Contribuiscono, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro Osservano le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale Utilizzano correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto, i dispositivi di sicurezza, i DPI 30

31 TITOLO I: Art. 20 Obblighi dei LAVORATORI Segnalano immediatamente qualsiasi condizione di pericolo, adoperandosi direttamente in caso d urgenza, nell ambito delle proprie competenze e possibilità, con l obbligo di non rimuovere i dispositivi di sicurezza Non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza o che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori Partecipano ai programmi di formazione e di addestramento Si sottopongono ai controlli sanitari previsti Contribuiscono I lavoratori di aziende all adempimento in appalto e degli i lavoratori obblighi imposti dall autorità autonomi devono competente esporre la tessera di riconoscimento SISTEMA SANZIONATORIO - Figure sanzionate DATORI DI LAVORO DIRIGENTI PREPOSTI LAVORATORI MEDICI COMPETENTI PROGETTISTI COMMITTENTI FABBRICANTI E FORNITORI INSTALLATORI RESPONSABILI DEI LAVORI LAVORATORI AUTONOMI COORDINATORI SICUREZZA COMPONENTI IMPRESA FAM. NOLEGGIATORI / CONCEDENTI IN USO SOCI DI SOCIETA SEMPLICI SETTORE AGRICOLO 31

32 SISTEMA SANZIONATORIO: Tipologia sanzioni ARRESTO O AMMENDA SANZIONE AMMINISTRATIVA PECUNIARIA AMMENDA ARRESTO SOSPENSIONE DELL ATTIVITA SOSPENSIONE TITOLI ABILITATIVI (concessione edilizia, ) SISTEMA SANZIONATORIO: Esempi ARRESTO 4-8 MESI (DATORE DI LAVORO) Omessa valutazione dei rischi in aziende a rischio incidente rilevante, centrali termoelettriche, Art. 55 c. 2 ARRESTO FINO A 1 MESE O AMMENDA (PREPOSTO) Mancata frequenza corsi di formazione (Art. 37) Art. 56 c. 1b ARRESTO FINO A 1 MESE O AMMENDA (LAVORATORE) Rifiuto designazione (senza giustificato motivo) in squadre di emergenza Art. 59 c. 1a 32

33 Organi di vigilanza, controllo e assistenza Vigilanza nei luoghi di lavoro: gli enti competenti Sicurezza e igiene del lavoro Regolarità contributiva Ministero Salute Regioni Aziende Sanitarie Locali Ministero dell Interno Corpo Nazionale Vigili del Fuoco Ministero Lavoro Direzioni Regionali e Territoriali del Lavoro INAIL INPS Vigilanza in materia di salute e sicurezza ambienti di lavoro: tutti i comparti produttivi normativa antincendio Regolarità rapporti di lavoro Assicurazione Regolarità contributiva Assicurazione Regolarità contributiva Vigilanza in materia di salute e sicurezza ambienti di lavoro su: -Costruzioni edili e genio civile -Lavori mediante cassoni ad aria compressa -Lavori subacquei -Tutela bambini e adolescenti (competenza esclusiva) -Tutela lavoratrici madri (competenza esclusiva) 33

34 Enti e relative competenze: dettagli (1/3) ENTE SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE - AZ. U.S.L. Igiene e Sanità Pubblica Igiene Alimenti e Nutrizione Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro Impiantistica Antinfortunistica Settore pediatrico di comunità o maternità infanzia COMPETENZA Vari Servizi e Unità operative Il Servizio ha quale compito fondamentale la tutela della salute della popolazione negli ambienti di vita. Organo di vigilanza sull edilizia scolastica. Il Servizio ha quale compito fondamentale la tutela della salute della popolazione per gli aspetti legati all'alimentazione. Organo di vigilanza su ristorazione collettiva, mense, refettori. Il Servizio ha quale compito fondamentale la tutela della salute nei luoghi di lavoro attraverso la promozione e il controllo delle condizioni di sicurezza, di igiene e di salute dei lavoratori. Organo di vigilanza nella materia generale dell igiene e sicurezza sul lavoro Unità che si occupa delle verifiche periodiche di impianti elettrici, di sollevamento, a pressione, ascensori. Il Servizio ha quale compito fondamentale la promozione del benessere psico.fisico dal lattante all adolescente e prevenzione malattie infettive in collettività. RAPPORTO Procedure Edilizia scolastica Procedure HACCP Verifica impianti e apparecchi ELETTRICI-SOLLEVAMENTO ASCENSORI - RISCALDAMENTO Certificazioni vaccinali obbligatorie e non e interventi preventivi in caso di malattie infettive. Enti e relative competenze: dettagli (2/3) ENTE DIREZIONE TERRITORIALE DEL LAVORO COMPETENZA Ente del Ministero del Lavoro che si occupa della vigilanza di alcuni aspetti della salute negli ambienti di lavoro: contributivi, e di sicurezza per alcuni comparti RAPPORTO Procedura Lavoratrici Madri I.N.A.I.L. Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni Lavoro EX I.S.P.E.S.L. Istituto Superiore Prevenzione Sicurezza Lavoro Ente assicuratore del DDL, il quale paga premi proporzionali al livello di pericolosità delle lavorazioni che svolge. Indennizza i lavoratori per i giorni di assenza per infortuni e malattie da lavoro, eroga le rendite per pensioni di invalidità. Settore dell INAIL, ha il compito di fare studi che servono al miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza sul lavoro. Esegue le verifiche di primo collaudo impianti con obbligo. Posizione assicurative varie Denuncie infortuni e malattie professionali Omologazione impianti e apparecchi VVF Vigili del Fuoco PROCURA della REPUBBLICA Ente competente in materia di prevenzione incendi e lotta antincendio. Organo di vigilanza in materia di Prevenzione Incendi Ministero della Giustizia Ufficio giudiziario competente per reati penali. Certificato Prevenzione Incendi a cura del proprietario edificio In caso di procedimento penale per eventi infortunistici, malattie professionali e violazioni specifiche a norme di legge. 34

35 Enti e relative competenze: dettagli (3/3) ENTE A.R.P.A. - Agenzia Regionale Protezione Ambiente COMPETENZA Ente Regionale competente sull inquinamento di aria, acqua, suolo. RAPPORTO Per richieste di intervento specialistico sull inquinamento ambientale CARABINIERI (NAS o altri nuclei specializzati) COMUNE PROVINCIA Nuclei di agenti utilizzati sul territorio per la vigilanza del rispetto delle Leggi. Competenza specifica rilascio concessioni edilizie. Proprietari degli immobili. Competenza specifica per autorizzazione emissioni in atmosfera Proprietari degli immobili. In caso di ispezione. Agibilità a cura del proprietario edificio. Lettera proprietario edificio Problematiche legate alla struttura Gestione cantieri all interno della scuola. Lettera Lavori in Appalto Lettera proprietario edificio Problematiche legate alla struttura Gestione cantieri all interno della scuola. Lettera Lavori in Appalto FORMAZIONE Nel D.Lgs. 81 le parole Formazione e Informazione compaiono 112 volte! 35

36 TITOLO I: Art. 32 Capacità e requisiti professionali degli Addetti SPP e dei Responsabili SPP Il RSPP (diverso dal Dirigente Scolastico) deve possedere i requisiti e ricevere la formazione come di seguito indicato: RSPP REQUISITI Titolo di studio non inferiore a diploma di istruzione secondaria superiore FORMAZIONE CORSO Modulo A: 28 h Modulo B: 24 h Modulo C: 24 h 76 h CORSI D AGGIORNAMENTO AGGIORNAMENTO: 40 ore in 5 anni TITOLO I: Art. 32 Capacità e requisiti professionali degli Addetti SPP e dei Responsabili SPP L Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP) deve possedere i requisiti e ricevere la formazione come di seguito indicato ASPP REQUISITI Titolo di studio non inferiore a diploma di istruzione secondaria superiore FORMAZIONE CORSO Modulo A: 28 h Modulo B: 24 h Modulo C: 24 h 52 h CORSI D AGGIORNAMENTO AGGIORNAMENTO: 28 ore in 5 anni 36

37 TITOLO I: Art. 37 Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti Formazione RLS Almeno 32 ore Aggiornamento RLS Almeno 4 ore annuali (aziende dai 15 ai 50 lavoratori) Almeno 8 ore annuali (aziende con oltre 50 lavoratori) TITOLO I: Art. 37 Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti Accordo fra Ministero del Lavoro e la Conferenza Stato Regioni del 21/12/2011 Gazzetta Ufficiale n 8 dell 11/01/2012 Formazione LAVORATORI CORSO di 4 h + 8 h = 12 h (minimo) Aggiornamento LAVORATORI Quinquennale: durata minima 6 ore 37

38 TITOLO I: Art. 37 Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti Accordo fra Ministero del Lavoro e la Conferenza Stato Regioni del 21/12/2011 Gazzetta Ufficiale n 8 dell 11/01/2012 Formazione PREPOSTI Aggiornamento PREPOSTI ULTERIORE CORSO di 8 h (minimo) con verifica finale Quinquennale: durata minima 6 ore E COMPRENSIVO ANCHE DELL AGGIORNAMENTO COME LAVORATORI TITOLO I: Art. 37 Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti Accordo fra Ministero del Lavoro e la Conferenza Stato Regioni del 21/12/2011 Gazzetta Ufficiale n 8 dell 11/01/2012 Formazione DIRIGENTI Aggiornamento DIRIGENTI CORSO di 16 h (minimo) con verifica finale Quinquennale: durata minima 6 ore 38

39 TITOLO I: Art. 45 Primo soccorso Il datore di lavoro, tenendo conto della natura della attività e delle dimensioni dell azienda o della unità produttiva, sentito il medico competente ove nominato, prende i provvedimenti necessari in materia di primo soccorso e di assistenza medica di emergenza. Le caratteristiche minime delle attrezzature di primo soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione, individuati in relazione alla natura dell attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di rischio sono individuati dal D.M. 15 luglio 2003, n. 388 e s.m.i. TITOLO I: Art. 45 Primo soccorso Ai sensi del D.M. 388/03 gli addetti al pronto soccorso sono formati con istruzione teorica e pratica per l'attuazione delle misure di primo intervento interno e per l'attivazione degli interventi di pronto soccorso. gli addetti al primo soccorso dovranno frequentare corsi di formazione di durata pari a 12 ore con aggiornamenti, a cadenza triennale, della sola parte pratica (4 ore). 39

40 CORSI ANTINCENDIO (D.Lgs. 81/08 artt. 37 comma 9 e 46 - D.M. 10/03/98 e s.m.i.) In base alla classe di rischio in cui l'azienda rientra, i lavoratori incaricati di far parte della squadra antincendio dovranno frequentare: Corsi RISCHIO BASSO (4 ore) per attività a basso rischio di incendio; Corsi RISCHIO MEDIO (8 ore) per attività a medio rischio di incendio; Corsi RISCHIO ELEVATO (16 ore) per attività ad elevato rischio di incendio. GRAZIE PER L ATTENZIONE! L 40

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