La Provincia perde l autobus

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1 Pubblicità Partners srl Tel 0171/ Redazione Autorivari studio associato Tel 0171/ Fax 0171/ N 5 Anno XVII - E1,03 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art.1, comma 1, DCB/CN Iscrizione Trib. Cuneo -14/6/1989 n. 426 Edito dal C.S.I. Cuneo - Contiene I.P. Direttore Responsabile: Fabrizio Pepino Chiuso in redazione il 1 giugno 2009 lucernari info@baggi-lux.com evacuatori di fumo e calore Dentro la crisi Cassa Edile Valorizzazione rifiuti Editel Le analisi di Deaglio, Varvelli e Gros Pietro La sicurezza arriva grazie all esperienza Cuneo prima in Italia grazie alla Buzzi Primo premio al concorso Arch/In-Ance Servizi da pag. 4 a pag. 7 Silvia Marra a pag. 17 trasporto pubblico. gara europea e debito pregresso La Provincia perde l autobus Le autolinee non si sentono tutelate dal bando e aspettano il saldo 2007/2008 Così non va. Le aziende del trasporto pubblico locale della Granda faticano a contenere il loro disappunto e preoccupazione per una situazione di emergenza che non accenna a risolversi. Due le questioni aperte con la Provincia. Da una parte il saldo del debito che vantano con l amministrazione provinciale per il servizio svolto (a contratto scaduto) negli anni 2007 e 2008: 4 milioni di euro (circa) già anticipati dalle autolinee e che - almeno per quanto riguarda l importo relativo al sarebbero fermi nelle casse provinciali non si sa bene in attesa di che cosa. In secondo luogo la partita, importantissma, del bando europeo per la gara d appalto del servizio per il futuro. Se la base d asta è soddisfacente (l anno scorso la gara era andata deserta perché l importo era tropo basso), le preoccupazioni riguardano soprattutto un eventuale vittoria dell appalto da parte di una cordata di autolinee straniere. In tal caso, il bando prevede che il vincitore riassuma tutto il personale attualmente in servizio, ma non pone nessun obbligo per il parco macchine di 350 autobus attualmente in funzione, che, oltretutto, le aziende cuneesi non possono neanche vendere perché vincolato ad un finanziamento regionale. Ilaria Blangetti a pag. 3 Servizio a pag. 10 Sonia Pellegrino a pag. 20 confindustria cuneo Nicoletta Miroglio eletta presidente L assemblea privata del 14 maggio scorso ha confermato l indicazione della giunta acclamando l imprenditrice albese Nicoletta Miroglio presidente di Confindustria Cuneo e l imprenditore fossanese Marco Brandani vice presidente. Mentre scriviamo i due stanno lavorando per proporre alla giunta il Consiglio direttivo che dovrà guidare l associazione per i prossimi quattro anni. Pochi giorni dopo, durante l assemblea generale di Confindustria, Ernesto Abbona e Mauro Gola sono entrati a far parte della giunta nazionale. Per il primo si tratta di una riconferma, per il secondo di una nuova nomina Servizi a pag. 13 e 15 Nicoletta Miroglio Marco Brandani è vice presidente. Ernesto Abbona e Mauro Gola sono entrati nella Giunta nazionale Einaudi botta e risposta Le cave hanno tempi lunghi e costi elevati prezzo del latte Il crollo dei consumi fa slittare l accordo Ceirano L economista per eccellenza Pierpaolo Bindolo a pag. 22 Le accuse lanciate dalle pagien di un noto quotidiano piemontese suscitano la reazione del Gruppo estrattori cuneesi, alle prese con autorizzazioni difficili da ottenere e dagli ingenti costi di gestione delle cave e delle torbiere. Gilberto Manfrin a pag. 9 Gli estrattori cuneesi replicano alle illazioni sui permessi facili e sul rendimento economico alto Fumata nera per la trattativa regionale per raggiungere un accordo tra industriali e agricoltori sul prezzo del latte. Il difficile momento di crisi che vivono entrambi i comparti non ha permesso di trovare un intesa neppure per qualche mese. Giampaolo Testa a pag. 9 Gli industriali e gli agricoltori - dice Biraghi - sono sulla stessa barca: il mercato decide per tutti La prima Fiat è nata a Cuneo Fabrizio Gardinali a pag. 23 numero verde Energia dal sole Energia dalla terra Energia dalle biomasse Energia dall acqua Energia dal vento aaenergy.it info@aae-italia.it N u o v i u f f i c i i n Via dell Aquedotto, 2/b A l b a T e l F a x info@zbservizi.net SITI INTERNET E-COMMERCE NEWSLETTER TOUR VIRTUALI PHOTOGALLERY Trattamento acqua Sterilizzazione a raggi UV tecniche su membrana addolcimento recupero acqua piovana trattamento biologico scarichi sdeaux@idrocentro.com

2 2 elezioni. alla vigilia del voto primo piano La Granda sceglie chi la rappresenta Nel mese di giugno gli elettori cuneesi decideranno i nomi dei sindaci di 190 Comuni, il nuovo presidente della Provincia ed alcuni deputati italiani nel Parlamento europeo Si torna a votare. Sabato 6 e domenica 7 giugno, dopo le elezioni politiche dell aprile 2008, i cittadini sono di nuovo chiamati alle urne, impegnati su diversi fronti: elezioni amministrative comunali, elezioni amministrative provinciali ed elezione del Parlamento europeo, senza dimenticare il referendum sulla nuova legge elettorale che è in programma per domenica 21 giugno. COMUNALI. In provincia di Cuneo si vota in 190 Comuni. I candidati sindaci sono 390, una sorta di folto plotone di amministratori che cercheranno chi la riconferma, chi il posto da primo cittadino per la prima volta. I Comuni con un numero di abitanti superiore a , dove si va alle urne sono Alba (6 candidati), Bra (3), Fossano (6), Saluzzo (5) e Savigliano (5). In caso di mancato raggiungimento del 50% dei voti più uno da parte di uno dei candidati, in questi comuni si ricorrerà ai ballottaggi. PROVINCIALI. Chi siederà sulla poltrona di presidente della Provincia di Cuneo al posto di Raffaele Costa? Saranno in otto a contendersi la vittoria finale per una battaglia elettorale mai così affollata all ombra del Monviso. Tra gli otto candidati, tre hanno un peso più determinante nella sfida. In rigoroso ordine alfabetico: Teresio Delfino (sostenuto da Udc ed Indipendenti per la Granda), Gianna Gancia (Pdl, Lega Nord, Lista Costa, Donne per la Granda, Movimento per l Italia della Santanchè, Il popolo del futuro, Dc), e Mino Taricco (Pd, la Sinistra per Cuneo, i Socialisti e liberali, i Moderati e le due liste civiche Progetto Cuneo e Cuneo Provincia Grande). Cercheranno di strappare voti Ivan Di Giambattista (Rifondazione comunista), Marco Carpani (Partito socialista), Luciano Curetti (Partito comunista dei lavoratori), Tullio Ponso (Italia dei valori) e Paolo Chiarenza (La Destra). EUROPEE. Il 6 e 7 giugno gli italiani saranno chiamati ad eleggere anche i loro 72 rappresentanti che siederanno nel Parlamento Europeo. Sono cinque i candidati cuneesi che cercheranno di portare un po di Provincia di Cuneo anche in Europa, ognuno secondo determinate idee: sono candidati Giuseppe Menardi (Pdl), Giovanni Carlo Laratore (Udc), Rosalia Grillante (La Destra), Bruno Mellano (Lista Pannella-Bonino) e Renzo Rabellino (Fiamma Tricolore e Destra sociale). QUANDO SI VOTA. I seggi apriranno sabato 6 giugno, dalle ore 15 alle 22, e domenica 7 giugno, dalle ore 7 alle 22. Per i possibili ballottaggi, che si svolgeranno contemporaneamente alla consultazione referendaria sulla legge elettorale, si voterà domenica 21 giugno dalle ore 8 alle 22 e lunedì 22 giugno, dalle ore 7 alle 15. Per votare sono indispensabili la tessera elettorale e un documento d identità. europee manifesto di confindustria rivolto ai 72 candidati italiani In occasione delle elezioni europee del 6 e 7 giugno prossimo, Confindustria ha stilato un manifesto, rivolto ai futuri settantadue deputati, contenente le priorità ritenute dall associazione degli industriali fondamentali per rendere il nostro Paese più forte all interno del contesto europeo. Il Manifesto mette innanzi tutto in risalto l urgenza di fare fronte alla crisi economica in atto salvaguardando le regole di base dell Unione europea e guardando al futuro. Il problema più drammatico è quello dell accesso al credito da parte delle aziende. Una soluzione potrebbe essere un intervento più incisivo da parte della Banca centrale europea nel rilancio del prestito interbancario ed un espansione del ruolo della Banca europea nell assicurazione del credito legato a transizioni commerciali, oltre ad una revisione della direttiva sui ritardi dei pagamenti. Per la legislatura 2009/2014 sono 8 le priorità addotte da Confindustria: un mercato interno più aperto e competitivo tramite l estensione delle liberalizzazioni a quei settori, come l energia, in cui, in Italia, i prezzi per l industria rimangono superiori alla media europea, e la difesa ed il rafforzamento dei principi della libera concorrenza e del mutuo riconoscimento; un contesto regolarmente sano e delle politiche che favoriscano la competitività delle imprese manifatturiere, perchè l imprenditorialità e le Pmi rappresentano la principale fonte di crescita e occupazione; il potenziamento delle infrastrutture materiali e ed immateriali, in quanto lo sviluppo delle Reti Transeuropee di Trasporto costituisce uno strumento prioritario per il supporto delle imprese italiane nel mercato europeo; una società della conoscenza basata sull innovazione ed il capitale umano; dei mercati del lavoro più moderni, tramite politiche sociali che sappiano rispondere ai mutamenti in atto con soluzioni innovative, ed una politica europea dell immigrazione più efficace; una leadership europea in campo energetico e ambientale, poichè la tutela dell ambiente è un obiettivo imprescindibile per la salute dei cittadini, la protezione dell ecosistema e lo sviluppo economico; un ruolo più forte nel contesto internazionale con la priorità del raggiungimento di accordi a livello multilaterale, in sede Wto, per garantire regole del gioco identiche in tutto il mondo; un bilancio comunitario al servizio della crescita, e pertanto ampliato e focalizzato sulle politiche legate alla strategia di Lisbona e in particolare su quelle che comporteranno il maggior valore aggiunto. 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3 GRANDAngolo gara d appalto. pubblicato il bando europeo di Ilaria Blangetti Come annunciato è stato pubblicato, prima della fine del mandato dell amministrazione provinciale, l atteso bando per il trasporto pubblico locale. Una gara d appalto europea che serve a garantire il servizio a 10 milioni di passeggeri ogni anno e che riguarda i trasporti extraurbani di competenza provinciale e quelli urbani dei Comuni di Alba, Bra, Fossano, Mondovì (compresa la funicolare), Saluzzo e Savigliano. Centosei milioni a base d asta per 6 anni, una cifra importante che però non soddisfa pienamente le 23 aziende del Tpl (trasporto pubblico locale) che lamentano poca tutela e criteri non totalmente chiari. La Provincia ci aveva provato già nel 2008 con un bando andato deserto a causa di valori non attualizzati e importi insufficienti. Il testo del bando, però, conteneva un punto particolarmente caro alle 23 aziende del Tpl, ossia il protocollo d intesa che vedeva obbligato l eventuale subentrante ad acquistare il parco mezzi in circolazione evitando, così, l azzeramento del valore dei beni strumentali in uso. Se non vinciamo la gara cosa dobbiamo fare? - si chiede Michele Marengo, presidente della sezione autolinee di Confindustria Cuneo -. I mezzi siamo obbligati a tenerli in magazzino per dieci anni perché non possiamo cambiare la loro destinazione d uso, dato che sono frutto di un contributo regionale. Parliamo di quasi 350 bus comprati con contributi regionali - incalza Giuseppe Bianco, amministratore delegato della Nuova Benese - ossia soldi dei contribuenti. Il precedente bando non prevedeva un importo adeguato a base d asta ma imponeva all eventuale subentrante di acquisire mezzi e rimesse, in quel caso eravamo almeno tutelati. Esiste, invece, una clausola sociale, necessaria ai termini di legge, che obbliga l eventuale nuovo gestore ad assumere tutto il personale attualmente in servizio (quasi 500 dipendenti). Dalla Provincia spiegano il mancato rinnovo del protocollo d intesa come un adeguamento alle Se si aggiudica il servizio una cordata straniera i 350 bus cuneesi non potranno essere riutilizzati trasporto Le aziende non si sentono tutelate movicentro fossano migliora la circolazione ma non era una priorità Il 28 maggio è stato inaugurato il movicentro di Fossano. Quasi cinque anni di lavori e un costo complessivo di 2 milioni 600 mila euro per consentire alla città degli Acaja una stazione di interscambio rotaia-gomma. La struttura fossanese, però, sembra essere rivolta più alla riqualificazione dell area e alla trasformazione del quartiere che all originaria funzione per cui sono stati pensati i movicentro. Non riteniamo il movicentro una priorità dicono dalla Gunetto Autolinee Srl, la ditta che gestisce il trasporto pubblico locale nel fossanese anche perché alla stazione i nostri pullman sono e, continueranno ad essere, solamente in transito; ora però c è l area con le pensiline e questo permette una miglior sicurezza dell utente rispetto a quando eravamo costretti a fare le operazioni di carico e scarico passeggeri a bordo strada. Un miglioramento però il movicentro l ha portato: è quello che riguarda la circolazione nell area che, grazie al collegamento di via Paglieri con corso Emanuele Filiberto, permette un transito più rapido dei pullman e in maggior sicurezza. debito pregresso. ritardi sui pagamenti è questione di giorni Sono passati 2 mesi Sono passati due mesi dalla nostra manifestazione e vedere che non abbiamo ancora risolto nulla è davvero scoraggiante. è quanto dice Federica Galleano dell Ati, al momento della chiusura del giornale, in merito al pregresso pari ad oltre 5 milioni di euro che le ditte del trasporto pubblico locale aspettano per le annualità 2007 e 2008, a fronte di un contratto scaduto il 31 dicembre La situazione sembrava essersi risolta un mese fa quando, dopo l impegno ufficiale del presidente della Provincia Raffaele Costa, le aziende del Tpl avevano raggiunto con la Provincia un accordo per il pregresso L accordo per il 2008, - dice Michele Marengo, presidente della sezione autolinee di Confindustria Cuneo - che rappresenta la parte più importante del pregresso, è andato a compimento ma, in sostanza, i soldi non sono ancora arrivati nelle casse delle aziende. Continuiamo ad aspettare ormai da mesi - commenta ancora Marengo - sentendoci continuamente dire che è questione di giorni, speriamo di ricevere presto il pagamento per dare respiro alle nostre aziende. Aspettiamo - ribattono dall assessorato ai trasporti provinciale - di poter contabilizzare le uscite. 3 normative europee - precisa Ambrogio Invernizzi, assessore provinciale ai Trasporti e alla mobilità - nel rispetto della libera concorrenza che non permette una barriera all ingresso: gli attuali gestori sono comunque tutelati dal fatto che abbiamo inserito nel bando ampi criteri di valutazione qualitativa, pari al 70%. Abbiamo puntato sui servizi - continua Invernizzi - proponendo una gara aperta che non stabilisca un vincitore a priori, dove diamo particolare importanza ad alcuni requisiti: risparmio energetico, bus dotati di pedane per disabili, più tutela dell ambiente e un ottimo servizio di informazione nei confronti degli utenti. Dobbiamo ancora vedere i dettagli di questi punti - commenta Marengo - ma alcune nostre aziende, se l attenzione è rivolta a mezzi il più possibile nuovi, sono già perdenti in partenza. La preoccupazione è data dalle realtà estere che, in molti casi, hanno un parco mezzi rinnovato ogni 3 o 4 anni a differenza di quelli delle aziende del Tpl cuneese che, in attesa dei piani autobus regionali, possono provvedere alla sostituzione dei mezzi solo ogni anni. Un punto contestato nel precedente bando riguardava il prezzo al chilometro percorso, pari a 1,10 euro, appena 4 centesimi in più rispetto al prezzo fissato nel La nuova gara si assesta, invece, a 1,40 per i servizi minimi extraurbani di competenza provinciale, mentre sarà di 1,55 euro per i servizi urbani dei Comuni facenti parte del bando (eccezioni si registrano per alcuni servizi particolari e per la funicolare di Mondovì). I valori - dice Marengo - sono decisamente migliori rispetto a quelli proposti nel bando 2008, ma ci permettono appena di non lavorare in perdita se consideriamo l aumento del costo degli stipendi dei nostri dipendenti, dovuto al nuovo contratto di lavoro degli autoferrotranvieri. Le aziende avranno tempo a presentare le domande fino al 5 ottobre, crediamo nella nostra qualità - commentano le aziende del Tpl - ma non ci sentiamo tutelati e temiamo le imprese straniere.

4 4 l economista/1. gian maria gros-pietro di Lorenzo Boratto Quando l impresa è familiare, l azienda non è mai abbandonata a se stessa. Anzi spesso la proprietà immette risorse ulteriori per andare oltre questi momenti di crisi. Così Gian Maria Gros-Pietro, economista e direttore del dipartimento di Scienze economiche della Luiss di Roma, che ha preso parte, lo scorso 18 maggio, a un incontro all università di Cuneo per la costituzione dell Osservatorio famiglia e impresa, che fa capo al comitato territoriale Unicredit della provincia di Cuneo. Titolo dell incontro: Imprese di famiglia: lontano dalla finanza, vicino alle persone. Il professore ha parlato per quasi due ore davanti a oltre 150 tra studenti universitari, politici, rappresentanti delle associazioni. L economista ha analizzato le caratteristiche del sistema produttivo italiano (4,4 milioni di imprese con una dimensione media di 3,8 addetti per azienda, un valore aggiunto nel 2008 di 677 miliardi di euro), individuandone punti di forza e debolezza. Fino a non molto tempo fa, andava per la maggiore la tesi che la globalizzazione avrebbe messo fine all impresa familiare - ha detto -. Non è così. In Italia poi, anche le grandi imprese, Dobbiamo dire grazie alle imprese familiari come Fiat o Ferrero, sono spesso controllate saldamente da una famiglia. Poi l analisi dei 156 distretti industriali esistenti in Italia, caratterizzati da processi produttivi ad alta intensità di lavoro umano e ridotta automazione, limitato fabbisogno di capitale fisso, modeste economie di scala a livello di intero processo produttivo, innovazione legata a processi di learning by doing. Tra i punti di forza delle imprese familiari ha indicato: rapidità e flessibilità decisionale, una politica finanziaria basata soprattutto sull autofinanziamento, uno sviluppo prudente grazie a una visione di lungo periodo. I rischi: Crescendo - ha aggiunto -, l impresa raggiunge prima o poi una grandezza tale che le forze di una famiglia non bastano più a fornire due fattori di produzione cruciali per la sua ulteriore espansione, cioè capacità gestionali e risorse finanziarie. A questo punto, l alterna- In Italia anche le grandi imprese sono controllate da una famiglia. Questa è la spina dorsale della nostra economia, a patto che si punti sui mercati esteri e si investa sulla qualità dei nostri prodotti tiva è rinunciare a crescere, vendere a chi è in grado di trasformare l impresa in senso manageriale o ricapitalizzare (magari facendosi inglobare da altre realtà più grandi). Poi Gros-Pietro ha spiegato i motivi per cui in Italia (che ha il debito pubblico più alto d Europa, ma anche il dentro la crisi minor tasso di indebitamento delle famiglie) ha risentito meno della recessione: Una larga parte di italiani, come pensionati e dipendenti statali, ha stipendi slegati dai mercati internazionali: inoltre l economia nazionale è sostenuta prevalentemente dai consumi interni. Non solo: la crescita del Pil dell ultimo decennio è risultata inferiore rispetto alla media europea, ma non è stata gonfiata dal ricorso al debito pubblico di cui si era già abusato in passato. Le conclusioni: Le imprese familiari sono la spina dorsale della struttura imprenditoriale del Paese anche nel mercato globalizzato. Resto moderatamente ottimista a patto che le aziende, anche piccole, sappiano internazionalizzarsi. Il rilancio del made in Italy ha fatto leva su due componenti chiave: puntare sui mercati esteri, innalzare il contenuto qualitativo dei prodotti. Una strategia che appare, sempre secondo Gros- Pietro, una strada obbligata per le imprese italiane. Sono fondamentali gli investimenti in ricerca e sviluppo - ha aggiunto -. Non tutte le conseguenze della crisi saranno negative: si tratta di un evoluzione che può favorirci, dato che siamo dotati di un sistema produttivo flessibile, reattivo. unioncamere. indagine congiunturale I trimestre 2009 Previsioni negative per i prossimi mesi Il settore industriale è sempre più impaludato in una crisi da cui pare difficile uscire. Lo confermano anche i risultati dell indagine congiunturale del primo trimestre 2009, condotta dalla Camera di commercio di Cuneo, in collaborazione con gli stessi enti delle province subalpine e il coordinamento di Unioncamere Piemonte. Si accentua la contrazione dell attività produttiva per l industria piemontese: nel primo trimestre 2009 il tessuto manifatturiero regionale ha registrato un pesante -21,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, risultato in linea con la dinamica nazionale (-21,7%). Tutte le province del Piemonte hanno registrato dinamiche negative, Cuneo compresa, che ha subito una contrazione del -12,2%. Per quanto concerne l analisi settoriale, si confermano le dinamiche rese note nel Rapporto Cuneo 2009 : solo l alimentare manifesta segnali di recupero, mentre tutte le altre industrie manifatturiere registrano flessioni; le maggiori difficoltà provengono dal comparto tessile-abbigliamento (-25,8%) e dal metalmeccanico (-18,9%). Sotto il profilo dimensionale delle imprese, la crisi sembra non fare distinzioni tra piccole e grandi aziende: si riscontrano variazioni negative, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sia sul fronte delle piccole imprese (-15,9%) sia su quello delle grandi aziende le quali evidenziano una contrazione del -22,6%; ribassi più contenuti per le imprese della classe addetti pari al -5,6%. Per quanto concerne i nuovi ordinativi scendono sia le commesse interne (-9,1%) sia quelle estere (-9,2%). A livello settoriale il comparto metalmeccanico registra le contrazioni maggiori sia delle commesse estere (- 18,5%) che degli ordinativi interni (-18,1%), segue il settore tessile, che risente invece di un calo del 14,3% degli ordinativi interni e del 18,4% di quelli esteri. Il comparto alimentare segnala una tenuta degli ordinativi interni (-0,3%) e una flessione del -5,4% di quelli esteri. In calo del 13,1% il fatturato medio delle aziende cuneesi, rispetto allo stesso trimestre del 2008, con flessioni contenute per il comparto alimentare (-4,7%) e più marcate per il tessile (-25,7%), per il metalmeccanico (-16,3%) e altre industrie manifatturiere (- 14,4%). Il grado di utilizzo degli impianti della capacità produttiva è sceso, in media, al 60,6%, collocandosi al di sotto del livello raggiunto nello stesso trimestre del 2008 (75,9%); il valore maggiore si registra nelle altre industrie manifatturiere (67,9%). Le previsioni a sei mesi fanno emergere il perdurare di un rilevante pessimismo, che traspare da tutti gli indicatori: le imprese che attendono un calo dei volumi produttivi sono il 61,1%, mentre solo il 18,8% ne prevede un aumento. Le aziende che temono una diminuzione dell occupazione superano del 25,8% quelle che prevedono assunzioni. I pessimisti superano gli ottimisti di oltre il 44% per quanto riguarda la domanda interna e del 25,8% relativamente a quella estera. in cifre Cuneo. I trimestre 2009 in sintesi Produzione industriale grezza -12,2% rispetto allo stesso trimestre 2008 Ordinativi interni -9,1% rispetto al trimestre precedente (ott.-dic. 2008) Ordinativi esteri -9,2% rispetto al trimestre precedente (ott.-dic. 2008) Fatturato -13,1% rispetto allo stesso trimestre 2008 Grado di utilizzo degli impianti 60,6% Previsioni per il semestre aprile-settembre 2009 Aumento stazionarietà diminuzione saldo Produzione 18,8% 20,1% 61,1% -42,3% Occupazione 4,4% 65,4% 30,2% -25,8% Ordini interni 15,8% 24,1% 60,2% -44,4% Ordini esteri 17,7% 38,8% 43,5% -25,8% Prezzi 7,8% 57,4% 34,8% -27,0% Fonte: 150ª Indagine congiunturale sull industria manifatturiera piemontese

5 dentro la crisi l economista/2. mario deaglio di Pierpaolo Bindolo Mario Deaglio, ordinario presso la facoltà di Economia dell Università di Torino, affianca all attività didattica e di ricerca quella di giornalista. Opinionista e autore di numerose pubblicazioni, collabora da anni con diverse riviste e giornali. In passato ha diretto il quotidiano Il Sole 24 Ore e attualmente è editorialista economico de La Stampa di Torino. Non tutti sanno però che la famiglia del noto economista è originaria di Piasco. Il nonno è stato tra i fondatori della Società operaia di Piasco e nel medesimo Comune nacque, nel 1899, anche suo zio, Romolo Deaglio, affermato fisico e scienziato italiano, di cui tratteremo prossimamente. Dall ufficio presso la facoltà di Economia a Torino l economista di Piasco ha espresso il suo pensiero sull attuale situazione economica della provincia di Cuneo. Professor Deaglio, visto che conosce molto bene la situazione piemontese, quali sono in provincia di Cuneo le attività produttive ed economiche da sviluppare e su cui investire per superare la crisi? È difficile parlare in poche parole di termini di sviluppo. Meglio descrivere i punti di forza che si sono creati in provincia di Cuneo nel corso di questi ultimi decenni. Per punti di forza intendo Difficile fare previsioni Il peggio non è passato tutte quelle specializzazioni che sono entrate in qualche modo a contatto con l economia mondiale. Quali sono? La presenza a Cuneo di piccole e medie imprese è abbastanza elevata. Molteplici sono inoltre le specializzazioni presenti sul territorio; esse vanno dal turismo gastronomico, a tutta la produzione vinicola ed alimentare, fino alle attività meccaniche, etc. Poi, ad esempio, ci sono il turismo invernale, le attività editoriali, comprese quelle legate alla ricerca nelle università. Il Cuneese si è sempre fatto notare per la sua molteplicità e vivacità. Nella realtà economica italiana e piemontese la provincia di Cuneo come si colloca? È forse l unica provincia del Piemonte che assomiglia alle province dinamiche dell Emilia e di tutta la fascia adriatica. Cuneo, ad esempio, si differenzia da Torino, dove c è un unico grosso settore industriale che sostanzialmente monopolizza e sovrasta tutti gli altri. A Cuneo non c è nessun settore che sovrasta, ma c è una composizione molto variegata. E le banche? Il sistema bancario cuneese è un altro punto di forza. In provincia vi sono molte Molti centri previsionali parlano troppo e su basi poco sicure. Questa crisi mondiale si caratterizza per la velocità e l intensità con cui si diffonde banche, piccole e locali. Esse hanno sempre fatto politiche molto conservatrici e non si sono spinte in avventure speculative: dunque dovrebbero essere molto sicure. Questo forse negli anni passati è stato pagato con una minor velocità di espansione, ma ha garantito una maggiore affidabilità. A livello locale quando terminerà questo difficile periodo? Non ho gli elementi per fare delle previsioni, perché non sappiamo se, come e quando terminerà. Nel Cuneese c è però un tessuto sociale che nei periodi di crisi rende più facile scaricare gli effetti senza che colpisca qualcuno in particolare. Nelle piccole comunità inoltre non è raro avere la possibilità di qualche lavoro; ad esempio dalla campagna o dall edilizia, e questo aiuta. Non è come in una grande città, dove la chiusura di una fabbrica di lavoratori crea un disastro. Le qualità e le caratteristiche della provincia di Cuneo aiuteranno ad attutire, rispetto ad altre zone, i problemi, ma non la terranno fuori dalla crisi in atto. È una realtà in cui sono presenti molteplici attività produttive e questo in qualche misura la rende in parte meno vulnerabile. Molti analisti affermano che il peggio è passato. Altri sconfessano queste teorie. Lei cosa ne pensa? Molti di questi centri previsionali parlano troppo. Fanno previsioni su basi poco sicure, per cui le modificano ogni quindici giorni. È impressionante come stia cambiando in peggio, perché questa crisi mondiale ha tra le sue caratteristiche l estrema velocità e intensità con cui si diffonde. È dunque difficile prevedere quando ne verremo fuori. cciaa. rapporto cuneo 2009 Il crollo dell industria risparmia l alimentare S I T I I N T E R N E T E - C O M M E R C E N E W S L E T T E R T O U R V I R T U A L I P H O T O G A L L E R Y di Sonia Pellegrino Fiducia, fiducia, fiducia. Con questa triplice esortazione il professor Giuseppe Tardivo, ordinario di Economia all Università di Torino e responsabile della sede di Cuneo, ha voluto chiudere il suo intervento alla presentazione - in occasione della giornata dell economia lo scorso 8 maggio - del Rapporto Cuneo Riproposto, dalla rete camerale, l appuntamento annuale con i bilanci della vita economica locale 2009, è stato occasione per un analisi calata sul territorio e per la definizione di prospettive che guardano all immediato futuro. Il quadro tratteggiato dai dati camerali, presentati dal presidente della Camera di commercio, Ferruccio Dardanello, non è certo roseo, ma rispecchia la difficoltà del momento. Il mondo attraversa una crisi complessa e globale che è crisi finanziaria, economica, settoriale, industriale e di produzione oltre che ecologica - ha spiegato il professor Tardivo - e i dati sull economia cuneese non fanno che riflettere l andamento generale. In particolare i dati sul primo bimestre del 2009, inseriti per completare il quadro della situazione, confermano le problematicità del momento e, soprattutto, evidenziano lo sviluppo abnorme del ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende ( ore). Si avverte, tra gli attori del mondo economico locale, la presa di coscienza della necessità di puntare sugli elementi peculiari del territorio per restare a galla nel momento di crisi. Per quanto attiene l analisi dei vari comparti è l industria a risentire maggiori difficoltà: se nei primi due trimestri del 2008 la produzione industriale cuneese ha registrato un andamento positivo, un improvvisa e accelerata inversione di tendenza (-6,5%) si è verificata nell ultimo trimestre. In particolare l analisi settoriale rivela andamenti negativi per tutti i settori produttivi ad eccezione dell alimentare, che manifesta modesti segnali di recupero (+0,6%) su base annua. Le maggiori difficoltà provengono dalle industrie manifatturiere (-9,7%) e dal metalmeccanico (-9,5%), che trainavano, invece, la produzione industriale nella prima parte dell anno (+8,4% nel II trimestre). Il comparto tessile e abbigliamento ha invece registrato difficoltà per tutto il 2008 (dal -4% del IV trimestre al -7,8% del III). Anche per il settore delle costruzioni la situazione non è rosea: dopo quattro anni di ascesa ininterrotta, nell ultimo anno la crescita ha subito un notevole rallentamento, registrando solamente una variazione percentuale dello 0,54%. Nonostante il quadro sia a tinte fosche, sia Tardivo che Dardanello hanno voluto vedere il bicchiere mezzo pieno: per far sì che le imprese di cristallo del Cuneese possano uscire dall impaludamento occorre attuare delle strategie mirate. La provincia di Cuneo è un territorio vitale in fase di sviluppo - ha concluso Tardivo -. Se si sapranno sfruttare i suoi punti di forza, valorizzare le sue eccellenze, provvedere alle criticità riscontrate, potrà crescere ancora, ma questo sarà possibile solo attraverso una attenta progettazione che valorizzi le specificità territoriali e che sia, soprattutto, condivisa. Zeta Bi s.n.c. - Via dell Aquedotto, 2/b Alba (CN) Tel Fax info@zbservizi.net

6 governincontra. cuneo chiama roma dentro la crisi La Granda non è più un isola felice Confindustria Cuneo chiede infrastrutture, modernizzazione, tempi certi di pagamento da parte degli enti pubblici, sburocratizzazione e più facilità nell accesso al credito di Sonia Pellegrino Un isola molto poco felice. In estrema sintesi è questo il quadro della Granda che i rappresentanti del mondo economico del cuneese hanno tracciato, lo scorso 4 maggio, ai tre ministri Gianfranco Rotondi (Attuazione del Programma), Luca Zaia (Agricoltura) e Roberto Calderoli (Semplificazione normativa) e ai quattro sottosegretari, Guido Crosetto (Difesa), Michelino Davico (Interno), Bartolomeo Giachino (Infrastrutture e Trasporti) e Giacomo Caliendo (Giustizia), in visita a Cuneo in occasione di Governincontra. Il capoluogo della Granda è stato, dunque, una delle cento città italiane interessate dal nuovo format di comunicazione istituzionale, voluto e ideato dal ministro Rotondi. Un occasione importante per poter interloquire con i rappresentanti del Governo e per fare conoscere loro, in maniera diretta, problemi e istanze L intervento del presidente di Confindustria Cuneo Maurilio Verna di fronte ai rappresentanti del Governo il 4 maggio scorso in Provincia del nostro territorio. Dopo il saluto e l intervento del sindaco di Cuneo, Alberto Valmaggia, il prefetto, Bruno d Alfonso, ha evidenziato i punti di forza della nostra provincia, come la scuola e la sanità, che hanno toccato punte di eccellenza, le croniche carenze infrastrutturali e le nuove problematiche, come la crescita vertiginosa (+1.311%) del ricorso alla Cassa integrazione. A questa prima esaustiva fotografia della Granda da parte del prefetto di Cuneo, sono seguiti gli interventi dei rappresentanti del mondo politico (del presidente della Provincia, Raffaele Costa), economico (del presidente della Camera di commercio, Ferruccio Dardanello, del vice presidente facente funzione di Confindustria Cuneo, Maurilio Verna, del presidente di Confartigianato Cuneo, Sebastiano Dutto e del presidente di Coldiretti Cuneo, Marcello Gatto) e sindacale (del segretario generale della Cisl di Cuneo, Matteo Carena). In tutti gli interventi è stata sottolineata l assoluta necessità, perché le aziende della Granda possano essere competitive sul mercato ormai globale, di un sistema di infrastrutture - autostradali, stradali e ferroviarie -efficiente che permetta alla nostra provincia di uscire dall inveterato isolamento. Non possiamo rimanere ai tempi di Napoleone - ha tuonato il vice presidente facente funzione di Confindustria Cuneo, Maurilio Verna - occorrono infrastrutture e modernizzazione. Verna ha, quindi, chiesto tempi certi per i pagamenti alle aziende che lavorano con le pubbliche amministrazioni e ha posto l accento sui problemi delle piogge alluvionali che a fine aprile hanno messo in ginocchio la provincia ponendo a rischio esondazione oltre 200 aziende. Infine, il vice presidente degli industriali cuneesi ha evidenziato la necessità di una sburocratizzazione del Paese, di un accesso al credito più facile per le imprese e, in considerazione della difficile situazione congiunturale che anche la nostra provincia sta attraversando, di un congelamento delle regole di Basilea 2. finanziamento. banca regionale europea Stanziati 250 mila euro per le imprese Le Pmi associate a Confindustria Cuneo potranno contare su un finanziamento di euro. È quanto ha sancito l accordo stipulato tra la Banca Regionale Europea, le associazioni di categoria riunite nel Patto per lo Sviluppo di Cuneo (cui appartiene anche Confindustria, insieme a Confartigianato, Confcommercio, Coldiretti, Confagricoltura) e i Confidi di riferimento. L obiettivo è di rendere disponibile al sistema produttivo un più ampio accesso al credito, per affrontare adeguatamente l attuale congiuntura di crisi; il finanziamento, inizialmente progettato proprio per le aziende dell industria e successivamente esteso alle altre categorie, è finalizzato a far fronte ad esigenze di liquidità aziendale o riequilibrio finanziario. Ci sembra un ottimo accordo, volto ad un percorso comune per facilitare ulteriormente l accesso al credito ai settori produttivi e rispondere alla crisi economica continuando a collaborare per la crescita - afferma il presidente della Pmi di Confindustria Cuneo, Mauro Gola -. L intesa costituisce un valido supporto alla capacità di reazione che le imprese stanno dimostrando. Credo che con questa iniziativa si potranno fronteggiare i problemi di liquidità, che rappresentano una delle principali emergenze in questo periodo di crisi per le nostre imprese. L aiuto finanziario sarà volano di ripresa e conferma di una partnership tra banche e aziende; mi auguro che venga utilizzato in modo continuativo dalle nostre imprese. L accordo raggiunto, a plafond aperto, sarà valido fino al 31 dicembre 2009 ed è rinnovabile per un anno. La durata del finanziamento è fino a 18 mesi meno un giorno, con rimborso dell intero capitale a scadenza. Per le operazioni fino a 12 mesi, il tasso è pari al 2.921% (eurirs 12 mesi maggiorato di uno spread 1,375); per le operazioni con durata oltre 12 mesi, è pari al 3,184% (eurirs 24 mesi, maggiorato di uno spread 1,375%). Per il presidente del Patto per lo Sviluppo di Cuneo, Sebastiano Dutto, l accordo siglato costituisce una risposta concreta per sostenere le imprese in questo particolare momento di crisi e favorirà l accesso al credito a condizioni di evidente economicità. L assenza di un plafond determinato ed i tassi applicati costituiscono gli elementi di forza che qualificano l accordo, reso possibile dalla condivisione tra Patto per lo Sviluppo e Banca Regionale Europea, della necessità di agire insieme per la ricerca di strumenti idonei ed innovativi in favore della diffusa imprenditoria che connota la nostra Terra di Granda. Non è un operazione di facciata - hanno dichiarato il presidente della Banca Regionale Europea, Piero Bertolotto, e il direttore generale, Argante Del Monte -, in quanto non è stato fissato un plafond: ciò significa che tutte le richieste potranno essere prese in considerazione, non solo le poche presentate per prime. Come sempre, sapremo fare la nostra parte per sostenere le Pmi dell industria, dell artigianato, del commercio e dell agricoltura, impegnate ad affrontare le sfide della attuale crisi. La disponibilità di nuove linee di credito contribuirà alla difesa dell occupazione e della competitività del nostro sistema produttivo.

7 dentro la crisi quando il gioco si fa duro.... seminario dei giovani imprenditori di Ilari Blangetti Occhio alla produzione Il Pil può ingannare Il Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Cuneo e il Gruppo Giovani Imprenditori Edili Ance Cuneo hanno organizzato, lo scorso 19 maggio, un seminario intitolato Quando il gioco si fa duro - Riflessione sulla gestione dei periodi difficili. Siamo in un periodo difficile e nuovo per molti di noi, per questo è importante - dice Elena Lovera, presidente Gruppo Giovani Imprenditori Edili Ance Cuneo - imparare a gestirlo con un atteggiamento che ci permetta di affrontare la congiuntura e trovarsi pronti alla ripresa. Un imprenditore vive un momento di crisi - dice Alessandro Battaglia, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Cuneo - sia all interno dell azienda che all esterno: si trova quindi in un duplice ruolo che ha effetti pesanti anche sulla psiche. Da queste convinzioni l idea di un seminario rivolto ai giovani imprenditori che per la prima volta si trovano ad affrontare un periodo delicato e di crisi generalizzata. Il pomeriggio è stato affidato a due illustri relatori: Maria Ludovica Lombardi Varvelli, psicologa comportamentista, presidente del Gram (Gruppo di Ricerca Applicata al Management) e a Riccardo Varvelli, ingegnere, esperto di organizzazione e docente di economia al Politecnico di Torino. Durante la prima parte del seminario Riccardo Varvelli ha fornito alcuni dati utili per interpretare e superare la crisi. L economia si sviluppa per cicli alternativi - ha spiegato Varvelli - ed è ipotizzabile che ogni 8 o 10 anni, ci si trovi ad affrontare un periodo difficile. L attuale crisi è nata da un evento che non ha suscitato grande interesse, ossia il fallimento di una piccola assicurazione in Florida, nel novembre 2007: questa è la dimostrazione che le crisi nascono con effetto differito. Varvelli ha poi argomentato questo principio ricordando i momenti diffi- Secondo Varvelli bisogna dare il giusto valore agli indicatori economici, saper ridurre i volumi ed i prezzi, ridistribuire le risorse interne e ridurre le spese LA PRIMA CRISI Da sinistra: Riccardo Varvelli, Elena Lovera, Maria Ludovica Lombardi e Alessandro Battaglia cili degli ultimi trent anni, tutti accumunati da eventi scatenanti, soprattutto di natura bellica, successi uno o due anni prima del vero scoppio della crisi. L attuale crisi - continua Varvelli - è un po anonima, perché di 7 natura immobiliare e nata dalla cosiddetta bolla immobiliare Usa. Il professore ha invitato gli imprenditori a dare il giusto valore agli indicatori economici, ricordando come il Pil (prodotto interno lordo) sia un dato interessante ma non il più significativo per chi opera nell industria. L industria è molto più sensibile ai fenomeni di crisi rispetto al Pil, per questo un dato da tener sott occhio è quello relativo alla produzione. Per concludere - dice Varvelli - qualche dritta per reagire alla crisi: ridurre i volumi ed i prezzi, ridistribuire le risorse interne riducendo le spese fisse; è inoltre utile diversificare il servizio sviluppando la domanda attraverso il servizio stesso. La crisi cammina e bisogna camminare con essa. Così ha esordito la comportamentista Lombardi che ha parlato di come superare la crisi da un punto di vista psicologico: è normale che chi ha responsabilità in questi casi provi ansia e preoccupazione ma questi elementi possono trasformarsi in preparazione. La psicologa ha puntato l accento sull evitare di somatizzare eccessivamente i problemi rischiando di cadere in vortici di ansia e depressione, si può avere paura ma questa deve sempre trasformarsi in coraggio. I.P. RW, un partner nella formazione finanziata Formare le persone per creare innovazione, cambiamento e miglioramento, attraverso i fondi interprofessionali. La nuova responsabilità di cui le aziende sono chiamate a rispondere oggi è quella relativa alla capacità di affrontare i cambiamenti compiendo scelte innovative, strategiche ed eticamente encomiabili. Questo nuovo atteggiamento e modus operandi che le imprese oggi vogliono assumere va destinato, oltre ai consumatori e ai pubblici di riferimento, anche alle risorse interne, poiché esse rappresentano il meccanismo propulsore delle imprese stesse. Hai mai pensato di motivare e arricchire le risorse della tua impresa con interventi formativi relativi a specifici ruoli e competenze aziendali? E, soprattutto, sai di poterlo fare gratuitamente attraverso l utilizzo dei fondi interprofessionali? I fondi interprofessionali sono strumenti di finanziamento che aiutano le imprese a investire sulla formazione senza costi aggiuntivi, in quanto il Conto Formazione è a disposizione di tutte le aziende che, per legge, versano lo 0,30% dei contributi lordi dei propri dipendenti nel fondo di categoria di riferimento. Lo staff RW è disponibile a valutare insieme al cliente il fondo formazione più adeguato e a coordinare la presentazione dei corsi, seguirne lo svolgimento a livello gestionale e di contenuto e, infine, attuarne la rendicontazione. Per individuare il tema formativo di maggiore utilità per l azienda è necessario dapprima riconoscere e identificare la natura di una o più difficoltà operative, per poi analizzarle e formare le risorse sulle possibili e alternative soluzioni atte al miglioramento. Facciamo alcuni esempi di problemi aziendali, risolti con la Formazione RW: - Troppe dispersioni sui costi e problemi nella gestione della finanza? Interventi di controllo di gestione e amministrazione - Area commerciale e vendite in calo di efficienza? Interventi in tema di marketing, comunicazione, sviluppo risorse umane, controllo dei costi. - Personale sotto stress e difficoltà organizzative? Organizzazione e sviluppo risorse umane, comunicazione - Difficoltà nella raccolta e analisi dei dati? Vantaggio competitivo con la business intelligence - Comunicazione esterna non più efficace? Strategie di marketing e comunicazione di impresa. RW, che da 18 anni opera sul territorio piemontese e sui territori del nord ovest italiano con grandi risultati, vuole essere un valido supporto alle risorse aziendali, in modo da apportare innovazione e strumenti di lavoro attraverso attività formative e consulenziali di alto livello. Consulenza e formazione sono fornite a tutti i livelli aziendali, dal management ai quadri, dagli impiegati agli operai e sulle principali funzioni di impresa. Una squadra di professionisti solida e competente, che lavora su tre sedi importanti: Alba, Torino, Milano. Visitate il nostro sito web e consultate il nostro catalogo corsi in area download! Contattate la nostra sede per approfondire il tema della formazione finanziata ( ). Perché l innovazione e il cambiamento derivano dalla volontà di cambiare per migliorare e dalle scelte che ogni persona compie oggi, per il domani.

8 convegno. facoltà di scienze politiche e ires piemonte dentro la crisi La ripresa comincia grazie all export Le aziende cuneesi che esportano saranno determinanti per uscire dalla crisi, ma l internazionalizzazione e l innovazione deve arrivare a rigardare tutte le imprese di Lorenzo Boratto Ogni crisi è il banco di prova per valutare le potenzialità di un sistema produttivo, economico, sociale. La forza della Granda è nella sua diversificazione. Così spiega Renato Lanzetti, ricercatore dell Ires Piemonte, che ha preso parte al convegno Le prospettive di sviluppo socioeconomico del Cuneese svolto a fine aprile nella sede universitaria di Mater Amabilis a Cuneo. Durante l incontro organizzato dalla facoltà di Scienze politiche, si è esaminata la forza imprenditoriale della Granda, evidenziando così un territorio ricco, con una produzione differenziata, ma anche interconnesso con le realtà confinanti: Torino, Liguria, Astigiano, Francia. Ancora Lanzetti: Sono poco più di aziende Cuneesi che esportano: saranno determinanti per uscire dalla crisi. Ma altre aziende devono internazionalizzarsi, innovare anche grazie alla presenza ormai stabile dell università e raggiungere le dimensioni giuste per esplorare i mercati esteri, magari aggregandosi. Paolo Buran, altro ricercatore Ires, ha collocato le prospettive della provincia di Cuneo all interno degli scenari più ampi. Ha spiegato che Granda e Astigano possono essere considerate un tutt uno e sono caratterizzate da un economia della varietà, sia sotto il profilo sia della dimensione di impresa (dalla piccola impresa familiare o artigiana, al gruppo multinazionale), sia della specializzazione produttiva (agroalimentare e meccanica, gomma e carta). Buran ritiene che il modello Cuneo non sia riducibile al tradizionale binomio economia rurale-piccola impresa, per una serie di eccezioni: un rilevante ruolo delle multinazionali estere (stabilimenti Michelin, Alstom, Saint Gobain), la presenza dell ultima multinazionale piemontese veramente piemonte sud-occidentale Punti di Forza - Base produttiva diversificata - Capacità di innovazione di prodotto - Ricchezza delle risorse storico-culturali e del paesaggio - Presenze di multinazionali - Crescita delle produzioni agro-alimentari di qualità - Diffusa cultura del lavoro e imprenditorialità Punti di debolezza - Scarsa propensione a fare rete - Espansione edilizia poco controllata - Mancanza di cultura organizzativa - Scarsità di saperi di alto livello - Scarsa attitudine a ricerca e sviluppo - Legami deboli fra conoscenza e produzione - Sistema consolidato di ripartizione delle quote nelle politiche e negli investimenti - Dotazione infrastrutturale in parte insufficiente o da rafforzare Opportunità - Rafforzamento delle filiere produttive (trasformazione e commercializzazione prodotti agroalimentari) - Messa in rete dei centri della conoscenza - Costruzione di una filiera turistica integrata - Rafforzamento delle connessioni verso l esterno Minacce - Consumo eccessivo delle risorse territoriali e del paesaggio - Moltiplicazione dei poli logistici senza visione strategica - Monocoltura vitivinicola - Difficoltà di mantenere livelli di competitività adeguati come conseguenza della scarsità di saperi ad alto livello Fonte: tabella tratta da Ires Scenari (dati Istat e Eurostat) endogena (Ferrero spa), ma anche le aziende decentrate dell automotive torinese e un comprato meccanico specializzato e competitivo all estero. Sui fattori di questa prosperità (la Granda ha uno dei tassi di disoccupazione più bassi d Europa e il Pil procapite tra i maggiori tra i Paesi dell Unione europea), Buran ha ancora spiegato: Da un lato la quantità di lavoro erogato (cfr tabella dove la provincia di Cuneo è del 27% sopra la media nazionale, ndr). Dall altra le opportunità che il territorio offre in termini di reti di relazioni e che rendono più facile trovare un impiego. Negli anni la provincia di Cuneo si è affermata come la seconda provincia per intensità di export in Piemonte, con un vantaggio del 70-80% sulla media nazionale e crescendo di più del resto d Italia. Infine Luca Garavaglia (ricercatore dell università del Piemonte Orientale) ha parlato dei cluster, cioè i distretti industriali, ossia insediamenti produttivi interconnessi e legati a agroalimentare, logistica, legno, servizi alle imprese, metalli e meccanica. Ha spiegato Garavaglia nel suo intervento: I punti deboli sono noti, ripetuti in alcuni casi da decenni, come il caso delle infrastrutture materiali. Ma si deve rilevare che queste debolezze finora non hanno inibito la crescita e la ricchezza del territorio. Si può dire piuttosto che rappresentano delle minacce per lo sviluppo futuro. Tra i fattori che potrebbero rivelarsi critici nei prossimi anni ne sottolineo due: la mancanza di figure qualificate che possano essere assorbite dal sistema produttivo e le carenze dei servizi, in senso lato, ai cluster. Mi riferisco alle infrastrutture come i collegamenti con la Francia e quelli ferroviari, ma anche alla logistica e al turismo, un settore economico relativamente nuovo destinato a crescere.

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