Demografia e mercato del lavoro

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1 Demografia e mercato del lavoro Prometeia Calcolo 25 gennaio 2001

2 Prometeia 1 La visione consolidata L immagine ancora largamente diffusa sulle prospettive demografiche per i prossimi decenni è quella proposta, con variazioni numeriche anche ampie ma all interno di una impostazione simile, da ISTAT (1997), EUROSTAT ed ONU. Secondo questa visione consolidata, l Italia sarebbe interessata nei prossimi decenni da: Tassi di natalità che rimangono sui minimi storici sperimentati tra fine anni 80 ed inizio anni 90 e che determinano a partire dal 2000 una riduzione delle nascite. Speranza di vita della popolazione in aumento, con conseguente aumentare la quota di popolazione anziana. Saldi migratori positivi ma relativamente contenuti, che non bilanciano nel lungo andare i saldi naturali sempre più negativi.

3 Prometeia 2 La popolazione italiana al 2020 ed al 2050 Il risultato finale è un inarrestabile declino della popolazione italiana, che assume dimensioni e ritmi diversi a seconda delle ipotesi sviluppate, ma che comporta comunque riduzioni significative già nel 2020 e che da un quadro drammatico all orizzonte del Tabella 1: Le previsioni della popolazione italiana (in ) ISTAT (1997): Ipotesi bassa 55,9 52,6 37,4 Ipotesi centrale 57,4 55,7 45,5 Ipotesi alta 59,0 58,9 54,0 ONU (1999): Variante media 55,8 52,9 41,2

4 Prometeia 3 Le previsioni demografiche dell ISTAT Le previsione demografiche ISTAT, pubblicate nel 1997 rappresentano ancora il riferimento obbligato, anche se, come vedremo, presentano segni di invecchiamento. Tabella 2: L ipotesi centrale di ISTAT (1997) Indici demografici (valori per abitanti) Tasso di natalità 6,1 5,2 5,0 Tasso di mortalità 13,1 14,2 20,5 Saldo migratorio 4,0 4,1 4,7 Saldo totale -2,9-4,8-10,9 Bilanci demografici (in 000) Nati Morti Saldo naturale Saldo migratorio estero Saldo totale Popolazione

5 Prometeia 4 I saldi migratori Uno degli aspetti più controversi delle previsioni demografiche ISTAT ed in generale della visione consolidata sul futuro demografico dell Italia è rappresentata dalle ipotesi sul saldo migratorio (immigrati - emigrati) che sono sostanzialmente stabili sui valori sperimentati nel 1996, pari a circa 50 mila persone. Tali valori sono proiettati fino al 2050 nell ipotesi centrale, ma anche nelle due ipotesi alternative presentano valori contenuti (30 mila dell ipotesi bassa e 70 mila dell ipotesi alta). Le ipotesi estremamente caute sui saldi migratori internazionali sono quelle che meno hanno retto la prova del tempo, in quanto negli ultimi anni i saldi migratori non sono mai stati inferiori alle 90 mila unità, raggiungendo anche valori decisamente superiori, in corrispondenza dei provvedimenti di regolarizzazione degli immigrati.

6 Prometeia 5 Tabella 3: Bilancio demografico della popolazione residente (in 000) Saldo Saldo Popolanaturale migratorio zione La popolazione italiana risulta quindi in lenta crescita, nonostante che i saldi naturali sia peggiori di quelli dell ipotesi centrale, per effetto di saldi migratori decisamente superiori a quelli prospettati nelle varie ipotesi. Il livello raggiunto a fine 1999 dalla popolazione italiana è molto vicino a quello dell ipotesi alta formulata da ISTAT, ma per motivi del tutto diversi. Nell ipotesi alta ISTAT si prevedeva infatti una ripresa della natalità che portava a saldi naturali positivi (40 mila persone nel 1999) ai quali si aggiungeva un saldo migratorio relativamente sostenuto (66 mila persone nel 1999).

7 Prometeia 6 Le previsioni regionali Le previsioni ISTAT ed EUROSTAT sono articolate per regione e risentono a questo livello non solo delle ipotesi adottate per il saldo naturale e per il saldo migratorio internazionale, ma anche di specifiche ipotesi sui saldi migratori regionali. Le ipotesi sulle migrazioni interregionali sviluppate da ISTAT tengono conto di un complesso insieme di fattori, ma si basano sostanzialmente sull analisi delle tendenze del periodo e sull ipotesi di una stabilizzazione del fenomeno per gli anni successivi al 2000 e di una successiva attenuazione. In pratica questo significa ipotizzare che le regioni settentrionali, dove si prospetta il più intenso declino demografico, non sono in grado di attivare significativi flussi migratori dalle regioni meridionali, dove i tassi di disoccupazione superano il 20% e la fase di declino demografico è più lontana nel tempo.

8 Prometeia 7 Le tendenze recenti In realtà anche le ipotesi sui flussi migratori interregionali si sono già rivelate troppo caute, in quanto si sono ormai attivati da alcuni anni consistenti flussi migratori interregionali, con origine nelle regioni meridionali e destinazione in quelle settentrionali, ai quali si sono sommati a flussi migratori internazionali che hanno privilegiato il Centro-Nord. Tabella 4: Bilancio demografico per ripartizione geografica ( tassi per abitanti) Incremento naturale migratorio totale Nord Ovest Nord Est Emilia R Centro Sud Isole Italia

9 Prometeia 8 Verso una nuova visione: la replacement migration Nell ultimo quinquennio si è creata una situazione nella quale l equilibrio demografico è stato assicurato da saldi migratori internazionali ed interregionali decisamente superiori a quelli ritenuti possibili a metà anni 90. Di queste nuove tendenze si è tenuto conto nelle previsione demografiche elaborate a livello locale da Regioni e Province, che hanno adottate ipotesi più realistiche sui flussi migratori, ma che non offrono un quadro omogeneo di tutto il territorio nazionale, sia per motivi istituzionali che per problemi connessi alla tempestiva disponibilità delle informazioni statistiche. Una prima revisione della visione consolidata è venuta qualche mese fa dalla divisione demografica dell ONU, che ha pubblicato una serie di previsioni demografiche alternative in un rapporto dal titolo evocativo (La migrazione di rimpiazzo: è una soluzione per il declino e

10 Prometeia 9 l invecchiamento delle popolazioni?), che ovviamente tratta anche del caso italiano. Nel rapporto il problema della formulazione di ipotesi sulle migrazioni internazionali è in un certo senso rovesciato: si parte da un obiettivo in termini di popolazione o di altri indicatori demografici e si calcola la dimensione dei flussi migratori necessari. Gli scenari formulati dall ONU sono cinque: 1. Variante media, con flussi migratori che si annullano progressivamente dopo il Variante media con flussi migratori azzerati fino dall inizio. 3. Popolazione totale costante tra il 2000 ed il Popolazione in età lavorativa (15 64 anni) costante tra il 2000 ed il Rapporto costante tra la popolazione in età lavorativa e la popolazione anziana (con oltre 64 anni) costante tra il 2000 ed il 2050.

11 Prometeia 10 Tabella 5: Gli scenari ONU (in ) Scenario 1: variante media Popolazione 57,3 51,3 41,2 Pop anni 38,7 32,0 21,9 Flusso migranti (o) 12 (+) 0 (-) Numero migranti 0,3 (+) 0,0 (-) Scenario 3: pop. totale costante Popolazione 57,3 57,3 57,3 Pop anni 38,8 36,5 33,0 Flusso migranti (o) 214 (+) 289 (-) Numero migranti 7,2 (+) 12,6 (-) Scenario 4: pop. in età da lavoro costante Popolazione 58,0 61,1 66,4 Pop anni 39,2 39,2 39,2 Flusso migranti (o) 315 (+) 428 (-) Numero migranti 10,7 (+) 18,6 (-) (o) (in 000) (+) media annua (in 000) (-) media annua (in 000)

12 Prometeia 11 E sufficiente l immigrazione? Gli scenari ONU più realistici (il 3 ed il 4) mostrano come anche in presenza di un declino naturale della popolazione piuttosto consistente (l ONU è più pessimista di ISTAT sulle tendenze della natalità), flussi migratori consistenti ma sostenibili possono stabilizzare la popolazione totale o la popolazioni in età da lavoro. Uno scenario interessante potrebbe derivare dallo scenario 3 dell ONU, nel quale l effetto della riduzione della popolazione in età da lavoro potrebbe essere parzialmente bilanciato da: Un progressivo aumento dell età di ritiro dalla vita lavorativa. Un riassorbimento della disoccupazione meridionale. Un aumento del tasso di attività verso la media europea.

13 Prometeia 12 In tutti i casi, la presenza di immigrati diverrebbe un elemento costitutivo della realtà italiana, con flussi annui doppi di quelli sperimentati negli ultimi cinque anni e con una presenza di immigrati nel 2025 compresa tra i 5 e gli 8 milioni di persone, che comunque in alcuni casi sarebbero inserite da decenni. E realistica una prospettiva del genere? Un modo per esplorare i problemi posti dal declino demografico e dalla migrazione di rimpiazzo è osservare alcune realtà locali dove processi come quelli ipotizzati nel rapporto ONU sono in atto ormai da anni, come per l appunto a Modena.

14 Prometeia 13 Il caso di Modena La situazione demografica di Modena è esaminata facendo riferimento all Osservatorio demografico 1999 della Provincia di Modena, curato da Patrizia Benassi e Gea Zoda, disponibile su Internet. Modena è caratterizzata da: Nell ultimo decennio l incremento della popolazione residente è interamente trainato dai saldi migratori. In assenza di migrazioni, la popolazione della provincia sarebbe diminuita di circa 50 mila unità in un decennio (cfr. Graf. 1.B). Il saldo migratorio segue negli ultimi 20 anni il ciclo di crescita della provincia e risulta strettamente correlato con la dinamica dell occupazione. I periodi nel quale la crescita economica ed occupazionale è più intensa, più forte è il saldo migratorio e viceversa (cfr. Graf. 3.A). Il saldo migratorio è positivo soprattutto verso l estero, ma significativi flussi netti

15 Prometeia 14 provengono anche dalle regioni meridionali (cfr. Graf. 6.C e 3.B). La presenza di cittadini stranieri aumenta rapidamente a Modena, raggiungendo a fine 1999 le 21,569 unità, pari al 3,4% della popolazione totale (cfr. Graf. 6.A). Il ritmo di crescita si intensifica a partire dal 1996, in funzione anche della ripresa occupazionale. L ingresso di immigrati favorisce il riequilibrio demografico, in quanto gli immigrati sono nella maggior parte dei casi giovani (cfr. Graf. 3.D) e presentano quindi tassi di natalità elevati e tassi di mortalità ridotti (cfr. Graf. 6.D). L aumento della popolazione si accompagna quindi ad una stabilizzazione dell indice di vecchiaia (cfr. Graf. 4.B) e ad un aumento della quota dei giovani sul totale della popolazione (cfr. Graf. 4.C).

16 Prometeia 15 Il mercato del lavoro a Modena Modena evidenzia tra il 1994 ed il 1999 una forte crescita dell occupazione che è stata resa possibile da due fattori: La maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, che ha reso possibile un incremento di 16 mila nuovi occupati, su un totale di 20 mila. L incremento della popolazione presente, imputabile al saldo migratorio, è stato pari a 9 mila unità nel ed ha contribuito ad rendere possibile soprattutto l aumento dell occupazione maschile, pari a 4 mila unità. In assenza di una maggiore partecipazione femminile e di saldi migratoripositivi, l economia modenese si sarebbe scontrata da ormai molti anni con enormi problemi di reperimento della manodopera, che avrebbero condizionato in modo negativo il tasso di crescita.

17 Prometeia 16 Tabella 6: Le forze di lavoro in provincia di Modena (variazioni assolute, in 000) Occupati In cerca di Popolaoccupazione zione Femmine Maschi Totale

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