Seminario Confindustria Genova ORIGINE DELLE MERCI MADE IN ITALY E PRASSI E RECENTE GIURISPRUDENZA. Genova, 17 aprile 2012

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1 Seminario Confindustria Genova ORIGINE DELLE MERCI MADE IN ITALY E CONTRAFFAZIONE NORMATIVE DOGANALI, PRASSI E RECENTE GIURISPRUDENZA Genova, 17 aprile 2012

2 FONTI NORMATIVE SULL ORIGINE Le fonti normative attualmente in vigore in materia di origine, che gli Stati membri della Unione Europea sono tenuti ad applicare, sono: REGOLAMENTO (CEE) N. 2913/92 DEL CONSIGLIO del 12 ottobre 1992 che istituisce un codice doganale comunitario (in avanti: CDC); REGOLAMENTO (CEE) N. 2454/93 DELLA COMMISSIONE del 2 luglio 1993 che fissa talune disposizioni d'applicazione del regolamento (CEE) n. 2913/92 del Consiglio che istituisce il codice doganale comunitario (in avanti: DAC); REGOLAMENTO (CE) N. 450/2008 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 23 aprile 2008 che istituisce il codice doganale comunitario (Codice doganale aggiornato) ACCORDI BI/MULTI LATERALI di cui la UE è parte.

3 TIPI DI ORIGINE Il complesso normativo riportato delinea, in campo doganale, due diverse tipologie di origine delle merci : origine non preferenziale (artt. 22/26 CDC e artt. 35/65 DAC); origine preferenziale (art. 27 CDC e artt. 66/123 DAC). Se le regole di origine non preferenziale sono quelle che ciascun Paese esportatore/importatore stabilisce in via generale ed uniforme nei confronti dei suoi partners commerciali, le regole dell origine preferenziale sono quelle con cui vengono modulate concessioni tariffarie preferenziali che un Paese accorda o convenzionalmente tratta con un altro specifico Paese (beneficiario).

4 QUADRO NORMATIVO PER ORIGINE NON PREFERENZIALE Reg. CE n. 450/2008 del 23 aprile 2008 Reg. CEE della Commissione n. 2454/93 del 2 luglio 1993 Reg. CEE del Consiglio n. 2913/92 del 12 ottobre 1992 Circolare n del 26 agosto 2009 NOVITA DELLE NUOVE ISTRUZIONI: - introduzione dichiarazione sostitutiva di atto notorio (art. 47 D.P.R. n. 445/2000) -riordino dei visti applicabili sulla documentazione per l estero e sulle dichiarazioni delle imprese - precisazioni su compilazione e responsabilità

5 DEFINIZIONE E FUNZIONI DEL CERTIFICATO D ORIGINE NON PREFERENZIALE sono atti pubblici amministrativi (certificazioni in senso improprio) che attestano invece un accertamento svolto dalla Pubblica Amministrazione. non possono essere considerati documenti che rappresentano la merce e dunque non possono essere assimilati ai documenti accompagnatori e non provano quindi con certezza l esportazione stessa. hanno lo scopo esclusivo di provare l origine delle merci e sono destinati ai rapporti tra l Unione Europea ed i Paesi Terzi in base al nuovo codice doganale i certificati possono comunque essere rilasciati per altri Paesi europei ma non per l Italia la definizione dell origine è determinata da ogni paese secondo esigenze interne ( origine autonoma )

6 CRITERI PER L ATTRIBUZIONE DELL ORIGINE NON PREFERENZIALE Con riguardo alla tipologia dei beni o dei prodotti la normativa comunitaria identifica quattro distinti criteri come conferenti l origine non preferenziale delle merci: origine per prodotti interamente ottenuti origine per trasformazione o lavorazione sostanziale origine per particolari prodotti - regole di lista origine per parti di ricambio

7 INDICAZIONI GENERALI Stampa e distribuzione e rilascio dei formulari: stampati da Unioncamere Roma e distribuiti esclusivamente dalle Camere di Commercio, viene rilasciato un solo originale per spedizione, se non richiesto diversamente Richiesta e rilascio: esclusivamente presso la Camera territorialmente competente. Eccezioni previste nel caso la merce sia in spedizione nel territorio provinciale ma con preventiva autorizzazione della Camera di Commercio di appartenenza. Compilazione: preferibilmente con procedure di videoscrittura elettronica o uso del carattere stampatello. Originale e copie devono essere identici. Gli spazi bianchi: devono essere barrati. Le correzioni possono essere effettuate senza abrasioni o soprascritte. Ogni modifica eseguita in tal modo deve essere approvata con sigla del rappresentante legale e validata dalla Camera di Commercio che rilascia il certificato. Indicazioni supplementari: non sono ammesse dichiarazioni/indicazioni se non quelle previste dal formulario. Non dovranno mai essere inserite menzioni discriminatorie, di esclusione o restrizione incompatibili con le Convenzioni internazionali e/o leggi nazionali o qualunque altra dichiarazione non verificabile. ATTENZIONE A QUANTO RICHIESTO DA LETTERE DI CREDITO O CLIENTI. Documenti accompagnatori: obbligatoria fattura di vendita all estero (senza dichiarazioni discriminatorie); a richiesta eventuali documenti citati sul certificato (PL-contratto-ordine- L/C.)

8 MODALITA DI COMPILAZIONE DEL CERTIFICATO DI ORIGINE

9

10 CERTIFICATO D ORIGINE Il modulo in formato A4 è composto di un originale più tre copie e un modulo rosa per la richiesta e le dichiarazioni di origine da parte dell impresa. Il modulo prestampato è formato da 8 caselle e l ultima è riservata all autorità competente per la vidimazione (cioè la Camera di Commercio). Sono ritirabili in bianco presso l Ufficio E-Commerce e Commercio Estero dietro presentazione di apposito modulo compilato e firmato dal rappresentante dell impresa. Le imprese sono responsabili anche dei moduli in bianco, che non possono essere distrutti o ceduti. Con la richiesta di certificato deve essere obbligatoriamente presentata fattura di vendita all estero.

11 CASELLE DEL MODULO DI CO Le caselle destinate alla compilazione da parte dell impresa richiedente sono dalla 1 alla 7. Quelle che sono obbligatoriamente da compilare sono: 1/2/3/6/7. Le caselle 4 e 5 sono facoltative. CASELLA 1 CASELLA 2 CASELLA 3 CASELLA 4 CASELLA 5 CASELLA 6 CASELLA 7 SPEDITORE DESTINATARIO PAESE DI ORIGINE INDICAZIONI SUL TRASPORTO OSSERVAZIONI DESCRIZIONE DELLA MERCE QUANTITA Istruzioni e slides per la corretta compilazione del documento sono scaricabili dalle pagine del Commercio Estero sul sito camerale

12 PAESI DELL UNIONE EUROPEA: Austria Belgio Bulgaria Cipro Danimarca Estonia Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Italia Lettonia Lituania Lussemburgo Malta Paesi Bassi Polonia Portogallo Regno Unito Repubblica Ceca Romania Slovacchia Slovenia Spagna Svezia Ungheria

13 MODULO ROSA CASELLA 8: IL FIRMATARIO Luogo e data; Nome, Cognome per esteso (o timbro), qualifica e firma del legale rappresentante o suo procuratore delegato. Per legale rappresentante o suo procuratore delegato s intende: colui che ha poteri di rappresentanza dell impresa, in possesso di delega formale a sottoscrivere atti che lo impegnano nei confronti della Pubblica Amministrazione, il cui nominativo risulti depositato al Registro delle Imprese competente (es: presidente, amministratore delegato, procuratore legale)

14 RETRO DEL MODULO ROSA: Indicazioni di origine della merce 1) La merce è totalmente di origine italiana o comunitaria. 2) La merce ha subito in Italia, o in altro Paese della Comunità Europea, l ultima trasformazione o lavorazione sostanziale. 3) La merce è di origine estera Nome del Paese extracomunitario e estremi dei documenti che ne certificano l origine

15 RETRO DEL MODULO ROSA: ATTENZIONE A DSAN Dichiarazione sostitutiva di atto notorio Ai sensi dell art. 47 del DPR n. 445 del , l IMPRESA SI ASSUME PIENA RESPONSABILITA E DICHIARA DI ESSERE CONSAPEVOLE DELLE SANZIONI PENALI PREVISTE DALL ART. 76 DELLA MEDESIMA LEGGE IN CASO DI FALSITA IN ATTI E DI DICHIARAZIONI MENDACI E DELLA NON VERIDICITA DELLE DICHIARAZIONI RESE DI FRONTE A PUBBLICI UFFICIALI. E quindi essenziale che le imprese, nel caso vogliano utilizzare la semplificazione, siano certe delle informazioni indicate relative all origine della merce. La DSAN può essere resa solo per la merce di origine comunitaria. FIRMA Essenziale in questo modulo la firma che convalida le dichiarazioni sull origine e nel caso sia compilato l apposito spazio e non barrato anche la DSAN

16 CONTROLLI SULL ORIGINE

17 CONTROLLI SULLA MERCE DI ORIGINE COMUNITARIA In base alla normativa vigente e alle istruzioni ministeriali diffuse nel 2009, i funzionari camerali devono effettuare un controllo formale relativamente alla compilazione dei certificati di origine, ma soprattutto procedere ad un controllo documentale sulle indicazioni di origine inserite nel modulo rosa (sia che siano effettuate con o senza DSAN) Nel caso di merce comunitaria il controllo si concretizza nella ricerca del produttore su banche dati, che sono state individuate in modo specifico per ufficialità e affidabilità, Nel caso il produttore indicato non risulti dalle ricerche e dato che la Camera di Commercio deve comunque essere informata sull effettivo produttore della merce possono essere richiesti eventuali documenti ufficiali del Paese comunitario di origine (es. : visure).

18 CONTROLLI SULLA MERCE DI ORIGINE EXTRA UE Per la merce di origine extra comunitaria non è possibile sottoscrivere la DSAN. Oltre al normale controllo formale della compilazione i funzionari camerali devono effettuare un controllo sui documenti ufficiali presentati a comprova dell origine, esplicitamente indicati dalle istruzioni ministeriali: - Certificati di origine non preferenziale - Certificati di qualità/sanitarie rilasciati da enti pubblici abilitati in cui sia indicato il paese di origine - Bollette doganali - Polizze di carico o altri documenti rappresentativi della merce in cui sia indicato il paese di origine.

19 VISTI SU ALTRI DOCUMENTI

20 VISTI SU FATTURE Le fatture emesse per vendite all estero potranno essere vidimate con due diverse modalità. Visti su fatture presentate contestualmente al certificato d origine: Il visto apposto sul documento sarà un semplice visto per deposito quindi la fattura non necessariamente deve essere firmata. Non verrà richiesta alcuna documentazione accompagnatoria. Visti su fatture: Il visto apposto sul documento sarà il visto per deposito della firma. La fattura dovrà, in questo caso, essere firmata da persona autorizzata.

21 CERTIFICAZIONI E ATTESTAZIONI DIVERSE Visti e legalizzazioni richiesti da un Autorità straniera potranno essere rilasciati a condizione che non siano in contrasto con la normativa comunitaria/nazionale o incompatibili con le Convenzioni internazionali. I visti che può apporre la Camera di Commercio si concretizzano in due tipologie: VISTO PER DEPOSITO: Viene apposto sulle attestazioni di ordine commerciale emesse da un Organismo o Ente ufficiale (ASL, Istituti Nazionali di Certificazione, ONU, ecc.) VISTO PER CONFORMITA DELLA FIRMA: Viene apposto sulle dichiarazioni effettuate direttamente dall impresa su prorpia carta intenstata. Tale visto non attesta l esattezza e/o l attendibilità delle dichiarazioni rese da chi sottoscrive il documento, ma solo che la firma del dichiarante è conforme a quella depositata nei registri camerali.

22 CERTIFICAZIONI E ATTESTAZIONI DIVERSE NON POTRANNO ESSERE VISTATE DICHIARAZIONI: - contenenti riferimenti all origine o ai produttori delle merci in quanto l unica modalità prevista per la certificazione d origine, così come previsto dal Codice Doganale Comunitario, è l emissione del Certificato d origine, modalità ribadita anche dalla normativa nazionale in materia di autocertificazione (art. 49 comma 1 del DPR n. 445/2000). - recanti menzioni di esclusione e restrizione incompatibili con le Convenzioni internazionali e/o leggi nazionali (indicazioni che le merci non contengono prodotti originari d alcuni paesi o che non sono trasportate da navi iscritte in apposite liste negative).

23 Grazie per l attenzione Alessandra Repetto Responsabile Settore Internazionalizzazione Tel.: Mail: commercio.estero@ge.camcom.it

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