Progetto FORECOLOGIA ES/03/B/F/PP ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEI BOVINI DA LATTE. Edizione italiana a cura di Salvatore Basile

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1 Progetto FORECOLOGIA ES/03/B/F/PP ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEI BOVINI DA LATTE Edizione italiana a cura di Salvatore Basile

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3 ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEI BOVINI DA LATTE Edizione italiana a cura di Salvatore Basile

4 Il presente manuale è stato elaborato nell ambito del Progetto pilota comunitario Leonardo da Vinci II fase FORECOLOGIA - ES/03/B/F/PP La versione italiana è stata curata da Salvatore Basile BIOCERT Associazione Via Tasso 169 i Napoli Italia Tel Fax biocert@biocert.it Edizioni Biocert Napoli Finito di stampare presso ine UROPE Via Montagna Spaccata, Napoli ITALIA nel mese di settembre 2006 ISBN-10: ISBN-13: Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L'autore è il solo responsabile di questa pubblicazione e la Commissione declina ogni responsabilità sull'uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute.

5 INDICE INTRODUZIONE GENERALE 5 PREMESSA 7 CAPITOLO 1. GESTIONE DI UN AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA Supervisione e controllo dell applicazione della normativa vigente a Conversione al biologico di un azienda agricola 1.1.b Certificazione biologica (nel rispetto della normativa comunitaria e degli standard IFOAM) 1.1.c Rapporti formali con l Ente di certificazione 1.1.d Misure di sostegno al biologico 1.2. Pianificazione della produzione, monitoraggio e Controllo a Scelta delle razze e dei tipi genetici 1.2.b Formulazione della dieta alimentare 1.2.c Pianificazione dei controlli igienico-sanitari CAPITOLO 2. COMMERCIALIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA Pianificazione e gestione degli acquisti a Scelta dei fornitori 2.1.b Scelta dei canali di approvviggionamento 2.2. Commercializzazione delle produzioni aziendali a Scelta dei clienti 2.2.b Come vendere il prodotto da agricoltura biologica CAPITOLO 3. ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEI BOVINI DA LATTE Principi generali a premessa 3.1.b principi 3.1.c obiettivi della produzione 3.1.d cenni sulle disposizioni di legge 3.1.d.i condizioni generali 3.1.d.ii alimentazione

6 3.1.d.iii stabulazione 3.1.d.iiii origine 3.1.d.iiiii cura degli animali 3.2 Produzione biologica a alimentazione degli animali 3.2.a.i 3.2.a.ii principi dell alimentazione elementi di base per la nutrizione degli Animali da latte 3.2.a.iii caratteristiche degli alimenti principali 3.2.a.iiii strategie nutrizionali 3.2.a.iiiii raffronto tra le produzioni annuali 3.2.b produzione del foraggio 3.2.c riproduzione 3.2.c.i principi dell allevamento biologico 3.2.c.ii allevamento dei vitelli 3.2.c.iii allevamento del bestiame giovane 3.2.c.iiii pratica dell allevamento biologico 3.2.c.iiiii produttività lungo l arco della vita 3.2.d cura e mantenimento del bestiame 3.2.d.i principi del sostentamento nel biologico 3.2.d.ii sistemi di allevamento all aperto 3.2.d.iii pratica dell allevamento all aperto 3.2.d.iiii trasporto 3.2.e benessere degli animali (salute e igiene) 3.2.e.i principi del benessere animale nel biologico 3.2.e.ii pratiche per il benessere degli animali 3.2.f mantenimento delle premesse 3.2.g gestione dei rifiuti 3.3 Gestione e commercializzazione nel biologico a conversione al biologico 3.3.b pianificazione, monitoraggio e controllo della produzione CONCLUSIONI 83 GLOSSARIO 84 INTRODUZIONE ALL USO DEL COMPUTER BIBLIOGRAFIA / SITI INTERNET

7 INTRODUZIONE GENERALE Questo manuale è frutto del lavoro comune di un team di esperti appartenenti ad organizzazioni di diversi Paesi europei: Spagna (Instituto de Formación y Estudios Sociales IFES), Austria (Associazione Amadeus), Italia (Associazione Biocert), Svezia (Lantbrukarnas Riksförbund - LRF), Germania (BFW - Centro di Competenza Europa), Portogallo (Escola Superior Agrária de Ponte de Lima). Hanno inoltre partecipato al progetto un organizzazione spagnola di piccoli produttori agricoli (Unión de Pequeños Agricultores y Ganaderos UPA), un istituto italiano di formazione agricola (Istituto Nazionale di Istruzione Professionale Agricola INIPA), e due Dipartimenti dell Università di Madrid (Teoria e storia dell educazione e Metodi di ricerca e analisi per l educazione). Il manuale è il prodotto finale del progetto comunitario Leonardo da Vinci Forecologia (numero di riferimento ES/03/B/F/PP ). Leonardo da Vinci è un programma promosso dall Unione Europea che supporta progetti finalizzati allo sviluppo di modelli di formazione professionale aventi valenza europea. L obiettivo principale del progetto Forecologia era quello di promuovere la formazione in agricoltura biologica, al fine di consentire ai coltivatori ed agli allevatori di convertire al biologico le loro produzioni. I principali destinatari di questo manuale sono quindi i lavoratori professionisti del settore agricolo, con particolare riguardo ai titolari delle piccole imprese. Si tratta pertanto di materiale formativo destinato alla riqualificazione professionale ed alla formazione continua degli addetti del settore primario. I contenuti del presente manuale sono i seguenti: 1. il primo capitolo è dedicato alle problematiche gestionali e tratta gli aspetti della conversione aziendale al biologico, della certificazione delle produzioni sulla base della normativa europea e degli standards IFOAM, l attività degli Enti di certificazione, la tracciabilità e la certificazione di filiera, gli strumenti di supporto alle attività delle aziende agricole biologiche. Poichè l agricoltura biologica richiede una particolare cura nella programmazione della produzione, questo capitolo si sofferma anche sullo studio del contesto territoriale in cui si svolge l attività, e sull analisi della storia del sito e delle sue peculiarità e problematicità. 2. Un secondo capitolo tratta la pianificazione e la gestione degli acquisti (in considerazione del fatto che tutti gli inputs 5

8 devono a loro volta essere prodotti con il metodo biologico) e la scelta dei canali di approvvigionamento. Vengono inoltre fornite le nozioni fondamentali sulla commercializzazione delle produzioni biologiche, dall individuazione della clientela alla scelta dei canali di distribuzione. 3. Il terzo capitolo tratta gli aspetti specifici dell allevamento biologico del bovino da latte, quali le strutture, comprese le aree dedicate all esercizio ed al libero movimento, l alimentazione, le misure igienico-sanitarie, la riproduzione e le condizioni di trasporto e macellazione. Viene inoltre esaminato il trattamento dei reflui zootecnici. 4. E stato inoltre predisposto un glossario con i principali termini utilizzati in agricoltura biologica. 5. Chiude il manuale una breve introduzione all uso del computer. Il suo scopo è quello di fornire un informazione di base sulle potenzialità dell uso del computer e delle nuove tecnologie dell informazione e della comunicazione all interno delle aziende agricole biologiche. 6

9 PREMESSA DEL CURATORE DELL EDIZIONE ITALIANA Il manuale sull Allevamento biologico dei bovini da latte è un opera di valenza europea, concepito ed elaborato nel corso di tre anni di intensa attività progettuale che hanno portato gli autori a confrontarsi sulle principali problematiche e sui fabbisogni formativi delle diverse aree europee. Il manuale è il frutto di questo lavoro e, dopo l elaborazione iniziale in lingua inglese, è stato tradotto ed adattato dai partners del progetto alle lingue dei rispettivi paesi di appartenenza, al fine di consentirne la massima comprensione e diffusione. Viene pertanto pubblicato contemporaneamente in cinque lingue: italiano, spagnolo, portoghese, tedesco, svedese. Sempre nell ambito del progetto Forecologia sono stati pubblicati altri cinque manuali: coltivazione biologica dei seminativi, produzione biologica di uva e vino, allevamento biologico dei suini, allevamento biologico dei bovini da carne, consulente di agricoltura biologica. E stata inoltre predisposta una breve guida per i formatori. Nell elaborazione della versione italiana dei manuali, realizzata da Biocert, è stato di grande aiuto il contributo dell AIAB (Associazione Italiana per l Agricoltura Biologica) ed in specie del Dr. Agr. Andrea Ferrante, che ha partecipato ai lavori internazionali, e del Dr. Agronomo Vincenzo Vizioli, per il competente aiuto tecnico. L Associazione Biocert, centro di competenza europeo sulla formazione in agricoltura biologica, ha partecipato, in oltre dieci anni di attività, all implementazione di 9 modelli formativi, elaborati nell ambito di altrettanti progetti comunitari Leonardo da Vinci: Agrieco-form ( ), Development of accredited post-secondary education program in the topic of Ecological Farming ( ), T.R.E.N.D.-Training Renewal on Eco-sustainable Development ( ), EEVT-Trans European Environmental Educational Vocational Training ( ), Compass ( ), N.E.T. Network for Environmental Training ( ), Forecologia ( ), Ecologica ( ), Euromeat ( ). Dal 2001 tutti i modelli elaborati a livello comunitario vengono utilizzati da Biocert nei corsi erogati attraverso una piattaforma di E-Learning. Tutti i sei percorsi formativi messi a punto con il progetto Forecologia costituiscono quindi la base di altrettanti corsi di formazione continua erogati da Biocert, con l obiettivo di fornire agli operatori del biologico un servizio innovativo concepito, elaborato e validato a livello europeo. Salvatore Basile Presidente Associazione Biocert Presidente A.I.A.B. Campania 7

10 CAPITOLO 1. GESTIONE DI UN AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA 1.1 Supervisione e controllo dell applicazione della normativa vigente. La normativa europea sull agricoltura biologica apre nuove strade per i produttori agricoli, consentendo lo sviluppo di un agricoltura rispettosa dell ambiente, in grado di ottenere alimenti sicuri e di qualità, sempre più richiesti dal consumatore. Il Regolamento Comunitario n 2092/91 disciplina in modo completo ed univoco, per tutti i Paesi dell Unione Europea, il metodo di produzione biologico degli alimenti. Il regolamento base è stato aggiornato ed integrato molte volte. Un testo consolidato viene periodicamente predisposto dall ufficio per le pubblicazioni UE ed è scaricabile dal sito ufficiale 1. E inoltre da evidenziare che stiamo parlando di un sistema fondato su base volontaria, il cui logo può essere usato in aggiunta ad altri marchi, pubblici o privati, che servano ad identificare le produzioni da agricoltura biologica. In tutta l Unione Europea per etichettare come biologico un prodotto, esso deve innanzitutto essere conforme al dettato normativo, che ne stabilisce i requisiti minimi per la produzione, trasformazione ed importazione da Paesi terzi, comprese le procedure per il controllo e la certificazione, l etichettatura e la commercializzazione. Questo tipo di etichettatura potrà essere utilizzata solo da quei produttori i cui sistemi produttivi e le cui produzioni siano state controllate e dichiarate conformi alla normativa comunitaria. Il logo che contraddistingue le produzioni da agricoltura biologica è stato definito a livello europeo sin dall anno Il logo può essere applicato esclusivamente sui prodotti trasformati in cui almeno il 95% degli ingredienti provenga a sua volta da agricoltura biologica, e la cui lavorazione, confezionamento ed etichettatura siano avvenute nell Unione Europea o in un Paese con un sistema di certificazione equivalente a quello europeo

11 Immagine 1: logo europeo per le produzioni da agricoltura biologica Il successo del biologico è legato proprio al sistema europeo di certificazione, che garantisce una tracciabilità totale del prodotto. La Commissione Europea considera una priorità assoluta della tracciabilità (la possibilità di seguire il percorso di un prodotto dalla fase iniziale di produzione alla vendita e viceversa). Sin dal gennaio 2005, con il Regolamento comunitario n 178/2002, è divenuta obbligatoria per le aziende alimentari l adozione di un sistema di tracciabilità. La normative stabilisce anche i principi ed i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa le procedure nel campo della sicurezza alimentare. La tracciabilità assume un importanza sempre maggiore per gli operatori della filiera agroalimentare, le istituzioni ed i consumatori, in relazione alla sicurezza alimentare (basti pensare alla crisi della BSE) ed alla garanzia della provenienza (ad es. garanzia della non contaminazione con OGM). Un sistema efficace di tracciabilità consente inoltre di prendere rapidamente decisioni e contromisure nel caso di emergenze sanitarie lungo la filiera agroalimentare, consentendo l individuazione delle cause (si parla infatti di tracciabilità delle responsabilità. La tracciabilità di filiera comporta la raccolta dei dati dal campo alla tavola, al fine di comprendere le variabili produttive e qualitative, il comportamento del prodotto durante la sua conservazione, il controllo dei costi di produzione, le responsabilità interne (operatori) ed esterne (clienti e fornitori). Tale massa di informazioni deve essere gestita mediante veri e propri sistemi informativi di filiera con vari punti di 9

12 accesso (al pubblico, all autorità sanitaria e agli organismi di certificazione, ai responsabili tecnici e al management aziendale) nell ottica di una precisa volontà di trasparenza, per consolidare il rapporto di fiducia con tutti gli operatori della filiera produttiva e distributiva e con il consumatore finale. Per raggiungere questi obiettivi i documenti principali da predisporre sono: a) il Disciplinare Tecnico (o Manuale) di tracciabilità della filiera, il cui principio è quello di scrivere tutto ciò che si fa ( e poi fare quello che si è scritto!) per garantire la tracciabilità della filiera. b) il Sistema Documentale che è composto da procedure operative, procedure tecniche, istruzioni di lavoro e modulistica che le singole aziende della filiera devono adottare per garantire il corretto funzionamento del sistema di tracciabilità. c) lo Schema di Certificazione che indica le regole tramite le quali l organismo di controllo e gli operatori di filiera si interfacciano per garantire la conformità del prodotto alla norma di riferimento. d) il Diagramma di Flusso che rappresenta lo schema in cui si individuano le varie fasi da cui è composto il processo produttivo e si evidenziano i punti critici per la perdita di tracciabilità; è quindi il documento che descrive la storia di una unità di prodotto (intesa come il lotto minimo che si avvicini il più possibile alla singola confezione di prodotto). e) il Piano dei Controlli, documento che ordina tipo e modalità delle operazioni da effettuare per la verifica delle specifiche del prodotto durante il ciclo produttivo (prelievo campioni, analisi chimiche, laboratori, ecc..). Tali verifiche vengono condotte normalmente sia dall azienda capo-filiera che da un ente terzo, nel caso di certificazione. Naturalmente per le filiere agrobiologiche fondamentale risulta l attività svolta degli Organismi di controllo e certificazione, autorizzati dalle singole Autorità nazionali in conformità al Reg. CEE 2092/91. Questi Organismi operano infatti sulla base di manuali operativi altamente specializzati, impostati in modo tale da garantire un controllo di filiera completo in tutte le sue fasi. 1.1.a Conversione al biologico di un azienda agricola Gli operatori agricoli che intendono produrre con il metodo biologico devono riporre molta attenzione nella fase di riconversione produttiva, sia dal punto di vista tecnico che da quello burocratico, rispettando gli standards normativi e sottoponendo l azienda al controllo di un ente di certificazione (accreditato dalla competente Autorità nazionale). In 10

13 questa fase è consigliabile farsi supportare da un associazione del settore o dai centri di assistenza pubblica. Dal punto di vista tecnico la conversione rappresenta quel periodo in cui l azienda, in precedenza gestita con tecniche convenzionali, pone le basi per una corretta e proficua adozione del metodo di produzione biologico. Possiamo definire come conversione burocratica quella durante la quale i prodotti non possono essere etichettati come provenienti da agricoltura biologica e come conversione agronomica quella che si pone l obiettivo di mettere a punto in azienda il metodo di produzione biologico dal punto di vista tecnico. La normativa comunitaria definisce tutti i requisiti che deve possedere un azienda agricola per passare al biologico, compreso il rispetto del periodo di conversione, che normalmente è di due anni per le colture erbacee e di tre anni per quelle arboree. L Ente di certificazione può anche decidere di allungare od abbreviare questo periodo, che comunque non potrà mai scendere al di sotto di un anno. Gli operatori devono elaborare un piano di riconversione, che deve essere preventivamente approvato dall ente di certificazione. 1.1.b Certificazione biologica (nel rispetto della normativa comunitaria e degli standards IFOAM) La normativa comunitaria prevede che ciascuno stato membro debba adottare un proprio sistema di controllo e certificazione ed individuare l Autorità competente della supervisione del sistema e dell accreditamento degli enti di certificazione (vedere Tabella 1), che devono operare in conformità agli standards internazionali delle norme EN / ISO 65. Tabella 1: Elenco degli Enti di certificazione accreditati nei Paesi partecipanti al progetto Forecologia. ELENCO DEGLI ENTI E DELLE AUTORITA PUBBLICHE COMPETENTI PER L ATTUAZIONE DELLE ISPEZIONI PREVISTE DALL ARTICOLO 15 DEL REGOLAMENTO CEE N 2092/91 (Estratto dell informativa comunitaria n 2005/C16/01, pubblicata sulla G. U. dell UE del ) Asociacion Comite Andaluz de Agricultura Ecologica (C.A.A.E.) Cortijo de Cuarto, s/n Apartado de correos E BELLAVISTA (Sevilla) Tel.: Fax: certi@caae.es - Internet: SOHISCERT SA (Organismo privato autorizzato) C/ Alcalde Fernandez Heredia, no 20 E Utrera (Sevilla) Tel.: , Fax: SPAGNA Comite de Agricultura Ecologica de la Comunidad de Madrid C/ Bravo Murillo, 101 E Madrid Tel.: Fax: esmaae@terra.es Consejo Regulador de la Agricultura Ecologica de Canarias C/Valentin Sanz, 4, 3o E Santa Cruz de Tenerife Tel.: / /

14 Internet: Entidad certificadora de alimentos de Espana C/ Estudio no 33 E Aravaca (Madrid) Tel.: Fax: ecal-e@ecal-e.com AGROCOLOR, S.L. Ctra. De Ronda, no 11 E ALMERIA Tel.: Fax: agrocolor@agrocolor.es Internet: Comite de Agricultura Ecologica de la Comunidad Valenciana Cami de la Marjal, s/n Edificio C.I.D.E. E Albal (Valencia) Tel.: Fax: caecv@cae-cv.com Internet: Consejo Catalan de la Produccion Agraria Ecologica C/ Sabino de Arana, E Barcelona Tel.: Fax: ccpae@ccpae.org Consejo Balear de la Produccion Agraria Ecologica C/ Celleters, 25 (Edif. Centro BIT) E INCA (Mallorca) Tel./Fax: info@cbpae.org Internet: Consejo de Agricultura Ecologica de Castilla y Leon C/Pio del Rio Hortega, 1-5 A E Valladolid Tel.: / Tel./Fax: / caecyl@nemo.es Consejo de la Produccion Agraria Ecologica de Navarra Avda - San Jorge, 81 Entreplanta E Pamplona - Iruna Tel.: Fax: cpaen@cpaen.org Internet: Comite Aragones de Agricultura Ecologica - Edificio Centrorigen Ctra. Cogullada, 65 - Mercazaragoza E Zaragoza Tel.: Fax: caaearagon@arrakis.es Internet: Entitad certificadora de alimentos de Espana SA (ECAL, SA) C/Miguel Yuste, 16-5a planta MADRID Tel.: Fax: a-teso@ecal-e.com BCS Oko - Garantie GmbH - BCS Espana C/Sant Andreu, TORDERA (Barcelona) Fax: juanjose.trianamarrero@gobiernodecanarias.org Consejo de Agricultura Ecologica de la Region de Murcia Avda del Rio Segura, 7 E Murcia Tel.: Fax: caermurcia@caermurcia.org Internet: Consejo de la Produccion Agraria Ecologica del Principado de Asturias Avda. Prudencio Gonzalez, 81 E Posada de Llanera (Asturias) Tel./Fax: copae@copaeastur.org Direccion de Politica e Industria Agroalimentaria Departamento de Agricultura y Pesca C/Donosti - San Sebastian, 1 E Vitoria - Gasteiz Tel.: Fax: j-ortuzar@ej-gv.es Consejo Regulador Agroalimentario Ecologico de Extremadura C/ Padre Tomas, 4, 1a E Badajoz Tel.: Fax: craex@eco.juntaex.es Comite Extremeno de la Produccion Agraria Ecologica Avda. Portugal, s/n E Merida (Badajoz) Tel.: Fax: cepae@aym.juntaex.es e/ Consejo Regulador de la Agricultura Ecologica de Galicia Apdo de correos 55 E Monforte de Lemos (Lugo) Tel.: Fax: craega@arrakis.es Internet: Instituto de Calidad de La Rioja Consejeria de Agricultura y Desarrollo Economico Avda de la Paz, 8-10 E Logrono (La Rioja) Tel.: Fax: agricultura.ecologica@larioja.org Internet: Consejo Regulador de la Agricultura Ecologica de Cantabria C/Heroes Dos de Mayo, s/n E Muriedas-Camargo (Cantabria) Tel./Fax: odeca@odeca.es SOHISCERT, SA (Organismo privado autorizado) C/ Alcalde Fernandez Heredia, 20 E Utrera (Sevilla) Tel.: Fax: sohiscert@sohiscert.com Internet: 12

15 Tel.: Fax: SOHISCERT, SA (Organismo privado aut.) C/ Alcalde Fernandez Heredia, 20 E Utrera (Sevilla) Tel.: , Fax: sohiscert@sohiscert.com Internet: ECAL PLUS, SA C/ des Estudio, MADRID Tel.: Fax: ecalplus@ecalplus.com Internet: Delegacion en Toledo: C/ Italia, Toledo Tel.: Fax: sohicert@sohicert.com Servicios de Inspeccion y certificacion S.L. C/ Ciudad, 13-1o E Utrera (Sevilla) Tel.: Fax: sohiscert@sohiscert.com Internet: Delegacion en Toledo: C/ Italia, Toledo Tel.: Fax: sohicert@sohicert.com ICEA - Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale Strada Maggiore, 29 I Bologna Tel.: / Fax: / icea@icea.info Internet: Suolo & Salute srl Via Paolo Borsellino, 12/B I Fano (PU) Tel./Fax: / info@suoloesalute.it Internet: IMC srl Istituto Mediterraneo di Certificazione Via Carlo Pisacane, 32 I Senigallia (AN) Tel.: / Fax: / imcert@imcert.it Internet: Bioagricert srl Via dei Macabraccia, 8 I Casalecchio Di Reno (BO) Tel.: Fax: info@bioagricert.org Internet: Q.C. & I.. Gesellschaft fur kontrolle und zertifizierung von Qualitatssicherungssystemen GmbH Mechtildisstrasse 9 D KOLN Tel.: +49(0) Fax: +49(0) qci.koeln@qci.de Internet: BIKO TIROL - Verband Kontrollservice Tirol Brixnerstrasse 1 A-6020 INNSBRUCK Tel.: / Fax: / biko@lk-tirol.at Internet: ABC Fratelli Bartolomeo via Cirillo n.21 ITALIA 13 Consorzio Controllo Prodotti Biologici - CCPB via Jacopo Barozzi 8 I Bologna Tel.: / Fax: / ccpb@ccpb.it Internet: CODEX srl Via Duca degli Abruzzi, 41 I Scordia (Ct) Tel.: /716 Fax: codex@lcodexsrl.it Internet: Q.C. & I. International Services sas Villa Parigini Localita Basciano I Monteriggioni (Si) Tel.:+39 (0)577/ Fax: +39 (0)577/ lettera@qci.it Internet: Ecocert Italia srl Corso delle Province 60 I Catania Tel.: / Fax: / info.ecocert@ecocertitalia.it Internet: BIOS srl Via Monte Grappa 37/C I Marostica (Vi) Tel.: / Fax: / info@certbios.it Internet: Eco System International Certificazioni srl Via Monte San Michele 49 I Lecce Tel.: Fax: info@ecosystem-srl.com Internet: BIOZOO srl Via Chironi SASSARI Tel.: Fax:

16 I Toritto (BA) Tel./Fax: ANCCP S.r.l via Rombon 11 I MILANO Tel.: Fax: Internet: Sidel S.p.a. via Larga n.34/2 I BOLOGNA Tel.: Fax: ICS - Control System Insurance srl Viale Ombrone, 5 I Grosseto Tel.: Fax: info@bioics.com Internet: Certiquality - Istituto di certificazione della qualità Via Gaetano Giardino 4 (P.za Diaz) I Milano Tel.: Fax: certiquality@certiquality.it Internet: info@biozoo.org Internet: ABCERT - AliconBioCert GmbH Martinstrasse D Esslingen Tel.: +49 (0) 711/ Fax: +49 (0) 711/ info@abcert.de Internet: INAC - International Nutrition and Agriculture Certification In der Kammerliethe 1 D Witzenhausen Tel.: +49 (0) 5542/ Fax: +49 (0) 5542/ inac@inac-certification.com Internet: IMO - Institut fur Marktokologie Obere Laube 51/53 D Konstanz Tel.: +49 (0) 7531/ Fax: +49 (0) 7531/ imod@imo.ch Internet: BCS Oko-Garantie GmbH Control System Peter Grosch Cimbernstr. 21 D Nurnberg Tel.: +49 (0)911/ Fax: +49 (0)911/ info@bcs-oeko.de Lacon GmbH (Privatinstitut fur Qualitatssicherung und Zertifizierung okologisch erzeugter Lebensmittel) Weingartenstrase 15 D Offenburg Tel.: +49 (0)781/55802 Fax: +49 (0)781/ lacon@lacon-institut.com IMO-Institut fur Marktokologie GmbH Obere Laube 51/53 D Konstanz Tel.: +49 (0)7531/ Fax: +49 (0)7531/ imod@imo.ch ABCert GmbH Martinstrase D Esslingen Tel.: +49 (0)711/ Fax: +49 (0)711/ info@abcert.de Prufverein Verarbeitung Okologische Landbauprodukte e.v. Vorholzstr. 36 D Karlsruhe Tel.: +49(0)721/ Fax: +49(0)721/ kontakt@pruefverein.de pruefverein.de GERMANIA 14 Certification Services International CSI GmbH Flughafendamm 9a D Bremen Tel.: +49 (0)421/ / Fax: +49 (0)421/ info@csicert.com csicert.com Kontrollstelle fur okologischen Landbau GmbH Dorfstrasse 11 D Tissa Tel.: +49 (0)36428/62743 Fax: +49 (0)36428/ kontrollstelle@t-online.de Fachverein fur Oko-Kontrolle e.v. Karl-Liebknecht Str 26 D Karow Tel.: +49 (0)38738/70755 Fax: +49 (0)38738/ info@fachverein.de ÖKOP Zertifizierungs GmbH Schlesische Strase 17 d D Straubing Tel.: +49 (0)9421/ Fax: +49 (0)09421/ oekop@t-online.de GfRS Gesellschaft fur Ressourcenschutz mbh Prinzenstrasse Gottingen Tel.: +49 (0)551/58657 Fax: +49 (0)551/ postmaster@gfrs.de Internet: Agro-Oko-Consult Berlin GmbH Rhinstrasse 137

17 EG-Kontrollstelle Kiel Kiel Landwirschaftskammer Schleswig-Holstein Holstenstrasse D Kiel Tel.: +49 (0)431/ Fax: +49 (0)431/ AGRECO R.F. GODERZ GmbH Mundener Strasse 19 D Witzenhausen Tel.: +49 (0)5542/4044 Fax: +49 (0)5542/ QC&I Gesellschaft fur Kontrolle und Zertifizierung von Qualitatssicherungssystemen mbh Mechtildisstr. 9 D Koln Tel.:+49 (0)221/ or 0221/ Fax: +49 (0)221/ qci.koeln@qci.de Grunstempel e.v. EU Kontrollstelle fur okologische Erzeugung und Verarbeitung landwirtschaftlicher Produkte Windmuhlenbreite 25d D Wanzleben Tel.: +49 (0)39209/46696 Fax: +49 (0)39209/ Gruenstempel@web.de Kontrollverein okologischer Landbau e.v. Vorholzstr. 36 D Karlsruhe Tel.: +49 (0)7231/ Fax: +49 (0)7231/ kontakt@kontrollverein.de INAC GmbH International Nutrition and Agriculture Certification In der Kammersliethe 1 D Witzenhausen Tel.: +49 (0)5542/ Fax: +49 (0)5542/ inacgmbh@aol.com D Berlin Tel.: +49 (0)30/ Fax: +49 (0)30/ aoec@aoec.de Ars Probata GmbH Gustav-Adolf-Str. 143 D Berlin Tel.: +49 (0)30/ Fax: +49 (0)30/ ars-probata@ars-probata.de QAL Gesellschaft fur Qualitatssicherung in der Agrar- und Lebensmittelwirtschaft mbh Am Branden 6b D Vierkirchen Tel.: +49 (0)8139/ Fax: +49 (0)8139/ info@qal-gmbh.de LAB Landwirtschaftliche Beratung der Agrarverbande Brandenburg Siedler-Str. 3a D Gros-Gaglow Tel./Fax: +49 (0)355/541466/ labgmbh.cottbus@t-online.de TUV Management Service GmbH Ridlerstrase 57 D Munchen Tel.: +49 (0)89/ Fax: +49 (0)89/ info@vitacert.de RWTUV Systems GmbH Okokontrollstelle Langemarckstrase 20 D Essen Tel.: +49 (0)201/ Fax: +49 (0)201/ oekokontrollstelle@rwtuev.de Gesellschaft zur Kontrolle der Echtheit biologischer Produkte G.m.b.H Austria Bio Garantie, ABG Königsbrunnerstraße 8 A-2202 Enzersfeld Tel Fax nw@aabg.at Internet: BIOS - Biokontrollservice Osterreich Feyregg 39 A-4552 Wartberg Tel.: Fax: office@bios-kontrolle.at Internet: LACON Privatinstitut fur Qualitatssicherung und Zertifizierung okologisch erzeugter Lebensmittel GmbH Arnreit 13 A Arnreit Tel.: Fax: AUSTRIA 15 Salzburger Landwirtschaftliche Kontrolle GmbH (SLK) Maria-Cebotari-Strasse 3 A Salzburg Tel.: Fax: BIKO, Verband KontrollserviceTirol Brixnerstasse 1 A-6020 Innsbruck Tel.: Fax: LVA-Lebensmittelversuchsanstalt Blaasstrasse 29 A-1190 Wien Tel.: Fax: SGS Austria Controll - Co. GmbH Johannesgasse 14 A-1015 Wien Tel.: Fax:

18 GfRS Gesellschaft fur Ressourcenschutz mbh Prinzenstrase 4 D Gottingen Tel.: Fax: SOCERT-PORTUGAL - Certificacao Ecologica Lda Rua Alexandre Herculano, 68-1 Esq E-2520 Peniche Tel.: Fax: socert@mail.telepac.pt SATIVA, DESENVOLVIMENTO RURAL, Lda Av. Visconde Valmor, 11-3o LISBOA Tel.: Fax: sativa@sativa.pt PORTOGALLO Certiplanet, Certificacao da Agricultura, Floresta e Pescas, Unipessoal, Lda. Av. do Porto de Pescas, Lote C. 15, 1o C Peniche Tel.: Fax: serrador@mail.telepac.pt KRAV Box 1940 S Uppsala Tel.: Fax: info@krav.se SVEZIA Gli operatori che producono, trasformano od importano prodotti da agricoltura biologica devono notificare l inizio della loro attività alla competente Autorità di controllo nazionale. Lo schema di certificazione prevede che l operatore debba fornire una precisa descrizione dell unità di produzione, identificare in modo chiaro i magazzini, le aree di raccolta ed i luoghi di confezionamento. In seguito alla prima notifica di inizio attività di produzione con il metodo biologico, l operatore deve comunicare annualmente all Ente di certificazione il programma di produzione. Il Sistema di certificazione prevede che l operatore descriva nel dettaglio il processo produttivo, il quale dovrà poi essere verificato, approvato e continuamente controllato dall Ente di certificazione, anche attraverso il prelievo e l analisi di campioni di prodotto, sia in azienda che nei luoghi di trasformazione e commercializzazione. L obiettivo del sistema di certificazione, attraverso le verifiche iniziali ed il monitoraggio successivo, è quello di dare al consumatore una certificazione certa ed indipendente delle produzioni ottenute nel rispetto della normativa vigente sull agricoltura biologica. L Attività degli Enti di certificazione è sostenuta grazie al pagamento da parte degli operatori controllati di una quota di controllo, stabilita sulla base delle dimensioni e della tipologia produttiva dell azienda. In ogni caso la quota di controllo deve permettere di coprire tutte le 16

19 spese sostenute dall Ente di certificazione per lo svolgimento delle attività di controllo e certificazione. Dobbiano considerare che la parola biologico non ha lo stesso significato in tutto il Mondo, in quanto a livello internazionale non esistono standard comuni. La Federazione Internazionale dei Movimenti dell Agricoltura Biologica (IFOAM) nelle norme identificate come Basic Standards descrive come un alimento da agricoltura biologica debba essere prodotto, trasformato, condizionato. Tali norme sono costituite da Principi generali, (Tabella n 2), raccomandazioni, e riflettono lo stato dell arte del metodo di produzione e trasformazione biologico, definendo inoltre le norme di accreditamento degli enti di certificazione e gli standards che devono essere rispettati da tutte le organizzazioni nel mondo. In particolare l applicazione delle norme serve ad evitare che l uso di standard nazionali si trasformi in un insormontabile barriera commerciale ed ostacoli di fatto la libera circolazione delle produzioni da agricoltura biologica 2. L IFOAM supporta lo sviluppo di standard locali in linea con gli obiettivi delle norme di base IFOAM. Gli standard internazionali e quelli locali possono così essere armonizzati proprio grazie al processo di approvazione. (Immagine 2: logo IFOAM) Le linee guida per l armonizzazione delle produzioni agricole sono state dettate anche dalla FAO (Food and Agriculture Organization) e dal W.H.O. (World Health Organization). Queste linee guida risultano preziose per l elaborazione delle nuove normative e regolamentazioni del settore. In particolare la Commissione del Codice Alimentare, operante nell ambito di un programma congiunto FAO/WHO partito nel 1991 (con la partecipazione anche dell IFOAM e delle Istituzioni europee), ha elaborato le line guida per la produzione, la trasformazione, l etichettatura e la commercializzazione delle 2 The IFOAM Norms are available on IFOAM website: 17

20 produzioni ottenute con il metodo biologico. Le disposizioni del Codice Alimentare sono perfettamente in linea con gli standards dell IFOAM e con la normativa europea del biologico. Le linee guida sulle produzioni da agricoltura biologica rappresentano il fondamento di una serie di norme e programmi operativi attivati in diversi Paesi (a cominciare dalla stessa regolamentazione comunitaria). Queste linee guida ci dicono come ottenere prodotti da agricoltura biologica, in grado di rassicurare anche i consumatori circa la loro qualità e la bontà del processo produttivo. Il Codice costituisce una base importate per l armonizzazione della normativa internazionale e per incrementare la fiducia dei consumatori. Sarà anche importante per l applicazione del principio di equivalenza nell ambito del WTO. Le linee guida per il biologico contenute nel Codice Alimentare saranno regolarmente aggiornate almeno ogni quattro anni, così come stabilito all interno dello stesso Codice 3. E opportuno ricordare che esistono anche leggi e marchi nazionali predisposti da molte nazioni europee, in alcuni casi risalenti a periodi antecedenti all entrata in vigore della regolamentazione comunitaria. In qualche Paese le associazioni degli operatori dell agricoltura biologica hanno anche formulato standards privati e schemi di certificazione, ancor prima della pubblicazione delle norme nazionali e comunitarie. Spesso sono proprio questi marchi privati ad avere la maggior fiducia da parte dei consumatori (ne esistono ad es. alcuni molto conosciuti in Inghilterra, Italia, Danimarca, Austria, Ungheria, Svezia, Svizzera). In Europa tutti gli operatori (produttori, trasformatori, importatori) interessati ad utilizzare questi marchi privati aggiuntivi devono rispettare oltre alla disciplina comunitaria anche i rispettivi standards privati. Questi richiedono infatti un controllo ed una certificazione aggiuntiva. Alcuni Enti di certificazione europei sono anche accreditati presso i Ministeri dell Agricoltura americani e giapponesi, al fine di offrire agli operatori biologici europei la possibilità di esportare in quei paesi le loro produzioni. Le certificazioni rilasciate sono le seguenti: NOP 4 - National Organic Programme (vedere tabella 3) per gli Stati Uniti e JAS 5 - Japanese Agricultural Standard (vedere tabella 4), per il Giappone. 3 Ulteriori informazioni sul Codice Alimentare sono disponibili sul sito internet Si consiglia anche di consultare il sito Internet della FAO dedicato all agricoltura biologica:

21 Il Servizio Internazionale di Accreditamento Biologico (IOAS) è un Organizzazione no-profit indipendente con sede in Delaware, USA che sovrintende il sistema mondiale di certificazione del biologico, attraverso procedure volontarie di accreditamento degli Enti di certificazione operanti nel settore del biologico 6. L Organizzazione IOAS implementa il programma di accreditamento IFOAM che garantisce a livello mondiale il rispetto dei principi biologici, contribuendo all eliminazione delle barriere nazionali, grazie alla sua completa imparzialità. Tabella 2: Principi dell agricoltura biologica, elaborati dall IFOAM Dopo un intenso processo partecipativo, nel settembre 2005, l Assemblea generale IFOAM svoltasi ad Adelaide in Australia ha approvato la revisione dei Principi di agricoltura biologica *. Questi principi sono le radici dalle quali cresce e si sviluppa l agricoltura biologica. Principio della salute L Agricoltura Biologica deve sostenere e rafforzare la salute del suolo, delle piante, degli animali, degli esseri umani e del pianeta come un insieme unico ed indivisibile. Questo principio sottolinea che la salute degli individui e delle comunità non può prescindere dalla salute degli ecosistemi suoli sani producono raccolti sani che favoriscono la salute degli animali e della gente. La salute è la totalità e l integrità dei sistemi viventi. Non è semplicemente l assenza di malattia, ma il mantenimento del benessere fisico, mentale, sociale ed ecologico. L immunità, la resistenza e la rigenerazione sono caratteristiche fondamentali della salute. Il ruolo dell agricoltura biologica, sia nell attività agricola, che nella lavorazione, la distribuzione o il consumo, è di sostenere e rafforzare la salute degli ecosistemi e degli organismi, dal più piccolo abitante del suolo fino agli esseri umani. Particolarmente, l agricoltura biologica intende produrre cibi nutrienti, di alta qualità, che favoriscono il benessere e la prevenzione delle malattie. In quest ottica andrebbe evitato l uso di fertilizzanti, pesticidi, medicine veterinarie ed additivi alimentari per animali che possano avere effetti dannosi sulla salute. Principio dell ecologia L Agricoltura Biologica deve basarsi su sistemi e cicli ecologici viventi, lavorare con essi, emularli ed aiutarli a sostenersi. Questo principio radica l agricoltura biologica all interno dei sistemi ecologici viventi. Afferma che la produzione deve essere basata su processi ecologici e di riciclo. Il nutrimento ed il benessere sono ottenuti mediante l ecologia dell ambiente produttivo specifico. Per esempio, nel caso delle colture si tratta del suolo vivente; per gli animali dell agro-ecosistema; per i pesci e gli organismi marini dell ambiente acquatico. I sistemi colturali, pastorali e di raccolta spontanea devono adattarsi ai cicli ed agli equilibri ecologici esistenti in natura. Questi cicli sono universali anche se si manifestano in modo diverso a seconda degli eco-sistemi locali. La gestione biologica deve essere adattata alle condizioni, all ecologia, alla cultura ed alle dimensioni locali. Gli inputs esterni vanno ridotti attraverso la riutilizzazione, il riciclo e la gestione efficiente di materiali ed energia, al fine di mantenere e di migliorare la qualità dell ambiente e di preservare le risorse. L agricoltura biologica deve raggiungere l equilibrio ecologico tramite la progettazione di sistemi agricoli, la creazione di habitat ed il mantenimento della diversità genetica ed agraria. Coloro che producono, trasformano, commerciano o consumano prodotti biologici devono proteggere l ambiente comune, tenendo conto del paesaggio, del clima, degli habitat, della biodiversità,

22 dell aria e dell acqua. Principio dell equità solidale L Agricoltura Biologica deve svilupparsi su rapporti che assicurino equità e solidarietà nei confronti dell ambiente comune e delle necessità della vita. L equità solidale è caratterizzata dall eguaglianza, dal mutuo rispetto, dalla giustizia e dalla tutela di un mondo condiviso, sia nelle relazioni tra le persone che in quelle delle persone con gli altri esseri viventi. Questo principio stabilisce che coloro che sono impegnati nell agricoltura biologica devono gestire le relazioni umane in modo tale da assicurare equità solidale a tutti i livelli ed a tutte le parti interessate: agricoltori, lavoratori, trasformatori, distributori, commercianti e consumatori. L agricoltura biologica deve assicurare una buona qualità di vita a tutti coloro che ne sono coinvolti e contribuire alla sovranità alimentare ed alla riduzione della povertà. Essa mira alla produzione di una fornitura sufficiente di alimenti ed altri prodotti di buona qualità. Questo principio stabilisce pure che gli animali possano avere condizioni e opportunità di vita che rispettino la loro fisiologia, il loro comportamento naturale ed il loro benessere. Le risorse naturali ed ambientali usate per la produzione e il consumo dovrebbero essere gestite in un modo socialmente ed ecologicamente giusto e dovrebbero essere preservate per le generazioni future. L equità solidale richiede che i sistemi di produzione, distribuzione e commercio siano aperti ed equi, e che tengano conto dei reali costi ambientali e sociali. Principio della cautela L Agricoltura Biologica deve essere gestita in modo precauzionale e responsabile al fine di proteggere la salute ed il benessere delle generazioni presenti e future e dell ambiente. L agricoltura biologica è un sistema vivente e dinamico che risponde a esigenze e condizioni interne ed esterne. Chi pratica l agricoltura biologica può aumentare l efficienza e la produttività, ma senza compromettere la salute ed il benessere degli esseri viventi e dell ambiente. Di conseguenza, le nuove tecnologie devono essere valutate con attenzione ed i metodi attualmente in uso sottoposti a revisione. Tenuto conto della conoscenza degli ecosistemi e dell agricoltura, è necessario prestare la dovuta cautela preventiva. Questo principio afferma che la precauzione e la responsabilità sono concetti chiave nelle scelte di gestione, di sviluppo e di tecnologie nell agricoltura biologica. La scienza è necessaria per assicurare che l agricoltura biologica sia sana, sicura e rispettosa dell ambiente. Tuttavia, la conoscenza scientifica da sola non è sufficiente. L esperienza pratica, la saggezza e le conoscenze tradizionali ed indigene accumulate, soluzioni valide e collaudate nel tempo. L agricoltura biologica deve prevenire rischi maggiori tramite l adozione di tecnologie appropriate ed il rifiuto di quelle imprevedibili, quale l ingegneria genetica. Le decisioni devono riflettere i valori ed i bisogni di tutti coloro che potrebbero subirne gli effetti, attraverso dei processi trasparenti e partecipativi. * Le Norme IFOAM per le produzioni e le trasformazioni biologiche, Ed. IFOAM, Bonn, 2005 ( 20

23 Tabella 3: Il programma nazionale americano sul biologico (National Organic Programme - NOP) Il programma nazionale americano sul biologico (NOP) è stato implementato definitivamente il 21 ottobre 2002, sotto la direzione del Servizio Marketing Agricolo, una sezione del Dipartimento di stato per l agricoltura degli Stati Uniti (USDA). Il NOP è una legge federale che prevede per tutti i prodotti biologici il rispetto di standards comuni e lo stesso sistema di certificazione. Le basi del programma nazionale per il biologico Il NOP ha sviluppato gli standards nazionali ed ha stabilito un sistema di certificazione del biologico fondato sulle indicazioni dei 15 membri del Comitato nazionale per gli standards del biologico (NOSB). Il NOSB è nominato dal Segretario di stato per l agricoltura e comprende rappresentanti delle seguenti categorie: produttori agricoli; trasformatori, consumatori, ambientalisti, scienziati e Enti di certificazione. Oltre a considerare le indicazioni del NOSB, l USDA nell elaborazione di queste norme ha tenuto anche conto dei sistemi di certificazione precedentemente adottati dagli Stati e dai privati. Le norme del NOP sono flessibili al fine di potersi adattare al gran numero di produzioni agricole esistenti in ogni regione degli Stati Uniti. Cosa stabiliscono le norme NOP? Le norme proibiscono l uso nella produzione e nella trasformazione dei prodotti biologici di Organismi geneticamente modificati, delle radiazioni, dei fanghi da acque reflue. Come regola generale sono consentite tutte le sostanze naturali (non chimiche di sintesi), mentre sono vietati tutti i prodotti chimici di sintesi. Tutte le eccezioni a queste regole sono contenute in un elenco valido a livello nazionale, contenuto in un apposita sezione del regolamento. Le norme di produzione e trasformazione interessano le produzioni biologiche, la raccolta spontanea, l allevamento biologico, il condizionamento e la trasformazione dei prodotti agricoli biologici. Le produzioni biologiche sono ottenute senza l uso di pesticidi chimici, fertilizzanti derivati dal petrolio o dai fanghi delle acque reflue: Gli animali allevati con il metodo di produzione biologico devono essere alimentati con mangimi biologici ed avere libero accesso a spazi aperti. Non sono consentiti antibiotici ed ormoni per lo sviluppo. Le norme di etichettatura sono basate sulla percentuale di ingredienti biologici contenuti nel prodotto. Prodotti etichettati "100% biologico" devono contenere solo ingredienti prodotti con il metodo biologico. Essi possono essere contrassegnati con il marchio del biologico USDA. Prodotti etichettati "biologico" devono contenere almeno il 95% di ingredienti biologici. Essi possono essere contrassegnati con il marchio del biologico USDA. Prodotti trasformati che contengono almeno il 70% ingredienti biologici possono riportare la frase "prodotto con ingredienti biologici" e mettere in evidenza sull etichetta fino a tre ingredienti biologici o gruppi di alimenti biologici. Per esempio nel caso di una zuppa fatta con almeno il 70% di ingredienti biologici e precisamente con i soli vegetali biologici può essere contrassegnata come fatta con piselli, patate e carote biologiche o fatto con vegetali biologici. Tali prodotti non possono essere contrassegnati con il marchio del biologico USDA. Prodotti trasformati che contengono meno del 70% di ingredienti biologici non possono riportare in etichetta il termine biologico ma possono identificare nell elenco degli ingredienti quelli provenienti da agricoltura biologica. Le norme di certificazione stabiliscono i requisiti che devono possedere le produzioni ed i trasformati ottenuti con il metodo biologico per essere etichettati come tali dall Ente di certificazione accreditato dall USDA. Tra la documentazione che deve fornire l operatore controllato c è anche il piano di gestione dell azienda biologica. Questo piano descrive, tra l altro, tecniche e sostanze utilizzate nel processo produttivo, la descrizione delle operazioni colturali e delle procedure messe in atto per prevenire la contaminazione dei prodotti biologici con quelli convenzionali. Le norme di certificazione determinano inoltre i controlli da effettuarsi direttamente in azienda. Sono esentati dalla certificazione i produttori ed i trasformatori che sviluppano un giro d affari annuo per i prodotti biologici superiore a $ Essi possono etichettare i loro prodotti come biologici se rispettano le norme, ma non possono utilizzare il marchio del biologico USDA. Le norme di accreditamento stabiliscono i requisiti che un ente deve possedere per diventare Ente di certificazione riconosciuto dall USDA. Esse servono innanzitutto a stabilire se un Ente di certificazione svolge la propria attività in modo corretto ed imparziale. L ente deve dimostrare di impiegare personale con esperienza adeguata ed abilitato a controllare e certificare gli operatori biologici, adottando tutte le misure necessarie per prevenire conflitti di interesse e garantire una rigorosa riservatezza sulle informazioni assunte nell espletamento del controllo. I prodotti agricoli importati possono essere venduti negli Stati Uniti solo se sono certificati dagli Enti di certificazione accreditati presso l USDA. Quest ultimo ha provveduto ad accreditare Enti di parecchi paesi stranieri. Esiste anche la possibilità che, su richiesta di un governo straniero, l USDA provveda a riconoscere gli Enti di certificazione di quel paese, qualora le norme di accreditamento risultassero equivalenti a quelle americane. 21

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