Il Lambro è lungo 134 km, nasce a una quota di 1456 m sul livello del mare; sfocia nel Po. Il Lambro ha un regime torrentizio cioè non ha sempre la

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5 Il Lambro è lungo 134 km, nasce a una quota di 1456 m sul livello del mare; sfocia nel Po. Il Lambro ha un regime torrentizio cioè non ha sempre la stessa portata d acqua, in estate è spesso in secca.

6 La sorgente è chiamata Menaresta perché "mena" cioè "va, porta" e "resta" cioè "rimane"; infatti un serbatoio a sifone sotterraneo, posto nella roccia calcarea, si riempie d'acqua a intervalli regolari, fino a traboccare con un flusso vivace per poi rallentarlo prima di caricarsi nuovamente; l'intero ciclo dura otto minuti. Dalla Menaresta un ruscelletto scorre quindi verso Magreglio.

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8 Il Lambro attraversa la montagna, la collina e la pianura. Si divide in : Lambro settentrionale, Lambrone e Lambro meridionale.

9 Lago di Alserio Lago di Pusiano

10 Gli affluenti del Lambro sono: La Ravella che scorre nel territorio di Canzo Il Bova che percorre il Pian d Erba. Ravella

11 Il torrente è costeggiato da un sentiero e attraversato da vari ponticelli. Ci sono anche piccole piscine naturali.

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13 Il tratto montano prende il nome di Lambro settentrionele. Ha carattere torrentizio, cioè alterna periodi di piena ed altri di secca. Scorre velocemente da Magreglio a Erba.

14 E conosciuto come Lambrone. Scorre da Erba a Monza, attraversando colline di origine morenica, formatesi dallo scioglimento dei ghiacciai che hanno depositato del materiale alluvionale.

15 L ultimo tratto è detto Lambro meridionale. Scorre da Monza fino alla sua foce: il fiume Po. Questo tratto attraversa parte della pianura Padana che è di origine alluvionale, cioè si è formata grazie ai detriti trasportati dai fiumi.

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17 Nel 1700 si tentò di deviare il corso del fiume per immetterlo nel lago di Pusiano. Nel 1812 Eugenio Beauharnais fa scavare dall ingegnere Diotti un canale, che prese il suo nome, e serviva a controllare la portata del fiume. Nel 1815 il canale Diotti venne chiuso dagli austriaci che, per motivi politici, non volevano portare avanti il lavoro iniziato dai francesi. L imperatore d Austria (padrone della Lombardia) aveva combattuto contro NAPOLEONE e non voleva riconoscere nessuna delle innovazioni che l occupazione francese aveva portato in Italia.

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19 Fin dall antichità i popoli si insediarono vicino ai fiumi perchè favorivano L AGRICOLTURA. Si usava l acqua per irrigare i campi; inoltre i fiumi servivano per L ALIMENTAZIONE:, infatti si pescavano i pesci.

20 Anche il Lambro venne sfruttato dai contadini per irrigare i campi e si cercò quindi nel corso dei secoli di rendere i suoi argini sicuri e la sua portata regolare.

21 LA DEVIAZIONE Pertanto nel 1700 si cercò di deviare il corso del fiume Lambro nel lago di Pusiano.

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23 Per irrigare furono costruiti sistemi di canali. A Merone c erano 43 mulini e 26 canali di irrigazione.11 mulini vennero costruiti nel Mulino ad acqua

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25 A partire dalla seconda meta del 1800 la zona di Merone chiamata Maglio si è industrializzata con la costruzione di mulini ad acqua. Questi servivano per muovere le macine o per battere il ferro. Lo strumento che batte il ferro si chiama infatti maglio. L industria del ferro è stata molto utile per lo sviluppo economico del nostro paese.

26 I mulini servivano per produrre farina di frumento o farina di mais per la polenta. I mulini presenti sul territorio di Merone: 2 mulini a Stallo 1 mulino a Crotta 6 mulini al Maglio.

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28 lungo le rive del Lambro

29 Il Lambro è stato, per la Brianza, un fiume molto importante sia per l economia che per la cultura storica.

30 Persino donne e bambini dovevano lavorare, perciò le famiglie dovevano vivere vicino al posto di lavoro. Le operaie lavoravano più di 10 ore; avevano solo il tempo per dormire, mangiare e una nuova e lunga giornata lavorativa sarebbe ricominciata. Bambini al lavoro nelle filande

31 I bambini rappresentavano il 20% dei lavoratori. I bambini erano preferiti per le loro piccole dita; di conseguenza spesso non andavano a scuola.

32 Vicino alle filande si formarono i villaggi degli operai.

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34 La seta è stata introdotta nel territorio comasco nel xv sec. grazie a Galeazzo Visconti, che ordina di piantare alberi di gelso, nutrimento per i bachi da seta. I bachi da seta sono delle larve che si nutrono delle foglie del gelso e producono un bozzolo dal quale si ottiene un filo di seta. Oltre ai bachi da seta, per produrre le stoffe, servono anche le industrie tessili che lavorano la seta.

35 Nella provincia di Como erano molto diffuse la gelsicoltura e la bachicoltura, ovvero la coltivazione delle piante di gelso le cui foglie offrono il nutrimento ai bachi da seta che venivano allevati dalle famiglie di contadini. Baco da seta nutritosi di foglie di gelso

36 I fili di seta, ottenuti dai bachi da seta, sono lavorati nelle industrie tessili attraverso vari strumenti tra cui il telaio. Si ottengono così i tessuti e le stoffe.

37 Oggi la produzione della seta artificiale ha soppiantato la seta naturale e l allevamento dei bachi, ma nelle nostre campagne sono ancora comuni i gelsi.

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39 Siamo andati in gita nel Parco di Monza e abbiamo visto un tratto del fiume Lambro.

40 Il letto del fiume era ampio ma l acqua era bassa. L acqua scorreva lentamente perché eravamo in pianura. Abbiamo giocato a lanciare le pettole, cioè a far rimbalzare i sassi sull acqua.