Bozza progetto di sviluppo della Medicina Generale
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- Valeria Crippa
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1 Bozza progetto di sviluppo della Medicina Generale In relazione al mandato assessorile del 2 novembre, di: - istituire un tavolo tecnico informale, composto dai membri incaricati nell ambito dei Comitati provinciali del personale convenzionato; - predisporre in tale sede un ipotesi condivisa di sviluppo degli attuali servizi di Assistenza Primaria (di Medicina generale e Pediatria di libera scelta), estesa all integrazione con l attuale Servizio di Continuità Assistenziale ed eventualmente anche alla Specialistica Ambulatoriale Interna; - assicurare una sollecita definizione del progetto, che, se condiviso dall Assessore, possa portare all avvio di una fase ufficiale di trattativa in seno ai Comitati. Si sono riuniti in data 22/11/2011: - dott. N. Paoli (CISL) - dott. N. Fattouh (SMI) In data 6 dicembre 2011 si sono riuniti: In data 21 dicembre 2011 si sono riuniti: - dott. Arrigo Andrenacci (APSS); In data 12 gennaio 2012 si sono riuniti:
2 In data 24 gennaio 2012 si sono riuniti: Dopo un primo giro di interventi, sono definiti alcuni elementi di fondo del progetto: 1. revisione dell attuale organizzazione dell associazionismo.; ex 2. necessità che il nuovo modello sia fondato su un associazionismo obbligatorio per tutti i medici; 2. necessità che il nuovo modello sia fondato sul principio dell associazionismo fra i medici, unica forma retributivamente incentivata e sulla quale puntino gli investimenti, le risorse materiali e organizzative; 3. libertà per i medici di scegliere la forma associativa più adatta alle esigenze organizzative ed assistenziali; 4. necessità d integrazione del servizio di Continuità assistenziale in una medicina sul territorio attiva h24; 5. declinazioni differenti del modello organizzativo, in relazione all assistenza in zone urbane di consistente rilievo o in zone a popolazione distribuita su pluralità di Comuni; 6. stabilizzazione e fidelizzazione dei medici neo inseriti nel sistema di assistenza territoriale, che assicuri un percorso di carriera legato al territorio d iniziale inserimento; 7. chiara integrazione fra il nuovo modello di assistenza territoriale e quello ospedaliero; 8. avvio della valutazione dell attività delle associazioni. In particolare, si prevede: 1. obbligo, delle associazioni, di assicurare in una sede ad hoc per la pediatria di libera scelta si pongono alcuni problemi concreti nell individuazione della sede specifica, è proposta in alternativa una soluzione incentrata sulla contattabilità del pediatra scelto per una sollecita risposta dell associazione, tramite il pediatra incaricato in turno - un servizio di primo intervento finalizzato alla gestione dei casi classificabili come trattabili in ambito territoriale, con finalità di decongestionamento dei Pronto soccorso (codici bianchi o verdi); 2. attrezzature? 3. quest impegno è definito (annualmente?) in un obiettivo numerico di riduzione degli accessi impropri al PS di riferimento dell associazione; 4. per i pazienti visitati dai medici territoriali e da questi inviati al PS, percorso dedicato che salti il triage infermieristico, eviti assoggettamento a ticket, raggiunga (in base a protocolli condivisi) sollecitamente il primo intervento richiesto; 5. presa in carico, da parte delle associazioni, dei pazienti con patologie croniche gestibili sul territorio (diabete non scompensato, ); definizione di obiettivi misurabili di de ospedalizzazione di queste attività: 6. conservazione del rapporto fiduciario medico-paziente, che definisca in carico al medico scelto la responsabilità e l impegno per la valutazione e definizione dei percorsi sanitari;
3 7. dotazione delle sedi di strumentario (da definire: ECG?...) previa certificazione dell Azienda che ne riconosca a tutti gli effetti i risultati; 8. definizione a tal fine di referenti specifici per alcune patologia, in grado da costituire riferimento per i pazienti degli altri sanitari in associazione; 9. meccanismi di rendicontazione in ordine all attività complessiva dell associazione, valutazioni periodiche in ordine all appropriatezza dell attività, condivisione di linee giuda interne e riferite all interrelazione coll Ospedale; 10. previsione di attività diurne da parte dei medici di Continuità assistenziale, in specifiche sedi, ove sia assicurata la prosecuzione dell attività di assistenza primaria anche nelle giornate di sabato, domenica e festive; 11. rispetto del rapporto ottimale, per assicurare l arruolamento di medici che operino immediatamente a cavallo fra le funzioni di Assistenza primaria e Continuità assistenziale; 12. predisposizione di una rete in grado di accedere ai data base dei medici associati ed offrire gli elementi necessari ai punti di primo intervento ed agli ambulatori che assicurano l Assistenza primaria nei giorni festivi e prefestivi; 13. riduzione del numero attuale di sedi della Continuità assistenziale; Caratteristiche delle associazioni: A livello urbano: - associazioni ampie (n. minimo aderenti da definire), in grado di organizzare l attività dei sanitari, indirizzandola (a turno) fra impegni ambulatoriali ordinari, ambulatori di primo intervento, attività domiciliare, presenza nelle UVM etc; - obbligo dei medici che sono chiamati ad intervenire su pazienti di colleghi, di una pronta informazione verso il medico di fiducia; A livello periferico: - associazioni che mantengono ancora una diffusione di attività ambulatoriale sul territorio, anche se in misura ridotta rispetto all attuale; - maggiore integrazione fra i sanitari, tramite una rete informativa in grado di assicurare il necessario supporto verso i pazienti di altri sanitari; Maggiori oneri del sistema così definito Andranno definiti in fase di analisi, una volta definito come maggiore precisione il modello. Nota procedimentale: la parte medica, in relazione al rilievo delle proposte, chiede di poter sottoporre ai propri colleghi, la proposta, una volta definita, prima di un eventuale avvio di trattative ufficiali in merito. Elementi di organizzazione interna delle nuove associazioni dei medici di Assistenza Primaria Premessa: è condiviso dai partecipanti al tavolo il giudizio critico sulla struttura organizzativa attuale delle associazioni mediche, di fatto rimessa alla scelta autonoma degli aderenti e non rilevabile dall esterno (né dai pazienti né dall APSS). A livello di accordo:
4 Definizione del numero di medici impegnati in attività ambulatoriale contemporanea da assicurare a cura delle associazioni che contano oltre 6 aderenti/assicurano l assistenza ad oltre 6000 cittadini. garanzia della apertura del/degli ambulatori della associazione per la copertura delle 12 ore diurne (dalle ore 8,00 alle ore 20,00) - da valutare in relazione ai requisiti organizzativi che si definiranno per l associazione. Formalizzazione degli elementi organizzativi: l associazione deve definire, pubblicizzare ai propri assistiti (carta dei servizi), alla generalità degli assistiti che devono effettuare una scelta medica (art. 40 co. 3 ACN) e comunicare ad APSS le modalità organizzative: a) per la gestione di: attività ambulatoriale, assistenza domiciliare, assistenza in residenze protette, cure palliative, risposta alle urgenze, partecipazione alle UVM, definizione di dimissioni protette, analisi della gestione complessiva dell associazione; b) che adotta nei giorni prefestivi ed a fronte dell assenza di uno dei suoi aderenti; c) delle richieste di visita pervenute oltre le ore 10 e non eseguite in giornata (da effettuare entro le ore 12 del giorno seguente); d) di ricezione delle chiamate per le visite; e) di risposta per le visite urgenti recepite; f) di gestione delle vaccinazioni; Requisiti per la definizione degli elementi organizzativi dell Associazione: garanzia della reperibilità telefonica per gli utenti in ADI ed ADI CP (tale rintracciabilità telefonica deve essere assicurata anche per i famigliari degli utenti e per gli operatori che seguono tali pazienti); definizione di uno schema organizzativo teso ad assicurare tale reperibilità e il numero di medici della associazione in tale attività, rapportato alla popolazione servita; definizione di uno schema organizzativo per garantire l assistenza domiciliare (ADP, viste programmate, visite urgenti); definizione delle modalità di coinvolgimento/informazione dei medici della Continuità Assistenziale nella gestione dei pazienti critici durante le giornate festive e prefestive; predisposizione di un orario generale di lavoro della associazione che individui, oltre ai punti sopra citati, anche i momenti di riunione dei medici che compongono l associazione; definizione delle modalità di sostituzione (per ferie o malattia) dei componenti della associazione, compatibile con i requisiti sopra individuati; individuazione a livello Distrettuale del referente della associazione sulle tematiche della assistenza primaria; predisposizione, da parte della Associazione, del programma di attività riferito all esercizio corrente, coerente con gli obiettivi assegnati dalla programmazione provinciale, e definizione dei momenti di verifica all interno della associazione e con il Distretto; predisposizione di una relazione finale (su schema con concordato) che illustri i risultati conseguiti rispetto agli obiettivi definiti ad inizio esercizio; definizione del piano formativo della associazione, coerente con gli obiettivi definiti ad inizio esercizio. Impegni da assumere da parte di APSS.
5 disponibilità presso i P.S. degli ospedali della rete ospedaliera trentina degli schemi organizzativi adottati (relativamente alla assistenza ambulatoriale) ove poter dirottare gli assistiti della associazione classificati con codice bianco o verde; Procedure da condividere con APSS definizione di una procedura di accesso facilitata al P.S. per quegli utenti che si rivolgono, in ambulatorio ed in prima battuta, ad uno dei medici della associazione e per i quali il medico della associazione ritiene necessario l accesso al P.S.; definizione di uno schema concordato di relazione sull attività dell associazione;
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