SPECULA Lombardia Laureati in Lombardia: è ancora crisi? Giugno 2011

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2 Il rapporto contiene i risultati del progetto Specula finanziato da Regione, Camera di Commercio di Milano e Unioncamere. Il progetto è stato realizzato dagli esperti dell Area Ricerca Formaper Camera di Commercio di Milano. Coordinamento del progetto a cura di Anna Soru e Cristina Zanni. Hanno partecipato alla scrittura del rapporto Anna Soru, Cristina Zanni, Antonella Rosso, Nicoletta Saccon e Gianluca Viganò. Analisi statistiche ed elaborazioni dati a cura di Andrée Pedotti, Antonella Rosso e Susanna Serra. L attività di revisione, editing del rapporto e di segreteria è stata realizzata da Adriana Mongelli e Silvia Lupo. Si ringraziano per la collaborazione: le Province lombarde e i loro Osservatori del Mercato del Lavoro. In particolare, Livio Lo Verso, Mario Enrico Brambilla, Laura Desiderata Cannizzaro e Marco Bulgheroni dell Osservatorio Mercato del Lavoro della Provincia di Milano, che hanno collaborato all impostazione metodologica; i referenti delle Università per i preziosi contributi metodologici e per i suggerimenti forniti per la redazione del rapporto: Massimiliano Bruni, Giuseppe Vergani e Elisa Albetti Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano; Marco Taisch, Luigi Bissolotti e Luca Belluz Politecnico di Milano; Luigi Rondanini e David Westmore Università Carlo Cattaneo LIUC; Mario Gatti, Vito Moramarco, Lucia Scaglioni, Arturo Piacentini e Massimo Massagli Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Mariangela Vago, Teresa Gianna e Enrica Greggio Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano; Maria Lambrughi e Elena Beretta Università degli Studi dell Insubria; Silvia Biffignandi, Giovanni Maggioni e Roberto Nittoli Università degli Studi di Bergamo; Giancarlo Provasi, Maurizio Carpita e Angelo Bissolo Università degli Studi di Brescia; Nello Scarabottolo e Idilio Baitieri Università degli Studi di Milano; Angelo Cavallin, Franca Tempesta e Giovanni Fanfoni Università degli Studi di Milano Bicocca; Carlo Magni, Stefano Santucci, Maura Settembre e Anna Mascherpa Università degli Studi di Pavia; Luigi Ballardini e Claudia Montalbetti Consorzio Interuniversitario CILEA. 1

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4 INDICE 1. Executive summary Metodologie adottate Si consolida l unione degli archivi Specula come laboratorio per l analisi dei dati sul lavoro L individuazione dell offerta e l articolazione dell analisi Difficoltà di inserimento per i laureati del Si riduce l occupazione dipendente e parasubordinata Continuano a peggiorare i contratti di avvio Peggiorano i contratti anche dopo il primo impiego Diminuisce la durata dei rapporti di lavoro Turnover elevato subito dopo la laurea, progressiva riduzione nel tempo Circa un terzo dei laureati avviati rinnova un contratto con lo stesso datore di lavoro Aumenta il lavoro autonomo, ma anche la fuga all estero Gli indirizzi di laurea Donne avviate e marginalizzate Segnali positivi dal mercato del lavoro, ma non abbastanza da migliorare le possibilità occupazionali dei neolaureati Cresce l inserimento di laureati nelle grandi imprese, specialmente nella manifattura e commercio, crolla nell'istruzione Polarizzazione dei percorsi nel medio periodo I laureati mai rilevati dagli archivi amministrativi utilizzati Le trasformazioni dei contratti Focus: i tirocini L occupazione dei neolaureati. I settori In manifattura è evidente la ripresa ma prevalgono contratti instabili Servizi alle imprese: segnali di ripresa Altri servizi: media e immobiliare Terziario tradizionale: un settore che si ammoderna? Calano gli inserimenti nei settori a vocazione pubblica I servizi alle persone Altri settori Indirizzi Indirizzi politico-sociali e giuridici Indirizzi economico statistici Indirizzi umanistici e formativi Indirizzi biologici e agroalimentari Indirizzi psicologici e medico-sanitari Indirizzi scientifico-matematici e chimico-farmaceutici Indirizzi ingegneristici Indirizzi architettura, edilizia e design

5 8. I territori Bergamo: primi segnali di ripresa della manifattura I laureati bergamaschi Il mercato bergamasco per i laureati Brescia: la forza del sistema imprenditoriale locale, la flessibilità dei contratti I laureati bresciani Il mercato bresciano per i laureati Como: migliorano la metalmeccanica e il tessile abbigliamento, in ripresa anche il comparto del turismo I laureati comaschi Il mercato comasco per i laureati Cremona: calano gli inserimenti di neolaureati nel I laureati cremonesi Il mercato cremonese per i laureati Lecco: contenuta ripresa della domanda di laureati nella meccanica e commercio al dettaglio I laureati lecchesi Il mercato lecchese per i laureati Lodi: crescono gli inserimenti nella chimica, nel commercio e nell assistenza sociale I laureati lodigiani Il mercato lodigiano per i laureati Milano: il ruolo chiave dei servizi alle imprese, delle grandi aziende e dei contratti flessibili I laureati milanesi Il mercato milanese per i laureati Monza e Brianza: dinamica positiva della manifattura e commercio con contratti flessibili I laureati brianzoli Il mercato brianzolo per i laureati Pavia: una timida ripresa degli inserimenti I laureati pavesi Il mercato pavese per i laureati Sondrio: aumentano le opportunità di lavoro nel turismo, ma all insegna del contratto intermittente I laureati sondriesi Il mercato di Sondrio per i laureati Varese: nonostante l avanzata dei contratti temporanei, quelli stabili tengono meglio che in I laureati varesini Il mercato della provincia di Varese per i laureati Aggiornamento dei dati universitari Evoluzione della popolazione universitaria Stabile il numero dei laureati Aumentano gli iscritti, in controtendenza con i dati nazionali In crescita anche gli immatricolati, diversamente dal resto d Italia Aumentano i laureati in economia, diminuiscono architetti e giuristi tra i laureati; crescono gli iscritti all indirizzo politico-sociale

6 9.2 Caratteristiche della popolazione universitaria Aumentano i laureati lombardi e gli stranieri La popolazione universitaria è sempre più femminilizzata Quasi il 30% dei laureati proviene da istituti tecnici e scuole professionali Diminuisce l offerta di laureati sul mercato del lavoro

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8 1. EXECUTIVE SUMMARY L Università continua ad attrarre In nel 2010 il numero di laureati, al netto delle scuole di specializzazione, si riduce, ma in misura davvero limitata ( 850 laureati, una contrazione dell 1,8%). Una diminuzione lievemente superiore a quella nazionale, che riflette l andamento demografico 1 e che, almeno per il momento, non permette di sostenere che ci sia stato un calo dell attrattività dell Università causata dalle maggiori difficoltà occupazionali, soprattutto in considerazione dell andamento degli iscritti al sistema universitario e dei nuovi immatricolati. L allarme lanciato lo scorso marzo 2 di un calo degli immatricolati non sembra infatti trovare conferma nei dati nazionali diffusi dal MIUR e non riguarda certamente la 3. A livello nazionale il numero di immatricolati risulta sostanzialmente stabile, mentre in, nonostante il calo demografico, i nuovi iscritti al sistema universitario sono aumentati di quasi il 5%, un aumento che quest ultimo anno ha riguardato esclusivamente le università pubbliche (cap. 9) e che dimostra l elevata attrattività del sistema universitario lombardo. Tavola 1-1 Laureati vecchio e nuovo ordinamento (esclusi scuole specializzazione e dottorati) Italia * Immatricolati Laureati *Università lombarde che aderiscono a Specula, quindi escluso il San Raffaele Fonte: Area Ricerca Formaper - Specula, elaborazioni su dati Università, MIUR D altra parte i dati del nostro mercato del lavoro, seppure certamente critici e non incoraggianti, non paiono giustificare questa supposta fuga, perché le difficoltà lavorative dei non laureati sono ancora maggiori: il tasso di disoccupazione per i giovani con meno di 30 anni con diploma o laurea è più basso rispetto alla media dei giovani con un titolo di studio inferiore 4, benché questi ultimi siano entrati sul mercato del lavoro ad un età più bassa. 1 I dati sulla distribuzione della popolazione per età mostrano una progressiva riduzione della numerosità delle coorti man mano che diminuisce l età. In al 1 gennaio 2010 risultano residenti di 35 anni, residenti di 30 anni, di 25 anni, di 20 anni. Fonte ISTAT ( 2 Meno matricole e meno laureati. L'università pubblica italiana arretra. Tutte le facoltà perdono iscrizioni (-5% nell'ultimo anno -9,2% negli ultimi 4) - anche se le scientifiche tengono meglio - e il Sud e il Centro Italia soffrono di più rispetto al Nord. A fotografare il poco confortante scenario dell'istruzione superiore in Italia (in controtendenza gli atenei privati che registrano un aumento delle immatricolazioni del 2% assorbendo il 6,6% degli immatricolati totali) sono due rapporti, uno realizzato dal Cun (Consiglio Universitario Nazionale), l'altro elaborato dal consorzio Almalaurea, entrambi presentati oggi nella sede della Crui. Comunicato ANSA del 7 marzo 2011, a cura di Tiziana Caroselli. Il comunicato è stato ripreso da tutta la stampa nazionale. 3 Nella tavola successiva riportiamo i dati forniti direttamente dalle Università che partecipano al progetto Specula (con l esclusione del San Raffaele), ma anche considerando la fonte MIUR, il numero degli immatricolati in risulta aumentato. 4 Sulla base dei dati ISTAT Forze lavoro, Il tasso di disoccupazione nel 2010 per i giovani minori di 30 anni con diploma o laurea in è pari all 11,6% contro il 16,2% degli altri coetanei. 7

9 La rilevazione dei percorsi lavorativi L impianto della ricerca, che ha l obiettivo di rilevare i percorsi lavorativi dei neolaureati è ormai consolidato. Esso prevede l integrazione di tre tipologie di archivi amministrativi: i laureati delle Università lombarde, le comunicazioni obbligatorie di avviamento (COB) 5, cessazione e da quest anno anche di trasformazione 6 di rapporti di lavoro raccolte dalle Province lombarde e il Registro delle Imprese delle Camere di Commercio della (RI). In questo modo è possibile conoscere tutti gli avviamenti di laureati al lavoro dipendente e parasubordinato (dalle COB), oltre che i laureati imprenditori (dal RI) in. Sfuggono alla rilevazione le attività autonome professionali e quelle al di fuori del territorio lombardo, che abbiamo potuto stimare utilizzando le indagini con cui le Università lombarde, attraverso interviste, monitorano lo stato occupazionale dei propri laureati. L esame degli archivi è reso complesso dall estrema variabilità delle situazioni lavorative e dà piena conferma della fluidità del lavoro: attività parallele, anche su ambiti e settori diversi, ed elevato turnover rendono difficile dare conto del movimento, delle trasformazioni di un quadro che cambia continuamente. Occorre scattare più istantanee che risultano sempre diverse a seconda del momento, del livello di approfondimento dell analisi, ma che combinate insieme possono dare una misura di ciò che accade. Il rapporto di quest anno, prevalentemente concentrato sugli esiti occupazionali dei laureati 2009, ha esaminato anche i laureati delle due annate precedenti, sia per avere termini di confronto, sia per seguire l evoluzione occupazionale nel tempo. Aumentano le difficoltà occupazionali per i neolaureati Anche il 2010 è un anno di crisi, una crisi evidente per i nuovi laureati che hanno incontrato maggiori difficoltà dei già penalizzati colleghi del Per loro è risultato più faticoso trovare una qualche occasione di lavoro, e ancor di più dell anno precedente queste occasioni sono risultate instabili e poco tutelanti. Sulla base dei dati amministrativi disponibili (COB e RI in ), solo il 13,7% dei laureati avviati al lavoro in inizia il proprio percorso lavorativo con un contratto stabile: non solo il tempo indeterminato per un primo avvio è diventato una rarità (7%), ma anche i contratti specificamente progettati per l inserimento dei giovani, come l apprendistato e l inserimento lavorativo sono utilizzati raramente, da poche grandi imprese. Il principale contratto di avvio (27,5%) è ormai il tirocinio, soprattutto a Milano, che a pieno diritto può essere considerata la capitale della Repubblica degli stagisti 7. Il contratto iniziale tuttavia si trasforma velocemente. Stage, collaborazioni, lavori occasionali e intermittenti sono talvolta un espediente per allungare il periodo di prova oltre quanto consentito dai contratti più stabili e vincolanti, rappresentano dunque una modalità provvisoria. L osservazione non va perciò focalizzata sui primi contratti, ma su quelli successivi. Per questo abbiamo analizzato l ultimo contratto attivo nel biennio che inizia con l anno di laurea. Il contratto più frequente diventa il tempo determinato, seguito da collaborazione a progetto e tempo indeterminato, mentre il tirocinio si 5 Tutti i datori di lavoro sono obbligati a comunicare (COB) al Sistema Informativo Lavoro, gli avviamenti cessazioni e trasformazioni di rapporti di lavoro avvenuti sul territorio provinciale sulla base del Decreto Legislativo 276/2003 ove è stabilito (art. 17) che il monitoraggio statistico e la valutazione delle politiche del lavoro avvenga attraverso le registrazioni delle comunicazioni dovute dai datori di lavoro ai servizi competenti. 6 È obbligatoria anche la comunicazione della trasformazione dei contratti (es. da dipendente a tempo determinato a dipendente a tempo indeterminato), ma questi dati non erano mai stati elaborati insieme agli altri. Quest anno abbiamo sperimentato una loro analisi congiunta. 7 Copyright Eleonora Voltolina: La Repubblica degli stagisti, 2010 Edizioni Laterza. 8

10 ridimensiona (15,2%), ma da solo pesa comunque più di apprendistato e inserimento lavorativo messi insieme. Il tirocinio non sempre ha l obiettivo di favorire la transizione dalla formazione al lavoro, ma talvolta è motivato dal mero sfruttamento di lavoro a basso costo, aggirando oneri diretti e indiretti del lavoro subordinato. L importanza dei contratti temporanei è ormai da anni una costante, ma si osserva anche nel 2010 un loro ulteriore deterioramento, testimoniato soprattutto dalla crescita del lavoro intermittente, delle collaborazioni occasionali, degli stage e anche del lavoro autonomo imprenditoriale, che a differenza di quanto avveniva nel passato, nasconde sempre più spesso situazioni di debolezza e di lavoro non continuativo, anche se non palese 8. La crescente frammentarietà dei contratti si riflette sulla riduzione della loro durata (nella media 7 mesi, ma per il 40% dei laureati 2009, l ultimo contratto del 2010 è durato meno di 6 mesi) e sull aumento del turnover (in media risultano oltre 3 comunicazioni di avviamento e/o cessazione di rapporto di lavoro per ogni laureato 2009 censito dagli archivi amministrativi). Eppure il mercato segnala una ripresa Anche se i neolaureati non sembrano averne beneficiato, la domanda di lavoro ad alta qualifica da parte delle imprese è in crescita, non in misura tale da recuperare il periodo ante crisi, ma comunque in crescita. Nel 2010 il sistema lombardo ha infatti inserito laureati del triennio , contro i laureati del triennio , assorbiti nel 2009, con un aumento dell 8,4%. Molte imprese hanno ripreso ad assumere: i datori di lavoro sono aumentati dell 8,2%, passando da a Una ripresa della domanda che tuttavia non ha impedito il peggioramento delle opportunità occupazionali per i laureati più recenti, perché inferiore alla crescita dell offerta. Quale l origine di questo eccesso di offerta? Non un aumento del numero dei laureati, rimasto sostanzialmente stabile, né un aumento dei laureati pronti ad entrare sul mercato del lavoro 9, perché anzi questa offerta si è contratta, per effetto dello sgonfiamento della bolla legata ai corsi silsis 10. L offerta è risultata sovrabbondante perché si è creato un accumulo: i nuovi laureati si sono sommati ai laureati dell anno precedente che non avevano trovato occupazione a causa dell irrompere della crisi, creando un effetto onda. La ripresa è stata insufficiente ad assorbire la massa di disoccupazione che si era accumulata. La maggiore domanda proveniente dal sistema delle imprese non si è concentrata sui laureati più recenti, ma si è spalmata su più coorti di laureati; gli ultimi arrivati sono stati penalizzati dalla concorrenza proveniente dai colleghi laureatisi l anno precedente, ancora sul mercato, spesso più attraenti perché nel frattempo avevano acquisito qualche esperienza di lavoro. 8 L apertura di una partita IVA non è garanzia di effettiva occupazione. 9 La nostra definizione di offerta di laureati include solo coloro che non stanno più seguendo corsi universitari o post universitari. 10 I corsi silsis erano dei post laurea necessari per l accesso all insegnamento. Quando sono stati aboliti alla fine del 2008 hanno creato un artificiale aumento dell offerta perché gli ultimi diplomati silsis si sono sommati ai laureati che pur indirizzandosi all insegnamento non dovevano più frequentare i post laurea. 9

11 Cresce l asimmetria nel potere contrattuale tra datori di lavoro e giovani laureati La sproporzione tra l offerta e la domanda ha rafforzato l asimmetria nel potere contrattuale ed ha permesso ai datori di lavoro maggiori processi di selezione. I risultati sono : un ulteriore peggioramento dei contratti proposti, come già evidenziato. La crisi ha fatto sentire tutto il peso del mantenimento della forza lavoro quando non è strettamente necessaria, ha fatto prevalere ancora di più l attenzione alla flessibilità, a sfavore degli ultimi arrivati; una ancor maggiore attenzione alla corrispondenza dei profili richiesti rispetto alle esigenze specifiche, selezione che fa emergere importanti differenze anche entro specializzazioni contigue; una penalizzazione delle donne, che a parità di altre condizioni, rappresentano un investimento più rischioso perché potrebbero decidere di avere dei figli. Le donne quindi sono avviate, ma in misura maggiore con contratti brevi. Di conseguenza meno frequentemente sono inserite nelle aree centrali dell attività, più spesso sono utilizzate in maniera opportunistica per rispondere ad esigenze di breve periodo o comunque senza che ci sia un impegno per la loro crescita, senza che si cerchi di creare le condizioni per una loro fidelizzazione. Ciò significa anche che si continuano a creare le basi per una loro esclusione dai processi di carriera. La domanda di laureati cresce solo nel privato La ripresa della domanda di laureati è stata trainata dalle grandi e medie imprese dei settori a prevalente partecipazione privata, soprattutto della manifattura (meccanica, alimentare, chimica e un po tutti gli altri con la sola eccezione del legno arredo) e del commercio all ingrosso, che segnala una ripresa delle assunzioni da parte delle filiali commerciali delle multinazionali estere. Aumentano anche le assunzioni nella finanza, e si osserva il risveglio di alcuni settori terziari, come l informatica e, in misura più limitata, la pubblicità, ma soprattutto le grandi società internazionali di consulenza. Anche il commercio al dettaglio si contraddistingue per una sensibile crescita della domanda di laureati. Un dato ambivalente, che da un lato potrebbe essere la conseguenza o la premessa ad un generale ammodernamento del settore, dall altro potrebbe riflettere scelte lavorative di ripiego di molti giovani laureati, in alternativa alla disoccupazione e in attesa di migliori opportunità (il giovane laureato commesso o cassiere o barman). Negativo invece il contributo del settore pubblico. Diversi elementi hanno concorso a determinare una riduzione degli inserimenti lavorativi: il blocco del turnover, i tagli nella spesa pubblica e lo sgonfiamento della bolla causata dal pensionamento anticipato di tante donne, soprattutto nell istruzione, in vista dell allungamento dell età pensionabile nel pubblico impiego. I laureati che sfuggono alla rilevazione solo in parte sono disoccupati Quasi il 38% dei laureati lombardi 2009 non compare mai negli archivi amministrativi utilizzati. Solo una parte di questi non è rilevata perché effettivamente non ha mai lavorato, altri perché studiano o lavorano fuori dalla e/o con attività professionali autonome. I dati delle indagini universitarie hanno permesso di stimare queste componenti. Quasi il 10% in realtà sta ancora studiando, di questo dato e della stima di autonomi, praticanti e lavoratori in altri territori si è tenuto conto per una stima generale dei non occupati e delle diverse tipologie di lavoro. 10

12 I giovani senza alcuna occasione di occupazione nel corso del 2010 sarebbero il 16%, mentre il 10% (quota in sensibile crescita rispetto allo scorso anno) svolgerebbe un tirocinio o un praticantato professionale ed il 3% lavora in altri territori. La riduzione del lavoro dipendente fa sì che solo poco più del 40% possa contare su contratti tutelanti e che garantiscano minimi reddituali (il 19,1% ha contratti stabili e il 23,5% ha contratti a termine), mentre la composita area del lavoro imprenditoriale e autonomo (includendo le collaborazioni a progetto) interessa il 28% dei neolaureati. Rispetto alla rilevazione dell anno precedente è in aumento sia il lavoro all estero 11, sia il lavoro professionale autonomo. Gli indirizzi L analisi delle performance occupazionali per indirizzo mostra una radicalizzazione delle tendenze già presenti nel passato. Non si rilevano significative differenze tra laureati di primo e secondo livello 12, mentre non si può che ribadire come la scelta dell indirizzo influisca sulle potenzialità occupazionali e quindi sul rendimento dell investimento formativo. La ripresa, trainata dalla manifattura meccanica e chimica, ha favorito soprattutto gli indirizzi più forti, principalmente le ingegnerie, informatica, chimica, ma anche le economie, soprattutto finanza, che ha registrato una forte crescita dopo il blocco che aveva seguito la crisi finanziaria, ed economia aziendale. Nonostante la dinamica non sia stata favorevole, si confermano buone possibilità occupazionali per le lauree sanitarie, mentre i buoni tassi di avvio di altri indirizzi (scienze della comunicazione, lingue straniere, economia dei beni culturali, ecc.) nascondono un elevata presenza di collaborazioni e tirocini per posizioni spesso non coerenti. È confermata la crisi della maggior parte delle professioni liberali, con la sola eccezione di medicina e odontoiatria. Il numero chiuso, nonostante le perplessità sulle modalità di costruzione dei test di selezione, ha garantito il prevalere di criteri più meritocratici di quanto non avvenga per professioni come quelle di avvocato, architetto ecc., in cui l appartenenza familiare è diventato uno dei principali metodi di accesso. Per molte delle altre lauree (giurisprudenza, architettura, psicologia, ecc.) il sovradimensionamento dell offerta rispetto alla domanda lascia aperte ben poche possibilità, in parte legate allo sfruttamento di qualche nicchia più nuova (l architettura ecosostenibile, le attività legali nell ambito dell informatica, ecc.), ma in generale sembrano esserci spazi solo per chi può contare su studi familiari ben avviati e/o reti relazionali molto potenti oppure per profili di grande eccellenza ed originalità. 11 Anche l AIRE (Associazione Italiana Residenti all Estero) ha segnalato l incremento dei residenti all estero, confermato anche dalle rilevazioni ISTAT sui cambi di residenza. 12 Anche un indagine della Fondazione Agnelli I nuovi laureati al giudizio dei direttori del personale compiuta nel periodo novembre 2009-gennaio 2010 con interviste a 226 grandi imprese, segnala che non esiste una grande differenza tra laurea di primo e secondo livello e che tale differenza è compensabile con uno-due anni di esperienza. 11

13 Nel medio periodo La disponibilità dei dati completi sui laureati a partire dal 2007 ha permesso di verificare la situazione occupazionale a distanza di 3 anni dalla laurea. Anche qui una quota importante, il 28%, sfugge completamente dalle rilevazioni COB e RI, e l analisi degli indirizzi mostra che questa percentuale è molto più elevata per gli indirizzi che prevalentemente preparano a attività svolte in autonomia per tradizione (architettura, ingegneria civile, giurisprudenza, medicina odontoiatria) o da pochi anni (informazione scientifica del farmaco) o che preparano ad attività di ricerca e quindi incontrano maggiori opportunità fuori dall Italia. Sugli altri è stato possibile seguire l evoluzione dei contratti. Chi inizia con un contratto a tempo indeterminato in genere lo mantiene, così come oltre il 70% di apprendistati e inserimenti lavorativi si trasforma in tempo indeterminato. La probabilità di trasformarsi in pochi anni in un contratto stabile è superiore al 40% per dipendenti a tempo determinato e somministrati, mentre si riduce drasticamente per collaboratori a progetto (20%), intermittenti (13%) e collaboratori occasionali (10%). La posizione di collaboratore a progetto tende a protrarsi nel tempo, mentre intermittenti e occasionali molto più facilmente escono dall ambito di rilevazione COB. L insieme di questi riscontri avvalora l ipotesi di un evoluzione eterogenea delle carriere lavorative: a fronte di una parte dei laureati che trasforma la propria posizione lavorativa da instabile a stabile, normalmente a partire da contratti dipendenti, ve ne è un altra parte, non irrilevante, che, a distanza di anni, continua a lavorare con contratti temporanei che assicurano una certa continuità lavorativa, ma al di fuori del sistema di tutele. Il tirocinio, infine, di per sé non è ancora caratterizzato, perché è usato diffusamente ovunque; può essere il preludio ad una stabilizzazione o ad un percorso intermittente o a un attività autonoma, dipende dal settore, dalla tipologie di impresa e dalla specializzazione professionale. I vincoli alla domanda di laureati La domanda di laureati in non può che essere fortemente condizionata dalla struttura dell economia privata e dalle decisioni organizzative del pubblico impiego. Da un lato le imprese manifatturiere, in particolare le più piccole, ricorrono da sempre in misura ridotta a laureati; esse raramente riconoscono alle conoscenze, ed in particolare a quelle connesse all istruzione formale, un ruolo altrettanto importante del capitale fisico e faticano a sfruttare le nuove condizioni di offerta di lavoro per adeguare il proprio modello tecnologico ed organizzativo alle nuove esigenze poste dalla competizione internazionale e dalle nuove tecnologie. D altro lato il terziario, che rappresenta il principale bacino di sbocco per il lavoro ad alta qualifica, si presenta con una struttura fortemente dicotomica. Da una parte poche grandi imprese di dimensioni internazionali servono i principali clienti e dall altra una miriade di attività frammentate, che si rivolge soprattutto alle numerosissime imprese di piccole e piccolissime dimensioni che rappresentano la peculiarità della nostra economia. Le grandi imprese terziarie (banche, assicurazioni, grandi imprese informatiche e della distribuzione, studi di consulenza internazionali) inseriscono i laureati con contratti tendenzialmente stabili, magari dopo uno stage o una prestazione temporanea. Le piccole imprese terziarie, invece, attingono a piene mani a tutto il vasto campionario di contratti flessibili: stage, lavoro intermittente, collaborazioni a progetto e occasionali, 12

14 partite IVA. In queste imprese non si può neanche più parlare di insider e outsider, perché la condizione di outsider è la condizione lavorativa normale. Chi entra in questi ambiti, il cui principale asset competitivo è dato dalla flessibilità e rapida capacità di adattamento, ha elevate probabilità di non approdare mai a contratti stabili. Una condizione particolarmente diffusa a Milano, legata al ruolo centrale assunto dall economia dell evento e dell intrattenimento, fortemente ibridata con altri settori della produzione e dei servizi (in primis moda e design, ma non solo). E questo spiega l elevata percentuale di laureati che sfugge alle rilevazioni amministrative e che lavora con contratti di collaborazione a partita IVA o con collaborazioni ancora più leggere, come il diritto d autore. Una conferma indiretta della loro crescita viene sia dai dati delle università (che stimano un incremento addirittura del 45% considerando dati omogenei), sia dalle elaborazioni a livello nazionale dell Agenzia delle Entrate, che evidenziano quasi un raddoppio in 4 anni del peso dei giovani sotto i 30 anni sul totale delle aperture di partita IVA. Una situazione diversa, ma sempre problematica, si osserva infine nel settore pubblico, dove la rigidità all uscita è pressoché assoluta e i blocchi del turnover e dei concorsi rendono molto difficile i nuovi inserimenti, impedendo un reale cambio generazionale e ritardando i processi di ammodernamento dell istruzione, della sanità, delle amministrazioni centrali e locali. Una rigidità che interessa anche la ricerca, afflitta da cronica mancanza di fondi e che non è in grado di assorbire i già pochi laureati nelle materie scientifiche, sempre più orientati a cercare lavoro all estero, come confermato anche dalla prima e recente indagine ISTAT sui dottori di ricerca. La mancanza di fondi è anche alla base dell incertezza di attività lavorative che dovrebbero assicurare continuità nei servizi (sanità, università, istruzione, servizi sociali), in cui la temporaneità dei contratti crea disagi a lavoratori e utenti. In conclusione permangono differenze significative tra indirizzi, ma il mismatch da solo non spiega le difficoltà della condizione dei giovani laureati. I rappresentanti del mondo produttivo frequentemente lamentano la difficoltà di reperire laureati con caratteristiche adeguate, ma colpisce la discrasia tra le caratteristiche richieste (molto giovani, buon curriculum, conoscenza fluente delle lingue, conoscenze informatiche, esperienze lavorative, skill orizzontali, ecc.) e la povertà delle proposte lavorative (redditi bassi, largamente inferiori a quelli medi europei, contratti senza garanzie, sottoccupazione). 13

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16 2. METODOLOGIE ADOTTATE 2.1 SI CONSOLIDA L UNIONE DEGLI ARCHIVI L impianto metodologico è ormai sperimentato. La base di Specula è l unione di tre tipologie di archivi amministrativi: la banca dati dei laureati di undici Università lombarde (assente solo il San Raffaele) negli anni 2006, 2007, 2008 e 2009; la banca dati delle Province Lombarde o dei loro Osservatori (OML), che raccoglie dal 2001 le informazioni 13 sugli avviamenti, le cessazioni e, da quest anno, anche le trasformazioni dei rapporti di lavoro in. I rapporti di lavoro monitorati sono i contratti dipendenti (a tempo indeterminato, a tempo determinato, apprendistato, inserimento lavorativo, intermittente e interinale) e, a partire dal 2007, le collaborazioni (a progetto, coordinate e continuative e occasionali) e i tirocini. È da segnalare infine che nel 2009 sono confluiti in questi archivi anche i lavoratori dello spettacolo, precedentemente raccolti in registri distinti. È stata utilizzata questa banca dati soprattutto con riferimento agli anni , caratterizzati da un elevata completezza e affidabilità dei dati 14 ; la banca dati Infocamere, derivata dai Registri Imprese delle Camere di Commercio, aggiornata al , che raccoglie i dati sulle imprese e gli imprenditori in. Questa banca dati è stata unita sia con la banca dati dei laureati, per individuare i laureati che hanno lo status di socio 15 e/o di amministratore di impresa (laureati imprenditori), sia con le banche dati provinciali sul lavoro, per conoscere le caratteristiche delle imprese che inseriscono i laureati. L unione degli archivi amministrativi lascia scoperti due ambiti: le esperienze lavorative extra e le attività che non richiedono una comunicazione obbligatoria né l iscrizione al Registro Imprese, ovvero le esperienze di praticantato professionale (legato all accesso agli ordini professionali) e le attività autonome non di tipo imprenditoriale. 13 Vedi nota I principali limiti riguardano gli anni meno recenti: i dati sono attendibili per la generalità del settore privato, ma non completamente, nel 2006 e 2007, per le cooperative, l associazionismo e una parte del settore pubblico, che spesso hanno implementato le nuove procedure con un certo ritardo; i dati del 2006 non contengono le comunicazioni per tirocini e collaborazioni (divenute obbligatorie solo nel 2007); i dati dal 2008 potrebbero non includere tutte le comunicazioni relative alla somministrazione di lavoro. È, infatti, facoltà delle aziende comunicare gli avviamenti anche presso uffici provinciali differenti da quelli della provincia sede dell impresa, tali dati sono accentrati a livello nazionale e in seguito smistati agli uffici provinciali di competenza. In questi passaggi qualche dato potrebbe essersi perso. 15 È da ricordare che il possesso di una carica o di una quota non necessariamente attesta un effettivo coinvolgimento lavorativo. 15

17 Schema 2-1 Banca Dati Specula Università (laureati) Indagini Universitarie Professionisti e extra Dipendenti e collaboratori Province-COB (avviati al lavoro) Imprenditori Registro Imprese (imprenditori) Imprese che avviano laureati Per colmare questi limiti, anche quest anno sono state effettuate delle stime, basate sulle rilevazioni sul placement delle Università lombarde. Si è potuto collegare i risultati delle rilevazioni Stella (Milano Statale, Bicocca, Bergamo, Brescia, Pavia), Alma Laurea (Insubria, IULM e LIUC) oltre a Bocconi, Cattolica e Politecnico di Milano, che hanno gestito la propria indagine autonomamente. Le rilevazioni sul placement, condotte con interviste telefoniche ai laureati a distanza di 12 mesi dalla laurea 16, hanno fornito importanti elementi qualitativi aggiuntivi sulla coerenza tra percorso lavorativo e universitario, sulle attività effettivamente svolte, sul reddito percepito. Esse inoltre hanno permesso di stimare l importanza del lavoro autonomo professionale e del lavoro extra e, per esclusione, coloro che risultano non occupati per tutte le indagini. Si tratta tuttavia di stime approssimative, il cui affinamento richiederebbe l omogeneizzazione delle metodologie di indagine e l estensione della rilevazione a tutte le tipologie di titoli universitari. 2.2 SPECULA COME LABORATORIO PER L ANALISI DEI DATI SUL LAVORO L originalità dell impianto di ricerca non ha permesso di attingere a consolidate procedure, ma ha richiesto la definizione e la sperimentazione di nuove metodologie di indagine. Se la struttura del data base è la stessa degli ultimi anni, la metodologia continua ad evolversi. I principali dati utilizzati sono le comunicazioni obbligatorie, che forniscono informazioni sui flussi degli avviamenti e delle cessazioni di rapporti di lavoro, ma che normalmente non possono essere direttamente utilizzati per stimare l effettivo status occupazionale, perché non è possibile ricostruire ciò che è accaduto prima del , quando il sistema non era attivo. L universo dei neolaureati che costituisce l oggetto di 16 Le fonti delle indagini universitarie hanno in qualche caso interessato la totalità dei laureati (escluse scuole di specialità e dottorati), in altri casi sono campionarie, ma comunque hanno assicurato un elevata copertura, pari al 60,9% dell universo di riferimento. La diversità delle metodologie e dei questionari adottati ha tuttavia costretto ad alcune semplificazioni per uniformare e unire i dati. L ultima indagine del Politecnico non è stata completata in tempo utile per il progetto Specula, si sono perciò dovute fare delle stime sulla base della rilevazione dello scorso anno. 17 Si incontrano ulteriori difficoltà se si cerca di documentare i passaggi a fine carriera dal momento che non sono rilevati i pensionamenti. 16

18 questa indagine ben si presta ad essere il banco di prova di sperimentazioni metodologiche perché include soggetti giovani che rientrano interamente nel sistema di monitoraggio 18. Lo scorso anno erano stati sperimentati nuovi approcci metodologici per poter valutare la continuità lavorativa nel corso dell anno, per trasformare (usando le informazioni su avviamenti, cessazioni, durate e 19 proroghe dei contratti) dati di flussi in dati di stock, per poter cioè sapere non solo quanti sono stati avviati in un dato periodo, ma anche quanti sono occupati ad una certa data. In particolare: erano stati individuati nuovi indicatori che permettessero di definire lo status occupazionale e la continuità dell occupazione, in modo da evidenziare le situazioni lavorative non lineari 20 ; erano stati utilizzati risultati delle indagini sul placement universitario per stimare i laureati che lavorano al di fuori della e i laureati che hanno un rapporto di lavoro autonomo o svolgono un tirocinio professionale. Quest anno, come sempre in collaborazione con l Osservatorio del Mercato del Lavoro della Provincia di Milano, è stato introdotto un ulteriore affinamento metodologico per seguire l evoluzione della situazione occupazionale a distanza di qualche anno, per ricostruire le variazioni dei rapporti di lavoro dei laureati del negli ultimi anni sino al In particolare è stato necessario sviluppare un nuovo approccio per poter utilizzare in maniera integrata non solo i dati su avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro, ma anche i dati sulle trasformazioni dei contratti 21. Questo ampliamento del data base ha anche permesso un più preciso calcolo degli indicatori sullo status e la continuità occupazionale sviluppati lo scorso anno. Altri indicatori sono stati predisposti per dare una valutazione della frammentarietà, per stimare il turnover e la durata dei contratti. 18 Le distorsioni di cui sopra appaiono poco rilevanti per la popolazione in esame, costituita in grandissima parte da giovani, che sono entrati nel mercato del lavoro negli ultimi anni. Infatti: la loro storia occupazionale, se in, è quasi certamente tracciata dagli archivi disponibili, costruiti nell ultimo decennio (non è rilevata solo se hanno iniziato a lavorare prima del 2001 con un tempo indeterminato, senza mai cambiare datore di lavoro: un rischio veramente minimo!); allo stesso tempo difficilmente i neolaureati potranno essere già pensionati: il rischio di sovrastima degli occupati legato alla mancata comunicazione del pensionamento è di fatto nullo. 19 A partire dall anno successivo alla laurea, sono state scattate delle fotografie mensili che identificano come occupati tutti i laureati con contratti di lavoro attivi (inclusi quelli avviati prima della laurea). Da verifiche effettuate dall OML si sa che le date centrali della settimana e del mese sono meno soggette a variazioni, perciò si è scelto il mercoledì della settimana centrale di ogni mese. Sono state utilizzate le fotografie mensili sia per seguire l evoluzione dello status occupazionale dei neolaureati nel corso dell anno, sia per costruire alcuni indicatori utili a confrontare le possibilità occupazionali dei diversi indirizzi di laurea. Occorre ricordare che è un dato occupazionale non confrontabile con quello ISTAT dell indagine continua sulle forze lavoro. Da un lato la definizione di occupato è più stringente di quella ISTAT, secondo cui ad esempio è occupato anche chi al momento della rilevazione non ha un contratto attivo, ma ha lavorato un ora la settimana precedente o collabora gratuitamente ad un attività familiare. Dall altro lato è riferita non ad un intera coorte di coetanei, bensì a un suo sottoinsieme formato da persone che in grandissima parte hanno iniziato da poco tempo a cercare una prima occupazione e quindi con maggiore probabilità non sono ancora occupati. 20 In particolare è stato calcolato un indicatore che individua i laureati occupati in tutti i 12 mesi dell anno, per stimare gli occupati stabili e continuativi e un indicatore di occupazione prevalente, ovvero la percentuale di laureati che risultano occupati per almeno 7 mesi su È obbligatorio comunicare alcuni interventi modificativi del rapporto di lavoro, quali le trasformazioni da apprendistato, inserimento lavorativo, tempo determinato a tempo indeterminato, da part time a tempo pieno e viceversa, trasferimenti e distacchi. Ai fini della nostra indagine i dati rilevanti sono quelli di trasformazione verso il tempo indeterminato. 17

19 2.3 L INDIVIDUAZIONE DELL OFFERTA E L ARTICOLAZIONE DELL ANALISI Solo una parte dei laureati ha deciso di cercare un occupazione, un altra parte ha scelto di continuare la propria formazione con un percorso di specializzazione ed ha rinviato l ingresso nel mondo del lavoro. Per stimare l offerta di lavoro di neolaureati sono stati convenzionalmente esclusi i laureati iscritti a corsi universitari successivi 22 (triennalisti iscritti alla specialistica, specialistici iscritti a scuole di specializzazione o dottorati). È una limitazione forte, perché nella realtà ci sono studenti che lavorano anche durante il percorso universitario, ma si è ritenuto necessario separare i percorsi lavorativi intrapresi al termine del percorso formativo dai lavoretti, generalmente saltuari, svolti durante l Università. La grande mole delle informazioni contenute nelle banche dati utilizzate non permette una facile analisi, anche in considerazione della complessità dei percorsi occupazionali dei giovani laureati, che vede l alternarsi di situazioni di lavoro e di non lavoro, la contemporaneità di più percorsi lavorativi, l affermazione crescente di tipologie di contratti opachi, come il lavoro intermittente o la partita IVA, che non consentono di conoscere quanto e quando il titolare del contratto effettivamente lavori. Più in generale la lettura dei dati (che si riferiscono ad ogni singola esperienza lavorativa) è complicata dall estrema variabilità e articolazione delle situazioni, che richiede analisi di estremo dettaglio, da riportare poi a sintesi per una lettura che consenta di interpretare sfaccettature e tendenze. Il rapporto è articolato in tre sezioni: una sezione generale che ricostruisce le principali evidenze della situazione lombarda (capitoli 3-5); una sezione di approfondimento dei dati per indirizzo di laurea, settore e provincia (capitoli 6-8); una sezione sui dati universitari (capitolo 9). La sezione generale è a sua volta suddivisa in tre parti: la prima analizza il punto di vista dei neolaureati, nell obiettivo di verificare quale è stata la performance occupazionale dei nuovi laureati (annata 2009), sia per evidenziare al loro interno eventuali differenze legate ai percorsi universitari o alle caratteristiche di genere ed età, sia nei confronti delle coorti precedenti. L analisi non riguarda solo i tassi di avviamento al lavoro, ma anche le caratteristiche dell occupazione in termini di durata, frammentarietà e tutela delle posizioni lavorative. Per ridurre la distorsione legata al non possesso di dati sull occupazione extra lombarda, questa analisi è concentrata sui residenti in, che più probabilmente avranno cercato un lavoro nella propria regione; la seconda parte assume un altro punto di vista, quello del mercato del lavoro lombardo, per verificare se la debole ripresa dell economia regionale nel 2010 abbia trainato una ripresa dell occupazione, dopo la vera e propria gelata dell anno precedente. Quest analisi ha considerato tutti i laureati nelle Università lombarde; la terza, infine, esamina l evoluzione delle situazioni occupazionali a distanza di 2-3 anni, con particolare attenzione alle trasformazioni dei contratti. 22 La presente indagine non consente di monitorare i laureati iscritti a corsi successivi in Università extra lombarde, che restano inclusi nell offerta stimata di laureati sul mercato del lavoro. La disponibilità delle indagini realizzate dalle Università hanno però consentito di stimare quanti stanno seguendo corsi formativi fuori dal sistema universitario lombardo e di tenerne conto nel calcolo dei non avviati. 18

20 3. DIFFICOLTÀ DI INSERIMENTO PER I LAUREATI DEL SI RIDUCE L OCCUPAZIONE DIPENDENTE E PARASUBORDINATA Per analizzare il mercato del lavoro, come sempre, sono stati considerati non solo i laureati in senso stretto (vecchio e nuovo ordinamento), ma anche specializzati e dottorati. Il loro numero è significativamente diminuito nel 2009 in seguito all eliminazione delle silsis (scuole di specializzazione per l insegnamento), determinando anche una riduzione dell offerta di nuovi laureati sul mercato del lavoro (stimata selezionando i laureati che hanno completato il percorso di formazione). Tavola 3-1 Laureati (inclusi specializzati e dottorati) in del 2008 e 2009, avviati nel e Laureati 2008 avviati Laureati 2009 avviati Variazione Variazione % Totale laureati (inclusi specializzati e dottorati) ,7 Continuano gli studi ,8 Con studi completati ,0 Residenti in ,2 Avviati al lavoro residenti in ,5 Non residenti in ,3 Avviati al lavoro non residenti in ,0 Fonte: Area Ricerca Formaper - Specula, elaborazioni su dati Università, OML delle Province lombarde e Infocamere Il numero degli avviati al lavoro anche nel 2010 segnala una diminuzione, più che proporzionale alla riduzione del numero di laureati che entrano sul mercato del lavoro, ma il calo è meno grave rispetto a quanto registrato lo scorso anno. Grafico 3-1 Laureati con studi completati (residenti in ) avviati nell'anno successivo alla laurea 68,0 67,0 66,0 65,0 64,0 63,0 62,0 61,0 60,0 59, Fonte: Area Ricerca Formaper - Specula, elaborazioni su dati Università, OML delle Province lombarde e Infocamere Il calo dei dati di flusso degli avviati è confermato anche dall analisi dello stock degli occupati, ricostruito attraverso l identificazione mese per mese dei laureati con contratti attivi. 19

21 Il confronto tra tre coorti di neolaureati a un anno dalla laurea conferma il significativo peggioramento dello status occupazionale dei laureati del 2009, rispetto ai colleghi del 2008 e I livelli occupazionali dei laureati 2009 nell anno solare successivo alla laurea sono, infatti, sistematicamente più bassi rispetto a quelli sperimentati dalle coorti 2007 e 2008, sempre con riferimento all anno successivo alla laurea. Grafico 3-2 Status occupazionale* dei laureati 2007 nel 2008, dei laureati 2008 nel 2009 e dei laureati 2009 nel 2010 (incluse trasformazioni) LAUREATI 2007 LAUREATI 2008 LAUREATI GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC * Status occupazionale nel corso dell anno: curva ottenuta collegando le % di laureati residenti in con studi completati con un contratto attivo nel mercoledì della settimana centrale di ogni mese Fonte: Area Ricerca Formaper - Specula, elaborazioni su dati Università, OML delle Province lombarde e Infocamere La diminuzione dell occupabilità è accompagnata dal deterioramento dei contratti, evidente nei contatti iniziali e che si conferma anche a distanza di tempo. 3.2 CONTINUANO A PEGGIORARE I CONTRATTI DI AVVIO È stato individuato il primo contratto lavorativo dei neolaureati nel biennio che include l anno di laurea e quello successivo (con riferimento ai rapporti di lavoro monitorati con gli archivi amministrativi, COB e Registro Imprese). La modalità di inserimento più utilizzata è il tirocinio (il 27,5%), nonostante i dati analizzati non includano il praticantato professionale. Seguono tempo determinato e collaborazione a progetto. 20

22 Grafico 3-3 Contratto di primo inserimento per i laureati 2009 TI Altro Imprenditori 7,0% 1,0% 6,7% Apprendistato 5,0% Inserimento 1,7% Tirocinio 27,5% TD 23,1% Copro 21,4% Somministrato 4,9% Intermittente 1,7% Fonte: Area Ricerca Formaper - Specula, elaborazioni su dati Università, OML delle Province lombarde e Infocamere Il tempo indeterminato è invece il primo contratto solo per il 7% dei neolaureati; l insieme dei contratti stabili (che include anche apprendistato e inserimento lavorativo) non raggiunge il 14%. Il grafico successivo, che mette a confronto i neolaureati 2009 con due annate precedenti, mostra una significativa diminuzione dell uso dei contratti stabili per l avvio dei neolaureati, non solo del tempo indeterminato, ma anche dei contratti specificamente rivolti ai giovani, come l apprendistato e l inserimento lavorativo. Diminuisce anche il ricorso al tempo determinato, mentre è sostanzialmente costante il ricorso alla collaborazione a progetto. In crescita il lavoro intermittente, che tuttavia pesa ancora molto poco e soprattutto il tirocinio, che appunto è divenuto la modalità di inserimento lavorativo più frequente. Grafico 3-4 Contratto di primo inserimento per i laureati TI Apprendistato Inserimento TD somministrato intermittente copro tirocinio altro imprenditori laureati 2007 laureati 2008 laureati ,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 Fonte: Area Ricerca Formaper - Specula, elaborazioni su dati Università, OML delle Province lombarde e Infocamere 21

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