La Fondazione Enasarco, è notizia di questi giorni, è di nuovo intervenuta con modifiche

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Cristiano Ippolito
6 anni fa
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1 ENASARCO: una riforma pesante imposta dalla legge di Fabio D Onofrio Direttore Nazionale della FIARC La Fondazione Enasarco, è notizia di questi giorni, è di nuovo intervenuta con modifiche normative al Regolamento delle Attività Istituzionali in materia di previdenza. La Fondazione Enasarco, come tutti gli altri enti previdenziali ha dovuto ottemperare agli obblighi di legge entro il mese di settembre in base all art. 24, comma 24, DL 201/2011 (il cosiddetto Decreto Salva Italia) e quindi redigere un bilancio tecnico, su parametri decisi dal ministero competente, in grado di garantire l equilibrio finanziario ai 50 anni. Se ne ricava che è un intervento determinato dalla legge e voluto dai ministeri competenti, per equiparare l Enasarco alle altre casse previdenziali e alle norme varate per la previdenza pubblica, con particolare riferimento all innalzamento dell età pensionabile. Una legge che per la sua attuazione sta imponendo alle casse previdenziali norme e parametri attuariali avendo a riferimento un modello, a nostro avviso, freddamente matematico che alla fine, paventiamo, può addirittura ottenere il risultato opposto, mettere cioè in discussione il futuro e la natura stessa delle prestazioni nel loro complesso erogate dalla Fondazione. Inoltre, guai a sottovalutarlo, lo scenario in cui siamo costretti ad operare le scelte di riforma della Fondazione è quello di una grave e profonda crisi economico finanziaria.

2 Una crisi che sta profondamente colpendo il nostro paese da alcuni anni e che non sta certo risparmiando la nostra categoria. E davanti agli occhi di tutti una pesante situazione economico lavorativa, la stiamo vivendo sulla nostra pelle, una crisi che sta mettendo in discussione tutte quelle che erano - per i nostri padri e nonni - delle certezze: il contratto di agenzia, la provvigione, le modalità di lavoro certe nel tempo (variazioni unilaterali di budget e di zona) e per finire la stessa pensione. Facendo si che oggi è diventato veramente duro praticare la professione di agente di commercio. E bene ribadire, anche in questa sede, che in questi ultimi anni la nostra categoria ha già pagato un prezzo alto per la salvaguardia della Fondazione, responsabilmente ha assunto decisioni pesanti e tutto ciò mentre contemporaneamente sta vivendo una profonda e pesante crisi che sta determinando forti sofferenze, anche personali, per molti colleghi. Non ci sfuggiva certo l impatto negativo che si sarebbe determinato, eravamo e siamo consapevoli del malumore che può creare questo ulteriore intervento di riforma sul corpo vivo degli agenti e sul consenso stesso verso l Ente. La necessità, quindi, di operare una ulteriore modifica del Regolamento alle Attività Istituzionali della Fondazione è stata una scelta obbligata, sofferta e difficile, che ha visto impegnato in modo unitario e consapevole della posta in gioco, il gruppo dirigente nazionale della Fiarc, tutte le altre associazioni di categoria e il C.d.A. dell Enasarco. Tra i vari interventi approvati all unanimità nell ultimo C.d.A. della Fondazione, ora al vaglio dei Ministeri competenti per la approvazione definitiva, uno in particolare sta determinando

3 le maggiori perplessità nella categoria ed è quello relativo all innalzamento dell età pensionabile. Partendo da tutte queste considerazioni la Fiarc ha approcciato alla necessità di un ulteriore intervento correttivo al Regolamento delle Attività Istituzionali ricercando e proponendo meccanismi correttivi, poi approvati unitariamente, che rispettassero la legge ma che fossero anche meno penalizzanti per gli agenti. L impatto dell aumento dell età pensionabile dagli attuali 65 ai 67 anni con contribuzione minima di 20 anni, è stato quindi mitigato e reso più graduale attraverso un regime transitorio di elevazione dell età diluito tra oggi e il 2019, dal meccanismo della quota e non ultima dalla possibilità di richiedere l anticipazione della pensione di vecchiaia, di uno o due anni, avendo compiuto almeno 65 anni e con almeno 20 anni di contribuzione, quando la somma tra età anagrafica e anzianità contributiva risulti almeno pari a 90, con una penalizzazione, da definire con il ministero, per ciascuno degli anni di anticipazione. Questo meccanismo, che rende meno pensanti gli effetti della riforma, è stato possibile grazie allo sforzo unitario di tutte le organizzazioni sindacali presenti nel CdA della Fondazione che hanno potuto contribuire alla stesura delle modifiche all ultimo Regolamento, ponendo grande attenzione per evitare gli errori del passato (la riforma del 2004 che la Fiarc non condivise), presentando proposte sostenibili e diluite nel tempo per gli agenti, evitando forti penalizzazioni per gli assicurati, e realizzando la necessaria verifica della sostenibilità economica capace di garantire tutte le prestazioni e la salvaguardia dell Ente. Noi, e per noi intendiamo tutte le organizzazioni di rappresentanza sindacale degli agenti, stiamo affrontando e assumendoci responsabilmente decisioni pesanti per il presente e il futuro dell Ente e attraverso questo poter garantire la previdenza e

4 l assistenza integrativa agli agenti e rappresentanti di commercio sia oggi che alle future generazioni. Ma ci sono alcune questioni aperte, domande inevase a cui il legislatore e/o i Ministri competenti dovranno rispondere, auspicando solo la stessa solerzia e lo stesso rigore profuso in materia di norme e parametri per la redazione dei bilanci tecnici degli enti previdenziali. Una delle questioni riguarda la Spending Review e l obbligo di rilevanti risparmi sui costi intermedi della Fondazione: intervento più che sacrosanto, ma inaccettabile se permane la disposizione che tali risparmi non potranno essere utilizzati a favore degli agenti, ma dovranno essere versati allo Stato. Lo consideriamo un prelievo forzoso e scandaloso visto che per mantenere l equilibrio ai 50 anni occorre fare interventi pesanti e a carico solo degli agenti. Oppure ricordare che gli agenti e rappresentanti di commercio aspettano da anni la possibilità di essere riconosciuti come una professione usurante (sono mediamente circa i chilometri in auto percorsi da un agente in un anno), inoltre, la particolarità della professione richiede una urgente rivisitazione di tutte le normative fiscali che lo riguardano. Solo a titolo di esempio: ristrutturare i parametri degli odierni studi di settore adeguandoli alla realtà economica ripristinare le agevolazioni previste per gli agenti all inizio dell attività istituire la patente professionale anche per gli agenti di commercio come è già riconosciuta per tutti gli utenti professionali della strada introdurre benefici fiscali sul costo del carburante

5 rivedere la deduzione fiscale per l autovettura Più concretamente vorremmo poter aprire un tavolo di confronto e discussione con i ministri competenti per poter affrontare questi e altri problemi che gravano sulla categoria degli agenti, che rappresentano l anello indispensabile della catena economica e distributiva e, lo vogliamo ricordare, sono uno degli ingranaggi importanti per la possibile ripresa economica del nostro paese; parliamo di una categoria di circa professionisti che nel complesso impiega circa di addetti e che intermediano oltre il 60% del prodotto interno lordo.

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