Relazione finanziaria semestrale

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1 Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2013

2 Società cooperativa per azioni Sede Legale: Bergamo, Piazza Vittorio Veneto 8 Sedi Operative: Bergamo, Piazza Vittorio Veneto 8; Brescia, Via Cefalonia 74 Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Codice Fiscale, Partita IVA ed iscrizione al Registro delle Imprese di Bergamo n ABI Albo delle Banche n Albo dei Gruppi Bancari n Capogruppo del Gruppo Bancario Unione di Banche Italiane Capitale sociale al 26 agosto 2013: Euro i.v.

3 Indice UBI Banca: cariche sociali... pag. 3 Gruppo UBI Banca: principali partecipazioni al 30 giugno pag. 4 Gruppo UBI Banca: articolazione territoriale al 30 giugno pag. 6 Gruppo UBI Banca: principali dati e indicatori... pag. 7 Il rating... pag. 8 RELAZIONE INTERMEDIA SULL ANDAMENTO DELLA GESTIONE CONSOLIDATA AL 30 GIUGNO 2013 Lo scenario di riferimento... pag. 12 Gli eventi rilevanti del primo semestre pag La fusione per incorporazione di Centrobanca in UBI Banca... pag Il rinnovo degli Organi sociali... pag L autorizzazione all utilizzo del metodo AIRB per il segmento Retail regolamentare... pag. 21 La struttura distributiva e il posizionamento... pag. 22 Le risorse umane... pag. 27 Prospetti consolidati riclassificati, prospetti di conto economico al netto delle più significative componenti non ricorrenti e prospetti di raccordo... pag. 32 Il conto economico consolidato... pag. 41 L intermediazione con la clientela: la raccolta... pag La raccolta totale... pag La raccolta diretta... pag La raccolta indiretta e il risparmio gestito... pag. 59 L intermediazione con la clientela: gli impieghi... pag L evoluzione del portafoglio crediti... pag La rischiosità... pag Interventi Anticrisi a sostegno delle piccole e medie imprese e delle famiglie... pag. 74 L attività sul mercato interbancario e la situazione di liquidità... pag. 77 L attività finanziaria... pag. 80 Il patrimonio netto e l adeguatezza patrimoniale... pag. 100 Informazioni relative al capitale, al titolo azionario, ai dividendi pagati e all utile per azione... pag. 107 Informazioni sui rischi e sulle politiche di copertura... pag. 111 Società consolidate: dati principali... pag. 125 Le operazioni con parti correlate... pag. 129 Altre informazioni... pag Accertamenti ispettivi... pag Provvedimento dell AGCM nei confronti di IW Bank... pag Novità fiscali... pag Variazioni dello Statuto Sociale di UBI Banca... pag. 135 Prevedibile evoluzione della gestione consolidata... pag. 136 BILANCIO CONSOLIDATO SEMESTRALE ABBREVIATO AL 30 GIUGNO 2013 Schemi del bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno pag. 139 Stato patrimoniale consolidato... pag. 140 Conto economico consolidato... pag. 141 Prospetto della redditività consolidata complessiva... pag. 142 Prospetti delle variazioni del patrimonio netto consolidato... pag. 143 Rendiconto finanziario consolidato... pag. 145 Note illustrative... pag. 147 Politiche contabili... pag Principi generali di redazione... pag

4 - Altri aspetti... pag Informativa sul fair value degli strumenti finanziari... pag Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea... pag. 157 L area di consolidamento... pag. 159 Informazioni di natura contabile... pag Tabelle esplicative del Conto economico consolidato... pag Tabelle esplicative dello Stato patrimoniale consolidato... pag. 167 Le attività materiali e immateriali... pag. 169 Le attività/passività non correnti in via di dismissione... pag. 170 I fondi per rischi ed oneri... pag. 171 Le passività potenziali... pag Informativa sul contenzioso... pag Informativa di settore... pag Le operazioni con parti correlate ai sensi dello IAS pag. 179 Eventi successivi alla chiusura del semestre... pag. 182 ATTESTAZIONE DEL CONSIGLIERE DELEGATO E DEL DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI SOCIETARI... pag. 183 RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE... pag. 187 INFORMATIVA SULL ANDAMENTO DELLA CAPOGRUPPO UBI BANCA SCPA NEL PRIMO SEMESTRE 2013 Prospetti riclassificati, prospetti di conto economico al netto delle più significative componenti non ricorrenti e prospetti di raccordo... pag. 192 L andamento nel periodo... pag L evoluzione economica... pag Gli aggregati patrimoniali... pag. 211 Schemi del bilancio separato semestrale abbreviato al 30 giugno pag Stato patrimoniale... pag Conto economico... pag Prospetto della redditività complessiva... pag Prospetti delle variazioni del patrimonio netto... pag Rendiconto finanziario... pag. 224 POTERI DEGLI ORGANI SOCIETARI E DELEGHE LORO ATTRIBUITE Raccomandazione Consob n del 20 febbraio pag. 225 GLOSSARIO... pag. 231 ARTICOLAZIONE TERRITORIALE DEL GRUPPO UBI BANCA CALENDARIO DEGLI EVENTI SOCIETARI DI UBI BANCA PER IL 2013 CONTATTI Legenda Nelle tavole sono utilizzati i seguenti segni convenzionali: - linea (-): quando il fenomeno non esiste; - non significativo (n.s.): quando il fenomeno non è significativo; - non disponibile (n.d.): quando il dato non è disponibile; - segno X : quando la voce non è da valorizzare (conformemente alle Istruzioni della Banca d Italia). Gli importi, ove non diversamente indicato, sono espressi in migliaia di euro. 2

5 UBI Banca: cariche sociali Presidente Onorario Giuseppe Vigorelli Consiglio di Sorveglianza (nominato dall Assemblea dei Soci il 20 aprile 2013) Presidente Vice Presidente Vicario Vice Presidente Vice Presidente Andrea Moltrasio Mario Cera Alberto Folonari Armando Santus Dorino Mario Agliardi Antonella Bardoni Letizia Bellini Cavalletti Marina Brogi Pierpaolo Camadini Luca Vittorio Cividini Alessandra Del Boca Ester Faia Marco Giacinto Gallarati Carlo Garavaglia Gianluigi Gola Lorenzo Renato Guerini Alfredo Gusmini (*) Federico Manzoni Mario Mazzoleni Enrico Minelli Sergio Pivato Andrea Cesare Resti Maurizio Zucchi Consiglio di Gestione (nominato dal Consiglio di Sorveglianza il 23 aprile 2013) Presidente Vice Presidente Consigliere Delegato Franco Polotti Giorgio Frigeri Victor Massiah Silvia Fidanza Luciana Gattinoni Francesco Iorio Italo Lucchini Flavio Pizzini Elvio Sonnino Direzione Generale (**) Direttore Generale Vice Direttore Generale Vicario Vice Direttore Generale Vice Direttore Generale Vice Direttore Generale Francesco Iorio Elvio Sonnino Rossella Leidi Ettore Medda Pierangelo Rigamonti Dirigente preposto ex art. 154 bis TUF Elisabetta Stegher Società di Revisione DELOITTE & TOUCHE Spa (*) Segretario del Consiglio di Sorveglianza. (**) Fino al 30 giugno 2013 nella Direzione Generale figurava anche Giovanni Lupinacci in qualità di Vice Direttore Generale. 3

6 Gruppo UBI Banca: principali partecipazioni al 30 giugno 2013 UBI Banca Scpa BANCHE RETE ALTRE BANCHE SOCIETÀ FINANZIARIE Banca Popolare di Bergamo Spa 100% IW Bank Spa 98,87% (2) UBI Leasing Spa 99,55% Banco di Brescia Spa 100% Banque de Dépôts et de Gestion Sa Svizzera 100% (4) UBI Factor Spa 100% Banca Popolare Commercio e Industria Spa 75,08% UBI Banca International Sa Lussemburgo UBI Banca Private 100% Investment Spa 100% Banca Regionale Europea Spa 74,73% (1) Prestitalia Spa 100% Banca Popolare di Ancona Spa 92,99% Banca Carime Spa 92,84% Banca di Valle Camonica Spa 82,96% (1) La percentuale rappresenta il controllo sul capitale complessivamente detenuto. (2) La percentuale non include le azioni proprie in portafoglio a IW Bank. (3) Il restante 1,51% è detenuto da UBI Assicurazioni Spa e dalla ex UBI Insurance Broker Srl. (4) In data 19 agosto 2013 sono stati sottoscritti i contratti preliminari per la cessione della Banca. Le percentuali si riferiscono alle quote di partecipazione complessivamente detenute dal Gruppo (dirette + indirette) sull intero capitale sociale.

7 ASSICURAZIONI ASSET MANAGEMENT E E SERVIZI FIDUCIARI ALTRE UBI UBI Assicurazioni Spa Spa 49,99% UBI UBI Pramerica SGR SGR Spa Spa 65% 65% BPB BPB Immobiliare Srl Srl 100% Aviva Assicurazioni Vita Vita Spa Spa 49,99% UBI UBI Management Company Sa Sa 100% S.B.I.M. Spa Spa 100% Lombarda Vita Vita Spa Spa 40% 40% Centrobanca Sviluppo Impresa SGR SGR Spa Spa 100% UBI UBI Sistemi e e Servizi SCpA 98,49% (3) (3) Aviva Vita Vita Spa Spa 50% 50% UBI UBI Fiduciaria Spa Spa 100% UBI UBI Academy SCRL SCRL 100% UBI UBI Gestioni Fiduciarie Sim Sim Spa Spa 100% UBI UBI Trustee Sa Sa Lussemburgo 100% Zhong Ou Ou Asset Management Co. Co. Ltd Ltd Cina Cina 35% 35% Società Società consolidate con il metodo il metodo integrale Società Società consolidate con il metodo il metodo del del patrimonio netto netto

8 Gruppo UBI Banca: articolazione territoriale al Trentino Alto Adige Lombardia (810) Veneto 36 1 Valle d Aosta Friuli Venezia Giulia Piemonte (206) Emilia Romagna (44) Liguria (50) Marche Toscana (8) Umbria (19) 18 1 Abruzzo (17) 15 2 Molise Lazio (114) Puglia (104) Basilicata 31 1 Sardegna Campania (85) Calabria 98 Filiali in Italia UBI Banca Scpa 4 Banca Popolare di Bergamo Spa 357 Banco di Brescia Spa 322 Banca Popolare Commercio e Industria Spa 219 Banca Regionale Europea Spa 256 Banca Popolare di Ancona Spa 220 Banca Carime Spa 255 Banca di Valle Camonica Spa 66 UBI Banca Private Investment Spa 25 IW Bank Spa 2 Filiali all estero 8 Banca Regionale Europea Spa Nizza, Mentone, Antibes (Francia) Banque de Dépôts et de Gestion Sa (Svizzera) Losanna, Lugano UBI Banca International Sa (Lussemburgo) Lussemburgo, Monaco (Germania), Madrid (Spagna) Presenze Internazionali UBI Factor Spa Cracovia (Polonia) UBI Management Co. Sa Lussemburgo Zhong Ou Asset Management Co. Ltd Shanghai (Cina) UBI Trustee Sa Lussemburgo Uffici di rappresentanza San Paolo (Brasile), Mosca, Mumbai, Hong Kong, Shanghai. In data 19 agosto 2013 sono stati sottoscritti i contratti preliminari per la cessione di Banque de Dépôts et de Gestion.

9 Gruppo UBI Banca: principali dati e indicatori INDICI DI STRUTTURA Crediti netti verso clientela /totale attivo 71,3% 70,1% 76,8% 78,0% 80,1% 79,0% Raccolta diretta da clientela /totale passivo 75,3% 74,6% 79,2% 81,8% 79,5% 80,0% Crediti netti verso clientela /raccolta diretta da clientela 94,7% 94,0% 97,0% 95,4% 100,8% 98,7% Patrimonio netto (incluso utile/perdita del periodo) /totale passivo 7,7% 7,4% 6,9% 8,4% 9,3% 9,1% Risparmio gestito /raccolta indiretta da clientela privata 56,1% 54,3% 51,2% 54,6% 53,2% 53,1% Financial leverage ratio (totale attivo - attività immat.) /(pn incluso utile/perdita del periodo + pn di terzi - attività immat.) 16,1 17,0 18,5 19,3 17,1 17,3 INDICI DI REDDITIVITÀ ROE (utile netto)/(patrimonio netto incluso utile/perdita del periodo) annualizzato 1,1% 0,8% 3,9% 1,6% 2,4% 0,6% ROTE annualizzato [utile netto /pn tangibile (pn incluso utile/perdita, al netto delle immobilizzazioni immateriali)] 1,5% 1,2% 5,9% 3,1% 4,6% 1,2% ROA (utile netto /totale attivo) annualizzato 0,08% 0,06% 0,27% 0,13% 0,22% 0,06% Cost/income (oneri /proventi operativi) 64,9% 64,3% 69,5% 70,6% 64,4% 63,9% Spese per il personale /proventi operativi 39,1% 39,0% 41,4% 41,5% 37,5% 38,8% Rettifiche nette su crediti /crediti netti verso clientela (costo del credito annualizzato) 0,84% 0,91% 0,61% 0,69% 0,88% 0,59% Margine di interesse /proventi operativi 51,2% 52,8% 61,7% 61,3% 61,5% 68,7% Commissioni nette /proventi operativi 36,5% 33,5% 34,7% 33,9% 31,1% 33,3% Risultato netto dell'attività finanziaria /proventi operativi 6,6% 7,3% 0,2% 1,0% 3,2% -5,9% INDICI DI RISCHIOSITÀ Sofferenze nette /crediti netti verso clientela 3,56% 3,18% 2,49% 1,91% 1,36% 0,88% Rettifiche di valore su sofferenze /sofferenze lorde (grado di copertura delle sofferenze) 41,78% 42,60% 43,31% 48,69% 51,57% 54,58% Grado di copertura delle sofferenze al lordo degli stralci delle posizioni oggetto di procedura concorsuale e delle relative rettifiche 56,17% 57,63% 59,06% 63,62% 66,10% Sofferenze+incagli netti /crediti netti verso clientela 7,94% 7,06% 5,03% 3,91% 3,24% 2,08% Rettifiche di valore su sofferenze e incagli /sofferenze+incagli lordi (grado di copertura) 29,19% 29,26% 30,55% 34,89% 35,93% 38,22% COEFFICIENTI PATRIMONIALI Basilea 2 AIRB dal 31 dicembre Tier 1 (patrimonio di base /totale attività ponderate) 12,70% 10,79% 9,09% 7,47% 7,96% 7,73% Core Tier 1 dopo le deduzioni specifiche del patrimonio di base (patrim. base al netto preference shares e az. risparmio o priv di terzi / tot. attività ponderate) 12,08% 10,29% 8,56% 6,95% 7,43% 7,09% Total capital ratio [(patrimonio di vigilanza+tier 3) /totale attività ponderate] 18,67% 16,01% 13,50% 11,17% 11,91% 11,08% Patrimonio di vigilanza (dati in migliaia di euro) di cui: Patrim. di base dopo l'applicazione dei filtri prudenziali e deduzioni specifiche (Tier 1) Attività di rischio ponderate DATI ECONOMICI, PATRIMONIALI (in migliaia di euro), OPERATIVI E DI STRUTTURA (numero) Utile (perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo ( ) Utile (perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo normalizzato Proventi operativi Oneri operativi ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) Crediti netti verso clientela di cui: sofferenze nette incagli netti Raccolta diretta da clientela Raccolta indiretta da clientela di cui: Risparmio gestito Raccolta totale da clientela Patrimonio netto del Gruppo (incluso utile/perdita del periodo ) Attività immateriali Totale attivo Sportelli in Italia Forza lavoro di fine periodo (dipendenti effettivi in servizio + collaboratori con contratto di somministrazione) Forza lavoro media 3 (dipendenti effettivi in servizio + collaboratori con contratto di somministrazione) Promotori finanziari Gli indicatori sono stati costruiti utilizzando i dati riclassificati riportati nel capitolo Prospetti consolidati riclassificati, prospetti di conto economico al netto delle più significative componenti non ricorrenti e prospetti di raccordo della Relazione intermedia sull andamento della gestione consolidata. Le informazioni relative al titolo azionario sono riportate in uno specifico capitolo all interno della Relazione. Con riferimento all esercizio 2011, si segnala che gli indici di redditività sono stati costruiti utilizzando l utile ante rettifiche di valore dell avviamento e degli intangibili a vita utile definita, pari a migliaia di euro. 2 Il Gruppo è stato autorizzato il 19 luglio 2013 (a far data dalla segnalazione al 30 giugno 2013) all utilizzo dei sistemi di rating interno avanzati a fronte del rischio di credito relativo al portafoglio delle PMI e alle esposizioni garantite da immobili residenziali; relativamente al segmento corporate, l uso dei modelli interni avanzati era stato autorizzato il 16 maggio 2012 (a far data dalla segnalazione al 30 giugno 2012). 3 Nel calcolo della forza lavoro media i dipendenti part-time vengono convenzionalmente considerati al 50%. 7

10 Il rating Di seguito si riportano i giudizi di rating assegnati al Gruppo UBI Banca dalle tre principali agenzie internazionali. Nel corso del 2013 si segnala con riferimento a Fitch Rating dapprima la revisione, a fine gennaio, delle quattro principali banche italiane, tra le quali UBI Banca, i cui rating (e relativi Outlook) sono stati tutti mantenuti invariati. Successivamente, l 8 marzo, in considerazione dei risultati delle elezioni parlamentari, definiti inconcludenti, e dei dati congiunturali relativi al quarto trimestre 2012, che hanno delineato un quadro di recessione dell economia italiana tra le più profonde in Europa, l Agenzia ha operato una revisione al ribasso del rating sovrano dell Italia portandolo a BBB+ (-1 notch) con Outlook sempre negativo. All intervento sul debito a lungo termine del Paese ha fatto seguito, il 18 marzo, una manovra di revisione generalizzata che ha interessato sette gruppi bancari italiani, tra i quali anche UBI Banca, per tenere conto dei possibili impatti del downgrade governativo. Gli interventi da parte dell Agenzia sono stati di varia natura. Nel caso di UBI Banca la revisione ha interessato unicamente il Support Rating ed il Support Rating Floor, che sono stati in entrambi i casi confermati rispettivamente a 2 e BBB. Il declassamento del debito sovrano ha avuto ripercussioni anche sui rating delle Obbligazioni Bancarie Garantite: il 20 marzo Fitch ha infatti comunicato la riduzione di 1 notch sui giudizi attribuiti alle emissioni di Covered Bond di cinque banche italiane, tra le quali anche quelle di UBI Banca, il cui rating è così passato da AA- ad A+ con Outlook ancora negativo. Il 9 luglio 2013 Standard & Poor s ha rivisto al ribasso il rating a lungo termine sul debito sovrano italiano (da BBB+ a BBB, -1 notch) alla luce di un ulteriore peggioramento delle prospettive economiche, mantenendo l Outlook negativo. Per effetto di ciò, il 12 luglio l Agenzia ha ridotto i giudizi a lungo termine di 9 banche e ha posto in Credit Watch con implicazioni negative i long-term rating di 23 banche e gli short-term rating di 15 delle stesse, tra le quali UBI Banca. Il 24 luglio, per effetto della riduzione del BICRA (Banking Industry Country Risk Assessment) del settore (da 4 a 5) che a sua volta ha portato alla diminuzione di 1 notch dell Anchor SACP, punto di partenza nella definizione dei rating S&P s ha dato corso ad una serie di downgrade, risolvendo i precedenti Credit Watch. Tutti i rating assegnati ad UBI Banca sono stati conseguentemente abbassati di 1 notch, confermando l Outlook negativo. La revisione al ribasso deriva unicamente da valutazioni sugli accresciuti rischi economici e industriali per il sistema bancario italiano, non avendo l Agenzia evidenziato alcun cambiamento legato al profilo di business, alla struttura dei rischi, alla capacità di raccolta, alla posizione di liquidità o ancora alla solidità patrimoniale e alla redditività del Gruppo UBI Banca. STANDARD & POOR S Short-term Counterparty Credit Rating (i) A-3 Long-term Counterparty Credit Rating (i) BBB- Stand Alone Credit Profile (SACP) (ii) bbb- Outlook Negativo GIUDIZI SULLE EMISSIONI Senior unsecured debt BBB- Subordinated debt (Lower Tier 2) BB+ Preference shares (ex BPB-CV e ex BPCI) BB- French Certificats de Dépôt Programme A-3 (i) L Issuer Credit Rating riflette il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca unitamente ad una valutazione del potenziale futuro supporto che la banca potrà ricevere in caso di difficoltà (dal governo o dal gruppo di appartenenza). Breve termine: capacità di ripagare il debito con durata inferiore ad un anno (A-1+: miglior rating D: default) Lungo termine: capacità di pagamento degli interessi e del capitale su debiti di durata superiore ad 1 anno (AAA: miglior rating D: default) (ii) Il SACP rappresenta il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca, in assenza di supporto esterno (da parte del governo o del gruppo di appartenenza). Viene ottenuto partendo da un Anchor SACP che sintetizza la valutazione dei rischi economici e industriali propri del settore bancario italiano, poi rettificato per tenere conto di specifici fattori della banca quali la patrimonializzazione, la posizione commerciale, l esposizione al rischio, la raccolta e la situazione di liquidità, valutati anche in ottica comparativa. 8

11 MOODY'S Long-term debt and deposit rating (I) Short-term debt and deposit rating (II) Baa2 Prime-2 Bank Financial Strength Rating (BFSR) (III) D+ Baseline Credit Assessment (BCA) (IV) Outlook (deposit ratings) Outlook (Bank Financial Strength Rating) GIUDIZI SULLE EMISSIONI Senior unsecured Lower Tier 2 subordinated Preference shares (ex BPB-CV e Banca Lombarda) Euro Commercial Paper Programme Covered Bond baa3 Negativo Negativo Baa2 Ba1 Ba3(hyb) Prime-2 A2 (I) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a lungo termine (scadenza pari o superiore a 1 anno). Attraverso la metodologia JDA (Joint Default Analysis) questo rating associa alla solidità finanziaria intrinseca (Bank Financial Strength Rating) la valutazione circa le probabilità di intervento, in caso di necessità, da parte di un supporto esterno (azionisti, gruppo di appartenenza o istituzioni ufficiali) (Aaa: miglior rating C: default) (II) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a breve termine (scadenza inferiore a 1 anno) (Prime -1: massima qualità Not Prime: grado speculativo) (III) Questo rating non si riferisce alla capacità di rimborso del debito, ma prende in considerazione la solidità finanziaria intrinseca della banca (attraverso l analisi di fattori quali l articolazione territoriale, la diversificazione dell attività, i fondamentali finanziari, l esposizione al rischio), in assenza di supporti esterni (A: miglior rating E: peggior rating) (IV) Il Baseline Credit Assessment rappresenta l equivalente del Bank Financial Strength Rating nella scala tradizionale dei rating a lungo termine. FITCH RATINGS Short-term Issuer Default Rating (1) F2 Long-term Issuer Default Rating (2) BBB+ Viability Rating (3) bbb+ Support Rating (4) 2 Support Rating Floor (5) BBB Outlook (Long-term Issuer Default Rating) Negativo GIUDIZI SULLE EMISSIONI Senior unsecured debt BBB+ Lower Tier 2 subordinated BBB Preference shares BB Euro Commercial Paper Programme F2 French Certificats de Dépôt Programme F2 Covered Bond A+ (1) Capacità di rimborso del debito nel breve termine (durata inferiore ai 13 mesi) (F1+: miglior rating D: peggior rating) (2) Capacità di fronteggiare puntualmente gli impegni finanziari nel lungo termine indipendentemente dalla scadenza delle singole obbligazioni. Questo rating è un indicatore della probabilità di default dell emittente (AAA: miglior rating D: default) (3) Valutazione della solidità intrinseca della banca, vista nell ipotesi in cui la stessa non possa fare affidamento su forme di sostegno esterno (aaa: miglior rating - f: default). (4) Giudizio sull eventuale probabilità, adeguatezza e tempestività di un intervento esterno (da parte dello Stato o di azionisti istituzionali di riferimento) nel caso la banca si trovasse in difficoltà (1: miglior rating 5: peggior rating) (5) Questo rating costituisce un elemento informativo accessorio, strettamente correlato al Support Rating, in quanto identifica, per ogni livello del Support Rating, il livello minimo che, in caso di eventi negativi, potrebbe raggiungere l Issuer Default Rating. 9

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13 RELAZIONE INTERMEDIA SULL ANDAMENTO DELLA GESTIONE CONSOLIDATA AL 30 GIUGNO 2013

14 Lo scenario di riferimento Il primo semestre 2013 apertosi con un temporaneo miglioramento delle condizioni sui mercati finanziari nonostante la perdurante debolezza dell economia mondiale ha successivamente risentito di una serie di eventi che hanno contribuito a mantenere incerte le prospettive di ripresa: l acuirsi, nella seconda metà di marzo, della crisi bancaria cipriota che ha portato il 25 marzo alla definizione di un piano internazionale di salvataggio del Paese con il coinvolgimento degli azionisti, degli obbligazionisti e dei titolari dei depositi superiori a 100 mila euro delle due principali banche soggette a ristrutturazione 1 ; i timori per un possibile effetto contagio nei confronti di altri Paesi con sistemi bancari a rischio, quali la Slovenia, alimentati anche dalla lenta o insufficiente attuazione delle riforme strutturali a livello europeo; le difficoltà nella formazione di un nuovo Governo in Italia alla luce degli esiti della consultazione elettorale di fine febbraio; la persistente criticità della Grecia alle prese con l instabilità politica e le incertezze sui futuri esborsi degli aiuti internazionali per i ritardi sui programmi stabiliti alla quale si sono aggiunte da fine giugno nuove preoccupazioni per la situazione politica del Portogallo; le turbolenze sui mercati finanziari emerse tra maggio e giugno, riconducibili a realizzi sui listini giapponesi, a incertezze sulle prospettive del credito in Cina, nonché alla percezione dell avvicinarsi di un rientro graduale dell allentamento quantitativo negli Stati Uniti; le rinnovate tensioni geopolitiche in Medio Oriente con conseguenti riflessi sulle quotazioni delle materie prime energetiche; la debole dinamica della domanda mondiale frenata dal processo di aggiustamento dei bilanci, dall inasprimento fiscale e da condizioni creditizie che permangono restrittive. La situazione resta particolarmente critica nell Area euro, all interno della quale il protrarsi della recessione economica è da correlarsi anche agli effetti delle severe politiche di risanamento dei conti pubblici intraprese negli ultimi anni. Alla luce di ciò nel mese di aprile Irlanda e Portogallo hanno ottenuto dalle Autorità europee un prolungamento di sette anni della scadenza media dei prestiti ricevuti. In sede di decisione in merito alla procedura per i disavanzi eccessivi, il 29 maggio la Commissione europea ha inoltre allentato i vincoli di austerità che impongono di riportare il rapporto deficit/pil sotto il 3%, concedendo un anno in più a Belgio, Olanda e Portogallo e due anni in più a Polonia, Francia, Spagna e Slovenia 2. Nella medesima riunione è stata invece chiusa la procedura avviata nel 2009 nei confronti dell Italia. Punti base Spread BTP-Bund decennali ( ) 0 G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A Fonte: Thomson Financial Reuters Il piano di salvataggio del 25 marzo prevede l erogazione a Cipro di 10 miliardi di euro in tre anni, dei quali 9 forniti da parte dll European Stability Mechanism (ESM) e 1 dal Fondo Monetario Internazionale. Al 30 giugno 2013 l ESM aveva già versato 3 miliardi. 2 La correzione del disavanzo eccessivo dovrà avvenire entro il 2013 per il Belgio, entro il 2014 per Olanda e Polonia, entro il 2015 per Francia, Portogallo e Slovenia ed infine entro il 2016 per la Spagna. 12

15 Nonostante il difficile contesto macroeconomico, le tensioni sul mercato del debito sovrano dell Area euro, seppur presenti, sono rimaste comunque contenute, principalmente in virtù dello strumento OMT (Outright Monetary Transaction Program) predisposto dalla BCE nel 2012, mai utilizzato da alcun Paese europeo, ma in grado di ridurre fortemente l azione della speculazione internazionale verso gli Stati a rischio. Come si evince dal grafico, lo spread tra i BTP e i Bund tedeschi con durata decennale, che a fine gennaio era sceso a 250 punti base, è risalito fino a quota 350 in marzo riflettendo gli esiti delle elezioni politiche. Dalla seconda metà di aprile, in parallelo con la formazione del nuovo Governo e con il rialzo dei rendimenti del Bund, il differenziale si è ridotto tornando nuovamente sotto i 300 punti base. Nel mese di agosto lo spread è poi sceso sotto i 250 punti base, ai minimi dal luglio L elevato debito pubblico e le deboli prospettive di crescita del nostro Paese, nonché le incertezze sulla governance europea, rendono comunque i premi per il rischio sui titoli pubblici altamente sensibili ai mutamenti del clima di fiducia dei mercati 3. Il lento processo verso l unione bancaria a livello europeo ha portato in giugno al raggiungimento di due importanti accordi che integrano l attribuzione alla BCE della vigilanza unica sulle banche operanti nei Paesi dell Area euro, già definita nell ultimo trimestre 2012 e che sarà operativa alla fine del : il 20 giugno in Lussemburgo i governi dell Area hanno raggiunto un intesa che consentirà all European Stability Mechanism (ESM) di ricapitalizzare direttamente le banche in crisi una volta divenuta operativa la vigilanza unica da parte della BCE. L ESM, che per tale finalità avrà a disposizione una dotazione di 60 miliardi di euro, potrà intervenire direttamente sul capitale degli istituti di credito, senza incidere sul debito pubblico degli Stati di appartenenza, qualora si verifichino una serie di condizioni: - gli Stati di appartenenza non devono essere in grado di contribuire integralmente al salvataggio senza compromettere la propria sostenibilità fiscale; - la banca deve rispettare i requisiti di capitale stabiliti dalla BCE e trovarsi nell impossibilità di reperire le risorse necessarie alla ricapitalizzazione sul mercato; - la banca deve avere rilevanza sistemica o comunque tale da porre in pericolo, in caso di mancato intervento, la stabilità finanziaria dell Area o del Paese di appartenenza. L accordo ha inoltre definito una ripartizione nella contribuzione da parte dell ESM e dei Paesi aderenti: se la banca oggetto di ricapitalizzazione ha un Tier 1 inferiore al 4,5% tale livello verrà conseguito mediante il ricorso a risorse statali, mentre l eccedenza sarà integrata dall ESM; al contrario se il citato requisito di capitale è già stato raggiunto, lo Stato di appartenenza fornirà un contributo pari al 20% del totale richiesto nei primi due anni dall entrata in vigore del meccanismo e del 10% successivamente; il 27 giugno, a Bruxelles, i ministri delle Finanze dell UE si sono accordati sulle regole da applicare in occasione della ristrutturazione o della liquidazione di una banca in crisi. In particolare, l intesa raggiunta prevede una partecipazione alle perdite da parte dei privati (nell ordine azionisti, obbligazionisti junior, obbligazionisti senior, titolari di depositi oltre 100 mila euro) fino ad un limite massimo dell 8% delle passività della banca. Solo oltre tale misura i governi potranno intervenire fino ad un massimo del 5% delle passività della banca attraverso il ricorso al fondo di risoluzione nazionale 5, mentre l intervento diretto dell ESM è previsto solo in casi eccezionali quando dovessero risultare a rischio i depositi garantiti o la stabilità finanziaria del Paese, riconosciuti dalla Commissione Europea. La stessa Commissione il 10 luglio ha proposto l istituzione di un Meccanismo unico di risoluzione delle crisi per l unione bancaria che sarebbe chiamato ad applicare le norme sostanziali sul risanamento e sulla risoluzione delle crisi delle banche definite con il sopracitato accordo del 27 giugno. Al vertice del Meccanismo vi sarebbe un Comitato unico di risoluzione delle crisi composto da rappresentanti della BCE, della Commissione europea e delle autorità nazionali del Paese in cui è ubicata la banca in crisi, mentre la disponibilità di finanziamenti a medio termine durante la ristrutturazione dell istituto verrebbe garantita da un fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie, alimentato da contributi del settore bancario, che si sostituirebbe ai singoli fondi nazionali. Sempre sotto il profilo regolamentare, si segnala che il 27 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell UE il nuovo quadro normativo prudenziale che recepisce le regole di Basilea 3 su requisiti patrimoniali, rischio di liquidità e leva finanziaria che pertanto entreranno ufficialmente in vigore a partire dal 1 gennaio All inizio di luglio le medesime disposizioni sui requisiti prudenziali sono state approvate all unanimità anche dalla Fed che ne ha stabilito l entrata in vigore dal 1 gennaio 2014 per le banche di maggiori dimensioni e dal 1 gennaio 2015 per quelle più piccole. 3 Il 9 luglio l agenzia di rating Standard & Poor s ha ridotto il rating dell Italia da BBB+ a BBB, con prospettive negative; l impatto sui mercati è stato peraltro modesto. 4 L avvio del meccanismo di supervisione unica sarà a sua volta preceduto da un esercizio di valutazione dei bilanci (balance sheet assessment) delle banche vigilate in forma accentrata a livello europeo e, in particolare, da un analisi della qualità dei loro attivi (asset quality review). 5 L accordo prevede che nei Paesi UE il fondo di risoluzione nazionale finanziato dalle banche dovrà raggiungere in 10 anni la misura dello 0,8% o dell 1,3% dei depositi garantiti a seconda che resti o meno separato dal fondo di garanzia esistente per i depositi fino a 100 mila euro. 13

16 Come si può osservare dalla tabella, a fine semestre l indice CRB, che sintetizza le quotazioni delle materie prime, risultava in flessione rispetto a marzo e dicembre riflettendo un generalizzato calo, più accentuato per la componente non energetica, principalmente ascrivibile all indebolimento della congiuntura economica cinese in considerazione del suo peso sui consumi globali. Anche le quotazioni del petrolio di qualità Brent che agli inizi di febbraio avevano raggiunto i 119 dollari al barile si sono successivamente ridotte per i timori di decelerazione della crescita mondiale, oscillando da fine aprile tra i 100 e i 106 dollari, salvo poi recuperare in luglio intorno ai 110 dollari anche in seguito all acuirsi delle tensioni geopolitiche nel Medio Oriente, in particolare in Egitto. La riduzione dei prezzi dei prodotti energetici si è riflessa sull inflazione, in generalizzato calo nei Paesi industrializzati, ma sempre su livelli elevati nelle principali economie emergenti. Per quanto attiene ai cambi, nel corso del semestre lo yen ha continuato a svalutarsi rispetto sia al dollaro che all euro proseguendo nel trend intrapreso nel quarto trimestre 2012 dal nuovo governo nipponico al fine di favorire il rilancio dell economia. Per contro lo yuan ha confermato il percorso di progressivo e lento Principali cambi, quotazioni del petrolio (Brent) e delle materie prime apprezzamento nei confronti del dollaro, mentre il cambio euro/dollaro ha oscillato intorno agli 1,30 dollari per euro, riflettendo le perduranti difficoltà politiche ed economiche dell Area. Nelle settimane successive alla chiusura del semestre la valuta europea ha peraltro rapidamente recuperato arrivando a sfiorare quota 1,33. * * * Nella prima metà dell anno la ripresa dell economia mondiale si è confermata modesta e difforme tra le diverse aree: al rallentamento dei principali Paesi emergenti si sono contrapposti l espansione del Giappone ed un consolidamento del recupero negli Stati Uniti, mentre permane in recessione l Area euro con situazioni di particolare criticità nei Paesi periferici (Grecia, Spagna, Portogallo e Italia) 6. giu-13 A mar-13 B dic-12 C Var. % A/C set-12 D giu-12 E Euro/Dollaro 1,3008 1,2814 1,3194-1,4% 1,2858 1,2658 Euro/Yen 128,94 120,66 114,46 12,7% 100,13 100,97 Euro/Yuan 7,9835 7,9642 8,2200-2,9% 8,0776 8,0416 Euro/Franco CH 1,2289 1,2172 1,2074 1,8% 1,2078 1,2004 Euro/Sterlina 0,8550 0,8434 0,8127 5,2% 0,7950 0,8056 Dollaro/Yen 99,12 94,11 86,74 14,3% 77,90 79,77 Dollaro/Yuan 6,1374 6,2143 6,2301-1,5% 6,2841 6,3530 Futures - Brent (in $) 102,16 109,69 111,11-8,1% 112,39 97,80 Indice CRB (materie prime) 275,62 298,17 295,01-6,6% 309,30 284,19 Fonte: Thomson Financial Reuters Consuntivi e previsioni: Paesi industrializzati Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Disoccupazione Disavanzo (+) Avanzo (-) Settore Pubblico (% del PIL) Tassi di riferimento Valori percentuali (1) 2014 (1) 2012 (2) giu-13 (3) 2013 (1) (2) 2012 (2) giu-13 (3) 2013 (1) (2) (1) 2014 (1) dic-12 ago-13 Stati Uniti 2,8 1,8 2,5 2,1 1,8 1,4 8,1 7,6 7,5 8,5 4,8 3,9 0-0,25 0-0,25 Giappone 1,9 2,6 2,6-0,3 0,2 0,6 4,3 3,9 4,1 8,9 11,6 10,2 0-0,10 0-0,10 Area Euro -0,6-0,7 0,8 2,5 1,6 1,5 11,4 12,1 12,2 3,7 3,1 2,5 0,75 0,50 Italia -2,4-1,9 0,7 3,3 1,4 1,5 10,7 12,1 12,2 3,0 3,2 2,7 - - Germania 0,7 0,1 1,2 2,1 1,9 1,5 5,5 5,4 5,4-0,2 0,5 0,0 - - Francia 0,0-0,2 0,8 2,2 1,0 1,2 10,3 11,0 11,1 4,8 4,0 3,5 - - Portogallo -3,2-3,4-0,7 2,8 1,2 0,8 15,9 17,4 17,9 6,4 5,4 4,2 - - Irlanda 0,9 0,1 2,0 1,9 0,7 1,6 14,7 13,5 13,5 7,6 7,5 4,8 - - Grecia -6,4-5,3-1,4 1,0-0,3-0,1 24,3 26,9 26,9 10,0 4,4 3,5 - - Spagna -1,4-1,4 0,7 2,4 2,2 2,0 25,1 26,3 27,0 10,6 6,9 6,2 - - Regno Unito 0,2 0,8 1,2 2,8 2,9 2,8 7,9 7,7 7,8 6,3 6,4 6,0 0,50 0,50 (1) Previsioni Fonte: Prometeia e Statistiche ufficiali (2) Tasso medio annuo (3) Laddove non ancora pubblicati i dati al 30 giugno 2013, sono state utilizzate le ultime informazioni disponibili 6 Secondo le più recenti stime del Fondo Monetario Internazionale (luglio 2013) il Pil mondiale crescerà del 3,1% nel 2013 sintetizzando un +5% per le economie emergenti ed un +1,2% per i Paesi avanzati. 14

17 Nel secondo trimestre dell anno il Pil degli Stati Uniti è aumentato dell 1,7% annualizzato (+1,1% nei tre mesi precedenti; +0,1% nell ultimo periodo 2012) principalmente grazie all accresciuto contributo degli investimenti fissi, in particolare nella componente non residenziale, ed alla tenuta dei consumi, mentre si è confermato negativo per il secondo trimestre consecutivo l apporto dell interscambio commerciale quale sintesi di una forte ripresa dell import solo in parte compensata dal parallelo aumento delle esportazioni. Il tasso di disoccupazione che a maggio e giugno si era attestato al 7,6%, solo in lieve miglioramento rispetto a fine anno (7,8%) in luglio è ulteriormente diminuito al 7,4%, il livello più basso dal dicembre Dopo essere repentinamente scesa dal 2% di febbraio all 1,1% di aprile, l inflazione è poi risalita fino all 1,8% di giugno (1,7% a fine 2012); per contro è risultato più regolare il trend discendente dell inflazione core (al netto dei prodotti alimentari ed energetici), portatasi all 1,6% in giugno dal 2% di febbraio (1,9% a dicembre). Nei primi sei mesi dell anno il saldo negativo della bilancia commerciale si è ridotto a 242,1 miliardi di dollari (-13%), beneficiando principalmente di un minor disavanzo nei confronti dei Paesi Opec e del continente africano. Per quanto riguarda la politica monetaria, la Federal Reserve ha confermato di voler mantenere invariato nell intervallo 0-0,25% il tasso di riferimento fino al raggiungimento di due target macroeconomici (tasso di disoccupazione non superiore al 6,5%; inflazione a uno-due anni non eccedente per più di mezzo punto percentuale l obiettivo del 2% e aspettative di inflazione a più lungo termine ben ancorate). Ha inoltre deciso di proseguire con il piano di acquisti a titolo definitivo di mutui cartolarizzati (Mortgage Backed Securities) per 40 miliardi di dollari al mese e di obbligazioni del Tesoro a lungo termine per ulteriori 45 miliardi. Nella riunione del 19 giugno la FED ha dichiarato che se l economia continuerà a migliorare come previsto potrebbe in futuro rallentare il ritmo dei citati acquisti che prevede di concludere alla metà del 2014; in luglio è stato però precisato che saranno contrastate restrizioni indesiderate delle condizioni finanziarie. Consuntivi e previsioni: principali Paesi emergenti Valori percentuali Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Tassi di riferimento (1) 2014 (1) 2012 (2) giu-13 (3) dic-12 ago-13 Cina 7,8 7,4 7,5 2,6 2,7 6,00 6,00 India 4,1 5,4 6,0 9,4 10,7 8,00 7,25 Brasile 0,9 2,5 3,2 5,4 6,7 7,25 8,50 Russia 3,7 2,5 3,3 5,1 6,9 8,25 8,25 (1) Previsioni Fonte: Prometeia, FMI e Statistiche ufficiali (2) Tasso medio annuo (3) Laddove non ancora pubblicati i dati al 30 giugno 2013, sono state utilizzate le ultime informazioni disponibili Pur conservando ritmi elevati nel confronto internazionale, l economia cinese sta comunque iniziando a risentire della sfavorevole congiuntura a livello mondiale con il Pil cresciuto nel primo semestre del 7,6% (+7,7% e +7,5% rispettivamente nel primo e secondo trimestre). Nei primi sei mesi si segnalano in particolare: +9,3% per la produzione industriale; +20,1% per gli investimenti fissi; +20,3% per gli investimenti nel settore immobiliare (dal +16,6% del primo semestre 2012); +12,7% per le vendite al dettaglio di beni al consumo (dal +14,4% del primo semestre 2012). Se tra gennaio e giugno le esportazioni sono aumentate più delle importazioni (rispettivamente +10,4% e +6,7%), generando un surplus commerciale di circa 108 miliardi di dollari, nel mese di giugno sia l export che l import hanno evidenziato variazioni negative su base annua (-3,1% e -0,7%). Le riserve valutarie a giugno risultavano ulteriormente salite a miliardi di dollari, dei quali oltre un terzo sempre investito in titoli pubblici statunitensi. A giugno l inflazione ha mostrato un significativo rialzo al 2,7% (2,1% a maggio; 2,5% a dicembre 2012), trainata dai prezzi degli alimentari (4,9%), mantenendosi comunque al di sotto del picco raggiunto in febbraio (3,2%). Negli ultimi giorni di giugno i tassi del mercato monetario cinese hanno raggiunto un massimo storico, quale conseguenza di una serie di ragioni tecniche, ma anche di timori concernenti i rischi per la stabilità finanziaria. Il 25 e 26 giugno la People s Bank of China ha infatti pubblicato due comunicati stampa in cui esortava le banche a migliorare la gestione di rischi e liquidità, indicando che avrebbe allentato l orientamento della politica monetaria solo in presenza di tensioni in grado di mettere a repentaglio la stabilità finanziaria. La Banca centrale è comunque successivamente intervenuta rassicurando i mercati circa la garanzia di un adeguato livello di liquidità 7. 7 Per quanto riguarda gli altri Paesi emergenti, la Banca centrale indiana ha ridotto per tre volte il repo in gennaio, marzo e maggio portandolo dall 8% al 7,25% al fine di contrastare il rallentamento economico. Al contrario la Banca centrale del Brasile ha alzato in tre circostanze, in aprile, maggio e luglio, il tasso di riferimento dal 7,25% all 8,50%, in considerazione degli accresciuti rischi d inflazione. 15

18 Gli interventi espansivi introdotti nell autunno 2012 dal Governo per rilanciare l economia giapponese hanno determinato una crescita congiunturale del Pil dell 1% nel primo trimestre (+0,3% nell ultimo periodo 2012), sostenuta principalmente dal consistente recupero delle esportazioni che hanno beneficiato della svalutazione dello yen ma anche dal buon andamento dei consumi, mentre più modesto è risultato il contributo degli investimenti. I primi indicatori relativi ai mesi primaverili sembrano confermare il miglioramento della congiuntura in atto. La produzione industriale in maggio è aumentata dell 1,9%, quarto incremento congiunturale consecutivo, in linea con il progressivo miglioramento della fiducia nei comparti manifatturiero e non manifatturiero sintetizzato dall indagine Tankan di fine giugno. In giugno, il tasso di disoccupazione è sceso al 3,9%, dal 4,1% dei tre precedenti mesi (4,3% a dicembre), mentre, con riferimento ai prezzi al consumo, la situazione di deflazione in atto da un anno pare volgere al termine (+0,2% rispetto al minimo del -0,9% di marzo). Nella riunione del 4 aprile, la Bank of Japan aveva annunciato l introduzione del Quantitative and Qualitative Monetary Easing (accomodamento monetario quantitativo e qualitativo), volto a raggiungere l obiettivo di stabilità al 2% dei prezzi al consumo su un orizzonte temporale di circa due anni. Tale scelta ha determinato un cambiamento nell obiettivo principale della politica monetaria, passato dal call rate sui depositi overnight non garantiti da collaterale, alla base monetaria, destinata a raddoppiare in due anni. La medesima riunione aveva anche deliberato il raddoppio in due anni delle consistenze dei titoli di Stato giapponesi e degli ETF in portafoglio, in parallelo con un aumento della durata media residua dei titoli di Stato acquistati a circa sette anni, dai poco meno di tre anni precedenti. Tali obiettivi sono stati ribaditi nelle successive riunioni. Dopo sei diminuzioni congiunturali consecutive, nel secondo trimestre il Pil dell Area euro è aumentato dello 0,3% (-0,3% e -0,6% nei due periodi precedenti), beneficiando principalmente di un recupero di Germania (+0,7%) e Francia (+0,5%). La variazione tendenziale è stata invece ancora una volta negativa (-0,7%). L indice della produzione industriale continua a non esprimere un trend congiunturale ben definito (+0,7% a giugno dopo il -0,2% di maggio), mentre la dinamica nei dodici mesi è risultata positiva (+0,3%) per la prima volta dall inizio dell anno. Sul mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione in giugno si è portato al 12,1% (11,9% a dicembre 2012), confermando situazioni di criticità in Grecia (26,9% ad aprile), Spagna (26,3%) e Portogallo (17,4%). In giugno e luglio l inflazione, misurata dall Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo, si è attestata all 1,6%, in diminuzione rispetto a fine 2012 (2,2%), ma in recupero dal minimo di aprile (1,2%) principalmente a causa di un effetto di natura statistica sui prezzi dei prodotti energetici. L indice depurato delle componenti energetiche ed alimentari fresche a giugno è invece risultato pari all 1,3% (1,6% a dicembre). Con l ingresso della Croazia, avvenuto il 1 luglio 2013, sono ora 28 i Paesi aderenti all Unione Europea. In maggio la BCE ha ridotto di 25 punti base, al minimo storico dello 0,50%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali lasciando invece invariato allo 0% il saggio d interesse sui depositi presso la banca centrale. Contestualmente ha inoltre esteso fino alla metà del 2014 la concessione di finanziamenti illimitati a tasso fisso alle banche, decidendo altresì di condurre le operazioni di rifinanziamento trimestrale fino alla fine del secondo trimestre 2014 a tasso fisso e con piena aggiudicazione degli importi richiesti. Dichiarando per la prima volta le proprie intenzioni di medio periodo (forward guindance), nella riunione del 4 luglio la BCE ha annunciato che il tasso di riferimento resterà su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo, tenuto conto di prospettive di inflazione nel complesso moderate e della dinamica monetaria contenuta. Anche nell ottica di favorire un maggior flusso di crediti verso le piccole e medie imprese, il 18 luglio la BCE ha infine deciso di ampliare la gamma di titoli cartolarizzati (ABS) che le banche possono presentarle in garanzia per ottenere liquidità. In dettaglio la BCE ha: ridotto i requisiti per accettare in garanzia sei tipologie di ABS (da due rating a tripla A a due rating a singola A); ridotto l haircut applicato per l accettazione di questi titoli (dal 16% al 10%); abbassato la valutazione dei retained covered bond che le banche emettono, ma non collocano sul mercato utilizzandole come collaterale per ottenere prestiti dalla Banca Centrale. L economia italiana pare avviarsi molto lentamente verso un uscita dalla recessione in corso ormai dalla seconda metà del Tra aprile e giugno il Pil si è ridotto in termini congiunturali solo dello 0,2% (-0,6% e -0,9% rispettivamente nel primo trimestre 2013 e nell ultimo periodo 2012), sintetizzando un generalizzato calo in tutti i grandi comparti di attività economica. La variazione su base tendenziale è stata invece del -2% (-2,3%; -2,8%). 16

19 Anche gli altri dati relativi al secondo trimestre sembrano confermare un attenuazione della fase recessiva. In giugno l indice della produzione industriale corretto per gli effetti del calendario, negativo dal settembre 2011, è diminuito su base annua del 2,1% (-7,4% a dicembre). A livello settoriale le uniche variazioni tendenziali positive sono ascrivibili ai comparti Farmaceutico (+2,8%), Fabbricazione mezzi di trasporto (+2,2%) ed Elettronico (+1,5%), mentre le contrazioni più significative hanno interessato i settori Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,2%) ed Energetico (-6,9%). Qualche timida aspettativa di ripresa sembra emergere dalle variazioni congiunturali, con l indice destagionalizzato in crescita per il secondo mese consecutivo (+0,3% dopo il +0,1% di maggio). Sempre a giugno il tasso di disoccupazione si è attestato al 12,1% in lieve flessione rispetto al picco del 12,2% raggiunto in maggio (11,4% a dicembre) risultando comunque in aumento di oltre 4 punti percentuali rispetto al 7,7% dell aprile 2011, con una situazione di particolare criticità per la fascia anni (39,1% 8 ). Il dato generale è peraltro mitigato dalla presenza degli ammortizzatori sociali che tra maggio e giugno hanno evidenziato un minor ricorso alla cassa integrazione ordinaria a fronte di una ripresa della componente in deroga. Quest ultima ha beneficiato delle risorse messe a disposizione per il suo rifinanziamento dal nuovo Governo 9. In tema di prezzi, a giugno l Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo aveva temporaneamente interrotto la rapida flessione in essere dall ottobre 2012, collocandosi all 1,4% dall 1,3% di aprile e maggio (2,6% a dicembre), comunque al di sotto della media europea per la prima volta dall agosto Le stime relative a luglio segnalano un inflazione nuovamente in discesa all 1,2% 10. Nei primi sei mesi dell anno il saldo della bilancia commerciale è risultato positivo per 12,3 miliardi di euro (-0,6 miliardi nell analogo periodo 2012) in virtù di un avanzo nell interscambio di prodotti non energetici (+39,7 miliardi, dei quali due terzi riferibili ai beni strumentali) che ha più che compensato il deficit energetico (-27,4 miliardi). Il surplus complessivo sta peraltro riflettendo una forte diminuzione degli scambi legata alla debolezza della domanda interna e nell Area euro: le esportazioni hanno mostrato infatti una lieve flessione tendenziale (-0,4%) a fronte di una più considerevole contrazione dell import (-7%). Il 29 maggio la Commissione europea ha ufficializzato la richiesta di abrogazione della procedura per i disavanzi eccessivi aperta nel 2009 nei confronti dell Italia. La decisione premia il percorso che ha portato il nostro Paese a ridurre progressivamente il rapporto deficit/pil fino al 3% nel 2012, cioè entro il termine fissato dal Consiglio Europeo. Il conseguimento di questo importante obiettivo di finanza pubblica potrebbe garantire in futuro maggiori margini d investimento sempre nel pieno rispetto del Patto di Stabilità e Crescita. In giugno è stato inoltre convertito in Legge il D.L. 8 aprile 2013, n. 35, provvedimento varato dal precedente Governo per il pagamento di una parte rilevante dei debiti delle Amministrazioni Pubbliche (circa 40 miliardi di euro), al fine di stimolare la domanda aggregata ed accelerare la ripresa dell attività produttiva. * * * L andamento delle curve dei rendimenti italiani riflette una perdurante percezione di rischio legato ai titoli pubblici del nostro Paese. L abbassamento della curva nel secondo semestre 2012 aveva beneficiato di una ritrovata fiducia dei mercati dopo la dichiarazione di irreversibilità dell euro operata nel luglio 2012 dal governatore della BCE e l annuncio in settembre del nuovo programma di acquisti sul mercato secondario. Nel corso del 2013 la curva non ha subito scostamenti significativi rispetto a dicembre: gli effetti positivi derivanti dalla politica monetaria accomodante e dall ingente liquidità messa in circolazione dalla BCE hanno trovato una 8 Il dato esprime l incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani occupati o in cerca di occupazione. 9 Decreto Legge 21 maggio 2013, n. 54 convertito in Legge il 18 giugno L aumento dell aliquota ordinaria dell IVA, che sarebbe dovuto entrare in vigore dal 1 luglio con probabili effetti futuri sulla dinamica dei prezzi al consumo, è stato posticipato all inizio di ottobre. 17

20 compensazione pressoché integrale nell incertezza del quadro politico ed economico italiano che, nell ambito di un processo di correzione dei conti pubblici ancora lungo, ha indotto ad un rinvio al 2014 e ad una revisione verso il basso delle aspettative di ripresa della congiuntura. Andamenti dei principali indici azionari espressi in valuta locale giu-13 A mar-13 B dic-12 C Var. % A/C Per larga parte del semestre i mercati finanziari hanno beneficiato dell accelerazione iniziata nel novembre 2012 e trainata dai listini giapponesi sulla scorta delle robuste iniezioni di liquidità operate dal governo nipponico. A partire dalla terza settimana di maggio si è però avuta un inversione del trend alimentata dalle prospettive di un allentamento anticipato della politica espansiva adottata dalla Fed e dalle tensioni sul mercato interbancario cinese. Come si evince dalla tabella, nei Paesi avanzati le principali Borse hanno chiuso il semestre con variazioni positive, ancorché di diversa intensità. Solo i listini italiani, penalizzati anche dall incerta fase politica post elettorale, hanno riportato variazioni negative. L elevata volatilità dei mercati finanziari nell Area euro, negli Stati Uniti ed in Giappone si è propagata ai mercati emergenti, dove le quotazioni azionarie hanno subito una marcata flessione sintetizzata dalla dinamica dell indicatore MSCI. Nelle settimane successive alla chiusura del semestre le rassicurazioni delle principali Banche Centrali ed i primi favorevoli dati macroeconomici hanno determinato un generalizzato recupero delle quotazioni azionarie. Con riferimento al risparmio gestito, il settore dei fondi comuni d investimento ha confermato anche in giugno un trend favorevole che ha consentito di chiudere i primi sei mesi dell anno con una raccolta netta positiva per 30,9 miliardi di euro, riconducibile principalmente ai fondi di diritto estero (+24,2 miliardi) rappresentativi di oltre tre quarti del patrimonio gestito e solo in via residuale a quelli di diritto italiano (+6,7 miliardi). In termini di tipologie, l evoluzione del comparto è stata sostenuta pressoché integralmente dai fondi flessibili (+16,2 miliardi) e dagli obbligazionari (+13,4 miliardi), mentre sono risultate decisamente più stabili le altre categorie: i fondi bilanciati (+2,7 miliardi), i prodotti di liquidità (+1,4 miliardi), gli azionari (-0,8 miliardi) e gli hedge (-1,4 miliardi) 11. A fine giugno il patrimonio gestito risultava aumentato a 516,6 miliardi rispetto ai 481,6 miliardi di fine dicembre (+7,3%), sintetizzando una ricomposizione in termini percentuali a favore dei fondi flessibili (dal 14% al 16,1%) e dei bilanciati (dal 4,3% al 5,7%), a fronte di una riduzione nella quota dei prodotti di liquidità (dal 6,7% al 5,5%), degli obbligazionari (dal 51,7% al 50,7%) e degli azionari (dal 20,5% al 19,9%). * * * Nel primo semestre del 2013 lo sfavorevole contesto congiunturale ha continuato ad influenzare l operatività del sistema bancario italiano, caratterizzato da una dinamica positiva assai modesta della raccolta e da una flessione degli impieghi, più accentuata nei confronti delle imprese e nella componente a breve termine. Il progressivo peggioramento della qualità del credito è proseguito su ritmi sostenuti, pur evidenziando un lieve rallentamento nel mese di giugno 12. Sulla base dei dati pubblicati da Banca d Italia 13, a fine giugno il tasso di variazione tendenziale della raccolta diretta (depositi di residenti e obbligazioni) si era ridotto al +0,5% set-12 D giu-12 E Ftse Mib (Milano) ,4% Ftse Italia All Share (Milano) ,4% Xetra Dax (Francoforte) ,6% Cac 40 (Parigi) ,7% Ftse 100 (Londra) ,4% S&P 500 (New York) ,6% DJ Industrial (New York) ,8% Nasdaq Composite (New York) ,7% Nikkei 225 (Tokyo) ,6% Topix (Tokyo) ,9% MSCI emerging markets ,9% Fonte: Thomson Financial Reuters 11 Alla raccolta netta del semestre hanno concorso anche -0,6 miliardi inerenti alla categoria Fondi non classificati. 12 Il deterioramento della qualità del credito potrebbe essere attenuato nei prossimi mesi grazie agli effetti del pagamento dei debiti arretrati della P.A. nei confronti delle imprese più indebitate e che presentano livelli elevati di fragilità finanziaria. 13 Supplemento al Bollettino Statistico Moneta e Banche, agosto

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