GLI EFFETTI DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA SULLA RISCHIOSITÀ DELLE BCC ITALIANE: UN ANALISI COMPARATA CENTRO-NORD E MEZZOGIORNO
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1 XXXIV CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI GLI EFFETTI DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA SULLA RISCHIOSITÀ DELLE BCC ITALIANE: UN ANALISI COMPARATA CENTRO-NORD E MEZZOGIORNO Massimo ARNONE*, Ferdinando OFRIA** SOMMARIO Il presente lavoro verifica per gli anni se la maggiore rischiosità di gestione delle aziende di credito del Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord, a prescindere dalla crisi, sia l effetto di un certo contesto socio-ambiente. Si considera un campione di 431 banche di credito cooperativo, essendo gli sportelli di questo tipo di aziende distribuiti solamente all interno della regione in cui l azienda di credito ha sede sociale. Ciò consente di interpretare meglio il ruolo delle variabili ambientali, come la criminalità, sulla rischiosità (misurata dal rapporto sofferenze/impieghi). I risultati empirici ottenuti confermano che la maggiore rischiosità delle aziende di credito del Mezzogiorno è significativamente condizionata dai contesti socio-ambientali. *Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Economia e Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Finanziarie. Viale delle Scienze, Edificio 13, Palermo. **Università degli Studi di Messina, Facoltà di Scienze Politiche e Dipartimento di (SEAM), Piazza Pugliatti 1, Messina. 1
2 1 Introduzione Come è noto, il maggior grado di rischio affrontato dalle aziende di credito del Mezzogiorno, rispetto a quelle del resto del Paese, è un tema che da anni interessa la letteratura economica. Alcuni studi, Giordano e Lopes (2007) soffermano la loro attenzione sulla maggiore durata delle recessioni economiche nelle aree meridionali e sui conseguenti effetti sia sulla liquidità delle aziende di credito sia sulla solvibilità dei mutuatari; in presenza, anche, di un mercato del credito meno concorrenziale rispetto a quello del Centro-Nord (sul punto, si vedano: Zazzaro, 2006 e Beretta e Del Prete, 2013). Altri studi (Centorrino e Ofria, 2001; Bonaccorsi di Patti 2009) spiegano la maggiore rischiosità delle banche nel Sud, analizzando il comportamento dal banchiere infedele, il quale, motivato da un beneficio personale, mette in atto un accordo collusivo con un prenditore ed eroga credito in modo distorto, ponendo in essere, tra l altro, assunzioni di rischio non adeguatamente coperte. In questa parte di ricerca, utilizzando un campione di 431 aziende di credito cooperativo per gli anni (fonte, Federcasse), si tenta di individuare per il Centro-Nord e il Mezzogiorno, mediante opportuna analisi econometrica, se questa maggiore rischiosità di gestione delle aziende di credito nelle regioni del Mezzogiorno sia l effetto, anche, di fenomeni socio-ambientali come la presenza di criminalità. A tale scopo le proxies delle condizioni ambientali utilizzate sono l indice: degli omicidi volontari, della criminalità diffusa e di quella violenta. I risultati della ricerca, confermano l ipotesi, sostenuta da più parti in letteratura, che i divari regionali di alcune condizioni ambientali possano avere un influenza significativa sulle performances delle aziende di credito. Questo lavoro nel primo paragrafo confronta la rischiosità delle banche tra Centro-Nord e Mezzogiorno, successivamente analizza empiricamente l influenza su quest ultima l influenza su quest ultima di alcune variabili socio-ambientali, infine, si espongono alcune brevi considerazioni conclusive. 2 La rischiosità delle banche, un confronto tra Centro-Nord e Mezzogiorno In questa fase dell indagine, avvalendoci dei dati pubblicati da Federcasse, si sono calcolati: 1) l indice medio di rischiosità delle banche per regione, seguendo una metodologia già utilizzata in letteratura economica (Pittaluga, 1990; Ofria e Venturi 2000), e cioè mediante rapporto tra sofferenze e impieghi ; 2) i divari per le regioni meridionali tra questo indice e il suo valore medio nazionale. Come è possibile rilevare in Fig. 1 i divari di rischiosità relativi ai crediti concessi al Centro-Nord ed al Sud hanno visto una netta predominanza dei crediti ad alto rischiosità nella prima macro regione. 2
3 Figura 1: La dinamica delle sofferenze Ns. elaborazione su dati Federcasse, valori in migliaia di euro Nonostante lo scoppio della crisi finanziaria nell'estate del 2007, sia per al Centro-Nord che al Sud Italia non è stata rallentata la dinamica di crescita dei crediti, sebbene i dati disponibili evidenziano un ritmo nettamente più intenso da parte delle banche di credito cooperativo nella prima macro regione. La politica creditizia del sistema del credito cooperativo a livello nazionale è maggiormente trainata dalle BCC del Centro-Nord Italia (come dimostra un'incidenza media dei crediti provenienti da questa macro regione rispetto a quelli nazionali pari al 92% contro appena il 9% per il Sud Italia). Guardando alla dinamica degli impieghi economici verso la clientela, Fig. 2, è emerso che non viene confermato un andamento speculare dei crediti a seguito dell incremento delle sofferenze e quindi del rischio di credito. Negli anni a cavallo della crisi internazionale (per una analisi degli effetti di tale crisi sul sistema bancario, si veda: Gualandri, 2012) sono aumentati sia le sofferenze che i crediti e questo risultato potrebbe essere spiegato come evidenza di una gestione bancaria da parte delle BCC investigate non sempre eticamente corretta. 3
4 Figura 2:L andamento dei crediti alla clientela per le BCC del Nord e Sud Italia Ns. elaborazione su dati Federcasse, valori in migliaia di euro Come è noto, le sofferenze rappresentano l esposizione per cassa nei confronti dei soggetti in stato di insolvenza. Tali crediti sono comprensivi degli interessi di mora e figurano già al valore di presunto realizzo. Il rapporto tra sofferenze e impieghi verso clienti considera l ammontare di crediti in sofferenza che comunque la banca presume di poter recuperare sul totale del credito erogato alla clientela. Il divario regionale di tale indice sarà: SI r [1] div ( SI) = SI naz dove al numeratore vi è l indice del rischio della regione r-esima e al denominatore quello (medio) nazionale. I valori di questo indice sono riportati in Tab. 1. Tab. 1: Indicatore di rischiosità (SI) Centro-Nord 86.24% 88.23% 88.18% 91.56% 93.82% 95.85% Mezzogiorno % % % % % % Italia % % % % % % Ns. elaborazione su dati Federcasse 4
5 Figura 3: Un confronto tra le regioni d'italia in termini di rischio di credito Ns. elaborazione su dati Federcasse Come è possibili rilevare in Tab. 1 e in Fig. 3, l indice di rischiosità risulta maggiore per il Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord. 3 L influenza dei fattori ambientali sulla rischiosità delle banche Adesso, si tenta di verificare per gli anni l ipotesi dell esistenza di effetti della criminalità sull indice di rischiosità considerato. Effetto questo già confermato in diversi studi empirici, che considerano come campione anni precedenti al nostro (tra gli altri: Ofria e Venturi 2000; Centorrino e Ofria 2001; Bonaccorsi di Patti, 2009). A tale scopo si rapporta, adesso, l indice di rischiosità, supra calcolato, alle seguenti variabili ambientali: a) (OM) Omicidi volontari consumati denunciati dalle Forze di polizia all'autorità giudiziaria su abitanti, tratti dai dati del Ministero dell Interno, si attende che questa variabile abbia un effetto positivo sulla variabile dipendente; b) (CD) Indice di criminalità diffusa: con il quale si intende fare riferimento, secondo il sistema informativo del Ministero dell'interno, ai furti di ogni tipo e le rapine in abitazioni. In altre parole furti e rapine meno gravi per mille abitanti. Fonte: Istat e Ministero dell'interno. Anche per questa variabile ci si attende un effetto positivo sulla variabile dipendente; 5
6 c) (CV) Indice di criminalità violenta. Crimini violenti come gli attentati per abitanti, Fonte: Istat e Ministero dell'interno. ci si attende per questa variabile un effetto positivo sulla variabile dipendente. Il divario regionale per ogni indicatore di criminalità, è stato così calcolato: [2] OM r div ( OM ) = OM naz [3] CDr div ( CD) = CDnaz [4] CVr div ( CV ) = CV naz dove il numeratore rappresenta il valore regionale dell indice ambientale e il denominatore il relativo livello (medio) nazionale. I divari regionali delle proxy di criminalità sono riportate nella Tab. 2. Tab. 2 Divari regionali delle proxies ambientali OM CD CV C.Nord Mezz. C.Nord Mezz. C.Nord Mezz ,7233 1,5089 1,1673 0,6923 0,9113 1, ,6479 1,6534 1,1625 0,6984 0,9332 1, ,7308 1,5035 1,1225 0,7708 0,9273 1, ,7392 1,4914 1,1352 0,7452 0,9387 1, ,7349 1,5022 1,1323 0,7493 0,9548 1, ,7543 1,4678 1,1430 0,7308 0,9531 1,0883 Ns. elaborazione su dati Istat e Ministero dell Interno In particolare, utilizziamo la seguente stima con i minimi quadrati ordinari, [4] div(si)= f [div(om), div(cd), div(cv)] Avremo in Tab. 3, i risultati delle stime che includono tutte le variabili ambientali, mentre in Tab. 4 solo le variabile criminalità violenta, al fine di escludere problemi di multicollinearità. Tab 3 Stima della Impatto delle variabili ambientali sul grado di rischiosità Variabile dipendente div(s/i) Variabili esplicative Coefficienti stimati S.E t-ratio div(om) div(cri) div(cv) Costante R 2 =0.9570, F(3, 8) =59.34, Prob > F =
7 Tab 4 Stima della Impatto delle variabili ambientali sul grado di rischiosità Variabile dipendente div(s/i) Variabili esplicative Coefficienti stimati S.E t-ratio div(cv) Costante R 2 =0.9293, F(1, 10) =131.41, Prob > F = Conclusioni I risultati di questa ricerca permettono una riflessione sulle politiche di intervento per ridurre o arginare i possibili effetti negativi causati dalla criminalità sul sistema creditizio nel Mezzogiorno. Esse dovrebbero essere, tra l altro, volte ad intensificare la lotta alla criminalità organizzata nelle aree dove il fenomeno è maggiormente intenso, prestando particolare attenzione al prevenire e al reprimere eventuali fenomeni collusivi tra funzionari bancari e ambiente circostante, in modo tale che il banchiere, parafrasando Einaudi (1993), svolga la propria arte nell interesse del bene collettivo, analizzando, tra l altro, oggettivamente le prospettive di profitto di medio e lungo periodo del progetto di investimento per il quale il cliente chiede fido. D altronde, come è noto agli studiosi di economia, intervenire affinché vi sia buon funzionamento del mercato del credito è da considerarsi una condizione necessaria per generare sviluppo economico, in particolare per un area in ritardo come il nostro Mezzogiorno. I risultati econometrici ottenuti, riportati in Tab.4, evidenziano che nel Mezzogiorno gli indicatori di criminalità contribuiscono ad influenzare il comportamento delle banche. Le possibili spiegazioni di tali risultati sono: 1) il banchiere nelle aree del Mezzogiorno ha maggiori probabilità, nel selezionare a chi erogare il credito, di essere condizionato sia pure indirettamente da contesti illegali. Nell aneddotica si racconta come il direttore della banca al momento di insediarsi in un certo territorio a forte presenza criminale riceve nell ordine prima la visita del sindaco di quel paese, poi probabilmente la visita del maresciallo, ma è la terza visita che conta, la visita cioè di chi esercita un potere sul territorio, immediatamente a sua disposizione per poter dare tutte le informazioni necessarie (Centorrino e Ofria, 2001); 2) un ulteriore effetto della variabile criminale deriva dall azione della magistratura attraverso la pratica dei sequestri patrimoniali ai capomafia. Noi sappiamo bene, però, che la gran parte di questi sequestri poi non riesce ad essere tradotta in confische, ma sicuramente si traduce in sofferenze bancarie; 3) una terza spiegazione potrebbe essere trovata nel fatto che le aziende di credito del Sud, in un contesto ambientale non sano, trovano più conveniente selezionare il credito in prevalenza mediante l aumento dei tassi attivi, piuttosto che sopportare costi notevoli per 7
8 ottenere informazioni sulla credibilità della clientela e quindi attuare il razionare qualitativo del credito (Tarantola, 2012). L aumento dei tassi, come è noto in letteratura economica, genera un fenomeno vizioso dal nome di selezione avversa. Si ha quest ultimo quando, essendoci tassi attivi alti, a domandare credito sono prevalentemente sia coloro che progettano iniziative altamente rischiose, sia coloro che nulla hanno da perdere, dal punto di vista etico, in caso di fallimento (Ofria e Venturi, 2000); 4) una quarta spiegazione della maggiore incidenza della criminalità nelle regioni del Mezzogiorno potrebbe essere trovata nell evidenza che in tali regioni sono maggiormente presenti situazioni di tensioni sociali, povertà delle famiglie e imprese e più alto rischio di insolvenza di queste ultime (Guiso e altri, 2004; Bonaccorsi e Patti, 2009). Riferimenti bibliografici Beretta E. Del Prete S. (2013) Banking consolidation and bank-firm credit relationships: the role of geographical features and relationship characteristics, Temi di discussione, Bank of Italy, n. 901, February. Bonaccorsi di Patti E. (2009) Weak Institutions and Credit Availability: the Impact of Crime on Bank loans, Occasional Paper, Bank of Italy n. 52. Centorrino M. e Ofria F. ( 2001) L impatto criminale sulla produttività del settore privato dell economia. Un analisi regionale, Giuffrè Editore, Milano. Einaudi L. (1993), La difficile arte del banchiere, Collana Scrittori italiani della moneta e della banca, diretta Finoia M., Utet Libreria, edizioni di Banche e Banchieri, Torino. Giordano L. e Lopes A. (2007) Management quality and risk preference as determinants of efficiency in the italian banking system, Studi Economici, n. 91, pp Gualandri E. (2012), The Impact of Financial Crisis and Italian Banks, in S. Cosma and E. Gualandri (eds), The Italian Banking System. Impact of the Crisis and Future Perspectives, Palgrave Macmillan Studies in Banking and Finance Institutions, Hampshire, England. Guiso L., Sapienza P. e Zingales L. (2004), The Role of Social Capital in Financial Development, American Economic Review, n. 94, pp Ofria F. e Venturi L. (2000) Divari regionali di efficienza nelle banche di credito cooperativo: un analisi parametrica, Bancaria, n. 1, pp Pittaluga G.B. (1990) Offerta di credito e rischiosità nelle banche medio-piccole, in redditivtà e rischiosità in banca nella prospettiva dell integrazione europea, Franco Angeli, Milano. Tarantola A. M. (2012) Dimensione delle attività criminali, costi per l economia, effetti della crisi economica, Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, Testimonianza del Vice Direttore Generale della Banca d'italia, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati 6 giugno. 8
9 Zazzaro A. (2006) La scomparsa dei centri decisionali del sistema bancario meridionale, Rivista di Politica Economica, marzo-aprile, pp
10 Abstract This work verification for the years if the higher risk management of the banks in the South than in the Centre-North, regardless of the crisis, both the effect of a certain context "social environment." We consider a sample of 431 cooperative banks, since the branches of this type of companies distributed only within the region in which the credit company has its registered office. Is best interpreted the role of environmental variables, such as crime, the level of risk (as measured by the ratio of bad debts / loans). The empirical results obtained confirm that the higher risk of lending companies in the South is significantly conditioned by the socio-environmental conditions. 10
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