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1 RASSEGNA SULL ECONOMIA CIOCIARA Osservatorio sul Credito in provincia di Frosinone Rapport orto anno 2006 Supplemento di Rassegna sull economia ciociara RIVISTA BIMESTRALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI FROSINONE Edizione digitale

2 INDICE INTRODUZIONE ASPETTI STRUTTURALI DEL SISTEMA CREDITIZIO IN PROVINCIA DI FROSINONE LA DOTAZIONE BANCARIA SUL TERRITORIO LA RISCHIOSITÀ DEL CREDITO DINAMICHE E CARATTERISTICHE DELL ACCESSO AL CREDITO NELLA PROVINCIA DI FROSINONE: LE RISULTANZE DELL INDAGINE SUL CAMPO I RAPPORTI TRA BANCHE E IMPRESE E L ACCESSO AL CREDITO I CAMBIAMENTI NELL ACCESSO AL CREDITO REGISTRATI DALLE IMPRESE NEGLI ULTIMI 3 ANNI LE SCELTE FINANZIARIE DELLE IMPRESE PROVINCIALI IL SISTEMA BANCARIO E I CONFIDI IN PROVINCIA BASILEA II: CONOSCENZA E OPPORTUNITÀ APPENDICE STATISTICA APPENDICE METODOLOGICA

3 INTRODUZIONE Il sistema bancario riveste da sempre un ruolo centrale per le imprese e per il territorio, per la sua capacità di supportare investimenti e processi di crescita aziendali. L Osservatorio Provinciale sul Credito 2006, giunto alla sua quarta edizione, si sviluppa quindi con il fine di monitorare dinamiche e cambiamenti del sistema creditizio nazionale e locale e di valutare caratteristiche, punti di forza e criticità dell accesso al credito bancario delle imprese della provincia di Frosinone, fornendo un utile strumento conoscitivo ad attori locali e Istituzioni per l adozione di strategie e politiche ad hoc, in linea con le reali necessità del territorio. Inoltre, l avvicinamento alla delicata fase di avvio della riforma prevista dagli Accordi di Basilea II, che modificherà l assetto finanziario delle banche ed i criteri per l erogazione dei finanziamenti, insieme alle continue trasformazioni che interessano il sistema creditizio italiano, rendono questo strumento di lettura e analisi di fondamentale importanza. Come nelle precedenti edizioni, l attività di studio dell Osservatorio 2006 si articola in due fasi complementari: una analisi desk, realizzata attraverso la disamina delle dinamiche dei principali indicatori che interessano il sistema bancario nazionale, regionale e provinciale, e una indagine field sul territorio provinciale che ha coinvolto imprese, banche e confidi (cfr. Appendice Metodologica), finalizzata a rilevare aspetti quali-quantitativi dei rapporti tra imprese e banche, dell offerta creditizia in provincia e delle scelte di finanziamento delle aziende. Vista, poi, l imminenza dell entrata in vigore di Basilea II, si è proceduto a verificare il livello di conoscenza delle imprese provinciali sui contenuti del Nuovo Accordo, ed in particolare sull introduzione di meccanismi di rating per la valutazione del rischio di credito. Prima di procedere all analisi delle dinamiche che hanno interessato la provincia di Frosinone, appare, tuttavia, necessario fornire alcuni spunti di riflessione relativamente al quadro evolutivo del sistema bancario italiano, al fine di meglio comprendere il contesto in cui si muovono le banche che operano nella realtà frusinate. Il sistema bancario nazionale è caratterizzato negli ultimi anni da un intenso processo di irrobustimento che vede nella razionalizzazione del sistema delle Banche del Credito Cooperativo (BCC) e nella creazione di grandi gruppi bancari le due chiavi di volta della transazione verso un moderno sistema di intermediazione finanziaria. 3

4 Il processo di razionalizzazione e irrobustimento ha portato ad una riduzione complessiva degli Istituti di credito (passati tra il 2000 e il 2005 da 841 a 783) legata prevalentemente ad una riduzione delle Banche di Credito Cooperativo. In termini percentuali, tra il 2000 e il 2005, l incidenza delle BCC diminuisce dal 59,8% al 56,1% del totale delle aziende di credito operanti in Italia, mentre cresce, invece, la consistenza delle Banche S.p.a. e delle filiali di banche estere. Dal lato della domanda di servizi bancari si rileva, invece, sia per i depositi che per gli impieghi, una crescita della quota di mercato delle BCC, e più in generale delle Banche Piccole e Minori. Tale fenomeno, all apparenza contraddittorio, può essere letto alla luce di una scelta strategica delle BCC, e dell universo delle banche piccole, intesa a superare una dimensione minima ritenuta non profittevole, in alcuni casi, o a risolvere situazioni di difficoltà nelle quali si sono venute a trovare, in altri casi. La razionalizzazione del sistema delle piccole banche sta, quindi, rafforzando il ruolo delle stesse quale importante partner di riferimento del tessuto socioimprenditoriale locale. Tab. 1 Banche per tipologia istituzionale per Macro-area geografica ed in Italia (Anni ; valori percentuali) Banche di Credito Cooperativo Banche Popolari Banche S.P.A. Filiali di Banche estere Totale Banche 2000 Nord-Ovest 32,4 5,9 38,7 23,0 100,0 Nord-Est 74,2 4,6 19,4 1,8 100,0 Centro 54,9 5,5 36,0 3,7 100,0 Mezzogiorno 72,3 5,4 22,3-100,0 Italia 59,8 5,3 28,0 6,9 100, Nord-Ovest 27,5 3,6 44,6 24,3 100,0 Nord-Est 73,5 4,4 20,5 1,6 100,0 Centro 51,2 5,4 38,6 4,8 100,0 Mezzogiorno 75,3 5,5 19,2-100,0 Italia 56,1 4,6 30,9 8,4 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia Proprio le Banche Piccole e Minori sembrano, infatti, aver ampiamente sostenuto nell ultimo quinquennio l aumento degli investimenti in Italia e in maggior misura a Frosinone; a livello nazionale infatti, tra il 2000 e il 2005, queste banche hanno visto crescere l ammontare dei propri impieghi del 70,3% contro il 35,9% del complesso del sistema bancario. Nella provincia di Frosinone su un aumento degli impieghi complessivo nel quinquennio pari a 890 milioni di euro, la quota erogata dalle Banche Piccole e Minori è pari a 704 milioni (circa il 79%). In 4

5 termini percentuali, questi istituti bancari, in soli cinque anni, hanno accresciuto la propria quota di erogazione sul totale degli impieghi a Frosinone dal 22,8% al 34,6%, dato questo che conferma la crescente capacità delle piccole banche di porsi come punto di riferimento e interlocutore privilegiato nel recepire le necessità del territorio e di contribuire allo sviluppo dello stesso. Inoltre, l affermazione delle Banche Piccole e Minori, maggiormente attente alle esigenze delle realtà locali, costituisce un fattore molto importante in un territorio come quello frusinate, dove, accanto ad alcune grandi imprese, esiste un fitto tessuto di piccole e medie attività imprenditoriali. Va poi evidenziato, come già accennato in precedenza, che la riorganizzazione del sistema bancario nazionale è stata condizionata da un altro fenomeno tipico dei mercati finanziari più avanzati, e cioè l organizzazione in Gruppi. A tal proposito, è noto come da tempo l aggregazione delle banche sia sempre più considerata un fattore necessario, soprattutto per la pressione della concorrenza estera e dell appartenenza all Unione Monetaria Europea, aspetto questo confermato anche dal recente annuncio di fusione tra il gruppo Sanpaolo Imi e Banca Intesa, che diventerà il primo gruppo bancario italiano per dimensioni e fatturato 1. Il processo di concentrazione e aggregazione è un percorso necessario per effetto della pressione della concorrenza estera e dell appartenenza all Unione Europea con le banche italiane solo raramente in grado di acquisire quote di mercato all estero e più spesso oggetto di partecipazioni da parte delle grandi Banche straniere. In ogni caso i processi di fusione o incorporazione tra banche italiane sembrano aver subito un fisiologico rallentamento nel corso degli ultimi anni. Se, infatti, tra il 1996 e il 2000 si registrano, sulla base dei dati della Banca d Italia, oltre 150 fusioni e 113 acquisizioni tra istituti bancari italiani, nel quinquennio successivo le fusioni e le acquisizioni scendono rispettivamente a 83 e a 45. Diversamente restano pressoché stabili i movimenti di acquisizione di banche estere da parte di gruppi bancari italiani, con 20 operazioni tra il 1996 e il 2000 e 19 nei cinque anni successivi. Notevoli differenze si rilevano nelle diverse aree del Paese, con una maggiore aggregazione delle banche in gruppi nel Centro-Nord (31,2%, rispetto al 19,8% nel Mezzogiorno), dove sono presenti anche la maggior parte delle banche capogruppo (71 su 79 presenti in Italia); diversamente le banche libere, ossia non appartenenti ad alcun gruppo e che generalmente presentano dimensioni più contenute, pur essendo presenti sull intero territorio nazionale è nel 1 Non va dimenticato che i due poli in questione uniscono al loro interno tanti istituti che hanno fatto la storia della finanzia italiana; in particolare Banca Intesa nasce dalla fusione di Cariplo e Ambroveneto e dall acquisizione due anni dopo della Comit, mentre il gruppo torinese mette insieme il Sanpaolo con l Imi, aggregando agli inizi del nuovo decennio anche il Banco di Napoli e Cardine. 5

6 Mezzogiorno che tendono ad avere una maggiore quota di mercato. La principale conseguenza del riassetto organizzativo è stata, comunque, la perdita di autonomia dei principali istituti di credito del Sud, essendo questi stati acquisiti dai gruppi bancari del Centro-Nord, con conseguente progressiva diminuzione delle quote di mercato detenute dalle banche con sede nel Mezzogiorno. In particolare, osservando la dinamica degli impieghi detenuti dagli istituti creditizi con sede nel Centro-Nord e nel Mezzogiorno, si nota come, a fine 2005, solo il 5,8% degli impieghi bancari fa riferimento a banche meridionali a fronte del 7,4% nel 2000, mentre gli istituti di credito del Centro-Nord gestiscono il 94,2% dei prestiti erogati nel Paese. Tab.2 Impieghi bancari delle banche con sede nel Centro-Nord e Mezzogiorno (Anni ) Impieghi (Milioni di euro) Banche con sede nel Mezzogiorno Incidenza sul totale impieghi banche (%) Impieghi (Milioni di euro) Banche con sede nel Centro-Nord Incidenza sul totale impieghi banche (%) Diff Diff. Nord-Ovest ,6 0,8-0, ,4 99,2 0,7 Nord-Est ,3 0,6-0, ,7 99,4 0,6 Centro ,5 1,8-1, ,5 98,2 1,7 Mezzogiorno ,9 34,0-5, ,1 66,0 5,8 ITALIA ,4 5,8-1, ,6 94,2 1,6 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia Questi dati evidenziano come negli ultimi anni il sistema bancario si sia profondamente trasformato e concentrato nella proprietà, contribuendo a cambiare la geografia del credito in Italia, al punto da poter parlare di mercati regionali del credito, tanto sono elevati i differenziali regionali in termini di tassi di interesse, condizioni di pagamento e disponibilità del capitale di debito. Il processo di irrobustimento del sistema bancario ha portato, tra le altre cose, ad un forte aumento del numero di sportelli (+11,7% in Italia tra il 2000 e il 2005), ovvero ad un percorso finalizzato alla conquista di nuovi mercati; anche a Frosinone si è registrato un aumento del numero di sportelli (+10,5%), pur tuttavia la dotazione bancaria rapportata alla consistenza della popolazione e delle imprese è abbastanza contenuta rispetto alla media regionale e nazionale. Va, poi, osservato come nella provincia di Frosinone si registra una diminuzione dei finanziamenti a breve ed un aumento di quelli a medio e lungo termine, segno di una ripresa 6

7 degli investimenti, sostenuti anche da tassi di interesse contenuti. Si sottolinea, altresì, la diminuzione della quota di prestito bancario in mano ai principali affidati, indice questo che segnala come sia cresciuta la quota di impieghi destinata ad altri soggetti, primi fra tutti famiglie e piccole e medie imprese che spesso richiedono finanziamenti di importo decisamente più contenuto. Sembra, quindi, di scorgere segnali di una maggiore vicinanza del sistema creditizio alle esigenze e alle necessità finanziarie delle PMI, che hanno costituito per anni sia in Italia che a Frosinone un importante motore di sviluppo economico. Va però alimentato tale processo, in particolare nella provincia frusinate, visto che, analizzando lo stato dei rapporti tra imprese e sistema creditizio, emerge dall indagine sul campo come la maggior parte delle aziende evidenzi una limitata propensione a ricorrere ai fidi bancari e ad altre forme di finanziamento. Per quanto riguarda la richiesta di fidi, infatti, nell ultimo biennio solo il 40% delle imprese del territorio si è rivolto al sistema bancario per le proprie necessità di finanziamento, evidenziando una limitata attenzione verso le opportunità finanziarie che il sistema bancario può offrire per il mondo aziendale. Questa distanza tra imprese e credito è legata in parte ad aspetti culturali, con molti imprenditori poco propensi ad effettuare investimenti aziendali, e in parte ad una parziale insoddisfazione verso il sistema creditizio, ritenuto non sempre in grado di soddisfare le esigenze e di accompagnare il processo di crescita aziendale. Infatti, nonostante le imprese che esprimono una valutazione positiva in relazione a diversi fattori relativi al sistema creditizio siano superiori a quelle di opinione contraria, si rilevano ancora alcune aree di insoddisfazione. In particolare le valutazioni negative tendono a concentrarsi sul costo dei servizi, ritenuto elevato dalla maggior parte delle imprese, sulle garanzie richieste e sul costo del credito, ossia i due principali elementi del finanziamento, ritenuti elevati o inadeguati da oltre quattro imprese su dieci. La distanza tra parte del tessuto imprenditoriale e il sistema bancario appare ancora più evidente osservando la scarsa conoscenza delle imprese sui contenuti degli Accordi di Basilea II (conosciuti solo da una impresa su quattro), che disciplineranno il ricorso al credito e la concessione dei finanziamenti nell immediato futuro. 7

8 1. ASPETTI STRUTTURALI DEL SISTEMA CREDITIZIO IN PROVINCIA DI FROSINONE 1.1. La dotazione bancaria sul territorio Negli ultimi 10 anni il sistema bancario Italiano ha vissuto importanti trasformazioni, con l entrata nel mercato nazionale di investitori stranieri (attraverso l acquisizione di partecipazioni di Banche italiane e la costituzione di filiali), la privatizzazione di Istituti pubblici e la politica espansiva di alcune Banche italiane, con un conseguente processo di acquisizioni e fusioni che ha portato ad una riduzione complessiva del numero di banche: tra il 2000 e il 2005, le aziende bancarie operanti in Italia sono passate da 841 a 783, proseguendo un processo di concentrazione del sistema bancario in atto da diversi anni. Accanto alla riduzione del numero di banche si assiste ad una crescita in termini dimensionali delle stesse, con un incremento del numero di sportelli bancari, passati in Italia da poco più di 28 mila a quasi 31,5 mila (+11,7%), della raccolta media e dell ammontare dei finanziamenti mediamente erogati per Istituto bancario. In particolare, l aumento del numero di sportelli è legato alla scelta da parte delle aziende bancarie di avere una diffusione più capillare sul territorio nazionale per raggiungere livelli ottimali di raccolta e impiego di risorse creditizie. Nel Lazio la riduzione del numero di banche é un fenomeno che investe la sola provincia di Roma, all interno della quale le aziende bancarie passano, tra il 2000 e il 2005, da 48 a 43; nelle altre province, invece, non si registra alcuna variazione. In valori assoluti, la provincia che dopo Roma presenta il maggior numero di Istituti bancari è Viterbo (7), seguita da Frosinone e Latina (6), mentre chiude la graduatoria Rieti con appena 2 sedi di aziende bancarie. Anche nel Lazio si nota un incremento significativo degli sportelli (+15,1%), grazie ad una crescita sostenuta in tutte le province, che risulta particolarmente elevata a Roma (+16,4%), dove le maggiori risorse e la più alta operatività degli sportelli attrae in maggior misura nuovi insediamenti del sistema bancario. In terza posizione si colloca Frosinone, con una crescita del 10,5%, seguita da Viterbo (9,6%) e Rieti (7,8%), realtà provinciali più piccole in termini demografici e di consistenza del tessuto produttivo. 8

9 Tab. 3 Aziende bancarie e sportelli nelle province del Lazio e in Italia (Anni ) Banche Sportelli Var. (%) Var. (%) Frosinone ,5 Latina ,6 Rieti ,8 Roma , ,4 Viterbo ,6 Lazio , ,1 Centro , ,4 Italia , ,7 Fonte: Banca d Italia Oltre alla dotazione complessiva di strutture bancarie, è utile analizzare la diffusione sul territorio delle Banche Piccole e Minori soggetti questi che, come prima osservato, operando solitamente in limitati contesti territoriali, riescono meglio ad interpretare le esigenze del sistema socio-imprenditoriale locale rivestendo, di fatto, un ruolo estremamente importante in termini di opportunità di crescita e sviluppo economico. Per avere un idea chiara del peso delle Banche Piccole e Minori è sufficiente pensare che in Italia se ne contano 728 (su 783 Istituti bancari), le quali detengono oltre 11,4 mila sportelli (pari al 36,3% del totale nazionale); oltre uno sportello su tre appartiene, dunque, a questa tipologia di banche, un dato che conferma la loro importanza, in particolar modo in alcune aree del Paese. Inoltre, gli sportelli di queste banche sono in forte crescita non solo in Italia (+19,4%), ma soprattutto nel Lazio (+34,1%), all interno del quale proprio le banche minori hanno sostenuto l estensione dell intero sistema bancario regionale: tra il 2000 e il 2005, su 329 nuovi sportelli ben 197 (pari al 59,9%) appartengono a questa tipologia di banche che aumentano, di fatto, il loro peso all interno del territorio regionale dal 26,5% al 30,9%. A livello provinciale la crescita più elevata si è registrata a Roma (+43,1%), seguita da Latina (+35,6%) e Frosinone (+33,3%) in cui, comunque, gli sportelli delle Banche Piccole e Minori assumono un peso molto rilevante, passando nell ultimo quinquennio dal 33,3% al 40,2% del totale provinciale. Osservando, poi, l incidenza percentuale di questi sportelli sull intero sistema bancario, appare evidente come la diffusione sia strettamente correlata alle dimensioni del territorio: in contesti più piccoli come Rieti e Viterbo la maggior parte degli sportelli appartiene alle piccole banche (rispettivamente il 63,9% e il 53,3% del totale provinciale), seguono Frosinone (40,2%), Latina (35,9%) e in ultima posizione Roma, dove l affermazione delle grandi banche e di quelle a valenza nazionale ha lasciato in passato minore spazio alle piccole banche (25,7% del totale). 9

10 Tab. 4 Sportelli delle Banche Piccole e Minori nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori assoluti e percentuali) Sportelli Banche Piccole e Minori Incidenza sportelli Banche Piccole e Minori sul totale (%) Var. (%) Diff. Frosinone ,3 33,3 40,2 6,9 Latina ,6 30,6 35,9 5,3 Rieti ,2 63,6 63,9 0,2 Roma ,1 21,0 25,7 4,8 Viterbo ,3 51,1 53,3 2,2 Lazio ,1 26,5 30,9 4,4 Centro ,3 38,9 41,9 3,0 Italia ,4 33,9 36,2 2,3 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia La presenza di numerose aziende bancarie e la larga diffusione degli sportelli rappresentano fattori in grado di contribuire in misura significativa alla crescita economica di un territorio; in questo contesto appare particolarmente importante osservare il livello di diffusione degli sportelli bancari in rapporto alla popolazione residente e al numero di imprese che rappresenta un indicatore dell offerta del sistema creditizio in rapporto alla domanda potenziale: Il primo aspetto da rilevare è la crescita del livello dei due indici in tutti i livelli territoriali osservati e in tutte le province laziali, segno di una crescita dell offerta più elevata rispetto all aumento della popolazione residente e alla consistenza del tessuto produttivo, un fattore molto positivo che avvicina il sistema bancario al territorio e che può contribuire allo sviluppo economico della regione. Relativamente al primo indicatore il primato tra le cinque province laziali spetta alla provincia di Viterbo (6,5 sportelli ogni 10 mila abitanti), mentre relativamente al numero di imprese attive il valore più alto appartiene alla provincia di Roma (8,17 ogni imprese), evidenziando ancora una volta la maggiore attenzione del sistema bancario verso questo territorio, in grado di offrire maggiori opportunità per una più alta disponibilità di risorse e per i maggiori investimenti effettuati da parte delle imprese. Per entrambi gli indici Frosinone si colloca in quarta posizione, precedendo nel Lazio la sola provincia di Latina, con valori decisamente inferiori sia alla media regionale, sia a quella nazionale: per quanto riguarda gli sportelli ogni 10 mila abitanti, si rileva nella realtà frusinate un valore dell indice pari a 3,66, a fronte del 4,76 regionale e del 5,39 nazionale; relativamente al numero di agenzie bancarie ogni imprese il valore della provincia di Frosinone è pari a 4,71 contro 6,92 del Lazio e 6,15 dell Italia. Le differenze tra la realtà locale e il resto del 10

11 territorio regionale e nazionale evidenziano, nonostante l estensione del tessuto bancario in atto negli ultimi anni con una forte crescita delle piccole banche, una minore diffusione del sistema creditizio nella provincia di Frosinone, un fattore che può in parte limitare le opportunità di crescita economica. Graf.1 Sportelli bancari ogni abitanti nelle province del Lazio e in Italia (Anni 2000 e 2005) ,5 6,02 5,42 5,39 5,07 4,95 4,76 4,87 4,31 4,19 3,66 3,32 3,27 2,87 Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia e Istat Graf. 2 Sportelli bancari ogni imprese nelle province del Lazio e in Italia (Anni 2000 e 2005) ,91 8,17 6,43 6,61 6,92 6,49 5,82 6,15 5,54 5,09 4,55 4,71 3,43 3,67 Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia e Infocamere Particolarmente interessante è anche la disamina dell ammontare medio dei depositi e degli impieghi per sportello bancario, che consente di rilevare, oltre all operatività degli sportelli stessi, le possibilità di nuovi insediamenti sul territorio da parte delle aziende bancarie. La 11

12 presenza di valori di depositi e impieghi elevati è uno dei fattori che può, infatti, incentivare la localizzazione di nuove filiali. Nel Lazio, ad esempio, si rileva la presenza di un ammontare medio di depositi (37,5 milioni di euro) e impieghi (circa 63 milioni) decisamente superiore ai corrispettivi nazionali (rispettivamente 22 e 39,3 milioni), un aspetto che ha incentivato gli investimenti del sistema bancario all intero della regione, dove l aumento degli sportelli è stato superiore a quello mediamente registrato a livello nazionale. Particolari differenze si registrano però nel Lazio tra le 5 province, con valori particolarmente elevati a Roma, per i motivi più volte indicati, e decisamente più contenuti negli altri territori; Frosinone si colloca per entrambi gli indici in terza posizione dopo Roma e Latina, con una media di 16,6 milioni di euro di depositi e circa 24 milioni di prestiti. Accanto ai valori relativi al 2005, però, è interessante rilevare la crescita registrata negli ultimi 5 anni su tutti i livelli territoriali osservati, segno di un incremento dei depositi e degli impieghi bancari superiore all aumento degli sportelli, variazioni che hanno contribuito alla crescita degli investimenti del sistema bancario sul territorio e alla localizzazione di nuove filiali per la conquista di nuovi spazi di mercato. A Frosinone l aumento dei depositi per sportello è stato tra il 2000 e il 2005 del 21%, superiore quindi sia all incremento medio nazionale (+18,9%) sia, pur di poco, a quello regionale (+20,7%). Meno positivo è l incremento degli impieghi medi per sportello (+14,5%), inferiore alla media nazionale (+21,7%) e del Lazio (15,3%). Tab. 5 Depositi e impieghi medi per sportello nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori in migliaia di euro) Depositi per sportello Impieghi per sportello Var. (%) Var. (%) Frosinone , ,5 Latina , ,9 Rieti , ,1 Roma , ,0 Viterbo , ,8 Lazio , ,7 Centro , ,3 Italia , ,7 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia 1.2 L operatività del sistema bancario Gli indicatori finora presi in esame forniscono una prima valutazione del quadro operativo del sistema bancario locale e nazionale. Occorre, però, approfondire l analisi sull operatività del 12

13 sistema creditizio nel territorio frusinate, andando ad osservare le dinamiche degli impieghi e dei finanziamenti sia dal lato dei ricettori che delle aziende di credito. La scelta di esaminare le dinamiche degli impieghi bancari sia dal lato delle banche che dei clienti è dettata, inoltre, dalla considerazione che gli stessi, rappresentando l insieme dei crediti concessi a soggetti non bancari, misurano sia quanto le banche sono disposte ad investire in un determinato contesto territoriale, sia la propensione delle famiglie e delle imprese a ricorrere al capitale di debito per le proprie necessità finanziarie. È bene sottolineare, a tal proposito, che le dinamiche degli impieghi sono condizionate, infatti, non solo dalle scelte di finanziamento operate dagli istituti di credito, ma anche da fattori, quali i tassi di interesse, le politiche monetarie nazionali e internazionali, la propensione all investimento, la maggiore o minore disponibilità di risorse finanziarie dei soggetti non bancari, etc. che possono determinare forti oscillazioni nella richiesta di credito. Nel complesso in Italia gli impieghi bancari ammontano, a dicembre 2005, a 1,2 mila miliardi di euro, in crescita rispetto a dicembre 2000 del 35,9%, un aumento legato al buon andamento registrato in tutto il Paese con variazioni più sostenute nel Nord-Est (+42,5%) e nel Mezzogiorno (+39,3%) e più contenute nel Centro (+33,1%) e nel Nord-Ovest (+32,7%). Nel Lazio, la variazione degli impieghi, pur essendo positiva, è più contenuta (+21,6%) rispetto a quanto avvenuto mediamente in Italia; significative differenze si registrano all interno della regione, con variazioni comprese tra il 21% di Roma e il 40% di Rieti; la provincia di Frosinone si colloca in terza posizione con gli impieghi passati, tra il 2000 e il 2005, da 3,3 a 4,2 miliardi di euro, pari a una crescita del 26,5%. In questa provincia la crescita degli impieghi, pur essendo stata positiva, è stata in parte frenata della presenza di alcune difficoltà economiche che ha attraversato il territorio. Tab. 6 Impieghi bancari nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori assoluti in migliaia di euro) Impieghi bancari Var. (%) Frosinone ,5 Latina ,3 Rieti ,2 Roma ,1 Viterbo ,8 Lazio ,6 Centro ,1 Italia ,9 Fonte: Banca d Italia 13

14 Anche per gli impieghi è utile osservare le dinamiche delle Banche Piccole e Minori, al fine di rilevare in misura più puntuale il loro contributo allo sviluppo del sistema locale. A livello nazionale gli impieghi di queste banche ammontano a circa 400 miliardi di euro, pari al 32,1% dei prestiti totali. Se si osservano le variazioni degli impieghi nell ultimo quinquennio è opportuno rilevare la significativa crescita registrata (+70,3%, a fronte del +35,9% del complesso delle aziende bancarie), segno di una crescente capacità di porsi come punto di riferimento e interlocutore privilegiato nel recepire le necessità del territorio e di contribuire allo sviluppo dello stesso: in soli cinque anni le banche minori hanno aumentato il proprio peso in termini di impieghi erogati dal 25,6% al 32,1%. Più sostenuta è stata la crescita degli impieghi delle Banche Piccole e Minori nel Lazio (+82,3%), grazie al forte incremento registrato a Latina (+114,2%), Frosinone (+92%) e Roma (+84,1%), ossia le province più grandi all interno delle quali queste strutture bancarie erano meno presenti rispetto ad altri territori e hanno dovuto recuperare il ritardo accumulato. Nelle piccole realtà, infatti, come Rieti e Viterbo, le banche locali hanno potuto affermarsi in anticipo rispetto ai sistemi più grandi, dove erano presenti in maggior misura le grandi banche. Con il passare degli anni le piccole banche hanno iniziato ad insediarsi anche in territori di maggiori dimensioni e economicamente più strutturati, per sfruttare le opportunità che questi erano in grado di offrire, grazie alle disponibilità finanziarie e alla più alta richiesta di finanziamenti per investimenti e alla capacità di essere competitive con le banche più grandi, anche grazie a un processo di aggregazione attraverso acquisizioni e fusioni. È in quest ottica che va letta la forte crescita delle banche piccole e minori, in termini di presenza e di impieghi sul territorio, all interno di realtà come quella di Roma e di province medio-grandi come Frosinone e Latina. Proprio in queste due province è interessante rilevare come la crescita degli impieghi sia legata quasi esclusivamente alle banche piccole e minori; in particolare nella realtà di Frosinone su un aumento degli impieghi bancari di 890 milioni di euro, la quota erogata da questi Istituti bancari è pari a 704 milioni. In termini percentuali queste banche hanno aumentato gli impieghi del 92%, a fronte di un incremento mediamente registrato dall intero sistema bancario provinciale del 26,5%. 14

15 Graf. 3 Impieghi delle Banche Piccole e Minori sul totale degli impieghi bancari nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori percentuali) ,9 55,2 49,0 54, ,6 35,7 32, ,8 21,4 15,6 23,8 16,9 25,3 25, Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia L affermazione delle Banche Piccole e Minori può rappresentare un fattore estremamente importante in un territorio come quello frusinate, dove accanto ad alcune grandi imprese esiste un fitto tessuto di piccole e medie realtà imprenditoriali. Inoltre, sulla base dei tassi di crescita registrati da queste banche è possibile prevedere per il prossimo futuro l acquisizione da parte delle Banche Piccole e Minori di una quota di mercato in termini di impieghi erogati superiore a quella degli sportelli presenti, una caratteristica già presente in altre realtà come Latina e Viterbo; in queste province, infatti, gli impieghi medi degli sportelli delle piccole banche sono superiori a quelli delle altre tipologie di banche, segno di una maggiore capacità di proporsi sul territorio. Tab. 7 Impieghi bancari delle Banche Piccole e Minori nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori assoluti in migliaia di euro) Impieghi Banche Piccole e Minori Incidenza impieghi Banche Piccole e Minori sul totale (%) Var. (%) Diff. Frosinone ,0 22,8 34,6 11,8 Latina ,2 21,4 35,7 14,3 Rieti ,0 54,9 55,2 0,3 Roma ,1 15,6 23,8 8,1 Viterbo ,8 49,0 54,8 5,8 Lazio ,3 16,9 25,3 8,4 Centro ,1 26,6 32,4 5,8 Italia ,3 25,6 32,1 6,5 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia 15

16 Per approfondire, poi, lo stato dei rapporti tra banche e imprese è utile osservare le dinamiche degli impieghi bancari erogati a favore del solo tessuto economico-produttivo. Tale aggregato è legato ovviamente alle scelte e alle necessità di credito espresse dalle imprese per le proprie esigenze finanziarie e per sostenere gli investimenti aziendali. A livello nazionale gli impieghi a favore delle imprese ammontano, infatti, a 720 miliardi di euro, pari al 58,2% del totale impieghi erogati dal sistema bancario; gli altri principali clienti sono le famiglie e la Pubblica Amministrazione. Più contenuto è il peso delle imprese nel Lazio (46,8%), dove incidono in misura significativa i finanziamenti a favore della Pubblica Amministrazione, legati ovviamente alla presenza degli organi di governo centrale. All interno del territorio regionale è interessante rilevare l elevato valore di Frosinone, dove quasi i due terzi (65,1%) degli impieghi sono assorbiti dal sistema produttivo, un aspetto legato agli alti finanziamenti concessi a favore di alcune grandi imprese del territorio. Osservando le variazioni rispetto al 2000 è possibile rilevare la crescita registrata degli impieghi a favore delle imprese in tutte le province, anche se con valori molto distanti: +38% a Rieti, +24,6% a Roma, +22,7% a Frosinone, + 21,8% a Latina e appena +10,9% a Viterbo, dove il sistema produttivo, costituito quasi esclusivamente da piccole imprese, attraversa una fase di difficoltà legata alla elevata vocazione agricola e alla produzione di beni e servizi di tipo tradizionale. A Frosinone, come nella maggior parte delle altre province, gli impieghi delle imprese, pur risultando in valori assoluti in crescita, perdono incidenza sul totale degli impieghi erogati dal sistema bancario (dal 67,2% al 65,1%), un aspetto legato al crescente ricorso al sistema bancario da parte delle famiglie per l acquisto di beni immobiliari. Tab. 8 Impieghi bancari delle imprese nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori assoluti in milioni di euro) Impieghi imprese Incidenza impieghi imprese sul totale (%) Var. (%) Diff. Frosinone ,7 67,2 65,1-2,0 Latina ,8 63,4 60,2-3,2 Rieti ,0 45,1 44,4-0,7 Roma ,6 44,3 45,6 1,3 Viterbo ,9 62,1 54,8-7,3 Lazio ,1 45,9 46,8 0,9 Centro ,2 53,3 53,3 0,0 Italia ,4 59,3 58,2-1,1 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia Particolarmente interessante è l esame dell evoluzione degli impieghi bancari medi per azienda 16

17 negli ultimi cinque anni, da cui è possibile rilevare la presenza o meno di una crescita del ricorso medio allo strumento del credito bancario per le esigenze aziendali. A livello nazionale il valore medio è passato, tra il 2000 e il 2005, da 111 a 140 mila euro, seguendo una crescita continua. Decisamente più contenuta è la crescita nel Lazio (+12,9%, da 180 a 230 mila euro), per effetto di un andamento positivo tra il 2000 e il 2003 e negativo negli ultimi due anni. Tab. 9 Impieghi medi per impresa nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori assoluti in euro) Var. (%) Frosinone ,9 Latina ,7 Rieti ,3 Roma ,6 Viterbo ,1 Lazio ,9 Centro ,8 Italia ,1 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia e Infocamere Ad ogni modo, ad eccezione di Rieti, dove la crescita è stata particolarmente sostenuta, in tutte le province laziali l aumento medio degli impieghi per azienda è stato inferiore a quanto registrato mediamente in Italia, segno di una minore erogazione a favore delle imprese nel Lazio rispetto a quelle localizzate nell area settentrionale del Paese. Accanto all andamento complessivo degli ultimi 5 anni, è interessante rilevare relativamente al 2005 l elevato valore medio registrato a Roma (284 mila euro per azienda), legato ovviamente alla presenza di numerosi grandi imprese che operano sul mercato nazionale e internazionale. Seguono molto distanziate, e al di sotto della media nazionale (135 mila euro), Frosinone (quasi 73 mila), Latina (70 mila), Viterbo (48 mila) e Rieti (40 mila). Il più alto livello di Frosinone rispetto alle altre province è legato, come detto, alla maggiore presenza sul territorio di grandi imprese attorno alle quali si sono localizzate numerose attività imprenditoriali, come nei casi di Anagni o Cassino. Un ulteriore indicatore utilizzato per analizzare l operatività del sistema bancario fa riferimento ai finanziamenti per cassa, costituiti dagli impieghi bancari al netto delle sofferenze, e distinti in finanziamenti di breve periodo (fino a 18 mesi), necessari generalmente per la gestione corrente, e di medio/lungo periodo, utilizzati invece nella maggior parte dei casi per finanziare gli investimenti aziendali. Una più alta incidenza dei finanziamenti a breve, generalmente, indica un maggior ricorso delle imprese al sistema bancario per far fronte a necessità nella gestione corrente, mentre al contrario un valore più basso segnala un maggior utilizzo delle risorse per 17

18 investimenti di medio e lungo periodo; questi ultimi oltre ad essere di fondamentale importanza per la crescita del territorio sono strettamente collegati allo stato di salute del sistema economico, al costo del credito, alle opportunità di finanziamento concesse dalle banche e al livello di fiducia da parte delle imprese stesse. Nel complesso è possibile rilevare nel 2005, rispetto al 2000, a livello nazionale, regionale e provinciale, una maggiore incidenza dei finanziamenti a medio e lungo termine sul totale dei finanziamenti, segno di una maggiore propensione dei soggetti non bancari (in particolare imprese e famiglie) ad allargare il proprio orizzonte temporale del capitale di debito. I finanziamenti oltre i 18 mesi sono, infatti, passati in Italia, tra il 2000 e il 2005, da 308 a 596 miliardi di euro, registrando una crescita del 93,2%; elevata, ma più contenuta, è stata la variazione anche nella regione Lazio (+50,4%), per effetto di una crescita più moderata a Roma (+47,7%). Nelle altre province laziali la crescita è stata particolarmente elevata a Rieti (+172,4%) e Latina (+122,3%), seguite da Viterbo (90,8%) e Frosinone (80,6%) il cui aumento è stato leggermente inferiore a quello nazionale. Nella realtà frusinate i finanziamenti di medio e lungo periodo passano nel periodo osservato da 748 a milioni di euro, un cambiamento che testimonia, pur in ritardo rispetto ad altre aree della regione e del Paese, l avvio di un processo di diversificazione delle scelte di indebitamento del tessuto socio-imprenditoriale locale. Graf. 4 Variazione dei finanziamenti bancari oltre il breve periodo nelle province del Lazio e in Italia (Anni 2000 / 2005, valori percentuali) Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia 47,7 50,4 80,6 90,8 93,2 122,3 172, Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia I finanziamenti a breve, al contrario, nella provincia di Frosinone registrano in valori assoluti 18

19 una netta riduzione tra il 2000 e il 2005 (-11,2%), a differenza di quanto avviene in Italia e nel Lazio, contesti in cui si registra un incremento a valori correnti comunque abbastanza contenuto (pari rispettivamente a +4,2% e a +5,1%) ed inferiore al livello di inflazione complessivo dell ultimo quinquennio. Per questi motivi appare evidente come ci sia stata nel contesto nazionale una inversione delle scelte di finanziamento, visto che i finanziamenti di breve periodo non rappresentano più la quota maggioritaria dei prestiti bancari. Tab. 10 Finanziamenti per cassa a breve termine nelle province del Lazio e in Italia (Anni 2000 e 2005; valori assoluti in milioni di euro) Finanziamenti per cassa a breve termine Incidenza finanziamenti a BT sul totale (%) Var. (%) Diff. Frosinone ,2 63,4 46,0-17,4 Latina ,2 53,8 32,7-21,1 Rieti ,7 42,9 24,2-18,7 Roma ,1 38,7 31,2-7,5 Viterbo ,1 51,6 36,1-15,4 Lazio ,1 39,7 31,5-8,2 Centro ,6 45,6 37,2-8,4 Italia ,2 56,4 41,1-15,3 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia 1.3 La rischiosità del credito L offerta creditizia e la relativa erogazione di risorse finanziarie sono strettamente condizionate dalla valutazione che gli istituti bancari compiono sulla rischiosità di un dato contesto territoriale. Occorre quindi affiancare l osservazione della dotazione bancaria e delle dinamiche dell erogazione di credito sul territorio con l analisi di dati ed indicatori sulla rischiosità del credito, ed in primis sulle sofferenze bancarie (cfr. Appendice Metodologica). È noto, infatti, che le sofferenze bancarie, aggregato che fa riferimento a situazioni non momentanee di insolvenza, hanno un ruolo importante nelle scelte di finanziamento operate dagli istituti di credito: se il loro livello è elevato, gli istituti di credito generalmente rivedono le loro politiche di finanziamento causando, a volte, fenomeni di razionamento del credito, con conseguenze facilmente intuibili anche sugli operatori economici virtuosi. Le sofferenze costituiscono, per così dire, una componente non economica della politica bancaria, qualificando il grado di rischiosità del territorio e di fiducia nel mercato, ed è quindi facilmente comprensibile che esse siano una delle principali variabili prese in considerazione dalle banche. 19

20 Relativamente alle sofferenze è possibile rilevare, tra il 2000 e il 2005, una forte riduzione in Italia con l ammontare in valori assoluti che passa da circa 54 a 44,9 miliardi di euro, in controtendenza rispetto all andamento degli impieghi bancari. La presenza di trend contrapposti ha portato ad una forte riduzione del peso delle sofferenze sugli impieghi bancari, passato, tra il 2000 e il 2005, dal 5,9% al 3,6%, un valore quest ultimo particolarmente contenuto rispetto al passato e che indica una migliore selezione del credito da parte delle banche italiane. Tab. 11 Sofferenze bancarie nelle province del Lazio e in Italia (Anni 2000 e 2005; valori assoluti in milioni di euro) Sofferenze bancarie Incidenza sofferenze sul totale impieghi bancari (%) Var. (%) Diff. Frosinone ,5 22,4 21,2-1,2 Latina ,6 20,9 13,9-7,0 Rieti ,0 11,1 6,9-4,2 Roma ,1 6,9 4,6-2,2 Viterbo ,9 17,0 8,4-8,6 Lazio ,9 7,9 5,5-2,4 Centro ,9 6,7 4,6-2,2 Italia ,7 5,9 3,6-2,3 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia Anche nel Lazio si è registrata una riduzione particolarmente sostenuta delle sofferenze bancarie, passate nei cinque anni considerati da 10,3 a 8,7 miliardi di euro (-15,9%); anche il peso delle sofferenze sugli impieghi si è ridotto dal 7,9% al 5,5%, confermando il migliore stato di salute del tessuto socio-economico regionale rispetto al All interno del sistema laziale, Frosinone si differenzia però dal resto del territorio regionale, registrando una crescita delle sofferenze particolarmente sostenuta (+19,5%), legata alle difficoltà registrate in particolar modo tra il 2001 e il nel 2003 da alcune imprese del territorio. In questi tre anni, infatti, il valore delle sofferenze è passato da 727 a 919 milioni di euro, per poi scendere nel 2005 a 899 milioni. In termini percentuali, il livello di sofferenze sugli impieghi si presenta a Frosinone particolarmente elevato, anche se in lieve riduzione rispetto al 2000 a seguito di un incremento meno sostenuto rispetto agli stessi impieghi bancari; in ogni caso la provincia frusinate presenta, all interno del territorio nazionale, l incidenza percentuale delle sofferenze sugli impieghi bancari più alta (21,2%), elemento negativo che può incidere fortemente sul rapporto tra banche e imprese in termini di finanziamenti erogati e di tassi applicati e che può pregiudicare le opportunità di crescita del territorio. 20

21 Graf. 5 Sofferenze bancarie sugli impieghi nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori percentuali) 25,0 22,4 21,2 20,9 20,0 15,0 10,0 5,0 13,9 11,1 6,9 6,9 4,6 17,0 8,4 7,9 5,5 5,9 3,6 0,0 Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Italia Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia Prima di proseguire nell analisi è opportuno precisare che l indicatore appena esaminato presenta dei limiti dovuti al fatto che il rapporto è costituito partendo da dati di stock e non di flusso e non consente, quindi, una lettura del grado di accrescimento delle nuove sofferenze e del loro peso sul totale degli impieghi. Per questo motivo viene introdotto un indicatore dinamico che tiene conto dei flussi originatesi in un determinato periodo e non della consistenza delle sofferenze pregresse, eliminando, in tal modo, possibili effetti distorsivi. È possibile quindi osservare il tasso di decadimento dei finanziamenti per cassa (calcolato in questa sede per il settore imprese) che pone in relazione l ammontare dei flussi di credito entrati in sofferenza in un dato trimestre rispetto al volume dei finanziamenti, censiti in centrale dei rischi, non considerati in tale situazione. Per una maggiore facilità di lettura è possibile osservare il grafico che segue dal quale appare evidente come nella provincia di Frosinone, salvo un breve periodo, il valore dell indice è sempre superiore a quello mediamente registrato nel Lazio, nel Centro e in Italia, confermando la maggiore rischiosità del territorio. 21

22 Graf. 6 - Tasso di decadimento dei finanziamenti per cassa delle imprese in provincia di Frosinone, nel Lazio e in Italia (Anni ; valori percentuali) 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 mar-03 mag-03 lug-03 set-03 nov-03 gen-04 mar-04 mag-04 lug-04 set-04 nov-04 gen-05 mar-05 mag-05 lug-05 set-05 nov-05 Frosinone Lazio Centro Italia Fonte: Banca d Italia Per agevolare il confronto tra i diversi territori è possibile osservare il tasso di decadimento medio annuale nell ultimo triennio, dal quale appare evidente come Frosinone presenta valori superiori alla media regionale e nazionale, confermando una maggiore difficoltà delle imprese del territorio, con una più alta incidenza dei crediti entrati in sofferenza rispetto al volume dei finanziamenti. In questo contesto è opportuno precisare che, ad eccezione di Roma, le altre tre province laziali presentano tutte valori mediamente superiori a Frosinone e al dato nazionale, confermando le maggiori difficoltà di crescita economica da parte non solo della provincia ma anche delle altre realtà più piccole. Limitando l osservazione dei dati al frusinate, la media annuale del tasso di decadimento è pari a 0,59% nel 2003, a 0,55% nel 2004 e a 0,58% nel 2005 a fronte di valori nazionali nei tre anni rispettivamente pari a 0,53%, a 0,37% e a 0,32%; nel complesso, quindi, mentre in Italia il tasso di decadimento si presenta in forte calo, nella provincia di Frosinone resta particolarmente elevato in tutti e tre gli anni considerati, confermando le maggiori difficoltà economiche del territorio. 22

23 Tab. 12 Tasso di decadimento dei finanziamenti per cassa delle imprese nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori percentuali) Media 2003 Media 2004 Media 2005 Media periodo Frosinone 0,59 0,55 0,58 0,58 Latina 1,15 0,97 0,74 0,95 Rieti 0,33 1,46 1,16 0,99 Roma 0,49 0,31 0,19 0,33 Viterbo 0,85 0,38 0,58 0,60 Lazio 0,51 0,34 0,23 0,36 Centro 0,51 0,39 0,32 0,41 Italia 0,53 0,37 0,32 0,40 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia Un ulteriore indicatore della rischiosità del credito è costituito dalla concentrazione dei finanziamenti; per questo motivo appare particolarmente interessante osservare l incidenza dei prestiti relativi ai principali 20 e 50 affidati sull insieme dei finanziamenti erogati. Il primo aspetto da rilevare è la riduzione del livello di concentrazione dei finanziamenti, ad eccezione di Latina, in tutte le altre province laziali e in Italia, un aspetto legato al processo di frammentazione dell economia e al conseguente aumento del numero di imprese che si rivolgono al sistema bancario. Proprio Frosinone è la provincia ad aver registrato in questi cinque anni la riduzione del livello di concentrazione dei finanziamenti più sostenuta. Tab. 13 Finanziamenti per cassa ai principali 20 affidati nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori assoluti in milioni di euro) Finanziamenti ai principali 20 affidati Incidenza sul totale dei finanziamenti bancari (%) Var. (%) Diff. Frosinone ,0 34,3 21,3-13,0 Latina ,8 16,2 20,5 4,3 Rieti ,7 32,1 24,2-7,9 Roma ,9 50,2 40,3-9,8 Viterbo ,3 16,9 9,4-7,5 Lazio ,9 47,3 37,9-9,4 Italia ,1 13,0 8,5-4,5 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia Focalizzando l attenzione sull ultimo anno si rileva una più alta concentrazione dei finanziamenti a Roma dove appena 20 soggetti assorbono il 40,3% dei finanziamenti bancari, seguita da Rieti (24,2%) e Frosinone (21,3%). In valori assoluti i finanziamenti corrisposti ai primi 20 affidati passano tra il 2000 e il 2005 a Frosinone da 701 a 533 milioni di euro (-24%), confermando le difficoltà attraversate da alcune grandi imprese del territorio e la minore 23

24 conseguente richiesta di finanziamenti per investimenti. Estendendo il dato ai primi 50 affidati, l incidenza sul totale dei finanziamenti registra ovviamente un aumento, raggiungendo il 48,6% a Roma, il 31,1% a Rieti e il 29,7% a Frosinone, che si conferma terza provincia laziale per livello di concentrazione dei fidi erogati dal sistema bancario. Anche in questo caso si conferma a Frosinone una riduzione dell ammontare corrisposto ai principali 50 affidati, passato da 913 a 743 milioni di euro (- 18,6%), determinato però quasi esclusivamente dalla diminuzione dei finanziamenti concessi ai principali 20. La diminuzione della quota di prestito bancario in mano ai principali affidati è anche indice di una crescita degli impieghi di soggetti, primi fra tutti famiglie e piccole e medie imprese, ossia di una maggiore attenzione delle banche, rispetto al passato, alle esigenze e alle necessità finanziarie di una componente importante del tessuto imprenditoriale locale rappresentata dalle PMI. Tab. 14 Finanziamenti per cassa ai principali 50 affidati nelle province del Lazio e in Italia (Anni ; valori assoluti in milioni di euro) Finanziamenti ai principali 50 affidati Incidenza sul totale dei finanziamenti bancari (%) Var. (%) Diff. Frosinone ,6 44,7 29,7-15,0 Latina ,7 26,4 27,3 0,9 Rieti ,9 41,2 31,1-10,1 Roma ,8 59,9 48,6-11,3 Viterbo ,8 26,7 15,4-11,3 Lazio ,1 56,3 45,6-10,7 Italia ,9 18,1 13,4-4,7 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia Analizzando da ultimo il livello del costo del denaro, parametro questo che riflette le problematiche della rischiosità del credito in un dato contesto, va prima di tutto segnalato come analizzando i valori assoluti registrati a fine 2004, emerge tuttora l esistenza di uno squilibrio territoriale: nel contesto della nota disomogeneità del tessuto economico italiano, l attenta lettura ed interpretazione dei dati relativi ai tassi di interesse a breve termine conferma, infatti, le storiche disparità che caratterizzano le diverse aree del Paese. 24

25 Fig. 1 Distribuzione provinciale del tasso di interesse a breve termine (Anno 2004) Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d Italia Si sottolinea, altresì, come gli evidenti squilibri territoriali nei livelli di sviluppo raggiunti a livello locale, sono causati anche da condizioni più gravose nell accesso al credito; non a caso, nel rapporto tra valore aggiunto pro capite e tassi d interesse provinciali, le aree del Mezzogiorno si collocano nella parte inferiore della retta di regressione, cioè nell area del grafico che associa un basso valore aggiunto e più alti tassi d interesse (cfr. Graf.7). In questo contesto, Frosinone rappresenta una realtà locale che, pur mostrando un livello di 25

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