Prestiti alle famiglie per acquisto di abitazioni. (variazioni % a/a a luglio 2009) 0,7

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1 Prestiti alle famiglie per acquisto di abitazioni (variazioni % a/a a luglio 29) Area euro -,2 Italia 5,2 Francia 2,9 Spagna,7 Germania -,6 Fonte: Bce Pag. 4 - Più che in altri paesi europei, segnali di recupero si rilevano in Italia nel ritmo di espansione dei prestiti per l'acquisto di abitazioni che, su base annua, si porta al +5,2% in luglio. Nel complesso, la crescita del credito alle famiglie si attesta al +4,1% in Italia mentre si colloca al +2,3% in Francia e risulta pressoché nulla (-,2%) in Germania. Decelera in Italia come in Francia e Germania il saggio annuo di espansione dei prestiti alle imprese che in tutti e tre i paesi si colloca in luglio su valori compresi tra l'1 e il 2% settembre 29 Pag. 8 - Le rimesse degli emigrati costituiscono un importante flusso di risorse a vantaggio delle economie emergenti e per quelle in via di sviluppo. Secondo la Banca Mondiale il valore delle rimesse si è attestato a 328 miliardi di dollari. L'invio di rimesse è un fenomeno che riguarda 19 milioni di persone pari a circa il 3% della popolazione mondiale. In Italia il flusso di rimesse in uscita ha raggiunto nel 28 i 6,3 miliardi di euro, con un aumento del 6% rispetto al 27. Direttore responsabile: Giovanni Ajassa tel giovanni.ajassa@bnlmail.com Banca Nazionale del Lavoro Gruppo BNP Paribas Via Vittorio Veneto Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 159/22 del 9/4/22 Le opinioni espresse non impegnano la responsabilità della banca.

2 Editoriale: lo snodo degli investimenti Consumi e investimenti in Italia (var. % sul trimestre precedente) 2, 1,, -1, -2, -3, -4, -5, -6, -7,,7,2,4,, -,3 -,6 -,5,,1,3 -,4 -,1 -,6-1, -1,2-2,5-2,9-5, -6,1 27 I 27 II 27 III 27 IV 28 I 28 II 28 III 28 IV 29 I 29 II Spesa delle famiglie Investimenti fissi lordi Fonte: Istat Piccoli germogli crescono. I dati congiunturali diffusi da Istat e Banca d Italia sull andamento dell economia e del credito confermano i segnali di riavvio del ciclo. E aiutano a focalizzare l attenzione su alcuni snodi critici nel percorso verso una ripresa. Dal lato dell economia, l apertura dei risultati del prodotto interno lordo italiano nel secondo trimestre mette in evidenza un andamento dei consumi in miglioramento. La spesa delle famiglie italiane, che da sola spiega il 59 per cento del prodotto nazionale, torna a segnare un lieve incremento rispetto ai primi tre mesi dell anno. Questo accade sia al netto che al lordo dell inflazione, stante il favorevole apporto dato al quadro congiunturale dal quasi-azzeramento del ritmo di crescita dei prezzi al consumo. Con un incremento trimestrale dello,3% il risultato dei consumi in Italia è lo stesso che si registra in Francia, paese che come la Germania risulta aver spezzato la spirale recessiva già a metà del 29. Guardando alle variazioni su base annua ovvero confrontando la situazione della metà del 29 con quella di dodici mesi prima la riduzione percentuale della spesa degli italiani si attesta poco al di sotto del 2 per cento contro un calo annuo del PIL che è di 6 punti percentuali se valutato a prezzi costanti e di 3,9 punti percentuali se considerato in valori correnti. Le buone notizie provenienti dai consumi si associano alla prosecuzione del calo delle scorte. Dopo il primo segnale giunto in primavera, arriva la conferma che i magazzini delle imprese continuano a ridursi creando così lo spazio per tornare in futuro a produrre anche per ricostituire gli stock. Il contributo della domanda estera netta dato dal saldo tra esportazioni e importazioni rimane negativo, ma migliora nettamente rispetto agli andamenti precedenti. Ciò che, invece, ancora appare molto debole è l andamento degli investimenti, fatta eccezione della componente dei mezzi di trasporto che, al pari dei consumi delle famiglie, ha favorevolmente risentito delle 2

3 misure anti-crisi sulla rottamazione. Rispetto al trimestre precedente il totale degli investimenti fissi lordi in Italia è calato in Italia del 2,9%. Nello stesso periodo, gli investimenti sono diminuiti solo dell 1% in Francia e sono addirittura aumentati dell,8% in Germania. In ragione d anno l Italia accusa un calo, a prezzi costanti, del 15,4%: una flessione di misura pressoché doppia rispetto a quanto registrato in Germania (-8,3%) e in Francia (-7,1%). Le differenze di andamento che si rilevano tra consumi e investimenti trovano un immagine speculare nelle dinamiche congiunturali che in Italia percorrono i crediti verso le famiglie e quelli alle imprese. A giugno e a luglio del 29 la crescita annua dei prestiti alle famiglie, che si era quasi azzerata sul finire dell anno scorso, risale al di sopra del 4%. Viceversa, decelera il ritmo annuo di espansione dei prestiti alle imprese che, secondo quanto riportato nell ultimo bollettino Moneta e banche della Banca d Italia, si attesta a luglio al +1,3% in Italia. Un analogo rallentamento appare intervenire anche in Germania e Francia, dove la crescita del credito alle società non finanziarie scende a luglio 29 al +1,9%. La decelerazione del credito alle imprese, dovuta in grande misura alla riduzione della domanda, interviene nonostante la netta discesa dei tassi di interesse. In Italia, tra ottobre 28 e luglio 29, i tassi medi di interesse sulle nuove operazioni di prestito alle società non finanziarie si sono dimezzati, passando dal 5,84% al 2,68%. Il riavvio di un ciclo di investimenti da parte delle imprese appare uno snodo decisivo in vista della ripresa. Un consistente rilancio del processo di accumulazione del capitale produttivo fisico, organizzativo e umano dell industria rappresenta un passaggio essenziale per superare, in un orizzonte di medio periodo, le pesanti eredità che la recessione lascerà sul mercato del lavoro e per risollevare il cosiddetto PIL potenziale del paese. La crisi globale e la successiva recessione hanno colto il sistema delle imprese italiane nel mezzo di una profonda ristrutturazione. Negli anni successivi all adozione dell euro è cresciuto grandemente il tasso di internazionalizzazione delle nostre imprese, tanto da portare nel 27 a 1,3 milioni il numero di addetti di aziende italiane all estero. Accanto all internazionalizzazione, lo sforzo che le imprese avevano intrapreso e che ora rimane prioritario è quello dell innovazione. Creare un ambiente economico e sociale più propenso all innovazione diventa in questa fase della crisi un impegno non solo per le imprese, ma per tutti quegli altri sistemi dal credito alla ricerca, dall istruzione alla pubblica amministrazione, dai trasporti all energia che concorrono a fissare il tasso di attrazione degli investimenti in un singolo territorio rispetto al resto del Mondo. Giovanni Ajassa 3

4 I prestiti ipotecari alle famiglie italiane crescono più che nell area euro C. Russo In Italia gli ultimi dati disponibili relativi alle principali grandezze bancarie indicano una dinamica dei prestiti in moderazione a luglio (+2,1% a/a, +3,1% a/a a giugno) e la conferma di un andamento sostenuto della raccolta interna (+1,5% a/a a luglio, +1,9% a/a a giugno). Nel confronto con gli undici paesi che per primi hanno aderito all area euro emerge dal mese di marzo il miglior andamento del credito ipotecario alle famiglie dell Italia: a luglio la crescita del 5,3% è stata tra le più elevate a fronte di andamenti particolarmente contenuti se non negativi rilevati all interno dell area. A marzo 29 la ricchezza finanziaria si è ridotta per il quinto trimestre consecutivo scendendo a miliardi (-5,7% a/a). Rispetto al secondo trimestre 27, periodo di inizio della crisi finanziaria, la riduzione è pari all 11,7% con un calo delle attività finanziarie delle famiglie di 443 mld. Nel I trimestre 29 si è registrato il flusso minimo di nuovi investimenti: si rileva solamente una redistribuzione della ricchezza tra i diversi strumenti di investimento finanziari con una immissione di nuovi capitali storicamente contenuta. In Italia gli ultimi dati disponibili relativi alle principali grandezze bancarie indicano una dinamica dei prestiti in moderazione a luglio (+2,1% a/a, +3,1% a/a a giugno) e la conferma di un andamento sostenuto della raccolta interna (+1,5% a/a a luglio, +1,9% a/a a giugno). Come prevedibile alla luce del difficile quadro macroeconomico congiunturale, la dinamica dei prestiti alle società non finanziarie è risultata modesta (+1,3% a/a a luglio, +2,4% a/a a giugno). L ultima indagine trimestrale condotta dalla Banca d Italia sulle condizioni del credito nel nostro paese (luglio) sottolinea come la perdurante debolezza dei principali fattori di domanda da parte delle imprese (investimenti fissi, capitale circolante, operazioni di fusione/acquisizione) sia stata compensata solo in parte dalle richieste di ristrutturazione del debito. Tuttavia, il proporsi di alcuni segnali positivi, o quantomeno l attenuarsi delle tendenze negative registrate nei mesi scorsi da diversi indicatori congiunturali inducono le principali banche italiane ad attendere una crescita della domanda di prestiti nei prossimi tre mesi. Le più recenti rilevazioni dell indice di fiducia delle imprese elaborato dall ISAE e la tendenza degli ordini prospettano un futuro prossimo in miglioramento rispetto al recente passato. Inoltre, ad alimentare le aspettative favorevoli relative alla domanda di credito in Italia si aggiungono i risultati dell inchiesta congiunturale su inflazione e crescita che evidenziano un miglioramento delle condizioni di accesso ai finanziamenti e quindi condizioni più distese sul mercato del credito. Nei mesi passati l offerta di finanziamenti aveva risentito delle prospettive di un ulteriore peggioramento della situazione economica e del rapido deterioramento del tasso di decadimento 1, salito nei dodici mesi terminanti a giugno ad oltre il 2%. Una moderazione del ritmo di crescita del credito in corrispondenza di fasi negative del ciclo è peraltro un indicazione ampiamente confermata da molte 1 Flusso di nuove sofferenze in rapporto all ammontare dei prestiti regolari a inizio periodo. 4

5 analisi empiriche. I risultati di una recente ricerca del Fondo monetario internazionale 2 riferita a 21 paesi Ocse nel periodo confermano questa tendenza. Tasso di decadimento (valori %) 4, 3,5 3, 2,5 totale imprese non finanziarie famiglie consumatrici 2, 1,5 1,,5, giu-99 giu- giu-1 giu-2 giu-3 giu-4 giu-5 giu-6 giu-7 giu-8 giu-9 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Banca d Italia Nel mese di luglio anche la dinamica dei finanziamenti alle famiglie si è mantenuta su ritmi moderati (+4,1% a/a, +4,6% a/a a giugno) sostenuta soprattutto dall andamento dei prestiti per l acquisto di abitazioni (+5,3% a/a a luglio, +5,7% a/a a giugno), mentre la variazione del credito al consumo è stata negativa (-1,5% a/a a luglio, +4,6% a/a a giugno). Nel complesso, il confermarsi del ritmo di sviluppo dei finanziamenti ipotecari al di sopra del 5% pone l Italia tra i paesi in cui il credito alle famiglie risulta più dinamico a fronte di una variazione nulla o negativa rilevata tra i principali competitors dell area euro. Degli undici paesi che fin dall inizio hanno adottato la moneta unica quattro hanno registrato andamenti negativi dei prestiti ipotecari (Belgio, Germania, Irlanda e Paesi Bassi), per altri quattro la crescita è stata positiva ma inferiore a quella dell Italia (Spagna, Francia, Austria e Portogallo) e solamente per Lussemburgo e Finlandia la dinamica è stata più elevata. In effetti nell area euro l andamento dei prestiti a luglio è stato piuttosto debole: la crescita di quelli alle società non finanziarie pari al +1,5% a/a (+2,8% a/a a giugno) si confronta con una variazione nulla dei finanziamenti alle famiglie (+,2% a/a a giugno), conseguenza degli andamenti negativi del credito al consumo (-1,1% a/a a luglio, -,8% a/a a giugno) e dei prestiti per l acquisto di abitazioni (-,2,% a/a a luglio, +,1% a/a a giugno) mitigati solo in parte dall incremento degli altri prestiti (+1,5% a/a a luglio e giugno). Dopo la vivace evoluzione che negli anni passati ha caratterizzato quasi tutti i paesi dell euro area, nei mesi più recenti i prestiti ipotecari hanno registrato una significativa moderazione del tasso di crescita in considerazione del peggioramento del quadro macroeconomico e delle aspettative discendenti dei prezzi delle abitazioni. 2 Stijn Claessens, M. Ayhan Kose e Marco E. Terrones, What happens during recessions, crunches and busts?, 5 agosto 28. 5

6 Prestiti alle famiglie per acquisto di abitazioni (variazioni % a/a a luglio 29) Area euro -,2 Italia 5,2 Francia 2,9 Spagna,7 Germania -,6 Fonte: Bce Anche se la dinamica dei mutui nel corso di quest anno è stata la più bassa dall inizio della rilevazione (198) scendendo anche al di sotto del precedente minimo ciclico della fine del 21, la Banca centrale considera tale rallentamento un fisiologico processo di riassorbimento degli squilibri passati. Infatti, proprio a motivo del forte incremento dei finanziamenti ipotecari, l incidenza di questi sul Pil nominale è passata dal 25% del 1999 al 4% del 27. Nel nostro paese, nonostante l aumento medio del periodo considerato sia stato tra i più elevati (+18%) tra i paesi di più vecchia adesione alla Uem, il rapporto tra debito ipotecario e Pil è aumentato solo di 1 p.p. passando dal 7% al 17%. Crescita e livello iniziale dei prestiti alle famiglie per acquisto di abitazioni (variazioni %) Tasso di crescita dei prestiti medio annuo Fonte: Bce 4 SI CY 3 GR IE ES 2 IT MT FI PT NL AT BE LU 1 FR DE Rapporto debito ipotecario/pil nel 1999 La raccolta e la ricchezza finanziaria delle famiglie Procede sempre a ritmi elevati la crescita della raccolta bancaria interna (+1,8% a/a a luglio, +1,3% a/a a giugno) sostenuta dall ulteriore rafforzamento dei conti correnti 6

7 (+11,3% a/a a luglio, +9,8% a/a a giugno) e dei depositi rimborsabili con preavviso (+1% a/a a luglio, +9,5% a/a a giugno). A livello territoriale per le famiglie consumatrici i depositi totali a giugno hanno evidenziato tassi di crescita vivaci (+7% a/a) che nel Nord est hanno superato l 8% a/a. L incremento dei depositi dei nuclei familiari potrebbe riflettere sia il clima di incertezza relativo ai futuri redditi sia i bassi rendimenti offerti dalle attività alternative a breve scadenza. Gli effetti della crisi finanziaria ed economica, infatti, continuano ad avere ripercussioni sulla composizione ed evoluzione del portafoglio delle famiglie. A marzo la ricchezza finanziaria si è ridotta per il quinto trimestre consecutivo scendendo a miliardi (-5,7% a/a). Rispetto al secondo trimestre 27, periodo di inizio della crisi finanziaria, la riduzione è pari all 11,7%, corrispondente a 443 miliardi. Tale calo ha interessato per 453 miliardi le azioni e altre partecipazioni, per 153 miliardi i fondi comuni, per 28 miliardi le riserve assicurative compensati solo in parte dall incremento di depositi (17 miliardi) e delle obbligazioni (66 miliardi). La parte prevalente del portafoglio è concentrata ancor più che in passato su attività liquide (32%) e titoli obbligazionari (23%) a scapito della quota investita in titoli azionari e partecipazioni e fondi comuni (scesa al 2% e al 5% rispettivamente). Nel I trimestre 29 si è registrato il flusso minimo di nuovi investimenti vale a dire che vi è stata solo una redistribuzione della ricchezza all interno dei diversi strumenti finanziari senza immissione di nuovi capitali. 7

8 Le rimesse degli immigrati: un quadro internazionale S. Ambrosetti Nel 28 i flussi di rimesse a livello mondiale sono stati pari a circa 433 miliardi di dollari di cui 328 miliardi diretti verso i paesi in via di sviluppo. L invio di rimesse è un fenomeno che riguarda 19 milioni di persone pari a circa il 3% della popolazione mondiale. I trasferimenti effettuati verso il proprio paese dagli emigranti costituiscono una risorsa importante per molte economie emergenti, specie di dimensioni ridotte, per le quali le rimesse hanno un peso pari al 2-3% del Pil. Tra i paesi che ricevono i maggiori flussi di rimesse l incidenza più elevata sul Pil si registra nelle Filippine (11,7%), seguite dal Bangladesh (9,6%), e dal Vietnam (8,%). Tra le grandi economie emergenti il peso delle rimesse sul Pil risulta pari al 3,3% in India e all 1% in Cina. In Italia nel 28 i flussi di rimesse in uscita sono ammontati secondo i dati della Banca d Italia a 6,3 miliardi di euro, quasi il 6% in più rispetto al 27, un valore pari allo,4% del Pil. Tra il 2 e il 28 il valore del flusso annuale di rimesse verso l estero si è decuplicato. Nello stesso arco temporale gli importi annui pro-capite sono passati dai circa 45 euro a circa 1.8 euro. Nel caso dell Italia, il costo per l invio delle rimesse oscilla mediamente tra il 3,5% e il 6% dell importo trasferito, un valore sostanzialmente in linea con quello richiesto in Francia e Spagna. Più elevati invece i costi mediamente richiesti in Germania (tra il 5% e il 1%), Regno Unito (tra il 4% e l 11%) e Paesi Bassi (tra il 6% e il 13%). I minori costi di trasferimento si registrano in Arabia Saudita e Russia dove l ammontare complessivo delle spese oscilla mediamente tra l 1% e il 3,5%. Una risorsa importante per le economie emergenti Nell ultimo trentennio le rimesse degli immigrati a livello globale sono cresciute in misura considerevole divenendo la seconda fonte di flussi finanziari netti verso i paesi in via di sviluppo dopo i canali istituzionali. Il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale costituiscono le principali fonti di dati relativi alle rimesse. Tuttavia i flussi registrati ufficialmente nei dati di bilancia dei pagamenti sottostimano il fenomeno a causa dell esistenza di numerosi canali informali per il trasferimento di denaro. Il ricorso a vie alternative è maggiore per gli immigrati con bassi livelli di reddito, che cercano di evitare i maggiori costi dei canali ufficiali, e per gli immigrati clandestini. Il peso delle rimesse non ufficiali sul totale tende quindi ad essere più rilevante nei paesi in cui il fenomeno dell immigrazione clandestina risulta più accentuato. I dati più recenti evidenziano che nel 28 i flussi di rimesse a livello mondiale sono stati pari a circa 433 miliardi di dollari, dei quali circa 328 miliardi diretti verso i paesi in via di sviluppo, con una crescita del 15% rispetto all anno precedente (285 mld. di Usd). L invio di rimesse è un fenomeno che riguarda 19 milioni di persone pari a circa il 3% della popolazione mondiale. Nel 28 l Asia ha registrato un incremento delle rimesse in entrata assai superiore alla media mondiale (+33% per l Asia del sud e +2% per l Asia orientale) grazie soprattutto alla dinamica di India, Cina e Filippine mentre i flussi diretti verso l America latina e i Caraibi sono aumentati solo del 2% a causa della debolezza del mercato del lavoro statunitense. 8

9 L ultimo trimestre del 28 ha fatto registrare una forte flessione nella dinamica delle rimesse, frenata dal rallentamento economico a seguito della crisi finanziaria. I dati relativi ai primi mesi del 29 confermano un andamento negativo, soprattutto per i paesi la cui migrazione è diretta principalmente negli Stati Uniti, come il Messico e la Giamaica. Nei primi cinque mesi del 29 in Messico si è registrata una contrazione dell 11% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente, in Giamaica nel medesimo arco temporale la flessione ha raggiunto il 17%. Primi 1 paesi in via di sviluppo per afflusso di rimesse nel 28 (mld. di Usd) , 4,6 3 26,3 2 18,6 1 1,7 1, 9,5 9,4 9, 7,2 India Cina Messico Filippine Polonia Nigeria Egitto Romania Bangladesh Vietnam Fonte: Banca mondiale Le risorse inviate verso il proprio paese dagli emigrati costituiscono una risorsa importante per le economie emergenti. Il peso delle rimesse sul Pil in molti paesi caratterizzati da un economia di modeste dimensioni supera il 2% (Honduras, Giordania, Libano, Guyana), arrivando oltre il 3% (Moldova, Tonga) sino a raggiungere il 46% in Tajikistan. I flussi di rimesse occupano un ruolo di primo piano anche per l economia di paesi con dimensione più rilevante. Tra essi l incidenza maggiore si registra nelle Filippine (11,7% del Pil), seguite dal Bangladesh (9,6%), e dal Vietnam (8,%). Tra le grandi economie emergenti il peso delle rimesse sul Pil risulta pari al 3,3% in India e all 1% in Cina. Nonostante la flessione attesa per il 29, tra i vari flussi di risorse diretti verso i paesi emergenti le rimesse sembrano essere quelle più stabili. Lo sforzo crescente intrapreso da molti paesi per ridurre i flussi in entrata di immigrati ha determinato un restringimento delle quote di ingresso e a controlli più serrati alle frontiere. Questa circostanza ha portato tuttavia a un allungamento del tempo medio di permanenza degli immigrati nel paese di destinazione, che compensa in parte il rallentamento dei nuovi ingressi mantenendo i flussi di rimesse su livelli consistenti anche in una sitazione economica non favorevole. 9

10 Afflusso di rimesse in % del Pil nel 28 Cina 1, Polonia Messico 2,5 2,7 India 3,3 Romania 5,1 Nigeria Egitto 5,6 5,9 Vietnam 8, Bangladesh 9,6 Filippine 11, Fonte: Banca mondiale I flussi di rimesse dall Italia In Italia nel 28 i flussi di rimesse in uscita sono ammontati (dati Banca d Italia) a 6,3 miliardi di euro, quasi il 6% in più rispetto al 27, un valore pari allo,4% del Pil. La crescita delle rimesse verso l estero è aumentata in modo significativo negli ultimi anni. A partire dal 2, anno in cui l ammontare complessivo era inferiore a 6 milioni di euro, il valore totale si è decuplicato. Peraltro le statistiche rilevano solo i flussi che transitano attraverso i canali ufficiali, per cui il fenomeno da un punto di vista economico presenta certamente una maggiore rilevanza. Flussi annuali di rimesse dall Italia (milioni di euro) Fonte: Banca d Italia La lettura congiunta dei dati sulle rimesse e del numero di cittadini stranieri residenti ufficialmente in Italia consente di calcolare il valore pro-capite annuo dei trasferimenti 1

11 verso i paesi di origine. Anche in questo caso i dati evidenziano un aumento significativo degli importi negli ultimi otto anni. Si passa dai circa 45 euro annui del 2 a circa 1.8 euro del 28. La principale area di destinazione delle rimesse è l Asia, che con quasi 3 mld. di euro riceve oltre il 45% dei flussi in uscita dall Italia. La Cina (1,5 mld. di euro) è il paese che riceve l ammontare più elevato in assoluto, oltre un quarto del totale, seguita al secondo posto dalle Filippine (922 mln. di euro). Circa il 27% delle rimesse totali (1,7 mld. di euro) affluisce in paesi europei, in particolare in Romania, che con quasi 77 mln. di euro riceve il 12% del flusso totale, mentre il 15% è diretto verso i paesi africani, primi fra tutti il Marocco (333 mln. di euro) e il Senegal (262 mln. di euro). Tra i paesi del continente americano al primo posto si colloca il Brasile (16 mln. di euro, pari al 2,5% del totale). Aree di destinazione delle rimesse dall Italia nel 28 (valori %) Asia 45% Europa 27% America nord e sud 13% Africa 15% Fonte: Banca d Italia Nel 28 oltre il 6% del flusso di rimesse generate dagli immigrati in Italia è provenuto da tre regioni: Lazio (28%), Lombardia (2%) e Toscana (13%), mentre tra le province al primo posto è Roma con oltre il 26% del totale. Oltre alle grandi città un contributo significativo proviene da Prato (415 mln. di euro) che occupa il terzo posto assoluto dopo Roma e Milano generando il 6,5% del flusso complessivo. I costi per l invio di denaro nei paesi di origine Il costo da sostenere per effettuare una rimessa in molti casi è alto rispetto al reddito dei lavoratori migranti, agli importi inviati e al reddito di coloro che ricevono le rimesse. Il costo complessivo è solitamente composto da una commissione che varia in funzione dell importo inviato, un margine applicato sul tasso di cambio (nei casi in cui l invio comporti un cambio di valuta) e talvolta una commissione pagata da chi riceve la somma. Le componenti del costo dipendono inoltre dalla forma in cui la somma è consegnata al ricevente (contanti, accreditamento su un conto etc.), dalla velocità del trasferimento, e dalla completezza di informazioni fornite. 11

12 La poca trasparenza del mercato costituisce la causa principale dell elevato prezzo delle rimesse. Per questa ragione la Banca Mondiale a partire da settembre 28 ha creato un database che fornisce informazioni su 134 "corridoi Paese" a livello mondiale. I corridoi selezionati prendono in considerazione 14 dei principali Paesi invianti rimesse e 72 Paesi riceventi e rappresentano circa il 6% del totale delle rimesse destinate a Paesi in via di sviluppo. Nel caso dell Italia, il costo complessivo per l invio delle rimesse oscilla mediamente tra il 3,5% e il 6% dell importo da spedire a seconda del paese di destinazione e del canale prescelto. Il database della Banca mondiale (che riporta i valori in Usd) indica che per trasferire l equivalente di 5 Usd il costo totale da dover affrontare varia tra i 17 Usd per trasferimenti verso l India e i 3 Usd verso il Marocco, nel mezzo si trovano i costi verso le Filippine (18 Usd), la Romania (2 Usd) e la Cina (27 Usd). Complessivamente i costi sostenuti dagli immigrati in Italia sono allineati a quelli richiesti in molti altri paesi tra cui Francia e Spagna, mentre risultano inferiori a quelli mediamente richiesti in Germania (tra il 5% e il 1%), Regno Unito (tra il 4% e l 11%) e Paesi Bassi (tra il 6% e il 13%). I minori costi di trasferimento si registrano in Arabia Saudita e Russia dove l ammontare complessivo delle spese oscilla mediamente tra l 1% e il 3,5%. 12

13 Un cruscotto della crisi: alcuni indicatori Indice Itraxx Eu Financial Indice Baltic Dry gen-7 mar-7 mag-7 lug-7 set-7 nov-7 gen-8 mar-8 mag-8 lug-8 Index Itraxx EU Financial Sector set-8 nov-8 gen-9 mar-9 mag-9 lug-9 set gen-4 mag-4 set-4 gen-5 mag-5 set-5 gen-6 mag-6 set-6 gen-7 mag-7 set-7 gen-8 mag-8 set-8 gen-9 mag-9 set-9 Fonte: Datastream Fonte: Datastream I premi al rischio tornano a quota 81 pb. L indice dei noli marittimi risale a quota 25 nell ultima settimana Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent (Usd per barile) Brent scala sin.(in Usd) Cambio euro/dollaro sc.ds. gen-5 mar-5 giu-5 set-5 dic-5 mar-6 mag-6 ago-6 nov-6 feb-7 mag-7 lug-7 ott-7 gen-8 apr-8 lug-8 set-8 dic-8 mar-9 giu-9 set-9 1,6 1,55 1,5 1,45 1,4 1,35 1,3 1,25 1,2 1,15 1,1 Fonte: Datastream Il petrolio continua a muoversi intorno ai 7$ al barile, il tasso di cambio /$ tocca 1,45 Borse europee: indice Eurostoxx gen-7 mar-7 mag-7 lug-7 set-7 nov-7 gen-8 mar-8 mag-8 lug-8 set-8 nov-8 gen-9 mar-9 mag-9 lug-9 set-9 Fonte: Datastream Continua il rally delle borse europee: l indice tocca 28 13

14 Usa: indice dei prezzi delle case Case- Shiller composite 1 (var. % a/a) Italia: prestiti e depositi bancari (var. % a/a) 25, 2, 15, , 5,, 1 8 Depositi -5, -1, 6-15, -2, -25, 4 2 Prestiti gen- lug- gen-1 lug-1 gen-2 lug-2 gen-3 lug-3 gen-4 lug-4 gen-5 lug-5 gen-6 lug-6 gen-7 lug-7 gen-8 lug-8 gen-9 dic-6 mar-7 giu-7 set-7 dic-7 mar-8 giu-8 set-8 dic-8 mar-9 giu-9 Fonte: Datastream A giugno i prezzi delle case in flessione al - 15% su base annua, due punti percentuali in meno rispetto a maggio Fonte: Banca d Italia Prestiti in calo, sostenuti i depositi nel mese di luglio Italia: differenziale di rendimento Btp-Bund (punti base) mag-7 Diff. BTP-Bund lug-7 set-7 nov-7 gen-8 mar-8 mag-8 lug-8 set-8 nov-8 gen-9 mar-9 mag-9 lug-9 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Datastream Il differenziale di rendimento Btp-Bund permane su valori prossimi agli 8 pb gen-2 mag-2 ott-2 feb-3 Tassi di cambio yuan lug-3 CHEU.SP dic-3 apr-4 set-4 feb-5 Fonte: Banca d Italia giu-5 CHUSDSP nov-5 apr-6 ago-6 gen-7 giu-7 ott-7 mar-8 lug-8 dic-8 mag-9 Rimane stabile il tasso di cambio della valuta cinese contro euro e contro dollaro 8,5 8 7,5 7 6,5 6 14

15 Le previsioni sui prezzi Indice generale nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi Variazione % rispetto al periodo precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24,2,2,3,2,2,2,1,2,,,1,2,2 25,,3,3,2,3,,4,2,,2,1,,2 26,2,2,2,3,3,1,3,2 -,1 -,1,1,1,2 27,1,3,2,2,3,2,2,2,,3,4,3,2 28,4,2,5,2,5,4,5,1 -,3, -,4 -,1,2 29 -,1,2,1,2,2,1,,4 -,1 -,1,1,,1 21,2,2,3,2,3,1,2,2,,1,1,2,2 Variazione % rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24 2,2 2,3 2,3 2,3 2,3 2,4 2,3 2,3 2,1 2, 1,9 2, 2,2 25 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,8 2,1 2, 2, 2,2 2,2 2, 1,9 26 2,2 2,1 2,1 2,2 2,2 2,3 2,2 2,2 2,1 1,8 1,8 1,9 2,1 27 1,7 1,8 1,7 1,5 1,5 1,7 1,6 1,6 1,7 2,1 2,4 2,6 1,8 28 3, 2,9 3,3 3,3 3,6 3,8 4,1 4,1 3,8 3,5 2,7 2,2 3,3 29 1,6 1,6 1,2 1,2,9,5,,2,4,3,8,9,8 21 1,3 1,3 1,5 1,5 1,5 1,6 1,8 1,6 1,7 1,9 1,9 2,1 1,6 Indice generale armonizzato dei prezzi al consumo Variazione % rispetto al periodo precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24 -,6 -,1 1,,8,1,2 -,2 -,2,5,3,2,3,2 25-1, -,1 1,2,8,3, -,2 -,2,6,7,,,2 26 -,9 -,1 1,2,9,3,1 -,3 -,2,7,2,1,1,2 27-1,1,1 1,2,6,4,2 -,6 -,2,8,8,4,3,2 28 -,8,1 1,6,6,6,5 -,6,,5,5 -,5 -,1,2 29-1,7,2 1,2,6,2,2-1,2,3,5,2,1,1,1 21-1,,1 1,1,8,2,1 -,2 -,2,6,3,2,2,2 Variazione % rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24 2,1 2,5 2,3 2,3 2,3 2,4 2,3 2,4 2,2 2,1 2,1 2,4 2,3 25 2, 2, 2,2 2,1 2,3 2,1 2,1 2,1 2,2 2,6 2,4 2,1 2,2 26 2,2 2,2 2,2 2,3 2,3 2,4 2,3 2,3 2,4 1,9 2, 2,1 2,2 27 1,9 2,1 2,1 1,8 1,9 1,9 1,7 1,7 1,7 2,3 2,6 2,8 2, 28 3,1 3,1 3,6 3,6 3,7 4, 4, 4,2 3,9 3,6 2,7 2,4 3,5 29 1,4 1,5 1,1 1,2,8,6 -,1,2,2,,5,7,7 21 1,4 1,3 1,2 1,3 1,4 1,3 2,3 1,8 1,9 2, 2,1 2,2 1,7 Il presente documento è stato preparato nell ambito della propria attività di ricerca economica da BNL- Gruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come un offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari. 15

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