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2 Università degli Studi di Firenze Facoltà di Architettura - Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio Dottorato di Ricerca in Progettazione Urbana, Territoriale ed Ambientale XVIII Ciclo Elisa Palazzo IL PAESAGGIO NEL PROGETTO URBANISTICO

3 EDA e-book progetto editoriale a cura di Olimpia Niglio e Pietro Artale Direttore Scientifico Olimpia Niglio Direttore Responsabile Luca Parisato Responsabile di Redazione Anna Pietropolli Università degli Studi di Firenze Facoltà di Architettura - Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio Dottorato di Ricerca in Progettazione Urbana, Territoriale ed Ambientale XVIII Ciclo Comitato Scientifico Richard Horden Rubén Hernandez Molina Alberto Parducci Piero Piccardi Sergio Russo Ermolli Enzo Siviero Federica Visconti Redattori dalle Università Giuseppe De Giovanni Marzia Marandola Bruno Pelucca Alessio Pipinato Chiara Visentin Marco Zerbinatti Sito web Pietro Artale Enrico Bono Casa editrice il Prato via Lombardia 41, Saonara (PD) Elisa Palazzo IL PAESAGGIO NEL PROGETTO URBANISTICO Aprile 2010 Copyright EdA, Esempi di Architettura ISSN Autore Elisa Palazzo Titolo Il paesaggio nel progetto urbanistico Progetto grafico e impaginazione a cura dell autore In copertina Progetto per Lyon Confluence - Schizzo di Michel Desvigne Questo lavoro costituisce un estratto delle ricerche sviluppate per la redazione della mia tesi di Dottorato di Ricerca in Progettazione urbana territoriale ed ambientale tra il 2003 ed il 2006 e delle lezioni del corso di Gestione Urbana tenute tra il 2007 e il 2009 presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Un ringraziamento per l aiuto, il supporto e l incoraggiamento va al Prof. Gian Franco Di Pietro, a Bruno Pelucca e a tutti quanti hanno discusso con me il tema di studio.

4 INDICE Introduzione pag. 2 PARTE I Il progetto urbanistico tra città e paesaggio I.1 Il gioco del rovescio I.2 La città dentro il paesaggio La progressiva apertura della città verso lo spazio aperto del paesaggio rurale I grandi piani dell 800 impostati sul concetto di verde L utopia borghese delle città giardino F. L. Olmstead e i Park System americani I.3 Il paesaggio come valore d uso della città I grandi riferimenti dell urbanistica moderna ed il ruolo del paesaggio nella costruzione dei modelli urbani La città funzionalista ed il valore d uso del paesaggio Le realizzazioni del razionalismo I.4 Il paesaggio dentro la città I progetti e le realizzazioni a partire dalla critica all urbanistica funzionalista Lo spazio aperto verde come connettivo delle strutture insediative e fondamento della riflessione progettuale pag. 8 pag. 9 pag. 15 pag. 22 pag. 56 pag. 65 pag. 96 pag. 109 PARTE III Contributi per la definizione di una strategia del progetto urbanistico III.1 Il paesaggio come metodo Site specifi c planning. Sensibilità topologica e razionalità topografi ca La Mouvance. La dimensione temporale del territorio Artialisation. Percezione, signifi cati, pratiche, abitanti Sistema ambientale e urban design III.2 La verifi ca della teoria nelle operazioni concrete del progetto: La selezione dei progetti e il metodo di lettura Indice tematico dei progetti Progetti e sperimentazioni III.3 Un approfondimento: il progetto per Lyon Confl uence Il contesto ambientale e urbano Le strategie del progetto Il progetto urbano Un bilancio critico III.4 Limiti e sviluppi della ricerca PARTE II Il concetto di paesaggio come aspetto strutturale del progetto urbanistico: matrici culturali e teoriche II.1 La progettazione site specific come presupposto della ricerca Vittorio Gregotti: La forma del territorio Kevin Lynch: The sensed landscape Ian L. McHarg: Design with nature Robert Smithson: A sedimentation of the mind pag. 32 pag. 113 pag. 116 pag. 118 PARTE IV I materiali della ricerca IV.1 Bibliografi a IV.2 Fonti iconografi che IV.3 Siti web II.2 Le teorie del progetto in tre esperienze di ricerca Progetto implicito o il paesaggio come metodo Projet Urbain e Mouvance La dimensione temporale del territorio pag. 43

5 Introduzione 1

6 Negli ultimi tempi ho meditato seriamente sui problemi del paesaggio e dell architettura, ho tentato anche qualche esperimento, e ora vedo dove sbocca la via che percorro e quanto me ne rimane da compiere. J. W. Goethe 1 RAGIONI ED OBIETTIVI DELLA RICERCA Il problema maggiore con cui sembra debba confrontarsi la nostra società in termini di pianifi cazione del territorio è costituito dalla crisi profonda del concetto di distinzione tra città e campagna. Sebbene il processo di diluizione delle forme urbane nel paesaggio rurale abbia origini lontane nel tempo, 2 la nostra cultura è ancora marcata profondamente da questa coppia di categorie rappresentate dal mondo urbano e dal mondo rurale. La realtà fi sica delle nostre città, però, non coincide più completamente con questo modello premoderno. L espansione del costruito e del tessuto urbano nei territori agricoli e rurali ha determinato un mosaico di spazi ibridi articolato secondo un alternarsi di pieni e di vuoti, di città e campagna, senza alcun nesso apparente. La complessità dei territori è costituita dalla sovrapposizione di strati diversi sedimentati nel tempo secondo una logica misteriosa di cancellazioni e di permanenze che uno sguardo superfi ciale non può non classifi care che come caotico e incoerente. Nella realtà della pratica, l urbanistica è chiamata sempre più a confrontarsi con frammenti di città dentro la campagna e frammenti di campagna dentro la città senza avere a disposizione strumenti propri ed adatti alla loro comprensione e gestione. Bisogna rilevare, però, che questo discorso relativo alle nuove forme che la città sta assumendo in un inarrestabile processo di diluizione nel paesaggio è legato intimamente a questioni più generali di ordine ecologico. La progressiva sopraffazione dei caratteri ambientali del territorio da parte degli insediamenti costruiti e delle reti, iniziato per altro con la città industriale del XVIII secolo, ha raggiunto negli ultimi anni un altissimo grado di irreversibilità. Ciò rende urgente ed imprescindibile una maggior consapevolezza delle nostre responsabilità nei confronti dell ambiente naturale e degli habitat e la necessità di analizzare in profondità il rapporto tra progettazione dell ambiente naturale e progettazione degli insediamenti. In questo senso negli ultimi anni è riconoscibile un progressivo aumento dell interesse intorno a tematiche e discipline che si trovano ad operare a cavallo tra città e paesaggio. Specialmente nell ambito della tradizione progressista si è sviluppata una sensibilità per il ruolo positivo che gli spazi pubblici naturali, i parchi, i giardini, il verde in città, le aree agricole, gli orti metropolitani hanno nel riequilibrare l estrema artifi cialità della vita urbana rispondendo a logiche salutistiche e ricreative ma anche come luoghi di pratiche e di mobilità alternative e riserva di naturalità. Questa tendenza è riconoscibile a partire dagli ultimi anni specialmente in alcuni paesi europei come la Francia e la Germania in cui molte politiche urbane si sono andate gradualmente spostando sul discorso ambientale. In questo contesto di strumentazione urbanistica si stanno moltiplicando i casi di progettazione urbana in stretto rapporto con il contesto ambientale e paesaggistico sia che si tratti della proposta di nuovi insediamenti, sia che si tratti di riqualifi cazione e rivalorizzazione di luoghi esistenti. Si delinea quindi la necessità di individuare quali possano essere effettivamente i contributi che questa direzione offre agli strumenti operativi del progetto urbanistico, attraverso quali presupposti teorici e culturali, quali siano le direzioni che questa attitudine ha intrapreso fi no ad oggi nel panorama europeo e con quali modalità questo avvenga. In particolare si propone di indagare le potenzialità di metodi operativi in grado di ritenere la complessità e lo spessore dei luoghi e dei materiali dei nuovi territori suburbani in alternativa alla logica dei programmi e dei progetti esogeni. La ricerca indaga, in defi nitiva, intorno alla possibilità di ripensare la disciplina del progetto urbanistico a partire dal concetto di paesaggio come aspetto strutturale della città e alla verifi ca dei possibili apporti delle discipline ad esso afferenti in termini metodologici e operativi. 2

7 figura 1 after sprawl - Spazio aperto nel territorio densamente costruito tra Antwerp, Ghent, Brussels, Louvain. Geyter architects I presupposti della ricerca I presupposti della ricerca si sviluppano a partire dall osservazione del paesaggio di mezzo che caratterizza l ambiente suburbano della città contemporanea. È evidente come la progressiva dilatazione della città sia strettamente correlato alla sparizione del paesaggio rurale. L abbandono delle strutture economiche tradizionali, che modellavano e conformavano il paesaggio antropogeografi co 3, per un agricoltura di mercato ha messo in crisi prima di tutto il sistema morfologico delle aree rurali, la loro conformazione fi sica, il loro essere paesaggio. La perdita delle tecniche tradizionali e la trasformazione degli strumenti ha fatto si che l agricoltura corrente perdesse la capacità di radicarsi sulla geografi a dei luoghi rendendola intelligibile 4. La stessa cosa si può dire per quanto riguarda le reti dei trasporti, appoggiate indifferentemente sul territorio grazie a strumentazioni e tecniche che consentono il superamento, attraverso la cancellazione, di qualsiasi ostacolo orografi co. Il risultato di questi processi è stato quello dell impoverimento, dell indifferenziazione e della banalizzazione del mondo rurale, la perdita di biodiversità. L abbandono e la marginalizzazione dei terreni da una parte, la loro riscrittura secondo tecniche moderne dall altra hanno operato un cambiamento radicale nella struttura fi sica del mondo agricolo rendendo più sensibili i terreni alle forze di espansione immobiliare della città. Questo processo circolare che si propaga secondo un processo a macchia d olio ha determinato quello che oggi noi defi niamo paesaggio della dispersione insediativa e che caratterizza più o meno tutti gli insediamenti abitati. Più volte è stato fatto il tentativo di defi nirlo con nuove terminologie ma l esercizio di riempire il vuoto lessicale nominando non ne cambia la sostanza né arresta i fenomeni, né tanto meno ha contribuito a chiarire le ragioni della sua essenza. 5 Tra tutte le defi nizioni quella che ci sembra più precisa nel rivelare la complessità e profondità dei fenomeni e delle forme della città è quella di ipercittà di Andrè Corboz per la sua capacità di comprendere insieme, senza escluderne nessuno, tutti i materiali che costituiscono l essenza territoriale: reti infrastrutturali, centralità più o meno storiche, tracce di usi ed insediamenti desueti, pezzi di tessuti agricoli, strutture ambientali,, tutti leggibili con modalità diverse, interconnesse e trasversali, come in un gigantesco ipertesto. 6 In realtà è dall ecologia di paesaggio che ci proviene la prima chiave per una comprensione dei fenomeni della 3

8 città diffusa ed una loro parziale riabilitazione. Michel Corajoud sostiene, in questo senso che nell esperienza del progettista di paesaggio lo spazio della città, qualsiasi sia la sua conformazione, è da considerarsi come un vero e proprio ecosistema in cui tutti gli elementi, naturali o artificiali, tessono tra loro una molteplicità di scambi e mutue relazioni. 7 Questioni disciplinari Vari autori hanno sottolineato come la strumentazione urbanistica si sia dimostrata inadeguata a governare, strutturare e prevedere le forme della città suburbana. In particolare è stata messa in risalto l obsolescenza tematica e concettuale dell urbanistica del XX secolo nei confronti della dissoluzione delle forme della città. 8 Difatti l urbanistica tradizionale si è prevalentemente occupata di disporre e definire gli oggetti architettonici determinandone quantità e funzioni piuttosto che organizzarli e relazionarli tra loro, partendo dal presupposto del primato dell habitat umano sull ambiente naturale. Inoltre, storicamente, l urbanistica ha affi nato e applicato i suoi strumenti su contesti urbani come quelli dei centri storici e delle periferie consolidate mentre manca completamente di esperienza, modelli, riferimenti per quanto riguarda la città della dispersione insediativa dove le forze di mercato, senza regole e programmi prestabiliti, ed una molteplicità di microrazionalità determinano gli assetti morfologici del territorio. Ma allora quali sono i principi dobbiamo adottare per la trasformazione questi spazi senza un modello di riferimento? Come affrontare i meccanismi della grande scala se gli strumenti concettuali risultano operativi solo alle scale ridotte? 9 Queste domande spingono ad ampliare il campo della ricerca oltre i tradizionali confi ni disciplinari e a rivolgere lo sguardo a quelle pratiche in grado di confrontarsi con la scala, le forme e la dispersione dei nuovi territori, le problematiche ambientali e le preoccupazioni ecologiche. La rifondamentazione del processo progettuale L accelerazione nelle modificazioni dell ambiente urbano e rurale a tutte le scale esige la defi nizione di metodologie e strumentazioni progettuali effi caci sulle nuove forme di città a partire da nuovi presupposti. Scomparsa l opposizione tra città e campagna la rappresentazione mentale tradizionale della città non ha più corso, perché impedisce di ideare i mezzi necessari a guidare il divenire 10. E necessario quindi cambiare alcuni dei nostri presupposti, operare uno slittamento del nostro sguardo sui territori del paesaggio urbano contemporaneo per rintracciare nuove modalità nel fare e nell operare. La ricerca tenta di indicare qualche direzione percorribile individuando, innanzi tutto, tre questioni fondamentali: il superamento di una certa banalizzazione del dibattito sul paesaggio e sulla città diffusa a partire dal riconoscimento di una loro dimensione fi sica; la necessità di ricentrare il discorso intorno alle specificità disciplinari del progetto urbanistico e alle sue competenze su forma e rifl essione sperimentale; il ricorso all ambito operativo delle discipline paesaggistiche. 1 - la progettazione in un ottica site specific 11 Le analisi dei materiali costituenti la città portano inevitabilmente a riconoscere l unicità di ogni situazione urbana contingente e la specificità di ogni territorio. 12 La successione storica di orografia, reti idrografiche, macrosistemi ambientali, reti infrastrutturali, parcellizzazione fondiarie ed agricole, morfologia del costruito e della vegetazione, ha costituito una sedimentazione progressiva di materiali che si sono stratifi cati secondo logiche temporali lentissime, sconosciute all accelerazione dei fenomeni della contemporaneità. Ogni strato si è costituito in successione secondo ragioni sempre diverse da cui si può dedurre che non esiste una città uguale all altra così come non esiste un territorio uguale ad un altro. Rinnovare lo sguardo sulla città signifi ca, allora, rifi utare l apologia alla città generica 13 e sbarazzarci di quell habitus di osservazioni superfi ciali secondo cui la città contemporanea non sia comprensibile se non come caos, omogeneizzazione, aleatorietà. I problemi urbani che si pongono a noi oggi sono, ovviamente, imprescindibili da questa situazione contingente. È compito del progetto saper riconoscere tale specifi cità ed adeguare i suoi modi operativi alla complessità dello spazio contemporaneo rinunciando a formulare modelli formali dati a priori. Tale rifl essione suggerisce la possibilità di processi di riorganizzazione in alternativa al controllo esogeno della pianifi cazione tradizionale cioè costruiti a partire dalle conformazioni, esigenze e specifi cità dei luoghi. In tal senso si muove anche il pensiero ambientale ed ecologico che riconosce nel tema della sostenibilità la principale ragione per ridurre le risorse impegnate nelle grandi operazioni di trasformazione urbana. La necessità di una legittimazione delle questioni poste dalla ricerca richiede di porre degli interrogativi esatti, specifi ci, pertinenti alle questioni enunciate. 14 Riordinare, restituire senso e fruibilità agli spazi della città diffusa implica un atto di osservazione ravvicinata ed in profondità che renda intelleggibile le sedimentazioni suburbane e che costituisca la base di partenza per l elaborazione di strategie puntuali e limitate. 15 In questo discorso si inserisce il problema delle tecniche che consentono la lettura delle peculiarità di un territorio. Il disegno, le tecniche di rappresentazione e tutti quegli strumenti che consentono l analisi dei luoghi hanno un ruolo centrale per ri-pensare la città contemporanea, che altrimenti sfugge a qualsiasi metro di comprensione, e pour poser des questions au territoire Progetto urbanistico e specificità disciplinare L incapacità di comprendere appieno la città contemporanea e di riconoscere un orizzonte di senso ai materiali che la compongono sembra aver eliminato ogni giustifi cazione se non ogni necessità di un suo progetto. 17 Il discorso che deve essere portato avanti, quindi, non riguarda solo gli aspetti interpretativi e conoscitivi, l analisi e la lettura dei territori suburbani. È necessaria, in realtà, la defi nizione di una pratica sperimentale che applichi tecniche e strumenti in grado di vedere la sostanza dei luoghi e che contempli la possibilità reale di una rivalorizzazione dello spazio attraverso azioni concrete oltre che mentali. In questa pratica si possono riconoscere le caratteristiche del progetto urbanistico intesa come disciplina di mezzo che colma il vuoto tra pianifi cazione e progetto edilizio. Il progetto è terreno comune a molte discipline ma è proprio delle discipline dell architettura di dare ad esso un esito spaziale oltre che linguistico. 18 Quindi la specifi cità disciplinare del progetto urbanistico è rintracciabile nella pertinenza ad operare sullo spazio della città, nella cura della forma. In particolare si vuole qui usare il termine progetto urbanistico nel senso di projet urbain alla francese cioè come strumento capace di articolare alle diverse scale e in tempi diversi sia gli aspetti spaziali, fi gurativi e formali che quelli sociali dell intervento urbanistico mediante un asse morfologico e un asse del processo, il primo riferito all organizzazione dello spazio, 4

9 il secondo alla capacità di trasformazione lungo il tempo. 19 In questo senso è allora possibile parlare, soprattutto nell ambito della tradizione francese, di una cultura del progetto urbano in cui emergono chiaramente alcuni aspetti: l attenzione al contesto e alla storia dei luoghi, la considerazione della componente temporale nel processo di costruzione della città, la convinzione nella proposta di una mixitè degli usi con particolare attenzione alla complessità sociale, tipologica e paesaggistica. Nella specificità disciplinare del progetto urbanistico risiedono capacità e attitudini che derivano dalla lunga tradizione accumulata di lavoro sullo spazio pubblico: le strade, le infrastrutture, i parchi e giardini e più in generale tutti gli spazi aperti e destinati alla collettività. Parte di questo bagaglio acquisito di esperienze, tecniche e progetti è comune con altre discipline che si sono occupate della gestione e della conformazione degli spazi aperti e dei contesti naturali e rurali, nello specifico le scienze ambientali, la topografia, la geografi a, l architettura di paesaggio. 3 L alternativa del paesaggio 20 È interessante notare come per affrontare le problematiche di un territorio sospeso fra città e campagna le idee più proficue provengano proprio da campi disciplinari sul confi ne tra architettura e paesaggio, come se la complessità morfologica debba rifl ettersi in un pensiero complesso e analogico. L architettura di paesaggio sembra apportare un terreno più fertile anche per quella sua specificità disciplinari che trova nell intenzionalità estetica e nella cura della forma urbana un terreno comune con la progettazione urbanistica. Secondo Sebastien Marot 21 la forza dei paesaggisti risiede nella loro capacità di coltivare una cultura comune a città e campagna che li porta a riscoprire la città come una sedimentazione di interpretazioni successive, come un sito, e dall altra parte a considerare la campagna come prodotta e conservata storicamente, come un artefatto 22. Più in generale l effi cacia delle discipline del paesaggio nell affrontare i temi della rurbanizzazione 23 è individuata in alcune tematiche specifiche che si possono così brevemente riassumere: - l abitudine/familiarità a lavorare con il materiale vivo della vegetazione, a lavorare con le dinamiche temporali diverse, a comprendere i processi naturali e ad includere programmaticamente nel progetto il margine di imprevedibilità che questo comporta; - la capacità di attraversare tutte le scale e di saper mettere in relazione il territorio con la costruzione fisica dello spazio urbano; il passaggio dal dettaglio costruttivo alla scala ambientale consente di legittimare e radicare il progetto architettonico ed urbanistico nel substrato territoriale, di riconsiderare la possibilità di operare concretamente/fi sicamente alla grande scala geografica; il progetto è accompagnato dalla fase di pianifi cazione e programmazione astratta fino agli esiti della realizzazione con lo scopo della costruzione fi sica dello spazio; - il progetto di paesaggio come progetto di spazio pubblico dove la fruibilità costituisce la preoccupazione primaria; il lavoro sullo spazio vuoto, aperto e gli spazi interstiziali operando attraverso il progetto di suolo 24 e l architettura di altezza zero ; - la capacità di un intervento endogeno attraverso il radicamento del progetto a partire dai materiali presenti sul sito 25, il recupero degli elementi della memoria e la lettura ed integrazioni delle permanenze degli antichi usi del territorio; - la capacità di lavorare in sinergia con le altre discipline urbane relativi a mobilità, architettura, progettazione urbana, arte urbana; - la capacità di rielaborare tutti questi elementi in una prospettiva creativa e con una visione estetica molto prossima a quella degli architetti contestualisti ed ai progettisti urbani. METODO E STRUTTURA DELLA RICERCA La ricerca riveste un carattere principalmente operativo e si muove a partire da quei casi in cui il contesto ambientale e paesaggistico assume un valore strutturale nel progetto delle trasformazioni urbane. L obbiettivo principale è delineare quali siano i possibili contributi che questa direzione offre alla strumentazione operativa, attraverso quali presupposti teorici e culturali, quali siano le direzioni percorribili e con quali modalità. La ricerca è strutturata secondo tre grandi capitoli. 1 - il gioco del rovescio 26 Il primo capitolo ricostruisce la storia e l evoluzione del progetto urbanistico che si muove tra città e paesaggio. La rilettura dell urbanistica moderna europea è orientata operando un rovesciamento di prospettiva e cioè rivolgendo l attenzione ai vuoti piuttosto che ai pieni, agli spazi aperti ed al paesaggio piuttosto che a quelli costruiti, alle relazioni tra le parti piuttosto che agli oggetti. 27 La rifl essione si sviluppa da un punto di vista alternativo e complementare a quello usuale cercando di riconoscere nella storia dello sviluppo degli insediamenti un fi lo conduttore comune che li mette in relazione con il paesaggio e l ambiente. La relazione tra città e paesaggio, tra aree edifi cate e campagna è un tema centrale nel discorso urbanistico almeno a partire dalla prima metà del 700. In questo senso l evoluzione del verde come materiale urbano e della progressiva concettualizzazione dell idea di paesaggio può essere studiata ripercorrendo i grandi riferimenti dell urbanistica, i piani, le teorizzazioni degli ultimi 200 anni. Il capitolo è suddiviso in tre parti che corrispondono a tre diversi stadi di sviluppo della città nel territorio circostante: la città dentro il paesaggio cioè la progressiva apertura della città oltre i suoi limiti storici e verso lo spazio aperto rurale; l acquisizione del concetto di paesaggio come valore d uso della città ed il suo ruolo nella costruzione dei modelli urbani moderni; il paesaggio dentro la città cioè il percorso che sta gradualmente portando ad un idea di spazio aperto come connettivo delle strutture insediative. 2 matrici culturali e teoriche Il secondo capitolo indaga sulle matrici culturali e teoriche del concetto di paesaggio come aspetto strutturale e formale del progetto urbanistico. Nella prima parte del capitolo sono messi in luce quei fi loni di ricerca che, sino dalla fi ne degli anni 60, hanno individuato nel paesaggio e nel territorio un campo di approfondimento da abbordare con gli strumenti della progettazione. Si tratta di quattro direzioni afferenti a discipline diverse e, all epoca, forse anche in contrapposizione: architettura, ecological planning, Land Art, Site Planning ma che hanno saputo vedere nella conformazione dei luoghi il principale spunto su cui fondare le scelte di progetto. Nella seconda parte del capitolo sono approfonditi gli apporti teorici che in qualche modo hanno colto quei presupposti e li hanno sviluppati con modalità e direzioni originali secondo un idea concreta di progetto attraverso la ricerca in campo didattico. Si tratta di tre ambiti accademici in Europa che almeno dall inizio degli anni 80 hanno individuato nel paesaggio una possibile risorsa e fonte di materiali nuovi per la progettazione urbana. 3 il riscontro della teoria nelle operazioni concrete del progetto Il terzo capitolo della ricerca, a partire dall analisi di una serie di progetti recenti, tenta 5

10 un estrapolazione di dispositivi e principi operativi ad uso del progetto urbanistico. Sono innanzi tutto individuate alcune linee progettuali ricche di implicazioni operative che riassumono gli itinerari sperimentali e i principali assunti teorici dei progetti di trasformazione che si muovono tra città e paesaggio. La ricerca si propone quindi di operare una verifica dei principi teorici nelle occasioni concrete del progetto. Questo significa andare ad analizzare come e se questi siano stati applicati e resi operativi, con quali esiti e modalità, attraverso quali dispositivi operativi e formali. In questo senso la lettura di alcuni progetti recenti ha l obbiettivo di costituire un bagaglio o una cassetta degli attrezzi ideale e a cui poter attingere, costituita da un campione signifi cativo di case studies. Non si tratta, quindi, di realizzare un repertorio sistematico di progetti recenti quanto di operare una lettura critica e selettiva dei contributi alla defi nizione di nuove modalità e strategie nell ambito del progetto dell ambiente urbano. Assumendo come elemento costitutivo l esistenza di una pluralità di percorsi possibili attraverso una molteplicità di materiali e prodotti la ricerca suggerisce di procedere per comparazione, ricavare spunti, indicare alcune ulteriori direzioni di indagine per prefigurare possibili temi di un applicazione progettuale a cavallo tra città e campagna. NOTE 1 J. W. GOETHE, Viaggio in Italia, Mondadori, Milano, p Leonardo Benevolo situa simbolicamente la nascita della nozione di spazio aperto contemporaneo al 1756, anno della nascita di Mozart, in corrispondenza all elaborazione della teoria dell abbandono della regolarità geometrica applicato da Browns e Chambers alla progettazione dei giardini negli stessi anni. Da questo presupposto si svilupperanno l esperienza paesistica di Olmstead, il superamento dei confini percettivi del campo visivo su cui si fonda la sensibilità moderna, la capacità di pensare spazi astratti da riferimenti antropomorfici. La città contemporanea si svilupperà in base a questa civiltà figurativa nuova. Cfr. BENEVOLO LEONARDO (1991), La cattura dell infinito, Laterza, Bari, p Usando l accezione di: ambiente modificato dall opera o dalla presenza dell uomo, Sestini (1947), Il paesaggio antropogeografico come forma di equilibrio, «Bollettino della società geografica Italiana», gennaio-febbraio MAROT SEBASTIEN (1995), «L alternative du paysage», Le Visiteur 1 ville, territoire, paysage, architecture, Société des Architectes, Paris, p Per i vari neologismi coniati per definire la forma della città contemporanea si veda CORBOZ ANDRÉ (2000), «La Suisse comme hiperville», Le Visiteur 6 ville, territoire, paysage, architecture, Société des Architectes, Paris, p.125, in cui vengono identificati: conurbation, méga lopole, galaxie urbaine, post-urbain, la città diffusa, la ville extensive, métapolis, suburbanisme, corapole, Zwischenstadt, la décentralisation concentrée. 6 Ibidem: «Dans le vide lexical qui caractérise aujourd hui les établissements humains de très grandes dimensions en Occident, le termes d hyperville aurait l avantage de ne pas préjuger de la densité (contrairement à «ville extensive» ou «ville diffuse») et de ne, pas s opposer aux villes «historiques», puisque celles-ci sont elles-mêmes des constituants de l hyperville. Certes, il s agit d une métaphore, et l analogie ne peut être poussée jusqu à l homologie, du moment qu elle ne rend pas compte de toute la réalité : dans le territoire, les «textes» sont très souvent mêlés, superposés, partiellement effacés, ce qui n est jamais le cas dans l ordinateur. 7 In: CORAJOUD MICHEL (2003), «Geometriè e tracès», in: Michel Corajoud et cinq grandes figures de l urbanisme, Ed. de la Villette Paris, p Vedi, per esempio, GABELLINI PATRIZIA, Tecniche urbanistiche, Carocci, Roma, Sulla crisi disciplinare, l inadeguatezza tecnica del Piano, p. 39; sulla necessità di ricentrare il piano sugli aspetti fisici della città, sulla rivalutazione delle discipline morfologiche, sulla considerazione dei vuoti anziché i pieni p.41. Si veda anche SECCHI BERNARDO (2000), Prima lezione di urbanistica, Laterza, Bari, p MASBOUNGI ARIELLA (2004), Il progetto urbano alla francese, in: +città, urbanregeneration, Genova, pp ANDRÈ CORBOZ, Verso la città territorio, in: Ordine sparso, Milano Franco Angeli, 1998, p.214. Non si tratta qui, per Corboz, di rifiutare un modello morfologico a priori, la tipologia edilizia, la conformazione dello spazio urbano della città storica, quanto di operare un superamento delle categorie di pensiero legate alla percezione dello spazio. 11 Il termine è stato utilizzato per la prima volta nell ambito della Land Art. La nota 11 del testo di Sebastien Marot riporta la classificazione elaborata dal Land-artist Americano Robert Irwin per descrivere il rapporto di mutua interferenza/influenza tra un opera ed il suo sito: site-dominant, site-adjusted, site-specific and site-generated. Le quattro classifi cazioni sono ordinate secondo la loro attitudine a recepire le qualità e le caratteristiche dei luoghi. Cfr. MAROT SEBASTIEN (1995), cit. p.79. Si vedano anche il capitolo di questa stessa ricerca dedicato al Land Artist Robert Smithson. 12 CORAJOUD MICHEL (2004), «L Horizon», Faces/5: La crise actuelle de la ville est bien celle de sa périphérie. Certains défendent aujourd hui l idée que la modernité se caractériserait par le principe de l accumulation simple: la «ville émergente»; ils pensent que le principe de l articulation et la relation entre les choses est une notion désuète. Personnellement je pense le contraire. Ce qui disqualifie la périphérie de la ville, c est justement le manque de lien entre les choses. Beaucoup trop d architectures aujourd hui affirment leurs qualités par le célibat, par le fait qu elles s expriment «seules». Avec l idée qu elles doivent apparaître un jour dans une revue, au milieu d une page bien claire, sans rien autour. La question de la connivence, de l interrelation, la question du contexte n est, semble-t-il, pas au centre des préoccupations de l urbanisme. Dans l étude du projet de la plaine St Denis, nous avons tenté l inverse. Nous pensions réorganiser cette ancienne plaine industrielle à partir du réseau des espaces publics et du paysage: les rues, les plantations des rues, les places, les jardins, le réseau des eaux pluviales, etc. - seraient pensés en toute priorité pour créer suffisamment de liens et qu ensuite les architectures privées s expriment, dans le parcellaire, plus librement. 13 KOLHAAS REM (1995), The generic city, SMXXL, 010 Publisher, Rotterdam 14 D una risposta che non si può formulare non può formularsi neppure la domanda. L enigma non v è. Se una domanda può porsi, può anche avere una risposta. Cfr. WITTGEINSTEIN LUDWIG (1995) Tractatus logico-philosophicus e quaderni , Einaudi, Torino, p Si esprime qui una posizione molto simile a quella sviluppata in ambito operativo da Cesare Macchi Cassia nel Corso di Progettazione urbanistica del Politecnico di Milano, seppure avulsa da qualsiasi considerazione di tipo ambientale e paesaggistico. Cfr. MACCHI CASSIA CESARE [a cura di] (1998), Il progetto del territorio urbano, Franco Angeli, Milano, p Dall intervista ad Alain Leveillè realizzata a Ginevra a cura dell autrice il 15 giugno 2005: il disegno e la precisione descrittiva come ausilio per questionare il territorio, porre delle domande che riuniscano le condizioni per idee di modificazione. Migliore sarà la capacità di leggere la configurazione attuale, migliore sarà la sua descrizione e il rapporto di intelligenza che si instaurerà con le cose. La descrizione del territorio come strumento per intravedere delle piste, delle direzioni che indicano quali sia l attitudine del territorio a ricevere il nuovo. 17 SECCHI BERNARDO (2001), La città europea contemporanea e il suo progetto, Atti del ciclo di convegni Lezioni di storia urbana, Ass. alla cultura del comune di Modena, Modena. 18 GREGOTTI VITTORIO (1990), Cinque dialoghi necessari, Electa, Milano, p La definizione di R. Tabouret (Tabouret R. (1989), Fondaments du projet urbain: processus et enjeux, École d Architecture de Strasbourg, Strasburgo) è tratta da testo: SAINZ GUTIÉRREZ VICTORIANO (2005), Otro modo de concebir el urbanismo. La trayectoria del morfologismo en Italia y Francia, Universidad de Siviglia, Siviglia, p MAROT SEBASTIEN (1995), «L alternative du paysage», cit. 21 Sebastien Marot è filosofo di formazione, direttore della rivista Le Visiteur dell Associazione degli Architetti francesi e professore presso Lo IUAG di Ginevra. Si occupa di paesaggio e filosofia della città. 22 MAROT SEBASTIEN (1995), «L alternative du paysage», cit. p La Rurbanisation» résulte de déploiement et de la dissémination des villes, dans l espace; en consé quence, est «rurbaine», selon une premiére défi nition approxìmatwe et provisoire, une zone rurali - proche de centres urbains et subissant l apport ré sidentiel d une population nouvelle, caractérisée cependant par la subsistance d un espace non urbanisé très largement dominant. C est en ce la surtout que son organisation spatiale distingue de celle de n importe quelle banlieue traditionelle. L interpénétration de l espace rural agricole et de l e space urbain devient alors A l échelle de l aména geur, une donnée permanente du cadre de vie...». Jean Michel Roux, Gérard Bauer, La rurbanisation ou la ville éparpillée. Edition e Seuil, Paris 1976 tratto da: Llop Carles, Marincioni Mara, Calvo Adrià, Morfologie, forme della città del XX secolo, in: INDOVINA FRANCESCO (2004) [a cura di], L esplosione della città, Ed. Compositori, Bologna, p BERNARDO SECCHi, Un progetto per l urbanistica, Einaudi, Torino 1989, p 129. Pubblicato originariamente in Casabella 520/ Molti progettisti, fra cui Álvaro Siza, Fernando Távora, Georges Descombes, Michel Corajoud, Bernard Lassus, fanno riferimento, in questo senso, ad una massima dell urbanista Antoine Grumbach: l evidence du dejà là per definire questa capacità del progetto di radicarsi nell ambiente e nell instaurare un rapporto di equilibrio ideale con materiali già presenti sul sito.. 26 TABUCCHI ANTONIO (1981), Il gioco del rovescio, Feltrinelli, Milano. 27 VIGANÒ PAOLA (1999), Un altra avventura, La città elementare, Skira, Milano, 1999, p

11 PARTE I Il progetto urbanistico tra città e paesaggio 7

12 I.1 - IL GIOCO DEL ROVESCIO 1 Il primo capitolo della ricerca tenta una rilettura dell urbanistica moderna europea operando un rovesciamento di prospettiva: cioè rivolgendo l attenzione ai vuoti piuttosto che ai pieni, agli spazi aperti ed al paesaggio piuttosto che quelli costruiti, alle relazioni tra le parti piuttosto che agli oggetti. 2 La relazione tra città e paesaggio, tra aree edifi cate e campagna è un tema ricorrente in urbanistica e risale almeno alla prima metà del 700. In questo senso l evoluzione dell idea del verde come materiale urbano e della progressiva concettualizzazione dell idea di paesaggio può essere studiata attraverso i grandi riferimenti dell urbanistica, i piani, le teorizzazioni degli ultimi 200 anni. È necessario però precisare che si tratta di una rilettura forzata nel senso che rintraccia a tutti i costi un filo conduttore nella storia dell urbanistica in quel percorso ideale che lega le tematiche del verde e del paesaggio, e più in generali dell ambiente, ad un discorso progressista e aperto ad istanze sociali. Non sempre, però, il discorso teorico ha avuto riscontri diretti in campo operativo soprattutto quando nella progettazione urbana e urbanistica è entrato in collisione con le dinamiche del mercato urbano. In realtà la costruzione della città contemporanea è avvenuta secondo altri criteri e le grandi teorizzazioni ed i modelli più evoluti sono stati quasi sempre abbandonati o perché riassorbiti da un mercato immobiliare urbano spietato (p.e. le green cities o il piano verde di Cerdà a Barcellona) o perché troppo innovativi (p.e. la collettivizzazione dello spazio aperto della città parco del Movimento Moderno). Il discorso si sviluppa secondo due fronti opposti riconducibili all osservazione che alla diffusione della città nel paesaggio abbia corrisposto anche un progressivo ingresso dello spazio aperto e del verde nel tessuto urbano compatto. Da una parte si approfondisce l idea dell acquisizione dei materiali verdi (parchi, boulevards, reti verdi, cinture,..) come strumenti per il controllo della forma urbana dal suo interno; dall altra la progressiva contaminazione/ riduzione delle aree agricole e la dilatazione della dimensione urbana alla scala degli spazi aperti del paesaggio geografi co. La conformazione stessa della città contemporanea ci mette di fronte all evidenza della necessità di ripercorrerne il processo di formazione per comprendere le logiche e anticiparne gli sviluppi. In questo senso gli obbiettivi di questa rilettura sono senz altro da rintracciarsi in campo operativo e fi nalizzati a proporre nuove strade, nuove direzioni, riconoscere tendenze e possibilità di sviluppo. Alla luce di queste considerazioni si può dire che, oggi, sia riconoscibile una graduale convergenza di tematiche paesaggistiche nel progetto urbanistico. Quindi, senza pretesa di esaustività e con l intento di rintracciarne solo i principali passaggi, si analizza il ruolo strategico che il paesaggio ha assunto col tempo nel progetto urbanistico, alla grande e alla piccola scala, dando maggior rilevanza a quel corpus di strumenti e metodologie operativi, modelli, teorie fi nalizzati all effettiva modifi cazione dello spazio della città. 8

13 I.2 - LA CITTÀ DENTRO IL PAESAGGIO La progressiva apertura della città verso lo spazio aperto del paesaggio rurale È interessante come Leonardo Benevolo faccia coincidere la nascita di Mozart (1756) con il tramonto della cultura prospettica, con la fine della posizione dominante della cultura visiva e con la nascita della nozione di spazio aperto contemporaneo. 3 Difatti la trasformazione profonda del rapporto di città e natura trova i suoi fondamenti a cavallo tra la seconda metà del secolo XVII e la prima metà del secolo XVIII. In questo arco di tempo è avviata in campo urbano una ricerca, rivolta inizialmente all arte dei giardini, che tenta di inoltrarsi con i mezzi della prospettiva nel campo ancora inesplorato della grande dimensione. Le sistemazioni paesistiche realizzate in questo arco di tempo hanno dimensioni vastissime ma, come dice Benevolo, restano ambienti concreti 4 non perdendo il contatto con la realtà. La ricerca di quel periodo riguarda l ampliamento concreto ed in modo verifi cabile dei limiti della prospettiva umana. La cattura dell infi nito avviene in termini di progettazione della città e del territorio ma anche in termini di esecuzione dei progetti. Questa direzione viene estesa alla città ed al territorio e arriva solo successivamente ad infl uenzare la progettazione urbana fondando i suoi presupposti sul progetto del parco naturalistico Settecentesco e sulla nascita del concetto di paesaggio. A partire dal secolo XVIII la ricerca scientifi ca inizia mettere in discussione i riferimenti del mondo gerarchico tradizionale. In campo architettonico l opera di Laugier del 1753 pone le basi per una revisione radicale dei principi teorici e si inizia un esplorazione scientifi ca della storia e delle origini dell architettura. La progettazione perde i suoi riferimenti antropomorfi ci (in Francia entra defi nitivamente in vigore il sistema metrico nel 1801) e acquisisce un carattere di astrazione scientifi ca potenzialmente illimitata. I progressi matematici e cartografi ci permettono ormai una rappresentazione rigorosa e scientifi ca di qualsiasi territorio e intorno al 1775 si completa la conoscenza della superfi cie terrestre con gli ultimi viaggi di Cook. La svolta linguistica che apre defi nitivamente la strada ad una percezione dello spazio che possiamo defi nire completamente moderna, compare appunto intorno alla metà del 700 e riguarda la rinuncia della regolarità geometrica nella progettazione dei giardini (Hogarth 1753, Burke 1756). L abbandono delle regole della composizione geometrica, della simmetria e del controllo prospettico di tradizione rinascimentale, che verrà per prima sperimentata nella progettazione dei giardini all inglese di Brown e Chambers, apre la strada ad un idea di spazio di cui si perdono i confi ni percettivi e su cui si svilupperanno le esperienze paesistiche di Olmstead e la cultura spaziale dell architettura moderna di Le Corbusier. 5 A partire dalla fi ne del 700 la tradizione paesistica seicentesca e settecentesca inizia ad essere incorporata nella cultura della progettazione urbana come patrimonio di soluzioni da applicarsi alla progettazione della città. Il verde urbano viene acquisito come spazio collettivo ad uso principalmente della nuove classi emergenti e dell aristocrazia e declinato secondo una serie di materiali funzionali alla città. Inizialmente questi materiali rispondono alle regole rinascimentali di natura regolamentata : il parco urbano, il viale alberato, il giardino formale. In seguito si assisterà all acquisizione del giardino naturalistico all inglese nel disegno dei parchi trattati come veri e propri pezzi di natura all interno della città. In effetti la portata di questo trasferimento/travaso di materiali, spunti operativi, metodi e tecniche della cosìddetta arte dei giardini nella cultura della progettazione architettonica ed urbanistica è assai più vasta e va ben oltre la riproposizione di un repertorio di soluzioni formali mediato dalla tradizione inglese del Landscape. 6 Il primo esempio concreto di come questo trasferimento avvenga e con quali modalità è rappresentato dalle opere a Parigi durante l Ancien Regime nella seconda metà del 700. Una corona di sistemazioni fuori città formata da piazze e boulevards va a sostituire la cinta muraria ed i parchi reali e nobiliari suburbani. Di fatto si tratta della realizzazione di un gigantesco tracciato, realizzato attraverso opere di architettura di paesaggio, che viene a prefi gurare gli assetti futuri della città. L esempio più interessante, anche in termini di forma urbana, è rappresentato dal caso del viale suburbano che lega Neuilly con il Jardin de Tuileries. Nel 1806 al centro dell étoile tracciata nel 1724 sulla collina di Chaillot viene collocato l Arc de Triomphe. Questa magistrale sistemazione, oggi il Boulevard degli Champs èlysèes, rimanda inequivocabilmente alle vedute scenografi che dei giardini di Versailles ed inaugura di fatto un nuovo modo di costruire la città a partire da grandi assi rivolti idealmente verso lo spazio infi nito del paesaggio. Il metodo consiste nel urbanizzare gradualmente 9

14 figura 2 Parco di Versailles - Parigi figura 3 Parigi 1675, Plan Jouvin de Rochefort con due cortine di edifi ci entrambi i lati delle sistemazioni paesaggistiche dei viali suburbani, che si costituiscono come anticipazione e struttura della conformazione urbana successiva. Questo sistema verrà ampiamente utilizzato dal 1853 al 1869 da Haussmann e proseguita per tutta la seconda metà dell 800 con la trasformazione dei boulevards alberati suburbani in strade urbane affi ancate da edifi ci. Il ruolo di Haussmann a Parigi è particolarmente importante e paragonabile a quello di Olmstead in America perché conferisce alla progettazione del verde in città un carattere sistematico passando da una visione episodica e locale ad una dimensione metropolitana del processo di pianifi cazione. La grande diffusione di parchi, squares e boulevards non risiede esclusivamente nel carattere utilitaristico di quelle nuove forme urbane come arredo, abbellimento o di sfoggio e del passeggio. La loro fortuna va ricercata in una rinnovata concezione dell idea di natura, non più ostile e nemica della città ma anzi sua condizione di esistenza come polmone verde e luogo di attrezzature. Si va gradualmente formando un idea di natura e paesaggio in senso igienico e salutistico come reazione alla condizione reale delle città ottocentesche della rivoluzione industriale che porterà più tardi alla defi nizione degli standards minimi di verde della cultura modernista. figura 4 Plan de la ville de Paris et de ses faubourgs I grandi piani dell 800 impostati sul concetto di verde Nella pianifi cazione urbanistica della seconda metà del XIX secolo si possono rintracciare nuove linee di progettazione del verde quale materiale di costruzione della città. Il verde urbano ed il suo rapporto con il paesaggio si confi gura come la grande componente innovativa dei piani e delle realizzazioni dell urbanistica ottocentesca. 7 Il verde concorre alla riuscita formale ed alla tenuta organizzativa del mutamento di scala della città prefi gurando una tappa importante nell evoluzione in senso aperto dello spazio urbano storico. La progettazione delle nuove città dell 800 risente, infatti, dell infl uenza della nuova concezione di spazio in senso astratto che si era andata diffondendo lungo l arco del secolo precedente. 8 Le città crescono rapidamente e l esigenza di reperire nuove aree per le espansioni conducono a rimuovere gli antichi confi ni rappresentati dalle cinte murarie di difesa. La demolizione delle mura è un operazione che accomuna la storia di gran parte delle città europee ed è carica di 10

15 figura 5 Piazza delle arti e delle scienze a Parigi signifi cati simbolici nonché di riscontri importantissimi per gli assetti urbani. 9 La dilatazione del costruito oltre i tradizionali limiti della città e la loro estensione nel paesaggio circostante impone agli urbanisti di inventare nuovi modelli insediativi. Il problema è risolto in modo diverso città per città ma si possono riportare almeno due tipi di approccio caratterizzati dalla dilatazione dello spazio aperto e dalla presenza continua del verde che hanno costituito un importante contributo al discorso urbanistico successivo. figura 6 John Nash Il sistema degli spazi aperti di Regent s Park a Londra figura 7 F.L. Olmstead Parkway Drexle Blv. - Chicago 1875 Vienna e Colonia: i Rings La fase dei Rings (Vienna, Colonia) costituisce un momento importante di transizione dallo spazio chiuso della città storica allo spazio aperto della città moderna. La demolizione delle mura di Vienna avviene nel La striscia di terreno corrispondente alle fortifi cazioni e la zona di rispetto circostante viene occupata da un sistema di viali, giardini ed edifi ci privati e pubblici. Il materiale verde, i fi lari alberati, i parterres, le vasche di acqua, i gruppi di alberi, viene a costituire il fondale urbano in grado di strutturare lo spazio e di costruire limiti ed articolazioni prospettiche. Per la prima volta, trattato nella sua defi nizione architettonica alla pari dei materiali costruiti, diventa lo strumento per realizzare la transizione tra città e paesaggio. Il progetto di Otto Wagner per il XXII distretto di Vienna rappresenta in tutta la sua evidenza questa potenzialità. 10 figura 8 A. Alphand - Place des Batignolles Parigi figura 9 I grandi lavori di Haussmann a Parigi Barcellona e la diffusione capillare del verde Un altro caso signifi cativo è rappresentato dal piano di espansione di Barcellona progettato da Idelfonso Cerdà tra il 1855 e il Il piano dell Ensanche è disegnato a partire da una griglia a maglia quadrata estesa su tutto il territorio pianeggiante di Barcellona in modo da costituire una trama uniforme dal mare alla montagna. Le tre componenti che costituiscono il tessuto del piano sono il lotto costruito, la viabilità ed il verde. Sulla base di un tracciato ottocentesco, uniforme e regolare, Cerdà trasforma la tradizionale tipologia dell isolato urbano chiuso in una forma aperta e costruita esclusivamente su due lati in cui lo spazio centrale ha una destinazione a spazio collettivo caratterizzato dal verde. L insieme degli isolati aperti disposti sulla griglia forma una successione di spazi verdi pubblici che prefi gura le proposte successive del Movimento Moderno. La stretta integrazione di forte densità abitativa e paesaggio prefi gurava già alla metà dell Ottocento l idea della Ville Radieuse di Le Corbusier. Il 11

16 figura 10 e 11 I. Cerdà Ensanche di Barcellona piano, forse troppo in anticipo sui tempi, viene in gran parte disatteso e la sua componente più innovativa, lo spazio aperto pubblico continuo dell isolato aperto, è riportata nella sua realizzazione ai parametri tradizionali di corte interna. 11 figura 12 I. Cerdà Ensanche di Barcellona Gli spazi costruiti figura 13 I. Cerdà Ensanche di Barcellona Gli spazi verdi L utopia borghese della Città giardino Alla fi ne dell Ottocento la ricerca di una alternativa migliore alle condizioni reali delle città della rivoluzione industriale porta a sviluppare l idea di sintetizzare la città e paesaggio in un unica entità. Una struttura urbana fondata sul verde, sul rapporto con la campagna e sul paesaggio si pone, per la prima volta, a fondamento di una teoria urbanistica. L immagine della città giardino si impone come una delle più forti teorizzazioni ideologiche sulla città e una delle prime teorie scientifi che dell urbanistica moderna sotto la visione dell unione di verde e di costruito. La città giardino ideata da Ebenezer Howard, propone il superamento dell antica contrapposizione di città e campagna per conservare i pregi ed eliminare i difetti dell una e sfruttare le capacità produttive ed ambientali dell altra. Il riferimento alla letteratura utopistica è palese (Fourier, Godin, Owen) ma Howard è uno spirito pragmatico e progetta la nuova città anche a partire dai suoi aspetti economici e sociali. 12 Il disegno della nuova città è atipico: non è costituito da un piano formale bensì da un diagramma che si costituisce come un riferimento esplicito alla tradizione della città ideale, anche nella scelta della forma radiocentrica. La città verde è dotata di un centro, un giardino formale, ed un margine, lo spazio della campagna agricola che si estende tutto intorno. Fra i due settori si articola tutta una serie di anelli concentrici con diversa destinazione funzionale strutturati secondo l idea di parco verde come modello di spazio collettivo. Un grande consenso intorno a quel modello di città nasce da subito e si tramuta in poco tempo in un vero e proprio movimento di opinione: La città giardino rivendica le ragioni culturali di un idea che rimanda al pensiero dell utopia: una città ispirata ai valori comunitari, ma non al collettivismo; al diritto individuale, al possesso di una casa e di un pezzo di terra, in un quadro di proprietà collettiva degli spazi urbani e del suolo agricolo. 13 La chiave per comprendere il vero successo dell idea che risiede nelle realizzazioni che seguirono va ricercata nella fl essibilità formale l indefi nizione estetica dello schema. Il suo senso si coglie nella didascalia che compare sul diagramma e che riporta la scritta: diagram only - plan must depend upon site selected. 14 Così la concretizzazione 12

17 figura 14 Veduta del Ring di VIenna figura 15 E. Pendl Veduta del Ring di Vienna dell utopia non venne legata ad una forma specifi ca ma si andò defi nendo con l incontro di luoghi precisi, sensibilità dei progettisti e gusto dell epoca. La forma concreta della prima green city risulterà dall adattamento al contesto del diagramma di Howard e dalla particolare interpretazione dei progettisti. Già dalla prima realizzazione, Letchworth che viene progettata da Unwin 15 e Parker nel 1901, verrà adottato un piano più vicino all idea di pittoresco dei progettisti che alla razionalità pragmatica di Howard. L andamento sinuoso delle strade e l impianto irregolare del costruito costituirà il modello morfologico che sarà replicato negli anni successivi. Lo speciale carattere paesistico delle città giardino diventerà il modello per le prime New Town inglesi del dopoguerra e sarà replicato fi no ad oggi. figura 16 E. Owen Il villaggio di armonia e coperazione 1817 F.L. Olmstead e il Park System L esperienza di F.L. Olmstead, sebbene non sviluppata in ambito europeo, costituisce un caso importantissimo per le implicazioni sul rapporto tra il paesaggio e la struttura della città e sul ruolo della progettazione paesaggistica nella defi nizione della forma urbana. Il sistema degli spazi verdi di Olmstead si colloca all interno della città con un ruolo fondamentale di connettivo tra dimensione metropolitana e territorio circostante. Sulla base di una conoscenza sommaria delle esperienze europee Olmstead coglie nel collegamento di tutti i parchi urbani in una rete verde un possibile vantaggio aggiuntivo ed una moltiplicazione di benefi ci estesi all intera superfi cie urbana. Grazie al Park Movement Olmstead trasforma gradualmente il discorso sul recupero dei valori e degli aspetti romantici della campagna in un idea moderna in cui predomina l interesse per la costruzione di un sistema di rapporti con la struttura urbana e il carattere di intervento urbanistico complessivo. 16 Nel 1881 Olmstead, che fi no allora aveva realizzato solo alcuni parchi tra cui il Central Park a Manhattan, presenta la sua prima proposta per un sistema di parchi alla Boston Park Commission, il così detto Emerald Necklace. La collana di smeraldi è così chiamata per via della distibuzione del sistema di parchi a semicerchio intorno alla città e dal colore verde del materiale vegetale che la compone. Il progetto è costituito da un vero e proprio piano lungo 5 miglia che mette in continuità il tessuto insediativo con il territorio rurale circostante. Il sistema di parchi è strutturato secondo sei grandi interventi conformati a partire dai parchi già esistenti e connessi tra loro da un sistema integrato di boulevards alberati. Questa visione sistemica del rapporto 13

18 figura 17 E. Howards I diagrammi della città giardino figura 18 E. Howards I tre magneti di città e spazi aperti inaugura di fatto tutta una serie di progetti di Park Systems realizzati da Olmstead e da suoi collaboratori per le grandi città Americane e rappresenta un primo approccio alla pianifi cazione integrata negli Stati Uniti. L esperienza Americana costituisce un momento centrale nel discorso sulla pianifi cazione delle città moderne anticipando di molti anni quelle forme che oggi conosciamo come cinture verdi, colate verdi e reti ecologiche. Un altro punto rilevante da non sottovalutare è la capacità del Park System di funzionare su diverse scale di intervento: a scala metropolitana e regionale per le sue valenze ecologiche e di riserva naturale; a scala urbana come parco cittadino di svago; a scala del dettaglio per i suoi aspetti materiali e naturalistici. Cioè è strutturato come uno strumento urbanistico a tutto tondo capace di spaziare dalla scala regionale a quella del dettaglio costruttivo: non bisogna sottovalutare nei lavori di Olmstead la componente costruttiva ed ingegneristica che si affi anca a quelle progettuali e più strettamente compositive. figura 19 R. O. Salvisberg Siedlung Piesteritz - Wittenberg 1917 figura 20 R. O. Salvisberg Siedlung Piesteritz Wittenberg

19 figura 21 F.L. Olmstead e Charles Eliot La collana di smeraldo (Emerald necklace) - Boston I.3 - IL PAESAGGIO COME VALORE D USO DELLA CITTÀ All inizio del Novecento nella differenziazione proposta da C. Sitte tra verde di abbellimento e verde sanitario inizia a prevalere il concetto utilitaristico di quest ultimo. Si passa da un idea di natura, di paesaggio e di verde con valore estetico e decorativo ad un valore d uso. I Volkparks 17 tedeschi, luoghi deputati alle attività sportive ed alla ricreazione all aria aperta del popolo della Germania socialdemocratica, documentano un nuovo programma ed una nuova politica sociale nei confronti delle masse. Il parco perde le sue connotazioni romantiche, i percorsi tortuosi, i fondali panoramici, i movimenti del terreno, e viene concepito espressamente per ospitare le attività sportive all aria aperta con grandi parterres. Si passa dal parco concepito per la borghesia emergente ottocentesca al parco fi nalizzato alle esigenze salutistiche del popolo: il verde sanitario. Sebbene la fortuna delle socialdemocrazia si esaurisca in un tempo limitato questo cambiamento si rivela fondamentale per comprenderne le fasi successive verso il defi nitivo passaggio ad una concezione funzionale del verde ed alla defi nizione del concetto di standards. figura 22 F.L. Olmstead Park system Chicago I grandi riferimenti dell urbanistica moderna ed il ruolo del paesaggio nella costruzione dei modelli urbani Con il concetto di Stadtlandschaft 18 si apre la strada ad un modello di città radicalmente diverso. Il discorso viene affrontato a partire dalla critica della città borghese in cui gli spazi aperti verdi sono degli spazi circoscritti all interno del tessuto della città compatta. Nella commistione di interessi pubblici e privati che caratterizza l appropriazione privata del territorio urbano fi nalizzato al ricavo di una rendita gli architetti moderni vedono, inoltre, il più grosso limite della città borghese. L alternativa a quel modello viene rinvenuto nella riconquista del controllo pubblico dello spazio urbano, che deve essere uno spazio aperto, fruibile da tutti e senza barriere. L alternativa al tessuto della città storica è costituita dalla proposta di una proporzione del tutto nuova nelle quantità di edifi cato e di spazio aperto. Gli edifi ci posti a grande distanza sono intervallati da grandi superfi ci aperte e verdi destinate alle attrezzature pubbliche ed alle attività ricreative che, rivalutate per motivi igienici e salutistici, richiedono ora nuovi spazi appositamente progettati e sparsi in ogni parte 15

20 figura 23 le Corbusier Piano di Parigi, Centro direzionale 1937 figura 24 Le Corbusier Il paesaggio della Ville Radieuse 1935 figura 25 Le Corbusier Dettaglio della Ville radieuse: la Ville Verte della città. Le aree per lo sport, i parchi di quartiere e quelli cittadini, le grandi aree verdi protette dei parchi a scala territoriale, devono formare un unico tessuto continuo, uno spazio fruibile direttamente dalle abitazioni e dai luoghi di lavoro. Le funzioni della città vengono distribuite all interno di un immaginario enorme parco attrezzato. Questa struttura urbana radicalmente diversa da quella della città storica ha l ambizione di superare la vecchia dicotomia fra città e campagna in cui, tradizionalmente, viene rinvenuto il problema delle disuguaglianza sociale. 19 Le aree verdi vengono pensate non più come abbellimento della città quanto per la loro funzione utile come spazio collettivo e luogo delle attrezzature pubbliche. La Ville radieuse costituisce forse l esempio più preciso/ calzante di questa concezione di progetto urbano nel paesaggio. Il progetto di Le Corbusier del 1933 per un milione e mezzo di abitanti ha l obbiettivo di risolvere il problema dell abitazione di massa. La residenza della Ville verte occupa macro edifi ci in linea di undici piani, piegati secondo una serie di angoli retti, i redents. Gli edifi ci sono costruiti su pilotis per lasciare libera la percorrenza a livello del suolo che è confi gurato come un grande parco pubblico aperto sul paesaggio in cui sono ubicati i servizi alla residenza. Niente viene detto sul come e dai progetti non si riesce a ricavare nessuna indicazione precisa sulla conformazione dello spazio del generico verde che si presenta più come un fondale indistinto dell architettura che componente concreto dello spazio moderno. Nell incertezza programmatica del piano si perdono gli originari intenti di collettivizzazione dello spazio aperto, di per sé lodevoli ma irrealizzabili nella vaghezza strutturale dei piani di Le Corbusier. Al contrario, nell ambito della pianifi cazione, il concetto di verde ed il paesaggio assumono un ruolo strategico nella composizione del nuovo assetto delle città e nell organizzazione dei nuovi modelli urbani. Vari sono i tentativi di determinare quale sia la struttura ideale che la città moderna deve assumere in relazione alla distribuzione degli insediamenti costruiti nel paesaggio e, viceversa, quale sia il ruolo dello spazio verde nella defi nizione della forma urbana. Nel giro di pochi decenni vengono defi nite decine di ipotesi e tra queste si possono identifi care alcuni modelli che costituiscono ancora oggi un valido contributo alla pianifi cazione contemporanea. Sono riconoscibili almeno tre grandi fi loni interpretativi riconducibili al rapporto tra città e campagna: la città radiale, la città lineare e la città dispersa. 16

21 figura Lo schema radiocentrico nei modelli del verde della città moderna Verde sanitario M. Wagner G. Langen Il sistema degli spazi aperti per Essen R. Schmidt Sistemazione dei parchi nella città secondo una schema radiale o circolare A. Hoechel Sistema urbano policentrico di Killus Schema di sviluppo urbano di P. Wolf Il sistema delle aree verdi del Piano di Colonia F. Schumacher Penetrazione del verde nella città e sistema insediativo A. Badner La città radiocentrica Il primo si riferisce al problema dell espansione città centro esistente nel territorio rurale circostante e che riconosce nella continuazione della sua forma radiocentrica un principio direttore. A questo filone sono riconducibili i due modelli opposti di integrazione città/campagna organizzati secondo un principio radiale di penetrazione per cunei verdi o secondo un sistema ad anelli concentrici di green belts (cinture verdi). La questione, ampiamente dibattuta nei primi due tre decenni del 900 a livello teorico, si concretizza con una serie di piani negli anni trenta. Ovviamente, essendo stato costruito il modello sulla reale conformazione delle città esistenti, questa ipotesi è quella che conduce a più esiti in campo operativo. Dallo schema radiale di verde sanitario di Martin Wagner del 1915 discendono per esempio il piano di Eindhoven di J.M. De Casseres (1929), il piano di Francoforte di E. May (1930), il piano di Mosca di N.A. Landovsky (1935), il piano di Copenhagen (detto delle cinque dita del 1945). Sono, invece, riferibili al modello delle green belts il piano di Colonia di F. Schumacher (1923), il piano di Londra di P. Abercrombie (1943). La città lineare Il secondo modello è quello della città lineare cioè distribuita lungo le direttrici di connessione tra le città esistenti. L idea compositiva, sviluppata da A. Soria y Mata alla fi ne dell Ottocento, ruota intorno all idea di un asse infrastrutturale (strade e ferrovia) intorno a cui vengono distribuiti regolarmente le funzioni della nuova città secondo una sezione ripetuta. Ai lati della spina centrale vi sono le attività produttive, le zone residenziali e le aree verdi secondo un sistema a bassa densità e bassa altezza. Il modello viene ripreso in una forma molto simile da Le Corbusier nella Citè linéaire industrielle ( ) che la rappresenta come esito della combinazione di tre tipologie insediative: 20 la città lineare lungo un infrastruttura (che in questo caso è un autostrada e funziona come una vera e propria parkway immersa nel verde) composta secondo il criterio delle fasce funzionali lineari (industriale, infrastruttura, verde di protezione, residenza e servizi alla residenza); l unità di sfruttamento agricolo per la produzione alimentare, i centri urbani esistenti. Gli edifi ci sono costituiiti da unità di abitazione su pilotis per permettere la libera circolazione dello spazio sottostante pensato come un grande parco informale costruito secondo prospettive paesaggistiche sulle aree agricole circostanti. Alcune proposte dei Disurbanisti 17

22 figura 34 Lo schema lineare nei modelli del verde della città moderna Ciudad Lineal - Sorya y Mata russi percorrono ugualmente la strada del modello lineare: il progetto di I.Leonidov per Magnitogorsk (1930) e il piano Green Moscow di M. Baršč e M. Ginzburg (1929) per una città a nastri di abitanti. 21 figura 35 Lo schema lineare nei modelli del verde della città moderna: Citè Linéare Industrielle Le Corbusier La città dispersa Il terzo modello è relativo ad un concetto di città diffuso sul territorio in modo uniforme con una penetrazione capillare del verde nel costruito e viceversa. È derivato dall osservazione della dispersione insediativa già evidente nelle città americane di inizio secolo e costruisce una proposta per la compenetrazione completa di città e paesaggio, di costruito e spazio aperto verde su di un modello di sviluppo a basso carico insediativo e bassa altezza (low rise low density). La proposta che meglio rappresenta questo fi lone è il progetto di Broadacre City di F. L. Wright ( ) che costituisce un impressionante anticipazione della città contemporanea diffusa. La qualità urbana è ricercata nel contatto con la natura e attraverso la proposizione di uno spazio privo di gerarchie e di confi ni dove la campagna ed il paesaggio costituiscono idealmente l elemento di collegamento tra le parti. Questo modello ha trovato fortuna particolarmente tra gli architetti moderni emigrati negli Stati Uniti prima della seconda guerra mondiale che ne hanno sviluppato i contenuti mettendo in evidenza una preoccupazione per un ritorno ad uno stile di vita in simbiosi con la natura. Tra questi gli scritti di R. Neutra (Mistery and reality of the site, 1954) e R. Schindler allievi di Wright in California. Si pensi anche all opera di alcuni urbanisti e Landscape designers come C.Tunnard (Gardens in the modern landscape, 1938), L.Hilbersheimeir (The new regional pattern, 1949), C. Alexander (Community and privacy, 1963), R. Rainer (Livable environments, 1966). 22 La città funzionalista ed il valore d uso del paesaggio In campo operativo e su di un piano propriamente urbanistico, sono numerosi i piani regolatori delle città che discendono direttamente dalle teorie derivate dal Movimento Moderno e che si sono occupati principalmente di governare la nuova spinta insediativa della città verso il paesaggio rurale circostante. Tra i vari casi già menzionati ne riportiamo alcuni fra i più signifi cativi e ricchi di implicazioni operative in cui ad un originale concezione dello spazio aperto si accompagnano proposte concrete per una sua implementazione e progetti spesso realizzati. 18

23 figura 36 Lo schema della dispersione nei modelli del verde della città moderna Broadacre city F. L. Wright figura 37 Lo schema della dispersione nei modelli del verde della città moderna Broadacre city Rapporto tra spazi verdi e tracciati figura 38 Piano di Eindhoven J. De Casseres figura 39 Piano di Londra e Green Belt A. Abercrombie Amsterdam È una suggestione di derivazione neoplastica a guidare le idee di spazio del piano di Amsterdam cioè la costruzione di un ambiente integrale attraverso la ricerca di armonia fra parti diverse tra loro. 23 Il piano progettato da C. Van Eesteren tra il 1928 ed il 1934 si fonda sulla ricerca di equilibrio tra le diverse componenti eterogenee della città: il centro storico, i quartieri ottocenteschi ed i sobborghi degli ampliamenti recenti. Il loro collegamento è demandato all ambiente paesistico esterno e la città moderna si confi gura come un grande parco dentro cui si trovano i diversi quartieri della città. Il paesaggio viene a costituire la struttura portante della città. Il sistema del verde di Amsterdam prevede la realizzazione di un grande bosco di 895 ettari realizzato sulle terre strappate artifi cialmente al mare nella zona sud-ovest della città e dotato di una serie di attrezzature sportive e per il tempo libero fra cui un canale per le regate di canottaggio. Londra Il piano di Londra viene adottato nel 1944 ed è progettato da Abercrombie e Forshaw. Il piano distingue la città in una serie di aree concentriche: la contea del centro, la zona interna, la zona suburbana, la cintura verde e la zona esterna. La cintura verde è riconfermata da una legge votata nel 1938 che bloccava l espansione della città fi ssando il perimetro raggiunto fi no a quel momento dall edifi cato e vincolando una zona agricola a forma di corona circolare che lo racchiude completamente. La pressione per un ulteriore crescita della città viene diretto alla zona esterna in un raggio di km dal centro in cui è prevista sia l espansione delle città minori esistenti sia la fondazione di nuove città: le new towns. Queste nuove città rappresentano una rivisitazione in chiave moderna delle prime città giardino di inizio 900 e seguono nella struttura le indicazioni del progetto di Howard. Accolgono circa abitanti con una densità abitativa molto bassa determinato da tipologie abitative unifamiliari con giardino ed in quartieri di abitazione separati da ampie zone verdi che determinano un ambiente molto disperso. In parte questa impostazione è stata corretta nelle realizzazioni successive. Ginevra Tra gli esempi più radicali ed allo stesso tempo più chiari e meno conosciuti vi è il piano per Ginevra di Maurice Braillard. Il piano direttore regionale del 1936 propone, per 19

24 figura 40 C. Van Eesteren Schema del verde nel piano di Amsterdam figura 41 Il bosco di Amsterdam la città Svizzera, un innovazione straordinaria che risponde al concetto di città dentro ad un parco. Oltre alle consuete destinazioni d uso delle superfi ci urbane (edifi cato esistente, strade, edifi cato di previsione, aree agricole) viene introdotta una nuova categoria detta surfaces publiques ou site à classer che viene a costituire la maglia su cui è strutturata la città immersa nel verde. Le surfaces publiques corrispondono a quelle che vengono comunemente denominate aree verdi e zone agricole e si sviluppano su tutto il territorio cantonale. 24 La struttura urbana viene ripensata secondo due maglie ortogonali sovrapposte e sfalsate: una è formata dalla rete delle strade, la seconda costituisce un reticolo verde che collega tutti le aree edifi cate ed agricole fra loro offrendo la possibilità di percorrere il territorio in tutti i sensi. La rete verde, di spessore variabile, è adattata alle irregolarità topografi che del suolo e si costituisce come alternativa in un sistema a due velocità: pedonale e automobilistica. Distinguendo diversi tipi di superfi ci pubbliche anche in ambito agricolo viene valorizzato l insieme del patrimonio naturale del cantone perché lo si considera alla stregua di una ricchezza collettiva minacciata dall espansione urbana. Questa concezione pioneristica dell importanza dell ambiente naturale ha certamente a che vedere con le teorie delle città-giardino, ma a Ginevra prende un accento particolare a causa della piccola dimensione del territorio ginevrino e della tradizione culturale da J.J. Rousseau ai grandi botanici della città. 25 figura 42 Noerum, Copenhagen C.Sorensen - Giardini individuali (Allottment gardens) Le realizzazioni del razionalismo Sono molti i progetti realizzati che seguono all attuazione dei piani negli anni 60 e 70 e che rappresentano con evidenza il punto di vista del razionalismo di tradizione moderna nel rapporto di continuità tra città e paesaggio. In particolare sono signifi cativi quei casi in cui risulta evidente l infl usso di una progettazione basata sul concetto di fondo territoriale indifferenziato e sullo standard come principale strumento di controllo delle enormi quantità richieste dai nuovi interventi di espansione urbana del dopoguerra. Il dibattito della nuova pianifi cazione scientifi ca si concentra sui parametri quantitativi delle aree verdi piuttosto che sulle caratteristiche formali o sugli usi reali. Senza un attenzione alla defi nizione fi sica dello spazio pubblico, caratteristica peculiare della progettazione paesaggistica del secolo precedente, il verde generico perde le sue attrattive. La quantifi cazione e standardizzazione tipologica necessaria per la verifi ca delle quantità in gioco diventa il principale limite puntando al 20

25 figura 43 Ginevra Zone e connessioni verdi - Agglomerazioni future figura 44 Piano Regolatore Regionale del cantone di Ginevra Maurice Braillard figura 45 Piano Regolatore Regionale del cantone di Ginevra dettaglio: rosso - gli insediamenti esistenti rosa - gli insediamenti di espansione verde - superfici pubbliche giallo - superfici agricole soddisfacimento di bisogni generici e dimenticando le relazioni con le potenzialità dei luoghi e dei paesaggi esistenti. Questo è particolarmente evidente in quelle realizzazioni che tra gli anni 50 e 60 hanno interpretato in modo forse troppo letterale i contenuti del dibattito sulla città parco e sullo spazio astratto del piano libero del verde. Tra questi il caso olandese del grande quartiere di Bijlmermeer ( ) è sicuramente tra i più signifi cativi a rappresentare l assoluta indifferenziazione del costruito sul substrato territoriale. Da queste esperienze di costruzione della città si svilupperanno gli impulsi per una critica radicale al sistema funzionalista del verde a cui vengono contestati l eccessiva quantità, l assenza di gerarchia e di riferimenti spaziali, la monotonia e la ripetitività nell immagine paesaggistica. Nel caso delle new towns inglesi del dopoguerra è invece riconoscibile un eccezione nel panorama della progettazione urbanistica del Movimento Moderno, soprattutto per quanto riguarda l integrazione tra lo spazio pubblico del generico verde e lo spazio del paesaggio rurale circostante. In Inghilterra i presupposti del funzionalismo radicale vengono mitigati dalla solida tradizione delle green cities e mediati attraverso la concezione del pittoresco derivata dalla cultura del Landscape che manca in altri paesi. Nella loro realizzazione le new towns rispondono a criteri funzionali di insediamento nel verde ma anche ad un generale criterio di diversifi cazione tipologica che si esplicita nella gerarchizzazione di diverse tipologie di verde privato e di verde pubblico. Il caso di Milton Keynes (1970) è in questo senso esemplare e rappresenta un caso in cui è data priorità assoluta ad una composizione basata sul paesaggio piuttosto che sulle componenti architettoniche. 26 figura 46 Ginevra Zone e connessioni verdi - Agglomerazione esistente 21

26 figura 47 Amsterdam Nagele W.C.J. Boer e M. Ruys figura 48 Amsterdam Nagele W.C.J. Boer e M. Ruys figura 49 Amsterdam Bijlmermeer - Foto Aerea figura 50 Amsterdam Bijlmermeer I.4 - IL PAESAGGIO DENTRO LA CITTÀ I progetti e le realizzazioni a partire dalla critica all urbanistica funzionalista A partire dalla fi ne degli anni 60 una forte critica alla teoria ed all operato del Movimento Moderno mette in luce il limite del concetto di spazio aperto indifferenziato che aveva fi no allora caratterizzato le realizzazioni dell urbanistica funzionalista. La discussione relativa al rapporto tra insediamento costruito e paesaggio delle nuove città ritrova soprattutto nelle ragioni del sito uno spunto per una nuova proposta progettuale. L alternativa alla progettazione urbana e territoriale di matrice funzionalista si sviluppa inizialmente nell ambito di settori disciplinari diversi. Nuovi apporti provengono prima di tutto dalla geografi a, dall arte, dalle scienze ambientali, dalla pianifi cazione paesaggistica. In architettura la critica della città degli standards e della progettazione quantitativa porta a rivolgere un attenzione maggiore al sito, al paesaggio naturale, alle componenti geografi che ed orografi che dei luoghi. In Italia questo discorso assume un ruolo determinante nel recupero delle città storiche e dei paesaggi tradizionali. Negli Stati Uniti a partire dagli anni 70 con la diffusione ed il consolidamento di una coscienza ecologica il discorso sulla progettazione della città assume un impronta ambientalista. Grazie anche alla diffusione di una certa cultura artistica derivata dalla Land art si sviluppa una diversa sensibilità per le componenti ambientali ed estetiche del paesaggio urbano ma anche una nuova attenzione per le necessità individuali degli abitanti delle città. Il nuovo interesse per il genius loci nella progettazione e per il ritorno a fondare l architettura nei luoghi, porta all abbandono del pilotis e del plan libre per un contatto diretto con il suolo. La fondazione del progetto a partire dagli elementi esistenti è ritenuto come principio ecologico di sostenibilità. È a partire dall architettura che si riscontrano le prime sperimentazioni in questa direzione. Proprio in alcuni progetti realizzati tra gli anni 60 e 70 da architetti che vedevano nel Movimento Moderno un punto di riferimento si ritrovano alcuni spunti importanti per il rinnovamento della progettazione urbana in ambito paesaggistico. Burle Marx e Luis Barràgan, in sud America, A. Aalto e J. Utzon in scandinavia, i progetti di suolo di Alvaro Siza nel progetto di insediamento della Malagueira in Alentejo ( ), Giancarlo De Carlo ad Urbino (1965), la sperimentazione sull architettura a scala geografi ca di Gregotti e Gabetti e Isola; Atelier5 in Svizzera, 22

27 figura 51 Milton Keynes La rete delle strade e le aree dell urbanizzazione alcune realizzazioni inglesi ed olandesi negli anni 70, sono solo alcuni degli esempi in cui si ritrova un principio sistemico in cui realizzare una sintesi e integrazione equilibrata tra costruzione architettonica e verde, tra città e paesaggio. Nell ambito del progetto urbano sviluppato a partire da posizioni di critica all urbanistica funzionalista si possono ricordare alcune esperienze particolarmente signifi cative in ambito europeo: le esperienze di progettazione urbana negli anni 80 a Berlino con la rivalutazione dello spazio pubblico come luogo di relazione disegnato nel tessuto urbano; il ruolo dei parchi urbani a Barcellona come nuovo tipo di piazza in cui il progetto dello spazio aperto e del paesaggio si costituisce come occasione di riqualifi cazione della periferia suburbana e delle aree industriali dismesse; la maggior attenzione per il paesaggio e per le componenti ambientali costitutive della città nei piani della terza generazione in Italia (Cervellati, Campos venuti), i primi Plan Vertes in Francia a partire dall inizio degli anni 80 e di cui è precursore lo Schema Directeur d Aménagement et d Urbanisme de la Region de l Ile-de-France (1976). figura 52 Piano della New Town di Milton Keynes Lo spazio aperto come connettivo delle strutture insediative e fondamento della riflessione progettuale Negli ultimi anni si può riconoscere una sempre maggiore convergenza di tematiche paesaggistiche nel progetto urbanistico. La questione relativa alla progettazione di città e paesaggio in ambito contemporaneo deve essere introdotto da alcune osservazioni. La prima è di ordine metodologico e riguarda l interdisciplinarietà della questione urbanistica. L ecologia rimasta per molto tempo antagonista alle scienze urbane, all architettura e alla progettazione urbanistica ha condotto la ricerca di un alternativa al modello funzionalista su binari paralleli. È solo recentemente che le scienze ambientali stanno confl uendo nell ambito delle scienze urbane in una vera integrazione e avvalendosi di tutto il bagaglio di conoscenze accumulate relative al territorio, all architettura di paesaggio, alla conoscenza degli insediamenti umani. La sintesi coerente tra campi disciplinari diversi sta portando alla diffusione lenta ma costante dell idea di città intesa come ecosistema complesso che contribuisce a sua volta ad immettere nuovo materiale e ad indicare direzioni operative nella pianifi cazione e nella progettazione urbanistica. La seconda osservazione riguarda la necessità di uno sguardo 23

28 figura 53 Jorn Utzon - Kingo houses Elsinore figura 54 Atelier 5 - Siedlung Halen Berna figura 55 Giancarlo De Carlo Università di Urbino, approfondito sulle esperienze accumulate (l esperienza del Landscape design nel 700 e 800, le istanze sociali delle socialdemocrazie di inizio secolo, le proposte del Movimento Moderno legato al primo socialismo illuminato) che rivela una miniera di idee, spunti, suggestioni non ancora del tutto esplorata. La recente concezione della città intesa come ecosistema complesso ha dato impulso ad una ulteriore defi nizione e sperimentazione di alcune proposte del passato: la città parco, le cinture verdi, i cunei verdi, i park system, le reti e le trame verdi, che sono, infatti, da ricondurre alle esperienze di inizio 900. In particolare sono andati gradualmente aumentando negli ultimi anni le sperimentazioni ed i progetti che hanno saputo recuperare alcuni assunti in senso progressista del primo Movimento Moderno (specialmente quello relativo alla fruibilità dello spazio aperto come valore collettivo) 27 e a rivalutare la tradizione del Landscape. La necessità di un articolazione dialettica delle due problematiche del paesaggio e dello spazio pubblico nelle città contemporanee rende il discorso della disciplina paesaggistica particolarmente pertinente: fondato su di una cultura comune di città e campagna la forza della progettazione paesistica risiede nella sua capacità di progettare il paesaggio come spazio pubblico. 28 Inoltre la sua capacità di vedere la città come un luogo sedimento di interpretazioni successive e la campagna come un artefatto gli consentono di abbordare il discorso progettuale a partire dalla lettura del sito cioè attraverso una strategia fi nalizzata a rendere leggibile contemporaneamente le specifi cità ambientali e culturali dei luoghi. In questo senso si può parlare di una nuova possibilità dell architettura di paesaggio di contribuire alla rifondazione della progettazione urbanistica 29 sulle basi della reale conformazione della città contemporanea. La terza osservazione, conseguente a questo discorso, è relativa ad una rifl essione di ordine progettuale avviata a partire dal riconoscimento della forma concreta dello spazio urbano contemporaneo come elemento guida di ogni intervento di trasformazione. Risiedono, infatti, nella forma e nelle necessità della realtà territoriale contemporanea i potenziali contribuiti per la defi nizione di una nuova concezione dello spazio urbano e delle nuove direzioni da percorrere. Nella città dispersa lo spazio del paesaggio rurale e del sistema ambientale si è frammentato in un arcipelago di piccoli e piccolissimi spazi verdi di risulta racchiusi tra reti infrastrutturali e insediamenti edilizi. Risultato dell abbandono della campagna e dell uso agricolo 24

29 figura 56 Vittorio Gregotti Università di Sesto Fiorentino figura 57 Alvaro Siza Quartiere della Malagueira - Evora figura 58 e 59 Alvaro Siza Quartiere della Malagueira - Evora Planimetria e schizzo di progetto del suolo questi spazi acquisiscono una grande potenzialità se ripensati in un disegno strategico complessivo alla scala del territorio della città. La scala geografi ca, la diffusione degli insediamenti costruiti nel paesaggio, l occasione dei grandi vuoti urbani della de-industrializzazione del territorio europeo conduce verso una concezione di verde intesa come rete di connessione dell insieme composito del tessuto insediativo della metropoli contemporanea. Negli ultimi venti anni, e particolarmente dagli anni 90, si sono moltiplicati in Europa i piani ed i progetti che si muovono a partire da una concezione di paesaggio inteso come elemento costitutivo dello spazio insediativo ed in cui è particolarmente signifi cativo l apporto della disciplina del landscape. Sono riconoscibili, a grandi linee, almeno due grandi fi loni operativi che costituiscono in Europa, la punta più avanzata della sperimentazione e che possono essere riassunti nell esperienza di pianifi cazione di Francia e Germania. 30 In Francia, specialmente, la struttura della strumentazione legislativa e tecnica vigente ha favorito uno sviluppo di un idea urbanistica in cui la necessaria costruzione di un sistema formale di verde è vista in stretta correlazione con l organizzazione del costruito. Concetti come le cascate verdi, le trame verdi, sono stati implementati attraverso una concezione di projet urbain che acquisisce il paesaggio come materiale di lavoro. Tra i plans vertes, messi a punto in circa 20 anni esperienza in Francia, il piano regionale per L Ile-de-France del 1994 si confi gura come primo caso di applicazione operativa del concetto di trama verde. Si tratta di un esperienza di pianifi cazione a scala territoriale che integra in un più generale obbiettivo di continuità e fruizione i diversi insediamenti con gli spazi verdi e naturali della città. Il piano costituisce un esempio di questa tendenza ed è sulla base di strumenti urbanistici a scala territoriale che si sviluppa la progettazione di gran parte delle città francesi negli anni più recenti. In questo ambito si sviluppa un fertile campo di intervento per il progetto urbano in cui il ripensamento della città a partire dal ruolo assunto dallo spazio pubblico è coniugato con una strategia ambientale complessiva per il controllo dell inquinamento dell aria, dell acqua e del suolo. Ovviamente non si tratta esclusivamente di una questione ecologica ma anzi la ricostituzione di una rete paesaggistica gioca molti ruoli alla scala urbana: a livello di connessioni e fruibilità territoriali; in senso paesistico come collegamento dei grandi sistemi forestali e agricoli; in senso estetico come 25

30 figura 60 Parco di Villeneuve a Grenoble Michel e Claire Corajoud figura 61 Parco di Sausset a Seine Saint Denis Michel e Claire Corajoud /2000 figura 62 Plaine Saint Denis Michel e Claire Corajoud Dettaglio dell interramento dell autostrada connessione visuale e di riconoscibilità; in senso urbanistico come precondizione di espansioni insediative future. In Germania, invece, prevale il discorso ecologico in cui si privilegia l aspetto della rinaturalizzazione dei territori urbani. Nei piani di città come Francoforte, Monaco, Berlino vengono utilizzate formule già conosciute, come le cinture e cunei verdi sviluppate negli anni 30, ma riproposte con una logica completamente nuova ed in cui prevale la costruzione di una rete paesaggistica disegnata a partire dalla costituzione stessa della città esistente. La grande novità di questi piani risiede infatti nella loro capacità di conformarsi sulla base della morfologia e delle opportunità esistenti. In questo senso i fenomeni di deindustrializzazione costituiscono l occasione per proporre la salvaguardia della biodiversità, dell identità dei luoghi, delle qualità paesaggistiche su di ampie aree come strategia generale di riqualifi cazione e valorizzazione delle regioni depresse. Si può citare, in tal senso, l esperienza dell Emscher Park nella Ruhr in cui un piano a scala regionale di rinaturalizzazione e bonifi ca del corso del fi ume Emsher si è costituito ad indirizzo e guida nello sviluppo di un intera regione attraverso l implementazione di una serie di studi e progetti di dettaglio che hanno accompagnato l idea del piano al livello concreto della realizzazione. Anche in Italia è riconoscibile nei piani degli ultimi dieci anni un rinnovato interesse per le problematiche di ordine paesaggistico ma si può ritenere che siano ancora troppo pochi i casi che percorrono questa strada rispetto a quello che accade in altre parti di Europa. In Italia prevale generalmente la preoccupazione per la salvaguardia e la tutela dei contesti ambientali sensibili mentre è meno affermato il discorso dell integrazione del progetto urbano con il disegno dello spazio verde come approccio ai paesaggi suburbani. Tra le eccezioni particolarmente signifi cative nel rapporto tra progettazione urbanistica, città e paesaggio vi sono i progetti per i grandi parchi metropolitani come il Parco nord a Milano e, nel campo della pianifi cazione, la proposta per il PRG del comune di Roma (2000). 31 In generale si rivelano signifi cative quelle sperimentazioni in cui è chiaramente riconoscibile la capacità di mettere in relazione le diverse scale della pianifi cazione con piani guida a scala geografi ca che vengono poi approfonditi da progetti urbani di dettaglio. Il processo urbanistico si svolge così in modo unitario e compiuto fi no alla sua implementazione garantendo fattibilità e controllo formale alla scala dei diversi ambiti di intervento. 26

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